José Mourinho/Citazioni su José Mourinho
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Citazioni
[modifica]- A me Mourinho non ha mai dato l'immagine dell'allenatore. Non somiglia a nessuno di quelli del presente né del passato, tolto forse Helenio Herrera, molto più modesto di Mourinho [...] e comunque svantaggiato, il Mago rispetto a Mourinho, da un apparato televisivo gracile, inadeguato. Mourinho ha l'aria del condottiero, del duce, del capitano di ventura, di John Wayne ma solo quando vincono i soldati blu. Mourinho non predica l'aggressione degli spazi. Li occupa. Molti colleghi (in genere sotto i 40 anni, bisogna capirli o almeno provarci) sono affascinati da Mourinho, che effettivamente è bravissimo a incantare i serpenti, a maggior ragione le bisce d'acqua dolce. Oh, che grande comunicatore. Sì, ma cosa comunica? Uh, finalmente uno che parla chiaro in un mondo di sepolcri imbiancati. Parlerà chiaro, ma solo pro domo sua.[1] Mourinho [...] non consente le mezze misure, le tinte sfumate. O con me o contro di me. (Gianni Mura)
- A me piace. È un bravissimo insegnante di calcio. Come è stato, per me, Marcelo Bielsa, c.t. dell'Argentina. Bielsa era meno showman di Mourinho, ma le caratteristiche erano simili: uomini di campo, che ti fanno provare e riprovare schemi e movimenti. (Hernán Crespo)
- Ai nostri allenatori Mourinho non ha da insegnare niente. In Italia il calcio tatticamente è una cosa molto, molto seria. Sotto l'aspetto calcistico siamo i più avanzati e ormai tutti conoscono tutto. Mourinho adesso ha in mano una macchina straordinaria e non credo farà rivoluzioni, gli sarà sufficiente portare quell'un per cento di novità. (Fabio Capello)
- Ci sono due Mourinho, quello mediatico che è sotto gli occhi di tutti e il Josè padre di famiglia, amico e confidente che abbiamo avuto la fortuna di conoscere in pochi. E posso assicurarvi che quest'ultimo, il Mourinho "umano" è davvero speciale. (Gabriele Oriali)
- Ci sono tante cose che mi fanno ancora venire voglia di giocare e buttarmi nel fuoco per Mourinho. (John Terry)
- Con José non esiste stanchezza mentale: regala fame, voglia di mettersi in discussione. [...] Parlare in maniera così diretta a volte non fa comodo a chi lo fa e mette in crisi chi sta di fronte, ma lui non ha paura né di una cosa né dell'altra. Mourinho ha bisogno solo di una cosa e quella chiede, di poter credere alle sue idee al cento per cento: se fosse il primo ad avere dei dubbi, i giocatori sarebbero i primi ad accorgersene e lui non farà mai una cosa per accontentare i giocatori a discapito delle sue idee. (Paulo Sousa)
- Con le sue dichiarazioni il tecnico dell'Inter ha mancato di rispetto alla città, alla società e ai tifosi del Catania. Non è ammissibile sentire certe cose da un allenatore che guadagna da solo quanto la nostra azienda spende per pagare tutti i suoi giocatori. (Pietro Lo Monaco)
- Con Mourinho ho vissuto un'esperienza super. Abbiamo lavorato insieme per un anno all'Inter e il feeling fra noi due era molto positivo. L'unico rimpianto è quello di aver lavorato insieme a lui solo una stagione, anche se abbiamo vissuto comunque dei bei momenti. (Zlatan Ibrahimovic)
- Con Mourinho non posso parlare di calcio perché non ha mai giocato e non può capire. Io ho fatto tante cazzate, ho sempre pagato, non è giustificabile ma possono capire solo quelli che hanno fatto questo mestiere da giocatori e lui non l'ha fatto, ma non vedo quale sia la relazione tra quello che ha detto lui e le mie parole. (Siniša Mihajlović)
- Credo che soltanto un cialtrone possa dire che quest'azione è fallosa [l'azione dell'1-3 di Inter-Roma 1° marzo 2009] e questo cialtrone si chiama Mourinho. (Gigi Garanzini)
