Siracide
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Siracide, o Ecclesiastico, testo deuterocanonico della Bibbia.
Incipit[modifica]
CEI 1974[modifica]
Ogni sapienza viene dal Signore
ed è sempre con lui.
CEI 2008[modifica]
Ogni sapienza viene dal Signore
e con lui rimane per sempre.
Citazioni[modifica]
- Poiché è necessario che i lettori non si accontentino di divenire competenti solo per se stessi, ma che gli studiosi anche ai profani possano rendersi utili con la parola e con gli scritti anche mio nonno Gesù, dedicatosi lungamente alla lettura della Legge, dei Profeti e degli altri libri dei nostri padri e avendovi conseguito una notevole competenza, fu spinto a scrivere qualche cosa riguardo all'insegnamento e alla sapienza, perché gli amanti del sapere, assimilato anche questo, possano progredire sempre più in una condotta secondo la Legge. (prologo, 4-14; 1974)[1]
- Siete dunque invitati a [...] perdonare se, nonostante l'impegno posto nella traduzione, sembrerà che non siamo riusciti a render la forza di certe espressioni. Difatti le cose dette in ebraico non hanno la medesima forza quando sono tradotte in altra lingua. E non solamente questa opera, ma anche la stessa Legge, i Profeti e il resto dei libri conservano un vantaggio non piccolo nel testo originale. (prologo, 15-26; 1974)[1]
- Prima di ogni cosa fu creata la sapienza | e la saggia prudenza è da sempre. | A chi fu rivelata la radice della sapienza? | Chi conosce i suoi disegni? | Uno solo è sapiente, molto terribile, | seduto sopra il trono. | Il Signore ha creato la sapienza; | l'ha vista e l'ha misurata, | l'ha diffusa su tutte le sue opere, | su ogni mortale, secondo la sua generosità, | la elargì a quanti lo amano. (1, 4 – 8; 1974)
- L'amore del Signore è sapienza che dà gloria, | a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino. (1, 10; 2008)
- Il timore del Signore è gloria e vanto, | gioia e corona d'esultanza. | Il timore del Signore allieta il cuore, | dà gioia, diletto e lunga vita. | Il timore del Signore è dono del Signore, | esso conduce sui sentieri dell'amore. | Chi teme il Signore avrà un esito felice, | nel giorno della sua morte sarà benedetto. | Principio di sapienza è temere il Signore; | essa fu creata con i fedeli nel seno materno. | Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, | abiterà fedelmente con i loro discendenti. | Pienezza di sapienza è temere il Signore; | essa inebria di frutti i propri fedeli. (1, 11 – 16; 2008)
- Il timore del Signore tiene lontani i peccati, | chi vi persevera respinge ogni moto di collera. | La collera ingiusta non si potrà scusare, | il traboccare della sua passione sarà causa di rovina. (1, 21 – 22; 2008)
- Il paziente sopporta fino al momento giusto, | ma alla fine sgorgherà la sua gioia. | Fino al momento opportuno terrà nascoste le sue parole | e le labbra di molti celebreranno la sua saggezza. (1, 23 – 24; 2008)
- Il timore del Signore è sapienza e istruzione, | si compiace della fiducia e della mansuetudine. | Non essere disobbediente al timore del Signore | e non avvicinarti ad esso con doppiezza di cuore. (1, 24 – 25; 1974)
- Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti | e il Signore te la concederà. (1, 26; 2008)
- Accetta quanto ti capita, | sii paziente nelle vicende dolorose, | perché con il fuoco si prova l'oro, | e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. (2, 4 – 5; 1974)
- Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti | e al peccatore che cammina su due strade! | Guai al cuore indolente perché non ha fede; | per questo non sarà protetto. (2, 12 – 13; 1974)
- Guai a voi che avete perduto la perseveranza: | che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi? (2, 14; 2008)
- Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole; | e coloro che lo amano seguono le sue vie. | Coloro che temono il Signore cercano di piacergli; | e coloro che lo amano si saziano della legge. | Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro cuori | e umiliano l'anima loro davanti a lui. (2, 15 – 17; 1974)
- Gettiamoci nelle mani del Signore | e non in quelle degli uomini; | poiché come è la sua grandezza, | così è anche la sua misericordia. (2, 18; 2008)
- Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, | ha stabilito il diritto della madre sulla prole. | Chi onora il padre espia i peccati; | chi riverisce la madre è come chi accumula tesori. | Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli | e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. (3, 2 – 5; 1974)
