Milano

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Piazza del Duomo

Citazioni su Milano e i milanesi.

Citazioni[modifica]

  • A Milano gli affari si combinano con un colpo di telefono, a Palermo anche con un colpo di lupara. (Enzo Biagi)
  • A parte qualche anziano tassista, chi lo parla più il dialetto, a Milano? (Guido Rossi)
  • [Negli anni cinquanta] A quei tempi c'era una Milano più di ringhiera, c'era un approccio di simpatia tra i banditi e i derubati. Perché io mi ricordo che quando andavo in banca a fare una rapina portavo via pure le cambiali e distruggendole automaticamente quelli che dovevano pagarle venivano beneficiati. (Luciano Lutring)
  • Andà a torna per Milan | a cert'or, l'è on testament! | car, vicciur, on rabadan | de tramvaj, gent sora gent, | rebuttònen, pesten caj, | «aj! ch'el guarda in dove el va!» | se te gh'ee de traversà, | no te disi, poeu; l'è on guaj! (Delio Tessa)
  • Ascolto il vociare di tutti gli stranieri che mi circondano. Lingue differenti si sovrappongono in una specie di concerto fortuito, simile a certi esperimenti di Stockhausen degli anni Cinquanta. È la piccola babele di Milano che dispiega il suo canto policromatico, casuale e lo stesso armonico, un vociare di bassi, baritoni, soprano, un uso d'aria sotto l'accompagnamento del rumore del treno, della voce metallica che, ad intervalli prevedibili, annuncia il nome della stazione che arriva. E così per magia, mi rendo conto che il mondo è tutto uguale. Che non esistono differenze fra gli uomini. Siamo tutti vittime di questa vita. Agnelli sacrificali di una Pasqua che, ad ogni insorgere, ci trova soli, incapaci di renderci felici. (Franz Krauspenhaar)
  • C'è della gente che parla male della nebbia di Milano. Io non conosco quella degli altri paesi, ma questa di Milano è una gran nebbia, simpatica, affettuosa, cordiale. Ti fascia tutto come una carezza. (Catene invisibili)
  • C'era un mondo, subito dopo che mi diplomai all'Accademia dei Filodrammatici nel '59, che popolava Milano e da lì partiva per diffondersi in tutta Italia: e andare la sera in certi locali significava conoscere i protagonisti della scena, capirne i meccanismi. (Roberto Brivio)
  • Che solitudine in questa affollata città rombante! (Clemente Rebora)
  • Chi volta el cùu a Milan, il volta al pan.[1] (proverbio milanese)
  • – Cosa fai tutto il giorno a Milano?
    – Mah, niente. Faccio la trasmissione del pensiero. Ho una mira infallibile. Suono il triangolo. Faccio tre bagni al giorno. Piango sempre. E rido sempre. (Prima della rivoluzione)
  • [Nel I secolo dopo Cristo, in età imperiale romana] Ancora più a Nord c'era il grosso borgo mercantile di Como, che considerava Mediolanum, cioè Milano, il suo quartiere povero. (Indro Montanelli)[2]
  • [Nell’anno di Mani pulite, il 1992] Dietro le luci della città, dietro la sua voglia d’Europa, dietro i trionfi dei suoi stilisti, dietro le sue strade super-eleganti, c’è una potente rete di tangenti e di corruzioni che non ha risparmiato niente e nessuno. Da almeno un decennio una sorta di mafia in doppiopetto ha imposto ovunque il sistema delle mazzette. (Giuseppe Turani)
  • È diventata sempre più tecnologica e avanzata e la tradizione si è persa. I cambiamenti politici e sociali hanno portato alla perdita della nostra cultura. Mi ricordo le vecchiette di un tempo, sui pianerottoli, che durante il giorno parlavano tra di loro in dialetto. Ora non è più così. (Nanni Svampa)
  • [Negli anni cinquanta] È la Milano dei ricordi, dei navigli, del duomo, dei "marmorin" come si dice in milanese, i creduloni che credevano che le lucciole andassero con le pile, una Milano fatta di buonismo, più romantica. Le donne in chiesa entravano a sinistra, gli uomini a destra. (Luciano Lutring)
  • È la nostra seconda mamma. Anche se a Milano non ci sono più i negozi di una volta, quelli dove compravo le pipe per mio padre o le meringhe per mia madre. Adesso ci sono i negozi della Tim. Ma io non ci posso andare perché al presidente del Consiglio è vietato avere il telefonino perché sono controllato da tutte le procure d’Italia. Sono tornato a scrivere lettere d’amore. (Silvio Berlusconi)
  • È una città che, quando la pioggia la lava, si sporca. (Giuseppe Genna)
  • Gli anni cinquanta sono quelli della ricostruzione e dell'espansione. Io ricordo il centro di Milano, piazza San Babila, piazza Missori, che venivano sventrate e rifatte, si raddrizzavano strade, si cancellavano piazze, magari anche chiese, per metterci il vetro, il cemento, il marmo, l'alluminio. [...] L'architettura minore, quella che da il tono a una città, rendendola diversa, unica, veniva sostituita da quell'edilizia anonima, brutta, uniforme, che più di tutti ha sfigurato Milano. (Antonio Cederna)
