Giuseppe Moscati

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Giuseppe Moscati

San Giuseppe Moscati (1880 – 1927), medico italiano.

Citazioni di Giuseppe Moscati[modifica]

  • Di questa forma di poliartrite si dà un caso per mille; in tutta la mia carriera ne ho incontrato uno solo ed è morto in concetto di santità; auguro anche a lui lo stesso e, come vedo, c'è da sperarlo.[1] [dopo una visita a Giacomo Gaglione]

Giuseppe Moscati[modifica]

Volume sconosciuto[modifica]

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  • La prima medicina, l'infinito Amore.
  • La scienza ci promette il benessere e tutto al più il piacere; la religione e la fede ci danno il balsamo della consolazione e la vera felicità, che è una cosa sola con la moralità e col senso del dovere.
  • Il medico si trova poi in una posizione di privilegio, perché si trova tanto spesso a cospetto di anime che, malgrado i loro passati errori, stanno lì lì per capitolare e far ritorno ai principi ereditati dagli avi, stanno lì ansiose di trovare un conforto, assillate dal dolore. Beato quel medico che sa comprendere il mistero di questi cuori e infiammarli di nuovo. Ma è indubitato che la vera perfezione non può trovarsi se non estraniandosi dalle cose del mondo, servendo Iddio con un continuo amore, e servendo le anime dei propri fratelli con la preghiera, con l'esempio, per un grande scopo, per l'unico scopo che è la loro salvezza.
  • Oh se i giovani, nella loro esuberanza, sapessero che le illusioni d'amore, per lo più frutto di una viva esaltazione dei sensi, sono passeggere! E se un Angelo avvertisse loro, che giurano così facilmente eterna fedeltà a illegittimi affetti, nel delirio di cui sono presi, che tutto quello che è impuro amore deve morire, perché è un male, soffrirebbero meno e sarebbero più buoni. Ce ne accorgiamo in età più inoltrata, quando ci avviciniamo per le umane vicende, per caso, al fuoco che ci aveva infiammati e non ci riscalda più.

Marranzini, Volume 1[modifica]

  • Ama la verità, mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paura e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e tua vita, e tu sii forte nel sacrificio. (volume 1, p. 70)
  • Sono pronto a coricarmi nel letto stesso dell'ammalato! (volume 1, p. 108)
  • Ho creduto che tutti i giovani meritevoli, avviatisi tra le speranze, i sacrifici, le ansie delle loro famiglie, alla via della medicina nobilissima, avessero diritto a perfezionarsi, leggendo in un libro che non fu stampato in caratteri neri su bianco, ma che ha per copertura i letti ospedalieri e le sale di laboratorio, e per contenuto la dolorante carne degli uomini e il materiale scientifico, libro che deve essere letto con infinito amore e grande sacrificio per il prossimo. Ho pensato che fosse debito di coscienza istruire i giovani, aborrendo dall'andazzo di tenere misterioso gelosamente il frutto della propria esperienza, ma rivelarlo a loro. (volume 1, pag. 135)
  • Io cerco di meritare coi fatti la fiducia in me riposta, e sono lieto portare anche il modesto contributo all'azione con efficacia esplicata dagli eccellenti sanitari di cotesta Opera Pia. (volume 1, p. 146)
  • Ricordatevi che con la medicina vi siete assunto la responsabilità di una sublime missione. Perseverate, con Dio nel cuore, con gli insegnamenti di vostro padre e di vostra mamma sempre nella memoria, con amore e pietà per i derelitti, con fede e con entusiasmo, sordo alle lodi e alle critiche, tetragono all'invidia, disposto solo al bene. (volume 1, pp. 243-244)
  • E poi noi altri medici che cosa possiamo? Ben poco! E perciò, non potendo soccorrere il corpo, soccorriamo l'anima, e di fronte ai casi disgraziati, ricordiamo i doveri dello spirito che ci provengono dalla fede dei nostri padri! (volume 1, p. 244)
  • Abbiate, nella missione assegnatavi dalla Provvidenza vivissimo sempre il senso del dovere: pensate cioè che i vostri infermi hanno sopreattutto un'anima a cui dovete sapervi avvicinare, e che dovete avvicinare a Dio; pensate che vi incombe l'obbligo di amore allo studio, perché solo così potrete adempiere al grande mandato di soccorrere le infelicità. Scienza e fede! (volume 1, p. 245)
  • Perseverate nell'amore alla verità, a Dio che è la verità medesima, a tutte le virtù e così potrete espletare il vostro esercizio professionale, come una missione. (volume 1, p. 252)
  • Il successo dipende da se stessi. (volume 1, pp. 257-258-259)
  • Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo, in alcuni periodi; e solo pochissimi uomini son passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell'eternità della vita, in cui la morte non è che una tappa, una metamorfosi per un più alto ascenso, se si dedicheranno al bene. (volume 1, pp. 259-260)
  • Ho qui sul mio tavolino, tra i primi fiori di primavera, il ritratto di vostra figlia, e mi soffermo, mentre vi scrivo, a meditare sulla caducità delle umane cose! Bellezza, ogni incanto della vita passa... Resta solo eterno l'amore, causa di ogni opera buona, che sopravvive a noi, che è speranza e religione, perché l'amore è Dio. Anche l'amore terreno Satana cercò d'inquinare, ma Dio lo purificò attraverso la morte. Grandiosa morte che non è fine, ma è principio del sublime e del divino, al cui cospetto questi fiori e la bellezza son nulla! Il vostro angelo, rapito nei suoi verdi anni, come la sua diletta amica, ritrovata negli ultimi giorni, la beata Teresa, assiste voi e la mamma sua dal cielo. (volume 1, pag. 293)
  • Dalla mia infanzia mi sono inteso trasportato verso la terra ove la Regina del Rosario ha attratto tanti cuori e operato tanti prodigi. E voglia ella, Madre benigna, proteggere il mio spirito e il mio cuore in mezzo ai mille pericoli in cui navigo, in questo orribile mondo! Sempre che posso, faccio una scappata a Pompei – cosa ormai moltissime volte proibitami dalla assillante mia professione. Ma sempre che col treno passo fuggendo in vista del santuario, per recarmi lontano, in consulti, cosa questa frequentissima, il mio sguardo e il mio cuore è lì, ove tra gli alberi si intravede il campanile in costruzione, ai piedi del ciborio su cui s'innalza l'immagine della Vergine! (volume 1, pag. 321)