- [Rispondendo a chi gli chiede se Josep Guardiola sia il miglior allenatore del mondo, o perlomeno della Liga] Della Liga BBVA senza nessun tipo di dubbio. Però tengo una preferenza per Benítez. Mourinho è straordinario, però per me ci sono altri due allenatori migliori. (Marcelino García Toral)
- Dopo Mourinho ci sentiamo orfani di qualcuno che sappia trasmettere il senso di appartenenza a questi colori.[2] (striscione)
- [Sul primo faccia a faccia tra i due] Durante il post-gara mi chiamava "boss" o "big man", ma sarei stato più contento se i suoi saluti fossero stati accompagnati da un buon vino. Mi ha portato dell'aceto! (Alex Ferguson)
- È davvero in gamba. Dopo quella frase del pirla è diventato ufficialmente il mio secondo idolo dietro ad Ancelotti. (Alessandro Costacurta)
- È l'allenatore più completo che abbia mai avuto, in campo e fuori. È attento a ogni particolare, in campo e fuori, e la differenza si vede subito: oggi c'è uno spirito nuovo, la squadra ha maggiore fiducia nei propri mezzi, fa la partita, ama controllare il gioco. È l'ideale per uno come me. (Zlatan Ibrahimović)
- [Dopo la partita Inter-Sampdoria 0-0 del 20 febbraio 2010] È molto pericoloso, anche per l'Inter, l'atteggiamento di Mourinho, che non è un ingenuo e quindi deve sapere che si rischia a camminare in una polveriera sempre col cerino in mano. Molti speravano che aiutasse il nostro calcio a guadagnare in maturità, in cultura. Invece, siamo tornati ai tempi dei Borgia, sai che bell'affare. (Gianni Mura)
- È straordinariamente bravo, straordinariamente fortunato, o un po’ dell’uno e dell’altro? Possiede una formula segreta oppure il suo segreto è che non ha segreti, ma solo la faccia tosta di far credere che sa il fatto suo? (David Runciman)
- È un fenomeno. Attira tutta l'attenzione su di sé lasciando la squadra tranquilla. E siccome le cose gli scivolano addosso tutto funziona per il meglio. A me piace tantissimo e penso faccia un gran bene al nostro calcio. (Fabio Cannavaro)
- È un ottimo allenatore, intelligente ed umile. E sa usare il mezzo televisivo. (Delio Rossi)
- È un tecnico che ha nel dialogo il punto di forza. Gli piace lavorare su ogni piccolo dettaglio, dà una personalità forte alla squadra. È un grande allenatore. In conferenza stampa ha un tono forte ma lui se lo può permettere. (Esteban Cambiasso)
- [Rispondendo a Mourinho che lo considerava troppo vecchi per cambiare mentalità] È una baruffa estiva, le sue parole vanno prese per quelle che sono. Ha fatto vedere subito personalità, chiarezza e il suo stile. Ecco cosa pensa dei suoi colleghi. Lo posso capire, dopotutto è venuto in Italia al posto di Mancini, nella squadra che ha vinto gli ultimi 2 scudetti. A lui hanno chiesto di vincere tutto e subito, con il bel gioco. Io dall'alto dei miei 70 anni [in realtà il tecnico della Juve aveva 56 anni] ho una certa saggezza e sarò il primo a complimentarmi con lui. (Claudio Ranieri)
- Era molto modesto allora.[3] Era bello guardare i suoi miglioramenti, vedere quello per cui è diventato un personaggio. Sapevo che mi voleva aiutare perché era molto appassionato. Ho notato subito che l'avevo portato avanti. Penso di averlo educato un po'. Potevo vedere immediatamente che aveva le conoscenze del gioco. [...] Lui allena per vincere. Io alleno per giocare un bel calcio e per vincere. La mia strada è più difficile. (Louis van Gaal)
- Eravamo buoni amici fino a quando abbiamo iniziato a vincere, poi lui ha cominciato a cambiare idea. (Rafael Benítez)
