Boris Nemcov
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Boris Efimovič Nemcov (1959 – 2015), politico russo.
Citazioni di Boris Nemcov
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Putin ha due possibilità: o ammette di non essere il padrone del Paese, oppure continuare nel gioco duro e stringere ancora di più la morsa sull'opposizione.[1]
- La gente è stanca di tante cose. La corruzione è di livello africano. La disparità sociale è un insulto continuo verso i lavoratori. Poi scuola, sanità, pensioni. Un disastro. Se molti arrivano a rimpiangere l'Urss e votano ancora comunista ci sarà un motivo.[1]
- Obama crede nella libertà e nello stato di diritto. Putin nel denaro, negli affari e nel potere.[2]
- Non credo che il presidente [Barack Obama] o il congresso americano possano portare la democrazia in Russia. È nostro compito farlo.[2]
- [Dichiarazione sull'Ucraina del 2005, poi rivelatasi sbagliata] [...] sono sicuro che da qui a cinque anni, il popolo ucraino vivrà meglio di quello russo. Senza avere gas né petrolio. Entro sette anni, l'Ucraina entrerà nell’Unione europea e tutti gli ucraini avranno un passaporto Schengen. E noi li invidieremo.[3]
- [Dopo aver scontato 15 giorni di prigione a causa di una manifestazione svoltasi il 31 dicembre del 2010] Perché mai dovrei lasciare il mio Paese? Amo la Russia. Che se ne vadano ladri e criminali.[3]
- Ogni volta che le telefono, mia madre mi rimprovera: "Quando la smetterai di parlare male di Putin? Guarda che quello ti ammazza!"[4] [in una dichiarazione di poco antecedente al suo assassinio]
- Tre anni fa eravamo un opposizone. Oggi siamo non più che dissidenti.
- Three years ago, we were an opposition. Now we are no more than dissidents.[5]
Intervista sulle elezioni presidenziali in Russia del 2000, La Repubblica, 28 marzo 2000.
- Niente è chiaro sul programma di Putin e ancor meno si sa dei quadri dirigenti, la squadra che vuol mettere in piedi. Io vedo davanti al nuovo presidente troppe biforcazioni per poter stabilire quale direzione prenderà. Da un lato vedo che su di lui si sono fatte più pesanti le pressioni degli "oligarchi". Dall'altro c'è un gruppo di economisti liberali nell'attesa. Quindi la scelta è: o il capitalismo banditesco, coperto di una retorica patriottica, o, nonostante tutto, il mercato europeo.
- La destra ha commesso molti errori. Non possiamo considerare Javlinskij come il candidato della destra. I nostri elettori ormai lo sanno. Qualunque cosa faccia, qualsiasi somma investa nella campagna elettorale, il suo risultato sarà sempre intorno al 5-7 per cento. Piuttosto avremmo noi dovuto trovare un candidato comune, come per esempio Cjubais. Sì, lo so, a prima vista la scelta sembra esotica. Ma io sono stato eletto a Nizhnij Novgorod, so come la pensa la gente nel paese. E posso dire che all'inizio davanti a una proposta del genere i leader politici ed economici provano una certa sorpresa, ma poi ammettono che è ragionevole. Ma noi non abbiamo avuto la forza di promuovere un nostro candidato e questo ha in un certo senso pre definito l'esito delle elezioni.
- Io vivo da molti anni in Russia e ormai non temo più niente. Semplicemente trovo folle votare per una persona che non si sa cosa voglia fare della Russia. Penso che bisognerebbe scegliere il proprio futuro in modo cosciente.
Intervista di Natalie Nougayrède sulla rivoluzione arancione, La Stampa, 28 novembre 2004.
- Le elezioni sono state falsificate. Viktor Yanukovic non sarà mai un presidente legittimo.
- [«Lei come giudica l'atteggiamento di Putin dentro questa crisi?»] La situazione è estremamente negativa, poiché Putin si trova accanto a personaggi come Lukashenko e Milosevic, i soli ad applaudire all'elezione di Yanukovic.
- Il fatto è che la politica seguita da Putin porterà a un deterioramento dei rapporti tra Russia e Ucraina. Gli elettori di Kiev avevano, prima, l'opinione che Putin fosse leale. Ma dopo che ha riconosciuto i risultati ufficiali elettorali, la gente è delusa.
