George H. W. Bush

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George H. W. Bush nel 1989

George Herbert Walker Bush (1924 – 2018), politico statunitense, 41° presidente degli Stati Uniti d'America.

Citazioni di George H. W. Bush[modifica]

  • Stasera in Iraq, Saddam cammina tra le rovine. La sua macchina da guerra è schiacciata. La sua capacità di minacciare la distruzione di massa è a sua volta distrutta.
Tonight in Iraq, Saddam walks amidst ruin. His war machine is crushed. His ability to threaten mass destruction is itself destroyed. ((EN) Citato in After the War: The President; Transcript of President Bush's Address on End of the Gulf War, The New York Times, 7 marzo 1991)
Castro's days are numbered. (dal Seattle Time, 4 maggio 1992[1])
  • La sconfitta del comunismo non era una cosa certa. È stata necessaria la forte leadership di presidenti di entrambi i partiti, compresi repubblicani come Richard Nixon, Gerald Ford e Ronald Reagan. Senza la loro visione e il sostegno del popolo americano, oggi l'Unione Sovietica sarebbe una forte superpotenza e noi ci troveremmo di fronte a una minaccia nucleare.
The demise of communism wasn't a sure thing. It took the strong leadership of Presidents from both parties, including Republicans like Richard Nixon and Gerald Ford and Ronald Reagan. Without their vision and the support of the American people, the Soviet Union would be a strong superpower today, and we'd be facing a nuclear threat tonight.[2]
  • Non mi piacciono i broccoli. Sin da bambino non mi sono mai piaciuti, mia madre me li faceva mangiare. Ora sono presidente degli Stati Uniti d'America e non dovrò più mangiare broccoli.
I do not like broccoli. And I haven't liked it since I was a little kid and my mother made me eat it. And I'm President of the United States and I'm not going to eat any more broccoli. (da una conferenza alla Casa Bianca, 22 marzo 1990[3])

Attribuite[modifica]

  • Non so se gli atei dovrebbero essere considerati cittadini, né tantomeno patrioti. Questa è una nazione timorata di Dio. Sono a favore della separazione tra Chiesa e Stato. Semplicemente non vedo di buon occhio gli atei.
No, I don't know that atheists should be regarded as citizens, nor should they be regarded as patriotic. This is one nation under God. I support the separation of church and state. I'm just not very high on atheists.
Riportata dall'attivista ateo Robert I. Sherman come una frase pronunciata ad una conferenza stampa del 27 agosto 1987 all'aeroporto internazionale di Chicago-O'Hare, subito dopo aver annunciato la candidatura a presidente. L'accuratezza è stata oggetto di disputa.[4] Quanto affermato da Sherman non è stato né confermato né contraddetto da altri giornalisti. Spesso la frase viene riportata anche come «No, I don't know that atheists should be considered as citizens, nor should they be considered patriots.»[5][6]

Citazioni su George H. W. Bush[modifica]

  • Bush preferì la certezza di un Iraq unito sotto la dittatura di Saddam piuttosto che il rischio di un Iraq democratico ma forse diviso tra curdi, sunniti e sciiti. E fu così che il sostegno di Bush a Saddam arrivò al punto da consentirgli di impiegare gli elicotteri e le armi chimiche per reprimere nel sangue la più imponente rivolta popolare esplosa in Iraq all'indomani della liberazione del Kuwait. Ebbene è giunta l'ora di fare autocritica. (Magdi Allam)
  • [parlando dell'atteggiamento di Bush riguardo la Guerra del Golfo] "Ci arrendiamo!", "Non è abbastanza...", "Scappiamo via?", "Troppo poco, troppo tardi!". (Bill Hicks)
  • Ha venduto 160 aerei da combattimento alla Corea e poi 240 carri armati al Kuwait. E poi va in giro a fare discorsi sul perché dovrebbe essere il "comandante in capo", perché; "Viviamo ancora in un mondo pericoloso." Grazie a te, bastardo! (Bill Hicks)
  • I pacifisti italiani, che si erano risvegliati al fragore dei cannoni americani – quello d'altre armi e d'altre armate li lascia indifferenti – accusarono il Presidente Bush di condurre una guerra di conquista e di vendetta a sfondo petrolifero, e di voler occupare l'Irak e Bagdad per scacciarne il dittatore, contravvenendo il mandato internazionale: che concedeva, come obbiettivo, la sola liberazione dell'emirato invaso. Quando poi Bush si astenne dallo sguinzagliare le colonne di Schwarzkopf verso il cuore dell'Irak, le voci di quegli stessi pacifisti e d'altri si levarono per imputargli d'aver lasciato al potere il tiranno. (Indro Montanelli e Mario Cervi)

Note[modifica]

  1. (EN) Citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, The Experts Speak, New York, Villard, 1998, p. 288. ISBN 0-679-77806-3
  2. Citato in Remarks Accepting the Presidential Nomination at the Republican National Convention in Houston, su presidency.ucsb.edu.
  3. (EN) Testo disponibile su Presidency.edu
  4. (EN) Documents at Bush Presidential Library Prove VP Bush Questioned Citizenship and Patriotism of Atheists, RobSherman.com, 1° aprile 2006.
  5. Citato in (EN) On the Barricades: Bush on Atheism, Free Inquiry, autunno 1988, vol. 8, n°. 4, p. 16, ISSN 0272-0701
  6. Citato in (EN) Tom Tiede, Do We Want Atheist Army?, Waycross Journal-Herald, 22 ottobre 1990, vol. 73, n°. 250, p. 3.

Voci correlate[modifica]

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