- I metodi distruttivi di Mourinho non avranno esito. Un gioco così non può piacere al Real Madrid, è una vergogna per il club. L'identità e l'immagine di questa società leggendaria è stata danneggiata. Ho conosciuto Mourinho ai congressi UEFA e l'ho visto come adesso: arrogante, maleducato, non fa altro che masticare gomme. Il Barça deve castigarlo sul campo. (Ottmar Hitzfeld)
- Il giorno in cui smetterò di allenare, sicuramente Mourinho sarà un allenatore che mi interesserà seguire. (Carlo Ancelotti)
- Il nostro è un rapporto a distanza, diciamo così. Però devo dire che quella di Mourinho è una presenza nel calcio italiano sicuramente positiva, sia per le capacità, che per quello che dice. Non è mai banale. Qualche volta è, diciamo così, un po' provocatorio, ma credo che sia una provocazione fatta con molta intelligenza. (Carlo Ancelotti)
- In alcune cose la somiglianza tra Mourinho ed Herrera è impressionante. Come Herrera, Mourinho è un vero lavoratore, infaticabile, meticoloso, attento al più piccolo dei particolari, all'avanguardia tatticamente. (Massimo Moratti)
- Io odio Mourinho. È uno sciocco. Penso che sia un signore molto complicato. È questo il modo migliore in cui posso dirlo. Ho un figlio di 7 anni e penso che sia leggermente più maturo di lui e un po' più adulto di Mourinho. Vorrei intervistarlo Mourinho, gli chiederei: "Perché sei così idiota? Quali sono i tuoi problemi?". E ogni volta che inizia a parlare gli direi: "Stai zitto". (Noel Gallagher)
- Josè è molto intelligente e sa far rendere i giocatori al 110%. Sa trasmettere la sua voglia di vincere sempre, è stato il segreto di quei successi in nerazzurro. (Júlio César Soares Espíndola)
- Josè Mourinho è un grande personaggio che suscita attenzione e grande rispetto da parte anche della stampa specializzata ma anche perché ha ottenuto risultati significativi. Il campionato italiano è difficile e come tale poi potremo dare valutazini in progress relativamente ai suoi risultati. Ha avuto coraggio professionalmente, sostituisce un tecnico di qualità come Mancini che ha condotto l'Inter alla vittoria. La Champions è avventura difficile per tutti, ci si gioca il tutto in una partita, su un palo o su un rigore. Lo abbiamo alla prova, lui come Ronaldinho, personaggi che stanno acquisendo popolarità nel nostro calcio e lo aiutano. Il calcio ha necessità di avere grandi personaggi. (Giancarlo Abete)
- L'abbraccio con Mourinho? Ci siamo salutati con una stretta di mano, come si fa con ogni collega. Non è avvenuto niente di particolare. Josè è un grande allenatore e un grande personaggio. La sua Inter? La squadra era già forte e si è ancora rinforzata, anche quest'anno sarà la compagine da battere. (Roberto Mancini)
- La forza di Josè è convincerti a morire per il tuo compagno e per la squadra, non per lui. (Thiago Motta)
- La polemica di Mourinho con Ranieri è di una volgarità unica: quando uno si appella all'età e a quello che ha vinto il rivale, allora significa che non ha argomenti validi. (Franco Rossi)
- Mi piace. Mi diverte. Capisco certi suoi attacchi d'ira. Mourinho viene tormentato con le domande su Mancini. Un incubo, ha fatto bene a reagire. I conti si faranno alla fine. (David Trézéguet)
- Mi piace, soprattutto per il suo coraggio di dire sempre quel che pensa. Anche a costo di andare "frontale" contro un giornalista che invade il campo di competenza. A qualcuno dà noia un personaggio come Mourinho, perché va fuori dalle righe. Ma è un grande allenatore, che studia anche gli avversari e si adegua: così, ha "tamponato" la Roma, dominando la partita.[4] (Eugenio Fascetti)
- Mourinho? A livello personale, Mourinho è stato uno dei migliori allenatori che ho avuto, senza dubbio. Ha vinto ovunque è andato, è molto capace e ha una mentalità vincente. (Diego Milito)
