Fabio Capello
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Fabio Capello (1946 – vivente), allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.
Citazioni di Fabio Capello
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [Prima della gara Juventus-Roma del campionato di Serie A 1999-2000] Il problema della sudditanza esiste, forse anzi sicuramente è un fattore involontario ma non possiamo fare finta che non ci sia [...]. Se analizziamo i fatti e facciamo i conti dei pro e dei contro che riguardano altre squadre, ci accorgiamo che alla fine qualche cosa esiste. La Juventus viene favorita perché sono ormai molti anni che si trova al vertice, non dobbiamo stupirci perché il problema esiste su tutti i campi.[1]
- Il terrorismo di qualsiasi matrice va combattuto, ma non è giusto prendere l'Islam come nemico comune: il terrorismo non ha religione.[2]
- [Ultime parole famose sulla Juventus nell'aprile 2003] È una squadra che non m'interessa. Apprezzo la società, ma il mio è un discorso personale. Dico certe cose forse anche per l'età che ho, perché per quello che ti permette di fare chiunque vorrebbe andarci, ma io no. Poi è già ben allenata.[3][4]
- [Ultime parole famose nel febbraio 2004] Il fatto che io non vada ad allenare la Juve non significa che non mi abbiano cercato. Rispetto la società, ma a me non interessa andare lì: sono scelte di vita.[3][4]
- [Sulla finale della UEFA Champions League 1992-1993, replicando a Jean-Jacques Eydelie che parlò di pratiche dopanti] In campo non ci accorgemmo di nulla, comunque quella sconfitta fu immeritata: Barthez fece 3 parate strepitose. Da notare poi che l'arbitro di quella finale fu radiato per corruzione [...][5]
- Francisco Franco ha lasciato in eredità l'ordine. In Spagna funziona tutto e funziona bene, ci sono educazione, pulizia, rispetto e poca burocrazia[6].
- [Ultime parole famose al termine del campionato di Serie A 2005-2006] [...] il mio futuro sarà sicuramente nella Juventus [«Anche in Serie B?»] Per quale motivo, scusi? L'ha deciso lei?[7]
- Nessuno ha la potenza di Zlatan Ibrahimović. Lui e Marco Van Basten sono identici nell'eleganza.[8]
- [Sulla stagione 2007-2008 che segna il ritorno in Serie A della Juventus] La Juve è la Juve, deve stare sempre in alto.[9]
- Io sono dell'idea che più si fischia più si sbaglia. Meglio il metro inglese, in questo senso. In Italia si analizza troppo la moviola per giustificare o condannare le prestazioni della squadra. E finché si discute su contatti minimi si giustificano i simulatori.[9]
- Io ho sempre detto: non voglio 7 giocatori, ma due buoni. Quando vuoi rifondare una squadra ci vuole solo la qualità. Al Milan sono arrivati Ibra e Robinho. Finalmente, ho detto a Galliani, avete preso due ottimi giocatori. Ci vogliono uomini che fanno la differenza non che fanno numero.[10]
- Moratti dice che lo Scudetto del 2006 è suo? E io dico che è mio. La medaglia ce l'ho ancora a casa, non me l'ha tolta nessuno. Questo del Milan è il secondo titolo "vero", perché anche l'anno scorso è stato un torneo equilibrato. In quelli precedenti, invece, per l'Inter non c'era competizione.[11]
- Dopo aver visto Rooney contro l'Italia [agli Europei 2012], credo che capisca solo lo scozzese.[12]
- [Su Stramaccioni] Penso che Moratti l'abbia scelto non perché sia giovane, che sarebbe assurdo, ma perché è bravo.[13]
- [Su Falcao] In tutta la mia carriera soltanto un giocatore mi lasciò un'impressione superiore al primo sguardo, e fu proprio Leo Messi la sera del Gamper contro la mia Juve. Falcao è un attaccante grandissimo, oggi sicuramente il numero uno.[13]
- Ho votato tanti partiti diversi: PSI, PRI, DC per tanti anni, poi Lega nord e Forza Italia. Berlusconi è stato grandissimo come imprenditore, cioè in una posizione dove poteva decidere tutto o quasi. In politica invece è un uomo con le mani legate. Ha dovuto accontentare troppa gente e non ha potuto fare come voleva lui. Però lo voterò ancora.[14]
