Giovanni Trapattoni

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Giovanni Trapattoni

Giovanni Trapattoni (1939 – vivente), allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.

Citazioni di Giovanni Trapattoni[modifica]

  • A giudizio di qualcuno, la Fiorentina avrebbe bisogno soltanto di giovani. 'Verde è una bella parola. Ma con tutti verdi si rischia di arrivare a giugno e di non riuscire a mietere il grano.[1]
  • A proposito della benedetta (mai come in questo caso si addice meglio questo aggettivo!) acqua santa, mia sorella Romilda soleva dirmi: "Guarda, Gianni, che questa ti fortifica... ovviamente non ti assicura la vittoria." Ebbene, mi scuseranno gli intellettuali e anche i teologi di professione, ma parole come queste valgono molto di più di tanti libri, sono il segno manifesto di quanto ognuno di noi (anche la persona celebre ed affermata) abbia bisogno di affidarsi, di affidarsi anche ad un segno che rimandi ad un'Appartenenza più grande, ad un'Appartenenza con la "A" maiuscola. D'altronde è proprio questo esser convinto che c'è Qualcuno lassù che mi ha voluto prima calciatore e poi allenatore, che mi fa continuare in questo stupendo lavoro...[2]
  • A volte bisogna gettare un sasso nella pozza. Avete capito? Un sasso muove l'acqua. Un allenatore non deve dormire. Lui fa "ronf, ronf" e la partita finisce 0 a 0. Sbagliato. Un coach deve sempre essere sveglio e indovinare il cambio decisivo.[3]
  • Abbiamo ritrovato il nostro filo elettrico conduttore.[4]
  • Antonio è uno dei miei figliocci. Ne ho avuti parecchi, ma se devo indicarne alcuni, lui lo metto sicuro.[5]
  • [Alla domanda «Trap, lei come allenatore ha vinto tutto, ma come uomo?»] Be', penso sia difficile distinguere le due attività.[6]
  • Bisogna costruire mattoni per essere solidi come il cemento armato.[7]
  • Bisogna far esasperare un po' di di di di ruota da titolare. Vuol dire che sono giocatori che hanno ... le quali passati avevano delle qualità per le quali per i risultati raggiunti .. quindi è stato un riconoscimento più che meritato attribuire questo premio.[7]
  • [Gaffe] Calcaterra era un timido, ho dovuto violentarlo in ogni allenamento perché non prendeva l'iniziativa.[8]
  • Caratterialmente abbiamo dimostrato che alla base c'è anche il carattere.[7]
  • [Gaffe] C'è maggior carne al fuoco al nostro arco, anche se l'arco lancia le frecce.[4]
  • C'è stato un momento di euforia per i tecnici più giovani. C'erano limiti ideologici, si pensava di aver trovato un elisir. Poi l'esperienza ha fatto riscoprire che la capacità, la preparazione e l'equilibrio tattico sono ancora la cosa più importante.[9]
  • C'è un organo ben preposto che devono stabilire se si può fare o non fare. Non so se tu partecipi solo in questa circostanza ad un evento del genere o se non hai mai visto Quelli della Domenica che mettono su la maglia con su... hanno fatto anche quella della Pace, no?, oppure per altre malattie.[7]
  • C'è una propensione minore ad accettare un po' più serenamente, goliardamente un po' i risultati.[7]
  • Ciao Paolo... I giocatori non dovrebbero andarsene prima degli allenatori.[10]
  • [Gaffe] Credo invece al fatto che l'esasperata interpretazione di una, dopo otto giorni, teletrasmessa, e dico non teletrasmessa come esasperazione ma teletrasmessa, cioè esasperazione sul terreno di gioco dal momento che una partita teletrasmessa rappresenta un'immagine, il risultato è importante e noi allenatori vediamo quale... di quale io ho scritto il 100%, ma noi ci esprimiamo già al 100% del potenziale di allenamento in quel momento di cui la squadra ha.[11]
  • [Su Baggio nel 1992] Davanti a lui c'è il mondo e ha tutto per conquistarlo. A venticinque anni, è come un pozzo di petrolio, dal quale è stato estratto pochissimo greggio.[12]
  • Del Piero è uno di quei giocatori che rimarrà negli annali come Piola o Boniperti, e non solo negli almanacchi, perché si è contraddistinto per i suoi modi dentro e fuori dal campo. [13]
  • Diciamo che puntualmente ogni tanto affiorano queste situazioni però lasciamo stare come stanno le cose perché mi sembra che da un'analisi fatta di una gara si sia voluto così creare una situazione fumogena molto, molto intensa.[14]
  • Direi... non è la prima partita, io direi che non è, anzi, forse, se andiamo a vedere, sicuramente una delle più numerose partite giocate così; forse non tutte si vorrebbe che fossero tutte così. Ma non ho ... ci sono delle caratteristiche soggettive che è inutile andare a ... ogni tanto si forma un po' di di di di ..sull'ottone si forma un po' di opacatezza, poi lo tiri via e torna lucido, lo so, perfettamente. Ci sono degli elementi che questo tipo di plasmaggio caratteriale, così, .. viene col tempo no? Io queste cose le conosco, oggi magari è una partita che ci voleva la sciabola.[7]
  • [Riferito all'assenza di Lothar Matthäus] Direi, forse, senza dubbio, forse che per vincere oggi ci è mancato un uomo, più che un uomo direi un uomo...[7]
  • È estremamente delicato, un tema che si è già dibattuto, e sul quale si andrebbero ad avere delle alienazioni, squadre di città minori e quindi il calcio io credo che in Italia sia veramente un grosso treno culturale e quindi, tutto sommato, ritengo che in questa forma possa mantenere e gestirsi sull'arco nazionale ancora abbastanza equamente ben distribuito.[15]
  • È un derby che, dolenti o nolenti, conta il risultato.[3]
  • [Gianni Agnelli] Era un grande esteta del calcio, voleva vincere, ma prima di tutto amava i grandi giocatori, che fossero della Juve o avversari: da Hamrin a Baggio, passando per Sivori, Platini e Maradona [...] Era capace di valutare le persone, e non solo i calciatori, con incredibile sintesi e perspicacia. [16]
  • [Gaffe] Forse per un rigore magari meno sbagliato sarebbe stato incensato invece che incensurato.[17]
  • Forse se andiamo a vedere, è una delle più numerose partite giocate così.[7]
  • Francesco è fondamentale proprio per le sue caratteristiche. Credo che in nessun'altra squadra europea ci sia un Totti con le caratteristiche di Totti.[18]
  • Giocando al calcio e poi allenando tante squadre (grazie a Dio con i successi che sono quelli che sono), ho sempre pensato che questo sport potesse e possa insegnare molto. Se è lo sport più amato del mondo, un motivo deve pur esserci. Ho infatti sempre pensato che nulla accade per caso. È un insegnamento che mi porto dietro... che mi porto dietro dalla mia storia, dalla fede dei miei genitori, dalla mia terra.[19]