- Le forze democratiche ucraine sono di esempio a quelle russe che sono state schiacciate e sono in crisi. L'esempio ucraino può suggerirci qualcosa.
Intervista di Margherita Belgiojoso, Progetto Russia, n°3, 2008.
- [«Qual è la sua valutazione degli otto anni di presidenza Putin?»] Difficile dirlo in due parole. [...] Credo che questi siano stati otto anni di enormi possibilità per la Russia, possibilità di cui non abbiamo approfittato: abbiamo avuto autoritarismo senza modernizzazione. Da un lato, sono stati anni di grande crescita economica, ma anche di enorme aumento della corruzione. Sono stati anni di degradazione degli istituti democratici, dai tribunali al sistema pensionistico, dall’educazione alla salute e all’esercito. Putin dice che il più grande risultato del suo mandato è stato il raggiungimento della stabilità, ma sono convinto che si tratta piuttosto di stagnazione. E le due cose sono ben diverse.
- [«Perché secondo lei Putin ha preferito come successore Dmitrij Medvedev a Sergej Ivanov?»] Perché Medvedev è legato a doppio filo a Gazprom. E tutto quanto il monopolio energetico russo ha concluso in questi anni è sotto la diretta responsabilità del suo presidente Dmitrij Medvedev. E i cekisti, come tutti sanno, scelgono sempre persone su cui hanno vasto materiale kompromat, ovvero chi è più facilmente ricattabile.
- [«Qual è oggi il rapporto tra centro e periferia?»] Esattamente quello che c’era nell’antica Roma tra cittadini e schiavi. Mosca è la metropoli, e la Russia è la sua colonia. Quando Putin ha iniziato il suo mandato, la distribuzione delle risorse era paritaria. Oggi il 65% va a Mosca e solo il 35% è diretto alla provincia. Inoltre ricordiamo che nel 2000 tutti i governatori erano eletti dal popolo, mentre oggi sono nominati dalla capitale. La loro responsabilità è stata drasticamente ridotta, e oggi anche per le più piccole questioni è necessario contattare Mosca: tutto viene risolto soltanto nella capitale.
- Putin vorrebbe che la Russia fosse un impero, ma la Russia oggi rappresenta circa il 2% del pil mondiale. Gli Stati Uniti contano per il 27%, la Cina per il 15%, l’Europa da sola pesa per più del 25%: che tipo di impero può contare su statistiche del genere?
- La Russia oggi può scegliere di raddoppiare le pensioni, invece di costruire e foraggiare basi militari a Cuba e in Venezuela. La mentalità della nostra gente è che non importa se siamo poveri, l’importante è che ci temano.
- [«Perché la politica liberista in Russia ha fallito?»] Perché l’eredità di trecento anni di schiavitù non è ancora superata. La nostra mentalità è storicamente quella degli schiavi. E poi perché la gente dalla mente più libera e indipendente è stata uccisa dai bolscevichi e da Stalin. L’intera genetica dei russi è cambiata. La Russia non ha sufficiente esperienza di liberismo.
- A Putin piace essere capitalista, ma odia la libertà. Gli piace stare con Silvio Berlusconi in Sardegna, in Francia a sciare sulle Alpi, ma non ama la libertà.
- A Putin sembra che tutti siano nemici, tranne la Cina. Ma la Russia non ha nemici, tranne forse la Cina.
- La verità è che nessuno ha votato per Putin, basta guardare sul sito inguschetiya.ru, dove sono raccolte le firme di chi non ha votato Putin. Sono molti più di quanto le autorità non vogliano farci credere.
Mosca, 2011; tradotto in Francesca Finotto, "Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rapporto Nemcov sulla corruzione nella Russia putiniana [tesi di laurea], Università degli Studi di Padova, anno accademico 2016-2017.
- L'affermazione che in Russia c’è un livello di corruzione come quello africano da tempo non corrisponde totalmente alla realtà. In molti Paesi africani il livello di corruzione è più basso che in Russia. In Egitto centinaia di migliaia di cittadini indignati dalla corruzione del governo Mubarak sono scesi nelle strade delle città e hanno ottenuto le sue dimissioni. Inoltre, in Egitto il livello di corruzione è una volta e mezzo più basso che in Russia, e il Paese, sulla base di questo parametro, si colloca al 98° posto.
