Europa

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L'Europa fotografata da un satellite

Citazioni sull'Europa.

Citazioni[modifica]

  • Alla unità forzosa dell'Europa sotto il dominio nazifascista, di cui si è corso veramente il rischio e l'immane tragedia, c'è stata, contrapposta, l'unità dell'Europa che lo ha combattuto. (Virginio Rognoni)
  • Al tempo di Lutero e di Calvino, l'Europa si faceva sterminare per stabilire se ci si salva con le opere e con la fede, o solo con la fede. Ma oggi nessuno darebbe una goccia di sangue per tutti i dogmi vecchi e nuovi. (Augusto Guerriero)
  • [Alla fine della guerra ispano-americana] Ci rivolgiamo alle potenze del Vecchio Mondo. Noi non vi permetteremo mai più di conquistare nuovi territori nell'emisfero occidentale. Inoltre, ci prendiamo Porto Rico e ci riserviamo il diritto di prendere anche Haiti, il Brasile, Cuba o qualsiasi altra colonia del Nord e Sud America qualora in futuro lo riterremo necessario. (Horace Chilton)
  • C'è una continuità internazionale che portava una familiarità e un imparentamento con altre famiglie nobili d'Europa, attuandosi così in un cerchio ristretto e affiatato quella comunità europea che tutti gli sforzi degli odierni statisti non riescono ancora ad attuare su un piano democratico. Esisteva un'Europa unita di famiglie reali e nobiliari, e come in tutte le famiglie, c'eran baruffe e le chiamavano guerre, ma parlavano la stessa lingua e alla fine si mettavan sempre d'accordo, a spese dei popoli, diranno gli storici, finché vennero il vapore, e l'industria, e il capitalismo, e l'urbanesimo, e la massa, e la babele che assume la maschera di Nazioni Unite, e la cortina di ferro e la navigazione spaziale, e il mondo, pur divenendo standardizzato e infinitamente contratto e più piccolo, è uscito fuori di controllo, e nessuno può più compendiarlo in un album come quello dei Chigi. (Mario Praz)
  • C'è un'Europa borghese, individualista, quella che pensa al proprio frigorifero, ai propri ristoranti di lusso, che dice "io non voto", è l'Europa borghese, è vero. È quella che non vuole vivere. Forse lo dice, di voler vivere, ma ha collocato la vita a un livello così basso che questa ha ben poche probabilità di perpetuarsi nella storia, e perciò vegeta, e nessuna società ha mai potuto vegetare a lungo. Qui però non vedo nulla che sia espressione della misura classica. Vedo solo un nichilismo individualista, quello che consiste nel dire "non vogliamo né romanticismo né eccesso, non vogliamo vivere sul confine, né conoscere la lacerazione". Se non volete vivere sul confine né conoscere la lacerazione, non vivrete e soprattutto non vivrà la vostra società. (Albert Camus)
  • Chi crede nell'Europa sarà contento se si farà ogni tanto un passo avanti e mezzo passo indietro. La democrazia, ha scritto Günter Grass lodandola per questo, ha il passo della lumaca. (Claudio Magris)
  • [Riferendosi a Dostoevskij] Davanti a questa Europa trionfante che tiene nei suoi pugni i due terzi del globo, si alza un uomo, un russo, piccolo, magro, povero e malato che emette questo verdetto: ‘L’Europa è condannata a morte’. (Paul Morand)
  • Due grandi narcotici europei, l'alcol e il Cristianesimo. (Friedrich Nietzsche)
  • È tutta un'epoca della storia ‪europea quella che si chiude, con il suo meccanismo istituzionale, rivolto a rendere forzatamente omogenee le popolazioni ed i loro peculiari costumi, in un quadro giuridico "jus publicum europeaum" finalizzato alla guerra ed all'imperialismo. (Gianfranco Miglio)
  • Europa, questa terra che si arrende a leggi matematiche elementari per le quali chi lavora aggiunge, mentre chi va in pensione sottrae. (Núria Añó)
  • Guai alla terra, guai alla cultura europea se una delle sue componenti avesse potuto assurgere a permanente incondizionata egemonia! Il permanente predominio di uno dei suoi elementi avrebbe significato la rovina e il dissolvimento del tutto. L'armonia dell'Europa riposa sulle dissonanze. La legge immanente della struttura, dell'essenza del genio europeo vieta l'uniformità nel continente. Mettere l'Europa a un unico denominatore – sia esso tedesco, russo o americano – vorrebbe dire uccider l'Europa. (Klaus Mann)