- Mourinho è... come dire? Enigmatico e "contorto". L'Inter e Mourinho devono trovare un loro equilibrio per poter tornare a vincere e a produrre un calcio spettacolare. Quello che si chiede a una squadra forte come quella nerazzurra. (Stefano Borgonovo)
- Mourinho con me è stato straordinario: io l'ho chiamato, perché arrivare all'Inter senza passare da José è impossibile, lui qui è ovunque. Ci siamo confrontati su tanti argomenti, mi sono fidato per molte cose dei suoi pareri. Lo considero un fuoriclasse, dietro alle brillanti conferenze stampa c'è un lavoro tattico e sul campo incredibile (Leonardo)
- Mourinho conferma l'autenticità della Sindone. «Sì, quel volto è mio». (Gene Gnocchi)
- Mourinho è espressione di un'intelligenza superiore e non mi riferisco all'aspetto calcistico. È un uomo che ha dimostrato di interpretare la professione con la conoscenza e con le capacità tecniche che ha. (Mauro Berruto)
- Mourinho è semplicemente uno da prendere a bastonate nei denti. [...] Uno che dice queste cose non ha rispetto né degli avversari, né della nazione che lo ospita, né dei tecnici. Noi non siamo un popolo che si può imbonire con le chiacchiere, e quindi Mourinho la smetta di fare il chiacchierone. Farebbe bene a guardare i suoi problemi, a quanto costa lui e la sua squadra alla sua società. (Pietro Lo Monaco)
- Mourinho è simpatico. Qualche volta esce dal seminato, ma mai con banalità. È un allenatore che ravviva la sfida. Con lui a Milano siamo tornati un po' al periodo di Helenio Herrera. Se invece di avere a che fare con un rivale diplomatico come Leonardo, ci fosse qualcuno più fumantino si rivivrebbero i tempi di Rocco-Herrera. Allora le battute erano all'ordine del giorno. A me le uscite del tecnico interista non disturbano, ognuno può dire la sua, purché nessuno venga offeso. (José Altafini)
- [Nel 2015] Mourinho è stato un grande tecnico in passato, ma adesso è finito e non c'è alcuna possibilità che possa tornare indietro, visto l'attuale situazione. Come persona è finta perché si preoccupa solo di se stesso e non ha alcuna considerazione per i sentimenti dei suoi giocatori o per quello che pensano, tanto è vero che non si può andare a parlare con lui. [...] La prima cosa che fa sempre è di andare dai giocatori più importanti della squadra e di farli arrabbiare per divertimento e che si chiamino John Terry o Frank Lampard, non fa differenza: questo è il solo modo in cui agisce e non cambia per nessuno. Vedete adesso quanti suoi giocatori non sembrano felici? Bene, il motivo è solo lui. (Adrian Mutu)
- Mourinho è un allenatore fantastico e i titoli vinti parlano per lui ha vinto ogni cosa in Portogallo, in Inghilterra e in Italia e questo lo rende il migliore. Per me per essere il migliore devi provarlo in paesi e campionati diversi: Mourinho lo ha fatto, a differenza di tutti gli altri. È semplice. (Cristiano Ronaldo)
- Mourinho è una figura interessante. Abbiamo un rapporto molto buono. E ricordo bene quando in quell'occasione gli ho indicato il trofeo [la UEFA Europa Conference League], lui mi mostrò la mano con tre dita. E ha continuato a mostrarmela mentre mi veniva incontro. Allora gli ho chiesto cosa intendesse con quel gesto. E lui: “Ho ricevuto un trofeo Uefa da tre diversi presidenti: Johansson, Platini e Ceferin. Sono l’unico" (Aleksander Čeferin)
- Mourinho è una persona strana, ma non voglio criticarlo, perché per me è un vincente e chi vince ha sempre ragione. Posso dire che quando tra noi c'erano dei problemi, né i tifosi, né il presidente mi hanno mai lasciato solo. (Julio Ricardo Cruz)
- [Dopo che l'allenatore aveva lasciato il Real Madrid nel 2013] Mourinho ha danneggiato il calcio spagnolo, non sentirò la sua mancanza. Non mi piace parlare di questo personaggio. (Andrés Iniesta)
