Discorso della Montagna
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Discorso della Montagna, sermone rivolto da Gesù ai suoi discepoli e ad una grande folla (Vangelo secondo Matteo 5, 1 – 7, 28).
Citazioni
[modifica]- Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. (5, 3 – 7; 1974)
- Beati i poveri in ispirito, perché di loro è il regno de' cieli. Beati quelli che fanno cordoglio, perché essi saranno consolati. Beati i mansueti, perché essi erederanno la terra. Beati quelli che sono affamati ed assetati della giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. (1975)
- Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio: Dio darà loro il suo regno. Beati quelli che sono nella tristezza: Dio li consolerà. Beati quelli che non sono violenti: Dio darà loro la terra promessa. Beati quelli che desiderano ardentemente quello che Dio vuole: Dio esaudirà i loro desideri. Beati quelli che hanno compassione degli altri: Dio avrà compassione di loro. (1999)
- Beati quelli che piangono, perché saranno consolati. (5, 4; 2010)
- Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. (5, 8 – 12; 1974)
- Rallegratevi luminosamente ed esultate fieramente, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti prima di voi. (5, 12; 2007)
- Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. (5, 13; 1974)
- Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. (5, 14 – 16; 1974)
- Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. (5, 21 – 24; 1974)
- Basterà che diate dello stupido a un vostro amico, per correre il rischio di essere portati davanti al tribunale di Dio. E se lo maledirete, correrete il rischio di finire nel fuoco dell'inferno. (5, 22; 2006)
- Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. [...] Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. (5, 27 – 32; 1974)
- Sapete che nella Bibbia è stato detto: Non commettere adulterio. Ma io vi dico: se uno guarda la donna di un altro perché la vuole, nel suo cuore egli ha già peccato di adulterio con lei. [...] Nella Bibbia è stato detto: Chi vuole abbandonare la propria moglie deve darle una dichiarazione scritta di divorzio. Ma io vi dico: chi manda via la propria donna — salvo il caso di relazione illegale — la mette in pericolo di diventare adultera. E chi sposa una donna abbandonata dal marito commette adulterio anche lui. (1999)
- Ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, oltre all'esempio di lussuria (che egli dà facendo ciò), costringe anche sua moglie a commettere peccato di adulterio, e anche chi sposerà la ripudiata commetterà peccato di adulterio. (5, 32; 1995)[1]
- Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. (5, 33 – 37; 1974)
- Sia il vostro linguaggio: sì, sì; no, no; il superfluo procede dal maligno. (5, 37; 2010)
- Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da' a chi ti domanda, e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. (5, 38 – 42; 1974)
- Sapete che nella Bibbia è stato detto: Occhio per occhio, dente per dente. Ma io vi dico: non vendicatevi contro chi vi fa del male. Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu presentagli anche l'altra. Se uno vuol farti un processo per prenderti la camicia, tu lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe ad accompagnarlo per un chilometro, tu va' con lui per due chilometri. Se qualcuno ti chiede qualcosa, dagliela. Non voltare le spalle a chi ti chiede un prestito. (1999)
- Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". A questo punto io vi dico di non seguire assolutamente la logica del malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra [...]. (5, 38 – 39; 2007)
- Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (5, 43 – 48; 1974)
- Sarete dunque pienamente umani come è pienamente Dio il Padre vostro celeste. (5, 48; 2007)
- Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (6, 1 – 4; 1974)
- Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. (6, 5 – 8; 1974)
- Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. (6, 14 – 15; 1974)
