Richard Bach

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Elaborazione fotografica ispirata a Il gabbiano Jonathan Livingston

Richard David Bach (1936 – vivente), scrittore statunitense.

Citazioni di Richard Bach[modifica]

  • Gli angeli hanno sempre detto queste cose: non preoccuparti, non temere, tutto andrà bene.[1]
  • Può forse | una distanza materiale separarci | davvero dagli amici? Se tu desideri essere | da Rae, non ci sei forse già?[2]
  • Un libro non è mai finito. È sempre lì, in attesa che qualcuno lo migliori ancora dopo una nuova lettura.[3]
  • Uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mai smesso di scrivere.[1]

Attribuite[modifica]

  • Se ami qualcuno lascialo libero. Se torna da te, sarà per sempre tuo, altrimenti non lo è mai stato.
If you love someone, set them free. If they come back they're yours; if they don’t they never were.
Nessuna prova che Bach abbia creato o usato tale frase.[4]

Biplano[modifica]

Incipit[modifica]

Come la sera della "prima" di una nuova vita, solo che è giorno, e al posto del sipario di velluto che si apre maestoso ci sono le porte di lamiera ondulata dell'hangar, che stridono nelle guide di cemento, più ingrippate che maestose. Dentro l'hangar, ancora sommerso nell'oscurità, con due grandi pozze di buio che ristagnano sotto le ali, e che evaporano man mano che si spalancano le grandi porte, c'è la nuova vita. Un biplano da museo.

Citazioni[modifica]

