Rabindranath Tagore

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Tagore nel 1905 circa
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la letteratura (1913)

Rabindranath Tagore, noto anche con il titolo di Gurudev (1861 – 1941), poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo bengalese.

Citazioni di Rabindranath Tagore[modifica]

  • Al principio della Creazione, | dall'agitarsi dell'Oceano | emersero due donne – | l'una Urwashi, l'impareggiabile Bellezza, la linfa del cielo, | Regina nel regno del Desiderio, | l'altra Lakshmi, la Bontà, | la Madre del Mondo, | la Dea incoronata nel Cielo. | Urwashi, riempiendo la coppa | col vino dell'impetuosa primavera, | ruba i cuori degli uomini, | interrompendo la loro meditazione, | e li sparge selvaggiamente | tra i fiori che sbocciano | e canti di insonne giovinezza.[1]
  • «Confida nell'amore | anche se fa soffrire. | Non chiudere il tuo cuore».[2]
  • Gli alberi sono l'estremo sforzo della terra per parlare al cielo.[3]
  • Guardandoti negli occhi | ricordo soltanto di aver visto | il tuo volto in sogno.[4]
  • Il bambino chiama la mamma | e domanda: "Da dove sono venuto? | dove mi hai trovato e raccolto?" | La mamma ascolta, | piange e sorride mentre stringe | al petto il suo bambino: | "Eri un desiderio | dentro il cuore!"[5]
  • L'onda non riesce a prendere | il fiore che galleggia: | quando cerca di raggiungerlo | lo allontana.[4]
  • Lo shivaismo kashmiro è giunto a quelle profondità del pensiero umano dove le varie correnti della sapienza umana sono unite in una sintesi luminosa.[6]
  • Nettare e gioia prendono forma nella Donna, | hanno sollevato inquiete onde per conquistare | il maschio, fiero nel suo isolamento.[7]
  • Quando una religione ha la pretesa di imporre la sua dottrina all'umanità intera, si degrada a tirannia e diventa una forma d'imperialismo.[8]
  • Tanto è facile soffocare, in nome della libertà esteriore, la libertà interiore dell'uomo.[9]

Fogli strappati[modifica]

  • Ho ventisette anni. Questo avvenimento mi s'impone talmente che nient'altro sembra essermi accaduto in questi ultimi tempi. Ma arrivare ai ventisette — è forse cosa di poco conto? — oltrepassare il traguardo dei venti proseguendo verso i trenta — trenta, cioè la maturità — l'età in cui si aspettano piuttosto i frutti che le fresche foglie. (pp. 15-16)
  • Il quieto scorrere d'un battello sul fiume sembra aumentare il patema della separazione, tanto somiglia alla morte: sparisce quello che parte, mentre quelli che restano tornano alla vita d'ogni giorno, asciugandosi gli occhi. Certo, la pena non dura molto e forse svanisce presto, sia in chi parte che in chi resta, perché il dolore è transitorio, mentre l'oblio è permanente. Nondimeno quello che è vero è il dolore, non l'oblio; solo ogni tanto, in caso di separazione o di morte, ci rendiamo anche conto di quanto sia terribile. (p. 31)
  • Un individuo solo e l'infinito sono in termini uguali, degni di guardarsi a vicenda, ognuno dal proprio trono. (p. 39)
  • La comicità manca sia di grazia che di misura, quindi sotto un certo aspetto è affine al sublime. L'elefante è comico, il cammello e la giraffa sono comici, tutto quello che è esageratamente sviluppato, è comico. (p. 40)
  • La luce delle stelle percorre milioni di miglia per raggiungere la terra, ma non può raggiungere i nostri cuori — quanti mai milioni di miglia noi siamo più lontani! (p. 47)
  • Stavo alla finestra del battello, guardando fuori sul fiume, quando vidi all'improvviso un uccello curioso che attraversava l'acqua verso la riva opposta, provocando grande agitazione. Seppi che era un gallo domestico, riuscito a sottrarsi al destino che lo sovrastava nella prigione, saltando fuori bordo, e che ora tentava disperato di salvarsi sull'altra riva. L'aveva quasi raggiunta quando le grinfia dei suoi accaniti persecutori si chiusero su di lui, che fu portato trionfalmente indietro, stretto per il collo. Dissi al cuoco che non volevo mangiare carne a pranzo.
    Bisogna proprio che io rinunci alla carne; noi la mangiamo solo perché non pensiamo quanto ciò sia crudele e colpevole. [...]
    Finché non abbiamo coscienza della nostra crudeltà non possiamo essere biasimati, ma se, dopo il risveglio della nostra pietà, continuiamo a soffocare i nostri sentimenti solo per associarci agli altri nel saccheggiare la vita, allora insultiamo tutto ciò che c'è di buono in noi. Ho deciso così di tentare un'alimentazione vegetariana. (pp. 67-68)
  • Agli indiani la trasmigrazione dell'anima dall'animale all'uomo e viceversa non sembra strana, quindi dai nostri libri sacri non è stata bandita come esagerazione sentimentale la pietà per tutte le creature senzienti.
    Quando mi trovo in diretto contatto con la Natura, in campagna, l'Indiano si risveglia in me e io non posso rimanere freddo e indifferente davanti a tutta la gioia di vivere che batte nel soffice petto, ricoperto di piume, di un solo uccellino. (p. 72)
  • Ogni persona è degna d'un'infinita ricchezza d'amore, la bellezza della sua anima non conosce limiti... (p. 83)

