Luna

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La Luna

Citazioni sulla Luna.

Citazioni[modifica]

  • Aggiorna sulla luna | e a noi suade il sonno | questa faccia distolta dal sole, la campagna | profondata negli oceani. | Per un varco di nubi ancor balena | in poche stelle la vita lasciata: | mentre sugli occhi piombano le ciglia | e suda fresco umore | sulla bocca dei cani muti. (Antonia Pozzi)
  • Andammo sulla Luna come tecnici; tornammo come filantropi. (Edgar Mitchell)
  • Astro supremo del sogno e del mistero, fiaccola destinata a illuminar le notti terrestri, ebbe sempre il fascino di attrarre gli sguardi e i pensieri. Sembra che regnando sull'impero del silenzio, della pace, sia più misterioso, più solitario d'ogni altro: la sua luce bianca e gelida torna sempre a rinnovare la prima impressione: resta nel pensiero come rappresentante la notte stessa. Sin dalle più remote età, gli antichi avevan chiamata sovrana delle notti Diana dalla mezzaluna d'argento, Febea dalle bionde chiome. (Camille Flammarion)
  • [Haiku] Attingo e travaso | limpida luce di luna | dal lavatoio (Nonoguchi Ryūho)
  • [Haiku] Azzurra la luna | si alza sopra i tetti | e la città con lei (José Tolentino de Mendonça)
  • Bocca basciata non perde ventura, anzi rinnuova, come fa la luna. (Giovanni Boccaccio)
  • C'era una luce rossastra, scesi fuori intirizzito e scassato; tra le nuvole basse era spuntata una fetta di luna che pareva una ferita di coltello e insanguinava la pianura. Rimasi a guardarla un pezzo. Mi fece davvero spavento. (Cesare Pavese)
  • Casta Diva, che inargenti | queste sacre antiche piante, | a noi volgi il bel sembiante, | senza nube e senza vel. (Felice Romani)
  • Cercar che giova? Al buio non si trova. | Ma per fortuna è una notte di luna, | e qui la luna l'abbiamo vicina. (La bohème)
  • – Che cosa vuoi, Mary? Puoi dirmelo! Vuoi, vuoi la luna? Se la vuoi, io la prenderò al laccio per te. Sì, sì, è una buona idea: ti darò la luna, Mary.
    – L'accetto. E poi?
    – Si dissolverebbe in te, e infiniti raggi d'argento brillerebbero nei tuoi occhi, nei tuoi capelli, ti inonderebbero di luce. (La vita è meravigliosa)
  • Che cosa è luna.
    – Porpora del cielo, innimica de' malfattori, allegrezza de' viandanti, dirizzamento de' navicanti, ricirculatore de' mesi, occhio della notte, divinatrice di tempesta e d'altri mali. (Piovano Arlotto)
  • Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, | silenziosa luna? (Giacomo Leopardi)
  • Cinque volte racceso e tante casso | lo lume era di sotto dalla luna | poi ch'entrati eravam nell'alto passo. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
  • Come bandiera sanguigna d'una vermiglia rivolta è il calar della notte. | Ma in quell'incendio di cielo lasciato deserto dal sole, | subito apparve la luna, impetuosa da oriente, | e la vermiglia bandiera fu velo d'argento di giovane sposa. | Perché non sempre la notte è di tenebre, accade talvolta | che pur la notte sia bianca. | Ed io non quella notte, | non quella notte che è fatta di tenebre, un'altra | ricordo, trapunta dei fili di luna di bianche speranze. | Più luminosa d'una serena saggezza era tutta la terra, | e luminosa la mente affollata dall'assemblea degli amici pensieri, | alacrità di propositi lieti, intimità di reconditi incontri, | trastulli dell'anima amante che il buio soltanto raggela, | falconi pronti a volare più in là dello sguardo, | e quello con loro cui fosse concesso librarsi su ali. | Semenza, davvero, di bianca speranza è la luce di luna. (Mohammad Rezā 'Ešqi)
  • Come si nota, l'emisfero in questione è dunque tredici volte e mezzo più piccolo di quello terrestre; i selenografi tuttavia vi hanno già contato oltre cinquantamila crateri. Si tratta quindi di una superficie tutta gobbe e crepacci, di una vera schiumaruola, degna della definizione poco poetica che le hanno dato gli inglesi di green cheese, cioè di "formaggio verde".
    Quando Barbicane pronunciò quell'espressione tanto prosaica, Michel Ardan fece un balzo.
    Ecco come gli anglosassoni del XIX secolo trattavano la bella Diana, la bionda Febe, l'amabile Iside, l'affascinante Astarte, la regina delle notti, la figlia di Latona e di Giove, l'incantevole sorella del radioso Apollo! (Jules Verne)
  • Curvo, quasi toccando con la fronte lo scalino che gli stava di sopra, e su la cui lubricità la lumierina vacillante rifletteva appena un fioco lume sanguigno, egli veniva sù, sù, sù, dal ventre della montagna, senza piacere, anzi pauroso della prossima liberazione. E non vedeva ancora la buca, che lassù lassù si apriva come un occhio chiaro, d'una deliziosa chiarità d'argento.
    Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini. Dapprima, quantunque gli paresse strano, pensò che fossero gli estremi barlumi del giorno. Ma la chiarìa cresceva, cresceva sempre più, come se il sole, che egli aveva pur visto tramontare, fosse rispuntato.
    Possibile?
    Restò – appena sbucato all'aperto – sbalordito. Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì le mani nere in quella chiarità d'argento.
    Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna.
    Sì, egli sapeva, sapeva che cos'era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna?
    Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva.
    Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna... C'era la Luna! la Luna! E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore. (Luigi Pirandello)
  • Dal fondo delle strade, dall'ombra dei giardini, dal quadro nero delle finestre mille occhi umani si alzano verso la luna; scende un sottile raggio di luce, s'inoltra la lenta inondazione negli occhi e nei cuori, ed ogni volta trae alla superficie, galleggiante nel fulgore perlaceo, un sorriso o un sospiro, un desiderio o un rimpianto. (Giuseppe Fanciulli)
  • Dalla luna dipende l'indicazione delle feste, | luminare che decresce fino alla sua scomparsa. || Da essa il mese prende nome, | mirabilmente crescendo secondo le fasi. | È un'insegna per le milizie nell'alto | splendendo nel firmamento del cielo. (Siracide)
  • Di Notte, il Can, quasi sia specchio, mira | il cerchio de la Luna; e, sé vedendo, | crede, ch'entro v'alberghi un'altro cane. | Latra; ma, invan, vana la voce ai venti | è mandata, e dispersa; e Delia sorda | dietro il suo camin, termina il corso. (Andrea Alciato)
