Bernardo Bertolucci

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Bernardo Bertolucci
  • Miglior regia (1988)
  • Migliore sceneggiatura non originale (1988)
L'ultimo imperatore

Bernardo Bertolucci (1941 – 2018), regista cinematografico italiano.

Citazioni di Bernardo Bertolucci[modifica]

  • E non occorre organizzare nulla perché, a partire dal momento in cui si monta un piano dopo l'altro, ecco che si incontrano delle metafore. (citato in Cineforum, n.º 73, 1968)
  • E Godard, che girava due o tre film all'anno, era l'autore che ci rappresentava meglio, con la sua severità un po' calvinista e la sua capacità di tenere il mondo e quel che scorreva intorno nell'incavo delle sue mani. (citato in La mia magnifica ossessione. Scritti, ricordi, interventi (1962-2010), Garzanti Libri, 2010, p. 146)
  • Il primo cinema dei fratelli Taviani, mi sembrava post neorealistico, ma con un’ottica rosselliniana. Da Rossellini, Vittorio e Paolo avevano imparato che la macchina da presa non deve mai essere né troppo vicino né troppo lontano da quel che filma. Ma con poi delle meravigliose iperboli. Per esempio il finale di Allonsanfàn: una pianura con una popolazione che avanza. Si muove con un passo che è tra la marcia militare e il balletto, un’anticipazione di Pina Bausch.[1]
  • [Parlando di Novecento] Eravamo nel 1976, in pieno compromesso storico e mi sembrava di dover celebrare un rito, pensavo di rendere omaggio alla storia del Pci. Paese Sera, quotidiano comunista romano, organizzò un dibattito con lo storico Paolo Spriano e Giancarlo Pajetta. Alla fine del primo tempo, Pajetta, entusiasta, mi abbracciò. Poi, vedendo le immagini della Liberazione, in cui mostravo anche le vendette private, i processi popolari contro i fascisti, si alzò furioso e se ne andò gridando: mi rifiuto di partecipare. Da allora, la mia tessera del Pci, presa nel 1969 contro l'estremismo filocinese dell'estrema sinistra, proprio nel momento in cui ci fu la rottura del partito con il gruppo del Manifesto, si è andata via via scolorendo... Alla metà degli anni Ottanta ho smesso di rinnovarla, non ero un militante, ho iniziato a vivere più all'estero che qui.[2]
  • Ma filmare è vivere, e vivere è filmare. È semplice, nello spazio di un secondo guardare un oggetto, un volto, e riuscire a vederlo ventiquattro volte. Il trucco è tutto qui. (citato in La mia magnifica ossessione. Scritti, ricordi, interventi (1962-2010), Garzanti Libri, 2010, p. 197)

Da Sesso, censura & libertà: Bertolucci racconta la verità su "Ultimo tango"

Intervista di Arianna Finos, Rep.repubblica.it, 31 marzo 2018.

  • Avevo un grande amico che era Gato Barbieri, il miglior sax tenore bianco di free jazz, argentino, nato a Rosario: quando ascolto papa Bergoglio parlare italiano mi sembra di sentire la voce di Gato. Il titolo: Ultimo tango a Parigi dedicato a lui. Per me il tango era lui e la musica che ha scritto per il film era romantica e straziante.
  • È stato affascinante vederlo [Marlon Brando] incarnare un personaggio disperato, attingendo alla propria disperazione, seminando schegge del suo privato. Allora lo vedevo come un uomo che stava invecchiando. Avevo trentun anni, lui quarantanove. Ora lo vedo così giovane e bellissimo. È stata l'ultima volta in cui è stato bello.
  • Negli anni Settanta il film [Ultimo tango a Parigi] fu condannato al rogo e io a due mesi per oltraggio al pudore. Un po' di tempo fa invece mi hanno spellato vivo sui social con l'accusa di avere abusato di Maria [Schneider] qualcuno su Variety ha invocato il sequestro del film.
  • Poi mi chiamava una sua amica cinese che mi diceva: "Marlon è un po' arrabbiato, ma se tu fai un film con lui e i suoi pellerossa ti perdona'. E io: 'Non posso, sto andando a Parma a fare un film [Novecento] con i miei pellerossa, i contadini emiliani".
  • Oggi come allora mi sembra che lei venga sedotta dal suo fascino, non costretta da lui. Marlon non è un molestatore, è un disperato. Le opere vanno considerate nel loro tempo. Questo era un film che, come si dice con una parola molto prosaica oggi, sdoganava la sessualità. Allora mi sembrava importante.

Da Bernardo Bertolucci, l’ultima rockstar del cinema

Intervista di Jonathan Cott, Rollingstone.it, 8 dicembre 2018.[3]

  • Penso che l’uomo medio sia fascista. Tutti i miei personaggi sono persone comuni, che sanno di essere comuni e non sono a loro agio con questa consapevolezza. Sono dei predestinati, ma non è il destino che ha deciso di condannarli, bensì il loro inconscio.
  • Le donne sono le uniche ad aver capito davvero il film [Ultimo tango a Parigi], perché è costruito sull’idea dell’utero visto dal suo interno. Di fatto, Marlon fa un viaggio a ritroso fino a tornare nell’utero, perciò alla fine è un feto. Tutti i colori del film sono uterini. Assomiglia un po’ a quei film di Jean Cocteau in cui l’eroe fa un viaggio nell’aldilà.
  • Oggi la rivoluzione armata è impossibile: quella vera viene fatta giorno per giorno in Parlamento. Ogni volta che gli estremisti sono riusciti a passare dal delirio verbale all’azione, la situazione è tornata indietro di vent’anni. Per la classe operaia, l’anarchia è pericolosa.
  • Prima di girare una sequenza mi piace mostrare dei dipinti a Storaro, il mio direttore della fotografia. Per Strategia del ragno ci siamo ispirati ai pittori naïf e alle loro notti: abbiamo girato al crepuscolo, senza filtro, per ottenere quel blu liquido che sembra bagnare le persone.

Citazioni su Bernardo Bertolucci[modifica]

  • Bertolucci in The Dreamers portava il suo passato di assistente di Pasolini, il suo amore per Godard, il rimpianto di non aver vissuto il ’68. È stato come far rivivere un fantasma. (Louis Garrel)
  • E si scoprì che gli ultimi Ranucci | erano i primi Bertolucci. (Franco Fortini)
  • Il finale del film [Il conformista] supera la penna del grande Moravia. Il romanzo ha una fine moralista nella quale il cattivo è punito dall'alto. Bertolucci, chiaramente non d'accordo con quello speciale "happy end", drammatizza la vicenda con un realismo inquietante per lo spettatore, offrendo al conformista una perturbante immortalità: i conformisti non spariscono, rimangono... (Dominique Sanda)
  • Nessun regista francese o tedesco, russo o americano o giapponese si sarebbe immaginato un' impresa di straordinaria mimetizzazione culturale come quella di Bertolucci con L'ultimo imperatore! (Carlo Lizzani)

Note[modifica]

  1. Da Vittorio Taviani, il ricordo di Bertolucci: “Quell’allegria inaspettata”, Rep.repubblica.it, 15 aprile 2018.
  2. Da Cinema, morto il regista Bernardo Bertolucci, ilgiornale.it, 26 novembre 2018.
  3. Nel 1973, Rolling Stone incontrò a New York Bernardo Bertolucci per discutere del suo Ultimo tango a Parigi.

Filmografia[modifica]

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]