Gitanjali[modifica]

Incipit[modifica]

Tu mi hai fatto senza fine
come hai voluto.
Tu continui a vuotare
questo fragile vaso
e sempre lo riempi di nuova vita.

[Rabindranath Tagore, Gitanjali, Taylor & Francis, 1985.]

Citazioni[modifica]

  • Asprezze e dissonanze della mia vita | si fondono in una dolce armonia | e la mia adorazione stende le sue ali | come un uccello che vola lieto sul mare. (1985)
  • Il bambino adorno di vesti principesche | con al collo monili ingemmati, | perde ogni piacere nel gioco, | la sua veste lo impaccia a ogni passo. | Per paura che si possa stracciare | o che s'imbratti di polvere | si tiene appartato dal mondo | e ha timore persino di muoversi. | Madre, a che vale | tutta questa eleganza | se ci tiene lontani dalla salutare | polvere di questa terra, | se ci priva del diritto d'entrare | nella grande festa del mondo? (2007)
  • Sulla spiaggia di mondi sconfinati s'incontrano i bimbi. L'infinito cielo sta immobile sopra di loro e l'acqua irrequieta rumoreggia. Sulla spiaggia di mondi sconfinati i bimbi s'incontrano con grida e danze.
    Fanno casette di sabbia e si baloccano con vuote conchiglie. Intessono barchette di foglie secche e sorridendo le fan galleggiare sull'immensità del mare. I bimbi giuocano sul lido dei mondi. (1914)
  • Le onde portatrici di morte | cantano ai bambini cantilene senza senso | come fa la madre | quando dondola la culla del suo bimbo. | Il mare gioca con i bambini | e la spiaggia ride luccicando pallidamente. (1985)
  • Che io debba tenere in gran conto il mio io e volgermi da ogni parte, gettando ombre colorate sulla tua radiosità – questo è il tuo maya. (2006)

Il nido dell'amore[modifica]