  • Il problema non è se la maggioranza degli europei diventa musulmana, ma piuttosto quale forma di Islam è destinata a dominare in Europa: l' Islam della sharia o l' euroislam. (Bassam Tibi)
  • In Europa gli uomini differiscono molto e per la statura e per le forme, a causa delle grandi e frequenti mutazioni di tempo che hanno luogo nel corso dell'anno. Calori forti, inverni rigidi, piogge abbondanti, siccità ostinate, venti impetuosi, in una parola tutte le temperature vi regnano alternativamente e vi si rimpiazzano senza interruzione ... Ecco perché tutte le apparenze esteriori degli Europei differiscono da una città all'altra ... Gli effetti del clima si fanno osservare egualmente nei costumi. Queste circostanze producono caratteri più energici, più disciplinati. Le perpetue commozioni menano una durezza meno socievole; esse permettono difficilmente alla dulcezza ed all'urbanità di passare nelle abitudini. Per la medesima ragione, gli Europei devono essere più coraggiosi degli Asiatici. Lo ripeto, uno stato di cose sempre lo stesso, genera l'inerzia: la varietà al contrario eccita il corpo e lo spirito alla fatica. (Ippocrate)
  • In questi incontri divenne perfettamente chiaro che Europa solo in maniera del tutto secondaria è un concetto geografico: l'Europa non è un continente nettamente afferrabile in termini geografici, ma è invece un concetto culturale e storico. (Papa Benedetto XVI)
  • L'epoca passata, epoca che è finita con la rivoluzione francese, era destinata ad emancipare l'uomo, l'individuo, conquistandogli i doni della libertà, della eguaglianza, della fraternità. L'epoca nuova è destinata a costituire l'umanità;... è destinata ad organizzare un'Europa di popoli, indipendenti quanto la loro missione interna, associati tra loro a un comune intento. (Giuseppe Mazzini)
  • L'Europa – che, dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale, aveva cercato di imboccare la via della pacificazione e della cooperazione – sta cavalcando di nuovo, e con un'accelerazione impressionante, le tendenze nazionalistiche che ne avevano quasi causato la distruzione, 73 anni fa. E qual è il fattore determinante dell'implosione dell’utopia europea? Le migrazioni verso il vecchio continente di alcune centinaia di migliaia di immigrati e rifugiati dall'Africa e dai paesi asiatici in guerra. (Alessandro Dal Lago)
  • L'Europa ci incastra meno di quanto credessimo: s'è italianizzata col ritorno dell'Est ai tedeschi. Né la sua moneta, né la sua forma politica sono fatte per durare. (Geminello Alvi)
  • L'Europa diventerà quello che in realtà è, cioè un piccolo promontorio del continente asiatico? (Paul Valéry)
  • L'Europa è cristiana, è l'invenzione di alcuni vescovi particolarmente ricchi di intuito e di un pugno di missionari all'avventura. (François Taillandier)
  • L'Europa è un giardino. Abbiamo costruito un giardino... Il resto del mondo... non è esattamente un giardino. La maggior parte del resto del mondo è una giungla. La giungla potrebbe invadere il giardino. Dovrebbero occuparsene i giardinieri... [...] La giungla ha una forte capacità di crescita... i muri non saranno mai abbastanza alti per proteggere il giardino. I giardinieri devono andare nella giungla, gli europei devono impegnarsi molto di più con il resto del mondo. Altrimenti il resto del mondo ci invaderà, in modi e mezzi diversi. (Josep Borrell)
  • L'Europa era cominciata con buone intenzioni: doveva nascere dal basso. Bisognava partire dai libri di scuola, invece che dalla moneta. Esiste una storia europea: raccontiamola a tutti, magari noi italiani non saremmo stati soltanto pastasciutta e mafia. (Mino Milani)
  • L'Europa ha delle forti radici cristiane eppure non credo che oggi la cultura cattolica abbia un'influenza determinante nel creare un «sentire comune». La religione presta più attenzione ai fenomeni sociali. E non mi piace l'idea di un'Europa «omologata». (Krzysztof Penderecki)