- In tutta la sua storia, la Russia non aveva mai conosciuto un tale livello di ladrocinio e concussione. Spesso i difensori di Putin affermano che la corruzione dei "temerari anni Novanta" non era inferiore a quella attuale. Ma i fatti dicono il contrario. Se si fa riferimento ai dati Rosstat sulla quantità di reati legati alla corruzione, allora la dinamica appare evidente: c'è stata una crescita dai 2700 reati del 1990 ai 13.100 del 2009.
- La corruzione in Russia ha smesso di essere un problema, ed è diventata un sistema. Con le sue metastasi ha paralizzato la vita economica e sociale del Paese. Il fatturato annuale della corruzione nel nostro Paese ha raggiunto i 300 miliardi di dollari: questo valore, confrontato con il bilancio annuale russo, costituisce il 25% del PIL.
- Il sistema putiniano è caratterizzato dalla fusione diffusa a tutti i livelli e manifesta tra funzionari e business, dalla partecipazione di parenti, amici e conoscenti all'acquisizione dei fondi pubblici e della proprietà statale, dall'inamovibilità del potere e dalla chiusura del suo sistema di funzionamento.
- La mancanza di controllo parlamentare sul potere esecutivo, moltiplicata per la mancanza di inchieste giornalistiche serie sulla pratica della corruzione, costituisce l'ambiente nutritivo per una corruzione illimitata.
- La corruzione ha corroso e distrutto il sistema di tutela del diritto. La massima priorità di molti capi di polizia è l'arricchimento personale. La lotta al terrore e la sicurezza dei cittadini non rientrano fra le loro priorità.
- La corruzione è rafforzata anche dal fondamentale principio putiniano di governo: "Per gli amici tutto, per gli altri l'abuso". Il rispetto della legge e l'equità non sono un dovere dei funzionari di Putin. Ciò che importa è la lealtà personale. "Se sei leale ruba, se non sei leale andrai in prigione" è un altro principio guida dell'attuale potere.
- Siamo convinti che senza un potere centrale onesto il problema della corruzione non verrà risolto. Il pesce puzza dalla testa. E finché alla testa del Paese ci sarà una cleptocrazia orientata all'arricchimento personale non si riuscirà a risolvere questo problema.
La Repubblica, 7 settembre 2014.
- L'obiettivo di Putin è smembrare l'Ucraina cercando di impedire che entri nella Ue, e soprattutto nella Nato.
- Putin si vendica per la rivoluzione. Il popolo in piazza ha rovesciato il presidente ladro? Lui mostra che cose simili non si possono fare, vuole pervenire una rivoluzione analoga in Russia.
- Putin pensa che l'Occidente sia molto titubante; che l'America abbia problemi in Siria e in Iraq, e che gli europei cercheranno di evitare a ogni costo un contrasto militare. Per cui continuerà, fino a che l'Occidente glielo permette: si fermerebbe solo con una stangata, sanzioni molto più dure o a un'aperta ribellione interna.
Echo Moskvy, 27 febbraio 2015; citato in Memorialitalia.it
- Secondo i sondaggi dell’opinione pubblica, davvero la maggioranza dei cittadini residenti in Crimea voleva stare con la Russia, è la verità. La questione è un’altra. La questione è che non bisogna agire secondo il desiderio di qualcuno, ma secondo la legge, e rispettare gli impegni internazionali. Putin, annettendo la Crimea, ha violato un’infinita quantità di impegni internazionali della Russia. E fondamentale è l’impegno previsto dal memorandum di Budapest.
- Nel 1994 la Russia ha firmato che se l’Ucraina avesse cessato di essere una potenza nucleare, cioè avesse eliminato dal suo territorio le testate nucleari, la Russia si impegnava a rispettare la sua sovranità e integrità territoriale. Occupando la Crimea, Putin di fatto ha cancellato i nostri impegni, ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. Voglio sottolineare: con l’occupazione della Crimea Putin ha violato il sistema internazionale di non-proliferazione delle armi nucleari. È un crimine.