  • A ridurre una cosa grande in una piccola, non si guadagna nulla. Il desiderio di Dio è il desiderio più grande.
  • Come il fiume si unisce all'oceano, anche noi uniamoci a Dio: così il fiume della nostra esistenza si trasformerà in Lui e noi saremo Dio.
  • Come le note del canto anche la nostra individualità arriverà al successo solo se noi non romperemo l'unità fondamentale.
  • Come la parola è dell'uomo, così il canto è della natura. La parola è chiara e risponde a particolari esigenze; il canto è libero e vibra di innumerevoli domande.
  • Con l'intelligenza percepì l'essenza di Dio, con il cuore il suo amore, attraverso il carattere la sua virtù, e attraverso la fatica il dono di tutto se stesso.
  • Dio è nostro e noi siamo suoi: non esiste verità più grande di questa né tesoro più grande. Nulla ci è più intimamente vicino di Dio!
  • Dio è pace: e vive non dove non esiste moto, ma dove tutti i movimenti contrari s'incontrano nella pace.
  • Dio, infatti, non è soltanto l'oggetto della nostra intelligenza, ma anche nostro intimo amico.
  • Il suono della pioggia è l'unico che può dar voce all'oscurità con parole appropriate.
  • L'esortazione: «Cercate di vedere tutte le cose del mondo immerse in Dio» è rivolta a noi.
  • La natura, quando vuole comunicare con noi, non trovando altro modo, riempie il nostro animo di ritmi e melodie!
  • [Parlando dell'amicizia] La piccola fiamma del fiammifero brilla ora sicura in una grande lampada.
  • La via dell'io attraversa la vita di tutti, il suo bene ed il suo male sono il bene ed il male di ogni uomo.
  • Nell'uomo avviene una doppia nascita: una prima volta nel grembo materno e una seconda volta nella libertà: l'uomo nasce una volta per sé e una volta insieme con gli altri.
  • Nella gioia dell'universo, il canto dell'anima umana è come il tocco del tuo dito sul liuto della pietà, la vibrazione della corda d'oro.
  • Per questo nel nostro Paese [l'India] è stata detta una grande parola: per avere Dio, bisogna accogliere tutti.
  • Per raggiungere la felicità, dovremo unirci alla gioia di Dio.
  • Ritornate alle vostre consuete attività solo dopo esservi inginocchiati ai suoi piedi. Dio versi sul vostro capo la sua benedizione: vi dia pace.
  • Se noi dunque desideriamo incontrare Dio, dobbiamo cercarlo nella cella del nostro cuore.
  • Se riusciremo veramente a comprendere che tutto è intimamente unito in Dio, raggiungeremo la pace e la bellezza!
  • Tutti i nostri poeti hanno affermato che la linfa della contemplazione è un liquido di pace, e la linfa della pace è un liquido di perfezione.

Uccelli migranti[modifica]

Incipit[modifica]

Uccelli migranti d'estate vengono a cantare presso la mia finestra e volan via.
E gialle foglie d'autunno, che non han canti, volteggiano e cadon quivi con un sospiro.

Citazioni[modifica]

  • Se piangete quando vi manca il sole, sentirete pur mancare le stelle. (6)
  • Il riposo sta al lavoro come le palpebre agli occhi. [proporzione] (24)
  • O Bellezza, trova te stessa nell'amore, non nella lusinga dello specchio. (28)
  • Quando il fiume asciuga, non gli si è più grati dell'antica abbondanza. (34)
  • Finita è la mia giornata; ed io somiglio alla barca tirata sul lido e che ascolta nella sera la musicale danza della marea. (55)
  • La vita n'è data in dono; noi la meritiamo offerendola. (56)
  • Ci avviciniamo al grande, solo quando siam grandi in umiltà.[10] (57)
  • Non temer mai gl'istanti – canta la voce dell'eterno. (59)
  • L'ingiustizia non può permettersi sconfitte, ma la giustizia sì. (68)
  • La castità è ricchezza che deriva da esuberanza d'amore. (73)
  • Noi non leggiamo il mondo a dovere e diciam che c'inganna. (75)
  • Ogni bimbo giunge con la novella che Dio non è ancora scoraggiato dell'uomo. (77)
  • L'erba cerca la propria moltitudine nella terra.
    L'albero cerca la sua solitudine nel cielo. (78)
  • L'artista è l'amante della Natura, perciò ne è schiavo e signore. (85)
  • Il fodero è pago d'essere ottuso quando custodisce il taglio della spada. (89)
  • Il potere disse al mondo: "Tu sei mio."
    Il mondo lo tenne prigione [prigioniero] in sul trono.
    L'amore disse al mondo: "Io son tuo."
    E il mondo gli diede il pieno possesso della casa. (93)
  • L'impronta della morte dà valore alla moneta della vita, rendendo possibile di comprar con la vita quanto è veramente prezioso. (99)
  • Riceve insulti il fango ed offre fiori in ricambio. (101)
  • Non v'indugiate a coglier fiori per tenerli in serbo, ma proseguite il cammino, poiché i fiori si serberan freschi da sé lungo tutta la strada. (102)
  • La musica dell'estate lontana aleggia intorno all'autunno cercando il nido primiero. (104)
  • L'uomo s'insinua nella folla chiassosa per soffocare il tumulto del proprio silenzio. (110)
  • La violenza che vanta i suoi misfatti è derisa dalle foglie che cadono ingiallite e dalle nubi che si dileguano. (115)
  • Il sogno è la moglie che deve discorrere.
    Il sonno è il marito che soffre in silenzio. (118)
  • Facile è l'esser franco quando non s'abbia a dire tutta la verità. (128)
  • Se chiudi la porta a tutti gli errori, la verità resta fuori anch'essa. (130)
  • Le radici sotterra non chiedon premi perché rendono fruttiferi i rami. (134)
  • Il tempo è ricchezza negli scambi, ma considerato nella parodia dell'orologio è semplice scambio e non ricchezza. (139)
  • Il Grande cammina col Piccolo senza cruccio.
    – Il Mediocre si tiene a distanza. (156)
  • La tirannide prende per ingratitudine le contorsioni delle sue vittime. (158)
  • Il pensiero si alimenta e cresce delle sue stesse parole. (169)
  • Chi troppo è assorto nel fare il bene non ha tempo per essere buono. (184)
  • Crudeli son gli uomini: l'Uomo è buono.[11] (219)
  • Vegga le spine colui soltanto che ha occhi per vedere la rosa. (230)
  • La luna ha luce per tutto il cielo, macchie nere per se medesima. (234)
  • Non dire: "È mattino," per mandarlo via con un nome dell'ieri. Guardalo come per la prima volta, quasi fosse neonato, bimbo che non ha nome. (235)
  • L'uomo, quando è belva, è peggior della belva. (248)
  • Il falso non può mai assurgere a verità, per quanto cresca in potere. (258)
  • Viviamo davvero nel mondo quando l'amiamo. (279)
  • La verità solleva contro se stessa la tempesta che tutt'intorno diffonde i semi. (293)