- [Su Gonzalo Higuaín] Lo presi io al Real Madrid quando non aveva ancora venti anni, mi piacque subito. Vidi delle cassette, mi interessò immediatamente perché si muoveva molto e partecipava sempre all'azione. Higuain non è un attaccante che resta fermo in area avversaria in attesa del pallone. Appena arrivò a Madrid si mise subito a disposizione del gruppo, lavorava tantissimo per migliorare tecnicamente. Ha sempre dimostrato fiuto del goal e grande determinazione, è un calciatore importante.[15]
- Ci sono squadre dove tu vai e respiri la mentalità vincente. La Juventus ha questa mentalità.[16]
- [Su Paul Pogba] Parliamo di un ragazzo che ha un potenziale da super giocatore. Bisogna vedere se quando gli mettono il volante in mano, nel senso di mostrare tutto il suo valore ed essere trainante per la squadra, dimostrerà di essere capace di guidare.[17]
- [Su Ronaldo] Si presentò a Madrid che era 96 kg, gli ho chiesto di arrivare a 88-90. Non c'è stato niente da fare. Era un grandissimo giocatore, ma un leader negativo per il gruppo. Lo cedemmo a gennaio e l'ambiente in squadra cambiò completamente: riusciamo a recuperare nove punti al Barcellona, anche se l'impatto mediatico fu enorme.[18]
- Io sono per la tecnologia totale. In tutti gli sport, dal rugby al basket fino al tennis c'è la tecnologia. Io per un gol-non gol sono stato eliminato al Mondiale con l'Inghilterra. Uno lavora due anni e dopo un errore del genere vai a casa. È una cosa importante.[18]
- La mia avventura al Real Madrid finì con una telefonata di Berlusconi che mi chiese di tornare ad allenare il Milan. A lui dovevo tutto e non potevo dirgli di no.[19]
- Loro [i tifosi spagnoli] si divertono alla partita, ci vanno tranquilli, con un panino in mano; da noi si va allo stadio solo per offendere. In Inghilterra applaudono la loro squadra quando retrocede, perché riconoscono ai giocatori l’impegno, l’applicazione: da noi quando succede? In Italia ho visto solo i tifosi del Frosinone applaudire la squadra nonostante la retrocessione[20].
- Quando me lo sono trovato a Madrid mi dissi "Ancora qui questo...". A Roma si perse, come tutti quelli che sono andati lì. Si è fatto coinvolgere da qualche festa di troppo. Dopo Baggio è stato il più grande talento del calcio italiano. La genialità di Cassano è unica. Negli ultimi 20 metri dribblava, rifiniva, calciava... Molti confondono i fuoriclasse con i geni: sono cose molto diverse. Il più grande dispiacere che ho avuto è stato lo spreco del suo talento. Antonio si è perso in sciocchezze, in bambinate. Si è fermato al 50% delle sue possibilità. Ricordo che a Madrid avevamo il Gordo (Ronaldo) e il Gordito, cioè lui.[21]
- Quando sei alla Juventus diventi un operaio, la stessa cosa succede anche al Milan. Sono stato anche al Real Madrid e lì quello della reception ti dice subito che sei nel club più importante del mondo. Alla Roma invece devi sempre costruire e rimodellare la mentalità. Quando abbiamo vinto il campionato dissi che avevamo fatto festa per sei mesi e che dovevamo smetterla. Ho vinto ovunque, ma solo a Roma abbiamo festeggiato con calciatori e famiglie, si dà importanza ad altre cose. Io chiesi perché non si fosse organizzata una festa tutta nostra.[22]
- [Sul campionato di Serie A 2000-2001] Guardi, se è stato difficile vincere un campionato, e la dimostrazione è che nella storia di questa società ne sono stati vinti appena tre, ancor più difficile è stato mettere la parola fine ai festeggiamenti. Sono durati 7 mesi e le assicuro che non esagero.[23]
- [Nel 2023] Che emozione la prima maglia juventina! Giocare davanti all'Avvocato, che aveva un fascino pazzesco, e poi l'emozione del primo Scudetto... A proposito: per me gli Scudetti sono 38, li abbiamo vinti, dominando, tutti insieme. Forza Juve![24]
- [Su Joshua Zirkzee] [...] un giocatore completo di grandi qualità tecniche, dotato di grande fantasia, capace di "vedere" il gioco, che corre ed è ben strutturato fisicamente. Un giocatore moderno con tanta, tanta qualità. Ha velocità di pensiero e sceglie sempre la giocata che più può far male all'avversario, quella più pericolosa. È una dote che o ce l'hai o non ce l'hai. Ha sensibilità tecnica e tattica.[25]
- Quando fai il mercato devi pensare a quanto valgono i giocatori che hai: se vale 90, devi comprarne uno che valga 93. Se ne compri dieci che valgono 70, non fai un passo avanti.[26]
Intervista di Corrado Zunino, la Repubblica, 24 luglio 2008.
