Flea
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Flea, nome d'arte di Michael Peter Balzary (1962 – vivente), musicista e attore australiano naturalizzato statunitense, membro dei Red Hot Chili Peppers.
Citazioni di Flea
[modifica]- A conti fatti, Uplift è probabilmente il disco più potente che abbiamo fatto. Non dico il migliore, anche se per qualcuno potrebbe esserlo, ma sicuramente il più diretto, nel senso di suonare a manetta senza pensare a un cazzo, e fare arte. Quel disco mette insieme rock, funk e arte esattamente come volevamo noi all'epoca. Eravamo matti come cavalli e sulla via della perdizione, ma ce l'abbiamo fatta, abbiamo fatto un disco di cui siamo fieri.[1]
- Abbiamo raggiunto un picco creativo, molto alto, secondo me registrando il disco Blood Sugar ! Le sensazioni erano veramente intense. Eravamo rimasti ad un livello medio di popolarità, lavorando e facendo tour per anni, e con quel disco siamo diventati una rock band importantissima.[2]
- All'epoca ricordo di essere davvero entusiasta di suonare dal vivo con i Pearl Jam e gli Smashing Pumpkins, perché pensavo che fosse un bel periodo per il rock. Spesso, e di recente mi è successo più volte, quando guardo al rock vedo una forma di espressione morta. Non è una cosa che ci riguardi, perché credo che la nostra rilevanza [dei Red Hot Chili Peppers e dei Pearl Jam] sia la conseguenza dell'energia genuina che proviene dai nostri gruppi. Quando ero un ragazzino e dicevo che avrei voluto far parte di una band da grande mi dicevano "Cazzo, sei pazzo, non troverai mai un lavoro decente in vita tua. Cosa vuoi fare, rovinarti la vita?". Io mandavo tutti affanculo e dicevo che non me ne importava, era quello che volevo fare, l'unica cosa che avesse valore per me. Sono stato un ragazzino strano, nevrotico e solitario, il classico tipo che alle superiori bollano come frocio, e il punk rock mi ha dato asilo. Se oggi un ragazzino decide di entrare in un gruppo, invece, i grandi gli dicono: "Bella idea: ti servirà un consulente di immagine, un avvocato e un manager, per vedere cosa si può fare. È una grande opportunità per fare un po' di soldi, ragazzo..."[3]
- All'inizio, quando abbiamo messo su il gruppo, c'era un'energia incontrollabile, non riuscivamo a controllarla neanche noi, era molto più grande della somma delle sue parti. Eravamo come in cima ad un vulcano che ci scagliava nell'aria. Ho delle immagini di momenti in cui non riuscivamo a controllarci.[4]
- [...] anche noi amiamo ballare e probabilmente questo è il segreto... Ma vedi, se un segreto deve essere "top secret" è giusto che resti così altrimenti chiunque potrebbe fare le cose che facciamo noi. Fondamentalmente il nostro segreto è l'amore... E trovarsi in una stanza a scrivere, a lavorare insieme...[5]
- Avere la possibilità di riprovare, conoscendosi meglio, avendo ancora il desiderio ardente di far musica mai sentita prima, è una cosa che ci fa sentire fortunati.[6]
- Compiere 50 anni è un'occasione per riflettere. Mi sento probabilmente un po' più stupido. Non penso di essere furbo come quando ero giovane, ma sono sicuramente più saggio e meno incline a fare errori di natura intellettuale, spirituale, emotiva o fisica. È meno probabile che faccia qualcosa di stupido, ma sono meno veloce. Mi sento un po' più saggio e soprattutto la passione per le cose che mi piacciono, come suonare il piano, essere gentile, i bambini, e quelle che amo come lo sport, i libri e l'arte, la mia passione per tutte queste cose si è approfondita. È come se ci fosse un pozzo di infinita grandiosità al quale attingere. E mi sento come se mi stessi immergendo sempre più a fondo. E sento di avere anche una vita spirituale più profonda.[7]
- [Sull'album Californication] Credo che abbiamo fatto un buon lavoro, abbiamo fatto buona musica, curando ogni singola nota, ci siamo spesi completamente, per un tempo molto lungo e sono molto orgoglioso del disco che ne è venuto fuori.[6]
- [Sull'album By the Way] Credo che la maggior parte dei testi siano canzoni d'amore, ma l'idea generale della musica, invece, descrive esattamente chi siamo come persone e deve avere, quindi, una gamma molto ampia di cose diverse.[8]
- Credo che quando una band si esibisce dev'essere divertente e deve comunicare eccitazione in quello che fanno. Dovrebbe essere uno show e ci tengo tanto a fare in modo che lo sia sempre quando mi esibisco.[8]
- Credo ci sia abbastanza violenza nel mondo, e che non ci sia bisogno di neanche un'altra singola violenza. Credo che tutte le pistole debbano essere fatte sparire. La violenza non è giustificata da nessun fine, forse l'unica eccezione è quella di fermare gente violenta. Ma solitamente è gente pazza, cresciuta proprio con la violenza.[9]
- [Donald Trump] È terrificante ma la cosa più assurda per me è che c'è gente che lo ama. Capisco che siamo frustrati dai politici e dal loro modo di fare. Ma stiamo parlando di una persona nata ricca e che si interessa solo di diventarlo di più e di avere più potere. Non si è mai interessato a nessuno.[10]
- George W. Bush deve essere messo una volta per tutte sotto impeachment. È un bugiardo, ha portato miseria a milioni di persone e niente di buono a nessuno, fatta eccezione che per le grosse compagnie petrolifere, che stanno facendo una montagna di soldi. Bush ha reso il mondo molto più insicuro. Prima della guerra in Iraq non vi erano terroristi. Saddam Hussein, pur essendo un brutale dittatore, non aveva nessun potere al di fuori della propria nazione. Ha spedito giovani soldati al fronte, dove sono stati feriti o uccisi, soltanto per avvantaggiare le sue aziende petrolifere e soddisfare il proprio ego. Le dichiarazioni che le forze americane sarebbero in Iraq per esportare la democrazia, non sono altro che balle.[11]
- È vero, abbiamo dei fan straordinari e sono orgoglioso di poter sfruttare la mia posizione come membro della band per esprimere ciò che sento nella maniera più genuina. Chi viene a vederci suonare sa che noi siamo esattamente in quel modo, quattro musicisti che si identificano nella propria musica, è una faccenda spirituale se devo dire la verità.[12]
- [Riferendosi al 1987] Fino a quel momento non avevamo fatto molti soldi, vivevamo in maniera modesta, vivevamo in piccoli appartamenti, ma non dovevamo avere degli altri lavori, ce la cavavamo. Non eravamo ancora ricchi in modo assurdo come lo siamo oggi.[4]
- Ho iniziato a suonare la tromba quando avevo 11 anni. Tutto quello che volevo, quando crescevo, era diventare un musicista jazz. Quello era il mio obiettivo nella vita. Più avanti, ho conosciuto Hillel Slovak, che era il primo chitarrista dei Chili Peppers, e siamo diventati molto amici. Avevamo una band e non ci piaceva il bassista, così ho iniziato a suonare il basso e ne ho comprato uno due settimane dopo.
