Marnie
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Marnie
Sean Connery e Tippi Hedren nel film
Titolo originale |
Marnie |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1964 |
Genere | thriller, drammatico |
Regia | Alfred Hitchcock |
Soggetto | Winston Graham (romanzo) |
Sceneggiatura | Jay Presson Allen |
Produttore | Alfred Hitchcock |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
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Marnie, film statunitense del 1964 con Tippi Hedren e Sean Connery, regia di Alfred Hitchcock.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- I capelli così biondi li portano le ragazze che vanno a caccia di uomini. E le ragazze serie non vanno a caccia di uomini. (Bernice)
- Una donna perbene non ha mai bisogno di nessun uomo. (Bernice)
- In questa casa i pasti sono pessimi, ma all'ora del tè mi prendo la rivincita con una bella fetta di torta. (Mr. Rutland)
- È da vecchie zitelle correggere il tè con gli alcolici. C'è qualcosa di ipocrita in questo comportamento. (Mr. Rutland)
- Quando il dovere mormora «tu devi», la giovinezza risponde «niente da fare». (Mark)
- Sai, contrariamente a quello che dicono i film e i giornali umoristici, il campo di battaglia di due persone sposate non è – ripeto: non è – la camera da letto. Il vero campo di battaglia è la stanza da bagno. È nel bagno e per il bagno che si creano le fratture e si combatte senza pietà. (Mark)
- Io penso che la migliore amica di una donna sia sua madre. (Lil)
- Certo, sono un'imbrogliona, una bugiarda, una ladra... ma sono onesta. (Marnie)
- Quando un bambino [...] non può avere l'amore di cui ha bisogno, prende quello che può prendere, con qualsiasi mezzo. (Mark)
Citazioni su Marnie
[modifica]- Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di Vertigo), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (il Morandini)
- Sottilmente morboso (Hitch voleva mostrare una passione feticista) e generalmente sottovalutato (specie dal pubblico), un thriller psicologico [...] dove la suspense – meglio ancora che in Io ti salverò – si concentra su un segreto che la protagonista si porta dentro dall'infanzia. Uno dei più riusciti giochi hitchcockiani sull'ambiguità, la reticenza e l'allusione. (Il Mereghetti)