Cesare Zavattini

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Cesare Zavattini fotografato da Paolo Monti nel 1975

Cesare Zavattini (1902 – 1989), sceneggiatore, giornalista, commediografo e poeta italiano.

Citazioni di Cesare Zavattini[modifica]

  • Alatri è un vecchio paese, che ha le mura ciclopiche addirittura e io ho passato lì tre anni della mia vita estremamente interessanti, a mio modo.[1]
  • Alida porta gli abiti di Titina Rota[2] come una diva e cammina con leggiadrissima sicurezza: un'attrice che cammina così ha le carte in regola per l'avvenire.[3]
  • [Menù proposto al ristoratore Alceo Nizzoli di Villastrada di Viadana] Allora ascolta bene cosa mi piace: pane comune, insomma panòn, salame mantovano quello agliato, spalla cotta bollente, polenta abbrustolita che mi tinga la bocca per tanto che è abbrustolita. Taiadèli con brodo di terza, cioè gallina, manzo e maiale; riso e zucca, mi raccomando che sia all'onda con tanto burro, grana e una spruzzata di brandy. Servito fumante, quando si alza il coperchio dalla zuppiera deve uscire il vapore; le rane fritte, croccanti, lo stufato di manzo di somarina con un sugo ristrettissimo. Il sugolo d'uva anche con zabaione flambé. Lambrusco sempre nei tre tipi. Chiaro, amabile, scuro. Preferisco quello del Viadanese, nerissimo e che faccia tanta schiuma. Da bambino mio padre mi diceva che se bevevo la schiuma diiventavo più furbo...[4]
  • [Riferito al calcio] Dategli 22 palloni, così la smettono di litigare.[5]
  • Il mio sogno è questo: si alza il sipario, ci sta la sedia e ci sto io.[6]
  • L'arte, io non lo so se sia eterna o provvisoria, se la forma d'arte nella quale viviamo per molti secoli ci si sia connaturata come sangue, ma so che questa carica, che noi abbiamo oggi, è una carica di comprensione della vita.[6]
  • L'azione è la grande novità del linguaggio: "Fare ciò che si sa". L'arte, sarà tanto più libera quanto più sarà antiletteraria.[6]
  • La mia rabbia è la rabbia dei vecchi molto più forte di quella dei giovani: voglio conoscere me nel rapporto con gli altri, perché un vecchio ha tutti i dati necessari.[6]
  • Oggi siamo scontenti del modo in cui finora abbiamo fruito di noi stessi, perché vogliamo fruirne meglio, per comprometterci sempre di più.[6]
  • Per me "cultura significa creazione di vita".[6]
  • Un conto è demitizzare e un conto è demolire. Il problema è di scrivere atti di cultura per cui ogni uomo sia portato alla consapevolezza quotidiana di se stesso. E poi, creda, l'autobiografismo affrontato sul serio è uno dei pochi modi rimastici per conoscere gli altri.[6]

Incipit di Parliamo tanto di me[modifica]

Sul tavolo da lavoro ho pochi oggetti: il calamaio, la penna, alcuni fogli di carta, la mia fotografia. Che fronte spaziosa! Cosa mai diventerà questo bel giovane? Ministro, re?
Guardate il taglio severo della bocca, guardate gli occhi. Oh, quegli occhi pensosi che mi fissano! Talvolta provo una viva soggezione e dico: sono proprio io? Mi do un bacio sulle mani pensando che sono proprio io quel giovane, e mi rimetto a lavorare con lena per essere degno di lui.

Citazioni su Cesare Zavattini[modifica]

  • Mi sento afferrata dal dramma di quest'artista, geniale animatore d'idee e suscitatore di movimenti, dissacratore personalissimo, lui ch'è stato il grande «intruppone» della cultura italiana, il quale ora, «alla fine dell'esperienza» si vede cadere addosso non solo la mediazione dell'arte umanistica che aveva voluto togliere di mezzo. ma anche le strutture che lui stesso aveva rispettate, e raccomanda ai giovani di muoversi piano, nel momento in cui ormai essi girano a folle. (Luce d'Eramo)
  • Non piangete | per | Cesare Zavattini, | ha già pianto | lui per tutti noi. (Indro Montanelli)
  • Ogni incontro, discorso, paesaggio si trasforma attraverso la voce di Zavattini in categoria della sua anima che agisce in armonia con la natura e la società. (Salvatore Quasimodo)
  • Una cosa strana con Zavattini: ascoltandolo si ha l'impressione che rincorra mille spunti, che salti i passaggi e si svii continuamente; la sua pare una conversazione intuitiva, dove ogni concetto ruzzola in primo piano, subito scontrato da un altro che lo scansa, come nel gioco delle bocce. (Luce d'Eramo)
  • Zavattini aveva il fisico massiccio di un contadino, con mani bellissime, lunghe, agili, che muoveva in continuazione a commento del discorso. Aveva un buffo modo di parlare, e occhi azzurri e sporgenti, con i quali io sostenevo che ipnotizzasse i produttori. (Suso Cecchi D'Amico)
  • Zavattini era affascinante, coinvolgente, estroverso, parlava in maniera alluvionale. Si entusiasmava per tutto ciò che faceva. Anche per le cazzate. Mi piacevano il suo modo di raccontare, la sua ingenuità, i suoi stupori. Aveva una visione fanciullesca della vita. (Enrico Vaime)

Note[modifica]

  1. Da Io. Un'autobiografia, a cura di Paolo Nuzzi, Einaudi.
  2. Costumista del film Manon Lescaut (1940), con protagonista Alida Valli.
  3. Citato in Laura, Luisa e Morando Morandini, il Morandini: dizionario dei film 2001, Zanichelli, Bologna, 2000, p. 759. ISBN 88-08-03105-5
  4. Citato in Salvatore Gelsi, Ciak, si gira da Nizzoli Il menu di Zavattini «Arneo, ascolta cosa mi piace mangiare», Gazzetta di Mantova, 18 dicembre 2021, p. 30.
  5. Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 42. ISBN 88-8598-826-2
  6. a b c d e f g Citato in Luce d'Eramo, Conversazione con Cesare Zavattini.

Bibliografia[modifica]

Filmografia[modifica]

Altri progetti[modifica]