- I started playing trumpet when I was 11 years old. All I wanted to be was a jazz trumpet player when I grew up. That was my goal in life. Later in high school, I met Hillel Slovak, who was the original guitar player of the Chili Peppers, and we became really close. We had a band and we didn't like the bass player, so I started playing bass and I got a bass two weeks later.[13]
- Il testo di My Friends è stato scritto da Anthony, ed è un pezzo al quale mi sento molto attaccato, è molto semplice, tratta del fatto che se ci si guarda in giro si nota molta tristezza e molta disperazione e che l'unica cosa importante, che ti possa aiutare a risolvere i problemi e che importi è l'amore.[6]
- In questo mondo, il dono e il lavoro che abbiamo come band è quello di fare la miglior fottuta musica che possiamo, di lavorare duramente per fare qualcosa di bello. Il nostro lavoro è la speranza di ispirare altre persone a offrire quello che possono, così come hanno fatto i nostri ispiratori, personaggi che noi ammiriamo, come Martin Luther King o John Coltrane.[9]
- Iniziare a lavorare con Rick [Rubin] è stato molto facile per noi, ci conosce molto bene, sa cosa c'è di eccezionale in noi.[2]
- Josh è un musicista delicato, sublime e poetico.Non è un chitarrista virtuoso/un guitar hero. È un musicista a tutto tondo. Suona batteria e tastiere bene come la chitarra, così coglie un quadro reale della grande musica e ha un grande senso intuitivo su ciò che può essere utile o no ad una canzone. Colloca insieme gli accordi in un modo meraviglioso, unico, in un modo proprio di Josh. Allo stesso tempo è molto radicato in lui il songwriting tradizionale e il modo tradizionale di spostare gli accordi. Ha realmente un modo suo di utilizzarli e di immetterli nel sistema. La sua chitarra ha un suono molto caldo, veramente bello.[14]
- Josh è un musicista diverso da John. Il suo approccio è completamente diverso. Ma questo è stato anche un po' impegnativo all'inizio. John e io avevamo sviluppato un linguaggio musicale così approfondito che solo noi potevamo conoscere. Con Josh questo non c'è stato immediatamente. Dovevo imparare a lasciarmi andare e lasciare che Josh facesse altrettanto. E non appena mi fossi lasciato andare e avessi lasciato che Josh fosse Josh qualcosa di veramente bello sarebbe accaduto e avremmo avuto una grande canzone o un gran pezzo musicale.[14]
- La cosa che preferisco, è quando andiamo tutti d'accordo, siamo uniti e c'è magia nel gruppo. Amo questo senso di unità, quando crediamo tutti nello stesso progetto.[15]
- La musica è l'unica ragione per cui andavo a scuola, suonavo nell'orchestra, nel gruppo jazz, nel gruppo del coro, nella marching band, nella band, insomma, suonavo a tutte le lezioni di musica possibili ed è il motivo per cui andavo a scuola, era la cosa che mi faceva restare concentrato su qualcosa di produttivo.[4]
- Lavorare con diversi musicisti influenza sicuramente il modo di fare musica. La musica è conversazione, è dialogo, perciò a seconda dell'interlocutore tutto cambia. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con dei bravissimi musicisti, tra cui John Frusciante. È un chitarrista incredibile ed ha avuto un ruolo fondamentale nella band, e so che molti lo apprezzano, così come lo apprezzo io. Sono molto felice di avere Klinghoffer nella band ora, e sono eccitato riguardo la nuova musica che stiamo creando ora insieme.[15]
- Lo show è importante. Lo prendiamo sul serio e vogliamo creare la serata migliore che si possa far vivere ai fan [...]. Ad ogni show ci riuniamo, ci teniamo le mani e, prima di uscire, proviamo di brutto e ci diciamo: "Diamogli lo Show più bello che abbiamo mai fatto, stasera!" e succede tutte le sere. Lo prendiamo seriamente. Per noi è tutto! Non diciamo mai: "Chi se ne frega! Sono troppo figo!" Non siamo troppo fighi! Siamo qui per servire la gente.[8]
- Mi piacciono i soldi come a chiunque altro, ma non sono il fine ultimo da perseguire. Noi siamo nati e cresciuti in quel tipo di scena, immersi e circondati da determinate band e persone che ci hanno influenzati e plasmati. Il fatto che i Red Hot Chili Peppers siano un gruppo di grande successo non cambia il nostro approccio alla musica, né ciò che ci piace a livello personale [...]. Punk per me significa ragionare con la propria testa, fare quello che si vuole senza che nessuno interferisca, suonare ciò che si ama. Io l'ho sempre fatto, ho seguito le mie regole e ho avuto successo senza dover mai svendermi o fare musica di merda. In qualche modo sono rimasto lo stesso ragazzino di diciotto anni che girava disperato per le strade di Los Angeles in cerca di droghe, rock'n'roll ed emozioni forti. Per questo motivo, mi sento assolutamente in pace con me stesso.[12]
- [Sulla loro esibizione al Festival di Woodstock nel 1999] Non abbiamo preso parte alla totalità di Woodstock. Siamo arrivati giusto poco prima di suonare e siamo ripartiti poco dopo averlo fatto. Volevamo solo fare un buon concerto, che significava molto per noi, perché era un grosso show. L'ho rivisto su Mtv e credo che abbiamo fatto una buona prestazione. Per il resto non me ne frega niente del circo. La Woodstock della fine anni '60 riuniva buoni musicisti, ma gli organizzatori stavano lì solo per fare più soldi possibile. Stessa cosa oggi. Non c'è differenza, è sempre il dio dollaro che comanda. Il resto sono fesserie da dare in pasto alla gente. Per quanto concerne i problemi dovuti all'ordine pubblico, gli incendi e il resto... in questi grandi eventi sono episodi da mettere in conto. E non bisogna neanche sparare cazzate sul fatto che certi episodi dimostrano un cambio di cultura. Certo, le cose si sono evolute, ma paragonare le due epoche e concludere cosa è cambiato è troppo semplicistico.[16]