  • Giocatori con caratteristiche diverse poi si eludono a vicenda e diventa poi anche difficile proporsi in emozione come usate dire voi.[14]
  • Guai a fare gli Icari della situazione. Ho detto gli Icari, non gli acari.[17]
  • Ho dei dubbi su due certezze.[3]
  • [Gaffe] Ho voluto vedere cosa c'era dentro le viscere di questa truppa.[15]
  • I giocatori sono liberi di fare quello che dico io.[4]
  • [Gaffe] I maghi non esistono, quelli li bruciavano nelle piazze nel '300.[3]
  • I sogni sono sogni e non peccati, ma la realtà è diversa, con i se e i ma non si va lontano e più che l'acqua santa servirebbero i santi..[20]
  • Il gatto potrebbe essere un eccellente calciatore, se non altro perché conosce perfettamente l'estensione del proprio territorio, lo difende con le unghie, non teme gli avversari.[21]
  • [Nel 1984] Il mio gioco non può essere paragonato al vecchio catenaccio. Non faccio praticare il fuorigioco in difesa perché mi sembra un’arma a doppio taglio, pericolosa a volte per chi la pratica. Meglio tenere i piedi per terra ed avere due marcatori sulle due punte avversarie. Ma in centrocampo non ho paura di fare la zona mista con interscambi di ruolo e posizione. Il calcio è movimento e la zona mista a centrocampo facilita questo movimento, così come gli incroci fra le punte. Anche giocare sulle fasce è fondamentale. Proprio come il pressing sugli avversari che è bene incominci sin dalla loro area di rigore.[22]
  • Il nostro calcio è prosa, non poesia.[14]
  • Il nostro modo di intendere il calcio raziocinante, razionale, a volte quasi speculativo...[23]
  • Il pallone è una bella cosa, ma non va dimenticata una cosa: che è gonfio d'aria.[17]
  • Il propagandarsi o l'essere il protagonista comunque sulla base quotidiana dei mezzi di comunicazione, è una esigenza che molti hanno ma che è altamente inflazionistica.[14]
  • Il secondo maestro è stato Rocco. Un uomo diverso da com'è stato raccontato. Timido, rispettoso. Sembrava burbero ma non lo era, ogni tanto gli scappava una battuta in dialetto ma era un uomo colto, che non diceva mai nulla di banale. Parlava volentieri con noi, ma non aveva mai il coraggio di avvertirci: oggi stai fuori.[24]
  • Il successo è un pallone con quattro spicchi. Uno appartiene ai giocatori, uno alla società, uno all'ambiente, cioè stampa e tifosi. Il quarto spetta all'allenatore.[25]
  • In certi paesi diciamo nordici, un professore di sessant'anni – e non sto parlando di me, faccio solo un esempio – viene considerato un esperto e degno di rispetto. In Italia è un vecchio.[3]
  • In Irlanda piove due volte a settimana. La prima da lunedì a mercoledì, la seconda da giovedì a domenica.[26]
  • In Italia si vuole l'uovo, il culo caldo e la gallina, ma quando la gallina ha fatto l'uovo va via eh? Quindi non può avere il culo caldo. Noi vogliamo tutto e subito. Coccodè coccodè and go. You understand? [27]
  • In quel momento della partita eravamo un po' come il serpente con la coda in bocca.[28]
  • In questa squadra c'è ancora molto petrolio da estrarre.[7]
  • In vita mia sono stato fortunato. Quando sono arrivato davanti al passaggio a livello la sbarra era sempre alzata. Forse sono stato io a inventare il Telepass.[4]
  • Inseguendo quel pallone ho visto il nostro Paese crescere e prosperare.[29]
  • Io non sono anziano. Sono antico. E i mobili antichi sono i più pregiati.[30]
  • Io preferisco la difesa mista ma se gli altri fanno da un secolo la zona pura avranno i loro motivi.[17]
  • Io non mi ritengo nella fase della cosiddetta terza età perché ho la fortuna di godermi un'esperienza professionale che mi dà vita. Sto bene fisicamente, non sono povero. Sbaglierei a pormi dei limiti. Ma non mi nascondo neppure di essere un privilegiato, come altri uomini della classe dirigente recente e passata. Penso a Cuccia, una persona unica. Penso ad Agnelli, di cui sono stato dipendente. Quando a 75 anni decise di farsi da parte, me lo confidò in anticipo. Con rammarico. Grandi vecchi, in senso buono.[9]
  • La palla non è sempre tonda, a volte c'è dentro il coniglio.[31]
  • La ricordate la storia di Golia e del gigante? È come nel film "Il sesto potere". Le tensioni sono aumentate al mille... di più, all'un per mille! [7]
  • La squadra sta compiendo quel gradino per mettersi sullo stesso pianerottolo delle altre.[3]
  • La Juventus è un po' nel mio DNA, quindi la conosco bene. È come un drago a sette teste, gliene tagli una ma ne spunta sempre un'altra. Non molla mai, e la sua forza è nell'ambiente: il Piemonte è ancora un'isola felice, senza le tensioni di Milano e Roma, e i giocatori possono prepararsi al meglio. [32]
  • [Gaffe] La nostra è una situazione di classifica non dico tranquilla. Ma sicuramente tranquilla.[3]
  • La Spagna ora è insuperabile, come Davide contro Golia, un gigante da abbattere. Però mai dire mai: i gatti dormono solo quando sono tutti nel sacco.[33]
  • La vita ci dà martellate sui calli.[7]
  • Liedholm è stato il primo dei miei maestri, e anche il primo Campione che ho incontrato. Lo scriva così, con la c maiuscola. Per noi calciatori giovani era un papà e uno psicologo. Ti insegnava l'educazione e il modo di stare in campo. Noi gli insegnavamo l'italiano. Tutto inutile: non ha mai imparato la pronuncia. L'ultima volta che l'ho visto, alla festa per i suoi ottant'anni, dove c'erano anche Berlusconi e Maldini, si esprimeva con gli stessi suoni gutturali nordici del 1958, l'anno del mio esordio nel Milan.[24]
  • L'essere eruditi e preparati ha avuto una sua necessità... rispetto al passato ci sono degli approcci sicuramente più veritieri di tante fantasie.[14]
  • [Su Alessandro Del Piero] Mi bastarono dieci minuti per capire che sarebbe diventato un campione. [...] Alex è un giocatore che appartiene al popolo. Non sarà forse ai livelli di Pelé e Maradona, ma di Eusebio, Sivori e Cruijff sicuramente sì.[33]
  • Mi è capitato di guidare le Ferrari e le Topolino ma sempre con la stessa passione.[17]
  • Mi regolo in base al materiale organico e intellettivo in forza alla squadra.[17]
  • Nella mia lunga carriera sono stato morso da otto scorpioni. Ormai ho dentro l'antidoto.[15]