- Con le azioni e con le parole onora tuo padre, | perché scenda su di te la sua benedizione, | poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli, | la maledizione della madre ne scalza le fondamenta. (3, 8 – 9; 2008)
- Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, | non contristarlo durante la sua vita. | Anche se perdesse il senno, compatiscilo | e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. | Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, | ti sarà computata a sconto dei peccati. (3, 12 – 14; 1974)
- Figlio, compi le tue opere con mitezza, | e sarai amato più di un uomo generoso. | Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, | e troverai grazia davanti al Signore. | Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, | ma ai miti Dio rivela i suoi segreti. (3, 17 – 19; 2008)
- La presunzione ha fatto smarrire molti | e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri. (3, 24; 2008)
- Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male; | chi ama il pericolo in esso si perderà. (3, 25; 1974)
- Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, | non offrire a nessuno l'occasione di maledirti, | perché se uno ti maledice con amarezza, | il suo creatore esaudirà la sua preghiera. (4, 5 – 6; 1974)
- La sapienza esalta i suoi figli | e si prende cura di quanti la cercano. | Chi ama la sapienza ama la vita, | chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia. | Chi la possiede erediterà la gloria; | dovunque vada, il Signore lo benedirà. | Chi la venera rende culto a Dio, che è il Santo, | e il Signore ama coloro che la amano. (4, 11 – 14; 2008)
- Lotta sino alla morte per la verità | e il Signore Dio combatterà per te. (4, 28; 1974)
- Non essere arrogante nel tuo linguaggio, | fiacco e indolente invece nelle opere. (4, 29; 1974)
- La tua mano non sia tesa per prendere | e chiusa invece nel restituire. (4, 31; 1974)
- Non ventilare il grano a qualsiasi vento | e non camminare su qualsiasi sentiero. (5, 9; 1974)
- Sii costante nel tuo sentimento, | e unica sia la tua parola. | Sii pronto nell'ascoltare, | lento nel proferire una risposta. | Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; | altrimenti mettiti la mano sulla bocca. (5, 10 – 12; 1974)
- Non ti abbandonare alla tua passione, | perché non ti strazi come un toro furioso; | divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti, | sì da renderti come un legno secco. | Una passione malvagia rovina chi la possiede | e lo fa oggetto di scherno per i nemici. (6, 2 – 4; 1974)
- Siano molti quelli che vivono in pace con te, | ma tuo consigliere uno su mille. (6, 6; 2008)
- Tieniti lontano dai tuoi nemici, | e dai tuoi amici guàrdati. (6, 13; 1974)
- Un amico fedele è una protezione potente, | chi lo trova, trova un tesoro. (6, 14; 1974)
- Chi trova un amico trova un tesoro.[2]
- Un amico fedele è un balsamo di vita, | lo troveranno quanti temono il Signore. (6, 16; 1974)
- Figlio, sin dalla giovinezza medita la disciplina, | conseguirai la sapienza fino alla canizie. (6, 18; 1974)
- Non fare il male, perché il male non ti prenda. | Allontànati dall'iniquità ed essa si allontanerà da te. | Figlio, non seminare nei solchi dell'ingiustizia | per non raccoglierne sette volte tanto. (7, 1 – 3; 1974)
- Non cercare di divenire giudice | se ti manca la forza di estirpare l'ingiustizia, | perché temeresti di fronte al potente | e getteresti una macchia sulla tua retta condotta. (7, 6; 2008)
- Non fare prestiti a un uomo più forte di te | e se gli hai prestato qualcosa, considerala perduta. (8, 12; 2008)
- Non essere geloso della sposa amata, | per non inculcarle malizia a tuo danno. (9, 1; 1974)
- Non dare l'anima tua alle prostitute, | per non perderci il patrimonio. (9, 6; 1974)
- Distogli l'occhio da una donna bella, | non fissare una bellezza che non ti appartiene. | Per la bellezza di una donna molti sono periti; | per essa l'amore brucia come fuoco. (9, 8; 1974)
- Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia, | all'uno e agli altri è in abominio l'ingiustizia. | L'impero passa da un popolo a un altro | a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze. (10, 7 – 8; 1974)
- Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore, | tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato. | Principio della superbia infatti è il peccato; | chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio. | Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi | e lo flagella sino a finirlo. (10, 12 – 13; 1974)
- Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti, | al loro posto ha fatto sedere gli umili. | Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni, | al loro posto ha piantato gli umili. (10, 14 – 15; 1974)