  • E come 'l volger del ciel della luna | cuopre e riscopre i liti sanza posa, | così fa di Fiorenza la Fortuna. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
  • E la luna è una palla | ed il cielo è un biliardo. (Lucio Dalla)
  • È sera con la luna. Ti stanchi a passeggiare. Staresti tutta la notte fuori, così, a bearti delle cose sotto la luna che t'appaiono eterne: così le porte chiuse, i camini, i muri dei giardini. Con tutte le cose vorresti stare un po' assieme e vedere come la luna tramonta, ascoltando i gemiti di questi uccellacci notturni. (Rocco Scotellaro)
  • È tutta colpa della Luna, quando si avvicina troppo alla Terra fa impazzire tutti. (William Shakespeare)
  • Entro il soave abisso ove t'immergi, o Luna, | non sei tu forse il sole dei Morti avventurati, | il bianco paradiso che i loro sogni aduna? | Luce muta, che spandi di là sovra i beati | di quei sogni mendaci la illusoria fortuna, | non sei tu forse il sole dei Morti avventurati, | entro il soave abisso ove t'immergi, o Luna? (Charles Marie René Leconte de Lisle)
  • Figlia del ciel, sei bella; è di tua faccia | dolce il silenzio; amabile ti mostri, | e in Oriente i tuoi cerulei passi | seguon le stelle; al tuo cospetto, o Luna, | si rallegran le nubi, e 'l seno oscuro | riveston liete di riflessa luce. | Chi ti pareggia, o della notte figlia, | lassù nel cielo? in faccia tua le stelle | hanno di sé vergogna, e ad altra parte | volgono i glauchi scintillanti sguardi. | Ma dimmi, o bella luce, ove t'ascondi | lasciando il corso tuo, quando svanisce | la tua candida faccia? hai tu, com'io, | l'ampie tue sale? o ad abitar ten vai | nell'ombra del dolor? cadder dal cielo | le tue sorelle? o più non son coloro | che nella notte s'allegravan teco? (James Macpherson)
  • [Haiku] Fila di oche selvatiche – | alta sulle pendici dei monti | è stampata la luna (Yosa Buson)
  • [Tanka] Fiorisce la luna | nell'ampio fiore di loto | dell'ora azzurra. | E la casa si profuma | della dolcezza del vespro. (Rosa Leveroni i Valls)
  • Già di vivi zaffir tutta del cielo | arde la volta, ed Espero guidante | l'esercito stellato, in luminosa | pompa s'avanza, quando alfin degli astri | la notturna reina alto levando | in nubilosa maestà la fronte, | la sua discopre incomparabil luce | e dispiega sull'ombre il vel d'argento. (John Milton)
  • [Haiku] Gloriosa luna! | ho vagato | intorno allo stagno | tutta la notte. (Matsuo Bashō)
  • Gobba a ponente, | Luna crescente! | Fuori, lucertole – e moscerini, | Bruchi, larvucce – e farfallucce | Lumache e rane – fuor dalle tane! Il segno è certo, – Tutti all'aperto! | Presto, rotonda – e rubiconda | Nella bonaccia – la bella faccia | Risplenderà. (Emilio Praga)
  • Guarda la luna che sorge, | su dall'est la rotonda luna argentea, | bella sui tetti, sinistra, fantomatica luna, | luna silente, immensa. (Walt Whitman)
  • Ho già prenotato per noi due una stanza nella casa della luna | dove passare il fine settimana, amore mio, | gli alberghi del mondo non mi soddisfano, | l'albergo dove mi piace alloggiare è la luna | ma lì, amore mio, | non accettano un ospite che viene senza una donna: | ci vieni con me... | o mia luna, sulla luna? (Nizar Qabbani)
  • Il cielo è come un mare: | onde, le nubi vane: | barca, la luna a vogare | verso un bosco di stelle lontane. (Man'yōshū)
  • [Haiku] Il tetto si è bruciato | ora | posso vedere la luna. (Mizuta Masahide)
  • Io considero sempre la luna come l'occhio stesso di Dio che mi inviti in tono serio d'avvertimento: «Vieni, vieni nella dimora del tuo Padre celeste». (Henny Koch)
  • L'autunno era già in agonia [...] e la luna s'era fatta più fredda del sasso, e così ferma, rotonda e precisa come può essere solo a Natale: le due nubi che l'eran d'attorno parevano aria appannata. (Silvio D'Arzo)
  • L'oro del tramonto distilla tra le foglie delle querce | e il vento s'illanguidisce tra i gorghi palpitanti | degli alberi. La sera mite bagna i dolci prati. | E la luna, pallidissima, emerge dalle pianure. || Sale verso l'azzurro reggendo l'urna piena | delle chiarità che versa nel sonno dei rossi boschi. | E il bosco in un fremito tende i rami alteri | come coppe d'oro brandite con un gesto folle. || Il soave Coppiere effonde il suo chiarore | sulle coppe tenute da grandi braccia senili | mentre i tronchi gridano: "Versa, oh! versa Astarte || la tua essenza d'amore nelle nostre deboli vene | poiché morremo domani, e queste fragili coppe | sotto i passi del sole presto saranno infrante!" (Filippo Tommaso Marinetti)
  • L'uomo che ama normalmente sotto il sole, adora freneticamente sotto la luna. (Guy de Maupassant)
  • [Kōan] La corrente rapida non ha portato via la luna.
  • La frangia di luna che riceve la mia confessione è qui, sul parapetto: ha un che di spumoso, di effervescente, a causa della ruvidezza della pietra a cui s'aggrappa; è una luce con la febbre, mi conviene, mi si addice: le riferirò più di quanto io stessa, magari, non sappia. Raggio di luna, mi riconosci? Sono Leila. Giovinetta, lessi, non rammento dove, che sei tu, luna, a formare le donne. Tu, c'era scritto, ne influenzi lo sviluppo e gli umori; le fai di pelle soave e le arrotondi; le snervi e le agiti. Perciò noi siamo, antica luna, i fusi mossi dalle tue lunghissime, impalpabili dita; sei tu che tessi quaggiù le nostre illogiche azioni, le nostre complicate, astruse vicende. E allora dammi retta, luna di giugno su Milano; giustificati e giustificami; piglia i trilli angosciosi del telefono che non si arrende e gettali su qualche oceano o su qualche giungla del tuo sterminato cammino... allontanali, dissolvili tu. (Giuseppe Marotta)
  • La luce che piove dalla luna non è destinata alla scena del nostro esistere diurno. Il cerchio che essa indistintamente rischiara, sembra essere quello di una terra rivale o secondaria. Non è quella che la luna segue da satellite, ma quella a sua volta trasformata in satellite della luna. Il suo vasto petto, il cui respiro era il tempo, non si muove più; finalmente la creazione è tornata alle origini, e può nuovamente indossare il velo vedovile che il giorno le aveva strappato. (Walter Benjamin)