- Ai nostri allenatori Mourinho non ha da insegnare niente. In Italia il calcio tatticamente è una cosa molto, molto seria. Sotto l'aspetto calcistico siamo i più avanzati e ormai tutti conoscono tutto. Mourinho adesso ha in mano una macchina straordinaria e non credo farà rivoluzioni, gli sarà sufficiente portare quell'un per cento di novità.
- [Ultime parole famose] [...] io con l'Inghilterra finisco il turno. Il mio lavoro sul campo termina con l'esperienza inglese. [«Abbiamo capito bene, dopo i mondiali del 2010 non sarà più un allenatore?»] Questo è sicuro.
- [Nel 2008] Ho letto dei 'no' degli ultrà in campagna acquisti: Vieri, Zauri, Stankovic. Una società ha il diritto di prendere chi gli pare: se a un tifoso non sta bene, quella stagione non andrà allo stadio. Ecco, in Italia i tifosi, e il tifo organizzato in particolare, hanno troppo potere.
Da Tuttosport, 27 ottobre 2009, p. 3.
- Guido la Nazionale inglese, era my dream, il mio sogno, quella azzurra non mi ha mai affascinato, qui ci sono 57 milioni di ct, io non sono fra questi. Io cerco sempre qualcosa di forte, mi esaltano le grandi sfide.
- [Su Calciopoli] Imbarazzo? E perché? Io ho vinto quei titoli sul campo, ce li hanno tolti è vero ma le medaglie le ho sempre, sono in un baule in cantina.
- In Spagna c'è grande rispetto, concetto base del mio modo di essere e allenare, le famiglie vanno allo stadio coi bambini, in Inghilterra gli impianti sono pieni, non succede mai nulla e polizia e steward svolgono un ruolo perfetto. In Italia invece comandano gli ultrà, negli stadi vedi e senti di tutto, il declino sarà sempre più evidente. Eppure basterebbe applicare la legge. Autorità e club devono prendere una decisione per far tornare la gente negli stadi e rendere questi più accoglienti.
Dal programma televisivo Undici; citato in vecchiasignora.com, 20 novembre 2012.
- Già ai miei tempi l'avevo portato con Marchisio in prima squadra per qualche allenamento. Si intravedevano in lui grandi potenzialità. In Giovinco rivedo Zola. Stesso dribbling ed entrambi abilissimi sui calci di punizione.
- La Triade? Non rinnego la loro amicizia, avevano qualcosa in più degli altri. Formano un mix completo. L'abilità gestionale a livello societario del dottor Giraudo, grazie al quale non c'erano bisogno degli investimenti della Fiat per fare il mercato. La competenza tecnica di Roberto Bettega e la bravura nell'acquistare i giocatori di Luciano Moggi. Una società che ti permetteva di dedicarti solo al campo e di fare l'allenatore, senza dover pensare a nulla.
- Lo volevo alla Roma, ma non riuscimmo a portarlo. Lo volli alla Juve perché ero convinto fosse un fuoriclasse vero. Quando arrivò a Torino calciava solo forte e male. Consigliai a Zlatan di perfezionare la tecnica di tiro ed ogni giorno si fermava dopo l'allenamento con Galbiati a fare tiri in porta. Credo che i risultati si vedano. Fa giocate che solo i fuoriclasse sanno fare e che sono impensabili per gli altri.
