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Olocausto

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Persone fatte uscire dai nascondigli nel ghetto di Varsavia

Citazioni sull'Olocausto.

Citazioni

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  • A chi, se non all'URSS, deve dirsi grazie per aver impedito che tutti gli ebrei europei finissero nelle camere a gas? (Kurt Gossweiler)
  • Durante l’Olocausto sono morti più cattolici che ebrei, ma questo non si sa a causa del controllo dei media degli ebrei. (Dadeus Grings)
  • [Gli ebrei] avrebbero dovuto andare, secondo gli accordi, a lavorare nelle fabbriche. Sennonché questo non era vero, venivano deportati per essere mandati nei campi. E tutti lo sapevano. Tutti. Le autorità, i governi di qualsiasi parte del mondo, sapevano. Ossia: governi con le loro ambasciate, legazioni, servizi di spionaggio, e via di questo passo. (Giorgio Perlasca)
  • È successo in Germania; ma le stesse cellule malate si trovano nel corpo di ogni nazione, pronte a entrare in attività. (Charlie Chaplin)
  • I musicologi riconoscono come contributo più alto a questo terribile tema la composizione di Arnold Schönberg Un sopravvissuto di Varsavia. È impossibile ascoltare quest'opera, della durata di soli dodici minuti, senza rimanere scossi. La narrazione, l'orchestra e il coro maschile rendono conto con una forza tale della tragedia della Shoah, da costituire un vero e proprio monumento ai morti di quell'eccidio pensato e portato a termine con determinazione e ferocia senza pari nella storia dell'umanità. (Giorgio Pressburger)
  • Il famoso film di Gillo Pontecorvo Kapò (1959) è forse il contributo più noto della cinematografia italiana volto a far conoscere quella realtà infernale. (Giorgio Pressburger)
  • La Shoa [...] è il latte nero che hanno succhiato a colazione, pranzo e cena. (Aharon Appelfeld)
  • La Shoah è un fatto drammaticamente europeo. È vero che ha avuto cuore nella Germania nazista ma in tutti i paesi europei gruppi più o meno grandi hanno collaborato. Il 27 gennaio – giorno in cui furono abbattuti i cancelli di Aushwitz – è divenuto "giorno della memoria" per una legge dello Stato. Ciò che è stato fatto contro gli ebrei riguarda tutti». (Andrea Riccardi)
  • La Shoah non è stata mica un incidente di percorso del fascismo. Ha i suoi prodromi nelle leggi razziali del '38, che a loro volta affondano le radici nella marcia su Roma del '22. È qui che comincia la tragedia. Un consenso fondato in gran parte sulla coercizione. (Andrea Riccardi)
  • Pochi anni infatti ci separano dal più orribile crimine di massa che la storia moderna debba registrare: un crimine commesso non da una banda di fanatici, ma con freddo calcolo dal governo di una nazione potente. Il destino dei sopravvissuti alle persecuzioni tedesche testimonia fino a che punto sia decaduta la coscienza morale dell'umanità. (Albert Einstein)
  • Quando in Europa qualcuno critica Israele, tiriamo fuori l'Olocausto. [...] È molto facile incolpare qualcuno di antisemitismo quando critica certi atti del governo israeliano e ritirare fuori l'Olocausto e la sofferenza del popolo ebraico. E questo per giustificare tutto ciò che facciamo ai palestinesi. (Shulamit Aloni)
  • Se con l'Olocausto Dio ha scelto di interrogare l'uomo, spetta a questi rispondere con una ricerca che ha Dio per oggetto. (Elie Wiesel)
  • Se l'Olocausto ammetta una qualsiasi analogia [...] si è ampiamente discusso. A giudizio di molti, è un evento senza paragone. Eppure esso entra di straforo, e anche non tanto di straforo, in analogie quotidiane. (Marjorie Garber)
  • – Ti importa dell'Olocausto o pensi che non sia mai successo?
    – Non solo so che abbiamo perso 6 milioni di ebrei, ma quello che mi preoccupa è che i record sono fatti per essere battuti. (Harry a pezzi)
  • [In riferimento all'Olocausto] Tutti lo sapevano, da quattro o cinque anni. Tutti lo sapevano. Lo sapevamo noi! Io e mia moglie l'abbiamo visto a Belgrado, abbiamo cominciato a vederlo a Belgrado. Nel 1941. (Giorgio Perlasca)
  • [L'Olocausto non costituisce] un incidente di percorso, quanto piuttosto il punto culminante di uno sviluppo della civiltà che ha origini lontane nel tempo, che è accaduto nello spazio culturale dell'illuminismo e del progresso, cioè di una modernità che celebra un'accelerazione nell'emancipazione umana dal punto di vista mondiale e storico. (Moshe Zuckermann)
