Risorgimento: differenze tra le versioni

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[[File:Protagonistes de l'unité de l'Italie.jpg|thumb|I protagonisti dell'unità d'Italia]]
Citazioni sul '''Risorgimento'''.
Citazioni sul '''Risorgimento'''.

==Citazioni==
==Citazioni==
*È un grave torto credere che il movimento unitario sia partito dalla coscienza popolare: è stata la conseguenza dei bisogni nuovi delle classi medie più colte; ed è stato più che altro la conseguenza di una grande tradizione artistica e letteraria. ([[Francesco Saverio Nitti]])
*È un grave torto credere che il movimento unitario sia partito dalla coscienza popolare: è stata la conseguenza dei bisogni nuovi delle classi medie più colte; ed è stato più che altro la conseguenza di una grande tradizione artistica e letteraria. ([[Francesco Saverio Nitti]])

Versione delle 14:20, 29 mag 2020

I protagonisti dell'unità d'Italia

Citazioni sul Risorgimento.

Citazioni

  • È un grave torto credere che il movimento unitario sia partito dalla coscienza popolare: è stata la conseguenza dei bisogni nuovi delle classi medie più colte; ed è stato più che altro la conseguenza di una grande tradizione artistica e letteraria. (Francesco Saverio Nitti)
  • I nomi del Risorgimento sono vivi, sono dentro di noi, ci appartengono. Ovunque vada, in questo lungo viaggio in Italia, mi rendo conto che gli italiani sono sempre orgogliosi della loro storia. Quando sono a Torino, a Milano, e non soltanto, mi muovo con emozione per le strade che ricordano i nomi degli uomini che hanno fatto l'Italia, i re e i primi ministri, ma anche i Cattaneo e i Mazzini. Il Risorgimento lo porto nel cuore. E sono convinto che non sia un sentimento soltanto mio, che gli italiani lo sentano quanto me. (Carlo Azeglio Ciampi)
  • Il risorgimento italiano è il fatto più glorioso e consolante dell'epoca moderna. L'Italia è sempre la prediletta figliuola della Provvidenza; quando tutti la credevano morta o per lo meno immersa in profondo letargo, la voce di Dio la chiamò a nuova vita, la fece sorgere a grandi ed immortali destini. La sventurata dormiva ma si è risvegliata: era morta, come dicevano i suoi calunniatori, ma oggi è risuscitata. Il dito di Dio operò visibilmente tanto portento: stolto chi non lo vede, empio chi non ci crede! (Giuseppe Massari)
  • Il Risorgimento, fin dal 1848, dopo il breve e strumentale entusiasmo per il "Papa liberale", fu anche anticlericale e anticattolico. (Massimo De Leonardis)
  • Il risorgimento italiano, specialmente sul primo apparire, fu risorgimento europeo; e, per rispetto alla filosofia, l'Italia tiene lo stesso luogo di Alessandria, dove s'incrociarono le diverse, e talvolta opposte direzioni dell'umano pensiero. Sbaglierebbe assai chi credesse il nostro risorgimento un semplice ritorno alle idee antiche: prima perché la storia non si ripete mai, e poi perché sul vecchio tronco italogreco s'innesta tralcio novello, il pensiero germanico. (Francesco Fiorentino)
  • Il Risorgimento è un fenomeno tipicamente massonico. (Angela Pellicciari)
  • La Rivoluzione d'ottobre [rivoluzione fascista dell'ottobre 1922] non può e non deve ripetere gli errori del Risorgimento, finito in malo modo nel compromesso antirivoluzionario del Settanta, che preparò il ritorno al potere attraverso il liberalismo, la democrazia, il socialismo, di quegli elementi borbonici, granducali, austriacanti, papalini che avevano sempre combattuto e bestemmiato l'idea e gli eroi del Risorgimento. È necessario che il Fascismo prosegua senza esitazioni il suo fatale cammino rivoluzionario. (Curzio Malaparte)
  • L'Italia è nata dal pensiero di pochi intellettuali: il Risorgimento, unico episodio della nostra storia politica, è stato lo sforzo di altre minoranze per restituire all'Europa un popolo di africani e levantini. (Giaime Pintor)
  • Nelle Osservazioni semiserie di un esule in Inghilterra (1827), dove spira un'aura tra barettiana e liberaleggiante (per interderci, alla Constant del Commentaire al Filangeri), mi sono imbattuto in una frasetta incantevole. Il buon Pecchio descrive un suo innocente tête-à-tête con una bella fanciulla, e nota: «Passammo vicino a un antico campo romano. Si vedono ancora i rialzi di terra dentro cui que' conquistatori del mondo chiudevano le loro legioni. Ella mi fece da Cicerone, e per vero eccesso di cortesia mi parlava de' romani quasi fossero gli antenati degli italiani». Poffardelmondo! Uno dei buoni precursori del nostro Risorgimento, uno di coloro che lavoravano a una Italia ordinata, rispettata e civile, pigliava così sottogamba i romani! O per meglio dire, non gli passava pel capo di rivendicarli come genitori, per svillaneggiare il paese che l'ospitava; né credeva corresse pei suoi lombi sangue quirite, come tanti coglioni ammaestrati ognidì si sentono. Ho già raccolto qualche altro centro dell'antiromanità del Risorgimento, ma questo mi pare curioso. (Arrigo Cajumi)
  • Per Mazzini, il valore primo del Risorgimento era l'unità italiana; per i moderati l'indipendenza dei vari Stati dalle interferenze straniere, per Carlo Cattaneo e Giuseppe Ferrari, invece, nella loro gerarchia dei valori politici, le libertà individuali avevano la priorità. (Denis Mack Smith)