- Non credo ci siano persone diverse dentro di me. Cerco di esprimermi come artista. Anche il mio amore per l'umanità può dire chi sono, la quantità di amore che sei in grado di dare ti dice chi sei. Credo che esistano due me. Uno sono io e l'altro è colui che la gente pensa che io sia. Non posso controllarlo, ma quello sono l'altro io.[17]
- [Nel 2006] Non ero così eccitato per la band da anni, da quando abbiamo iniziato nel 1983. Quando abbiamo iniziato c'era quella sensazione del tipo "stiamo per fare un disco, riesci a crederci? Andremo in TV! Metteranno le nostre foto sulle riviste. Oh mio Dio, la band è realtà: noi esistiamo!" Provo ancora quelle sensazioni, sono eccitato per il fatto che questa musica significhi così tanto per me.[18]
- [Su Ritorno al futuro - Parte II] [...] non ho molto apprezzato il film e non ero neanche contento della mia performance, ma sai com'è, in pratica è spazzatura da qualche milione di dollari.
- [...] I didn't really like the film very much. I wasn't happy with my performance in it either, but, you know, it's basically a multi-million dollar piece of trash. (da un'intervista tratta dallo speciale sui Red Hot Chili Peppers del programma televisivo olandese Nozems-a-gogo andato in onda il 14 febbraio 1990 sul canale VPRO[19])
- Oh, ho pensato di staccare la spina un milione di volte. Non è qualcosa di nuovo per me. Quando le cose cominciano ad essere una seccatura, io allora comincio con "Mmm, questo è un problema". E non avrei potuto neanche immaginare di fare qualcosa senza John. Quando invece John ci abbandonò, eppure, qualcosa se n'è andato ed io ho cominciato a sentire un profondo amore per la band e ho deciso di continuare. In più mi mancava Anthony. Così abbiamo preso Josh.[14]
- Penso che Paul sia il più grande bassista rock di sempre. È semplicemente fantastico. Ci sono tanti altri bassisti bravissimi in diversi modi, ma il modo di suonare di Paul è così lirico e melodico, è bellissimo. Ho sentito dire che spesso aggiungeva il basso in un secondo momento durante la scrittura delle canzoni. In una band come la mia il basso molto spesso è il punto di partenza di una canzone, viene prima, o almeno la parte musicale del brano viene sviluppata per prima. Mentre credo che Paul, John e George quando scrivevano inserissero la parte di bassi in un secondo momento. Dopo l'introduzione in studio dei registratori multitraccia, all'inizio registravano ogni parte dal vivo e poi aggiungevano il basso, come avvenuto durante le registrazioni di 'Sgt. Pepper's', dove la melodia era già stata scritta. In quel brano Paul ha suonato una sorta di contro-canto con il basso facendo diventare la sua parte una melodia a sé stante e non solo ritmica. E questa è una cosa davvero incredibile.[20]
- Penso di averlo conosciuto per la prima volta ad un festival a cui partecipavano le nostre band. Poi abbiamo cominciato a frequentarci, io andavo a vedere i suoi show e, a sorpresa, lui veniva a quelli dei Red Hot Chili Peppers. Perché a sorpresa? Facciamo parte di due tipi di band completamente diverse, ma lui trova nella nostra musica qualcosa che gli piace davvero. Thom è una persona che io ammiro tantissimo anche come musicista. Ed è stato un piacere suonare insieme a lui.[21]
- [Su One Hot Minute] Per me è un album molto dark, anche se la gente a volte non lo considera tale, per me, farlo mi ha intristito molto. E anche averlo finito è stato molto triste![6]
- Quando ho bisogno di allontanarmi dalla città vado a Big Sur, e mi avvicino alla natura. Più sto a contatto con la natura, più mi rendo conto di quanto sono piccolo, e i miei problemi di conseguenza si rimpiccioliscono, diventano insignificanti. La natura ti insegna l'umiltà.[15]
- Quando penso a John, vedo un artista integro, che non si sarebbe mai svenduto all'industria. Ha dato voce alla musica più vera, era un musicista completo. Quando penso a lui, vedo molta storia, molta forza e molta integritá.[15]
- Quando sei cresciuto negli Stati Uniti ti mettono in testa che la Russia è quella che ti vuole bombardare, che sono dei selvaggi bruti etc. etc. La situazione è fortunatamente cambiata e questo ci ha permesso di suonarci. Siamo stati contenti e credo si siano divertiti anche loro. Era un posto magnifico e ci sono entrate almeno 100.000 persone. Mi piacerebbe tornarci.[16]
- Quando suoniamo in posti grandi, dobbiamo riempire gli spazi, con grandi azioni e cose del genere. In spazi più piccoli le azioni sono le stesse, ma sono indirizzate diversamente. Si tratta di arrendersi alle persone che ti guidano, lasciarsi andare e lasciare che sia la musica a muoverti, e creare una specie di santuario per la musica.[9]
- Questo disco, Stadium Arcadium, è la nostra grande affermazione, ed è il meglio che possiamo fare, il massimo di cui siamo capaci e se non vi piace questo disco, non vi piacciono i Red Hot Chili Peppers, punto.[18]
- Ricordo la primissima volta che sono andato a New York per un seminario sulla musica nuova. Penso che fosse il 1984. Avevamo appena fatto il nostro primo album o stavamo per farlo, non so cosa diavolo stesse succedendo, ma in qualche modo non so chi ci fece andare a MTV, ma siamo andati a MTV e ancora una volta eravamo eccitatissimi, sentivamo di appartenere ad una comunità che ci accettava per quello che eravamo.[4]
- Se c'è mai stata una sera in cui mi sono sentito come "Se suono la fottuta Give It Away ancora una volta mi cade il cazzo?" Sì. Ci sono volte in cui è difficile trovare l'essenza e lo spirito di una canzone, ma in generale lo si fa per le persone. Tutto gira intorno all'essere connessi con la gente. Cerco di estraniarmi e fare del mio meglio in ogni canzone, si tratti di una canzone che ho sentito un milione di volte oppure che sia una nuova, è un veicolo per collegarsi alla gente per farla sentire meno sola al mondo.