- Il nobile, il giudice e il potente sono onorati; | ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore. (10, 24; 1974)
- Un povero viene onorato per la sua scienza | e un ricco viene onorato per la sua ricchezza. | Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza! | E chi è disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà! (10, 30 – 31; 2008)
- La sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa, | gli permetterà di sedere tra i grandi. (11, 1; 1974)
- L'ape è piccola tra gli esseri alati, | ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori. (11, 3; 1974)
- Per una cosa di cui non hai bisogno non litigare, | non immischiarti nelle liti dei peccatori. (11, 9; 1974)
- Il dono del Signore è assicurato ai pii | e il suo favore li rende felici per sempre. (11, 17; 1974)
- Persevera nel tuo impegno e dèdicati a esso, | invecchia compiendo il tuo lavoro. (11, 20; 2008)
- La benedizione del Signore è la ricompensa del pio; | in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione. (11, 22; 1974)
- Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura; | nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità. (11, 25; 1974)
- Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo; | come una spia egli attende la tua caduta. (11, 30; 1974)
- Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa | e ti renderà estraneo ai tuoi. (11, 34; 1974)
- Fa' il bene al pio e ne avrai il contraccambio, | se non da lui, certo dall'Altissimo. (12, 2; 1974)
- L'amico non si può riconoscere nella prosperità, | ma nell'avversità il nemico non si nasconderà. | Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore; | ma quando uno è infelice, anche l'amico se ne separa. (12, 8 – 9; 1974)
- Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente | e di quanti si avvicinano alle belve? | Così capita a chi si associa a un peccatore | e s'imbratta dei suoi misfatti. (12, 13 – 14; 1974)
- Chi maneggia la pece si sporca, | chi frequenta il superbo diviene simile a lui. (13, 1; 1974)
- Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte, | il povero riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi. (13, 3; 1974)
- Non essere invadente per non essere respinto, | non stare appartato per non essere dimenticato. (13, 10; 2008)
- Ogni creatura vivente ama il suo simile, | ogni uomo il suo vicino. | Ogni essere si accoppia secondo la sua specie; | l'uomo si associa a chi gli è simile. (13, 15 – 16; 1974)
- Quale pace può esservi fra la iena e il cane? | Quale intesa tra il ricco e il povero? | Sono preda dei leoni gli ònagri nel deserto; | così pascolo dei ricchi sono i poveri. (13, 18 – 19; 1974)
- Per il superbo l'umiltà è obbrobrio, | così per il ricco è obbrobrio il povero. (13, 20; 2008)
- Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici; | se il povero cade, anche dagli amici è respinto. | Se cade il ricco, molti lo aiutano; | dice cose insulse? Eppure lo si felicita. | Se cade il povero, lo si rimprovera; | se dice cose assennate, non ci si bada. | Parla il ricco, tutti tacciono | ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso. | Parla il povero e dicono: "Chi è costui?". | Se inciampa, l'aiutano a cadere. (13, 21 – 23; 1974)
- Beato l'uomo che non ha peccato con le parole | e non è tormentato dal rimorso dei peccati. (14, 1; 1974)
- A un uomo gretto non conviene la ricchezza, | a che servono gli averi a un uomo avaro? | Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri, | con i suoi beni faran festa gli estranei. | Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono? | Non sa godere delle sue ricchezze. (14, 3 – 5; 1974)
- Il Signore odia ogni abominio, | esso non è voluto da chi teme Dio. (15, 13; 1974)
- Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; | l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà. | Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: | là dove vuoi tendi la tua mano. | Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: | a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. (14, 15 – 17; 2008)
- Dio non perdonò agli antichi giganti, | che si erano ribellati per la loro forza. (16, 7; 1974)
- Ci fosse un solo uomo di dura cervice, | sarebbe strano se restasse impunito, | poiché misericordia e ira sono in Dio, | potente quando perdona e quando riversa l'ira. | Tanto grande la sua misericordia, | quanto grande la sua severità; | egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere. (16, 11 – 13; 1974)
- La misericordia dell'uomo riguarda il prossimo, | la misericordia del Signore ogni essere vivente. (18, 12; 1974)