- [Vladimir Putin] ha mentito, dicendo che là non c’erano truppe. Poi ha detto che le truppe c’erano. [...] L’annessione, naturalmente, era iniziata quando Janukovič era ancora presidente dell’Ucraina e si trovava nel territorio dell’Ucraina. Se avete visto la medaglia "Per la liberazione della Crimea", sulla medaglia è impresso: 20 febbraio dell’anno scorso (inizio dell’operazione). Ricordo che Janukovič fuggì da Sebastopoli la notte fra il 22 e il 23 febbraio. È tutto documentato. Cioè Putin cominciò a impadronirsi della Crimea quando Janukovič si trovava ancora in Ucraina ed era presidente. Cioè una cosa assolutamente allucinante.
- Il fatto è che la crisi ha molte sfaccettature. Il motivo principale della crisi è l’aggressione, le sanzioni che l’hanno seguita, l’isolamento che l’ha seguita, il fatto che la Russia è rimasta priva sia di tecnologia avanzata. [...] La Russia non è in grado di estrarre e non estrae gas e petrolio dallo scisto bituminoso, anche se possediamo le maggiori riserve di scisto al mondo (la Russia è il numero uno) proprio perché alla Russia è vietata l’importazione di quelle tecnologie. È vietata l’importazione di tutta l’alta tecnologia. Cioè questo è un colpo terribile per il paese. Non ci sono investimenti, c’è stata una fuga di capitali pari a 150 miliardi, e tutto questo è conseguenza di quella follia chiamata "aggressione contro l’Ucraina". Perciò il motivo della crisi è, naturalmente, la guerra.
- Noi riteniamo che per portare ordine nel paese e superare la crisi, siano indispensabili importantissime riforme politiche, e in particolare: è necessario che si svolgano elezioni oneste con la partecipazione, naturalmente, dell’opposizione, e con l’abolizione della censura; che si ponga fine a questa propaganda assolutamente squallida, falsa, che ha semplicemente addormentato e mangiato il cervello ai russi.
- Quando Putin attacca un paese un tempo amico, naturalmente la patria è in pericolo. [...] Perciò in realtà è una cosa assolutamente realistica: aumentare le spese per la sanità, aumentare le spese per l’istruzione grazie alla riduzione delle spese militari. Io credo che nel complesso tutte queste richieste sono realistiche. Qui non c’è nulla che possa suscitare una reazione del tipo: è impossibile, è fantascienza.
- Naturalmente quando il potere è concentrato nelle mani di una sola persona, e questa persona governa in eterno – tutto finisce in un’assoluta catastrofe, assoluta.
- Quando ero ministro dei combustibili e dell’energia, il petrolio costava 10 dollari – 10! E nei miei sogni erotici sognavo che arrivasse a 20: 20, capite? Ora è a 60, e loro strillano come pazzi che tutto è crollato. Be’, è chiaro, hanno creato uno stato corrotto. È chiaro, una delle cause profonde della crisi è un modello economico estremamente inefficiente. Questo modello è basato sui monopoli, sulle imprese statali, sul dominio della burocrazia – una burocrazia avida, scarsamente professionale, di fatto assolutamente antipatriottica. Cioè proprio a loro si deve la fuga di 150 miliardi dal paese, proprio loro vogliono l’offshorizzazione della Russia, quando si proclamano patrioti e gridano “la Crimea è nostra!” Perciò, naturalmente, con un tale modello economico, basato sull’esportazione di materie prime, sulle imprese statali, la Russia non può andare avanti.
- Il fatto è che la gente non crede che ci sia la reale minaccia di un Majdan, capisce che sono tutte frottole. E capiscono che tutto questo è artificiale, gonfiato e fasullo. E proprio perché è fasullo, dicono: Pagateci per fingere. Siamo disposti a giocare ai vostri giochi squallidi, bugiardi giochi fasulli.
- [Sull'Inno della Federazione Russa] Il nostro paese è fatto in modo che abbiamo diversi simboli, che parlano di diverse cose. Per cui l’inno staliniano da me non lo avrete. Fra parentesi, sono stato uno dei pochi deputati che hanno votato categoricamente contro l’inno staliniano. Non solo, ho perfino organizzato una campagna per raccogliere firme contro l’inno staliniano.
