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Rivoluzione ucraina del 2014

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Folla a Kjiv il 21 febbraio

Citazioni sulla rivoluzione ucraina del 2014, nota anche come rivoluzione di Maidan e rivoluzione della dignità.

Citazioni

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  • A Kiev, nel 2014, c'ero anch'io. Non c'è stato nessun colpo di Stato. Il presidente Yanukovych ha fatto aprire il fuoco contro centinaia dei suoi concittadini ed è stato sospeso dall'incarico dal parlamento ucraino democraticamente eletto, che comprendeva il suo stesso schieramento politico, il partito delle regioni. (Radosław Sikorski)
  • Abbiamo vinto. La dittatura è caduta. (Julija Tymošenko)
  • Chi non l'ha già fatto, vada a vedersi su Netflix il bellissimo documentario Il lungo inverno, quello del 2014, quando il popolo di Kiev passò un centinaio di notti sulla neve e tra i fuochi, assediato da una polizia assassina che ne falciò più di cento, tutti ragazzi e ragazzini che morirono avvolti nelle bandiere insanguinate dell'Unione Europea: quella bandiera azzurra con le stelle che, in fondo, a nessuno di noi fa battere particolarmente il cuore. E morivano così, mentre una pianista suonava una "Polacca" di Chopin su un pianoforte bianco installato su un mucchio di neve e loro morivano ogni notte per manifestare contro un dittatore fantoccio installato da Putin affinché con un colpo di mano e tradendo gli impegni presi col Parlamento, fece saltare l'ultimo passaggio affinché l'Ucraina fosse ammessa nell'Unione Europea. (Paolo Guzzanti)
  • Dal 2015 [successivamente alla rivoluzione ucraina del 2014], gli ucraini, passo dopo passo, legge dopo legge, hanno danneggiato e ridotto i diritti della comunità nazionale ungherese. Il fatto è che hanno tolto all'etnia ungherese il diritto di accedere all'intero spettro dell'istruzione in lingua nazionale. Questo non solo viola gli accordi bilaterali a tale livello, ma anche le leggi dell'Unione Europea, mettendo in discussione molte delle intenzioni dichiarate dall'Ucraina. Quando è iniziata la guerra, abbiamo messo tra parentesi l'intera questione. Non l'abbiamo dimenticata, l'abbiamo solo messa tra parentesi. Perché ritenevamo che non fosse corretto porre questa domanda durante una guerra. Poi, di recente, l'Ucraina ha adottato un'altra legge sulle minoranze nazionali, una legge che ha ulteriormente peggiorato la situazione delle minoranze nazionali. E hanno tolto più diritti alle minoranze nazionali. (Péter Szijjártó)
  • Dopo la Rivoluzione della dignità ci fu un impulso verso la democratizzazione del sistema politico per l'impegno della società civile ucraina, che è diventata molto più influente ed è stata in grado di far pressione su Petro Porošenko, l'oligarca eletto presidente nel 2014. Con l'Unione Europea, e anche il Fondo Monetario Internazionale, si è creato il classico modello a "sandwich" in cui la società civile dal basso e le organizzazioni internazionali dall'esterno spingono i governi a fare le riforme. Molte nuove leggi sono state promulgate, a partire da quelle contro la corruzione, mentre sono state create istituzioni quali l'Ufficio anticorruzione e la Procura contro la corruzione. Questi sono stati tra i maggiori risultati dell'Euromaidan: il potenziamento della società civile e l'allontanamento del sistema politico ucraino dal modello di corruzione sistemica largamente presente nello spazio post-sovietico. (Andreas Umland)
  • Ero contenta della vittoria degli ucraini. Bisogna imparare da loro, pensavo. Magari anche noi, un giorno, avremmo avuto una possibilità.
    Mia madre mi telefonava e diceva: è un bene che tu non sia lì, Dio ti ha salvata.
    – Da che cosa?
    – Hai idea di quanti nazisti ci sono laggiù? Ti avrebbero impiccata perché sei russa.
    – Ma cosa dici, mamma?
    – Quelli odiano tutto ciò che è russo. L'Europa è il bene, noi i nemici. È contro la Russia, la rivoluzione. Ma come, non lo sai?
    – E tu dove l'hai sentito?