- Prima di parlare, impara; | curati ancor prima di ammalarti. (18, 19; 1974)
- Nulla ti impedisca di soddisfare un voto al tempo giusto, | non aspettare fino alla morte per sdebitarti. | Prima di fare un voto prepara te stesso, | non fare come un uomo che tenta il Signore. (18, 22 – 23; 2008)
- Non seguire le passioni, | poni un freno ai tuoi desideri. | Se ti concedi lo sfogo della passione, | essa ti renderà oggetto di scherno per i tuoi nemici. (18, 30 – 31; 2008)
- Non godere una vita di piaceri, | sua conseguenza è una doppia povertà. (18, 32; 1974)
- C'è un rimprovero che è fuori tempo, | c'è chi tace ed è prudente. | Quanto è meglio rimproverare che covare l'ira! (20, 1 – 2; 1974)
- Un eunuco che vuol deflorare una ragazza, | così chi vuol rendere giustizia con la violenza. (20, 4; 1974)
- C'è chi tace, perché non sa che cosa rispondere, | e c'è chi tace, perché conosce il momento propizio. (20, 6; 1974)
- Chi abbonda nel parlare si renderà abominevole; | chi vuole assolutamente imporsi sarà odiato. (20, 8; 1974)
- Nelle disgrazie può trovarsi la fortuna per un uomo, | mentre un profitto può essere una perdita. (20, 9; 1974)
- C'è una generosità che non ti arreca vantaggi | e c'è una generosità che rende il doppio. (20, 10; 2008)
- Non si accetta una massima dalla bocca dello stolto, | perché non è mai detta a proposito. (20, 20; 1974)
- C'è chi si rovina per rispetto umano | e si rovina per la faccia di uno stolto. | C'è chi per rispetto umano fa promesse a un amico; | in tal modo se lo rende gratuitamente nemico. (20, 22 – 23; 1974)
- Brutta macchia nell'uomo la menzogna, | è sempre sulla bocca dei maldicenti. | Meglio un ladro che un mentitore abituale, | tutti e due avranno in sorte la rovina. | L'abitudine del bugiardo è un disonore, | la vergogna che si merita è sempre con lui. (20, 24 – 26; 2008)
- Sapienza nascosta e tesoro invisibile: | a che servono l'una e l'altro? | Fa meglio chi nasconde la stoltezza | che colui che nasconde la sapienza. (20, 30 – 31; 1974)
- Come alla vista del serpente fuggi il peccato: | se ti avvicini, ti morderà. | Denti di leone sono i suoi denti, | capaci di distruggere vite umane. | Ogni trasgressione è come spada a doppio taglio: | non c'è rimedio per la sua ferita. (21, 2 – 3; 1974)
- L'interno dello stolto è come un vaso rotto, | non potrà contenere alcuna scienza. (21, 14; 1974)
- Ornamento d'oro è la disciplina per l'assennato; | è come un monile al braccio destro. (21, 21; 1974)
- Il cuore degli stolti sta sulla loro bocca, | mentre bocca dei saggi è il loro cuore. (21, 26; 2008)
- Quando un empio maledice l'avversario, | maledice se stesso. (21, 27; 2008)
- Il maldicente danneggia se stesso | e sarà detestato dal suo ambiente. (21, 28; 1974)
- Il pigro è simile a una palla di sterco, | chi la raccoglie scuote la mano. (22, 2; 1974)
- Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo stolto; | alla fine egli dirà: "Che cosa c'è?". | Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce; | piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno. | Piangi meno tristemente per un morto, ché ora riposa, | ma la vita dello stolto è peggiore della morte. (22, 8 – 10; 1974)
- Prima del fuoco c'è vapore e fumo di fornace, | così prima del sangue ci sono le ingiurie. (22, 24; 2008)
- Non abituare la bocca al giuramento, | non abituarti a nominare il nome del Santo. (23, 9; 1974)
- Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; | il flagello non si allontana dalla sua casa. | Se sbaglia, il suo peccato è su di lui; | se non ne tiene conto, pecca due volte. | Se giura il falso, non sarà giustificato, | e la sua casa si riempirà di sventure. (23, 11; 2008)
- [...] una passione ardente come fuoco acceso | non si spegnerà finché non sia consumata; | un uomo impudico nel suo corpo | non desisterà finché il fuoco non lo divori; | per l'uomo impudico ogni pane è appetitoso, | non si stancherà finché non muoia. (23, 16 – 17; 2008)
- L'uomo infedele al proprio letto | dice fra sé: «Chi mi vede? | C'è buio intorno a me e le mura mi nascondono; | nessuno mi vede, perché temere? | Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo». | Egli teme solo gli occhi degli uomini, | non sa che gli occhi del Signore | sono mille volte più luminosi del sole; | essi vedono tutte le vie degli uomini | e penetrano fin nei luoghi più segreti. | Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note, | allo stesso modo anche dopo la creazione. | Quest'uomo sarà condannato nelle piazze della città, | sarà sorpreso dove meno se l'aspetta. (23, 18 – 21; 2008)
- Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo; | come mirra scelta ho sparso buon odore; | come gàlbano, ònice e storàce, | come nuvola di incenso nella tenda. | Come un terebinto ho esteso i rami | e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.[3] (24, 15 – 16; 1974)
- Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo, | la legge che Mosè ci ha prescritto, | eredità per le assemblee di Giacobbe. | [...] | Essa trabocca di sapienza come il Pison | e come il Tigri nella stagione delle primizie, | effonde intelligenza come l'Eufrate | e come il Giordano nei giorni della mietitura, | come luce irradia la dottrina, | come il Ghicon nei giorni della vendemmia. (24, 23 – 27; 2008)
- Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella, | di fronte al Signore e agli uomini: | concordia di fratelli, amicizia tra vicini, | moglie e marito che vivono in piena armonia.[3] (25, 1; 1974)
- [...] quanto è grande chi ha trovato la sapienza, | ma nessuno supera chi teme il Signore. (25, 10; 1974)
- Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore; | qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna; | qualunque sventura, ma non la sventura | causata dagli avversari; | qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici. (25, 12 – 13; 1974)
- Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente, | non c'è ira peggiore dell'ira di una donna. | Preferirei abitare con un leone e con un drago | piuttosto che abitare con una donna malvagia. | La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto, | rende il suo volto tetro come quello di un orso. (25, 15 – 17; 2008)
- Ogni malizia è nulla, di fronte alla malizia di una donna, | possa piombarle addosso la sorte del peccatore! | Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio, | tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico. | Non soccombere al fascino di una donna, | per una donna non ardere di passione. (25, 18 – 20; 1974)
- Dalla donna ha avuto inizio il peccato, | per causa sua tutti moriamo. (25, 24; 1974)
- Beato il marito di una donna virtuosa; | il numero dei suoi giorni sarà doppio. (26, 1; 1974)
- È un dono del Signore una donna silenziosa, | non c'è compenso per una donna educata. (26, 14; 1974)
- Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; | così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti. (27, 4; 2008)
- Gli uccelli sostano presso i loro simili, | la lealtà ritorna a quelli che la praticano. (27, 9; 1974)
- Nel discorso del pio c'è sempre saggezza, | ma lo stolto muta come la luna. (27, 11; 2008)
- Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli, | e le loro questioni fan turare gli orecchi. (27, 14; 1974)
- Chi scaglia un sasso in alto, se lo scaglia sulla testa, | e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra. | Chi scava una fossa vi cadrà dentro, | chi tende un laccio vi resterà preso. | Il male si riverserà su chi lo fa, | egli non saprà neppure da dove gli venga. (27, 25 – 27; 1974)
- Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore | ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati. | Perdona l'offesa al tuo prossimo | e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. (28, 1 – 2; 1974)
- Astieniti dalle risse e sarai lontano dal peccato, | perché un uomo passionale attizza una rissa. (28, 8; 1974)
- Una lite concitata accende il fuoco, | una rissa violenta fa versare sangue. | Se soffi su una scintilla, si accende; | se vi sputi sopra, si spegne; | eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca. (28, 11 – 12; 1974)
- Maledici il delatore e l'uomo di doppia lingua, | perché fa perire molti che vivono in pace. (28, 13; 1974)
- Le dicerie di una terza persona hanno sconvolto molti, | li hanno scacciati di nazione in nazione; | hanno demolito città fortificate | e rovinato casati potenti. | Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti, | privandole del frutto delle loro fatiche. | Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace, | non vivrà tranquillo nella sua dimora. (28, 14 – 16; 2008)
- Un colpo di frusta produce lividure, | ma un colpo di lingua rompe le ossa. | Molti sono caduti a fil di spada, | ma non quanti sono periti per colpa della lingua. (28, 17 – 18; 1974)
- Chi pratica la misericordia concede prestiti al prossimo, | chi lo sostiene con la sua mano osserva i comandamenti. | Da' in prestito al prossimo quando ha bisogno, | e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato. (29, 1 – 2; 2008)
- Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta, | per gioire di lui alla fine. | Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio | e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti. | Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico, | mentre davanti agli amici potrà gioire. | Muore il padre? È come se non morisse, | perché lascia un suo simile dopo di sé. (30, 1 – 4; 1974)
- Meglio la morte che una vita amara, | il riposo eterno che una malattia cronica. (30, 17; 1974)
- Distraiti e consola il tuo cuore, | tieni lontana la profonda tristezza, | perché la tristezza ha rovinato molti | e in essa non c'è alcun vantaggio. (30, 23; 2008)
- L'insonnia del ricco consuma il corpo, | i suoi affanni gli tolgono il sonno. | Le preoccupazioni dell'insonnia non lasciano dormire, | come una grave malattia bandiscono il sonno. (31, 1 – 2; 2008)
- Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze | e se smette, si ingolfa nei piaceri. | Un povero fatica nelle privazioni della vita | e se smette, cade nell'indigenza. (31, 3 – 4; 1974)
- Chi ama l'oro non sarà esente da colpa, | chi insegue il denaro ne sarà fuorviato. | Molti sono andati in rovina a causa dell'oro, | e la loro rovina era davanti a loro. | È una trappola per quanti ne sono infatuati, | e ogni insensato vi resta preso. | Beato il ricco che si trova senza macchia | e che non corre dietro all'oro. (31, 5 – 8; 2008)
- Il sonno è salubre se lo stomaco è regolato, | al mattino ci si alza e si è padroni di sé. | Il tormento dell'insonnia e della nausea | e la colica accompagnano l'uomo ingordo. (31, 20; 2008)
- In tutte le azioni sii moderato | e nessuna malattia ti coglierà. (31, 22; 1974)
- Molte labbra loderanno chi è splendido nei banchetti, | e vera è la testimonianza della sua munificenza. | La città mormora di chi è tirchio nei banchetti; | ed esatta è la testimonianza della sua avarizia. (31, 23 – 24; 1974)
- Non fare il forte con il vino, | perché ha mandato molti in rovina. | La fornace prova il metallo nella tempera, | così il vino i cuori in una sfida di arroganti. | Il vino è come la vita per gli uomini, | purché tu lo beva con misura. | Che vita è quella di chi non ha vino? | Questo fu creato per la gioia degli uomini. | Allegria del cuore e gioia dell'anima | è il vino bevuto a tempo e a misura. | Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità, | con eccitazione e per sfida. | L'ubriachezza accresce l'ira dello stolto a sua rovina, | ne diminuisce le forze e gli procura ferite. (31, 25 – 30; 1974)
- Durante un banchetto non rimproverare il vicino, | non deriderlo nella sua letizia. | Non dirgli parola di rimprovero | e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve. (31, 31; 1974)
- Ti hanno fatto capotavola? Non esaltarti; | comportati con gli altri come uno di loro. | Pensa a loro e poi mettiti a tavola; | quando avrai assolto il tuo compito, accòmodati | per ricrearti con loro | e ricevere la corona per la tua cortesia. (31, 1 – 2; 1974)
- Prima del tuono viene la folgore, | la grazia precede l'uomo modesto. (32, 10; 1974)
- Quelli che temono il Signore sanno giudicare, | i loro giudizi brillano come luce. (32, 16; 2008)
- Non far nulla senza riflessione, | alla fine dell'azione non te ne pentirai. (32, 19; 1974)
- In ogni azione abbi fiducia in te stesso, | poiché anche questo è osservare i comandamenti. (32, 23; 1974)
- Un amico beffardo è come uno stallone, | nitrisce sotto chiunque lo cavalca. (33, 6; 2008)
- Io mi sono dedicato per ultimo allo studio, | come un racimolatore dietro i vendemmiatori. | Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo, | come un vendemmiatore ho riempito il tino. | Badate che non ho faticato solo per me, | ma per quanti ricercano l'istruzione. (33, 16 – 18; 1974)
- Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico | non dare un potere su di te finché sei in vita. | Non dare ad altri le tue ricchezze, | perché poi non ti penta e debba richiederle. | Finché vivi e c'è respiro in te, | non abbandonarti in potere di nessuno. (33, 20 – 21; 1974)
- Lo spirito di coloro che temono il Signore vivrà, | perché la loro speranza è posta in colui che li salva. | Chi teme il Signore non ha paura di nulla, | e non teme perché egli è la sua speranza. (34, 13 – 14; 1974)
- Il compagno si rallegra con l'amico nella felicità, | ma al momento della disgrazia gli sarà ostile. (37, 4; 1974)
- Chi si procura una sposa, possiede il primo dei beni, | un aiuto adatto a lui e una colonna d'appoggio. | Dove non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata, | ove non c'è moglie, l'uomo geme randagio. (36, 24 –25; 1974)