  • Nella vita ci sono tre certezze: si nasce, si muore, si cambia. Io coltivo la terza [34]
  • Noi non abbiamo vie di mezzo: o stiamo sulla luna o andiamo nel pozzo.[35]
  • Non accetto che mi facciano passare per "bollito". Non confondo i nomi dei giocatori, non chiamo Klinsmann uno dei miei centrocampisti, non annuncio formazioni con dodici titolari. Accetto le critiche. Non le cattiverie.[3]
  • Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco.[27]
  • Non insegno chimere, le lascio a Sacchi. Icaro volava, ma Icaro era un pirla.[4]
  • [Gaffe] Non mettiamo il carro davanti ai buoi, ma lasciamo i buoi dietro al carro.[27]
  • Non possiamo fare i coccodrilli e piangere sul latte versato e sulle uova mangiate.[4]
  • Non sono né la Lollobrigida, né Marilyn, non merito tante attenzioni, sebbene spesso abbia anch'io un bel culo! [3]
  • Non vorrei che a enfatizzare troppo certe situazioni da una parte e non dall'altra finisce che si crea una uniformità di idee e non una forma equivalente generale: noi abbiamo giocato bene.[14]
  • [Riferito a un Italia-Brasile del 1963] Pelé era così bravo che non veniva neanche voglia di picchiarlo. E poi quella volta lì, a Milano, aveva una caviglia in disordine. Ma doveva giocare. La tariffa del Santos era: 50mila dollari con Pelé dall'inizio, 10mila senza Pelé.[36]
  • Penso alla tutela della struttura societaria che vada tutelata. [7]
  • Per uno come me che ama il pallone e che non è mai stato tradito dal calcio, sarebbe la cosa più bella morire in panchina, durante una partita.[3]
  • Più vai in alto, più tira il vento.[35]
  • [Su Gianni Agnelli] Poi c'era l'Avvocato. Arrivava negli spogliatoi e trattava allo stesso modo Platini e il magazziniere. Amava la Juve, ma quando gli chiesi di comprare Paolo Rossi rispose di no: "Costa troppo e noi abbiamo migliaia di cassintegrati. Potrebbe fare un altro nome?". Non mi ha mai dato un ordine, credo non ne abbia mai dati in vita sua, i suoi ordini erano domande: "Ma perché quell' ala sinistra non gioca mai?" [24]
  • Posso spezzare ancora una lancia a favore ? Mi sembra che qualche mese fa si sia parlato di una nuova filosofia, no ? Il famoso passaggio indietro che non dovrebbe interrompere la cosa, qui siamo sulla barriera veloce, gli daremo di punta la punizione per accelerare i tempi e l'ostruzionismo di fermare il gioco in questo senso dico che sia, c'è un orientamento anche in tale senso di portare un miglioramento a quello che è l'interruzione o me. Diventano momenti di flipper.[7]
  • [Gaffe] Quando sento parlare di immagine, penso immediatamente a certi bei limoni che poi, al momento dell'apertura, sono completamente senza sugo.[3]
  • Quando ti abitui allo zucchero non accetti più il sale.[15]
  • Quando vengo in vacanza qui, mi capita di vedere persone che invecchiano di colpo da un anno all'altro. Non perché abbiano finito i soldi, gli si è solo spento l'interesse, l'ardore. Anche e soprattutto quello erotico. Il sesso è molto importante per non ridursi a esseri vegetali. Per essere ancora pieni del meglio che la vita può dare. Ma anche lavorare, se possibile, aiuta. Non rassegnandosi alla pensione e, anche se può sembrare strano che lo dica io, a una vita sulla panchina.[9]
  • Questi giocatori, nonostante il nostro paternalismo e il dialogo psicologico che a volte abbiamo, leggendo sui giornali certe frasi sono un po' umoralmente piuttosto abbacchiati, abbiamo il dovere non demagogico, magari di riservatezza.[7]
  • Questo mio atteggiamento è un attestato. E io ci credo molto perché è credibile.[14]
  • Questo qui è domenicalmente abbastanza appurabile.[7]
  • Sacchi dice che un c.t. è come un eunuco nell' harem? Parla per sé. Io ce le ho tutte e due...[4]
  • Se non si può vincere bene, che almeno si vinca. I risultati restano, le squadre spettacolari e le parole durano ventiquattr'ore.[3]
  • Se si continua così non si esce dal baratro, ma dal barattolo.[17]
  • Si gioca fino alla fine! Anche la Lituania ha giocatori che giocano in giro per l'Europa. Non è più come prima: i giocatori della Lituania giocavano le renne ai piedi? [7]
  • Sicuramente non si tratta del caso peggiore che ho dovuto affrontare. La squadra più problematica fu quella del dopo-Mundial, quando si aggiunsero Platini e Boniek, ritornò Bettega ed utilizzammo sin dall'inizio Paolo Rossi. Allora bisognava far quadrare equilibri tattici e valori tecnici a dispetto dei singoli. Questa volta invece ci sono tanti giovani con i quali sarà più semplice lavorare, visto che hanno ancora molto da imparare.[37]
  • Sono lucido e non rincoglionito come crede qualcuno.[38]
  • Sulla mia nazionale non mi stancherò mai di ripetere la verità. In Corea siamo usciti per gli errori sotto porta e perché nella partita decisiva non ho avuto Nesta e Cannavaro. All'Europeo la squadra è arrivata volando, con 18 risultati utili consecutivi: è stata eliminata da imbattuta, con 5 punti in 3 partite, per un gol di tacco in un'azione della Svezia viziata da due falli. Se poi vogliamo fare gli struzzi, per non dire un'altra parola simile a struzzi, liberissimi di farlo.[3]
  • Tante volte il tocco delle campane è bene sentirli tutti. In genere c'è il din don dan nelle campane, no? Sentire magari il solito rintocco din din din va a finire che non si sente il don dan, quindi c'è un'altra musica. Io ho voluto chiarire alcuni concetti.[15]
  • Tanto calore intorno a me fa piacere ma insieme all'onore c'è anche l'onere: è una responsabilità grossa e io non ho la bacchetta magica, non sono il mago Zurlì. Sono uno che commette errori anche se nella mia carriera sono stato abituato "male" dai molti campioni che ho allenato e che mi hanno fatto vincere tanto.[39]
  • There is one ball, c'è un solo pallone e bisogna corrergli dietro. Se non lo rincorri fino alla nostra area, sei Ponzio Pilato.[26]
  • Un campione è colui che non lascia mai la squadra in 10, che ti dice cosa devi fare in campo e fuori, che non si tira indietro e non arriva in ritardo. È diverso dal fenomeno, che magari ti fa vincere la partita da solo.[24]
  • Un ct deve ascoltare il cuore che sta a sinistra ma seguire la ragione che sta a destra.[3]
  • [Su Gaetano Scirea] Un leader col saio.[40]
  • Un palo che non para è una sola.[7]
  • Una sfida ostica, ma anche agnostica.[15]
  • Tutti girano l'acqua e la raccolgono dalla stessa parte.[41]