    – Alla tv.
    – Io leggo quello che scrivono i miei colleghi. Che sono russi. E nessuno li ha impiccati.
    – Solo perché voi siete un giornale antirusso. Solo per questo.
    – Io non sono antirussa, mamma.
    – Urlano: Chi non salta moskal' è! E saltano, saltano tutti!
    – E quindi? Hanno freddo. Si scaldano così.
    – E quindi, dici? Ma non ti senti offesa?
    – Non me ne frega niente di cosa urlano a Kyiv.
    – Vero, cosa vuoi che ti importi, a te! Per te quello è un Paese straniero. Io me lo ricordo bene, invece, di quando Kiev era nostra.
    E abbiamo riattaccato. Probabilmente lei è andata a farsi un tè, nel suo appartamento vuoto, o ad accarezzare il gatto bianco. Per poi tornare davanti allo schermo. Io ho acceso una sigaretta e ho pensato: cazzo, ma bisognava regalarle proprio una tv? (Elena Kostjučenko)
  • Ho sentito dire che gli eventi di piazza Maidan hanno provocato l'intervento della Russia in Ucraina. Non è così. L'intervento russo può scatenarsi ovunque. Anzi, consiglio agli europei di non pensare che possa succedere solo agli altri. La Russia ha invaso la Georgia, senza che ci fosse Maidan. (Salomé Zourabichvili)
  • I cadaveri insanguinati dei giovani uccisi erano coperti dalle bandiere dell'Unione Europea con il circolo delle stelle dorate in campo blu che siamo abituati a vedere soltanto in luoghi o situazioni ufficiali. Nessuno di noi europei occidentali è in grado di immaginare una generazione di liceali e giovani lavoratori che sfida la morte indossando la bandiera dell'Europa ma in Ucraina è successo, perché gli ucraini nati all'inizio degli anni novanta e alla fine degli Ottanta, non sapeva nulla dell'Urss e non aveva, come non ha, alcun sentimento positivo nei confronti della Russia, ma soltanto paura. (Paolo Guzzanti)
  • Il Maidan non ha portato l'Ucraina più vicina alla democrazia e al progresso. Con il colpo di Stato, i nazionalisti e le forze politiche che li sostenevano hanno finalmente portato la situazione a un punto morto e hanno spinto l'Ucraina nell'abisso della guerra civile. (Vladimir Putin)
  • Il popolo ha vinto. Abbiamo combattuto per il nostro futuro, ma è solo l’inizio della battaglia. (Vitalij Klyčko)
  • In quella piazza europea, nel novembre 2013, gli abitanti di Kiev si diedero appuntamento per protestare contro la decisione di Janukovyč, dettata dal Cremlino, di fermare il percorso europeo nonostante il fantoccio di Mosca in campagna elettorale avesse promesso il contrario. A Maidan si riunirono al grido «l'Ucraina è in Europa» e sventolarono le bandiere europee in modo gioioso e toccante, in particolare per noi che diamo per scontata l'appartenenza all'Europa, anzi diamo anche spazio televisivo a quei cretini dell'Italexit. (Christian Rocca)
  • L'Ucraina è Europa. Lo è per la storia, per la volontà e, dopo la rivolta di Maidan, per il sangue versato dalla Centuria Celeste di giovani donne e giovani uomini caduti sotto la mitraglia delle forze di repressione filoputiniane stringendo fra le braccia la bandiera stellata dell'Unione. (Bernard-Henri Lévy)
  • Le persone, per tre mesi, sono rimaste nelle piazze d'inverno, al freddo estremo e non se ne andavano nemmeno quando venivano attaccati. Anzi, arrivarono altre persone quando chi era in piazza fu attaccato. Arrivarono le madri, e quando aprirono il fuoco, nessuno se ne andò. È diventata la storia del Paese, cioè essere disposti a sacrificarsi per la libertà. (Maša Gessen)
  • Maidan è il successo della democrazia ucraina che ha presentato e presenta a Putin una grande sfida, che è molto più grave di qualsiasi cosa la NATO potrebbe mai inventare. (Serhij Plochij)
  • Maidan - o la Rivoluzione della dignità, come preferisco chiamarla io - scoppiò nel 2014 quando Viktor Yanukovich decise di non firmare l'accordo d'associazione dell'Ucraina all'Unione europea. Le chiedo: dove sta il nazionalismo, o il nazismo, qui? La nostra rivoluzione aveva lo scopo di farci tornare alla casa europea: questa non è Unione sovietica, questa è Europa. E chi dice che fu un putsch, non conosce i fatti: per ribellarsi al regime filorusso di Yanukovich, gli ucraini hanno perso la loro vita. L'hanno fatto per l'Europa, per uscire dall'era post-sovietica: che golpe sarebbe, quello di gente che muore in piazza? (Julija Tymošenko)
