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Generazioni d'amore - Le quattro Americhe di Fernanda Pivano

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Generazioni d'amore - Le quattro Americhe di Fernanda Pivano

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Paese Italia
Anno 2001
Genere documentario, biografico
Regia Ottavio Rosati
Soggetto Ottavio Rosati
Sceneggiatura Ottavio Rosati, Fernanda Pivano
Interpreti e personaggi

Generazioni d'amore - Le quattro Americhe di Fernanda Pivano, documentario del 2001 (riedito nel 2020) diretto da Ottavio Rosati.

Frasi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Durante un incendio siamo scesi tutti in strada e nonostante le fiamme e il panico che s'era creato, due ragazzi si baciavano seduti su una panchina. "Bravi!" gli urlai sorridendo, ma venni subito rimproverata da mio padre che mi diede della "matta". Fernanda
  • [Su Primo Levi agli esami del liceo] Quando abbiamo visto avevamo tutti i nostri compagni di classe intorno, in silenzio con la bocca aperta che guardavano e noi due ci siamo guardati e ho detto: Ma Primo, ma cosa hai fatto? Hai fatto un tema antifascista? Lui mi ha risposto: Fossi scemo, sono ebreo. Fernanda
  • Ma io, per esempio, ho una collana di dita umane che ho trovato nella Nuova Guinea. Fernanda
  • Mio padre era un donnaiolo veramente sperticato. Fernanda
  • [dedicandole un rap] La Nanda con tutta quell’America violenta
    Gigante, urlante ed impaziente
    E fresca ed incosciente, e grezza ed ignorante
    Con grazia di gigante e forza di formica 
    L’America sua amica che lei ce l’ha mostrata tutta nuda
    La parte sua più bella e la più santa
    canta Parole che se non c’era la Nanda
    Nessuno avrebbe udito
    Di quel posto impazzito che vomita e rimangia la sua merda
    E a volte caca fiori che vivranno
    per api benedette ed affamate 
    Per stare sui capelli delle fate
    E dentro il cuore di generazioni
    Di americani antiamericani 
    E di antiamericani americani
    La Nanda….
    Jovanotti

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Tito Schipa Jr: Tu ti ricordi la prima volta che hai visto Bob Dylan?
    Fernanda: Eh si me lo ricordo perché è stata la vigilia del suo primo concerto a Berkley. Siamo andati a cena con Ginsberg e il suo manager, poi c’era Orlosky, Ferlinghetti e c’era Cigmurau. Io ero li che vedevo questo Bob Dylan che ancora non avevo sentito cantare…
  • Ottavio: Ma in definitiva, Fernanda Pivano è più critico o più psicanalista dei suoi scrittori?
    Fernanda: Mi piacerebbe essere psicanalista. Critico sicuramente non sono, perché non ci credo alla critica. A me piace essere un osservatore e un interprete, cercare di tramettere i loro pensieri.
  • Fernanda: Un giorno, mentre mi allacciavo un sandalo e mi giravo su dopo aver allacciato il sandalo, questo ragazzo mi ha dato un bacio. Io, terrorizzata, ho piantato di tutto, sono corsa dalla mamma: 'Mamma aspetto un bambino!'. La mamma, poverina, è svenuta e ci sono voluti i sali inglesi per farla rinvenire e poi mi ha detto: 'Chi è stato?', con una specie di urlo che è arrivato fino al cielo...
    Ottavio: Cioè? L’idea era i bambini possono venire con un bacio?
    Fernanda: Io capivo questo, insomma. Il mio sesso era quello. Che vuol dire che nascono con un bacio. Non è molto diverso dalla realtà. In fondo nascono con un bacio.

Citazioni su Generazioni d'amore

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  • [Al 19° Torino Film Festival] Fernanda Pivano ha rimproverato Generazioni d'amore di sembrare un madrigale d'amore per lei. Ed è per questo che oggi sono io, e non lei, a presentare il film a questo festival. Ma se qualcuno addita la luna non dobbiamo prendercela col dito. L'amore, in questo film che Ottavio ha portato avanti in modo eroico, è in ogni fotogramma. Non è solo quello del regista per la scrittrice. E' quello della Pivano per i grandi scrittori della contro cultura americana come Ginsberg e Kerouac che lei ha portato in Italia. Ed è il loro amore per la vita, per l'arte e per la libertà. Soprattutto per la liberazione politica e sessuale. (Alessandro Cecchi Paone)
  • Credo sia sempre emozionante vedere la propria vita raccontata da altri, tanto più quando è raccontata da amici. Per esempio solo Rosati poteva avere l'idea di circondarmi dei pappagalli di via Lungara [...] Il perché me lo rivelò alla fine del film ridendo come un bambino: 'Sono uno bianco, uno verde e uno rosso. I colori della bandiera italiana. L'unico modo di metterla era in forma di pappagallo. Con la bandiera vera diventava un film fascista'. (Fernanda Pivano)
  • Hanno ideato tutto alle mie spalle, Rosati e Grazia Volpi. Ma ne valeva la pena. Ci saranno autentiche sfide. Come quella lanciata da Tito Schipa che vuole farmi leggere due poesie di Bob Dylan: secondo lui sono piene di analogie con La traviata e Rigoletto. (Fernanda Pivano)
  • Un canto d'amore sommesso e potente. Complimenti, tutto molto bello e curioso. Meglio sentirlo e dimenticarlo quando torna il coraggio di quel che sei stato e sei. (Italo Moscati)

Altri progetti

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