  • La luna, al primo quarto, quella che sorge alle quattro o alle cinque di sera, è vivida, gaia, di lucentissimo argento; ma quella che appare dopo mezzanotte è rossastra, fosca, inquietante; è la vera mezzaluna delle tregende. Tutti i nottambuli devono averlo notato. La luna nuova, anche se sottile come un filo, manda una tenue luce allegra, che allieta il cuore, e disegna sulla terra ombre nitide; l'ultimo quarto diffonde appena un chiarore morente, che quasi non fa ombre. (Guy de Maupassant)
  • La luna del firmamento ammira in pace quella dei flutti. (Charles Augustin de Sainte-Beuve)
  • La luna è come la libertà: sta in cielo e in fondo al pozzo. (Antonio Delfini)
  • La luna è il guscio del silenzio del mondo. (Carlos Edmundo de Ory)
  • La luna è il sole delle statue. (Jean Cocteau)
  • La luna è l'anima, è il nostro modo di vivere le emozioni, i desideri, i sogni. La terra è la realtà, il luogo in cui lottare con i rimpianti e le delusioni perché l'umanità è gravemente ammalata di egoismo e di sete di potere. (Romano Battaglia)
  • La luna è senza sesso. (Jules Renard)
  • La Luna è umida e fredda ed è favorevole alle piante per la sua freddezza ed umidità, a causa della neve, della pioggia e della rugiada. Saturno è secco e freddo e, a causa del gelo, è nocivo alle piante. E al nuocere, la Luna si accorda con Saturno a causa del freddo, e Saturno e Marte a causa della secchezza, poiché, a causa del gelo, le piante bruciano. (Raimondo Lullo)
  • La luna è una compagna fedele.
    Non va mai via. È sempre di guardia, risoluta, ci conosce con il buio e con la luce, e come noi è in continua trasformazione. Ogni giorno è una versione diversa di se stessa. A volte tenue e pallida, altre intensa e luminosa. La luna sa cosa significa essere umani.
    Insicuri. Soli. Butterati dalle imperfezioni. (Tahereh Mafi)
  • La luna, finché è sola nel cielo, campeggia su tutte le stelle; ma quando poi spunta il sole o scompare, o non si vede più. Non v'accostate mai a chi vi può eclissare, ma a chi vi può mettere in evidenza. (Baltasar Gracián)
  • La luna ha luce per tutto il cielo, macchie nere per se medesima. (Rabindranath Tagore)
  • [Haiku] La luna ha | un baffo di gatto | per un attimo (Jack Kerouac)
  • La luna nello scempiato alone non è che un occhio, tutto | mangiato dalle mosche, che emana lume di lutto. (Jules Laforgue)
  • La Luna, per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente memento mori che Dio ripete ogni giorno alla «gran madre antica». (Giovanni Papini)
  • – La luna piena!
    – No, lo sarà domani, ma mi piace di più guardarla stasera. Sai, dopo la luna piena c'è quella calante, ma la luna che vediamo stanotte vuole continuare a vivere: dà ancora speranza. (Millennium Actress)
  • La luna saliva davanti a lui, e le voci della sera avvertivano l'uomo che la sua giornata era finita. Era il grido cadenzato del cuculo, il zirlio dei grilli precoci, qualche gemito d'uccello; era il sospiro delle canne e la voce sempre più chiara del fiume: ma era sopratutto un soffio, un ansito misterioso che pareva uscire dalla terra stessa: sì, la giornata dell'uomo lavoratore era finita, ma cominciava la vita fantastica dei folletti, delle fate, degli spiriti erranti. [...]
    Efix sentiva il rumore che le panas (donne morte di parto) facevano nel lavar i loro panni giù al fiume, battendoli con uno stinco di morto, e credeva di intraveder l'ammattadore, folletto con sette berretti entro i quali conserva un tesoro, balzar di qua e di là sotto il bosco di mandorli, inseguito dai vampiri con la coda di acciaio.
    Era il suo passaggio che destava lo scintillio dei rami e delle pietre sotto la luna: e agli spiriti maligni si univano quelli dei bambini non battezzati, spiriti bianchi che volavano per aria tramutandosi nelle nuvolette argentee dietro la luna: e i nani e le janas, piccole fate che durante la giornata stanno nelle loro case di roccia a tesser stoffe d'oro in telai d'oro, ballavano all'ombra delle grandi macchie di filirèa, mentre i giganti s'affacciavano fra le roccie dei monti battuti dalla luna, tenendo per la briglia gli enormi cavalli verdi che essi soltanto sanno montare, spiando se laggiù fra le distese d'euforbia malefica si nascondeva qualche drago o se il leggendario serpente cananèa, vivente fin dai tempi di Cristo, strisciava sulle sabbie intorno alla palude.
    Specialmente nelle notti di luna tutto questo popolo misterioso anima le colline e le valli: l'uomo non ha diritto a turbarlo con la sua presenza, come gli spiriti han rispettato lui durante il corso del sole; è dunque tempo di ritirarsi e chiuder gli occhi sotto la protezione degli angeli custodi. (Grazia Deledda)
  • La Luna scorre come una Fanciulla – attraverso una Città di Topazio. (Emily Dickinson)
  • La luna strisciò tonda sotto l'intelaiatura della finestra. Non era più un alone crocifisso, era la faccia grassa e oscena di un curioso che fruga con gli occhi camere e letti. (Erich Maria Remarque)
  • La nostra ora nuziale, bella Ippolita, s'approssima: quattro giorni felici ci porteranno la novella luna... Oh, come questa vecchia pare lenta a dileguarsi, quasi a ritardare malignamente, come una matrigna, l'appagamento dei miei desideri, o somigliante ad una ricca vedova ostinatasi a viver troppo a lungo per rendere a più a più sottili le rendite del suo giovane erede. (William Shakespeare)
  • La notte scorsa mi ha chiamato e mi ha raccontato | della luna sulla Baia di San Francisco. | Qui ad Albuquerque si specchia | nel freddo, scuro cielo delle Sandia. | Il riflesso è dentro tutti noi. | Arancione, e quasi la luna del raccolto. | Vento, e gelo dei mesi | più freddi che arriva. I bambini ed io | la guardavamo, all'incrocio tra San Pedro e la Central | venendo dalla fiera. | Il vento che mi alzava i capelli fu catturato | dal mio viso. Avevo paura del traffico | cercavo di stare al passo e la luna a est | tondeggiava gonfia dalla cresta della montagna, fuori dalle nuvole fumose | dal velo della sua pelle. Nuda. | Una tale bellezza. | Guarda. | Siamo vivi. La donna della luna | ci guarda, e noi guardiamo lei, | ci riconosciamo. (Joy Harjo)
  • La palude dei sogni è nella luna. (Giovanni Bertacchi)
  • La placida abitatrice delle nostre notti, propizia agli incantesimi d'amore, discreta amica al cui lume favoloso le catapecchie diventavano castelli. (Dino Buzzati)