  • Negli ultimi mesi l'Ucraina ha pagato al più alto prezzo per far diventare realtà il sogno europeo, deve essere valso qualcosa, ad esempio una semplice dichiarazione da parte dell'Unione europea che quando l'Ucraina sarà pronta, potrà entrare. Una dichiarazione che all'Unione europea non costerebbe nulla ma per il mio paese vorrebbe dire tutto. (Petro Oleksijovyč Porošenko)
  • Nel chiamare "fascisti" e "nazisti" TUTTI i manifestanti di Majdan che a febbraio hanno rovesciato Janukovic, la Russia di Putin ha riesumato una semplificazione ideologica tipica dell'URSS, ripresa con zelo in molte parti d'Europa, Italia compresa. Diciamo che non è certo un segreto per nessuno che i vari Pravi sektor nutrano idee di estrema destra, che si siano organizzati anche dal punto di vista paramilitare e che abbiano partecipato attivamente agli eventi degli ultimi sei mesi, anche con ronde e spedizioni punitive in varie parti del Paese. Ma sostenere che tutti i manifestanti fossero di destra e, soprattutto, che questo li unisca idealmente alle infamie commesse dagli Ucraini nella Seconda guerra mondiale è una falsificazione degna del miglior KGB, dal quale, peraltro, il Presidente russo proviene. A Majdan c'erano moltissime tendenze e organizzazioni del più vario orientamento, dalle donne di Femen ai gruppi religiosi, dai movimenti gay agli ecologisti. Definirli tutti di destra equivale a definire di destra il movimento che rovesciò il comunismo in Cecoslovacchia nel novembre del 1989, cosa che nessuno ha mai seriamente osato fare. (Federigo Argentieri)
  • Non ho mai sentito in vita mia una tale quantità di porcherie nei miei confronti e verso i miei cari come in questi pochi ultimi mesi.
    Durante il Majdan «fascista e giudeobanderista» in nessuna circostanza e in nessun luogo è mai capitato che qualcuno mi chiedesse di quale nazionalità fossi. A quelli del Settore Destro che, spalla a spalla, lottavano sulle barricate insieme a russi, ebrei, tartari di Crimea, armeni non gliene poteva fregare di meno. Se ne infischiavano altamente. Era altro che a loro interessava.
    Invece, in Patria... [...] Adesso sono diventato per la Patria un ebreo, un chochol, un banderista, una quinta colonna e un traditore della nazione. (Arkadij Babčenko)
  • Non mi dimetto, è in corso un colpo di Stato simile alla crisi politica che avvenne in Germania con l'ascesa dei nazisti. (Viktor Janukovyč)
  • Per tutta la durata delle proteste di Euromaidan, le autorità russe lanciarono accuse sempre più isteriche circa l'ingerenza di "agenti stranieri". Benché mancasse il minimo straccio di prova, il Cremlino accusò più volte i cittadini ucraini di essere stati addestrati e armati dall'America e di aver pianificato un golpe violento. Questo atteggiamento ricordava ciò che l'Unione sovietica pensava dei dissidenti: se eri contro di loro era soltanto perché eri una spia straniera, oppure perché eri pazzo. Il Cremlino non poteva accettare che gli ucraini, il popolo più vicino ai russi, stessero combattendo per la libertà. Come per la Georgia, sarebbe stato un cattivo esempio, che avrebbe potuto dare ai russi degli spunti pericolosi. (Garri Kasparov)
  • Questo colpo di Stato è opera di nazionalisti, neonazisti, russofobi e antisemiti, che continuano a dettare l’agenda in Ucraina. [...] Al momento, in Ucraina non c’è nessuna legittima autorità esecutiva, nessuno con cui parlare. Diverse agenzie governative sono state conquistate da impostori che non hanno alcun controllo del paese, mentre essi stessi – voglio sottolinearlo – sono sovente controllati dai radicali. Spesso, per incontrare alcuni ministri dell’attuale governo c’è bisogno di un permesso speciale dei militanti di Majdan. Non è uno scherzo, è la realtà. (Vladimir Putin)
  • Un anno fa, molti di voi hanno creduto sinceramente nella distruzione del potere oligarchico e nel ritorno della dignità al popolo. Come risultato, dei ladri sono venuti al posto di altri ladri – più assetati di sangue. (Aleksej Mozgovoj)
  • Ciò che dico viene sostenuto da larga parte della sesta parte del mondo, la Russia. Cose che vengono taciute dai nostri media occidentali, in gran parte corrotti e strumentalizzati. In Ucraina è avvenuto un colpo di Stato, illegale, violento, organizzato da forze esterne. Non rappresenta assolutamente la volontà del popolo ucraino. Se tutto il popolo fosse stato d’accordo non ci sarebbe stata la secessione della Crimea e la guerra civile che c’è adesso.