  • Mi chiedo se gli aeroplani non ci considerino come noi consideriamo i cani o i gatti: per ogni anno che loro invecchiano, noi invecchiamo di quindici o venti anni.
  • Come l'astronomia senza un telescopio può essere priva d'interesse, così lo è il cielo senza un aeroplano.
  • Con un aeroplano, si può imparare a conoscere il cielo come un vecchio amico, e a sorridere quando lo si vede.
  • Un pilota non può parlare delle meraviglie del cielo nemmeno all'essere più amato.
  • [...] i piloti vedono talvolta oltre la cortina, oltre il velo di velluto impalpabile e scoprono la verità che c'è oltre l'uomo, la forza che c'è oltre l'universo.
  • Sarebbe una bella cosa. Passare il tempo a fare sogni ad occhi aperti di giorno e svegliarsi per ritrovarsi circondati dalla notte.
  • Perché il cielo è l'unico mondo, letteralmente l'unico mondo che ci sia per un aeroplano e per l'uomo che lo conduce.
  • Ma ogni volta, ogni singola volta, l'avviamento del motore segna l'inizio del viaggio. Se volete farvi un'idea dell'avventura del volo, aspettate il momento in cui i motori cominciano a girare. In qualunque pagina della storia dell'aviazione, per qualsiasi tipo di aeroplano, in quell'istante c'è un frammento o un grosso blocco di avventura, di epopea e di fascino. Il pilota, nell'abitacolo, prepara se stesso e il suo aeroplano. In tutte le lingue, con un centinaio di termini diversi, viene il momento in cui una parola o un segnale hanno un unico significato: Vai. «Libero!»
  • [...] mentre assumiamo un assetto orizzontale e rettilineo, per condividere la gioia di altre macchine e di altri uomini che sono felici solo quando volano.
  • Vento e nuvola e cielo; comuni denominatori della perfezione, eterni. Puoi cambiare la terra. Estirpare l'erba, spianare le colline, versare su tutto questo una città. Ma puoi estirpare il vento? Seppellire una nuvola nel cemento? Deformare il cielo per adattarlo all'immagine che l'uomo se ne fa? Mai.
  • Ma non c'è bisogno di essere tanto sarcastici, perché quando dico che è scomparsa la perizia di un tempo non dico la verità. La perizia di un tempo e i vecchi tempi sono sempre lì per coloro che vogliono cercarli.
  • Se io non compissi il dovere elementare di curarlo quando le sue ruote sono sul terreno, non avrei mai il diritto di chiedergli un favore speciale, una volta ogni tanto, quando è in volo, Il favore, forse, di andare avanti anche se la pioggia si abbatte come un solido muro sul suo motore, o di resistere con i suoi tiranti e i suoi montanti ai vortici improvvisi e furiosi dei venti di montagna. E magari anche l'estremo favore di sfracellarsi sulle rocce di un deserto durante un atterraggio di fortuna, lasciando però che il suo pilota ne esca incolume.
  • Ricordo il consiglio che mi diede una volta un comandante di aviolinee. Mai dare ascolto alle previsioni dei meteorologi. Il tempo che c'è là è quello nel quale tu devi volare, e non saprai com'è fino a che non ti ci troverai dentro.
  • Non ho fretta, perché quelli che volano con un vecchio lento biplano non possono permettersi di avere fretta.
  • Questo è volare. La capacità di slanciarsi felici attraverso il cielo, di vedere il mondo che ci è familiare da tutti i punti di vista, o non vederlo affatto, di girare la testa e di passare un'ora in quell'altro mondo dove le colline, le pianure, le falesie, i laghi e le praterie sono fatti solo di nubi.
  • Ma quanto più lentamente voliamo, tanto più possiamo vedere la terra e apprezzarla.
  • Un aeroplano, specie un vecchio aeroplano, non può avere fretta.
  • [In riferimento al sud degli Stati Uniti] Ma dal cielo non si può vedere l'odio che lo dilania, e il Sud appare come una terra dolce e bella.
  • Bei posti. E anche bei momenti. Non momenti che " sono stati " belli, ma che sono belli.
  • Non è la circostanza che conta, ma la lezione appresa. Non il simbolo, ma il suo significato. Non ciò che è al di fuori, ma ciò che accade dentro.
  • La parola «aeroporto» serve spesso per definire un prato, accanto al quale un contadino tiene una pompa di benzina mimetizzata. In alcune parti del paese è un gioco diffuso, un'occasione per gareggiare: la Caccia all'Aeroporto.
  • Tutta la mia vita è modellata sugli esempi degli altri. Esempi da imitare, esempi da non seguire.
  • Imparo che dentro ognuno di noi dorme un essere che si risveglia solo nei momenti delle decisioni istantanee e delle azioni rapide.
  • [Con riferimento a Dallas] Questa è la città dove fu ucciso il presidente. Sono contento di non doverci atterrare.
  • Inoltre, ogni miglio percorso è un miglio di meno da percorrere.
  • In un vecchio aeroplano il decollo e l'atterraggio rappresentano momenti un po' critici, ma il volo in se stesso è il modo di viaggiare più semplice, più controllabile da... da sempre.
  • [...] appare subito chiaro al pilota, dopo poche ore di volo, che le organizzazioni aeronautiche si prendono troppo sul serio.
  • Ma quando sei incalzato dalla furia degli elementi che imperversa nel cielo, hai bisogno di tutte le armi di cui puoi disporre.
  • [Con riferimento alle correnti termiche ascensionali] Perciò l'uomo che guida un aeroplano, per essere il migliore dei piloti, deve credere nell'invisibile.
  • Ma se il pilota vola abbastanza a lungo e abbastanza lontano, viene il giorno in cui la differenza fra il credere e il non credere coincide con la differenza che passa fra il risolvere e il non risolvere un problema.
  • Non sono mai riuscito a scoprire dove vivano gli abitanti dei villaggi francesi, e ho lasciato l'Europa perplesso, come tutti gli altri piloti della mia squadriglia, continuando a chiedermi a chi servissero i villaggi e le case.
  • Come molti piloti, preferirei volare a diciassettemila metri con un aeroplano piuttosto che affacciarmi dal secondo piano di una casa.
  • L'amante dell'avventura che stava sonnecchiando si sveglia e dice: «Forse una battaglia? Che cosa ci aspetta? Che vedi laggiù? C'è speranza di ingaggiare una grande battaglia?»
  • Non è l'atterraggio di fortuna che preoccupa il pilota, ma l'incertezza del momento in cui avverrà.
  • Ignoro se gli automobilisti sappiano quanto sono importanti per gli aviatori. Sono fonte di gioia quando i venti di coda permettono all'aeroplano di superarli agevolmente. Fonte di gioia anche quando il traffico è intenso sulla strada e il pilota può sorpassare dieci macchine al secondo. Sono una presenza rassicurante nelle terre desolate, dove la loro apparizione rappresenta un segno di vita. E sono l'ultima risorsa quando, scomparsa la gioia, è necessario atterrare su un'autostrada e chiedere aiuto.
  • Urrah! Sento di nuovo sotto i piedi la terra, solida e morbida. E c'è una pompa di benzina! E un distributore della Coca-Cola! Fabens, Texas, non ti dimenticherò mai.
  • E poi venitemi a parlare di cielo sovraffollato. Ma forse i primi trecento metri non contano come cielo.
  • Potrei atterrare su quella pista nel senso della larghezza e mi avanzerebbe ancora spazio, ma a volte i pesanti aerei che partono dalla base devono sfruttare tutta la lunghezza della pista per poter decollare. Che razza di modo di volare.
  • La premura che mi spinge ad anteporre la California alle lezioni da imparare ha incrinato la fiducia che esisteva fra noi, e il biplano ha smesso di insegnarmi, o anche solo di consigliarmi, da prima che ci sorprendesse il temporale.
  • La prudenza e io non siamo andati troppo spesso a braccetto in questi ultimi giorni, ma dopo tutto qualche volta bisognerebbe anche seguirne i consigli.
  • L'unico motivo per cui non fuggo, gridando, è solo una questione di prospettiva: la capacità di sentirmi tanto grande da poter considerare quell'acqua come una cosa trascurabile e non pericolosa. E mentre la guardo, mi chiedo. può essere lo stesso con tutte le cose che incutono terrore?
  • Aeroplano, puoi farcela ancora? Ti sto chiedendo molto oggi, e non ho nemmeno controllato i tuoi longheroni e tutto il resto. Posso farcela, se puoi farcela tu, pilota. Le parole mi rintronano nel cervello come se fosse stata la mazza a spingercele. Il mio aeroplano è di nuovo con me! È un momento strano e meraviglioso. Un momento fantastico. Non combatto più da solo, combatto con il mio aeroplano. E lui, nel bel mezzo della battaglia, mi dà ancora una lezione. Fino a che il pilota crede nella sua battaglia, e continua a combattere, il suo aeroplano combatterà con lui. Quando il pilota crede che il suo aeroplano lo abbia abbandonato, o stia per abbandonarlo, allora cominciano i guai. Se non credi nel tuo aeroplano, non sarai mai un pilota.
  • Finalmente, nell'improvvisa quiete di un hangar scuro, uomo e biplano soli insieme, troviamo la nostra risposta al quesito del viaggio. Quattro parole. Ne valeva la pena.

