Serie A 2015-2016

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Gianluigi Buffon, capitano della Juventus campione d'Italia 2015-2016.

Citazioni sul campionato italiano di Serie A 2015-2016.

  • Alla rimonta non ci credeva nessuno quella sera umida del 29 ottobre 2015. In macchina verso Milano, dopo la sconfitta con il Sassuolo a Reggio Emilia, ero senza parole. Com'era possibile che la squadra che solo pochi mesi prima, nella sfortunata finale di Berlino, aveva conteso al Barcellona la Champions League potesse prendere sberle dal piccolo Sassuolo? Una partita sbagliata ci poteva stare, naturalmente, perché i calciatori non sono dei robot programmati per vincere, ma quella era già la decima giornata di campionato e la Juventus le aveva buscate anche da Udinese, in casa, e da Roma e Napoli. E aveva pareggiato, sempre in casa, con Chievo e Frosinone, non con il Real Madrid, e poi fuori con l'Inter, vincendone soltanto due, con Genoa e Bologna. Nove maledetti punti in dieci giornate, e un posto nella metà bassa della classifica. Se ne erano andati Vidal, Pirlo e Tevez, d'accordo, erano arrivati dieci nuovi calciatori e un paio di quelli fondamentali al momento erano infortunati, Marchisio, Khedira e poi si è scoperto che anche il guerriero Mandzukic giocava con un'infezione debilitante, però una Juve che iniziava il campionato così male non si era mai vista. Di quel silenzioso viaggio di ritorno da Reggio Emilia, ricordo solo che avrei voluto trovare una scusa per dire all'amico che mi aveva trovato i biglietti per la partita successiva che no, tre giorni dopo il Sassuolo non me la sentivo di andare allo Stadium a vedere il derby con il Torino. Il campionato ormai era finito, anzi nemmeno cominciato, i tifosi delle altre squadre cantavano a turno di salutare la capolista e i maniaci delle statistiche spiegavano che sarebbe stato addirittura impossibile qualificarsi per la Champions. Ma nessuno aveva fatto i conti con la Juventus, una squadra ferita che evidentemente viveva il motto #finoallafine come una filosofia sportiva e non come una campagna di marketing. E così, tre giorni dopo, il 31 ottobre, è iniziata la più improbabile rimonta mai vista nella storia calcistica moderna. (Christian Rocca)
  • È lo scudetto più bello della rinascita post-Calciopoli? Ogni tifoso può avere la propria risposta: è ragionevole pensare che il primo di Conte, proprio per aver riportato la Juve là dove era prima del dramma, abbia avuto un sapore fortissimo; è altrettanto comprensibile che lo scudetto "over 100", nella sua sostanziale irripetibilità, abbia rappresentato qualcosa di speciale. Però giornalisticamente e statisticamente, questo quinto della serie è davvero il più incredibile, che ha smentito un secolo di statistiche: nessuno, nella storia era risalito dal baratro in cui era sprofondata la Juve d'inizio stagione; nessuno aveva mai infilato la stratosferica serie di 24 vittorie su 25 seguita a quell'avvio infelice; nessuno, nemmeno il grande Zoff, aveva saputo chiudere la sua porta tanto a lungo quanto il Buffon di questo campionato. Se è l'ombra ad esaltare la luce, se il piacere è più intenso se figlio di sofferenza, questo scudetto figlio della crisi iniziale, dovrebbe rappresentare una gioia abbagliante. E il semplice fatto di averci creduto nel pieno delle difficoltà (il famoso "editto di Sassuolo", con Buffon a strapazzare i giovani colleghi per pretendere una reazione da Juve) è già stato qualcosa di eccezionale. A ribadire che le grandi squadre hanno bisogno di un leader di spogliatoio che incarni lo spirito della maglia: e, visto che siamo in Italia, se è italiano, meglio. Se è Buffon, è il massimo. (Massimo De Luca)
  • Siamo la Juventus, non molliamo niente. [...] Questa è la filosofia che abbiamo seguito anche durante la rimonta: pensare a vincere partita dopo partita. [...] A ottobre è chiaro che qualche dubbio lo avevamo, dopo un inizio molto difficile. Ma poi ci siamo parlati, ci siamo ripresi, sapevamo di essere forti. A dicembre, guardando la classifica abbiamo capito che la vittoria finale era tornata fattibile [...] in particolare dopo aver vinto a Milano e a Firenze: a quel punto eravamo ottimisti. (Stephan Lichtsteiner)

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