Valerio Evangelisti

  • Chi guarda, oggi, effigi di uomini baffuti e barbuti che, in pose plastiche, puntano la baionetta o, se di rango, fissano da cavallo un destino lontano? Questi simulacri ci circondano quotidianamente, eppure non li vediamo nemmeno. Il Risorgimento ha subito la stessa sorte. È onnipresente, eppure non esiste. Non ci dà né stimoli né riflessioni.
  • Il Risorgimento è divenuto tanto "ufficiale" da non esistere nemmeno, se non in un'iconografia tanto onnipresente quanto neutra, fatta di statue e di cimeli. Cose di pietra e di metallo, insomma. Inesorabilmente fredde come soprammobili cui non si fa più caso, tanto sono abituali.
  • Solo gli scrittori potrebbero rianimare il Risorgimento, e farlo uscire dal sacello, simile alla ghiacciaia di un frigorifero, in cui è rinchiuso. Conservato bene, però freddo freddo.

Aldo Forbice

  • I milanesi decisero di non fumare più per colpire duramente le finanze austriache. Poi presero di mira le cantanti e le ballerine austriache, come con la bellissima Fanny Elssler, costretta a lasciare il palco della Scala, subissata dai fischi. Come siamo lontani dalle modalità sanguinose del terrorismo di oggi. Furono quelli i primi segnali organizzati dei patrioti che poi sfociarono nelle cinque giornate di Milano.
  • Quelle delle cinque giornate fu la prima battaglia di massa di liberazione contro l'occupante straniero: il popolo fu in prima linea, ma anche la borghesia e l'aristocrazia vi parteciparono attivamente.
  • Una rivolta senza capi preordinati, che divise le famiglie, che alimentò, forse per la prima volta, le speranze per liberare l'Italia dai troppi despoti, con l'obiettivo di dar vita a un'unica nazione.

Eugenio Scalfari

  • Gli italiani che parlavano la lingua "nazionale" non superavano il 2 per cento della popolazione. Solo la religione era universalmente diffusa ma insufficiente a promuovere l'idea di nazionalità.
  • I suoi agenti principali furono Foscolo, Manzoni, Berchet, Mameli, Mazzini, Rossini, Verdi. I suoi strumenti politici furono per un verso Cavour e per l'altro Garibaldi.
  • Il Risorgimento italiano è stato un'operazione quasi esclusivamente culturale; gli interessi economici sono sopravvenuti dopo, da soli non avrebbero creato un bel nulla.
  • Quando il Manzoni, definendo la nazione, scriveva Una d'armi di lingua d'altare di memorie di sangue di cor compiva un macroscopico esercizio retorico senza alcun fondamento nella realtà.

Antonio Scurati

  • È quell'idea di libertà politica ad averci dimenticati lungo un binario morto della storia, non siamo noi ad aver dimenticato il Risorgimento. L'eredità del Romanticismo è invece malignamente viva.
  • L'unica stagione epica del nostro immaginario poetico-nazionale a essere la più dimenticata.
  • Se il Risorgimento è dimenticato lo è perché la sua idea guida – la libertà attiva, intesa come libertà di fare e rifare politicamente il mondo in modo tale che si adatti meglio all'esistenza umana – è oggi un'idea morta.
  • Vorrei che Milano tornasse la città insorta del 1848 [cinque giornate di Milano], piena di virgulti e voglia di cambiamento, una Milano dove l'interesse privato e particolare venisse messo da parte per fare spazio al bene comune.

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