- Has there ever been a night where I've been like "If I play fucking Give It Away again my cock's gonna fall off"? Yes. There are moments of having a hard time finding the essence and spirit of a song, but in general it's all about the people in the end. It's all about connecting with the people. I try to keep myself in a place of being completely selfless about it and doing my best to use every song, whether it's one I've heard a million times or a new one, as a vehicle for connecting with people and making them feel less alone in the world.[22]
- Siamo dei giullari, scherziamo sempre, la vita è divertimento, la gioia è divertimento, ma abbiamo sempre cercato di fare dell'arte, abbiamo sempre voluto far cose che fossero oneste nei confronti di tutti, senza conformarci a codici, anche se di moda, senza nessun tipo di look che fosse trendy.[8]
- Siamo persone molto diverse, abbiamo emozioni diverse, che vengono unite e ci rendono una band. Ci danno uno stile unico, è molto al di là di quanto ognuno di noi sia capace di dare da solo ed è davvero...magia! Odio dirlo, ma non è nient'altro che magia.[18]
- Siamo una band che c'è da veramente tanto tempo, e che ha vissuto tante cose. Cose belle e cose tragiche e drammatiche, feriti, ma in pace con noi stessi.[8]
- Sono grato di essere dove sono, non per soldi o fama, ma perché sono vivo, ho una famiglia e continuo ad alzarmi al mattino con la voglia di fare qualcosa di nuovo. Nessuno mi impedirebbe di stare in spiaggia tutto il giorno a farmi le canne e giocare con il mio cane. Sia Anthony che io abbiamo avuto un'infanzia disgraziata e difficile, siamo fortunati a essere ancora vivi e grati di essere cambiati.[23]
- Sono sempre stato un tipo che pensa all'immediato. Non penso così in anticipo e non ho alcuna idea di cosa mi aspetti dietro l'angolo. E non l'ho mai fatto. Tento semplicemente di decidere per il meglio quando è il momento. E più vado avanti più ho fiducia in questa filosofia. Credo fermamente che ogni cosa che si presenta sia un dono, e sono grato dell'opportunità, sia quando si tratta di qualcosa di divertente che quando si tratta di qualcosa di difficile.[7]
- Sono un fottuto hippy! Credo veramente che la musica arrivi da un luogo divino e il meglio che posso fare è cercare di raggiungere quel posto e lasciare che scorra attraverso di me. La mia vita intera ruota attorno a quel luogo magico anche se non sono religioso.[12]
- [Nel 1984] Suoniamo sempre al nostro peggio e cerchiamo sempre di non fare proprio lo spettacolo, non cerchiamo di intrattenere il pubblico, tentiamo di essere sempre un po' rozzi e non ci mettiamo energia. Non crediamo affatto a ciò che facciamo. Non abbiamo fede e non abbiamo integrità, speriamo di non fare soldi e non comprate il disco per nessun motivo![4]
Intervista di Gianni Poglio, Panorama.it, 2012
- Io non so che cosa sia una vita normale. Da quando ho 13 anni faccio questa. Il secondo marito di mia madre era un musicista jazz che usava la casa come una sala prove. Tornavo da scuola e trovavo il salotto invaso da tizi sballatissimi che suonavano. Spesso ognuno per conto suo. Un delirio sonoro. Quando il vecchio [il patrigno] venne coinvolto in una sparatoria con la polizia, iniziai a dormire in cortile. Temevo un'irruzione.
- Eravamo teneri io e Anthony: a 15 anni cercavamo con ogni mezzo di infilarci nei club dove suonavano le nostre punk band preferite. Non ci facevano entrare perché non eravamo abbastanza cool. Sgorbietti brufolosi, non si entra qui senza un look speciale, sembrate due studenti vestiti da homeless, ci dicevano. Allora ci siamo presentati completamente nudi con strisce di rossetto rosa verticali e orizzontali disegnate su tutto il corpo. Niente da fare, ci hanno lasciato fuori. Bacchettoni!
- Fumati, con gli occhi chiusi, i volumi al massimo e senza limiti di orario. Così sono nate le canzoni più importanti della nostra storia.
- Ho abbastanza denaro da mantenere anche le prossime due o tre generazioni. Continuo perché adoro questa vita. Che non è più pericolosamente selvaggia come quella di 10 anni fa. Ho iniziato a frequentare la sobrietà e una volta ogni due anni partecipo anche alla maratona di Los Angeles. Allenamenti? No, no, faccio solo un po' di yoga.
- Paura di morire? Non penso mai alla fine della vita. Ma se proprio devo immaginare il momento dell'addio, mi vedo in autostrada a 150 chilometri all'ora con una fanciulla di fianco che si dà un po' da fare. Chiedo troppo?
Intervista di Stefano Montefiori, Corriere.it, 14 giugno 2016.
- [...] io seguo sempre la musica con il mio corpo, se comincio a far ruotare la testa vuol dire che sto suonando qualcosa di buono perché vado in una specie di trance ipnotica. È una cosa che non posso fingere.
- C'è sempre tristezza nella musica, è inevitabile [...]. Ma grazie a questa tristezza le cose belle mi sembrano ancora più belle. Si è più sensibili, si sentono le cose in modo molto profondo. Come gruppo ci siamo messi in una posizione meno confortevole, siamo più vulnerabili e questo a mio parere è servito.