  • L'Europa ha sì inventato la guerra totale, ma ha concepito il pacifismo e la condanna cristiana della guerra; ha creato il nazionalismo ma anche l'idea federalista; ha inventato l'individualismo anarchico ma anche lo spirito dei Comuni, i sindacati, le cooperative. Tutto dunque concorre a designarla come adatta a fomentare gli anticorpi capaci di immunizzare l'umanità contro quei virus che soltanto essa ha propagato. (Denis de Rougemont)
  • L'Europa non è che un'espressione geografica; non è niente al cospetto della storia. È stata una minutaglia di razze, diventerà una minutaglia di nazioni. La sua unità, non l'ha mai ricavata che dalla forza e dalla fede: dalla forza romana, dalla fede cristiana. (René Sédillot)
  • L'Europa non è solo greca, né solo ebraica, e nemmeno greco-ebraica. È altrettanto decisamente romana. "Atene e Gerusalemme", certo, ma anche Roma. (Rémi Brague)
  • L'Europa non è stata una cultura più criminosa di altre, anche se ha commesso più crimini. (Rémi Brague)
  • L'Europa non ha forse altri modi d'evitare di essere decomposta dall'influenza americana che attraverso un contatto nuovo, vero, profondo, con l'Oriente. (Simone Weil)
  • L'Europa [...] non potrà – e neppure le sarà lecito – cessare di esportare le sue tecnologie e la sua razionalità. Ma se essa fa soltanto ciò, non può che distruggere le grandi tradizioni religiose e morali dell'umanità intera, distrugge le fondamenta dell'humanum e sottomette gli altri continenti ad una presunta legge necessaria della storia, che finirà per distruggere anche l'Europa medesima. Ciò sarebbe eurocentrismo in senso negativo.
    Insieme alla propria razionalità, il nostro continente deve comunicare anche la sua sorgente interiore e l'orizzonte di significato: la conoscenza del Logos come fondamento di tutte le cose, la visione di quella verità, che è insieme la misura del bene. Allora essa raccoglie in unità le grandi tradizioni del genere umano e le fa confluire in un dare e ricevere, nel quale tutto appartiene a tutti e nessuno è per l'altro un estraneo. (Benedetto XVI)
  • L'Europa non può dimenticare, tra le sue radici, le sue radici cristiane. Ma a cosa valgono le migliori radici se non sono più apportatrici di linfa? E come può esserci una linfa separata dalle radici che le donavano forza e colore? (Roger Etchegaray)
  • L’Europa non può seguire, senza una pausa di riflessione, l’America su questa strada. L’Europa deve rifarsi alla propria storia, alla propria esperienza di diversità al fine di trovare la forza per un dialogo e non per uno scontro di civiltà. (Tiziano Terzani)
  • L'Europa odierna ha rifiutato non solo ogni riferimento a Gesù Cristo ed anzi a Dio, ma perfino di rifarsi alle proprie radici storiche, che sono cristiane: si tratta di un vero e proprio rinnegamento del passato. Questo rifiuto di riconoscere le proprie radici e basi religiose manifesta una mentalità secolarizzata antitetica a quella tradizionale, che ha fatto grande l'Europa. (Marta Sordi)
  • L'Europa! Ove chi fatica muore dalla fame e gli oziosi nuotano nell'abbondanza e nella lussuria, ove poche famiglie signoreggiano le Nazioni e le mantengono in un perpetuo stato di guerra colle altisonanti parole di patriottismo, lealtà, onore della bandiera, gloria militare, ove una metà del popolo è schiava e l'altra metà fa giustizia, bastonando gli schiavi quando hanno l'ardire di lamentarsi!... (Giuseppe Garibaldi)
  • L'Europa sarà domani fascista per lo sviluppo logico degli eventi. (Slogan fascisti)
  • L'Europa senza Grecia è come un bambino senza certificato di nascita. (Valéry Giscard d'Estaing)
  • L'Europa si è ridotta a portare le sue chiese senza Dio, i suoi palazzi senza re come gioielli scintillanti sul seno sfatto. (Pierre Drieu La Rochelle)
  • L'Europa termina al confine sovietico. C'è qualcosa di sospetto nel desiderio della potenza egemonica di ieri di metter su casa con chi per tanto tempo ha occupato. (Ralf Dahrendorf)
  • L'Europa tornerà alla Fede o perirà. Perché la Fede è l'Europa e l'Europa è la Fede. (Hilaire Belloc)
  • L'origine cristiana dell'Europa è una evidenza storica. Se l'Europa ignora le sue radici cristiane cesserà di essere una civiltà e di essere solo un mercato. (André Comte-Sponville)