Il gabbiano Jonathan Livingston[modifica]

Incipit[modifica]

Era di primo mattino,

e il sole appena sorto luccicava tremolando sulle scaglie del mare appena increspato.
A un miglio dalla costa un peschereccio arrancava verso il largo. E fu data la voce allo Stormo. E in men che non si dica tutto lo Stormo Buonappetito si adunò, si diedero a giostrare ed accanirsi per beccare qualcosa da mangiare. Cominciava così una nuova dura giornata.

Citazioni[modifica]

  • Ciascuno di noi è, in verità, un'immagine del grande gabbiano, un'infinita idea di libertà, senza limiti.
  • Raggiungerai il paradiso, allora, quando avrai raggiunto la velocità perfetta. Il che non significa mille miglia all'ora, né un milione di miglia, e neanche vuol dire volare alla velocità della luce. Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità perfetta, figlio mio, vuol dire solo esserci, esser là.
  • È buffo. Quei gabbiani che non hanno una meta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli invece che aspirano alla perfezione, anche senza intraprendere alcun viaggio, arrivano dovunque, e in un baleno.
  • Siamo liberi di andare dove ci aggrada e di essere quelli che siamo.
  • Noi dobbiamo lasciar perdere, scavalcare tutto ciò che ci limita.
  • Ma è vero! Io sono un gabbiano perfetto, senza limiti né limitazioni!
  • Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato.[5] Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.
  • Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che apprendiamo in questo. Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, e avrai anche là le stesse limitazioni che hai qui, gli stessi handicap.
  • Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano.
  • «..Poiché tu hai imparato tutto. Hai terminato un corso di istruzione, e ne incomincia un altro, per te. Adesso». Come aveva illuminato tutta quanta la sua vita, il lume dell'intelletto lo soccorse in quel momento, e lui capì. Avevano ragione quegli uccelli. Lui poteva volare, sì, più in alto. Ed era l'ora, sì di andare a casa. Abbracciò con un ultimo sguardo il suo cielo, i magnifici campi del cielo, dove aveva imparato molte cose.
    «Sono pronto» disse alfine.
    E il gabbiano Jonathan Livingston fece prua verso l'alto, scortato da quei due splendidi uccelli, e scomparvero insieme nella notte.
  • Più alto vola il gabbiano, e più vede lontano.
  • Bisogna esercitarsi a vedere la bontà che c'è in ognuno.
  • «Che dici mai? Sully, vergogna!» lo rimproverò Jonathan. «Via, non dire sciocchezze! Cosa studiamo a fare, tutto il giorno? Se la nostra amicizia dipendesse da cose come lo spazio e il tempo, allora, una volta superati spazio e tempo, noi avremmo anche distrutto questo nostro sodalizio! Non ti pare? Ma se superi il tempo e lo spazio, non vi sarà nient'altro che l'Adesso e il Qui, il Qui e l'Adesso. E non ti sa che, in questo Hic et Nunc, noi avremo occasione di vederci, eh, ogni tanto?»