  • Uno dei miei primi arresti avvenne quando organizzai una commemorazione a Babij Jar. Per me questo luogo è l'emblema della cancellazione sovietica della memoria della Shoah e di qualsiasi segno identitario ebraico. (Natan Sharansky)
  • Non furono né la repressione delle emozioni né il buon senso morale a dar vita alle prime reazioni allo sterminio degli ebrei. Fu, piuttosto, un sistema di rappresentazioni collettive che focalizzò il suo fascio di luce narrativa sulla trionfante espulsione del male.
  • Invece della redenzione attraverso il progresso, la narrazione tragica offre ciò che Nietzsche ha chiamato il dramma dell'eterno ritorno. Come si è ormai capito, non esisteva alcun modo per «andare oltre» la storia dell'Olocausto. Esisteva solo la possibilità di ritornarvi: non trascendenza ma catarsi.
  • Nella misura in cui l'Olocausto è giunto a definire la disumanità nel nostro tempo, esso ha dunque svolto una funzione fondamentalmente morale. La «moralità post-Olocausto» ha potuto svolgere questo ruolo, tuttavia, solo attraverso una forma sociologica: è diventata una metafora di collegamento che gruppi sociali di diverso potere e legittimità hanno utilizzato per definire logicamente come bene o come male gli eventi storici in corso. Ciò che l'Olocausto ha identificato come il male più profondo è l'impiego sistematico ed organizzato della violenza contro i membri di un gruppo collettivo stigmatizzato, sia esso definito secondo criteri primordiali o ideologici. Questa rappresentazione non solo ha identificato come male radicale i colpevoli e le loro azioni, ma ha interpretato come male anche i non-attori. Secondo i criteri della moralità post-Olocausto ad ogni individuo è ora richiesto, normativamente, lo sforzo di intervenire contro qualsiasi Olocausto, al di là di ogni considerazione di costi e conseguenze personali.
  • Dov’è il popolo ebraico? Chi la farà, la domanda funesta, al Caino del ventesimo secolo? Dove sono gli ebrei che vivevano in Ucraina? Dove sono le centinaia di migliaia di vecchie e bambini, dov’è il milione di ebrei che tre anni fa viveva e lavorava su questa terra in pace e armonia con gli ucraini?
  • Niente parole. Silenzio. Un popolo ucciso. Uccisi i vecchi artigiani, mastri d’eccezione: sarti, cappellai, ciabattini, stagnai, orafi, imbianchini, pellicciai, rilegatori; uccisi gli operai: scaricatori, meccanici, elettricisti, muratori, fumisti, fabbri; uccisi i balagula, i trattoristi, gli autisti, gli ebanisti; uccisi i portatori d’acqua, i mugnai, i fornai, i pasticcieri e i cuochi; uccisi i dottori: medici generici, dentisti, chirurghi, ginecologi; uccisi gli esperti di biochimica e di batteriologia, i direttori delle cliniche universitarie, gli insegnanti di storia, di algebra e di trigonometria; uccisi i docenti senza cattedra e gli assistenti di facoltà, i dottorandi e gli addottorati; uccisi gli ingegneri metallurgici, i costruttori di ponti e di locomotive, gli architetti; uccisi gli esperti di strade e di coltivazioni, gli agronomi e gli agrimensori; uccisi i ragionieri, i contabili, i commessi dei negozi, i fornitori, i protocollisti, i segretari, i vigilanti notturni; uccise le maestre e le sartine; uccise le nonne che facevano la calza, sfornavano torte deliziose e preparavano il brodo di pollo e lo strudel con le mele e le noci, e quelle che tutte queste cose non erano capaci di farle e sapevano solo amare figli e nipoti; uccise le donne fedeli ai mariti e quelle di più facili costumi; uccise le belle ragazze, le brave studentesse e le scolarette garrule; uccise le ragazze brutte e sciocche, e quelle con la gobba; uccise le cantanti; uccisi i ciechi; uccisi i sordi; uccisi i violinisti e i pianisti; uccisi i bambini di due anni e quelli di tre; uccisi gli ottantenni con gli occhi torbidi e la cataratta, con le dita diafane e fredde e le voci flebili come carta bianca che fruscia; uccisi i neonati che urlavano, bramosamente attaccati ai seni delle madri fino all’ultimo istante. Li hanno uccisi tutti, centinaia di migliaia, milioni di ebrei ucraini.
  • Certamente il sacrificio di quei milioni di morti ha espiato i peccati di un mondo sprofondato nella violenza e nella follia razzista facendo rinascere negli uomini il senso della giustizia, della morale e del divino, avviandoli di nuovo a vedere nel prossimo l'immagine di Dio, da rispettare, da onorare, da amare.
  • Io credo che la verità sull'Olocausto ancora non sia completa e non tutto è venuto alla luce.

Voci correlate

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