- Mourinho è un allenatore che bada solo al risultato e se ne vanta. Ha detto di essere lo "Special One" perché ha vinto questo o quello in tanti paesi. Ma non mi piace il modo in cui le sue squadre giocano. Chi si ricorda dell'Inter campione d'Europa? Per me non ha lasciato un'eredità, a differenza dell'Olanda di Cruyff. (Xavi)
- Mourinho ha distrutto tutto, isolando certi elementi per dar spazio a nuovi che troppo spesso si dimostravano star [...] Ad inizio stagione [2006-2007] Mourinho prende le distanze dai giocatori. Ad un tratto, lo spirito di fraternità che ci univa si sgretola. Poi litiga con Abramovich che gli chiedeva più libertà in campo per i suoi giocatori. Ma Mourinho rifiuta con ostinazione di cambiare metodi. Qualcosa si è spezzato in alto e noi cominciavamo a risentirne gli effetti. (Claude Makélélé)
- Mourinho mi piace. Ha carattere, ha ingegno, fa sempre notizia. Non mi piace solo quando dice "voi italiani"... (Gianni Petrucci)
- [A seguito dei disordini dopo Barcellona-Real Madrid] Mourinho sta distruggendo il calcio spagnolo. Non credo che la colpa sia dei giocatori. Anche quando abbiamo vinto per 6-2 sul loro campo non è successo tutto questo. Ma adesso prendono ordini da una persona che sta distruggendo il calcio spagnolo. Bisogna fare qualcosa perché questa situazione rischia di finire molto male. (Gerard Piqué)
- Nella storia dell'Inter sarà indelebile la figura di Helenio Herrera e quella di José Mourinho. Eravamo nemici per i media, è un allenatore che ho sempre stimato, in campo ci siamo sempre salutati. Fa parte del lavoro di ogni allenatore difendere la propria squadra. (Claudio Ranieri)
- Nel corso dell'ultima annata [2006-2007] piena vissuta sotto i suoi comandi, sono colpito da come Mourinho dimentichi il ruolo capitale dei suoi giocatori, attribuendosi un po' tutti i meriti [...]. Per lui, non sono le individualità che fanno funzionare la squadra, ma il metodo che ha stabilito. (Claude Makélélé)
- Non è possibile che un grande club giochi come il Real Madrid di Josè Mourinho. Non voglio che la gente pensi che attacco sempre Mourinho, perché non è mia intenzione, però è evidente che non mi piace il calcio che mostra in campo. Invece mi faceva rabbia vedere giocare così bene il Real dei Galacticos, perché aveva un'idea ed un concetto. Zidane, Roberto Carlos... Erano incredibili, dominavano il gioco sotto ogni aspetto. Dovevi arrenderti all'evidenza e ammettere che erano i migliori. Come il Madrid della 'Quinta del Buitre', altro squadrone, una filosofia di gioco chiara. Iinvece il Real di Mourinho non ha nulla di tutto ciò e non ha lasciato nulla per il futuro. (Xavi)
- Non sto facendo del facile sciovinismo (il calcio deve molto a decine di bravissimi calciatori e allenatori stranieri). Né voglio infliggervi un articolo sullo sport. Infatti parlo di Mourinho, che sta allo sport come Vittorio Sgarbi sta alla politica. Vorrei provare a comprendere com'è possibile che questi fenomeni da baraccone, queste versioni moderne della donna barbuta e del mangiafuoco, dopo tanto girovagare per il mondo con alterne fortune, riescano a trovare l'America in Italia. (Marco Travaglio)
- Ora, anche se non si capisce bene cosa c'entrassero con Calciopoli i pranzi e le cene a casa Mou, qui si fa pacatamente notare quanto segue: nella stagione sportiva 2003-2004, il Porto allenato da Josè Mourinho fu coinvolto nell' inchiesta "apito dourado" (fischietto dorato) per un tentato illecito sportivo e tentata corruzione. Risultato: 6 punti di penalizzazione e due anni di squalifica al presidente. Chi è senza peccato scagli il primo fischietto. (Maurizio Crosetti)
