Luchino Visconti

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Luchino Visconti nel 1972

Luchino Visconti (1906 – 1976), regista e sceneggiatore italiano.

Citazioni di Luchino Visconti[modifica]

Citazioni su Luchino Visconti[modifica]

  • C'era in Luchino, fortissimo, l'aspetto dell'educatore, unito al senso della famiglia. Si rifletteva nel desiderio di spingere in avanti le persone che aveva creato, o di ostacolarle. Non c'erano vie di mezzo. Non posso dire che fosse un carattere molto facile. (Suso Cecchi D'Amico)
  • Egli esercitava un grande fascino personale. Era un autentico aristocratico sempre alla ricerca della perfezione. (Gianrico Tedeschi)
  • Ero pazza di lui, era una persona straordinaria, un uomo molto orgoglioso, forse, il più irraggiungibile regista nelle mie fantasie. Lavorarci è stata la realizzazione di un grande sogno. È stato e sarà sempre nel mio io. (Florinda Bolkan)
  • Ho vissuto il legame con Luchino come si vivono le cose della vita: avvengono, e noi ci stiamo dentro. In Bellissima, Visconti volle che i costumi sembrassero abiti veri, tolti alle persone per la strada senza neanche lavarli, messi addosso pieni del calore della vita. Fu una grande lezione perché capii cosa significhi realizzare un abito come una buccia del personaggio, come la pelle: quando un attore indossa un costume vissuto, la cui stoffa è addolcita dall’uso, è il segno che vi è passata una vita. Ed è la meraviglia del cinema che, a differenza del teatro, coglie queste cose con occhio feroce. (Piero Tosi)
  • Il lavoro dell'attore per Visconti è molto semplice. Il rapporto è più semplice ancora; bisogna fare esattamente quello che lui dice. Visconti pensa che l'attore sia uno strumento, ecco. Ed è giusto, sono d'accordo, dev'essere uno strumento, mosso da un regista. (Massimo Girotti)
  • Incarnava lo charme, volendo, poteva essere molto violento e aggressivo, era circondato da gente piena di splendore e arroganza, mi sentivo fuori posto. (Hans Werner Henze)
  • In lui la componente populistica e quella dannunziana convivevano contribuendo all'essenza di un Visconti che nel retropalco e nell'isolamento sembravano esattamente la stessa persona. Uno che ideologicamente pendeva per il proletariato, detestava la classe media e respirava circondato dallo sfarzo. Un signorotto di geniale talento, ben allevato da genitori che lo portarono alla Scala fin da bambino, con una sua corte di zelantissimi sottomessi, affannati nell'eseguirne gli ordini. Frequentarlo annoiava e addolorava. Giovanni Testori, un caro amico, era sfruttato malamente. Sul versante teatrale poi, anche se gli dobbiamo spettacoli sommi come Anna Bolena e La sonnambula, l'elenco di quelli infelici ha voci in quantità. A un certo punto, anche dal loggione, prevalse lo strepito collettivo: 'Che palle'. (Alberto Arbasino)
  • L'ho conosciuto, ma non legammo. Aveva sempre una corte di ragazzi intorno e io non mi divertivo. Certo, era un uomo affascinante. Ma si sentiva il Re e giocava solo con chi gli faceva comodo. Molto meglio Zeffirelli per il quale feci gli abiti della sua Giulietta: Olivia Hussey, una ragazza bella e candida, peccato che mangiasse quantità industriali di cioccolata.(Roberto Capucci)
  • Luchino mi faceva urlare dalle risate: è l'uomo che mi ha fatto piu ridere in tutta la mia vita. Certo era anche capace di una grande severità e allora tutti sapevano che si doveva fare come diceva lui, ma aveva ragione. (Annie Girardot)
  • Luchino Visconti era davvero una persona superiore per la cultura e la professionalità. Si stupiva che fino a quel momento facevo poco cinema. Mi prometteva, "te lo farò fare io il cinema", ma purtroppo è morto prima di conoscermi davvero a fondo. (Massimo Foschi)
  • Luchino Visconti. L'ape regìa. (Marcello Marchesi)
  • Molto bello, molto virile. Vestito un po' da milanese: ma i mocassini a Roma li introdusse lui. Molto generoso. (Carlo Lizzani)
  • Non mi è mai piaciuto. E francamente non ho mai capito quella sua ossessione di ornare la scena con oggetti autentici. [...] sotto tutta quella intelligenza e raffinatezza coglievo l'estetismo, il languore, il kitsch. (Arnoldo Foà)
  • Per la nobiltà, costanza e coerenza dei risultati raggiunti, in oltre trenta anni di attività magistrale e intensa, spartita tra regie teatrali, cinematografiche e operistiche, Luchino Visconti (1906-1976) può essere considerato, e anzitutto sul piano professionale, il nostro maggior regista del dopoguerra, rinnovatore dello spettacolo italiano in ogni campo. (Mario Verdone)
  • Purtroppo, in Italia, cinema e teatro sono cose distinte culturalmente, due mondi agli antipodi. Sono pochi i registi che hanno fatto entrambe le cose ad alto livello come Luchino Visconti. (Gabriele Lavia)
  • Un genio pieno di contraddizioni. Aristocratico e astrattamente ideologico. L'unico a presentarsi al funerale di Palmiro Togliatti senza cravatta, l'unico che ti faceva mangiare col suo autista: cosa noiosa per lui che non s'inseriva nella conversazione. (Marina Cicogna)
  • Un signore crudele. Ci voleva tutti alla Colombaia, la sua villa a Ischia, ma ci sottoponeva a regole ferree: pranzo e cena a orari fissi, non potevamo ricevere nessuno e persino se volevi prenderti una granita in centro dovevi chiedergli il permesso. Ma a lui si perdonava tutto. [...] Non era un genio. Era un uomo straordinariamente attraente. (Adriana Asti)
  • Una delle caratteristiche di Luchino, che aveva una severità morale anche spietata, era quella di avere poi contraddizioni bizzarre. (Suso Cecchi D'Amico)
  • Una volta ricordo che Luchino Visconti mi invitò a casa sua in via Salaria. Conobbi Luchino anni prima in un ristorante di Londra, fu lì che mi invitò. Io ci andai e trovai Ferdinando Scarfiotti che mi propose di fare il gioco della verità... non mi dimenticherò mai quella sera! Luchino era seduto in mezzo a due enormi cani e io gli chiesi dove potessi trovare due prostituti con cui passare la notte. Quello è stato l’inizio della fine: non mi invitò mai più. Forse sono stato troppo onesto con lui. (Udo Kier)
  • Visconti era durissimo, ed era un attore straordinario, riusciva ad interpretare in maniera sublime tutti i ruoli, tutti i personaggi. Ma soffriva molto in quel periodo per suoi problemi sentimentali ed era sempre ubriaco. (Laura Betti)

