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Juventus Football Club 1982-1983

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Da sinistra: Marco Tardelli e Giovanni Trapattoni, rispettivamente centrocampista e allenatore della Juventus nella stagione 1982-1983

Citazioni sulla stagione 1982-1983 della Juventus Football Club.

Citazioni

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  • La Juventus è la squadra che ha sbagliato di più nel modo di impiegare i nuovi acquisti chiamati a sostituire gli elementi non più idonei alla riconferma. Un esempio per tutti: fuori Brady e dentro Platini, con l'incarico di fare il Brady. Niente di più sbagliato, perché Brady poteva essere sostituito soltanto con un elemento dalle sue caratteristiche e con qualcosa in più nella dotazione tecnica e nel tiro. Infatti, sino a quando è stato imposto a Platini di occupare la zona e appropriarsi degli incarichi di Brady, la Juventus frenava anche in salita. (Gualtiero Zanetti)

Citazioni in ordine temporale.

  • Ci sono voluti quasi undici mesi dall'inizio dell'anno più lungo, perché la Vecchia Signora facesse onore al suo prestigio, alla sua tradizione, alla sua golosità. Ci sono voluti quasi undici mesi, insomma, perché la Juve vincesse qualcosa. La Coppa Italia, finita in mani tanto degne, riacquista persino dignità: la sua consegna suggella il risveglio della Bella Addormentata del calcio italiano. Vien quasi da pensare che per la Juve, ovvero per tutti i suoi uomini che costituiscono il nerbo della Nazionale campione del mondo, bisognerebbe studiare ogni anno una proroga del campionato: alla fine del giugno '82, infatti, i bianconeri-azzurri iniziarono la volata che li avrebbe portati al trionfo di Madrid. Alla fine del giugno '83 i bianconeri-azzurri e i loro soci di complemento hanno regalato ai propri tifosi l'unico alloro della stagione. Con grinta, con volontà con determinazione, con cattivera, con coraggio. Tutte doti che la sbornia mondiale sembrava aver irreversibilmente raso al suolo. La Juve, insomma, ha acciuffato per i capelli e ai limiti del tempo massimo l'ultimo obbiettivo – sarebbe meglio dire l'obbiettivo minimo – che si era prefissa.
  • Boniperti – e non fa niente per non farlo capire – ha probabilmente vissuto una delle stagioni più amare da che è presidente: il rammarico è proporzionale a quelli che erano stati i sogni. Vedere la Coppa [dei Campioni], la «sua» Coppa, a venti metri da lui, sotto quella maledetta tribuna d'onore d'Atene, e poi lasciarla portar via dalle manone di Hrubesch gli ha procurato uno choc che la pur bellissima vittoria contro il Verona non ha potuto lenire. [...] È davvero il caso di dire che il mondo, per Boniperti, s'è fermato il 25 maggio.
  • La bella, «voluta», cercata, vittoria in Coppa Italia acuisce – se possibile – il rammarico. Un rammarico che [...] non deve aumentare la severità nei confronti di questa squadra, che ha perso molto ma che, cifre alla mano: 52 partite ufficiali [...] (alle quali potremmo tranquillamente aggiungere anche gli impegni della Nazionale), 93 gol fatti [...], 45 subiti, 28 vittorie, 17 pareggi, appena 7 sconfitte. È sulla carta, un'annata da campioni, persino superiore sul piano statistico a quella dell'ultimo scudetto. Eppure i numeri sono stati mortificati dai fatti. È bastata una sconfitta – pensate, una sola – in tutta la Coppa dei Campioni per fare lo sgambetto a 9 mesi di lavoro. Certo gli albi d'oro c'ignoreranno per sempre, ma quante altre squadre quest'anno, in Europa, hanno ottenuto... una medaglia d'oro e due d'argento?
  • Se può essere certo che la Coppa Italia non assolve la stagione, è altrettanto vero che la Coppa dei Campioni non la deve «condannare» per forza.

Voci correlate

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