- Penso che Mourinho sia il miglior allenatore del mondo. Sono convinto di aver preso il migliore che c'era in circolazione. (Massimo Moratti)
- Per lui "io" è il diminutivo di Dio. (Franco Rossi)
- Per prima cosa devo dire che posso solo ringraziarlo perché lui è stato il primo a darmi fiducia e a puntare su di me. Riesce a darti una carica pazzesca, sa usare le parole giuste al momento giusto. Ti motiva come nessuno mai e ti trasmette la sua mentalità vincente. (Davide Santon)
- Per quanto riguarda Mourinho, il mio rapporto con lui è buono, onesto e chiaro. Rispetto le sue decisioni e per me è il miglior allenatore. (Sergio Ramos)
- Perché è così speciale? Riesce a ottenere il massimo dai propri giocatori ed è bravissimo nella gestione dello spogliatoio. Un allenatore molto diretto che dice in faccia ciò che pensa. Tratta tutti allo stesso modo, dal campione fino al più giovane. Questa era ed è la sua grande forza. (Gabriele Oriali)
- Personalmente [lo] apprezzo molto perché è un personaggio di rottura di cui il calcio ha bisogno. (Giuseppe Bergomi)
- Potenzialmente alcuni allenatori sono grandi scacchisti: penso ai vari Mourinho, Lippi, Capello. In panchina una delle cose più difficili è mantenere la mente fredda senza poter scaricare la tensione, e loro ci riescono. Sarei curioso di vederli davanti a un tavolino. (Gianluca Vialli)
- Potrebbe piacerti o no, ma Mourinho ha una capacità impressionante: vince tutto. (Héctor Cúper)
- Probabilmente ci troviamo davanti al miglior allenatore del mondo. È sempre difficile in questi casi fare una classifica, ma la sua carriera nei vari campionati è perfetta. (Josep Guardiola)
- Quando si dà successo alle persone stupide, le si rendono più stupide e non più intelligenti. [...] L'ho trovato fuori luogo, disconnesso con la realtà e sgarbato. Vedrò se prendere o meno delle contromisure. Non lo conosco ancora ma lascerò la porta aperta. Non so cosa ho detto di così malizioso. Mi hanno fatto una domanda sul Chelsea e ho dato la mia onesta risposta, come mi aspetto che facciano gli altri allenatori quando chiedono loro dell'Arsenal. (Arsène Wenger)
- Questo c'ha due coglioni grandi come una casa. (Antonio Cassano)
- Se devo ricordare Josè, preferisco raccontare come si comportava con il gruppo, il senso di appartenenza, le cose positive che ci ha trasmesso. Abbiamo fatto cose straordinarie. È un vincente, ti dice le cose in faccia senza problemi. Cosa ci ha detto negli spogliatoi prima della finale di Champions League contro il Bayern? Che avevamo fatto un grande sforzo per arrivare lì, ma che mancava ancora l'ultimo scalino per restare nella storia del calcio italiano. Ci guardò in faccia e ci spiegò che per molti di noi quella poteva essere l'ultima opportunità e che non potevamo sbagliarla. (Javier Zanetti)
- Sicuramente è stato l'allenatore più difficile che ho avuto, un vincente di natura, vuole solo vincere e che ogni giocatore faccia ciò che lui chiede. Abbiamo avuto conflitti e divergenze, voleva che mi allenassi di più, ma io pensavo di lavorare duramente, aiutare la squadra e far gol e nonostante tutto lui era sempre insoddisfatto. (Henrix Mxit'aryan)
- Tutti i miei allenatori sono stati bravi, ma se devo sceglierne proprio uno scelgo Mourinho. Non tanto perché abbiamo vinto tutto, ma perché mi ha fatto scoprire un nuovo modo di lavorare. Ci ha fatto capire che potevamo essere più forti e siamo riusciti a fare il salto di qualità. (Javier Zanetti)