- E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (6, 16 – 18; 1974)
- Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. (6, 19 – 21; 1974)
- Gli occhi sono come lampada per il corpo: se i tuoi occhi sono buoni, tu sarai totalmente nella luce, ma se i tuoi occhi sono cattivi, tu sarai totalmente nelle tenebre. Se dunque la tua luce è tenebra, come sarà nera quella tenebra! (6, 22 – 23; 1999)
- Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. (6, 24; 1974)
- Nessuno può servire due padroni: perché, o amerà l'uno e odierà l'altro; oppure preferirà il primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire Dio e i soldi. (1999)
- Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? (6, 25 – 26; 1974)
- E chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere uno spazio di tempo alla sua vita? (6, 27; 2007)
- E perché darvi tanta pena per il vestito? Considerate come crescono i gigli del campo; essi non lavorano e non filano. Tuttavia vi dico che neppur Salomone, con tutto il suo splendore, fu mai vestito come uno di essi. Se dunque Dio riveste così l'erba del campo, che oggi è e domani vien buttata nel forno, quanto a maggior ragione vestirà voi, o uomini di poca fede? (6, 28 – 30; 1959)
- Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. (6, 31 – 34; 1974)
- Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. (7, 1 – 5; 1974)
- Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. (7, 6; 1974)
- Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. (7, 7 – 8; 1974)
- [Regola d'oro] Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. (7, 12; 1974)
- Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! (7, 13 – 14; 1974)
- Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. (7, 15 – 20; 1974)
- Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. (7, 21; 1974)
- Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. (7, 26; 1974)
Citazioni sul Discorso della Montagna
[modifica]- Con questa grande composizione in forma di discorso Matteo ci presenta Gesù come il nuovo Mosè. (Papa Benedetto XVI)
- I capitoli 5 – 7 del Vangelo secondo Matteo, comunemente denominati Discorso della montagna, costituiscono un punto di riferimento fondamentale per chiunque voglia parlare seriamente di cristianesimo. Pochissime altre sezioni bibliche, infatti, riescono a esprimere in modo altrettanto intenso e totalizzante quali siano i valori-guida della fede e della cultura cristiane. (Ernesto Borghi)
- Il cristiano deve prendere le sue decisioni secondo i criteri proclamati da Gesù nel discorso della montagna. (Karl Rahner)
- Il discorso della montagna è il compendio dell'annuncio cristiano. (Antonio Girlanda)
- In nessuna letteratura vi è qualcosa che eguagli il discorso della Montagna: e se c'è, gli uomini ce lo mostrino. (Gerard Manley Hopkins)
- Le Beatitudini probabilmente sono enunciate in un'area attorno alla sponda del lago di Tiberiade, abbiamo però bisogno di collocarle proprio su un monte, il monte della teofania, della teologia, della diafania perché in Matteo Cristo diventa il nuovo Mosè, il Mosè per eccellenza, che raccoglie e compendia tutto l'insegnamento di Mosè. Noi sappiamo che Gesù fa riferimento proprio ai testi del Sinai portandoli all'estreme conseguenze, radicalizzandoli, mostrando la vicinanza assoluta di Dio che, attraverso le Beatitudini e il discorso della montagna, si presenta come il Dio d'amore, della pienezza, della intimità assoluta. Lutero usava un'espressione paradossale in latino, persino ironica potrebbe apparire, per rappresentare Cristo in quel momento. Egli diceva che sul monte delle beatitudini Cristo è Mosissimus Moses, è il Mosè all'ennesima potenza. Tutto quello che Mosè aveva rappresentato ora Cristo ce lo rappresenta mostrandoci non solo la trascendenza, non solo la parola di Dio ma anche la sua intimità. (Gianfranco Ravasi)