  • Ho trovato persone con la mia stessa mentalità, persone che hanno fame, fame di diventare qualcuno, fame di avere una stabilità economica che ti permetta di non arrivare a fine mese con l'acqua alla gola. Fame di voler essere una persona completa senza dipendere da nessuno. [...] Milano è una città così veloce che la gente non ti calcola proprio. Non hanno il tempo di darti fastidio perché stanno facendo troppe cose. (BigMama)
  • Ho un amico romano che s'è trasferito a Milano, e soffre. Qui, dice, sono gay anche gli etero. (Guia Soncini)
  • I milanesi decisero di non fumare più per colpire duramente le finanze austriache. Poi presero di mira le cantanti e le ballerine austriache, come con la bellissima Fanny Elssler, costretta a lasciare il palco della Scala, subissata dai fischi. Come siamo lontani dalle modalità sanguinose del terrorismo di oggi. Furono quelli i primi segnali organizzati dei patrioti che poi sfociarono nelle cinque giornate di Milano. (Aldo Forbice)
  • I milanesi son tremendi a scippare cose, soprattutto a Torino. (Maria Sole Agnelli)
  • I milanesi sono l'unico popolo che io conosca che ha perso il senso della propria provenienza. Non hanno più un rapporto di identità culturale con le proprie istituzioni. Il pubblico milanese è bonario, critica poco e se mai non consuma. Gli si può dare foie gras per due anni e se poi si passa alla buseca non è che quelli dicano vogliamo il foie gras; mangiano meno buseca e se ne vanno. Son così i milanesi. (Philippe Daverio)
  • I milanesi sono produttivi, con una profonda visione etica del lavoro, un forte senso della giustizia sociale, della trasmissione del benessere alle generazioni future e con un rispetto totale della civiltà, dei diritti, della tolleranza e della solidarietà. (Umberto Veronesi)
  • I nuovi grattacieli non sono tutti belli, ma sono il simbolo palpabile di un'energia che tocca la città nel suo insieme, ed è stata il motore di un nuovo civismo. Sono le vie attorno ai grattacieli a essersi riempite, è rasoterra, non solo ai piani alti, che la città pulsa di nuova vita. [...] Là dove c'era l'erba verde, c'è una città: appunto, una città. E l'erba, dalle parti del Verziere (non lontano da via Cristoforo Gluck) non era per niente verde. Era color nafta. (Michele Serra)
  • I problemi di Milano sono di proporzioni nazionali perché discendono direttamente da scelte economiche e politiche che vengono compiute a Roma. (Aldo Aniasi)
  • Il freddo arriva a Milano dalle Alpi e passa sotto l'Arco della Pace come Napoleone; oppure viene dal Po radendo la via Emilia e la strada pavese: è vento, è corsa fino alle porte della città (Casalpusterlengo, Binasco, Busto Arsizio); poi si riassetta, si impettisce ed entra col passo di parata e con la grande uniforme. Si annette Milano, la presidia.
    Sta addossato ai muri la notte e l'indomani riprende i suoi lentissimi andirivieni di piantone, di sentinella, di sgherro. (Giuseppe Marotta)
  • Io non posso non ricordare la Milano dell'immediato dopoguerra, quando si andava a teatro quasi ogni sera, si fischiava e si applaudiva non a comando e la domenica mattina si parlava di teatro. (Piero Mazzarella)
  • Io resto convinto che Roma sia la più avanzata capitale del Nord Africa. Milano una delle capitali più avanzate dell'Europa. (Giovanni Fava)
  • L'alba; ma già dalla strada (via Vitruvio, a due passi dal corso Buenos Aires) viene un leggero brusio. L'intermittente e sommesso dialogo, fate conto, del sacrestano e della beghina fra due colonne di marmo o d'ombra. Milano è tagliata con l'accetta nei più concreti elementi; eppure ha le sue rare, fuggevoli trasfigurazioni. Vedrei, se m'affacciassi, una via Vitruvio sconosciuta, azzurrognola, punteggiata di nebbia sfioccante; l'agonia dei globi elettrici e le effimere stelle di un velocissimo trolley mi commuoverebbero, forse. (Giuseppe Marotta)
  • La bonomia milanese è celebre quanto l'avarizia genovese. (Stendhal)
  • [Nel 1995] La città di Milano si è rimessa in moto. Milano non è malata. Sconfitto e malato è chi per troppo tempo si è arrogato il diritto di essere interprete della società civile e che oggi non vuole cedere la rendita di posizione. (Marco Formentini)