  • Le acque rigonfie del fiume di primavera | s'innalzano al livello del mare, | sul mare, la luna chiara si solleva | insieme alla marea. | Brillante è la luce che insegue le onde | per decine di migliaia di li, | lungo tutti i fiumi in primavera | dove non risplende la luna? || Il loro corso sinuoso serpeggia | nei campi fragranti, | la luna illumina i fiori nel bosco | come fiocchi di neve. | La brina volteggia per l'aria, | invisibile è il suo passaggio, | la sabbia bianca sulle rive | è impercettibile alla vista. || Il fiume e il cielo sono di un'unica tinta | senza un granello di polvere, | nel cielo limpido s'innalza solitaria la luna. | Sulla riva del fiume a vederla | chi è stato il primo? | in quale anno la luna sul fiume | iniziò ad illuminare le genti? | L'umanità vive all'infinito, | generazione dopo generazione, | il fiume e la luna ogni anno | sembrano immutati. | E non si sa di chi siano in attesa, | si vede solo lo scorrere delle acque | del lungo fiume. (Zhang Ruoxu)
  • Le notizie di nuovi lanci spaziali sono episodi d'una lotta di supremazia terrestre e come tali interessano solo la storia dei modi sbagliati con cui ancora i governi e gli stati maggiori pretendono di decidere le sorti del mondo passando sopra la testa dei popoli.
    Quel che mi interessa invece è tutto ciò che è appropriazione vera dello spazio e degli oggetti celesti, cioè conoscenza: uscita dal nostro quadro limitato e certamente ingannevole, definizione d'un rapporto tra noi e l'universo extraumano. La luna, fin dall' antichità, ha significato per gli uomini questo desiderio, e la devozione lunare dei poeti così si spiega. Ma la luna dei poeti ha qualcosa a che vedere con le immagini lattiginose e bucherellate che i razzi trasmettono? Forse non ancora; ma il fatto che siamo obbligati a ripensare la luna in un modo nuovo ci porterà a ripensare in un modo nuovo tante cose. [...] Chi ama la luna davvero non si accontenta di contemplarla come un'immagine convenzionale, vuole entrare in un rapporto più stretto con lei, vuole vedere di più nella luna, vuole che la luna dica di più. Il più grande scrittore della letteratura italiana di ogni secolo, Galileo, appena si mette a parlare della luna innalza la sua prosa ad un grado di precisione e di evidenza ed insieme di rarefazione lirica prodigiose. E la lingua di Galileo fu uno dei modelli della lingua di Leopardi, gran poeta lunare... (Italo Calvino)
  • [Al termine della lunga agonia seguita al seppuku] Limpida e rinfrescata la luna splende, | dopo l'orrenda tempesta... (Takijirō Ōnishi)
  • Lucciole baluginavano, grilli cantavano, un uccello insonne cinguettava tra le chiome degli alberi. La luna si alzò... la testa di uno scheletro. Che cosa c'era lassù? Che cos'era la luna? Chi l'aveva creata? A quale scopo? (Isaac Bashevis Singer)
  • Luna bella, solitaria | veleggiando se ne va. | Tra le nubi, su nell'aria, | la sua meta non si sa. | Monte e piano, giù lontano, | la tua luce mi rischiara, | Ma tu stessa, luna cara, | misteriosa resti ognor. || «Sì, bambino, ti rispondo, | misterioso è il mio cammin, | ma ogni cosa a questo mondo, | ha un mistero suo divin. | Guarda e vedi, pensa e credi, | leva in alto il tuo pensiero, | si rivela ogni mistero | a chi in esso immerge il cor». (Lina Schwarz)
  • Luna, che doni il miele al labbro dei dementi! | Ne son golosi i prati, e i borghi ed i torrenti... | Le stelle sono l'api del luminoso miele, | che gronda, a goccia a goccia, dalle pèrgole anele: | poiché, soavemente piovendo giù dai cieli, | ogni raggio di luna, è un raggio di quei mieli. (Guillaume Apollinaire)
  • Luna | come sei lontana | così | silenziosa e vana, | ma qui | ruggisce il cuore della bestia umana. (Notre-Dame de Paris)
  • Luna in un cerchio fissa | che la sua luce gelida | emana per le fessure | del tempo è occhio zitto | la luna che guarda i deserti | campi e di cenere splende | e nel transito traspare | sola luna solissima | madre che crea l’anima | dalla sua sferica natura | discende ogni pittura | dove la terra freme | luna nel lago riflessa | luna sull’asse convessa | i sassi la luna cinge | gli amori la luna finge | dovunque i sogni stringe | crudele luna nudissima... (Michele Sovente)
  • Luna, | luogo comune delli sfaccendati | in ogni prova prosodica, | facile rima ai sonetti romantici, | belletto e vernice sentimentale alla bionda e alla bruna | per gustar le primizie de' contatti antematrimoniali, | lenocinio archetipo alle adultere; | mezza maschera vuota di simboli, | tegghia d'ottone a friggervi i capricci di Diana, | crachat maggiore allo stomaco immedagliato del cielo. (Gian Pietro Lucini)
  • Luna, o dilettante Luna, | a tutti i climi sei comune, || tu il Missouri vedesti ieri | e di Parigi mura e quartieri, || di Norvegia i fiordi blu, | i poli, i mari, che altro più? || Luna felice! tu vedi in pieno | proprio a quest'ora correre il treno || che la porta in viaggio di nozze! | Sono partiti per la Scozia. || Che trappola se quest'inverno | prendeva sul serio i miei versi! || Luna, o vagabonda Luna, | facciamo causa e usi comuni? || O ricche notti! io me ne muoio | con la provincia dentro il cuore! || E la luna, brava vecchia, | ha bambagia nelle orecchie. (Jules Laforgue)
  • Luna, | piuma di cielo, | cosi velina, | arida, | trasporti il murmure d'anime spoglie? (Giuseppe Ungaretti)
  • Luna puella pallidula, | Luna flora eremitica, | Luna unica selenita, | distonia vita traviata, | atonia vita evitata, | mataia, matta morula, | vampirisma, paralisi, | glabro latte, polarizzato zucchero, | peste innocente, patrona inclemente, | protovergine, alfa privativo, | degravitante sughero, | pomo e potenza della polvere, | phiala e coscienza delle tenebre, | geyser, fase, cariocinesi, | Luna neve nevissima novissima, | Luna glacies-glaciei | Luna medulla cordis mei, | Vertigine | per secanti e tangenti fugitiva || La mole della mia fatica | già da me sgombri | la mia sostanza sgombri | a me cresci a me vieni a te vengo | .......... | .......... (Luna puella pallidula) | .......... (Andrea Zanzotto)
  • Luna, romita aerea, | Tranquillo astro d'argento! | Come una vela candida | Navighi il firmamento: | Come una dolce amica | Per sua carriera antica | Segui la terra in ciel. (Giunio Bazzoni)
  • Luna, tu parli solamente a chi è innamorato | chissà quante canzoni ti hanno già dedicato | ma io non sono come gli altri | per te ho progetti più importanti. (Gianni Togni)