Citazioni su Boris Nemcov
[modifica]- È sempre stato difficile ignorare Boris Nemtsov. Quando entrava in una stanza non si poteva fare a meno di notarlo. Questo studioso di fisica prestato alla politica era intelligente, battagliero, audace. (Christian Caryl)
- Il nostro Parlamento non ha commemorato Nemtsov neppure con un minuto di raccoglimento (ed era membro del governo pochi anni fa) e il nostro Patriarca non ha detto nessuna parola in pubblico sull'assassinio scandaloso (e Nemtsov è stato insignito dalla chiesa alcuni anni fa). Che vergogna. (Ol'ga Aleksandrovna Sedakova)
- [A proposito dell'assassinio] Lo scopo di chi ha commesso questo omicidio era probabilmente spaventare l'opposizione. Un assassinio politico spesso ha invece l'effetto opposto, proprio come è successo in questo caso. Quando la risposta ad una certa attività politica arriva dalle armi, la gente comincia a reagire, a muoversi, a realizzare l'ingiustizia e cominciano le proteste, proprio come è successo a Mosca. (Péter Balázs)
- Per molti russi, l'opposizione di Nemtsov alla guerra in Ucraina ha fatto di lui un traditore, la cui morte è stata giustificata – di fatto, quasi pretesa – da ragioni di necessità nazionale. (Nina Lvovna Chruščёva)
- Per noi ucraini, Boris resterà per sempre un patriota della Russia e un amico dell'Ucraina. Nella sua vita ha dimostrato che sono due cose compatibili, basta solo volerlo. (Petro Oleksijovyč Porošenko)
- Dal mio punto di vista, la pista di sangue che parte dal luogo della morte del mio compagno, conduce direttamente all'ufficio del leader della Cecenia: Ramzan Kadyrov. L'uomo che, secondo la versione delle indagini, ha premuto il grilletto, era comandante deputato del battaglione Nord, stabilito e strettamente controllato dal leader della Cecenia. Mi è difficile immaginare che abbia agito in maniera indipendente, senza istruzioni da parte della leadership.
- Io credo sinceramente che creeremo un paese europeo moderno in Russia, qualcosa che Nemtsov sognava e per cui ha dato la vita.
- L'assassinio di Boris Nemtsov è un atto terroristico. È un atto di dimostrazione politica con lo scopo di intimidire quella parte della società russa che è in disaccordo con la politica di Putin.
- Nemtsov è stato spesso ironico riguardo le lotte del movimento democratico in Russia. Diceva che era una gara per dei posti in prigione. In realtà tutto si è rivelato essere ben più drammatico. Questa è una gara a chi riceve la prima pallottola.
- Nessuno è paragonabile a lui [...]. Ma una delle ragioni per cui non mi sono alzato e non me ne sono andato è che non posso tradire la sua memoria. Ho bisogno di restare.
- Putin ha negato più volte la presenza delle truppe russe nel Donbass e i russi hanno ciecamente creduto alle sue parole. Nemtsov sperava di rivelare la verità alla gente e di raccontargli di come i nostri soldati stiano morendo con i nostri fratelli ucraini. L'inizio di questa guerra è un vero crimine e Nemstov sognava che finisse.
- Boris Nemtsov era un infaticabile militante e uno dei più esperti oppositori del governo di Putin, un ruolo che non era certo l'unico destino per lui possibile. Sindaco di successo a Nižnij Novgorod e abile membro del gabinetto e parlamentare, egli avrebbe potuto condurre una vita confortevole nella verticale del potere come una voce liberale di riforma puramente simbolica. Ma Boris non era fatto per lavorare per il regime di Putin. Aveva dei principi, eccome se ne aveva, e non poteva sopportare di vedere il nostro paese ripiombare negli abissi del totalitarismo.
- La tragica ironia è che lui non voleva vedere un'altra rivoluzione. Tra i due ero io il radicale e continuavo a dirgli: "È tutto inutile, le elezioni, le piccole cose: non cambieranno questo regime con il voto. Ci sarà bisogno del sangue".