  • La città è cambiata. Lascia perdere il romanticismo delle case di ringhiera, che di romantico non avevano un cazzo, specie quando dovevi andare a pisciare fuori, in inverno. Io sono vent'anni che non vivo più a Milano perché non la sopportavo già più. È una città piena di maleducati, che parcheggiano dove capita, che non hanno rispetto per nessuno. Poi la sporcizia, i grattacieli dove vanno ad abitare quelli pieni di soldi. Si è snaturata, ha perso le sue radici. Certo, dirai, la globalizzazione e via discorrendo. Ma è ovvio che non si possa mantenere l'identità in una capitale economica come Milano. (Nanni Svampa)
  • La cosa che mi ha colpito di più di Milano fin dalla prima volta, quella che per me rappresenta un po' l'immagine di Milano, è la nebbia. Per me Milano è la città della nebbia perché in autunno ho visto questa nebbia incredibilmente fitta, un tipo di nebbia che in Giappone non avevo mai visto, e l'ho trovata splendida, bellissima. (Banana Yoshimoto)
  • La gente guarda Milano e pensa: il lavoro, la moda, la Bocconi. Io qua vedo solo soldi sporchi. So' i soldi sporchi che tengono insieme i mattoni di questa città. 'na mazzetta e 'na mano a tia. È un virus, capisci? (1992)
  • [Nel periodo di Tangentopoli] La magistratura deve andare fino in fondo in tutta Italia. Si capirà così che Milano è la città più pulita d'Italia. (Bobo Craxi)
  • La mia città mi piace sempre. Milano non va mai in crisi, perché a Milano c’è tutto: la moda, l’editoria, la finanza... Gli intelligentoni vanno all’estero, tornano e sentenziano: Milano non è New York, non è Parigi. Bella scoperta! Neppure l’Italia è l’America. (Fedele Confalonieri)
  • Lascia pure che il mondo parli, | ma Milano è una gran Milano | Porta Cicca [Ticinese] e la Bovisa | che dintorni proprio sani | e la nebbia che bellezza, | la va giù per i polmoni.
Lassa pur ch'el mond el disa, | ma Milan l'è un gran Milan | Pòrta Cicca e la Bovisa | che d'intorni pròpi san | e la nebbia che bellezza, | la va giò per i polmon. (Giovanni D'Anzi)
  • Le milanesi non hanno anima razzista. Forse un po' bigotta. (Afef Jnifen)
  • L'unico luogo che forse potrei scambiare con Napoli è Milano, l'altra grande metropoli italiana. (Toni Servillo)
  • Ma, dico, se i milanesi, a Milano, quando c'è la nebbia, non vedono, come si fa a vedere che c'è la nebbia a Milano? (Totò, Peppino e... la malafemmina)
  • Milano a differenza di altre città ha costruito cose che durano, ha costruito dei muri. Ma i muri non servono a niente se non hanno dei contenuti vivi. Non dico che dobbiamo farci da parte, ma che è venuto il momento di dare sempre più spazio, di creare le condizioni perché ci sia questo passaggio. Bisogna sapere cambiare perché nel cambiamento c'è la vitalità. È ciò che penso di Milano. Saprà cambiare, saprà dare spazio a chi si era spaventato dal ritmo della città ed era stato escluso, uno scrittore che non riusciva a pubblicare, un musicista che componeva la sua bella musica, un ragazzo che non si sentiva partecipe. Milano ha bisogno che io reagisca e che la si aiuti. Ma mentre dico queste parole avverto ancora una volta un atto d'arroganza. Non è Milano che ha bisogno di noi. Siamo noi che abbiamo bisogno di Milano. (Andrée Ruth Shammah)
  • Milano da bere, Milano da pere, amori interinali, poliziotti di quartiere. (Le luci della centrale elettrica)
  • Milano di oggi non è certo un luogo dove si sostiene la cultura. E neanche il resto, date le condizioni di degrado ambientale in cui versa. Peccato, meriterebbe ben di più. (Claudio Abbado)
  • [Sulla città ideale] Milano, dove sono nata e dove ho cominciato a lavorare, negli anni '70: era vitale, meravigliosa, piena di incontri culturali e di scambi. Paradossalmente, mi piace anche l'odore. (Angela Finocchiaro)
  • Milano è "bilanciocentrica", la cultura e l'attenzione per il sociale non esistono. Ma confidiamo nei suoi eroi e nei loro maglioncini magici per risolvere la situazione: un esercito di Ferocissimi Bloggettari Anonimi contro il sistema, ma solo dopo l'aperitivo. (Manuel Agnelli)
  • Milano è diventata una città europea e come tutte le città europee ha nel suo interno anche delle componenti di intolleranza e quindi anche un po' di razzismo. (Paolo Pillitteri)
  • Milano è sempre stata molto distante dai problemi della vita quotidiana, mi sembra abbia un rapporto abbastanza distaccato rispetto a quelle che sono le esigenze della nostra terra. È come se ci fossero molte persone che vivono fuori dalla realtà di tutti i giorni. (Attilio Fontana)