Da Senso di Coppa

Intervista di Emanuele Fiorilli, Guerin Sportivo nº 15 (535), 10-16 aprile 1985, pp. 15-17.

  • Posso anche litigare con un giocatore, i giocatori possono anche non salutarmi, ma questo non influenzerà mai la formazione che scende in campo: ho dei doveri nei confronti della società e del pubblico. Per diritto divino non si acquisisce il posto fisso in squadra. Non voglio avere gente che vive sugli allori ma giocatori che vadano avanti e migliorino. [«Tutti possono essere titolari?»] Sono loro che debbono garantirsi il posto tramite il lavoro e i risutati personali. A volte si attraversano momenti negativi che spesso coincidono con determinati atteggiamenti e con certe interviste. In questo caso gli dico: aspetta un attimo, dacci dentro, passa questa fase e migliorati. Le sue qualità però non vengono cancellate. [...] Debbo trattare tutti nello stesso modo: sono loro che si debbono garantire il ruolo di titolare.
  • [Sul calciatore di riserva] Nel calcio è difficile far capire che si può avere delle alternative rispettando nello stesso tempo i ruoli e la professionalità di tutti. Non scordiamoci che il nostro organico è composto da diciotto persone e chi rimane fuori non deve sentirsi penalizzato. I campionati non si vincono in undici.
  • [«[...] non c'è stato un momento dove si parlava di Giovanni Trapattoni candidato nelle liste di un partito?»] Vede, io sono socialista ma penso che un giocatore, un personaggio che appartiene al pubblico difficilmente possa associare il suo nome ad un fenomeno di pubblicità politica. I nostri tifosi sono gialli, rossi, verdi e non è giusto che si accomuni il nome di un allenatore o di un calciatore a questo o quel partito.
  • Il calcio indubbiamente è uno sport ma non è più tale da quando coinvolge interessi tanto grandi ed è diventato una professione a tutti gli effetti. Si è legati ai risultati che a loro volta dipendono dalle prestazioni. Lo spettacolo, che dovrebbe essere prioritario nello sport, arriva dopo. Non è che non si ricerchi però lo può fare solo chi è in grado e non molti giocatori possono sostenere il duplice ruolo.
  • [Sul calciomercato] A me interessa che i giocatori facciano il loro dovere sino alla fine del loro contratto, poi possono andare dove vogliono. Sono voci che servono solo a disturbare il nostro lavoro. Questo è uno dei motivi per i quali affermo che in Italia il mercato non può rimanere aperto tutto l'anno: sarebbe un massacro. Certi calciatori vengono già contattati dopo la prima partita di campionato. [«Secondo lei cala il loro rendimento?»] Non penso. Quando un giocatore entra in campo è se stesso, pensa al gioco. Non darebbe mai una prestazione negativa perché in quel momento è giudicato da migliaia di persone.
  • [«Trapattoni visto da Trapattoni?»] Un po' rompiballe, tanto che in casa mi chiamano professor Precisetti.

