Dwight D. Eisenhower

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Dwight David Eisenhower nel 1956

Dwight David Eisenhower (1890 – 1969), militare e uomo politico statunitense, trentaquattresimo Presidente degli Stati Uniti d'America.

Citazioni di Dwight D. Eisenhower[modifica]

  • [Sull'atomica] ... i giapponesi erano pronti ad arrendersi e non era necessario colpirli con quella cosa orribile.[1]
  • L'agricoltura sembra molto semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a un migliaio di miglia dal campo di grano.[2]
  • La leadership è l'arte di indurre qualcuno a fare qualcosa che tu vuoi sia fatto perché lui vuole farlo.[3]
  • [Ultime parole famose nel 1948] La mia decisione di togliermi del tutto dalla scena politica è definitiva e positiva.
My decision to remove myself completely from the political scene is definite and positive.[4]
  • Le cose sono più simili a come sono ora che a come sono mai state in precedenza.[5]
  • [Su Albert Einstein] Nel ventesimo secolo, nessuno ha contribuito come lui all'espansione delle nostre conoscenze.[6]
  • Per essere atei non è necessario possedere un cervello.
It takes no brains to be an atheist.[7]
  • [Riferito all'Italia] Stiamo per invadere un Paese ricco di storia, di cultura e d'arte come pochissimi altri. Ma se la distruzione di un bellissimo monumento può significare la salvezza di un solo G.I.[8], ebbene, si distrugga quel bellissimo monumento.[9]
  • Un ateo è una persona che guarda la finale del campionato di football e non si preoccupa di sapere chi vincerà.[10]

Che cos'è il comando?[modifica]

Incipit[modifica]

Quando Churchill morì lo scorso gennaio, la spontanea dimostrazione di affetto e ammirazione che giunse da ogni parte del mondo fu un tributo a un uomo grande e nobile. Ma fu anche qualcosa di più: fu un fulgido omaggio alle doti di comando. Il mondo ha sempre attribuito grande valore all'arte del comando e nella persona di Sir Winston Churchill tutti riscontravano un superbo complesso di quelle caratteristiche che elevano e ispirano l'animo umano.[11]

Citazioni[modifica]

  • [...] è impossibile sezionare la mente e l'animo umano, per individuarne le singole parti.[11]
  • Un mio vecchio e stimato comandante soleva dire: «Prendete sempre sul serio il vostro compito e mai voi stesso.»[11]
  • Konrad Adenauer [...] è stato una delle poche figure politiche del suo Paese che ebbe il coraggio di opporsi a Adolf Hitler. Anche dopo che il nazismo ebbe conquistato il potere, egli continuò a propugnare fermamente e apertamente i principi della democrazia, il che lo portò a passare un periodo di tempo in carcere.[11]
  • Il Generale Charles De Gaulle, io lo stimo e lo ammiro. La maggiore delle sue molte e splendide virtù è stata la sua indomabile volontà di ridare alla Francia una posizione di gloria e di prestigio.[11]
  • Strettamente legato alla dedizione è un altro fattore fondamentale dell'arte del comando: la forza d'animo, la capacità di resistere alle avversità, di risollevarsi dalla sconfitta e di dare ancora battaglia, d'imparare dai propri errori e di muovere risolutamente verso la meta finale. Il classico esempio americano di questa virtù è Giorgio Washington. A parte uno o due piccoli successi, Washington non ebbe la soddisfazione di nessuna importante vittoria militare fino alla resa finale del generale inglese Cornwallis, a Yorktown.[11]
  • Sono convinto che un capo debba avere l'umiltà di accettare pubblicamente la responsabilità degli errori dei subordinati che ha scelto e che, del pari, debba riconoscere pubblicamente il merito dei loro successi.[11]
  • Chiunque compia bene il suo lavoro, chiunque abbia una giustificata fiducia in se stesso e non si lasci turbare senza motivo dallo scherno dei cinici e degli scansafatiche, chiunque rimanga fedele al suo onesto proposito e tenga gli altri nella giusta considerazione è essenzialmente un capo.[11]

Citazioni su Dwight D. Eisenhower[modifica]