- [Riferito al periodo tra il 2004 e il 2006] Non era più il Del Piero spumeggiante degli anni di Lippi. Alessandro comunque merita tutta la mia stima e l'affetto. Si è sempre comportato da grande professionista, anche se era in parabola discendente.
Intervista di Leo Turrini, quotidiano.net, 18 novembre 2024
- [Riferendosi alla vittoria della nazionale italiana a Wembley contro l'Inghilterra nel 1973] Vincemmo 1-0 con un mio gol nel finale. La mattina del match, un tabloid londinese aveva titolato: stasera ventimila camerieri allo stadio, irridendo i nostri connazionali che facevano i lavori più umili in Inghilterra. Alla fine della partita, andai a parlare con i giornalisti e dissi: ho segnato per l'onore di ventimila camerieri.
- [«La gioia più grande da mister?»] Il 4-0 rifilato con il mio Milan al Barcellona nella finale di Champions ad Atene nel 1994. Cruyff, il mitico olandese, allenava i catalani. Per un mese aveva dichiarato che per loro era una formalità, erano troppo superiori. Io mostrai una sua foto ai miei giocatori, spiegando che avevamo occasione di fargli cambiare idea.
- Io al Cavaliere debbo tantissimo. Quando comprò il Milan io ero già nel club. Silvio mi disse: Capello, lei deve studiare da manager in Fininvest, vedrà che quello che impara le servirà quando la metterò in panchina. Aveva ragione.
- [«Mai litigato con lui?»] No, però ci fu una volta che non mi diede retta. Nel 2006 ero tornato ad allenare il Real Madrid. In organico avevo Ronaldo, non il portoghese, il brasiliano che era stato all'Inter [...]. Fantastico, ma non aveva più la testa da atleta, organizzava sempre feste con ballerine eccetera. Io convinsi i dirigenti del Real a venderlo perché sfasciava lo spogliatoio con le sue abitudini [...]. Un giorno mi chiama Silvio e mi fa: Fabio, davvero vendi Ronaldo? E io: sì presidente ma per carità non lo compri, a me sta sempre a cuore il Milan, non faccia questo errore, non si metta in casa uno che pensa solo alle veline e allo champagne [...]. Berlusconi al telefono mi dà ragione, mi giura che seguirà il mio consiglio. Il giorno dopo apro il giornale e c'è un titolo a caratteri cubitali: Ronaldo è del Milan.
Citazioni su Fabio Capello
[modifica]- A me Capello piace perché è serio e non appartiene alla categoria dei ciarlatani-filosofi che, nel calcio, abbondano. È uno che mette la tuta dell'operaio e produce; altri indossano il frac e concionano sul nulla, incantando padroni gonzi o imbecilli. (Domenico Morace)
- Capello è il migliore allenatore che abbia mai avuto. Il fatto che mi abbia chiamato in Russia è un onore straordinario [...]. E aggiungo una cosa: Capello è stato il tecnico con cui ho discusso di più, eppure mi ha chiamato in Russia dicendomi che la mia strada è allenare. (Christian Panucci)
- Capello è stato l'allenatore che mi ha cambiato nel modo di giocare. Già dal suo primo anno ha voluto cambiare la mia posizione, quando arrivò giocai con Totti e Montella, ma già a metà stagione mi mise sulla fascia pensando all'anno dopo. Ti faceva tirare fuori il 110%, la sua più grande dote. Trattava tutti allo stesso modo, non c'erano giocatori di nome o altri, i regolamenti erano uguali. (Marco Delvecchio)
- Capello ha i suoi metodi, non sono mai uscito a cena con lui e credo non l'abbia fatto nessuno di noi, però giudico l'allenatore e sui risultati non c'è nulla da dire. Capello sa come tenere in pugno le situazioni difficili. (Zvonimir Boban)
- Capello? Lo stimo molto, sia sul piano professionale sia su quello umano. È per questo che un mese fa l'ho invitato a L'Aja a tenere una conferenza sugli allenatori olandesi. Io e Fabio abbiamo idee molto simili su lavorare con i giocatori e come trattarli. (Louis van Gaal)