  • La creatività, l'ingegno, la capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all'anima dell'Europa. Nel secolo scorso, essa ha testimoniato all'umanità che un nuovo inizio era possibile: dopo anni di tragici scontri, culminati nella guerra più terribile che si ricordi, è sorta, con la grazia di Dio, una novità senza precedenti nella storia. Le ceneri delle macerie non poterono estinguere la speranza e la ricerca dell’altro, che arsero nel cuore dei Padri fondatori del progetto europeo. Essi gettarono le fondamenta di un baluardo di pace, di un edificio costruito da Stati che non si sono uniti per imposizione, ma per la libera scelta del bene comune, rinunciando per sempre a fronteggiarsi. L'Europa, dopo tante divisioni, ritrovò finalmente sé stessa e iniziò a edificare la sua casa. (Papa Francesco)
  • La federazione europea non si proponeva di colorare in questo o quel modo un potere esistente. Era la sobria proposta di creare un potere democratico europeo. (Altiero Spinelli)
  • La purezza della razza non esiste. L'Europa è un continente di razze miste. (Herbert Fisher)
  • La putredine o la stanchezza di uno degli elementi di cui consta l'Europa sempre la si poté correggere o compensare. Allorché Roma vien meno alla sua missione, ecco sorgere Lutero. Se l'ancien régime è diventato uno scandalo insopportabile, ecco qua a porvi rimedio un Cromwell, un Robespierre! Quando la rivoluzione ha compiuto il suo ciclo, spunta un Bonaparte. La lotta tra papa e imperatore durante il Medioevo, la controversia tra protestantesimo e cattolicesimo nei secoli XVI e XVII, le grandi rivalità tra gli Stati nazionali del XVIII e del XX, questo perpetuo flusso di tensioni e riconciliazioni, questo giuoco dialettico delle forze concorrenti e complementari è la vera fonte della forza dell'Europa e della sua capacità di resistenza. (Klaus Mann)
  • La Scienza moderna che si è sviluppata proprio nell'intera Europa occidentale tra il De Rivolutionis (1543) di Copernico e i Principia (1687) di Newton, passando ovviamente per Galileo Galilei (1564-1642), è parte integrante e motore primario della formazione della cultura europea. Esiste un rapporto simbiotico tra scienza e identità europea, una realtà che sopravvive nonostante le ondate di euroscetticismo e i nazionalismi crescenti.
    Se il nostro continente non vuole diventare sempre più irrilevante nel panorama mondiale e l'Italia il suo fanalino di coda, occorre porre la scienza al centro dell'agenda politica dell'Unione Europea. Inoltre dobbiamo preoccuparci non solo di tenere il passo a livello globale con adeguati investimenti in cultura e ricerca, ma anche garantire una democrazia più sostanziale nella gestione del sapere, i cui benefici economici e sociali devono essere più equamente distribuiti tra Paese e Paese e tra i cittadini di una stessa nazione. (Lucia Votano)
  • Ma quest'Europa che la fate a fare | È solo di banche e di parole! | È un guinzaglio stretto bene | Al collo del popolo e della nazione (Massimo Morsello)
  • Nessuno è chiamato a scegliere tra l'essere in Europa e essere nel Mediterraneo, poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo. (Aldo Moro)
  • Noi confidavamo in Jaurès e nell'internazionale socialista, credevamo che i ferrovieri avrebbero preferito far saltare le rotaie che portare i loro compagni al fronte come bestie al macello, noi contavamo sulle donne, che avrebbero negato i loro figli e i loro sposi al Moloc, eravamo convinti che nel supremo momento si sarebbe manifestata, trionfando, la forza spirituale e morale dell'Europa. Il nostro idealismo comune, il nostro ottimismo determinato dal progresso ci fece misconoscere e disprezzare il comune pericolo. (Stefan Zweig)
  • [in risposta alla domanda: «Si considera un' artista americana?» postale da Francesco Bonami] Non c'è dubbio. Quando dalla Francia sono arrivata negli Stati Uniti, ho trovato un'atmosfera che mi ha permesso di fare ciò che volevo. Credo che in Europa fossi stata «eccessivamente» educata; qui sono stata capace di dire «no» alla mia educazione. Sono stata libera di esprimere tutta la mia irruenza. In America ho trovato la mia indipendenza. Qui, se continui a ripetere la stessa cosa, puoi convincere la gente; in Europa questo non è possibile. (Louise Bourgeois)