Illusioni[modifica]

Incipit[modifica]

  1. Discese nel mondo un maestro, nato nella terra santa dell'Indiana, cresciuto sulle mistiche alture ad est di Fort Wayne
  2. Il maestro imparò nelle scuole pubbliche dell'Indiana le cose di questo mondo, e poi crescendo il mestiere di meccanico riparatore di automobili.
  3. Ma il maestro possedeva cognizioni di altri paesi e di altre scuole, grazie ad altre vite da lui vissute. Ricordava queste ultime e ricordando divenne savio e forte, per cui altri si resero conto della sua forza e a lui si rivolsero per essere consigliati.

Citazioni[modifica]

  • Imparare significa scoprire quello che già sai. Fare significa dimostrare che lo sai. Insegnare è ricordare agli altri che sanno bene quanto te. Siete tutti allievi, praticanti, maestri.
  • Il tuo solo dovere in ogni esistenza è di essere fedele a te stesso. Essere fedele a chiunque altro, o a qualsiasi altra cosa, non soltanto è impossibile, ma il segno di un falso Messia.
  • Le domande più semplici sono le più profonde. Dove sei nato? Dov'è la tua casa? Dove stai andando? Che cosa stai facendo? Pensa a queste cose di quando in quando, e osserva le tue risposte cambiare.
  • Tu insegni meglio ciò che più hai bisogno di imparare.
  • Gli amici ti conosceranno meglio nel primo minuto dell'incontro di quanto gli estranei possano conoscerti in mille anni.
  • Il modo migliore per evitare responsabilità consiste nel dire: «Ho avuto responsabilità».
  • Sei guidato nella tua esistenza dalla creatura interiore capace di apprendere dal gaio essere spirituale che è il tuo vero Io. Non voltare le spalle a futuri possibili prima di essere certo che non hai niente da imparare da essi. Sei sempre libero di cambiare idea e di scegliere un avvenire diverso, o un diverso passato.
  • Non esiste nulla che sia un problema senza un dono per te nelle mani. Tu cerchi problemi perché hai bisogno dei loro doni.
  • Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto.
  • Cavilla sui tuoi limiti e senza dubbio ti apparterranno.
  • Mai ti si concede un desiderio senza che inoltre ti sia concesso il potere di farlo avverare. Può darsi che tu debba faticare per questo, tuttavia.
  • Il mondo è il quaderno degli esercizi, le pagine sulle quali esegui le somme. Non è realtà, sebbene tu possa esprimere la realtà in esso qualora lo desideri. Sei inoltre libero di scrivere assurdità, o menzogne, o di strappare le pagine.
  • Il peccato originale consiste nel limitare l'Essere. Non lo commettere.
  • Se ti eserciterai ad essere immaginario per qualche tempo, capirai che i personaggi immaginari sono talora più reali delle persone con un corpo e i battiti cardiaci.
  • La tua coscienza è il metro della schiettezza del tuo egoismo. Ascoltala attentamente.
  • Ogni persona, tutti gli eventi della tua vita sono lì perché tu li hai attratti lì. Quello che decidi di fare con essi dipende da te.
  • La verità che tu dici non ha passato né futuro. È e non deve essere altro.
  • Ecco una prova per accertare se la tua missione sulla terra è compiuta. Se sei vivo non lo è.
  • Per poter vivere libero e felicemente devi sacrificare la noia. Non sempre è un facile sacrificio.
  • Non lasciarti sgomentare dagli addii. Un addio è necessario prima che ci si possa ritrovare. E il ritrovarsi dopo momenti o esistenze, è certo per coloro che sono amici.
  • L'indizio della tua ignoranza è l'intensità con cui credi nell'ingiustizia e nella tragedia. Quella che il bruco chiama la fine del mondo, il maestro la chiama una farfalla.
  • Quanto più mi piace fare qualcosa, tanto meno lo chiamo lavoro.