Marranzini, Volume 2[modifica]

  • Amiamo Dio senza misura, senza misura nell'amore, senza misura nel dolore. (volume 2, p. 35)
  • Il vostro amore, Gesù, mi volge non verso una sola creatura ma verso tutti gli esseri creati a vostra immagine e somiglianza. (volume 2, p. 35)
  • Vi ho visitato più come amico che come medico. (volume 2, p. 40)
  • Vi auguro che con l'aiuto di Dio, che è Primo Medico, vi guarirete subito. (volume 2, p. 41)
  • Sono un cristiano e ricordo la massima della carità. (volume 2, p. 45)
  • Del resto a questo mondo non si raccolgono che ingratitudini, e non bisogna meravigliarsi più di nulla. (volume 2, p. 46)
  • È mia abitudine di parlare agli infermi di cose oltre al corpo, perché essi hanno anche un'anima, ma nel caso speciale, la cosidetta psicoanalisi è una cura; che cos'è la psicoanalisi? È la confessione fatta dal medico, per scardinare le idee fisse. (volume 2, pp. 46-47)
  • Speriamo che Iddio vi doni la gioia della guarigione di vostro marito. E fate che costui non si allontani da Dio e frequenti la "fonte della salute" (la S. Comunione). (volume 2, p. 48)
  • Sa benissimo che non sono venuto in casa sua con l'impaludamento del medico, ma come un tale, un amico, il quale per avventura abbia avuto qualche cognizione dell'arte stregata della medicina. (volume 2, p. 50)
  • Sentirete, nella vita, non l'abbandono, ma l'assistenza arcana dell'essere amato scomparso! (volume 2, p. 64)
  • Al di sopra di beghe, pettegolezzi, livori, deve ispirarci la carità cristiana. (volume 2, p. 67)
  • Ahimè la nostra scienza, se fosse tutta fredda e destinata solo a mantenere i minuti piaceri del corpo, a che cosa servirebbe? Sarebbe un'ancella del materialismo e dell'egoismo! E perciò per metterla al riparo di simile accusa, noi medici, in momenti supremi, ricordiamoci di avere di fronte a noi, oltre che un corpo, un'anima, creatura di Dio. Vi garantisco che attraverso i miei diuturni studi compiuti, e le conoscenze dei vari popoli d'Europa e dei loro costumi, ho radicato sempre più la credenza dell'al di là; l'ingegno umano così possente, capace di manifestazioni di bellezza e di verità e di bene, non può essere che divino, e l'anima e il pensiero umano a Dio devono ritornare. (volume 2, p. 68)
  • Voglio ancora una volta animare la vostra speranza, trasformandola in sicurezza: guarirete! Iddio poi vi domanderà conto della vita che vi donerà. E quando da qui a mille anni, comparirete alla Sua Presenza, voi dovrete saper rispondere: Signore ho compiuto bene la mia giornata! Ho operato per la maggior tua gloria! Dunque guarirete, ma pazienza ci vuole e tempo. Non dimenticate di alimentare l'anima, nella S. Comunione, così come alimentate, ed è vostro imprenscindibile dovere, il corpo. (volume 2, p. 71)
  • Chi non abbandona Dio, avrà sempre una guida nella vita, sicura e diritta. Non prevarranno deviazioni, tentazioni, passioni a smuovere colui che del lavoro e della scienza di cui l'initium est timor Domini, ha fatto il suo ideale. (volume 2, p. 73)
  • Circa l'onorario, trattandosi, come mi dite, di un caso pietoso, io nulla desidero, tranne forse il rimborso del viaggio. Dopo la conoscenza del caso pietoso, io non prenderei soldi, nemmeno se mi tagliassero le mani. Ma per me il gran compenso è trascorrere una giornata fra amici lieti e simpatici. (volume 2, p. 76)
  • La mia riuscita non significa vittoria mia, ma vittoria di tutto un partito di amici, stretti l'un l'altro. Oggi l'individuo non ha più alcuna probabilità di successo, se non quando avrà compreso che deve fare parte di una catena, il suo merito consiste solo nel sapere scegliere la catena, di cui deve divenire un anello. (volume 2, p. 107)
  • È possibile l'errore, ma in Ospedale non dovrebbe avvenire. (volume 2, p. 113)

Note[modifica]

  1. Citato in La Civiltà Cattolica, Volume 118, Edizione 2, 1962, p. 498.

Bibliografia[modifica]

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