Cantico dei cantici

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Cantico dei cantici, testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana, attribuito a Salomone.

Incipit[modifica]

Cantico dei cantici (Gustave Moreau, 1853)

Cantico dei cantici, che è di Salomone.

Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
profumo olezzante è il tuo nome,
per questo le giovinette ti amano.
Attirami dietro a te, corriamo!
M'introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
A ragione ti amano!

Citazioni[modifica]

  • Bruna sono ma bella, | o figlie di Gerusalemme, | come le tende di Kedar, | come i padiglioni di Salma. (1, 5)
  • Mentre il re è nel suo recinto, | il mio nardo spande il suo profumo. | Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra, | riposa sul mio petto. (1, 12 – 13)
  • Io sono un narciso di Saron, | un giglio delle valli. | Come un giglio fra i cardi, | così la mia amata tra le fanciulle. (2, 1 – 2)
  • Come un melo tra gli alberi del bosco, | il mio diletto fra i giovani. | Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo | e dolce è il suo frutto al mio palato. | Mi ha introdotto nella cella del vino | e il suo vessillo su di me è amore. | Sostenetemi con focacce d'uva passa, | rinfrancatemi con pomi, | perché io sono malata d'amore. (2, 3 – 5)
  • Perché, ecco, l'inverno è passato, | è cessata la pioggia, se n'è andata; | i fiori sono apparsi nei campi, | il tempo del canto è tornato | e la voce della tortora ancora si fa sentire | nella nostra campagna. (2, 11 – 12)
  • Prendeteci le volpi, | le volpi piccoline | che guastano le vigne, | perché le nostre vigne sono in fiore. (2, 15)
  • I tuoi seni sono come due cerbiatti, | gemelli di una gazzella, | che pascolano fra i gigli. (4, 5)
  • Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa, | c'è miele e latte sotto la tua lingua | e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano. (4, 11)
  • Giardino chiuso tu sei, | sorella mia, sposa, | giardino chiuso, fontana sigillata. | I tuoi germogli sono un giardino di melagrane, | con i frutti più squisiti, | alberi di cipro con nardo, | nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo | con ogni specie d'alberi da incenso; | mirra e àloe | con tutti i migliori aromi. (4, 12 – 13)
  • Io dormo, ma il mio cuore veglia. (5, 2)
  • Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio | e un fremito mi ha sconvolta. | Mi sono alzata per aprire al mio diletto | e le mie mani stillavano mirra, | fluiva mirra dalle mie dita | sulla maniglia del chiavistello. | Ho aperto allora al mio diletto, | ma il mio diletto già se n'era andato, era scomparso. | Io venni meno, per la sua scomparsa. | L'ho cercato, ma non l'ho trovato, | l'ho chiamato, ma non m'ha risposto. | Mi han trovato le guardie che perlustrano la città; | mi han percosso, mi hanno ferito, | mi han tolto il mantello | le guardie delle mura. | Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, | se trovate il mio diletto, | che cosa gli racconterete? | Che sono malata d'amore! (5, 4 – 8)
  • Il mio diletto è bianco e vermiglio, | riconoscibile fra mille e mille. | Il suo capo è oro, oro puro, | i suoi riccioli grappoli di palma, | neri come il corvo. | I suoi occhi, come colombe | su ruscelli di acqua; | i suoi denti bagnati nel latte, | posti in un castone. | Le sue guance, come aiuole di balsamo, | aiuole di erbe profumate; | le sue labbra sono gigli, | che stillano fluida mirra. | Le sue mani sono anelli d'oro, | incastonati di gemme di Tarsis. | Il suo petto è tutto d'avorio, | tempestato di zaffiri. | Le sue gambe, colonne di alabastro, | posate su basi d'oro puro. | Il suo aspetto è quello del Libano, | magnifico come i cedri. | Dolcezza è il suo palato; | egli è tutto delizie! (5, 10 – 16)
  • Come spicchio di melagrana la tua gota, | attraverso il tuo velo. (6, 7)
  • Chi è costei che sorge come l'aurora, | bella come la luna, fulgida come il sole, | terribile come schiere a vessilli spiegati? (6, 10)
  • "Volgiti, volgiti, Sulammita, | volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti". | "Che ammirate nella Sulammita | durante la danza a due schiere?". | "Come son belli i tuoi piedi | nei sandali, figlia di principe! | Le curve dei tuoi fianchi sono come monili, | opera di mani d'artista. | Il tuo ombelico è una coppa rotonda | che non manca mai di vino drogato. | Il tuo ventre è un mucchio di grano, circondato da gigli. (7, 1 – 3)
  • La tua statura rassomiglia a una palma | e i tuoi seni ai grappoli. | Ho detto: "Salirò sulla palma, | coglierò i grappoli di datteri; | mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva | e il profumo del tuo respiro come di pomi". (7, 8 – 9)
  • Mettimi come sigillo sul tuo cuore, | come sigillo sul tuo braccio; | perché forte come la morte è l'amore, | tenace come gli inferi è la passione: | le sue vampe son vampe di fuoco, | una fiamma del Signore! | Le grandi acque non possono spegnere l'amore | né i fiumi travolgerlo. | Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa | in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio. (8, 6 – 7)

Explicit[modifica]

Tu che abiti nei giardini
– i compagni stanno in ascolto –
fammi sentire la tua voce.
"Fuggi, mio diletto,
simile a gazzella
o ad un cerbiatto,
sopra i monti degli aromi!".

Citazioni sul Cantico dei cantici[modifica]

  • Cantico dei cantici: ce ne sono due. Uno cantato dagli ebrei il sabato. Ma l'altro cantato da Dio una volta nella vita di ogni israelita, allorché questi si circoncide. (Vasilij Vasil'evič Rozanov)
  • Cantico dei Cantici: idillio che sotto forma dell'amore fra due giovani suggerisce il rapporto tra Israele e il suo Dio. (Antonio Girlanda)
  • È, letterariamente, la composizione più caratteristica di tutta la Bibbia, e – si direbbe quasi – la più inaspettata, perché il suo linguaggio è amoroso e apparentemente parla dell'amore tra uomo e donna. E appunto per questa ragione il libro corse pericolo anticamente presso i Giudei di essere escluso dal Cànone, ma in contrario autorevoli rabbini sentenziarono che fra tutti i libri santi il Cantico dei Cantici è santissimo, e la loro sentenza prevalse. (Giuseppe Ricciotti)
  • L'universo intero vale meno del giorno in cui il Cantico dei cantici fu consegnato a Israele, perché, anche se tutte le Scritture sono sante, il Cantico dei cantici è il Santo dei Santi. (Rabbi Akiva)
  • Nel Cantico non vi è indizio di un significato simbolico, oltre il senso letterale. C'è invece tutta una tradizione ebraica e poi cristiana che, sulla scia di tante pagine profetiche, vi ha letto in trasparenza una parabola dell'amore reciproco tra Dio e Israele che, ammaestrato dalla dura prova dell'esilio, cerca senza più tentennamenti Jhwh, suo unico Dio.
    Una lettura né solo letterale né solo simbolica sembra quindi rendere meglio giustizia alla comprensione di questo gioiello poetico, di cui un grande rabbino del II secolo d.C. diceva: «L'universo intero non vale il giorno in cui Israele ebbe il Cantico dei Cantici». (Antonio Girlanda)

Bibliografia[modifica]

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