- [Alla domanda «Avete scritto le canzoni in studio?», riferita all'album The Getaway] Ne avevamo già composte molte ma Brian [il produttore] ci ha chiesto di scriverne di nuove in studio. Io ero molto scettico, mi sono detto che se nella prima settimana non veniva fuori grande musica era meglio mollare subito e tornare a Rick [Rubin]. Invece è andata bene dal primo giorno. Suonavo il piano, poi Brian diceva "Josh, prova ad aggiungere la chitarra", poi "Flea, il basso", insomma abbiamo creato canzoni per livelli successivi, in studio. Mai fatto prima.
- [...] è vero che sono cresciuto col jazz, suonando la tromba, e ammiro i grandi virtuosi come Miles Davis e Dizzy Gillespie, e poi musicisti strepitosi come Jimi Hendrix o quelli del prog rock. Ma a un certo punto mi sono appassionato al punk rock, adoravo questa band californiana, i Germs, avevano una tale energia, mi sembravano eccezionali come John Coltrane o Charlie Parker. Un grande appetito per la vita. Mi piace l'intensità, ballare, amare, cercare di creare amore attraverso la musica, imparare.
- I Nirvana sono stati i più grandi degli anni '90, lo pensavo prima che Kurt morisse, dopo e anche adesso. Noi ci siamo ancora e lo facciamo sul serio, creiamo musica nuova, non reunion per i soldi. A sentire certe band invece pensi che il rock sia morto.
- Ci sono immense rock band come i Radiohead, per esempio. Ma il rock muore quando è senz'anima, quando passa alla radio una canzone e pensi "questa l'ho sentita ten million fucking times", e la facevano meglio negli anni '90, negli '80, nei '70, nei '60 e persino nei dannati '50. La nostalgia non funziona, la musica è rivoluzione: sputare sopra quello che è stato fatto fino a quel momento.
Acid for the Children
[modifica]- Etiopia, mi manchi. Voglio ritrovarti, sentire di nuovo che mi ricordi chi sono e quali sono i miei valori. Sentire di nuovo il tuo buonsenso ridurmi a un relitto singhiozzante e lacrime di sollievo scorrermi lungo le guance stanche in un fiume di calore umano. L'odore dell'Etiopia, di foglie di qāt, di polvere e caffè mi ha pervaso appena sono arrivato, saziandomi, rinvigorendomi e regalandomi emozioni intense e una lucidità che mi hanno permesso di conoscere il popolo migliore che abbia mai incontrato: case in cui arde il fuoco, cibo che guarisce e musica (la ragione che mi ha spinto ad andare fin lì) che fa saltare sulla sedia il piccolo Flea, lo fa vibrare come un colibrì. Dalle antiche cripte scavate nella roccia al viaggio on the road insieme a un gruppo di colleghi musicisti attraverso un vasto territorio collinare, disteso sul tetto del bus con gli occhi colmi del cielo che scorre e dei profili morbidi delle colline dove le donne con cesti sulla testa si muovono sinuose al ritmo della loro vita, l'Etiopia mi ha accolto, mi ha protetto, ha danzato con me, mi ha nutrito con torta e caffè. (pp. 13-14)
- Ho passato la mia vita alla costante ricerca della versione migliore di me stesso, un viaggio nelle profondità dello spirito. Troppo spesso mi sono fatto distrarre da un mondo competitivo e ho inciampato nel mio stupido ego, ma guidato dalla bellezza mi sforzo di non smarrire la via, di lasciarmi andare e di vivere il momento. È questo fuoco che mi brucia dentro a mantenermi sempre curioso, proiettato verso qualcosa d'altro, nell'eterno tentativo di unirmi allo spirito infinito, con qualunque strumento a mia disposizione; è questo fuoco che mi ha catapultato in situazioni e posti assurdi e autodistruttivi, perché non sono stato in grado di capirlo o di controllarlo. (pp. 14-15)
- L'Australia è un posto strano: mi colpiscono gli spazi aperti e sconfinati, il cielo senza fine, la luce che insieme brucia e dà vita. Tutto lì è più vivo - il cibo, la natura, l'oceano -, ma allo stesso tempo sembra portatore di sventure, come se ogni cosa bella nascondesse in sé uno spirito malvagio che può ucciderti, stroncarti, ridurti a un mucchietto d'ossa [...]. È un luogo stupendo, rigenerante, ospitale, terribile, tossico [...]. È senza dubbio abitato dagli spettri. (pp. 24-25)
- Los Angeles era per me qualcosa di difficile da concepire, ma il cambiamento mi eccitava. La mia vita ideale era starmene sempre in giro all'aperto, mezzo nudo (ed è ancora così), e sembra proprio che lì ci fossero buone possibilità di farlo; senza contare che c'erano anche i Dodgers, i Lakers e i Rams, tutte cose molto fiche. La California era un altro mondo: palme, sole, spiagge, attori famosi, Jerry West, Anita Bryant, Mickey Mouse, succo d'arancia, orsi e sequoie giganti. (pp. 89-90)
- [Parlando della tromba] Questa incredibile invenzione di ottone è la regina degli strumenti, un congegno potente, con tubi curvi, pistoni e una campana che ricorda un fiore. È un intrico di metallo e grasso, ma non appena un essere umano poggia la appoggia sulle labbra e ci soffia dentro l'amore diventa viva e infuocata, un sentiero verso Dio, un portavoce della divinità. Più amore entra, più calore esce, e i pistoni premuti dalle dita cambiano la forma e la velocità degli arcobaleni d'aria che ci passano attraverso. Distendere e contrarre i muscoli labiali è una prova di forza. (p. 121)
- Mi innamorai profondamente dei libri di Kurt Vonnegut [...]. Vonnegut mi insegnò che essere umili è bello e piacevole, che gli esseri umani non sono più importanti delle rape, che dobbiamo amare con tutto il cuore senza aspettarci una ricompensa ma esclusivamente per essere delle persone buone, e che la creatività è la parte più importante di noi stessi. Mi mostrò la vanità e l'insensibilità da cui era scaturita l'assurda crudeltà della guerra e il suo ironico distacco dalla violenza folle ed egoista del mondo [...]. Ancora oggi, i suoi libri influenzano la mia visione politica e sociale e la mia ironia, e mi toccano profondamente. Kurt Vonnegut mi ha cambiato la vita, ed è sempre attuale. (p. 168)