Da Parola di Trap

Intervista di Matteo Marani, Guerin Sportivo nº 34 (1059), 23-29 agosto 1995, pp. 20-21.

  • La società di oggi è troppo consumistica, non si pensa al passato, alla storia, si pensa solo a chi le spara più grosse. Hanno ragione solo quelli che urlano, tanto poi nessuno va a controllare quello che dicono. E invece per parlare serve cultura: querlla del calcio e quella della vita.
  • [...] nello spogliatoio sono tutti uguali. Ho visto campioni che volevano far pesare la loro popolarità anche fra i compagni. Io mi arrabbiavo, perché un campione si distingue dagli altri già con l'ingaggio e con l'affetto del pubblico, non c'è bisogno che lo faccia nel gruppo.
  • I tre punti [a vittoria] non hanno modificato le cose. Si giocava per vincere una volta e si gioca per vincere oggi. Se invece parliamo del calcio in senso più ampio, allora sì, è cambiato e anche molto. È proprio un'altra cosa rispetto al passato. [«Che tradotto vuol dire...»] Vuol dire che qualche anno fa era un calcio più genuino, più spontaneo, in cui non c'era tutta l'enfasi che si vede ora. Aveva un volto umano e lo show-business non aveva ancora trionfato. Oggi ci sono troppi interessi. I giornali devono proteggere le loro piazze, fregandosene dell'obiettività. Ci sono tanti, troppi interessi che toccano il nostro mondo. E che lo rovinano.
  • [...] Lippi è quello che si avvicina di più al mio modo di vedere il calcio: poche teorie e molti fatti.
  • [«[...] hanno detto che la Juve sua e di Platini non ha mai fatto vedere un bel calcio. Lo sa?»] Il mondo è bello perché ognuno dice quello che vuole. I miei terzini hanno segnato più di quelli di qualsiasi altra formazione. [...] Perché non vanno a prendersi le cassette della mia Juve, delle partite in Inghilterra? Guardino un po' come giocavamo... [«Siamo ai soliti luoghi comuni. Vuol dire questo?»] Facile demagogia. Trapattoni è l'italianista e allora le sue squadre giocano male. Boh... Con Platini, Boniek e Rossi non credo che ci si annoiasse.
  • [...] oggi conta più chiacchierare, ma si corre un rischio a farlo... [...] che criticando qualcuno si finisca per ottenere il risultato opposto. [...] bisogna promuovere la propria immagine senza però denigrare quella degli altri. Semplice, no? [«Semplice. Ma lei cosa ha fatto in questi anni per promuovere la sua di immagine?»] Sarebbe troppo facile dire che ho vinto. Ero un giovane quando iniziai ad allenare e da allora ho sempre rispettato una regola: fare la propria corsa senza danneggiare gli altri. Tanti che parlano oggi sono un po' come certi limoni: belli fuori ma vuoti dentro...
  • [...] ai campioni non risparmio nulla: dico pane al pane e vino al vino, quello che penso. E voglio che rispettino i colleghi, che sappiano comportarsi bene. Oggi si tende a mitizzare i giocatori, una cosa che non mi piace. [«Non dica che le stelle, facendo così, la amano...»] Infatti non lo dico. Può essere che fra certi campioni mi crei delle antipatie. Pazienza. Per me è più importante che capiscano che appena smetteranno crollerà tutto quello che hanno attorno. Il giorno dopo l'addio nessuno li ricorderà più. Per questo voglio giocatori più concreti, educati, umani. Gente che sappia accarezzare un bambino...

Da «Con il pallone insegno la vita»

Intervista di Pino Corrias, La Stampa, 27 novembre 1998, p. 15.

  • L'enfasi mi piace zero, anche se il calcio ne strabocca. [...] Sono nato così. Mio padre faceva l'operaio, eravamo 5 fratelli, poi c'è stato il pallone, i soldi [...], ma le radici ti restano dentro. E se sei bravo le trasmetti. [...] Ho passato 25 anni negli spogliatoi. Ho visto crescere centinaia di ragazzi. Molti li ho aiutati. Quasi tutti hanno aiutato me. Ogni tanto mi telefonano ex giocatori che non vedo da 20 anni. È la cosa più bella: vuol dire che mi ricordano come persona.
  • Il calcio ti mette sotto pressione perché è una gara. Ogni domenica hai il responso: vinci, perdi, pareggi. Ogni domenica hai la classifica: sei primo o sei ultimo. Ogni domenica hai i tifosi: sei un eroe oppure una nullità.
  • Io amo le persone normali, anche se capisco che poi il pubblico cerca solo fenomeni o stelle o campionissimi per identificarsi... Io combatto questa roba qui.
  • Un campione lo vedi per la testa che ha, non per i piedi.
  • Maradona aveva più grazia di tutti, ma aveva meno testa di tutti.
  • [Su Michel Platini] Faceva una cosa e intanto ne pensava due...

Da Sacchi: povero calcio che non fa squadra

Intervista di Massimiliano Castellani, Avvenire, 8 novembre 2009.