Claudia Cardinale[modifica]

  • Come per altre cose, la bellezza si impara. E Visconti mi ha insegnato a essere bella. [...] Mi ha scolpito lo sguardo e insegnato a coltivare il mistero senza il quale, secondo lui, non può esserci vera bellezza.
  • Con lui ho imparato molto. Ma mi sono anche molto divertita, abbiamo tanto giocato e tanto riso insieme. Amava vivere, oltreché lavorare.
  • [Sul set del film Gruppo di famiglia in un interno] Dopo aver lavorato con lui quando era nel pieno della sua forza e della sua maturità, è stato terribile ritrovarlo malato sul set: costretto su una sedia, dietro la macchina da presa, e la sua forza, che continuavi ad avvertire, era solo nello sguardo. Era costretto a dirigerti solo con lo sguardo: e dietro quella persona curva, immobile, silenziosa, tu rivedevi l'ombra di quel leone ruggente che era stato fino a poco prima.
  • È lì, per quel film [Il Gattopardo], che mi ha insegnato tutto. [...] «Devi convincerti che tutto il corpo recita, non solo il viso: recitano le braccia, le gambe, le spalle... tutto.» [...] «Ricordati, gli occhi devono dire una cosa che la bocca non dice, perciò lo sguardo deve avere un certo tipo di intensità che contrasti quello che stai dicendo... [...] Devi separare il tuo viso in due: lo sguardo è una cosa; quello che dici, è un'altra...» [...] «Con ogni parte del tuo viso e del tuo corpo devi raccontare una storia diversa e contraria a quella che racconta l'altra parte del tuo viso e del tuo corpo».
  • Elegante com'era, nel pensare, nel vivere, oltreché nel lavorare, penso che Luchino mettesse la cattiveria, più che la bontà, nel novero delle cose eleganti: era elegante, per lui, la negatività nel suo duplice aspetto di sadismo, e masochismo.
  • Ha insegnato a tutti i suoi colleghi, per esempio, come deve vestirsi un regista sul set, per essere comodo, e insieme, visibilmente «speciale» [...] Credo di non aver mai visto un uomo vestito con tale eleganza. Tutto in lui era di una classe superlativa.
  • Luchino ha fatto e farà parte per sempre della mia vita: è nei miei pensieri, nei ricordi, nei sogni, ma lo ritrovo persino più concretamente, materialmente, nel viso e nello sguardo che ho oggi, nelle mie mani... [...] Mi ha insegnato a guidare, e a non farmi guidare ciecamente dal corpo. Mi ha restituito, se così posso dire, uno sguardo, il sorriso.
  • Lui, così serio, così severo e intransigente, aveva poi un côté, come dire? nazional-popolare-snobistico: ed era quello che ne faceva un appassionato delle canzonette, del ballo, dei cantanti.
  • Sul set di Visconti, il clima era quasi religioso: non si scherzava, non si rideva, non ci si lasciare mai andare, neanche durante le pause [...] Si viveva, per tutta la lavorazione, un clima quasi di clausura: ti chiudevi alle spalle tutto quel che riguardava il mondo esterno e vivevi solo il film e la sua realizzazione.
  • Visconti è un romantico. Per lui il tramonto sarà sempre più affascinante dell'alba, e la bellezza è illuminata dalla tragedia che porta in sé.
  • Visconti era generoso, sensibile, educato, tenero, ma mai «gentile». Tutto, in lui, era valutato in base al criterio dell'eleganza. La gentilezza non era elegante. A suo parere, solo la cattiveria lo era. Poteva divertirsi con chiunque come fa il gatto con il topo.
  • Visconti poteva mostrarsi demoniaco per trovare quello che cercava. Per ottenere l'immagine che aveva sognato, calpestava ogni principio.

Note[modifica]

  1. Citato in Laura Bergagna, Visconti ritorna sul set tra rose e champagne, La Stampa, 9 aprile 1974, p. 7.

Filmografia[modifica]

Altri progetti[modifica]