Stadio delle Alpi

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Stadio delle Alpi (2007)

Citazioni sullo stadio delle Alpi.

Citazioni[modifica]

  • Al Delle Alpi [...] è come giocare sempre fuori casa. (Gianni Agnelli)
  • Ricordo me bambina al Delle Alpi a farmi sventolare gli occhi di bianco e nero. (Martina Rosucci)

Maurizio Crosetti[modifica]

  • C'è tutta la terribilità di una demolizione, nella morte dello stadio Delle Alpi [...]. La sera dell'inaugurazione, nella primavera del 1990 c'era tanto di quel traffico da diventare matti. Mista di Juve/Toro contro il Porto. I mondiali a un passo, e la città orgogliosa di un catino per il calcio finalmente grandioso. E ne sarebbero successe di cose, qui dentro, fino alle ruspe di ieri: chiamate ad abbattere cemento, ma anche errori. Perché se una città si disfa di un ciclope del genere dopo neppure vent'anni, vuol dire che qualcuno ha sbagliato. E che sono stati demoliti anche tanti, tanti soldi. [...] L'astronave viene fatta a pezzi: via i seggiolini della tribuna, anche se gli ultrà seppero a suo tempo fare di meglio, cioè di peggio. Via l'erba di Del Piero e Zidane, ma anche quella di ToroAjax, antica finale di Coppa Uefa. [...] Oppure quell'altra volta: una festa scudetto per la Juve di Vialli e Ravanelli, quando i tifosi smontarono il campo quasi come ieri. Resterà indelebile, per chi c'era, la scena del tifoso bianconero che uscì con una traversa sottobraccio.
  • L'astronave aveva un sacco di spazio vuoto: quando le si camminava nella pancia, i passi rimbombavano forte e non si finiva mai di passeggiare. Stanzoni, corridoi, scale: un labirinto, un posto perfetto per quei sogni terribili dove si scappa e non si esce.
  • Povero e neanche vecchio Delle Alpi: meglio sarebbe stato non averti mai costruito, con quella pista d'atletica che servì una volta sola, per il Grand Prix. Una volta sola, dal 1990 a ieri. Insieme al tuo corpo, al tuo scheletro e alle tue carni di cemento, cade anche quel ridicolo nome più adatto a una pensione in Val di Lanzo. Delle Alpi.
  • Qui la Juve vinse un bel po' di cose, ma sempre sentendosi ospite in casa d'altri, dentro lo stadio troppo grande, troppo freddo (in ogni senso: ambientale e climatico, perché d'inverno si moriva di freddo, c'erano correnti dappertutto) e troppo vuoto. Perché il Delle Alpi è stato affossato anche dalla crisi del calcio, da un modello televisivo sempre più invadente (ma anche più comodo, economico e sicuro) e dalla grandiosità diventata inutile. Torino non è Milano, e il pienone si è verificato ben poche volte: l'ultimo ad esserci riuscito, non è Del Piero ma Vasco Rossi.

Voci correlate[modifica]

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