- Sarebbe facile dire che lui è un maschio alfa e io no, ma la realtà è molto più complessa: Anthony conviveva con la stessa paura e lo stesso senso di isolamento che mi impedivano di socializzare ma era capace di ribaltarli, e grazie a questo faceva cose che io non avrei mai osato fare. Nulla gli avrebbe impedito di provare a prendersi ciò che pensava di meritarsi e il disprezzo per i ragazzi popolari lo motivava ancora di più. Era deciso e sfidava il mondo esterno. Eravamo due facce della stessa medaglia [...]. Non appena lo incontrai, la mia vita cambiò totalmente, in virtù di una reazione chimica, del nostro legame profondo e delle nostre indoli spesso in contrasto. Avevo trovato il compagno perfetto, un tipo come me, a cui non importava nulla delle convenzioni. Anthony era un diavolo bellissimo e io un arcangelo eccentrico e spettrale, un folletto, un Puck, un Pan. (pp. 175-176)
- [Riferendosi a Hillel Slovak] Non sono in grado di scrivere con l'inchiostro di questa penna il ragazzo complicato e profondo che era: intelligente, bello, affettuoso, romantico, creativo, incredibilmente divertente. Un secco ragazzo ebreo, che indossava vestiti scuri e attillati, sapeva come rilassarsi, si abbandonava a danze strane, dipingeva quadri dal significato profondo e dotato di un gran senso dell'umorismo. Un ragazzo fantastico, un artista! La sua vita scorse in un lampo. All'epoca però non ci sembrava così breve, e ce ne godemmo ogni minuto. (p. 206)
- Ero affascinato dai romanzi di Bukowski, uno meglio dell'altro. Aveva l'abilità di descrivere un amore profondo senza necessariamente raggiungerlo: lo vedeva, lo contemplava, ne mostrava la bellezza a tutti quanti. Indagini sofisticate sull'essere umano espresse in un linguaggio semplice e scorrevole. Le pagine delle sue storie erano imbevute dell'unto del sangue delle strade in cui era cresciuto. Sarebbe stato perfetto come cantante di un gruppo punk. Mi aveva anche aperto le porte della poesia [...]. Come Basquiat con la pittura, il grande Buk me l'aveva proposta in termini da profano. Le sue poesie erano profonde e divertenti e me ne innamorai [...]. (pp. 283-284)
- L'LSD mi faceva bene, mi apriva a un'altra dimensione, mi mostrava il senso della vita e lo scopo dei desideri [...]. Dissolvendo il mio ego, l'LSD ingrandiva le cose veramente importanti e smascherava quelle che prosciugavano la mia energia vitale e mi allontanavano dalla via della bellezza divina [...]. l'LSD mi ha mostrato la profondità del mio io più puro e mi ha aiutato ad accedere alla ricchezza incredibile dell'inconscio. Le droghe psichedeliche, l'LSD e i funghetti allucinogeni sono un grande dono per l'umanità. Tuttavia non sono adatti a tutti, non devono essere presi alla leggera, ma studiati a fondo e da sobri prima dell'uso. (p. 292)
- [...] non invito nessuno a diventare un tossico, un fallito completo, un patetico coglione, perché ci si rovina soltanto la vita e si fanno soffrire le persone care, ma voglio essere sincero e ammettere che per un breve periodo mi piacque. Farsi di eroina è un piacere egoista, cieco, che ti isola, ma è comunque un piacere. Come un seducente angelo della morte. (p. 328)
- Non aver contratto l'HIV nel periodo in cui mi drogavo è una delle circostanze più fortunate della mia vita. Dio, che ansia e paura avrei provato anni dopo, durante la settimana d'attesa per i risultati del test. Era l'epoca in cui l'HIV era una sentenza di morte. Fiuu, sono davvero fortunato a essere uscito vivo da quella tempesta di merda. Angeli custodi, miei dolci angeli, grazie. (p. 358)
- [Riferendosi alla nascita dei Red Hot Chili Peppers] Se non fossero stati i poteri divini ad architettare tutto, la band non sarebbe durata quasi quarant'anni. La sua essenza e la capacità di saper entrare in contatto con la gente sono direttamente collegate al modo in cui è nata. Eravamo lontani dalla natura venale e competitiva del mondo, e avevamo accettato di vivere autentiche vite da artisti. Non avevamo un "piano B". (p. 381)
- Dalle profondità della fratellanza nella mia vita arrivò Anthony Kiedis, l'anello mancante che non avevo mai considerato. Era il mio migliore amico, una persona che per tutto il tempo avevo avuto proprio davanti agli occhi, la chiave magica per il regno cosmico. Non avevo mai pensato di fare musica con lui, che pure aveva attraversato gli intricati sentieri della mia adolescenza. Avevamo scoperto tante cose, fallito e vinto così tante volte nella ricerca furtiva e goffa di una connessione per le strade di Hollywood. Era lui la scintilla che serviva per accendere il fuoco, e tutto era lì, pronto a bruciare... (p. 383)
- Ho combattuto tutta la mia vita contro la mia parte oscura, e a un certo punto, come per miracolo, sono stato salvato. Ho continuato a gettarmi in montagne di merda e il mio paziente angelo custode non ha mai smesso di tirarmene fuori, ripulirmi e mettermi in un posto in cui un infinito ritmo d'amore risuonava attraverso di me. Ogni volta sono migliorato un po', meno ombra e più luce. Non so se avrò mai abbastanza fiducia da vivere permanentemente in uno stato di grazia, ma mentre ci provo vivo a pieno, mi impegno nella battaglia e sono me stesso. (p. 391)
Red Hot Chili Peppers Live
[modifica]- I cinque anni tra l'album Stadium Arcadium [2006] e I'm With You [2011] sono stati il nostro break più lungo... Io sono ritornato a scuola a studiare musica, e in teoria ho imparato quello che avrei dovuto sapere vent'anni fa. Poi ho proseguito la collaborazione con il Silverlake Conservatory of Music, la scuola musicale no profit che ho fondato all'inizio del Duemila e dove i bambini sfortunati imparano a suonare.