- Ogni consigliere suggerisce consigli, | ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio. | Guàrdati da un consigliere, | infòrmati quali siano le sue necessità | – egli nel consigliare penserà al suo interesse – | perché non getti la sorte su di te | e dica: "La tua via è buona", | poi si terrà in disparte per vedere quanto ti accadrà. (37, 7 – 9; 1974)
- Non consigliarti con una donna sulla sua rivale, | con un pauroso sulla guerra, | con un mercante sul commercio, | con un compratore sulla vendita, | con un invidioso sulla riconoscenza, | con uno spietato sulla bontà di cuore, | con un pigro su un'iniziativa qualsiasi, | con un mercenario annuale sul raccolto, | con uno schiavo pigro su un gran lavoro; | non dipendere da costoro per nessun consiglio. (37, 11; 1974)
- Segui il consiglio del tuo cuore, | perché nessuno ti sarà più fedele di lui. | La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire | meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. (37, 13 – 14; 1974)
- Principio di ogni opera è la parola, | prima di ogni azione c'è la riflessione. | Radice di ogni mutamento è il cuore, | da cui derivano quattro scelte: | bene e male, vita e morte, | ma su tutto domina sempre la lingua. (37, 16 – 18; 2008)
- Figlio, per tutta la tua vita esamina te stesso, | vedi quello che ti nuoce e non concedertelo. | Difatti non tutto conviene a tutti | e non tutti approvano ogni cosa. (37, 27 – 28; 2008)
- Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria, | non ti gettare sulle vivande, | perché l'abuso dei cibi causa malattie, l'ingordigia provoca coliche. | Molti sono morti per ingordigia, | chi si controlla vivrà a lungo. (37, 29 – 31; 1974)
- L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,[4] | per rendere evidente la potenza di lui? (38, 5; 1974)
- Dio ha dato agli uomini la scienza | perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie. (38, 6; 1974)
- Chi pecca contro il proprio creatore | cada nelle mani del medico. (38, 15; 1974)
- Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua: | ieri a me e oggi a te.[5] (38, 22; 2008)
- La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di quiete; | chi ha poca attività diventerà saggio. (38, 24; 1974)
- Così il fabbro siede davanti all'incudine | ed è intento ai lavori del ferro: | la vampa del fuoco gli strugge le carni, | e col calore del fornello deve lottare; | il rumore del martello gli assorda gli orecchi, | i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto, | è tutto preoccupato per finire il suo lavoro, | sta sveglio per rifinirlo alla perfezione. (38, 28; 1974)
- Ci sono venti creati per castigo, | e nella loro furia rafforzano i loro flagelli; | quando verrà la fine, scateneranno violenza, | e placheranno lo sdegno del loro creatore. (39, 28; 1974)
- Quanto è dalla terra alla terra ritorna; | quanto è dalle acque rifluisce nel mare. (40, 11; 1974)
- Ricchezze e potenza sollevano il cuore, | ma più ancora di esse il timore del Signore. | Con il timore del Signore non manca nulla; | con esso non c'è bisogno di cercare aiuto. | Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni; | la sua protezione vale più di qualsiasi altra gloria. (40, 26 – 27; 1974)
- Figlio, non vivere da mendicante. | È meglio morire che mendicare. (40, 28; 1974)
- Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo, | dove ci sono troppe mani usa la chiave. (42, 6; 1974)
- Su una figlia indocile rafforza la vigilanza, | perché non ti renda scherno dei nemici, | oggetto di chiacchiere in città e favola della gente, | sì da farti vergognare davanti a tutti. | Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo, | non segga a ciarlare insieme con le altre donne, | perché dagli abiti esce fuori la tignola | e dalla donna malizia di donna. (42, 11 – 13; 1974)
- Neppure i santi del Signore sono in grado | di narrare tutte le sue meraviglie, | ciò che il Signore onnipotente ha stabilito | perché l'universo stesse saldo a sua gloria. | Egli scruta l'abisso e il cuore | e penetra tutti i loro segreti. (42, 17 – 18; 1974)
- Quanto sono amabili tutte le sue opere! | E appena una scintilla se ne può osservare. (42, 22; 1974)
- Orgoglio dei cieli è il limpido firmamento, | spettacolo celeste in una visione di gloria! (43, 1; 1974)
- Dalla luna dipende l'indicazione delle feste, | luminare che decresce fino alla sua scomparsa. | Da essa il mese prende nome, | mirabilmente crescendo secondo le fasi. | È un'insegna per le milizie nell'alto | splendendo nel firmamento del cielo. (43, 7 – 8; 1974)
- Osserva l'arcobaleno e benedici colui che l'ha fatto, | è bellissimo nel suo splendore. (43, 11; 1974)