- Un vincente. Nel senso che lui in testa ha solo un obiettivo: vincere. Non gli interessa lo spettacolo. Mourinho ha due facce: una felice quando vince, una incazzata quando perde. Il suo umore cambia in base al risultato. Se hai giocato bene, ma hai perso, lui non riesce a trovarci niente di positivo. Mentre se vince giocando malissimo è felicissimo. La partita di Mourinho si gioca nelle due aree. La sua in cui devi morire pur di non far segnare l'avversario e quella avversaria in cui devi affondarlo. Il centrocampo è un fastidioso percorso tra due campi di battaglia. Se viene saltato, meglio: il tiqui taca non gli appartiene. Mou non cerca il bello, cerca un nemico, se non ce l'ha lo crea. (Thiago Motta)
- La capacità persuasiva di Mourinho [...] è in grado di mostrare al prossimo, uno scenario altrimenti invisibile. Lo vede lui, soltanto lui, e te ne parla. A quel punto lo vedi anche tu. Mourinho non cerca l'impossibile, si muove dove può competere, in questo concreto come un ragioniere. [...] Il portoghese va dove lo porta il cuore e sfonda le porte agitando il sentimento, un ciondolo dal tintinnio ipnotizzante. Proprio per questo è più di un allenatore, è una sorta di guida spirituale la cui venerazione comporta un pizzico di sicuro smarrimento e il rischio di una probabile perdizione. Il suo carisma appartiene al mondo della devozione: o ti abbandoni o non sei niente.
- Mourinho ha girato il mondo, ha conosciuto re e regine, si è autoproclamato speciale per poi legittimare questa esclusività con i risultati. Ha vinto dappertutto, e Oporto non è Milano, e Milano non è Londra e Londra non è Madrid e Madrid non è Manchester. E vincere dappertutto non è così scontato anche quando ti danno tra le mani il meglio che il calcio può esprimere.
- Se è vero che la perfezione è un incidente di percorso, José Mourinho è l'allenatore ideale per cercarla. In lui tutto si esprime secondo un ordine disatteso, dentro regole asimmetriche che lo pongono al riparo dalla prevedibilità.
- Ci sono molti allenatori che ritengono le conferenze stampa un fastidio e non una parte necessaria della loro professione e le eliminerebbero volentieri. Da Mourinho in poi, invece, ci si è resi conto che una conferenza stampa fatta in un certo modo può portare dei vantaggi, può galvanizzare i propri giocatori, può spaventare i giocatori avversari, può seminare il nervosismo e l'eccitazione nei tifosi.
- Mourinho è un personaggio che vuole il comando, è un diavolo d'astuzia e scaltrezza, è un vincitore. Nel senso che sa usare tutti gli elementi del paesaggio, da quelli tecnici a quelli della comunicazione, per raggiungere il successo. Non so se ti è mai capitato di seguire dei corsi di judo: lì devi sfruttare il peso e i movimenti dell'avversario per buttarlo a tappeto. Mourinho è particolarmente abile in questo. Sa usare ogni parola che viene detta nel campo avverso, la prende, la trasforma, la rifinisce e la inserisce in un contesto diverso, creando confusione, muovendo le acque.
- Secondo me, José Mourinho è il diavolo: è un diavolo per il quale provo una fascinazione strepitosa. [...] Sono un grande appassionato di intelligenza, e l'intelligenza di José Mourinho è qualche cosa di soprannaturale, per me. È un tipo di intelligenza astuta, è un tipo di intelligenza anche cattiva: è un tipo di intelligenza alla Andreotti, per chi di voi è abbastanza vecchio da ricordarsi l'uomo politico probabilmente più influente della storia italiana del dopoguerra, e che sicuramente era di un cinismo clamoroso. [...] Il modo in cui Mourinho solletica il mio "lato oscuro" è fantastico.
- [Nel 2011] Le persone che lo conoscono sanno che è davvero speciale, non come lo dipingono gli altri. È uno dei più grandi allenatori, lo ringrazio perché mi ha dato la possibilità di discutere con lui delle questioni tecniche, senza filtri. È la cosa più bella che mi ha regalato.