  • Mai la fida lucerna, o l'esangue | sposa d'Endimione in essa vidi, | né la solinga cacciatrice, quando | la miravo fanciullo tra le case | sgorgare in bianca vampa, alta fra i segni | ascendere del cielo. Ma la rupe | nell'inaccesso etere scagliata | l'isola estrema, sentinella insonne | protesa ai flutti interminati. E l'ansia | mi sommuoveva il cuore di raggiungerla | – ippogrifo, proiettile, astronave – | d'attingere al silenzio del suo lume. | E fu per questo, forse | che mai la fida lucerna, o l'esangue | sposa d'Endimione in essa io vidi | né la solinga cacciatrice, quando | la miravo fanciullo tra le case | sgorgare in bianca d'attingere al silenzio del suo lume. || ...Era il confine, il mondo | di lava e roccia, il minerale cieco, | il punto fermo apposto alla insensata | fantasia delle forme. Era lo zero | che ogni calcolo spiega, era il concreto, | bianco, forato, calcinato fondo | dell'essere. | E sovente dai supremi | bastioni di Levania il verdeggiante | pianeta ho contemplato, l'ombra vaga | di oceani e di foreste, della vita | impetuosa e fuggevole le polle | iridescenti – risalendo l'orlo | dei suoi convulsi crateri, vagando | lungo la sponda dei suoi mari morti. (Sergio Solmi)
  • Meravigliosa notte di luna; le urla degli ubriachi, la folla, la polvere non guastano la bellezza; una radura umida, chiara sotto la luna, dove cantano le rane e i grilli, e qualcosa ti attira là; ma arrivi là e qualcosa ti attirerà ancor più lontano. La bellezza della natura non suscita nella mia anima piacere, ma qualcosa come un dolce dolore. (Lev Tolstoj)
  • «Mi ricordo quelle luci di notte, Rauf. Le auto ringhiano, le senti... ecco perché i giovani cani spesso le rincorrono. È tempo sprecato. Loro non se n'accorgono neppure. Le luci sono pezzi di vecchie lune, sai.»
    «Che vuoi dire?» domandò Rauf, incuriosito suo malgrado.
    «Ecco, quando la luna diventa piena, qualcuno sale su ogni giorno e ne taglia via una fetta – hai notato? – finché della luna non ne rimane più. Ma poi, dopo un po', ne cresce un'altra. Quando è piena la luna è tutta coperta di crepe e di buchi – perché sia più facile tagliarne via dei pezzetti, ecco perché è così – evidentemente. La mia mamma mi diceva che le lune in realtà sono enormi, solo che sembrano piccole a causa della distanza. L'uomo che ne taglia via dei pezzi e delle fette, li porta sulla terra, e li usano per fare i fanali delle auto. Bravi, non ti pare?» (Richard Adams)
  • Mille anni fa stavo sempre a guardare la Luna sognando di diventare un astronauta; solo che non avevo né la preparazione né la prestanza fisica, in più vomitavo spesso e nessuno voleva stare con me una settimana. [...] La Luna era una cosa affascinante, romantica e misteriosa che se ne stava lassù in cielo, irraggiungibile, nonostante i tuoi desideri e i tuoi sogni. Ma tu hai ragione: una volta raggiunta è solo una squallida palla di roccia. (Futurama)
  • Molti lunatici non hanno bisogno della luna. (Stanisław Jerzy Lec)
  • Non avevo mai pensato a quanto, quando guardo la luna, sia la stessa luna che Shakespeare e Maria Antonietta e George Washington e Cleopatra guardavano. Senza contare tutta quell'infinità di persone che non avevo mai sentito nominare. Tutti quegli Homo sapiens e Neanderthal guardavano come me la stessa identica luna. Essa cresceva e calava nel loro cielo, ugualmente. (Susan Beth Pfeffer)
  • Non è accecante come il sole, ma è l'ultima luce che illumina il buio. La tua giustizia dev'essere proprio così, come la luna. (Senran Kagura Shinovi Master)
  • Non m'era levato uno stadio, e la Luna, con una vocina di donna: O Menippo, disse, fa' buon viaggio, e portami un'ambasciata a Giove. Di' pure, risposi, un'ambasciata non pesa a portarla. L'ambasciata è facile, disse, è una preghiera che da parte mia presenterai a Giove. Io sono stucca, o Menippo, di udire i filosofi che ne dicon tante e poi tante di me, e non hanno altro pensiero che d'impacciarsi de' fatti miei, chi son io, e quanto son grande, e perché ora sono scema ed ora son piena: chi dice che sono abitata, e chi che son come uno specchio pendente sul mare, ed ogni sciocchezza che pensano l'appiccano a me. Han detto finanche che questa luce non è mia, ma è roba rubata, e me l'ho presa dal Sole; e non la finiscono, e per questo mi faran bisticciare e venire alle brutte con mio fratello; non essendo contenti di sparlare del Sole, che è una pietra, e una palla di ferro rovente. (Luciano di Samosata)
  • Non più la luna è cielo a noi, che noi a la luna. (Giordano Bruno)
  • O chiarachiara | Chiarachiarachiara | Chiarachiara | Chiarachiara luna. (Myōe)
  • O notturno splendore, | o vergine divina! | Tu che commuovi, sorridendo, il core | dell'uomo e dell'oceano, | solitaria dei cieli, | adoro la tua luce, amo i tuoi veli! || Te fra le viti e i gelsi | del mio suolo natio, | fanciullo io vidi e ad astro mio ti scelsi; | fosse felice o in lagrime, | da quel giorno, o mia Dea, | quest'anima, sperando, a te volgea! || Come sei bella, o luna, | quando il viso ti specchii | nel mite tremolio della laguna; | come bella, fra i pallidi | scogli della montagna, | quando sul ghiaccio il tuo raggio si bagna! || Ma chi dirà, divina, | di che fulgor ti vesti, | se tu sorgi infocata alla marina? | Il pelago scatenasi, | e placido e giocondo | il tuo disco s'innalza e irradia il mondo! || Ed io ti amai sul piano, | ti amai, luna, sui monti, | e nel cupo fragor dell'oceàno... | ma non mi tocchi l'anima | quando, dimessa e stanca, | seguiti il sole in camiciuola bianca! || O vergine d'amore, | se tua beltà lo vince, | non indugia a pregar nostro Signore, | che, quando il sol ci illumina, | ti tenga in paradiso, | perch'io solo di notte amo il tuo viso! (Emilio Praga)
  • Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | celeste paölotta. (Giosuè Carducci)
  • Ogni luna ha il suo pozzo. (Alberto Casiraghi)
  • Ognuno di noi è una luna e ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno. (Mark Twain)
  • Per anni i politici hanno promesso la luna: io sono il primo in grado di darvela. (Richard Nixon)
  • Perché sola ti vede, | sola l'ignaro vulgo in ciel ti crede: | ma il Riposo, la Calma, | del meditar Vaghezza, | ogni Piacer dell'alma, | la gioconda Tristezza, | e la Pietà, con dolce stilla all'occhio, | ti stanno taciturne intorno al cocchio. (Ippolito Pindemonte)