  • L’Ucraina aveva già la possibilità di essere indipendente, con Janukovyc. È vero che era costretto ad accettare alcune posizioni russe, e bisogna dire che era un oligarca. Ma rispecchiava bene il popolo ucraino. Ciò che è avvenuto adesso, la rivoluzioni populista, è dovuto al lavoro di agenzie esterne, che hanno strumentalizzato il populismo creando una guerra.
  • Non dubito che tanti ragazzi di Maidan volevano il bene della loro patria. Ma sono stati strumentalizzati: Lenin chiamava persone del genere "utili idioti". Possono avere tutte i buoni propositi che vogliono ma ammazzano persone civili e partecipano a uno scempio sulla propria terra. Combattono cittadini della loro stessa terra ed è la cosa peggiore che c'è. Un uomo, un guerriero, deve difendere la propria terra dagli esterni, loro si sono messi insieme a gente venuta da fuori, da Washington, per insegnare i nuovi valori, e si sono fatti strumentalizzare e uccidono i loro fratelli, gente che crede nello stesso Dio. Lavorando, in questo modo, per chi crede in McDonald’s e Shell.

Citazioni in ordine temporale.

  • Un memorandum che circolò nell'amministrazione presidenziale russa ai primi di febbraio, evidentemente basato sul lavoro di Girkin, preannunciò il cambio di rotta nella linea politica. Partiva dalla premessa che «il regime di Janukovyč è sul lastrico. L'appoggio diplomatico, finanziario e propagandistico da parte dello Stato russo non ha più alcun senso». Gli interessi russi in Ucraina, proseguiva il documento, erano il complesso militare-industriale nel Sudest del Paese e il «controllo del sistema di trasporto del gas» sull'intero territorio nazionale. L'obiettivo principale della Russia doveva essere «la disgregazione dello Stato ucraino». La tattica proposta consisteva nello screditare con la violenza sia Janukovyč sia l'opposizione, invadendo al tempo stesso l'Ucraina meridionale e destabilizzando lo Stato. Il memorandum elencava tre strategie propagandistiche volte a giustificare l'intervento russo: 1) pretendere che l'Ucraina entrasse nelle federazione nell'interesse di una minoranza russa vittima di presunte oppressioni, 2) definire fascisti gli oppositori dell'invasione russa e 3) presentare l'invasione come una guerra civile fomentata dall'Occidente.
    In un documento programmatico del 13 febbraio 2014, l'Izborsk Club ripeté il contenuto del memorandum riservato del Cremlino. Il Maidan avrebbe potuto spingere i russi all'azione e pertanto era intollerabile; Janukovyč era spacciato; perciò la Russia doveva invadere l'Ucraina e prendere ciò che poteva. Come per il memorandum presidenziale, il concetto fondamentale era che la Russia dovesse impossessarsi di alcuni territori ucraini e poi aspettare il crollo dello Stato. L'Izborsk Club propose anche che le emittenti televisive russe giustificassero l'intervento in Ucraina con la finzione deliberata e premeditata di «un imminente colpo di Stato fascista»; in effetti, questo sarebbe stato uno dei cardini della propaganda russa dopo l'inizio della guerra.