- Se [i leaders occidentali] desideranno realmente onorare il mio impavido amico, allora dovranno dichiarare nei termini più netti che la Russia verrà trattata come il regime canaglia che è fino a quando Putin resterà al potere. Annullare la finta dei negoziati. Vendere armi all'Ucraina, che comporterebbe un prezzo politico insostenibile per l'aggressione di Putin. Dire a ogni oligarca russo che non vi sarà luogo sicuro per il suo denaro in Occidente finché egli continuerà a servire questo presidente.
- Boris era uno dei politici più scomodi per il Cremlino, uno dei pochi che condannava la corruzione di Putin e del suo circolo ristretto.
- L'assassinio di Nemcov fu un duro colpo per tutti e molti si spaventarono. Persino Yulia, che è una persona incredibilmente coraggiosa, in seguito mi disse di essersi sentita molto a disagio, quella notte, a casa da sola con i ragazzi. Aveva pensato: «Quindi è cominciata? Adesso uccidono gli oppositori? Faranno irruzione armati qui da noi?». Conoscevo Boris e rimasi inorridito come tutti, ma nemmeno in quel momento pensai che la mia vita fosse più a rischio di prima.
- Non dimenticherò mai una conversazione che ebbi con Boris Nemcov dieci giorni prima che venisse assassinato. Eravamo in tre: Nemcov, un suo collega e io. Nemcov mi spiegò che ero in pericolo, che il Cremlino avrebbe potuto uccidermi perché ero un battitore libero, mentre lui era invulnerabile, perché si muoveva all'interno del sistema: era stato vice primo ministro e, soprattutto, conosceva Putin personalmente e aveva lavorato con lui per anni. Tre giorni più tardi venni arrestato e appena una settimana dopo Nemcov cadde sotto colpi d'arma da fuoco a duecento metri dal Cremlino. A quel punto capii che tutte le discussioni su chi fosse in pericolo o al sicuro non avevano senso. Non possiamo sapere cosa accadrà. Là fuori c'è un pazzo di nome Vladimir Putin e, quando gli salta il ticchio, scrive un nome su un biglietto e ordina: «Uccidetelo».
- Ritengo che Nemtsov sia stato ucciso dai servizi segreti o da un'organizzazione pro-governativa su ordine delle autorità politiche del Paese (incluso Putin). Queste organizzazioni si creano direttamente nelle riunioni del Cremlino e non come reazione a una richiesta non bene articolata.
- Gli hanno sparato ripetutamente alla schiena a circa un centinaio di metri dai muri del Cremlino, una delle zone più sorvegliate al mondo. Secondo la versione ufficiale, un camion della spazzatura ha oscurato le telecamere di sorveglianza del Cremlino, impedendo che il sicario o i sicari venissero ripresi. I lettori attenti lo avranno già capito, ma a scanso di equivoci: la versione ufficiale è solo un mucchio di sciocchezze. In quarant'anni e passa di esperienza come giornalista, in nessun altro posto sono stato fermato dagli ufficiali della polizia così di frequente come fuori dal Cremlino. Non puoi spostarsi di quattro metri senza che un poliziotto ti chieda di mostrargli il passaporto. La storia secondo cui Nemtsov è stato assassinato senza che le telecamere del Cremlino riprendessero prove fondamentali è assurda.
- Nemtsov era un uomo straordinario, il più amabile, divertente e umano che abbia mai incontrato in Russia. Il suo brutale assassinio mi fece cadere in una profonda depressione.
- Telegenico, carismatico, aperto al mondo e onesto, Nemtsov fu, per un certo periodo, l'erede designato di Eltsin. Il fatto che questo non sia mai accaduto fa parte del tragico declino e della caduta della Russia.
Note
[modifica]- ↑ a b Citato in L'ex vice di Eltsin esulta. Per lui è l'inizio della fine, La Repubblica, 5 dicembre 2011.
- ↑ a b Citazione del novembre 2010. Citato in Christian Caryl, Foreign Policy; tradotto in La carriera di un liberale, Internazionale, n. 1092, 6 marzo 2015, p. 22.
- ↑ a b Citato in Alfredo Ranavolo, Nemtsov: da icona della fase liberale russa a fiero oppositore, Euronews.com, 2 marzo 2015.
- ↑ Citato in Gwynne Dyer, La paranoia uccide, Internazionale.it, 2 marzo 2015.
- ↑ (EN) Citato in Russia: Left out in the cold, Financial Times.com, 26 febbraio 2015.
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