- [Nel 2013] Prima di incontrarlo all'Inter, i nostri rapporti erano tesi e una volta dissi che non avrei mai giocato in un club allenato da lui, ma Dio ha voluto farmi vedere quanto mi sbagliavo e ora noi due siamo amici, lui è di nuovo il mio allenatore ed è un piacere lavorare insieme ancora una volta e far parte di una grande squadra. José è un uomo dalle idee molte chiare, che va dritto al punto e dice le cose in faccia, tutte qualità fondamentali per uno che fa il suo mestiere, ecco perché non riesco a scegliere solo un pregio per descriverlo.
- [Nel 2005] Uno steward mi ha detto "scimmia di m.", non ho frainteso. Ma il colpevole è un altro: basta guardare la faccia di Mourinho. È impresentabile, gli altri hanno seguito il suo esempio.
- Il tempo aiuta a maturare: l'ho conosciuto che era un alunno, adesso si può dire che è un maestro. Più esperto, in particolare nel rapporto con i giocatori, ma la persona è rimasta la stessa: il carattere è carattere.
- [Alla domanda "Perché Mourinho piace a chi gioca per lui?"] Perché un conto è l'immagine che si può dare in tv e un conto è la conoscenza che deriva dal contatto quotidiano. Mourinho è uno di noi, ti è vicino, ti difende, comunica.
- [Alla domanda "E perché in Italia si fa ancora così fatica a capire Mourinho?"] Perché quando uno parla, si può analizzare quanto dice con cattiveria, oppure con la volontà di capire quello che vuole dire, cercando anche il contenuto positivo. L'esempio più chiaro è quanto ha detto a Coverciano sull'immagine del calcio italiano: era il parere di uno che è appena arrivato da un'altra realtà, non era Mourinho che parlava male del calcio italiano.
- [Alla domanda "Troppo conservatore il calcio o troppo "rivoluzionario" Mourinho?"] Di sicuro nel calcio non c'è una grande abitudine a parlare chiaro: il nostro calcio è fatto quasi solo di domande e risposte politicamente corrette.
- A parte il fatto che a voi dell'Inter io piaccio perché contro di voi ho sempre fatto pochissimi risultati, credo che Mourinho sia uno dei pochi che dice quello che pensa. Sul piano tattico non credo che abbia portato grosse novità, sicuramente ha a disposizione una rosa di calciatori molto importante, e quindi ha grande scelta. Poi, per quanto riguarda la gestione del gruppo, credo che la sappia fare con grande personalità. Certo, usa il bastone per quelli che segnano e la carota per quelli che non fanno gol e, a volte, si potrebbe anche fare il contrario.
- Mourinho come me? Lui è uno dei pochi che dice quello che pensa e io ho sempre cercato di dire quello che pensavo. Forse poi lui se lo può permettere, e io no: ma questo è un discorso diverso.
- Solo uno da prima pagina. Dicono sia stato bravo a convincere Eto'o a fare il terzino, ma è normale che un allenatore faccia fare ai giocatori in campo quello che vuole lui. Anche se ha vinto tutto non mi piace il suo modo di affrontare le partite: a Barcellona ha fatto catenaccio peggio di Nereo Rocco. La mentalità a una squadra la dà sempre l'allenatore: non se la scelgono i giocatori.
- Un fenomeno mediatico. Dopo tanti anni ha dato la Champions all'Inter, ma il modo in cui ha vinto non è piaciuto a tutti. Ci sono molti interisti che si vergognano. Non si tratta degli arbitri, ma dell'atteggiamento della squadra: un allenatore dovrebbe dare un gioco...
Note
[modifica]- ↑ Cfr. locuzione latina: «Cicero pro domo sua» («Cicerone [che parla] per la propria casa»). Cfr. voce su Wikipedia.
- ↑ Lo striscione è stato esposto dalla tifoseria interista prima del fischio d'inizio della semifinale di Coppa Italia a San Siro contro la Roma del 17 aprile 2013, quasi tre anni dopo che l'allenatore portoghese aveva lasciato la panchina interista.
- ↑ Riferendosi al periodo in cui Mourinho era suo assistente al Barcellona.
- ↑ Riferendosi a un Roma-Inter 0 a 4.