  • Chi scherza con la fede non è un uomo intelligente.
  • Dove c'è tanto business, le ragioni del portafoglio prevalgono su quelle della coscienza.
  • Sto alla larga da chi si crede un superuomo e ti bastona solo per farsi pubblicità in tv.
  • Non conta quello che ho ottenuto fino a ieri, ma quello che potrò fare domani.
  • Oggi dobbiamo far riflettere i giovani sulle difficoltà della vita, ma stando al loro passo e cercando di ragionare con il loro linguaggio, fornendogli esempi che fanno parte della contemporaneità. Solo così diventeranno adulti.

Da Trapattoni: "Balotelli? Una miniera che rischia di esaurirsi, Raiola intervenga"

Intervista di Luca Calamai, Gazzetta.it, 23 agosto 2014.

  • A volte è meglio scegliere il [calciatore] più utile che il più bravo. Quando ero giocatore, Ferrari e Mazza mi preferirono a Fogli e a Bulgarelli. Loro erano molto più forti tecnicamente di me, ma io mi attaccavo al culo di Eusébio e di Pelé... Ed ero più utile.
  • La Juventus è un altro mondo. [...] Ricordo che l'Avvocato mi diceva: "Mister, noi come Juve abbiamo il dovere di essere protagonisti, ma non l'obbligo di conquistare ogni volta lo scudetto". La Juventus è la Juventus. Ha uno stile e un equilibrio. A volte non ha comprato il giocatore perché non voleva offendere i cassaintegrati della Fiat.
  • Ricorderei a tutti che al calcio si gioca con un pallone solo. [...] E che bisogna lottare. Ricordo quando chiamai un big della Juve che si era fatto rubare il pallone da un avversario che poi in contropiede aveva fatto gol. Gli chiesi: "Quanti polmoni hai?". Lui mi guardò perplesso poi disse: "Due". E io: "Quanti ne ha il tuo avversario? Te lo dico io: due. Allora devi correre come lui".

Citazioni in inglese[modifica]

  • [Alla vigilia di Estonia - Irlanda, spareggio per le qualificazioni agli Europei 2012] Occorre stare attenti al gatto. Non dire di avere il gatto nel sacco quando non hai ancora il gatto nel sacco.
Be careful of the cat. Don't say you have the cat in the sack when you don't have the cat in the sack.[42]
  • [Dopo la gara di andata dello spareggio, terminata 4-0 per l'Irlanda] Il gatto è nel sacco, ma il sacco non è chiuso. Il gatto è dentro, ma il sacco è aperto – e si tratta di un gatto selvaggio.
The cat is in the sack, but the sack is not closed. The cat is in it, but it's open — and it's a wild cat.[43]

Citazioni in tedesco[modifica]

  • [...] un allenatore non è nessun idiota! Un allenatore è ... vedere cosa succedere in campo. In questo partita esistevano due, tre o quattro giocatori, loro erano deboli come una vuoto bottiglia. Avete mercoledì visto, quale squadra giocato ha mercoledì? Mehmet ha giocato, o giocato Basler, o giocato Trapattoni? Questi giocatori lagnano più che gioco! Sapete, perché le squadra Italia comprano non questi giocatori? Perché noi visto abbiamo molta volte tali partita. Hanno detto, giocatori non sono per italianen, eh..., campionis. Struuunz! Strunz è qui da due anni, dieci partita ha giocato, è sempre ferito. Cosa permetten Strunz?! Anni scorsi diventato campione con Hamann, eh..., Nerlinger. Questi giocatori erano giocatori ed erano diventati campioni. È sempre ferito! Ha giocuato 25 partite in questo squadra, in questa club. Respectare deve gli altri collegen! Hanno molto simpatici collegen. Ponga a questo collegen la domanda! Non hanno nessuna coraggio rispondere, ma io so, cosa pensaren su questo giocatori. Devono dimostrare ora, io voglio, sabato [in Germania si gioca di sabato], questi giocatori devono dimostrare me, ..., i suoi tiffosi, devono vincere la partita da soli. Devono da soli vincere partita! Io sono ora stanco aspettare di queste giocatore, eh.., difendo sempre questi giocatoren. Io ho sempre i debiti [Trapattoni confonde le parole tedesche per "debiti" e "colpa"], su questi giocatori. Uno è Mario, uno, un altro è Mehmet. Strunz invece non è, ha solo giocato il 25 per cento questi partita!
    Io sono finito.
[...] ein Trainer is nich ein Idiot. Ein Trainer seh, was passieren in Platz. In diese Spiel, es waren zwei, drei diese Spieler waren schwach wie eine Flasche leer! Habe sie gesehen Mittwoch? Hat gespielt Mehmet, or hat gespielt Basler, or hat gespielt Trapattoni? Diese Spieler beklagen mehr als Spiel! Wissen Sie, warum die Italien-Mannschaften kaufen nicht diese Spieler? Weil wir haben gesehen viele Male dumme Spiel. Haben gesagt, sind nicht Spieler für die italienisch, eh, Meisters. Struuunz! Strunz is zwei Jahre hier und hat gespielt zehn Spiel. Is immer verletzt. Was erlauben Strunz? Letzte Jahr Meister geworden mit Hamann, eh, Nerlinger. Diese Spieler waren Spieler! Waren Meister geworden! Ist immer verletzt! Hat gespielt 25 Spiele in dieser Mannschaft, in dieser Verein. Mussen respektieren die andere Kollega! Haben viel nett Kollegen. Stellen Sie die Kollegen die Frage! Haben keine Mut an Worten! Weil ich weiß, was denken über diese Spieler. Musen zeigen jetzt! Ich will Samstag, diese Spieler mussen zeigen mich, eh zeigen die Fans. Mussen alleine die Spiel gewinnen! Mussen alleine Spiel gewinnen! Ich bin müde jetzt der Vater dieser Spieler – eh der Verteidiger dieser Spieler! Ich habe immer die Schulde über diese Spieler! Einer is Mario, einer, andere is Mehmet! Strunz dagegen, egal, hat nur gespielt 25 Prozent diese Spiel.
Ich habe fertig!
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Attribuite[modifica]