- Capisco che Fabio possa risultare scostante [...]. Capello è un bisiaco chiuso, a volte scorbutico; ha una bazza che lo rende difficilmente simpatico a chi lo incrocia per la prima volta; eppoi ha un brutto difetto: sa essere ruffiano ma è anche terribilmente sincero, sino alla brutalità. (Domenico Morace)
- Non mi piace parlarne, mi sembra di dedicare troppa attenzione a chi non la merita. Come si è comportato, il fatto che nessuno qui senta la sua mancanza, tutto indica che tipo di persona sia. Si è comportato così a Milano, a Roma e anche qui a Torino. Uno, due indizi, il terzo è una prova. (Alessandro Del Piero)
- Ogni mattina mi guardo allo specchio e mi dico che Capello è la più grande offesa per la categoria. Mi vergogno di essere un allenatore. (Franco Scoglio)
- Ognuno può dire quello che vuole, stranamente Capello viene a mettere il becco in casa di altri. Ha vinto due scudetti, ma nessuno si ricorda di cose emblematiche: io mi ricordo gli scudetti di Lippi e di Trapattoni, non ricordo la Juventus di Capello. Ci si ricorda solo perché quei due scudetti sono stati revocati. E poi Capello con quell'armata che aveva a disposizione è uscito nei quarti di finale di Champions League. Io mi guarderei bene prima di dire delle fesserie. (Antonio Conte).
- Per un calciatore è un onore e una garanzia essere allenati da Capello. (John Carew)
- Provo a dire, io che l'ho visto e ammirato in campo e che con lui ho dialogato particolarmente quando d'estate andavo a trovarlo a Grado e lui mi spiegava e mi raccontava, lui che aveva fama di carattere dolce e levigato come la carta vetrata. Dimmi come era Capello e come giocava. Faceva correre la palla, apriva e spalancava gli occhi anche per gli altri. E non faceva tanti gol, ma tutti importanti, quarantaquattro in campionato e anche otto in azzurro, con quel memorabile gol a Wembley, un gol che fece lacrimare una classe operaia che lassù nell'Isola per un attimo si sentì in Paradiso. E sapeva vivere. (Gianfranco Civolani)
- Quando Capello si arrabbia sono pochi quelli che osano guardarlo negli occhi, e se ti offre una possibilità e tu non la sfrutti puoi anche andare a vendere salsicce fuori dallo stadio. Nessuno va da lui a parlargli dei suoi problemi. Capello non è tuo amico. Non chiacchiera con i giocatori, non a quel modo. Lui è il sergente di ferro, e quando ti chiama in genere non è un buon segno. D'altro canto non puoi mai sapere. Lui distrugge e costruisce. (Zlatan Ibrahimović)
- Un allenatore come Capello è stato fondamentale per me: durante gli allenamenti sentivi il peso del suo sguardo e io avevo bisogno di sentire addosso questo tipo di pressione. Era un mister molto esigente e questa sua caratteristica mi ha aiutato a tirare fuori il meglio di me. (Marcel Desailly)
- Un grande tecnico, molto intelligente e non asfissiava i giocatori. Persona schietta, ma non fu un rapporto facile. Comunque preferisco chi ti parla in faccia. (Enzo Gambaro)
- Il migliore allenatore che abbia mai avuto. Ha fatto tanto per me e io poco per lui: non lo meritava, ma la stima che ci ha legato e ci lega tuttora è immensa.
- Io e lui non andavamo mai d'accordo, al punto che una volta quando stavo alla Roma mi venne in mente un'idea che tutti e due ancora applichiamo con successo. Gli dico: "Visto che facciamo stronzate dalla mattina alla sera e ci mandiamo continuamente a quel paese, almeno mettiamoci la mano davanti alla bocca, così evitiamo che tutto il mondo veda, capisca e ci prenda per il culo". E lui quel giorno lì per la prima volta ha ascoltato me. Per la prima e unica, sia chiaro.
- Se avessi ascoltato Capello, uno dei più grandi allenatori di sempre, avrei fatto cose più importanti. L'ho incontrato per la prima volta nel 2001, mi voleva a tutti i costi a Roma e rifiutai la Juve. Ancora oggi dico di aver fatto la scelta migliore.
Note
[modifica]- ↑ Citato in Capello contro Juve e arbitri "La sudditanza esiste", repubblica.it, 21 febbraio 2000.