  • Piccola, ma ondeggiante in alto | tu spandi la tua luce sul creato, | e cosa può mai uguagliar il tuo splendore | nel nero profondo della notte? | Tu mi guardi, ma senza parlare, | e, proprio per questo, o «luna» sei mia amica! (Yun Sŏndo)
  • Più alta, più alta, la luna si faceva anche più piccola; ma il fulgore raccolto era sempre maggiore. Dal sommo del cielo la luna inondava di luce i campi delle stelle tramortite, e tutta la faccia della vecchia terra lontana. (Giuseppe Fanciulli)
  • [Haiku] "Prendete la luna", | dice il bambino, | piangendo. (Kobayashi Issa)
  • [Haiku] Pur nella pentola | dove bollo patate | la notte di luna! (Morikawa Kyoriku)
  • Quando la luna risplende fulgidissima, sembra che da essa si riversi un senso di solitudine e di calma che ha anche un influsso sui luoghi affollati pieni di vita. (Charles Dickens)
  • Quando noi fanciullescamente avessimo avuto a formar la Luna, galantissima ci saria parso di figurarla, dandogli una rotondissima e pulitissima superficie, ma non già così ha inteso di far la Natura, anzi tra quelle diversissime scabrosità è credibile che ella mille misterj, da lei sola intesi, abbia rinchiusi. E non è dubbio alcuno, che se nella Luna fussero giudici simili ai nostri, rimirando di là la superficie della Terra, nella quale altro che la disparità dei mari e dei continenti, e la inegualità della parte terrea non distinguerebbero, altrettanta ragione averiano di nominarla meno perfetta che se fusse di superficie pulitissima, quanta ne ha il sig. Colombo di desiderare, che la superficie Lunare sia ben tersa, per maggior perfezione di quella, poiché tutti gli ornamenti e vaghezze particolari, che sì mirabilmente abbelliscono la Terra, resteriano di là su invisibili ed inimmaginabili: così appunto fermandosi il nostro vedere ed intendere nella sola montuosità e disegualità della Luna, senza vedere o potersi immaginare quali particolari tra esse eminenze e cavità possano esser contenuti, pare che ella da una pulitissima superficie riceverebbe perfezione e bellezza. (Galileo Galilei)
  • Quando spunta la luna | le campane si perdono | e appaiono i sentieri | impenetrabili. || Quando spunta la luna, | il mare ricopre la terra | mentre il cuore si sente | un'isola nell'infinito. (Federico García Lorca)
  • Quella fanciulla rotonda carica di bianco fuoco, | che i mortali chiaman la Luna. (Percy Bysshe Shelley)
  • Saliva in cielo l'astro | lunar, saliva lento: | quadrante d'alabastro | sporto dal firmamento. || Sopra il mare olivastro, | dal flebile lamento, | mettea la luna un nastro | bianchissimo, d' argento. || Noi scendevamo soli | per la via, che prospetta | l'immensità del mare, || e invisibili voli | di sogni, o mia diletta, | sentivamo sciamar. (Antonino Anile)
  • Scende la luna; e si scolora il mondo. (Giacomo Leopardi)
  • Simili a immensi mausolei diruti | guardan le cime ai laghi ferrugigni: | passa la luna, cadono i minuti | freddi sul cuore ignudo dei macigni. || Passa la luna fredda sui macigni | senza che il volto dell'Orrore muti: | la gran ruina è piena di sogghigni | come un ammasso di teschi caduti. || Morta, che i campi della Morte irrighi | liquida luna, a cui bocche infinite | di teschi si protendono per bere, || io ti sento su me pendula bere, | intenta luna, poi che le stupite | vie del silenzio non un sogno irrighi. (Antonio Rubino)
  • Seduto lì tra i fiori, con la brocca di vino –, | festino solitario, privo di amici intimi –, | elevo il mio boccale e invito il chiar di luna. | Insieme all'ombra, poi, saremo in tre, | giacché la luna non si negherà al bere. | E mentre l'ombra seguirà il mio corpo, | intanto, al fianco suo, io scorterò la luna. | La via della gaiezza termina a primavera; | mentre la luna ondeggia, al mio canto, qua e là. | Ed ha un sussulto l'ombra, fremendo, alla mia danza. | Da sobri, noi viviamo di una gioia comune; | quando poi, nell'ebbrezza, ciascuno si disperde. | Noi tre, per sempre uniti, vagando senza affetti, | infine, in lontananza, saremo alla Via Lattea. (Li Bai)
  • Selene-ene-a | come è bello stare qua | Selene-ene-a | con un salto arrivo là | Selene-ene-a | è un mistero e non si sa | il peso sulla luna | è la metà della metà | Selene-ene-a | lascia tutto e vieni qua | Selene-ene-a | come è facile ballar | Selene-ene-a | è un mistero e non si sa | il peso sulla luna | è la metà della metà | [...] | Mano per mano noi ce ne andremo | come due piume leggere | sopra vulcani spenti da sempre | in questo mondo che tace c'è tanta pace | cara, ti parlo dalla luna, vieni, ti aspetto (Domenico Modugno)
  • Sorge dalle parti dell'Oriente la luce bionda della luna d'oro. La scia che lascia nel fiume largo apre serpenti nel mare. (Fernando Pessoa)
  • Stare nella luna. (modo di dire catalano)
  • Stare nella luna di Valencia. (modo di dire catalano)
  • Stasera, la luna sogna con più abbandono, | come una bella donna che, abbandonata sui cuscini, | prima di addormentarsi accarezza | i seni con mano distratta e leggera. (Charles Baudelaire)
  • Sul momento non vide che la luna, cui in quel momento una tinta pacata d'oro verde conferiva un'aria amichevole, un po' mesta, di chi sa le cose tristi e neanche ha da rammentarle. (Silvio D'Arzo)
  • Tramontata è la luna, | tramontate le Pleiadi. | È a mezzo la notte; | trascorre il tempo; | io dormo sola. (Saffo)
  • Tramontò il Sol, sorse l'argentea Luna: | diabolici sono della Luna | i malefizi, e tutti quei che casta | la chiamano, a me par che troppo presto | la lor nomenclatura han cominciato. | Giorno non v'è cotanto lungo, sia | il giorno ventunesimo di giugno, | che vegga una metà delle malvage | opere che rischiara in tre sol'ore | la sorridente Luna... ed essa sempre | la sua così modesta aria serbando! | Un silenzio fatale evvi in quell'ora, | una calma che all'anima permette | di tutta tutta espandersi; ma senza | che di frenarla pur s'abbia la forza; | il vergine splendore, che riveste | alberi e torri d'un prestigio santo, | che a tutta la natura offre e concede | un carattere chiaro di bellezza | e di soavità intima e pura, | s'insinua dentro il core e in esso sparge | dolce languore che non è riposo. (George Gordon Byron)