  • Milano è sicuramente Capitale economica d’Italia. Non è nostra volontà mettere in discussione il suo ruolo di leadership e non è nostra intenzione mettere in discussione i ruoli delle altre città italiane. (Gianni Alemanno)
  • Milano è un enorme conglomerato di eremiti. (Eugenio Montale)
  • Milano è una città che amo, ma che allo stesso tempo può opprimere. Tutti fanno qualche cosa e se tu non sei operativo quanto gli altri ti senti in colpa. (Joan Thiele)
  • Milano è una città dove stai per lavorare. Certo, è una città produttiva, però mi mette l'ansia pensare di viverci da grande. Troppi, troppi input che non mi servono. (Elodie)
  • Milano è una corsia di un ospedale. (Calcutta)
  • Milano ha delle zone belle, è bella con la nebbia, è un po' una donna con la veletta. (Ornella Vanoni)
  • Milano non è più il centro nevralgico del jazz italiano di una volta. Eppure ci sono tanti musicisti che vengono da qui: ci vorrebbe più iniziativa da parte delle istituzioni, non dico più soldi, ma almeno la capacità di spenderli meglio. (Stefano Bollani)
  • Milano non è una bella città. Perché non è curata, è caotica, non ha armonia. E pensare che era bellissima, una delle più belle città d'Italia. [«Quando è diventata "brutta"?»] Dagli anni '30 del 900. La bruttezza è frutto di un misto di grettezza e avidità. È l'avidità che ha fatto coprire i Navigli, demolire le mura spagnole, sfasciare le periferie. Milano è stata ed è terra di scorrerie per gli avidi, che messi insieme non producono niente di bello. (Philippe Daverio)
  • Milano non piace quasi a nessuno di quelli che ci vivono. Non amano il ritmo che li spinge sempre di corsa. Hanno problemi di stomaco per i panini alla piastra e i piattini di verdura. Non sopportano la puzza di piscio dei sottopassaggi, l'odore del vomito dei tossici, il lastricato di preservativi nelle viuzze, la moquette di cacche di cane. Sognano il verde e trovano solo qualche albero morente e i parchi strapieni di polizia pronta a dirti che non sta bene sedersi sulla poca erba a farti i cavoli tuoi. Sono disorientati dalla mancanza di punti di ritrovo, dalle poche piazze senza panchine, dagli stili architettonici accrocchiati, dalle case a forma di cubo, di ananas, di pigna, di finto rococò e finto gotico. Non capiscono che Milano non è una città, ma un grumo di lava che ha subito tutte le Furie. Che è sterile, come il deserto, e per starci bisogna essere attrezzati. Che non è adatta ai dilettanti. Per questo la amo. (Sandrone Dazieri)
  • Milano, ormai è chiaro, è il mio Canada il paese straniero dove vorrei andare illudendomi forse di evadere le grane italiane. Bisognerebbe andarsene dall'Italia. (Michele Valori)
  • Milano sta vivendo un momento di oscurantismo, ma ne verrà fuori. Ci impiega poco a tornare grande: deve solo liberarsi dei politici che non capiscono la cultura ambrosiana o che l'hanno ripudiata. (Antonio Mazzi)
  • Milano. Vivo in una città occupata da gente occupatissima. Camminano tutti svelti, guardano le donne solo dopo le nove di sera. Questa città si sveglia ogni giorno un minuto prima. Sta già vivendo il gennaio del 1965. Qui gli uomini di affari ti dicono le cose delicate in automobile, su quattro ruote che girano a cento all'ora, coi paracarri che passano veloci. I paracarri non hanno orecchi. In questa città la gente viene a sapere che è primavera dai manifesti: "È primavera, cambiate l'olio al motore." È l'unica città in cui ho sentito tossire gli uccellini. (Marcello Marchesi)
  • Negli anni in cui l'ho frequentata, Milano mi ha conquistata, ogni volta di più. Perché è veloce e io sono veloce, mi piace che la gente abbia un obiettivo da rincorrere. E poi, per quanto veloce, è una città italiana e quindi è un paesino, dove incontri l'amico che ti conosce. (Levante)
  • Non è mai facile fare il sindaco, ma a Milano, come capita nelle aziende, le dimensioni complicano le cose e rendono più difficile tutto. (Aldo Aniasi)
  • Penso che Milano sia l'unica città italiana veramente internazionale, l'unica metropoli di questo paese. Ma è molto facile sparirci dentro. Forse, come molti milanesi, non so vedermi altrove, e questo non è particolarmente positivo. (Franz Krauspenhaar)
  • Per Milano provo un attaccamento morboso. Qui ho ricevuto molto di più di quello che ho dato. (Umberto Smaila)
  • [...] Quando vogliamo lavorare per Milano, noi lo facciamo non soltanto per la città nostra in quanto milanesi, ma nostra, di tutti noi, in quanto italiani. (Piero Montagnani)