- Mi ero lasciato con mia moglie, per cui a quel punto mi andava di scopare con chiunque capitava. In quella fase della mia vita vivevo ascoltando l'uccello, più che il cuore o la testa. Nella band nessuno di noi aveva una relazione stabile, e il sesso ce l'avevamo in testa.
- Dave andava bene, faceva la sua parte, era sempre all'altezza. Era adeguato alla situazione. Purtroppo, però, tra noi non si è mai creato nessun legame, quindi non avrebbe potuto funzionare troppo a lungo.
- Nella mia famiglia c'erano alcol e violenza, si litigava sempre, e mi trovavo alle prese con situazioni che un adolescente non dovrebbe mai vivere. Ho trascorso l'infanzia col terrore dei miei genitori, specialmente di mio padre e del mio patrigno, e questo mi ha provocato un bel pó di problemi psicologici.
- John ha organizzato l'audizione e Chad si è presentato con una fascia tra i capelli lunghi, un gilè di pelle e un'aria da vecchio rockettaro da far venire il vomito. Ma cazzo, sembrava che stesse in un decennio diverso dal nostro... "Non ce la può fare", mi sono detto, ma poi ha cominciato a suonare, e ha scatenato il finimondo. Ricordo che sono scoppiato a ridere travolto da come suonava, e poi strillava, ruggiva, e ha pestato su quei tamburi finché li ha distrutti!
- Il punto di partenza dei RHCP è lo stretto rapporto che c'è fra sesso e musica, e il rapporto, ancora più stretto, che c'è tra sesso e musica funk. Negare questo collegamento sarebbe assurdo.
- A un certo punto abbiamo deciso di cacciare via Anthony e lo abbiamo fatto. Non lo sopportavamo più: era così fuori che nemmeno si presentava ai concerti, e non una volta tanto ma una su due, erano mesi che andavamo avanti così! La cosa ridicola, però, è che già stavamo di merda perché l'avevamo buttato fuori, quando la situazione è peggiorata, perché ci siamo resi conto che non potevamo fare a meno di lui. Abbiamo provato con un altro paio di cantanti, ma non c'era storia, così l'abbiamo ripreso.
- Non me ne frega un cazzo dell'opinione di un giornalista, non mi interessa cosa possa pensare lui della mia band!... Certo, a chi non fa piacere una cazzo di recensione positiva, però non si può dipendere dalle opinioni altrui. E la maggioranza dei giornalisti che scrivono di musica sono dei poveracci.
- Hillel era una persona divertente, anzi buffa, ed era un tipo sempre allegro. Aveva una valanga di soprannomi: appena qualcuno lo vedeva, gli veniva subito da dargli un nuovo soprannome. Tra noi, quello che usavamo di più era "Cowboy israeliano", che a lui piaceva moltissimo.
- Il funk è una musica sporca, deve avere un tocco sudicio e sporco, è musica per gente che vuole muovere il culo e darci dentro.
- All'inizio eravamo un band esplosiva, però il nostro primo album non era affatto un disco esplosivo.
- Una cosa in particolare mi preme dire. Sono profondamente grato a John Frusciante, che ha dato tantissimo alla band. Tanto come amico, quanto come chitarrista della band, sarà una figura insostituibile. (dall'intervista a Q, settembre 2011)
- Godo a twittare, è come se potessi succhiarmi il cazzo da solo! (dall'intervista a Q, settembre 2011)
Citazioni su Flea
[modifica]- [Il giorno della sua audizione per entrare nei Red Hot Hot] Abbiamo cominciato a suonare e facevano del funk piuttosto veloce; bene, era un po' come sentire James Brown dopo essersi fatto un acido, ma se era tutta lì, la difficoltà, per me non c'erano problemi. Poi Flea ha cominciato a tirare come un matto, e mi guardava dritto negli occhi; allora mi ha fatto incazzare sul serio, mi sono trasformato in una specie di gorilla scatenato, mentre pensavo: "Ah, vuoi giocare a chi spacca tutto, stronzetto? Puoi anche succhiarmelo: adesso ti faccio vedere io!!" (Chad Smith)
- Amo lo stile di Flea. Amo il suo approccio, la sua abilità nel passare dal ruolo di bassista principale ad uno più sottomesso, e così avanti e indietro nella stessa canzone, nello spazio di 30 secondi. Io preferisco meno essere un chitarrista con il ruolo di primo piano, insomma non essere in prima linea. Così penso che il mio stile e le mie prerogative si adattino al modo di lavorare di Flea. (Josh Klinghoffer)
- con una mano spietata che come una foglia morta può cadere | eppure il fato ha toccato con un dito un bimbo in fasce | nato in terra d'Australia || germogliato dall'albero della vita, un essere selvaggio | leggero, rapido, uno sbuffo tenero di respiro | che giorno dopo giorno è cresciuto | e ha amato, sofferto, pescato insieme al padre [...] | flea il ragazzo, l'adolescente vorace | con le braccia aperte in un impeto di gratitudine. (Patti Smith)
- Flea ed io abbiamo creato un rapporto tra chitarra e basso. È un rapporto veramente stretto, è un legame molto più stretto di quanto non avrei mai immaginato di poter avere. Siamo musicalmente così vicini e trovo che sia veramente raro riuscire a provare queste emozioni con un'altra persona. (John Frusciante)
- È ridicolo dirlo, ma il fatto è che io e Flea siamo uniti da uno strano legame dovuto ad un arcano potere. Una volta lui ha anche consultato una veggente, che gli ha raccontato un mare di stronzate sulle sue "vite passate"; la tipa gli ha poi descritto un personaggio che sembra una mia copia sputata, e ha concluso che nelle nostre "vite precedenti" ci siamo persi e ritrovati per secoli; addirittura gli avrei salvato la vita, uno-due secoli fa, durante una guerra in Italia. Cazzate, certo. Però tra noi un misterioso legame c'è, eccome:più di una volta ci è capitato che ci ritrovassimo vestiti con abiti uguali, eccentrici e identici, e questo è veramente strano.