Gabriele D'Annunzio[modifica]

  • Era come una landa stigia, come una visione dell'Ade: un paese di ombre, di vapori e di acque. Tutte le cose vaporavano e vanivano come spiriti. La luna incantava e attirava la pianura com'ella incanta e attira il mare: beveva dall'orizzonte la grande umidità terrestre, con una gola insaziabile e silenziosa. Ovunque brillavano pozze solinghe; si vedevano piccoli canali argentei riscintillare in una lontananza indefinita tra file di salci reclinati. La terra pareva perdere a ora a ora la sua saldezza e liquefarsi; il cielo poteva mirarvi la sua malinconia riflessa da innumerevoli specchi quieti. E di qua, di là, per la scolorata riviera, come i Mani d'una gente scomparsa le statue passavano passavano.
  • Nascente luna, in cielo esigua come | il sopracciglio de la giovinetta | e la midolla de la nova canna, | sí che il più lieve ramo ti nasconde | e l'occhio mio, se ti smarrisce, a pena | ti ritrova, pel sogno che l'appanna, | Luna, il rio che s'avvalla | senza parola erboso anche ti vide; | e per ogni fil d'erba ti sorride, | solo a te.
  • O falce di luna calante | che brilli su l'acque deserte, | o falce d'argento, qual messe di sogni | ondeggia a 'l tuo mite chiarore qua giú! || Aneliti brevi di foglie | di fiori di flutti da 'l bosco | esalano a 'l mare: non canto non grido | non suono pe 'l vasto silenzïo va || Oppresso d'amor, di piacere, | il popol de' vivi s' addorme... | O falce calante, qual messe di sogni | ondeggia a 'l tuo mite chiarore qua giú!