  • Non si tratta di desiderare la costituzione di un'Europa come un'altra superpotenza militare, che protegge il suo mercato e fa da contrappeso agli altri blocchi, ma di un'Europa che pianti il seme di una nuova politica altermondialista. E questo è per me l'unico esito possibile. (Jacques Derrida)
  • Notiamo che l'incivilimento europeo è frutto di infinite guerre e della larghissima distruzione dei deboli compiuta dai forti; con quelle sofferenze si è comprata la prosperità presente; ciò è bene o è male? (Vilfredo Pareto)
  • O vecchio continente! | Carica d'anni, scabra, santa, eccelsa | maestra dello spirito, che filtri | profumi e sensi, dotta taumaturga, | antica Europa dalla fronte ampia! (Dezső Kosztolányi)
  • Oggi l'Europa è ancora l'ultimo baluardo dell'individualismo, e forse l'iperteso spasmo dei popoli, il nazionalismo gonfiato, con tutta la sua violenza, è pur sempre una ribellione inconscia, in certo qual modo febbricitante, un ultimo disperato tentativo di difendersi dall'appiattimento. Ma proprio la forma spastica di difesa rivela la nostra debolezza. Già il genio della monotonia è all'opera per cancellare l'Europa, l'ultima Grecia della storia, dalla lavagna epocale. (Stefan Zweig)
  • Purtroppo, per ora, governata da una buona dose di conigli e smidollati. (Matteo Salvini)
  • Se mai l'Europa si darà una vera costituzione, sarà quando avrà intrapreso una profonda riflessione su sé medesima, ancora una volta a confronto con l'America. Questa volta per rispondere alla domanda: chi davvero noi siamo, che cosa davvero ci distingue, sempre che si voglia essere qualcuno e qualcosa, e non una semplice propaggine. Il Tocqueville di cui oggi avremmo bisogno sarebbe quello che fosse capace di renderci consapevoli, nelle differenze, della nostra identità. (Gustavo Zagrebelsky)
  • Se per i re e per i governi l'Europa è una scacchiera dove si giuoca la fortuna e l'effimera gloria del mondo, per noi, per la Chiesa, l'Europa è lo spirituale, sacro e pacifico impero che i martiri e i santi hanno creato e unificato in Cristo, sulle rovine del paganesimo e della barbarie. (Gli uomini non guardano il cielo)
  • Si tratta di rendere l'Europa una casa degna dell'uomo. (Roger Etchegaray)
  • Siamo l'unica parte del pianeta dove si può investire in qualità della crescita, è l'unico aspetto sul quale possiamo competere con Stati Uniti, Cina, India. Ci batteranno sulla quantità di crescita, ma noi possiamo avere una crescita migliore. (Matteo Ricci)
  • Solo in Europa si è preteso, ad un certo punto, di affidare allo stato nascente dell'innamoramento la stabilità della coppia, della famiglia e perfino i criteri di perpetuazione della specie. (Francesco Alberoni)
  • Tutto è più importante di quanto pensiamo, e allo stesso tempo niente è più importante di quanto pensiamo che lo sia. Una semplice scintilla può mandare in fiamme l'Europa; ma anche se l'Europa andasse in fiamme più di venti volte, il mondo si raddrizzerebbe comunque con un colpo di coda. (Samuel Butler)
  • Un sogno che porta dei frantumi. Come l'umanità – da fare, disfare, educare. Mentre dall'Albania era un sogno da toccare. (Ornela Vorpsi)
  • Uno dei maggiori uomini di cultura del Rinascimento, Erasmo da Rotterdam, fu portato dalla sua stessa humanitas a condannare la guerra come «assurdità cattiva, anticristiana, belluina, selvaggia», a disprezzare gli «stolti nomi» di inglesi, francesi, tedeschi e delle altre nazionalità perché il nome di Cristo ci ricongiunge tutti: «il mondo intero è una patria comune» egli scrisse, ma quel mondo non era altro che l'Europa del tempo ed ambiente di Erasmo, ancor sostanziata di sentimento cristiano, ma soprattutto affratellata da uno spirito umanistico di tolleranza e di comprensione. (Paolo Brezzi)
  • Vogliamo essere europei di lingua italiana, piuttosto che italiani di lingua toscana. (Enzo Bettiza)