Le ali del tempo[modifica]

Incipit[modifica]

Il problema era il portello. Non c'era verso che rimanesse aperto.
Il portello di un Piper Cub è formato da due pezzi: la metà superiore ampia e trapezoidale, parzialmente in plexiglas per consentire la visibilità; la metà inferiore ricoperta di tela gialla come il resto dell'aereo. Quest'ultima non pone problemi perché appena sganciata si rovescia in giù e resta bloccata dal suo stesso peso. Ma l'altra ruota su se stessa aprendosi verso l'alto ed è dotata di un piccolo dispositivo di fermo che tiene spalancato il portello quando il pilota o il passeggero entrano o escono dall'abitacolo. Tale dispositivo tiene bloccato il portello in posizione aperta anche durante la fase di rullaggio e di decollo.

Citazioni[modifica]

  • Tuffarsi in quel vento... Ecco perché quelli come me se la godono sugli aerei.
  • Non sono un incompetente, sono un genio del design.
  • La nostra capacità di riconoscere qualsiasi oggetto fallisce dopo se si dispone di meno di mezzo secondo. Per gli oggetti geometrici, se si ha a disposizione meno d'un cinquantesimo di secondo. Ma la percezione d'un sorriso rimarrà in noi dopo che è balenato per non più d'un millesimo di secondo, tanto è sensibile la nostra mente alla vista del volto umano.

Alla ricerca dell'ispirazione[modifica]

  • Ascolta la tua vita. [...] Ti sta dicendo tutto quello che hai bisogno di sapere su cosa puoi fare del tuo futuro.
  • «Che differenza c'è tra dedizione e ostinazione
    «Be'» rispose «direi che chi è dedito è in sintonia con la vita, mentre chi è ostinato no!»
  • Il talento è un dono meraviglioso, ma imparare a usarlo è davvero un'impresa.
  • Lo scopo della tua vita è dare il meglio di te.
  • Usando la penna come una bacchetta magica, realizzava l'incantesimo: più la frase è breve, più è densa di significato.

Un ponte sull'Eternità[modifica]

  • Finché non farai spazio nella tua vita per qualcuno altrettanto importante quanto te stesso, sarai sempre solo solo, in pena, e smarrito.
  • L'opposto di solitudine [...] non è stare insieme. È stare in intimità.
  • Non si fanno mai sbagli. Gli eventi che ci tiriamo addosso, per sgradevoli che siano, sono necessari al fine di apprendere quello che imparare dobbiamo.
  • Se vuoi la magia, togliti l'armatura! La magia è molto più forte dell'acciaio!

Note[modifica]

  1. a b Da Un dono d'ali.
  2. Da Nessun luogo è lontano.
  3. Da Prefazione alla seconda edizione (1972) in Straniero alla terra, p. 8.
  4. Garson O'Toole, Hemingway Didn't Say That. The Truth Behind Familiar Quotations, Little A, New York, 2017.
  5. Cfr. «L'essenziale è invisibile agli occhi» (Antoine de Saint-Exupéry).

Bibliografia[modifica]

  • Richard Bach, Alla ricerca dell'ispirazione (Writer Ferrets: Chasing the Muse), traduzione di Cesare Avanzi, Rizzoli, 2004.
  • Richard Bach, Biplano, traduzione di Argia Micchettoni, Rizzoli, 1974.
  • Richard Bach, Il gabbiano Jonathan Livingston (Jonathan Livingston seagull, 1970), traduzione di Pier Francesco Paolini, Rizzoli, 1987.
  • Richard Bach, Illusioni. Le avventure di un Messia riluttante (Illusions the adventures of a reluctant Messiah, 1977), traduzione di Bruno Oddera, Rizzoli, 1987.
  • Richard Bach, Le ali del tempo (Out of My Mind, 1999), traduzione di Francesca Bandel Dragone, illustrazioni di Richard Murphy, Rizzoli, Perugia 1999.
  • Richard Bach, Nessun luogo è lontano, traduzione di Pier Francesco Paolini, Rizzoli, 1980.
  • Richard Bach, Straniero alla terra (Stranger to the Ground, 1963), traduzione di Paola e Alberto Cercereri, Superbur, Milano, 1987. ISBN 88-17-11323-9
  • Richard Bach, Un dono d'ali (A Gift of Wings), traduzione di Carlo Zorzoli, Rizzoli, 1987.
  • Richard Bach, Un ponte sull'Eternità, traduzione di Pier Francesco Paolini, Rizzoli.

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Opere[modifica]