Quo vadis? (miniserie televisiva)
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Quo vadis?
Miniserie TV
Quo vadis?, miniserie televisiva del 1985, regia di Franco Rossi.
Anno decimo dell'Impero di Nerone.
Caio Petronio a Marco Vinicio.
Carissimo nipote, la tua ultima lettera mi annuncia finalmente il tuo ritorno. Spero che tre anni di guerra non ti abbiano cambiato troppo.
Preparati a ritrovare una Roma diversa. Nerone ha allontanato Seneca, cerca di governare da solo. Si vive come sospesi, la gente ha paura.
Àuguri e indovini scoprono ovunque i segni del fato. Qualcosa di spaventoso, dicono, sta per accadere, perché Roma ha perso il favore degli dèi. (Petronio)
Episodio 1
[modifica]- Balbillo: Altre comete sono apparse nel cielo, e sempre l'influsso dell'astro ha provocato rovina ai potenti. Essa indica un mutamento di regno.
Nerone: Mutamento di regno?
Balbillo: Sì, stella cometa significa mutamento di regno.
- Gli dèi hanno nomi diversi, ma uno soltanto è il nome del Dio. Se scopri quel nome, l'amore cambierà la tua vita. (Oracolo del dio Mopso) [a Marco]
- Io non ho altro Dio che me stesso. (Nerone)
Episodio 2
[modifica]- Petronio: Poter disporre totalmente di una donna amata non è sopportabile per un uomo che abbia un minimo di sensibilità. Poter fare di qualcuno quello che si vuole sembra il massimo della libertà, ma invece c'è quasi qualcosa... qualcosa che... qualcosa di minaccioso in tutto questo.
Eunice: Se una donna ama un uomo, fa tutto quello che lui vuole.
Petronio: Forse l'amore ha bisogno di limiti. Bisogna che qualcosa ti sfugga sempre, per poterla cercare. O forse no. Appena provi a spiegarlo, l'amore diventa un sentimento banale.
Episodio 3
[modifica]Citazioni su Quo vadis?
[modifica]- La sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia (T. Relin) e Marco Vinicio (F. Quinn) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone (K.M. Brandauer) e Caio Petronio (F. Forrest), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di Rossi e dei suoi sceneggiatori sono le scene di Luciano Ricceri, i costumi di Jost Jacob (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di Luigi Kuveiller. (il Morandini)
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