- ↑ Citato in Ernesto Menicucci; Capello pronto a riaccendere la Roma, Corriere della Sera, 16 settembre 2001, p. 55.
- ↑ a b A fine maggio 2004, Capello diventa ufficialmente allenatore della Juventus.
- ↑ a b Citato in "La Juve? Non mi interessa" Così parlava Capello romanista, repubblica.it, 28 maggio 2004.
- ↑ Citato in Andrea Sorrentino, Quella Coppa Campioni è nostra, la Repubblica, 22 gennaio 2006.
- ↑ Citato in Capello «franchista» fa infuriare la Spagna, corriere.it, 9 febbraio 2006
- ↑ Dall'intervista di Paolo Assogna per il programma televisivo Sky Calcio Show, in onda su Sky Sport 1 al termine di Reggina-Juventus (0-2), gara valevole per l'ultima giornata di campionato; video disponibile su youtube.com, min, 2.50.
- ↑ Da La Gazzetta dello Sport, 9 novembre 2007.
- ↑ a b Dall'intervista di Valerio Clari, Capello consulente Inter "Occhio al contropiede", gazzetta.it, 11 marzo 2008.
- ↑ Dal Gr Parlamento; citato in Tuttosport, 1º febbraio 2011, p. 2.
- ↑ Citato in Inter. Capello: "Lo scudetto del 2006 è mio, la medaglia non me l'ha tolta nessuno", sportnews.eu, 19 maggio 2011.
- ↑ Citato in Tancredi Palmeri, Il blob del 2012. Tutte le frasi da ricordare, gazzetta.it, 30 dicembre 2012.
- ↑ a b Citato in Paolo Condò, Capello e l'allarme russo. Milan, occhio allo Zenit, gazzetta.it, 13 settembre 2012.
- ↑ Citato in Biografia di Fabio Capello, cinquantamila.corriere.it, 4 novembre 2013.
- ↑ Da un'intervista a Sky Sport; citato in Higuain fa cantare Napoli, Capello ricorda: "Lo portai io al Real...", goal.com, 2 marzo 2014.
- ↑ Citato in Capello: «Differenze Juve-Roma? La mentalità vincente...», tuttosport.com, 16 ottobre 2014.
- ↑ Dall'intervista di Filippo Cornacchia a Tuttosport; citato in «Pogba, hai il volante col City devi guidare», tuttosport.com, 14 settembre 2015.
- ↑ a b Da un intervento ai Globe Soccer Awards 2015; citato in Capello: "Ronaldo leader negativo: via lui e il mio Real Madrid trionfò", gazzetta.it, 28 dicembre 2015.
- ↑ Citato in "Guarda che l'Inter vende Roberto Carlos". E Capello lo portò a Madrid, foxsports.it, 23 dicembre 2016.
- ↑ Citato in La sottocultura dei professionisti del tifo è inaccettabile, roma.corriere.it, 5 maggio 2017
- ↑ Dall'evento Milano Calcio City, 29 settembre 2019; citato in Capello: "Scudetto, sarà sfida a tre fino alla fine. Occhio all'Atalanta", tuttomercatoweb.com, 29 settembre 2019.
- ↑ Da un'intervista a Radio Radio; citato in Capello: "Alla Juve diventi un operaio. Ai bianconeri chiesi io Ibrahimovic", tuttojuve.com, 25 ottobre 2019.
- ↑ Da un'intervista a Il Messaggero; citato in Giacomo Emanuele Di Giulio, Capello: "Lo scudetto con la Roma il più difficile della mia carriera", romanews.eu, 17 giugno 2021.
- ↑ Citato in Agnelli 100, juventus.com, 24 luglio 2023.
- ↑ Da un'intervista a Sportweek; citato in Capello "innamorato" di Zirkzee: "Giocatore moderno con tanta, tanta qualità. L'ho visto a San Siro e...", milannews.it, 8 giugno 2024.
- ↑ Dall'intervento a Milano Football Week; citato in Tommaso Bonan, Capello: "Quando leggo che il Milan non ha neanche un convocato in Nazionale...", tuttomercatoweb.com, 14 giugno 2024.
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