- Leggendo il sermone della montagna, che l'aveva sempre toccato, [Nechljudov] vi trovò per la prima volta non delle idee sublimi e astratte, che avanzavano pretese per lo più esagerate e impraticabili, ma dei comandamenti semplici, chiari, e attuabili praticamente, i quali, se tradotti in realtà (cosa perfettamente possibile), avrebbero instaurato un'organizzazione del tutto nuova della società umana, in cui non solo si eliminava da sé tutta la violenza che tanto indignava Nechljudov, ma si raggiungeva il bene supremo accessibile all'umanità: il regno di Dio in terra. (Lev Tolstoj)
- Lo spirito di Gesù, che si è innalzato oltre la moralità, si mostra immediatamente rivolto contro le leggi nel sermone della montagna, che è un tentativo, compiuto per mezzo di parecchi esempi sulle leggi, di sottrarre a queste l'elemento legale, la forma di legge; esso non predica rispetto per le leggi ma indica ciò che le porta a compimento, le elimina come leggi; predica dunque un qualcosa che è superiore all'ubbidienza alle leggi e che le rende superflue. (Georg Wilhelm Friedrich Hegel)
- Nel più nobile mondo eroico dell'antichità non c'è posto per l'amore che distrugge l'odio e piglia il posto dell'odio, per l'amore più forte della forza dell'odio, più ardente, più implacabile, più fedele; per l'amore che non è oblio del male ma amore del male – perché il male è una sventura per chi lo commette più che per noi – non c'è posto per l'amore dei nemici. Di questo amore nessuno parlò prima di Gesù: nessuno di quelli che parlarono d'amore. Non si conobbe quest'amore fino al Discorso sulla montagna. (Giovanni Papini)
- Qualcuno assai ben noto che ha fondato una Chiesa – o se volete una civiltà – ha detto una volta: "Se vi offendono offrire l'altra guancia". Andrebbe però compreso il significato originario di questa affermazione. Dovreste offrire l'altra guancia perché vi rendete conto che in sostanza l'attaccante si sta rivolgendo contro se stesso. (Jane Roberts)
- [La Bibbia] Cominciai a leggerla, ma non riuscii a finire il Vecchio Testamento. [...] Ma il Nuovo Testamento mi fece tutt'altra impressione, specialmente il Sermone della Montagna, che mi andò dritto al cuore.
- Ho osato dire, nel corso di diversi convegni missionari, a inglesi e americani che, se si fossero astenuti dal «parlare» all'India di Cristo e si fossero accontentati di vivere la vita prescritta dal Sermone della Montagna, l'India invece di diffidare di loro ne avrebbe apprezzato la loro presenza tra i suoi figli e ne avrebbe tratto giovamento.
- Non mi importerebbe nemmeno se qualcuno dimostrasse che l'uomo chiamato Gesù in realtà non visse mai e che quanto si legge nei Vangeli non è che frutto dell'immaginazione dell'autore. Perché il Sermone della Montagna resterebbe pur sempre vero ai miei occhi.
- Quando arrivai al Nuovo Testamento e al Sermone della Montagna, cominciai a cogliere l'insegnamento cristiano: l'insegnamento del Sermone della Montagna echeggiava qualcosa da me appreso nell'infanzia, qualcosa che sembrava appartenere al mio essere e che mi pareva di veder attuare nella vita d'ogni giorno, attorno a me. [...] Era l'insegnamento della non-ritorsione, o della non-resistenza al male.
- Vidi che il Sermone della Montagna sintetizzava l'intero cristianesimo per chi intendesse vivere una vita cristiana. Fu quel sermone a farmi amare Gesù.
Note
[modifica]- ↑ Traduzione dal greco di Igor Sibaldi, nelle note a Lev Tolstoj, Il Vangelo spiegato ai giovani, Guanda, Parma, 1995, pp. 101-102. ISBN 88-7746-849-1
Bibliografia
[modifica]- La sacra Bibbia, traduzione di G. Bonaccorsi, G. Castoldi, G. Giovannozzi, G. Mezzacasa, F. Ramorino, G. Ricciotti, G. M. Zampini, Salani Editore, Firenze, 1959.
- La sacra Bibbia, Edizione CEI, 1974.
- Il Nuovo Testamento, versione riveduta sul testo originale dal dottor Giovanni Luzzi, Casa della Bibbia, Ginevra – Genova, 1975.
- Vangelo di Matteo, traduzione interconfessionale in lingua corrente, Elledici, Leumann (Torino), 1999. ISBN 88-01-16788-1
- La Bibbia della Gioia (BDG), Biblica Inc., 2006.
- Ernesto Borghi, Il Discorso della montagna: Matteo 5 – 7, Claudiana, Torino, 2007. ISBN 978-88-7016-669-9
- La Bibbia, Edizioni San Paolo, 2010. ISBN 978-88-215-6777-3
Voci correlate
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