Explicit[modifica]

Sia questa l'ultima mia parola che io confido nell'amore Tuo!

Note[modifica]

  1. Da Urvashi, (EN) in A flight of Swans, John Murray, 1955. Citato in Canti e poesie, a cura di Aurobindo Bose, prefazione di Yehudi Menuhin, con uno scritto di Hermann Hesse, traduzione di Giacomo Ottonello, Newton Compton, Grandi tascabili economici, Roma, 1993, pp. 21-22. ISBN 88-7983-020-1
  2. Da Il Giardiniere, XXVII.
  3. Da Lucciole. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  4. a b Da Sfulingo.
  5. Da Nascita; citato in Aa. Vv., Famiglie in mutazione: la famiglia adottiva, FrancoAngeli, Milano, 2008, p. 7. ISBN 978-88-568-0340-2
  6. Kashmir Shaivism has penetrated to that depth of living thought where diverse currents of human wisdom unite in a luminous synthesis. (citato in G.N. Raina The call of the spirit proved irresistible)
  7. Da Donna, in Canti e poesie.
  8. Dal discorso in occasione del centenario di Ramakrishna, Calcutta, marzo 1937; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  9. Da La voce della verità.
  10. Cfr. Henry David Thoreau: «Cresciamo in tutta la statura della nostra umiltà – prima di aspirare a divenire più grandi.»
  11. Cfr. Jonathan Swift: «Principalmente io odio e detesto quell'animale che è chiamato uomo, anche se amo cordialmente John, Peter, Thomas e così via.»

Bibliografia[modifica]

  • Rabindranath Tagore, Canti e poesie, a cura di Aurobindo Bose, traduzione di Giacomo Ottonello, Newton, 1980.
  • Rabindranath Tagore, Fogli strappati: immagini dal Bengala, a cura di Brunilde Neroni, Ugo Guanda Editore, Parma, 1988. ISBN 88-7746-284-1
  • Rabindranath Tagore, Gitanjali, traduzione dall'inglese di Arundel Del Re, Carabba, Lanciano, 1914.
  • Rabindranath Tagore, Gitanjali, Taylor & Francis, 1985.
  • Rabindranath Tagore, Gitanjali, traduzione di Shantena (Augusto Sabbadini), Baldini Castoldi Dalai, 2006.
  • Rabindranath Tagore, Il nido dell'amore. Riflessioni per una vita serena, traduzione di M. Rigon, Paoline, 1998.
  • Rabindranath Tagore, Poesie. Gitanjali - Il Giardiniere, Newton Compton Editori, traduzione di Girolamo Mancuso, 2007.
  • Rabindranath Tagore, Uccelli migranti, traduzione di Eduardo Taglialatela, Carabba, Lanciano, 1918.

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