  • Rileggere Bianciardi ora ha un sapore profetico. Con L'integrazione e La vita agra ha saputo mostrare l'anelito di futuro di questa città, qualcosa che Milano ha nel dna; ne ha svelato l'incessante tensione verso l'alto e il limite di questa tensione che pe procedere si dimentica del passato e si innalza nella notte come le Torri di Kiefer. Con qualcosa di bellissimo e decadente al tempo stesso. (Gaia Manzini)
  • Sapessi amore mio come mi piace | partire quando Milano dorme ancora, | vederla sonnecchiare | e accorgermi che è bella | prima che cominci a correre e ad urlare. (Fabio Concato)
  • Se i milanesi tengono alquanto degli spagnuoli, antichi dominatori, nella stima soverchia delle cose proprie e nel far poco caso delle altrui, essi compensano largamente questo piccolo difetto municipale con molte virtù, e specialmente colla sodezza dell'ingegno, la lealtà dell'animo, un ricco tesoro di benevolenza, l'odio del barbaro, il senso vivo e costante della dignità patria. (Vincenzo Gioberti)
  • Se quand'era tempo avessi potuto compiacere ad un mio desiderio, io sarei andato a vivere alcuni anni a Napoli, alcuni a Milano. Queste due città, una per la sua grande popolazione, l'altra per molte particolari condizioni, sono da qualche tempo la stanza del pensare filosofico in Italia. Esse furono abitate da quasi tutti i nostri scrittori che s'innalzarono ad una certa elevatezza d'idee, ed abbracciarono una certa estensione di principii. (Giuseppe Bianchetti)
  • Se vuoi andare a 100 all'ora devi stare a Milano. (Dino Meneghin)
  • Sei troppo bella per dirti addio | tu chiami e poi | noi tutti ubbidiamo. (Articolo 31)
  • Sì, Milano è proprio bella, amico mio, e credimi che qualche volta c'è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni, e restare al lavoro. Ma queste seduzioni sono fomite, eccitamento continuo al lavoro, sono l'aria respirabile perché viva la mente; ed il cuore, lungi dal farci torto non serve spesso che a rinvigorirla. Provasi davvero la febbre di fare; in mezzo a cotesta folla briosa, seducente, bella, che ti si aggira attorno, provi il bisogno d'isolarti, assai meglio di come se tu fossi in una solitaria campagna. E la solitudine ti è popolata da tutte le larve affascinanti che ti hanno sorriso per le vie e che son diventate patrimonio della tua mente. (Giovanni Verga)
  • [Con la pandemia di covid-19] Siamo passati da una città che si nutriva della sua stessa luce, conquistata con Expo, a questo deserto che invade, come ci direbbe Stefano Boeri, le sue piazze. Siamo nella Terra desolata di Eliot. (Salvatore Veca)
  • Sono russa, ma vivendo qui ho capito appieno la milanesità fatta di gentilezze silenziose e concrete. C'è una gran voglia di aiutare gli altri. Parlo in base alle mie esperienze. A Parigi o a Londra quando chiedi fanno finta di non capirti. (Natasha Stefanenko)
  • Stringo il culo con mille cazzi intorno: | questo è il clima a Milano, sembra il set di un film porno. (Fabri Fibra).
  • Sul marciapiede era ormai un misto di schifo e lastre di ghiaccio. Erano ventiquattro ore che non nevicava più ma il cielo prometteva bufere scandinave.
    La città non riposava, comunque. Ubriachi di spirito controriformistico i milanesi sfidavano gli dei continuando ad andare al lavoro come fosse una qualsiasi giornata di primavera. (Gianni Biondillo)
  • Tutto il mondo è paese | e siamo d'accordo | ma Milano è una gran Milano [cioè, unica].
Tutt el mond a l'è paes | e semm d'accord | ma Milan l'è on gran Milan. (dalla canzone popolare La Madunina)
  • [Su Milano negli anni novanta] Una Milano non più "da bere", prova adesso a berla che ti intossichi, disastrata, infernale senza stimoli. (Piero Mazzarella)
  • Vorrei che Milano tornasse la città insorta del 1848, piena di virgulti e voglia di cambiamento, una Milano dove l'interesse privato e particolare venisse messo da parte per fare spazio al bene comune. (Antonio Scurati)
  • Un groviglio indistinguibile di strafottenza e disponibilità, aggressività e gentilezza, senso d'impunità e desiderio di giustizia. (Gianni Barbacetto)
  • Una volta girovagavo nei desolati quartieri periferici e vagabondavo lungo i terrapieni delle ferrovie, affascinato dal pittoresco romantico di Porta Ticinese, dei canali. Adesso c'è la metropoli dei grattacieli, la city un po' avveniristica, un po' provinciale: un misto tra il risotto e l'acciaio, che mi diverte. (Alberto Lattuada)
  • Verso la fine della serata è comparso Savarelli, un nostro amico che viene dal nord d'Italia. È innamorato di Milano; è la città del piacere, niente le può esser messo a confronto, per questo. (Stendhal)