Renaud Camus[modifica]

  • L'Europa, quella che ha composto il Quintetto di Schubert o Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, aveva un'idea di eccellenza, di superamento di se stessa. L'uguaglianza forzata culturale ha ridotto l'Europa a una imbecillità.
  • L'Europa vede un progetto di conquista, in passato resistevano, ma oggi la reazione è: "Poveri conquistatori, spero non abbiano problemi". È come se Elisabetta d'Inghilterra avesse detto della Invincibile Armada: "Quei poveri spagnoli, con quel mare cattivo, sono preoccupata".
  • Non è una teoria, un concetto o una nozione: è un fatto. I popoli europei sono sostituiti da popoli non europei. Lo comprendi dalla demografia, paragonando i non europei e gli europei dall'età: la proporzione è ancora bassa per le persone sopra i settant'anni, ma è enorme sotto i cinque.

Fëdor Dostoevskij[modifica]

  • La povera Lizavèta Prokòf'evna aveva una gran voglia di tornarsene in Russia e, a quanto scriveva Evgènij Pàvlovič, criticava con biliosa parzialità tutto quel che vedeva all'estero: "Qui non sanno neppure cuocere il pane come si deve; d'inverno gelano di freddo come topi in una cantina", diceva la generalessa. "Perlomeno qui ho potuto piangere in russo sul destino di questo povero sventurato," aggiungeva, sconvolta dalla compassione, indicando, il principe che non l'aveva affatto riconosciuta. "È ora di farla finita con tutte queste idee esaltate, bisogna tornare alla ragione. Tutto questo, l'estero e tutta questa vostra Europa, non è altro che una chimera... si rammenti delle mie parole, e se ne accorgerà lei stesso!" aveva concluso in tono addirittura indignato Lizavèta Prokòf'evna, al momento di congedarsi da Evgènij Pàvlovič. (L'idiota)
  • L'Europa ha creato nobili tipi di francesi, inglesi e tedeschi, ma ancora non sa quasi niente del suo uomo futuro. E sembra che ancora non ne voglia nemmeno sapere. Ed è comprensibile: non sono liberi, mentre noi siamo liberi, mentre noi siamo liberi. [...] Ogni francese può servire non solo la sua Francia, ma addirittura anche l'umanità, solo alla condizione di rimanere soprattutto francese; lo stesso l'inglese e il tedesco. Solo il russo, perfino nel nostro tempo, cioè molto prima di quando verrà tirato un bilancio totale, ha già avuto la capacità di diventare soprattutto russo solo quando è diventato soprattutto europeo. Ed è proprio questa la nostra più essenziale diversità dagli altri, e a questo riguardo, da noi tutto si presenta diversamente. Io in Francia sono francese, con un tedesco, tedesco, con un antico greco, greco, e con tutto ciò sono soprattutto russo. In questo sono un vero russo, e servo soprattutto la Russia, in quanto evidenzio il suo pensiero principale. Sono un pioniere di questo pensiero. (L'adolescente)
  • È destino che debbano azzuffarsi ancora a lungo, perché... sono ancora troppo tedeschi e troppo francesi, e non hanno ancora terminato loro compito in questi ruoli. E ancora mi dispiace per le distruzioni. Per un russo l'Europa è preziosa quanto la Russia: ogni sua pietra gli è dolce e cara. L'Europa è stata la nostra patria come la Russia. Oh, di più! Non si può amare la Russia più di quanto l'ami io, ma non mi sono mai rimproverato perché Venezia, Roma, Parigi, i tesori delle loro scienze e delle loro arti, tutta la loro storia, mi sono cari più della Russia. Oh, ai russi sono care quelle antiche pietre altrui, quelle meraviglie del vecchio mondo di Dio, quei frammenti di sacri prodigi; e questo è più caro a noi che a loro! Loro hanno altri pensieri e sentimenti, e hanno smesso di aver care le vecchie pietre... Là un conservatore si batte solo per l'esistenza, e un pétroleur si dà da fare solo per il diritto a un pezzo di pane. Solo la Russia non vive per sé, ma per il pensiero, e devi ammettere, amico mio, è notevole che già da quasi un secolo la Russia non viva per sé, ma per l'Europa! E loro? Oh, loro sono destinati a terribili sofferenze, prima di raggiungere il regno di Dio. (L'adolescente)