  • Al contrario di ciò ce la propaganda russa volle far credere a determinate fasce di pubblico, si può dimostrare che queste persone non erano fascisti, nazisti o membri di un complotto internazionale, fosse esso gay, giudaico o nazista. Si possono evidenziare le finzioni e le contraddizioni. Ma non basta. Queste dichiarazioni non erano tesi logiche o valutazioni fattuali, bensì un tentativo calcolato di smontare la logica e la fattualità. Una volta sciolti gli ormeggi intellettuali, fu facile per i russi (e per gli europei, e per gli americani), dare credito ai racconti prezzolati propinati dalla televisione, ma fu impossibile comprendere le persone nel loro contesto: capire da dove venissero, cosa pensassero di fare, che tipo di futuro immaginassero per se stesse.
  • Sul Maidan c'erano sicuramente rappresentanti di gruppi di destra, anzi di estrema destra, e furono importanti nell'autodifesa del movimento quando il governo cominciò a torturare e a uccidere. Il partito Svoboda, tuttavia, perse gran parte dei suoi sostenitori durante il Maidan. Il Settore destro, un nuovo gruppo, riuscì a mettere insieme solo trecento persone circa. Nuove organizzazioni di destra si formarono dopo l'invasione e combatterono contro l'esercito russo e i separatisti nell'Est. Nel complesso, però, la cosa straordinaria fu che la guerra spinse l'opinione popolare verso il nazionalismo radicale molto meno di quanto accadde nel Paese invasore. L'estrema destra non diede il via al Maidan, non fu mai una maggioranza e non decise come il potere sarebbe passato di mano alla fine.
  • Un colpo di Stato prevede l'intervento dell'esercito, della polizia o di entrambi. L'esercito ucraino rimase nelle caserme e la polizia antisommossa combatté contro i dimostranti fino alla fine. Anche quando Janukovyč fuggì, nessun membro dell'esercito, della polizia o dei ministeri esecutivi tentò di prendere il potere, come sarebbe accaduto durante un colpo di Stato. La fuga di Janukovyč in Russia mise i cittadini e i legislatori ucraini in una situazione insolita: un capo di Stato, durante l'invasione del suo Paese, cercò rifugio permanente nel Paese invasore. Era una circostanza senza precedenti giuridici. L'agente della transizione fu un parlamento del governo provvisorio.
  • Le persone che mettono in atto un colpo di Stato non chiedono una riduzione del potere del ramo esecutivo, ma questo è ciò che successe in Ucraina. Le persone che mettono in atto un colpo di Stato non chiedono le elezioni per cedere il potere, ma questo è ciò che successe in Ucraina. Le elezioni presidenziali del 25 maggio 2014 furono vinte da Petro Porošenko, un russofono centrista dell'Ucraina meridionale, più famoso come produttore di cioccolato. Se in quel momento ci fu qualcosa di simile a un colpo di Stato, fu il tentativo russo di hackerare la Commissione elettorale centrale dell'Ucraina per proclamare la vittoria di un politico di estrema destra, e il relativo annuncio sulla televisione russa.
  • Ciò che sta avvenendo oggi in Ucraina non è solo il proseguimento di quella rivoluzione arancione del 2004 che non si è chiusa evidentemente con la vittoria politica di Yanukovych. È qualcosa di più: è un movimento trasversale, che va al di là degli stessi partiti di opposizione.
  • I giocatori sono la Russia di Putin, il governo ucraino di Yanukovych e l’Unione Europea, i cui piani sono stati sconvolti dall'intervento così massiccio e continuato dell'"inatteso": il movimento di massa che ha messo in crisi i giochi di vertice, tanto che se anche dovesse vincere Putin, e cioè se l’Ucraina restasse nella sfera russa, quella del capo del Cremlino sarebbe sì una vittoria, ma una vittoria di Pirro...
  • Ci si può domandare se il presidente ucraino si sia comportato come un giocatore di poker che ha bleffato prima, quando dichiarava la sua volontà d’integrazione europea, oppure se anche lui abbia creduto di potersi svincolare dall’abbraccio russo

Voci correlate

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