Giorgio Armani[modifica]

  • Amo Milano, una città grande e generosa che anche quando trema non si lascia travolgere, che pensa al domani senza fermarsi all’oggi, e che non conosce la parola arrendersi.
  • Dopo la guerra i miei genitori decisero di trasferircisi: avevo 14 anni. Allora rappresentava il futuro, le mille possibilità di cambiamento, la speranza che solo una grande città poteva offrire, anche se malridotta e sconvolta. Perciò ho scelto di costruire qui la mia vita, ancora prima che nascesse il prêt-à-porter. Anzi, ancora prima che nascesse la figura dello stilista.
  • In questi giorni [di pandemia COVID-19] mi è capitato di percorrerne le strade la mattina presto e vederla vuota, senza nessuno. Era bellissima. Anche in un momento simile, la sua eleganza non scompare. Il mio omaggio [dedica della collezione d'alta moda del 2021] celebra questa sua capacità di resistenza.

Enrico Bertolino[modifica]

  • Milano è una città che dà tanto ma chiede tanto. Chi viene da fuori va via con il mal di testa, è come una giostra veloce, ma se ci sali è molto bello.
  • Sono orgogliosamente milanese, finché posso non me ne andrò dal mio quartiere, anche se a Milano non ci si sente più cittadini, partecipi dei progetti ma ci si sente arredo urbano. Non c'è più l'identità di cittadino, la gente non guarda più in là del proprio zerbino.
  • Ultimamente a Milano al posto dei teatri sorgono garage, i negozi chiudono per fare posto agli ipermercati. Siamo considerati come dei maiali, buoni per consumare, è come essere all'ingrasso, spero che un giorno non ci facciano a pezzi.