Michail Gorbačëv[modifica]

  • Densamente popolata e altamente urbanizzata, l'Europa brulica di armi, nucleari e convenzionali. Oggi non sarebbe sufficiente definirla un «barile di polvere». Vi si fronteggiano i gruppi militari più potenti, equipaggiati dei mezzi più moderni e continuamente migliorati. Vi si concentrano migliaia di testate nucleari, mentre ne basterebbero alcune dozzine per trasformare il territorio europeo in un inferno.
  • In primo luogo io credo che l'Europa possa vantare una grande, unica esperienza politica. Esperienza tanto gloriosa quanto dolorosa. Ci sarà bisogno di entrambe le cose nel mondo a venire. In secondo luogo c'è la ricchezza delle sue diversità, che ne fa un laboratorio mondiale per la creazione di un vaccino potente contro il virus dello «scontro di civiltà». In terzo luogo essa può offrire l'esempio prezioso del proprio processo di unificazione. E la sua forza, che è stata capace di soverchiare la cortina di ferro e il muro di Berlino.
  • L'antico mito greco del rapimento di Europa ha assunto oggi una particolare attualità. È superfluo precisare che l'Europa, come espressione geografica, resterà al suo posto. Tuttavia si ha a volte l'impressione che la politica indipendente delle nazioni dell'Europa occidentale sia stata loro sottratta e venga trasportata al di là dell'oceano, e che gli interessi nazionali vengano cancellati con il pretesto di diffendere la sicurezza.
  • L'Europa non ha armate, ma non sono le armate quelle che servono per affrontare i problemi del mondo contemporaneo. I missili non possono produrre acqua e aria pulita. E, per quanto concerne il terrorismo, l'Europa l'ha conosciuta da sempre.
  • Le nazioni europee hanno l'esperienza più amara e dolorosa delle due guerre mondiali. La coscienza dell'inammissibilità di una nuova guerra ha lasciato una profondissima impronta nella loro memoria storica. Non è una coincidenza che l'Europa abbia il più vasto e autorevole movimento contro la guerra, che abbraccia tutti gli strati sociali.

Paul Kagame[modifica]

  • L'Europa ha un problema di migrazione perché non è riuscita ad affrontare il problema in anticipo. Invece di aiutare l'Africa, ha ulteriormente impoverito il continente.
  • L'Europa ha creduto di rappresentare tutto ciò che il mondo ha da offrire; che tutti gli altri potessero solo imparare dall’Europa e chiedere aiuto. Questo è il modo in cui gli europei hanno gestito l’Africa per secoli.
  • L'ipocrisia degli europei è sorprendente. Predicano ciò che non praticano loro stessi. Perché c'è questo fallimento in Europa? A causa della democrazia? Se democrazia significa fallimento, allora la democrazia europea non è qualcosa che dovrei praticare.

Roberto de Mattei[modifica]

  • L'Europa non ha bisogno di burocrazia, ma di un'anima. E la sua anima, ossia il suo principio vitale e unificatore non può non essere che il Cristianesimo.
  • La dimensione dell'Europa non è lo spazio, che la ridurebbe ad un appendice della penisola asiatica, ma il tempo, la storia, la tradizione, il passato.
  • Le certose in cui generazioni di uomini vollero farsi dimenticare, le abbazie scoscese, i castelli che ancora si affacciano sulla Loira, sul Reno, sul Danubio, le rotte dei pellegrini verso Santiago, Loreto, Mariazell, la borghesia operosa, l'aristocrazia austera, il popolo allegro, che si intravede nei quadri e nelle pale d'altare, gli uomini che per amore della nostra civiltà combatterono a Gerusalemme e a san Giovanni d'Acri, a Lepanto, a Vienna e a Belgrado sono il nostro passato, la nostra tradizione, il nostro esercito in marcia. Questa è la nostra Europa: l'Europa della tradizione, della creatività, dello sviluppo.
  • Le radici dell'Europa non sono le cattedrali, i monumenti, i dipinti, i borghi che la costellano, né le grandi espressioni della sua musica, della sua poesia, della sua letteratura. Tutto questo è certamente espressione della grande Civiltà cristiana di Occidente, ma le radici di questa Civiltà appartengono al patrimonio invisibile dello spirito, sono immateriali e perciò indistruttibili.