- Flea, John e Chad sono il mio ponte verso Dio e non cambierei con nulla al mondo le esperienze che ho vissuto con loro. Ognuno di loro mi ha dato amore, musica e i momenti migliori che avrei mai potuto sperare di vivere.
- Io e Flea siamo sposati da 35 anni. Però non viviamo insieme, ognuno ha il suo spazio, non passiamo 24 ore su 24 sotto lo stesso tetto. Forse il segreto è lì: sposati, ma ognuno a casa propria. In realtà, non so neanche io come facciamo a durare, mettendo d'accordo le nostre personalità e i nostri egoismi. Ogni tanto litighiamo e urliamo, ogni tanto ci abbracciamo. Quello che non manca mai è il rispetto reciproco
- Lui per me è "Fratello Flea"... Ci siamo anche menati in passato, ma per colpa della droga. Quanto Lsd insieme! Il nostro segreto è il basket: siamo fan dei "Lakers", anche se non abbiamo più i posti vicino a Jack Nicholson e guardiamo le partite in tv. Lo sa che siamo stati i primi a fare il balconing che va tanto di moda. Ci buttavamo in piscina direttamente dalle finestre di un palazzo.
- Siamo come due strani fratelli. Siamo competitivi, però ci adoriamo. Siamo uno lo specchio dell'altro. Se sto bene con me stesso, sto bene con Flea e viceversa. A volte lo guardo e penso: "Che bastardo!", ma è come se lo dicessi a me.
Note
[modifica]- ↑ Citato in Jeff Apter, Fornication, la storia dei Red Hot Chili Peppers, ed. Arcana, 2005. ISBN 88-7966-386-0, p. 149
- ↑ a b Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com.
- ↑ Dall'intervista rilasciata al canale radiofonico Sirius XM Pearl Jam Radio; Red Hot Chili Peppers: Anthony Kiedis in via di guarigione dopo il ricovero. E Flea spiega perché il rock è morto con loro (e coi Pearl Jam), Rockol.it, 22 maggio 2016.
- ↑ a b c d e Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com.
- ↑ Dall'intervista di Francesco Allegretti, rilasciata per Radio Dimensione Suono, Milano, settembre 2011; video disponibile su YouTube.com.
- ↑ a b c d Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com.
- ↑ a b Citato in Flea: «oggi che ho 50 anni sono meno furbo che in passato, ma sono più saggio», Venicequeen.it, 11 novembre 2011.
- ↑ a b c d e Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com.
- ↑ a b c Visibile su YouTube.
- ↑ Dall'intervista rilasciata a Classic Rock; citato in Red Hot Chili Peppers: i rifiuti di David Bowie a lavorare con noi ed il nostro no a Donald Trump, VirginRadio.it, 13 luglio 2016.
- ↑ Dal sito ufficiale della band, citato in Red Hot Chili Peppers contro Bush, Indierock.it, 22 aprile 2006.
- ↑ a b c Citato in Marcello Marabotti, Red Hot Chili Peppers Intervista, Onstageweb.com, 6 dicembre 2011
- ↑ (EN) Dall'intervista di Kory Grow, citato in Bad Influence: Flea on Jazz, Drugs and His Role in 'Low Down', Rollingstone.com, 6 novembre 2014.
- ↑ a b c Dall'intervista rilasciata a Guitar World, settembre 2011; citato in Guitar Worl Magazine: tradotto in italiano l'articolo sui RHCP (Parte Prima), Venicequeen.it, 12 settembre 2011.
- ↑ a b c d Da un'intervista al Lennonbus; citato in Flea: «Stiamo scrivendo nuovi pezzi. Come sempre, ci metteremo l'anima, Venicequeen.it, 16 febbraio 2015.
- ↑ a b Citato in Max Stèfani e Cico Casartelli; Californication intorno al mondo, Mucchio Selvaggio, gennaio 2000, p. 11
- ↑ Dall'intervista rilasciata per l'emittente radiofonica Rtl 102.5 a Parigi, 13 giugno 2016; citato in Martina Dessì, I Red Hot Chili Peppers in Italia il prossimo ottobre: l'inaspettata dichiarazione a RTL 102.5, Optimaitalia.com, 28 giugno 2016.
- ↑ a b c Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com.
- ↑ Visibile al minuto 17:00 di (EN) Red Hot Chili Peppers: 1990.02.14 - Nozems A Gogo TV, YouTube, 2 luglio 2015.
- ↑ Dall'intervista di Ted Danson e Woody Harrelson per il podcast Where Everybody Knows Your Name; citato in Red Hot Chili Peppers, Flea: "Paul McCartney è il miglior bassista rock al mondo. Ecco perché"., virginradio.it, 16 agosto 2024.
- ↑ Da un'intervista rilasciata alla BBC, citato in Red Hot Chili Peppers, Flea: "Rimasi sorpreso quando Thom Torke mi confidò che amava i RHCP", Virginradio.it, dicembre 2016.
- ↑ (EN) Citato in Rhian Daly, Red Hot Chili Peppers' Flea says playing old songs make him feel like his "cock's gonna fall off", Nme.com, 28 agosto 2016.
- ↑ Dall'intervista di Roberto Croci, Quegli amorevoli stronzi dei Red Hot Chili Peppers, RollingStone.it, 10 agosto 2016.
Bibliografia
[modifica]- Jeff Apter, Fornication, la storia dei Red Hot Chili Peppers, ed. Arcana, 2005. ISBN 88-7966-386-0
- Michael Balzary, Acid for the Children, traduzione di Stefano Chiapello, Harper Collins Italia, 2019. ISBN 978-88-6905-448-8.
- Red Hot Chili Peppers Live, a cura di Alex Romeo, BluesBrothers, 2012. ISBN 9788880740940
Film
[modifica]- Ritorno al futuro - Parte II (1989)
- Ritorno al futuro - Parte III (1990)
- Il grande Lebowski (1998)