Fabrizio De André[modifica]

  • A Milano camminano tutti come topi, utilizzando in tempi brevissimi spazi ridottissimi; a Tempio succede l'esatto contrario: abbiamo tutti un passo da grandi distanze e da scarse preoccupazioni; gli spazi sono ancora enormi ed i tempi di realizzazione di molti progetti possono considerarsi addirittura «tempi geologici». Genova, da questo punto di vista, rappresenta un'invidiabile via di mezzo.
  • Genova sta a Milano come grossomodo l'Italia sta alla Germania. Le popolazioni infreddolite hanno sempre fatto di tutto per venire a pisciare nei nostri mari le loro nebbie invernali.
  • Parafrasando Flaubert, si può dire che mentre il Padreterno a Genova ha dato il sole ed il mare, ai milanesi ha lasciato la pioggia perché avessero un argomento di conversazione, poi ci ha ripensato e gli ha dato anche la nebbia, in modo che di argomenti di conversazione ancora oggi ne abbiano due.

Francesco Guccini[modifica]

  • E fuori: Milano muore di malinconia, di sole che tramonta là in periferia, | di auto del ritorno, famiglie, freni e gas di scarico. | Lontano il centro è quasi un altro mondo, | San Siro un urlo che non cogli a fondo, | ti taglia un senso vago di infinito panico. | Spunta un gasometro dietro a muri neri, oziosi vagolano i tuoi pensieri | e in aria il cielo è un qualche cosa viola carico...
  • Poveri bimbi di Milano, coi vestiti comprati all'Upim, | abituati ad un cielo a buchi che vedete sempre più lontano. | Poveri bimbi di Milano, così fragili, così infelici, | che urlate rabbia senza radici con occhi tinti e con niente in mano. | Poveri bimbi di Milano, derubati anche di speranza, | che danzate la vostra danza in quello zoo metropolitano. | Poveri bimbi di Milano, con fazzoletti come giardini, | poveri indiani nella riserva, povere giacche blu questurini...
  • Poveri bimbi di Milano dall'orizzonte sempre coperto, | povera sete di libertà costretta a vivere nel deserto. | Poveri bimbi di Milano dalle musiche come un motore, | col più terribile dei silenzi la solitudine del rumore. | Poveri bimbi di Milano, figli di padri preoccupanti | con un esistere da nano e nella mente sogni giganti. | Poveri bimbi di Milano, numerosi come minuti, | viaggiatori di mete fisse, spettatori sempre seduti...

Maurizio Nichetti[modifica]

  • Abitando a Milano ero abituato al cambiamento senza dover emigrare altrove.
  • Il pregio e il limite è quello di essere una città complicata, eterogenea, ha il pregio di avere culture diverse e problematiche contraddizioni. A Milano ci sono state piazza Fontana, la contestazione, le bombe, è stata anche difficile da vivere, ma tutto accade prima qui. Anche Mani pulite col fenomeno delle denunce è accaduto 25 anni prima di mafia capitale.
  • Milano è piena di tutto. Negli ultimi dieci anni poi ci sono zone fantascientifiche, ma già allora accanto alle case di ringhiera di via Castillia c'erano i palazzoni, era già luogo di grattacieli.
  • Milano era l'isola felice della pubblicità, gli anni 70-80 erano un periodo d'oro, anche un po' esagerati.
  • [Sulla "follia" della città] Non per niente Ladri di biciclette è stato girato a Roma e Miracolo a Milano qui, con i barboni a cavalcioni di scope.

Proverbi italiani[modifica]

  • A Milan anca i morón fan l'uga.[3]
  • Chi volta el cùu a Milan, il volta al pan.[4]
  • Milan può far, Milan può dir, ma non può far dell'acqua vin.
  • Milano la grande, Venezia la ricca, Genova la superba, Bologna la grassa.

Voci correlate[modifica]

Note[modifica]

  1. Chi gira il culo a Milano, lo gira al pane.
  2. Indro Montanelli, Storia di Roma, Rizzoli, 1993, p. 300, ISBN 88-17-11505-3.
  3. A Milano anche i gelsi fanno l'uva. Tanto grandi sono lo spirito d'iniziativa e il talento imprenditoriale dei milanesi.
  4. Chi gira il culo a Milano, lo gira al pane.

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