Citazioni su Giovanni Trapattoni[modifica]

  • A me piaceva giocare a sinistra, lui mi imponeva la destra perché vent'anni fa il tornante stava a destra e basta. Delle volte facevo finta di niente: svariavo e mi ritrovavo dall'altra parte, a sinistra. E lui giù a fischiare come un pazzo, a chiamare, a ordinare. Grande, il Trap: ho avuto discussioni anche forti, ma sempre leali. È stato, anzi è, uno dei personaggi più alla mano che abbia mai conosciuto. (Domenico Marocchino)
  • [«Che cosa ha imparato da Trapattoni?»] A non cullarmi sugli allori. Era uno che, se vincevi una partita importante, ti faceva esultare cinque minuti e subito ti ricordava che la domenica successiva ce n'era un'altra. E poi, era bravo a gestire il gruppo. Aveva giocatori che erano stati suoi avversari in campo e sapeva calibrare il peso dei senatori della squadra. (Antonio Cabrini)
  • Dicevano Mazzone è il Trapattoni dei poveri. Rispondevo: amici miei, Trapattoni è il Mazzone dei ricchi. (Carlo Mazzone)
  • È uno che saprebbe farsi capire anche dai giapponesi. (Arrigo Sacchi)
  • Grandissimo allenatore e grandissimo uomo. Aveva una passione incredibile che sapeva trasmettere a tutti, in particolare ai giovani. Finiti gli allenamenti spesso rimaneva lì per spiegarti alcuni movimenti, per migliorarti tecnicamente, negli stop, nei tiri. Un personaggio veramente carismatico. (Massimo Carrera)
  • Ho sempre ringraziato Trapattoni per avermi dato fiducia, non so quanti avrebbero subito buttato in campo un ragazzino come titolare nella Juventus. Dopo quella partita [un'amichevole contro il Bayern Monaco nel 1991] ci siamo incontrati in ascensore e in dialetto mi ha detto: "o tu sei matto o sei un giocatore". Era il mio papà del calcio. Lui mi seguiva al di fuori del campo, mi consigliò di smetterla con le troppe interviste e di pensare solo a giocare. (Moreno Torricelli)
  • La cosa che l'ha contraddistinto dagli altri è che riusciva a rallegrare il gruppo. Un allenatore ironico, faceva spesso delle battute per tenere alto il morale della squadra. Al di là delle idee tattiche, ha vinto tanto soprattutto per questo aspetto. (Cristiano Zanetti)
  • Trapattoni è un grande tecnico perché parla il linguaggio dei calciatori. (Lothar Matthäus)
  • Trapattoni è uno che cura la squadra nei minimi particolari dal lunedì alla domenica. È uno che ti sta addosso e non ti dà respiro, che ti tiene sempre sulla corda. È scrupuloso come pochi, studia gli avversari con acutezza e da buon tattico prepara le contromosse che hanno quasi sempre successo. (Enzo Bearzot)
  • Trapattoni? Invece delle lavatrici io gli avrei fatto pubblicizzare le superpile, quelle che durano una vita. (Alberto Bigon)
  • Trapattoni non si discute: è il migliore allenatore d'Europa e, forse forse, anche d'Italia. (Mauro Bellugi)
  • Un grande gestore del gruppo e una grande competenza calcistica. Era paziente, sapeva parlare ma anche ascoltare. Aveva umiltà, sapeva organizzare e programmare tutto, non lasciava nulla al caso. (Sergio Brio)

Domenico Morace[modifica]

  • Agli insulti ci è abituato. Da anni è nel mirino di certa critica, diciamo così, modernista. Trap è, storicamente, l'emblema di un modello superato, quello, per intenderci, del vecchio ma glorioso calcio all'italiana, esaltazione di una scuola che, tutto sommato, ci ha dato onori e successi. In Italia, purtroppo, si recita secondo copioni prefissati che fanno parte di un modo miope, o idiota, di interpretare le mode del momento. La Juve del Trap, quella d'oro, non era avara di bel gioco, anche se Platini gridava insulti, prima, durante e dopo la partita, contro Trap, reo di spegnergli estri e fantasia. E l'Inter trapattoniana [...] segnava gol a gogò, eppure Matthäus accusava Trap di tenerlo legato in retrovia. I giocatori hanno di queste cattive abitudini; non sempre sono sinceri. Quelle di Platini e Matthäus erano bugie interessate ma vallo a spiegare, e a farlo capire, alla gente e soprattutto a certi critici.
  • Giovanni Trapattoni non è soltanto una brava persona e un serio professionista; è anche un grande allenatore. Piaccia o no, è quello che in Italia ha vinto di più. [...] Si discute da sempre se siano gli allenatori a far grandi le squadre o se, viceversa, siano i giocatori a decretare il successo degli allenatori. Questione controversa e ancora irrisolta. Nel caso di Giovanni Trapattoni, meriti e fortune (parco giocatori) si sono bilanciati.
  • Tanti imbonitori razzolano per i campi verdi e molti ciarlatani occupano panchine. Se un professionista serio e competente come Trap dovrà accomodarsi in tribuna, sarà una vergogna. Anzi, uno scandalo.