George Steiner[modifica]

  • Con il crollo del marxismo nella barbarie della tirannia e nell'assurdità economica abbiamo perso un grande sogno: quello dell'uomo comune che segue la scia di Aristotele e Goethe, come proclamava Trockij. Ora che si è liberato da un'ideologia fallimentare, quel sogno può – anzi deve – essere sognato di nuovo. E forse solo in Europa abbiamo i requisiti culturali necessari, quel senso di tragica vulnerabilità della condition humaine, per fornirgli una base. Solo tra i cittadini di Atene e Gerusalemme, spesso così stanchi, divisi, confusi, è possibile ritrovare la fiducia che non valga la pena di vivere una «vita non esaminata».
    Forse queste sono solo sciocchezze, forse è troppo tardi. Spero di no, perché queste cose le sto dicendo in Olanda. Dove ha vissuto e pensato Baruch Spinoza.
  • Forse dalle ombre delle persecuzioni religiose emergerà un'Europa post-cristíana, anche se lentamente e con modalità difficili da prevedere. In un mondo che ora appare preda di fondamentalismi assassini, da quello del Sud o del Mid-West americano a quello islamico, l'Europa occidentale ha il privilegio e il dovere di smussarli, per praticare un umanesimo laico. Se riuscirà a purgarsi dalla propria oscura eredità, se riuscirà a confrontarsi con questa eredità con la necessaria intransigenza, l'Europa di Montaigne ed Erasmo, di Voltaire e Immanuel Kant, potrà assumere ancora una vota il proprio ruolo di guida. [...] Chissà, in una maniera che è difficile prevedere, l'Europa darà il via a una rivoluzione contro-industriale, pur avendo dato essa stessa inizio alla prima rivoluzione industriale.
  • I parafulmini devono essere saldamente infissi nel terreno. Anche le idee più astratte e speculative devono essere ancorate nella realtà, nella materia delle cose. Che dire allora dell'idea di Europa?
    L'Europa è i suoi caffè, quelli che i francesi chiamano cafés. Dal locale di Lisbona amato da Fernando Pessoa ai cafès di Odessa frequentati dai gangster di Isaac Babel. Dai caffè di Copenhagen, quelli di fronte ai quali passava Kierkegaard nel suo meditabondo girovagare, fino a quelli di Palermo. Non si trovano caffè archetipici a Mosca, che è già la periferia dell'Asia. Ce ne sono pochissimi in Inghilterra, dopo una fugace moda nel Diciottesimo secolo. Non ce ne sono nell'America del Nord, con l'eccezione dell'avamposto francese di New Orleans. Basta disegnare una mappa dei caffè, ed ecco gli indicatori essenziali dell'«idea di Europa».
    Il caffè è il luogo degli appuntamenti e delle cospirazioni, del dibattito intellettuale e del pettegolezzo. Lo frequentano il flâneur, il poeta, il metafisico con il suo taccuino. È aperto a tutti, e al tempo stesso è un club, una massoneria di identità politiche o artistico-letterarie.
  • La doppia eredità di Atene e Gerusalemme. [...] Essere europei significa cercare di negoziare sul piano morale, intellettuale ed esistenziale gli ideali, le pretese, le praxis contrastanti della città di Socrate e di quella di Isaia.
  • Ora si respira un'aria pericolosa nel nostro continente. Sono molto in apprensione per il vento xenofobo e antisemita che sta soffiando in molti Paesi europei. L'odio per lo straniero, la caccia all'ebreo, l'apologia dell'autodifesa e delle armi sono i pericolosi segni di una terribile regressione, un preludio alla violenza. Continuando su questa strada della barbarie cosa resterà dell'Europa dei caffè, dell'Europa del pensiero e della cultura?
  • Uccidendo i suoi ebrei, l'Europa si è suicidata.

Voci correlate[modifica]

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