Ramón Gómez de la Serna[modifica]

  • La luna depone un uovo nei telescopi che la guardano a lungo.
  • La luna è piena di abiti di suicidi.
  • La luna è un occhio di gatto; il grande gatto guercio della notte.
  • Spesso la luna si prova delle nuvole come se fossero dei cappelli.

Gianni Rodari[modifica]

  • Chissà se la luna | di Kiev | è bella | come la luna di Roma, | chissà se è la stessa | o soltanto sua sorella... || Ma son sempre quella! | – la luna protesta – | non sono mica | un berretto da notte | sulla tua testa! || Viaggiando quassù | faccio lume a tutti quanti, | dall'India al Perù, | dal Tevere al Mar Morto, | e i miei raggi viaggiano | senza passaporto.
  • Con te la luna è buona, | mia savia bambina: | se cammini, cammina | e se ti fermi tu | si ferma anche la luna | ubbidiente lassù. || È un piccolo cane bianco | che tu tieni al guinzaglio, | è un docile palloncino | che tieni per il filo: | andando a dormire lo leghi al cuscino, | la luna tutta notte | sta appesa sul tuo lettino.
  • Sulla Luna, per piacere, | non mandate un generale: | ne farebbe una caserma | con la tromba e il caporale. | Non mandateci un banchiere | sul satellite d'argento, | o lo mette in cassaforte | per mostrarlo a pagamento. | Non mandateci un ministro | col suo seguito di uscieri: | empirebbe di scartoffie | i lunatici crateri. || Ha da essere un poeta | sulla Luna ad allunare: | con la testa nella Luna | lui da un pezzo ci sa stare... | A sognar i più bei sogni | è da un pezzo abituato: | sa sperare l'impossibile | anche quando è disperato. | Or che i sogni e le speranze | si fan veri come fiori, | sulla Luna e sulla Terra | fate largo ai sognatori!

Sei Shōnagon[modifica]

  • C'è forse qualcosa di bello o d'interessante nella pioggia? Io penso di no. Eppure, quando piove in una notte in cui la luna è luminosa, ci sentiamo meravigliosamente inclini a ricordare giorni ormai lontani e a volare con l'immaginazione verso ciò che ci attende, anelando al futuro con un'intensità e una limpidezza di desiderio che non ha uguali. Se in quei momenti si presenta un amante che ci ha trascurate per dieci giorni o venti, o un mese, oppure un anno intero o sette o otto anni, ma di cui in quella notte ci siamo ricordate in modo vivido, anche se non ci troviamo in un luogo adatto e abbiamo da temere gli sguardi altrui, anche se dobbiamo restare in piedi, non lo congediamo prima di avergli parlato a lungo; se invece il luogo è adatto per ospitarlo, decidiamo certamente di accoglierlo in casa. C'è forse un momento più magico di una notte di luna, perché la nostra mente venga trasportata lontano e riviva, come se accadessero allora, gli episodi dei giorni irrimediabilmente perduti, sia tristi che gioiosi o curiosi?
  • Dopo la seconda decade del nono mese, durante un pellegrinaggio al tempio di Hase, mi accadde di sostare in una casa bellissima, dove, stanca del viaggio, subito mi addormentai. Mi svegliai che era già notte e i raggi della luna penetravano dalla finestra illuminando di bianchi riflessi la serica superficie delle vesti dei dormienti. Il mio cuore era commosso da tanto incanto e pensavo che non potevano essere che simili istanti a ispirare agli uomini la poesia.
  • La luna è meravigliosa quando, allo schiarire del cielo all'alba, si profila ancora lucente ma sottilissima sui monti a oriente.

Proverbi[modifica]

Italiani[modifica]

  • A luna scema non salare, a luna crescente non tosare.
  • Al quinto dì della luna vedrai quale mese avrai.
  • Alla luna di febbraio potar si deve.
  • Alla luna settembrina sette lune le s'inchina.
  • Bisogna fare il muso, secondo la luna.
  • Chi taglia a luna nuova, fa mala prova.
  • Gobba a levante, luna calante; gobba a ponente, luna crescente.
  • Gran vento di luna vecchia, porta buon tempo.
  • La luna è bugiarda; quando fa C, diminuisce e quando fa D, cresce.
  • La luna, non si cura dell'abbaiar dei cani.
  • La luna, regge il lume ai ladri.
  • La luna, se non riscalda, illumina.
  • L'anno di tredici lune, fa piangere i bimbi nelle cune.
  • Luna cerchiata, o vento o pioggia.
  • Luna di febbraio, madre di vendemmia.
  • Luna di grappoli a gennaio luna di racimoli a febbraio.
  • Luna mercolina è peggio di tempesta e brina.
  • Luna merculina, pioggia e tempesta.
  • Luna nuova, tre giorni in prova.[3]
  • Luna pallida annuncia la pioggia, la rossa marca il vento e la chiara promette il bel tempo.
  • Luna piena di Natale, gran siccità è male.
  • Non passa Carnevale senza luna di febbraio.
  • Quando la luna è tonda, essa spunta e il sol tramonta.
  • Quando la luna viene nei primi dieci dì, non è di quel mese lì.
  • Quando si va a messa di mezzanotte con la luna, chi ha due vacche ne venda una.
  • Se in luna nuova s'è feriti si tarda a guarire.

Toscani[modifica]

  • Donna e luna, oggi serena e domani bruna.
  • Luna mercurina tutto il ciel ruina.
  • Ogni granchio, ha la sua luna.

Istriani[modifica]

  • Cuorni a livante, louna calante; cuorni a punente, louna carsente.
Corno a levante, luna calante; corno a ponente, luna crescente.
  • Luna colegada, barca pareciada.
Luna velata, barca armata. [pronta a prendere il largo].
  • Quando la luna va in garbin – lassa le togne e tiente al vin.
Quando la luna va in garbino [sinonimo di libeccio], lascia le togne [4] e tieniti al vino.

Modi di dire[modifica]

Catalani[modifica]

  • Abbaiare alla luna.
  • Andare a lune.
  • Stare nella luna.
  • Stare nella luna di Valencia.
  • Voler far vedere la luna in un cesto.
  • Voler prendere la luna con i denti.

Note[modifica]

  1. La luna fa lume ai ladri, ai viandanti, ma non ai lavoranti. Alla luce della luna si lavora male la terra.
  2. Il primo e il secondo giorno (della lunazione) non significano nulla; il terzo è quello che indica (che tempo farà nel mese): se anche il quarto e il quinto sono simili, tutta la lunazione sarà uguale. Formula popolare di prognostico metereologico per le varie lune dell'anno.
  3. Formula popolare di previsione metereologica che deriva dall'originario proverbio latino: Prima et secunda nihil, tertia indicat: quarta et quinta talis, tota luna aequalis.
  4. Togna: attrezzo da pesca quadrangolare di sughero o legno sul quale si avvolge la lenza.

Bibliografia[modifica]

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]