Note[modifica]

  1. Citato in 30 marzo: Giovanni Trapattoni ospite di Chiambretti, Tv. Mediaset.it; 29 marzo 2010.
  2. Dalla prefazione de Il Catechismo del pallone di Corrado Gnerre, Mimep-docete, 2014.
  3. a b c d e f g h i j k l m n Citato in Luca D'Ammando, «Icaro volava, ma Icaro era un pirla, orco zio!». Summa della frasi più belle del Trap, Gazzetta dello Sport, 23 marzo 2009.
  4. a b c d e f g Citato in Alberto Costa, Quel Telepass chiamato Trap, Corriere della sera; 6 giugno 2011.
  5. Citato in Trapattoni contro Conte e Capello: "Una certa etica ci vuole", Repubblica.it, 19 febbraio 2014.
  6. Citato in Antonio Dipollina, Brussprinter e le calende egizie, ecco le frasi comiche del calcio, la Repubblica, 13 agosto 2001.
  7. a b c d e f g h i j k l m n o p q Citato in Tanti auguri irresistibile Trap, Sport Mediaset, 17 marzo 2009.
  8. Citato in Franco Coppola, Parole parole..., la Repubblica, 18 dicembre 1993
  9. a b c Citato in Luca Bottura, Trap: «Viva la terza età, ma non mi riguarda», Corriere della sera, 5 agosto 2000.
  10. Da un tweet del 10 giugno 2020.
  11. Mai Dire Gol - Trapattoni - Supercazzola - Anni 90, da Il processo di Biscardi - Tele+2 - Anni 90
  12. Citato in Fabio Monti, L'Inter insegue l'ultima meta con 15 miliardi in meno, Corriere della Sera, 28 febbraio 1992.
  13. Citato in L'esclusivo club di Del Piero: Quant'è difficile restare fedeli, www.lastampa.it; 19 ottobre 2010.
  14. a b c d e f g Citato in Stefano Bartezzaghi, Non dire gap se non ce l'hai nel Trap, Repubblica.it, 10 luglio 2000.
  15. a b c d e f Citato in Fabrizio Boccia, E Trap disse: Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco, Repubblica.it, 16 marzo 2009.
  16. Citato in Un campione di sport, Raisport.rai.it.
  17. a b c d e f g Citato in Gian Antonio Stella, Trapattoni, lo straparlare di un genio, Corriere della Sera, 28 marzo 2001.
  18. Citato in Alberto Costa, La benedizione del c.t.: «Totti è unico: come lui c'era Platini», Corriere della Sera, 9 giugno 2004.
  19. Dalla prefazione de Il Catechismo del pallone di Corrado Gnerre, Mimep-docete, 2014.
  20. Citato in Tancredi Palmeri, Il blob del 2011 Le migliori frasi, Gazzetta.it, 31 dicembre 2011.
  21. Dalla Presentazione a Alessandro Paronuzzi, José e Renzo Kollmann, Non dire gatto..., Àncora Editrice, Milano, 2004, p. 4. ISBN 88-514-0219-1
  22. Citato in Tavella, Ossola, p. 420
  23. Citato in "Non sono Marylin ma ho un bel c..o": tutte le massime del Trap, Giornalettismo.com, 7 giugno 2011.
  24. a b c d Citato in Aldo Cazzullo, «Una volta c'era l'asso, ora sono tutti miliardari», Corriere della Sera, 9 novembre 2003.
  25. Citato dall'intervista di Licia Granello, Un Trap che si chiama desiderio, Guerin Sportivo n. 4 [575] 22/28 gennaio 1986, p.25.
  26. a b Citato in Tancredi Palmeri, Il blob del 2012. Tutte le frasi da ricordare, Gazzetta.it, 30 dicembre 2012.
  27. a b c Citato in Valerio Rosa, Dal gatto nel sacco al culo della gallina, l'Unità, 8 giugno 2011.
  28. Citato in Antonio Dipollina, Trap col serpente in bocca Ronaldo presenta la fidanzata, la Repubblica, 20 settembre 1999.
  29. Citato in Massimiliano Castellani, Trap: Prandelli mi somiglia e merita di arrivare ancora più in alto, Violanews.com, 9 novembre 2009.
  30. Citato in Marco Sappino, p.2116.
  31. Citato in Alessandro Robecchi, La palla? È tutto meno che rotonda, MicroMega, 12 luglio 2010.
  32. Citato in Juve, gioia e "vendette", Moggi: "Zidane? Non ha vinto", Repubblica.it, 6 maggio 2002.
  33. a b Citato in Brunella Ciullini, Trap: «Per Alex nella mia Irlanda c'è sempre posto», Tuttosport, 13 aprile 2012, p. 2.
  34. Citato in Emanuele Gamba, Per me Cassano è da Nazionale, Repubblica.it, 31 marzo 2009.
  35. a b Citato in Marco Sappino, p. 2112.
  36. Citato in Gianni Mura, Auguri re del calcio, una vita senza rivali, Repubblica.it, 23 ottobre 2000.
  37. Citato in Giancarlo Emanuel, 'Cambiamo modulo, Serena giocherà al posto di Bettega', la Repubblica, 24 luglio 1985.
  38. Citato in Ein Trainer ist nicht ein Idiot!, Sport.it, 25 settembre 2003.
  39. Citato in Emilio Marrese, Trap: "Del Piero ok ma non lo aspetto", Repubblica.it, 30 agosto 2000.
  40. Citato in Luigi Garlando, Scirea, 20 anni. L'esempio vive, La Gazzetta dello Sport, 2 settembre 2009.
  41. Citato in 'Esclusiva-Trapattoni: “Ho reso Cassano meno scontroso. La Lazio mi ha chiamato”', Soccermagazine, 24 agosto 2016.
  42. Citato in Trapattoni wary of complacency, Skysports.com, 7 novembre 2011.
  43. Citato in 'Cat in the sack, but sack not closed', IrishTimes.com, 11 novembre 2011.
  44. Citato in Was erlauben Strunz?, Stern.de, 29 gennaio 2004.
  45. a b Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 32. ISBN 88-8598-826-2

Bibliografia[modifica]

  • Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000. ISBN 8880898620
  • Renato Tavella e Franco Osolla, Cento anni di calcio italiano: il racconto appassionante di un secolo de storia italiana: i campioni, le sfide, i momenti memorabili che hanno reso grande lo sport nazionale, Roma, Newton & Compton, 1997, ISBN-13 97-88-88-183785-4.

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