- Fa scendere la neve come uccelli che si posano, | come cavallette che si posano è la sua discesa; | l'occhio ammira la bellezza del suo candore | e il cuore stupisce nel vederla fioccare. | Riversa sulla terra la brina come il sale, | che gelandosi forma come tante punte di spine. (43, 18 – 19; 1974)
- Potremmo dir molte cose e mai finiremmo; | ma per concludere: "Egli è tutto!". (43, 27; 1974)
- Enoch piacque al Signore e fu rapito, | esempio istruttivo per tutte le generazioni. | Noè fu trovato perfetto e giusto, | al tempo dell'ira fu riconciliazione; | per suo mezzo un resto sopravvisse sulla terra, | quando avvenne il diluvio. | Alleanze eterne furono stabilite con lui, | perché non fosse distrutto ogni vivente con il diluvio. | Abramo fu grande antenato di molti popoli, | nessuno ci fu simile a lui nella gloria. | Egli custodì la legge dell'Altissimo, | con lui entrò in alleanza. | Stabilì questa alleanza nella propria carne | e nella prova fu trovato fedele. (44, 16 – 20; 1974)
- Dio fece posare sulla testa di Giacobbe | la benedizione di tutti gli uomini e l'alleanza; | lo confermò nelle sue benedizioni, | a lui diede il paese in eredità e lo divise in varie parti, | assegnandole alle dodici tribù. (44, 23; 1974)
- Valoroso in guerra Giosuè figlio di Nun, | successore di Mosè nell'ufficio profetico; | egli, secondo il significato del suo nome, | fu grande per la salvezza degli eletti di Dio, | compiendo la vendetta contro i nemici insorti, | per assegnare il possesso a Israele. | Come era glorioso quando alzava le braccia | e brandiva la spada contro le città! | Chi prima di lui era stato così saldo? | Egli guidava le guerre del Signore. (46, 1 – 3; 1974)
- Il Signore concesse a Caleb una forza | che l'assistette sino alla vecchiaia, | perché raggiungesse le alture del paese, | che la sua discendenza poté conservare in eredità, | sì che tutti gli Israeliti sapessero | che è bene seguire il Signore. (46, 9 – 10; 1974)
- Quanto ai Giudici, ciascuno con il suo nome, | coloro il cui cuore non commise infedeltà | né si allontanarono dal Signore, | sia il loro ricordo in benedizione! | Le loro ossa rifioriscano dalle tombe | e il loro nome si perpetui sui figli, | poiché essi sono già glorificati. (46, 11 – 12; 1974)
- Come elogiare Zorobabele? | Egli è come un sigillo nella mano destra. | Così anche Giosuè figlio di Iozedèk; | essi nei loro giorni riedificarono il tempio | ed elevarono al Signore un tempio santo, | destinato a una gloria eterna. (49, 11 – 12; 1974)
- Anche la memoria di Neemia durerà a lungo; | egli rialzò le nostre mura demolite | e vi pose porte e sbarre; fece risorgere le nostre case. (49, 13; 1974)
- Nessuno fu creato sulla terra eguale a Enoch; | difatti egli fu rapito dalla terra. (49, 14; 1974)
- Non nacque un altro uomo come Giuseppe, | capo dei fratelli, sostegno del popolo; | perfino le sue ossa furono onorate. (49, 15; 1974)
- Sem e Set furono glorificati fra gli uomini, | ma superiore a ogni creatura vivente è Adamo. (49, 16; 1974)
- Acquistatela senza denaro. | Sottoponete il collo al suo giogo, | accogliete l'istruzione. | Essa è vicina e si può trovare. | Vedete con gli occhi che poco mi faticai, | e vi trovai per me una grande pace. | Acquistate anche l'istruzione con molto denaro; | con essa otterrete molto oro. (51, 25 – 28; 1974)
Explicit[modifica]
CEI 1974[modifica]
Si diletti l'anima vostra della misericordia del Signore;
non vogliate vergognarvi di lodarlo.
Compite la vostra opera prima del tempo
ed egli a suo tempo vi ricompenserà.
CEI 2008[modifica]
L'anima vostra si diletti della misericordia di lui,
non vergognatevi di lodarlo.
Compite la vostra opera per tempo
ed egli a suo tempo vi ricompenserà.
Note[modifica]
- ↑ a b Il prologo del traduttore greco antico viene riportato come parte integrante del libro solo in alcune edizioni; è presente nella traduzione CEI 1974 riportata su laparola.net ma non in quella su vatican.va. Spesso il prologo non è numerato in versetti; è presente con la numerazione greca (qui seguita) nella Bibbia di Gerusalemme, tuttavia tale edizione precisa in nota che esso «non fa parte del libro del Siracide propriamente detto».
- ↑ Citato in Paola Mastellaro, Il libro delle citazioni latine e greche, Mondadori, Milano, 2012, p. 16. ISBN 978-88-04-47133-2.
- ↑ a b A parlare è la sapienza personificata.
- ↑ A Mara.
- ↑ A parlare è un morto, o la morte personificata. In latino il secondo verso è «mihi heri, et tibi hodie», da cui deriva l'iscrizione usata nei cimiteri «hodie mihi, cras tibi», per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
Bibliografia[modifica]
- La sacra Bibbia, edizione CEI, 1974.
- La sacra Bibbia, edizione CEI, 2008.