  • Dwight D. Eisenhower era un acuto stratega. Ricordo che durante la sua presidenza, quando attorno al tavolo del Consiglio nazionale di sicurezza i discorsi dei consiglieri diventavano pessimistici nell'esaminare il mondo, Eisenhower voleva ricordarci che uno dei primi requisiti di un comandante militare in grado di vincere è la capacità di stimare realisticamente i punti forti e i lati deboli del proprio esercito. Ma altrettanto importante, aggiungeva, è sapere individuare non soltanto la forza, ma anche la debolezza e la vulnerabilità degli eserciti nemici. (Richard Nixon)
  • Eisenhower aveva un potere rasserenante. [...] E poi faceva degli ultimatum strepitosi. (La seconda guerra civile americana)
  • Era un brav'uomo, ma non molto energico. C'era qualcosa di molle nel suo carattere. Come mi accorsi a Ginevra, si affidava troppo ai suoi consiglieri. Ebbi sempre la chiara impressione che fare il presidente degli Stati Uniti fosse per lui un gran peso. (Nikita Sergeevič Chruščёv)
  • Grazie, io non so perché mi abbiano richiesto per questo congresso... perché non sono essenzialmente un comico politico, per niente. Di natura politica ho avuto solo una relazione con una donna durante l'amministrazione di Eisenhower ed in breve è stata un'ironia per me, perché... perché io cercavo di... di fare a lei quello che Eisenhower sta facendo al Paese da otto anni. (Io e Annie)
  • Il feldmaresciallo Montgomery non fu mai disposto ad accettare il punto di vista del generale Eisenhower nella sua qualità di coordinatore dei gruppi d'armate, preferendo invece, anche se un po' ingenuamente, un comando centrale, militare e avulso dalla politica nazionalistica. Poiché Eisenhower giunse tardi al comando supremo e in fretta, la sua autorità su Montgomery e sul generale Bradley[12] si fece sentire con lentezza: il comando a volte sembrava ispirato più da un comitato di persone che da una sola personalità. (Kenneth Macksey)
  • Probabilmente gli storici del futuro faranno del generale Eisenhower soprattutto un uomo di guerra. Per parte mia, ricorderò soprattutto le sue doti di cuore. Era una persona fondamentalmente buona, che seppe farsi amare da tutti gli americani: I like Ike. (Mohammad Reza Pahlavi)
  • Roosevelt [Franklin Delano] dimostrò che la Presidenza [degli Stati Uniti d'America] può essere un mestiere da esercitarsi vita natural durante. Truman ha dimostrato che chiunque può fare il Presidente. Eisenhower, che non v'è in realtà bisogno di un Presidente. Kennedy, che può essere pericoloso avere un Presidente...[13]
  • La conclusione dell'armistizio (3 settembre 1943) e la sua proclamazione alla radio il giorno 8, da parte del comandante delle truppe alleate nel Mediterraneo, generale Eisenhower, coglie di sorpresa il governo italiano. Bisogna riconoscere che gli Alleati non avevano alcuna fiducia nei propositi del governo di Roma.. [...] I militari italiani avrebbero voluto che lo sbarco delle truppe alleate si effettuasse a nord di Roma; essi credevano che gli Alleati si sarebbero impegnati a fondo in Italia. Per l'alto comando alleato, invece, l'Italia è solo un teatro di guerra secondario. Il piano di sbarco nella Manica è ormai predisposto e la campagna è già decisa. La campagna d'Italia deve servire soltanto a tenere impegnate un certo numero di forze tedesche. [...] È una campagna di diversione, niente di più. (da Federico Chabod, L'Italia contemporanea (1918-1948))

Note[modifica]

  1. Citato in AA.VV., Il libro della Seconda guerra mondiale, traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 309. ISBN 9788858041406
  2. Citato in Dario Bressanini e Beatrice Mautino, Contro natura, Milano, Rizzoli, 2015, p. 158. ISBN 978 88 17 08092 7
  3. Citato in AA.VV., Come funziona il management, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2021, p. 16. ISBN 9788858035184
  4. Citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, The Experts Speak, New York, Villard, 1998, p. 311. ISBN 0-679-77806-3
  5. Citato in John D. Barrow, I numeri dell'universo, Mondadori 2004.
  6. Dalla dichiarazione alla morte di Einstein, citato nel New York Times, 19 aprile 1955; citato in Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso (The Quotable Einstein), a cura di Alice Calaprice, prefazione di Freeman Dyson, traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, p. 175. ISBN 88-04-47479-3
  7. Citato in Ray Comfort , The Bible evidence, Bridge-Logos Publishers, 2002, p. 1. ISBN 978-0-88270-897-3
  8. G.I. è (originariamente) l'acronimo di Galvanized Iron, che indicava gli oggetti forniti ai componenti dell'Esercito e dell'Aeronautica militare statunitense (ad esempio gavette) che erano di ferro "galvanizzato", cioè trattato per impedire che si arrugginisse. Di qui il soprannome popolare che veniva attribuito ai soldati di quelle Forze Armate. Per approfondire vedi qui.
  9. Citato in Giorgio Bonacina, Obiettivo: Italia – I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1940 al 1945, Mursia, Milano 1970, p. 209. ISBN 88-425-3517-6
  10. Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 67. ISBN 88-8598-826-2
  11. a b c d e f g h Citato in Selezione dal Reader's Digest, agosto 1965.
  12. Omar Bradley (1893 – 1981), generale statunitense.
  13. Dall'apologo dei magnati americani dell'acciaio durante la controversia con il Presidente John Fitzgerald Kennedy; citato in Piero Buscaroli, Una nazione in coma, Argelato (BO), Minerva Edizioni, 2013, p. 162. ISBN 978-88-7381-494-8

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