Sinistra
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Citazioni sulla sinistra intesa come parte politica.
Citazioni
[modifica]- Dopo il Sessantotto la "Sinistra" è diventata l'ala culturale ed artistica marciante di un nuovo capitalismo post-borghese, che ha cancellato la stessa matrice originaria dello stesso comunismo di Marx, e cioè la coscienza infelice (Hegel) della borghesia europea. Dal momento che qualsiasi programma di de-globalizzazione (Lordon, Sapir) implica il rafforzamento del "pubblico", e cioè della sovranità economico-politica dello stato nazionale, la sinistra sicuramente vi si opporrà, dando luogo ad un curioso e funesto gioco delle parti, e cioè la globalizzazione "liberista" a destra e la globalizzazione "anarchica" a sinistra, che marceranno separate, e colpiranno unite qualsiasi programma di liberazione nazionale e sociale, infallibilmente connotato come "populista", ispirato dalla destra eterna. (Costanzo Preve)
- E nel momento in cui la sinistra smette di interessarsi a Marx, occorre smettere di interessarsi alla sinistra: il paradosso sta nel fatto che essa, che è il problema, continui ad autointerpretarsi come la soluzione. (Diego Fusaro)
- È un vecchio pregiudizio duro a morire in certi ambienti della sinistra, della Chiesa e dell’associazionismo. Se una cosa la fa Zapatero va bene, se la fa Sarkozy insomma, se la fa il governo Berlusconi con un ministro leghista bisogna dargli addosso perché sicuramente viola i diritti umani. (Roberto Maroni)
- Eppure non è mai venuto meno un aspetto fondamentale di quell'ispirazione originaria, ovvero il rifiuto del minoritarismo, che credo sia validissimo anche nella situazione odierna. Insomma, anche oggi il problema non è di creare una piccola sinistra: o si riesce a creare una grande sinistra oppure non vale la pena di impegnarsi a fare nulla. (Marco Revelli)
- Gli utopisti di sinistra quasi sempre postulano un cambiamento drastico della natura dell'uomo; per la sinistra l'uomo non ha alcuna natura. Si ritiene che l'individuo sia infinitamente malleabile [...] e quindi l'ideale comunista (o il sistema socialista di transizione) dovrebbe portare al Nuovo uomo. (Murray Rothbard)
- Il giustizialismo è estraneo alla cultura della sinistra. La sinistra è garantista, anche se l’aggettivo è diventato una parolaccia perché utilizzata abusivamente da chi ne fa un uso individuale. (Emanuele Macaluso)
- In fondo a sinistra c'è sempre una banca. (Vittorio Feltri)
- Io ho sempre immaginato la sinistra come un grande cerchio dell'amore di sinistra. Masse di piccoli artigiani metalmeccanici disoccupati gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese gente che si stringe attorno a un ideale attorno a un concetto attorno all'idea di rinunciare tutti a qualcosa per vivere un po' meglio tutti. (Giuseppe Carlotti)
- Io sono di sinistra. Della sinistra che sta nell'idea che preserva il suolo, l'ambiente, l'acqua e l'aria come bene comune. Che crede nell'impegno dell'uguaglianza: uguaglianza di possibilità, uguaglianza sociale e uguaglianza nei diritti e nei doveri. Della sinistra che trova inaccettabile questo paese come laboratorio del totalitarismo moderno. Che crede nel valore della laicità e vigila sulla libera professione delle fedi, che coltiva la ricchezza delle differenze, che pretende dignità nel lavoro, che crede nelle leggi come opportunità di convivenza e di tutela, che condanna lo sfruttamento e il mercimonio e che ha una storia di persone e di valori. Così, tanto per chiarire. (Giulio Cavalli)
- L'uomo di sinistra si crede generoso perché le sue mete sono confuse. (Nicolás Gómez Dávila)
- La sinistra, la cui bassezza è costitutiva, è ormai caduta così in basso che non è più necessaria per mantenere ciò che io chiamo l'ordine capital-parlamentare. (Alain Badiou)
- La sinistra, quella fucsia, quella che abita nei quartieri alti, parla della questione migranti non vivendo la contraddizione dei quartieri proletari. Ne parla così, per sentito dire. (Marco Rizzo)
- La sinistra della droga libera, di tutte le massimizzazioni e fanatizzazioni sui diritti civili individuali borghesi, non è la sinistra che ci appartiene. [...] Bisogna capire che quella sinistra lì è la sinistra americana, è la sinistra che strizza l'occhio alle banche, che ha bisogno di armi di distrazione di massa per evitare la questione fondamentale, quella del lavoro; quella del conflitto tra il capitale, sempre più forte, sempre più concentrato nelle mani di pochi, e il lavoro che è la necessità per tutta la popolazione. Noi stiamo da quella parte lì, insomma, siamo comunisti. (Marco Rizzo)
- La sinistra di per sé è un male. Soltanto l'esistenza della destra rende questo male sopportabile. (Massimo D'Alema)
- La sinistra è l'idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti [...]. Se pochi hanno troppo e troppi hanno poco, l'economia non gira, perché l'ingiustizia fa male all'economia. Si vuole un mercato che funzioni, senza monopoli, corporazioni, posizioni di dominio, ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l'istruzione, la sicurezza. Il lavoro non è tutto, ma questo può dirlo solo chi il lavoro ce l'ha [...]. Davanti a un problema serio di salute, non ci può essere né povero né ricco né calabrese né lombardo né marocchino: si fa con quel che si ha, ma si fa per tutti. L'insegnante che insegue un ragazzo per tenerlo a scuola è l'eroe dei nostri tempi; indebolire la scuola pubblica vuol dire rubare il futuro ai più deboli. La condizione della donna è la misura della civiltà di un paese: calpestarne la dignità è l'umiliazione di un paese [...]. C'è un modo per difendere la fede di ciascuno, per garantire le convinzioni di ciascuno, per riconoscere la condizione di ciascuno: questo modo irrinunciabile si chiama laicità. Per guidare un'automobile, che è un fatto pubblico, ci vuole la patente, che è un fatto privato: per governare, che è un fatto pubblico, bisogna essere persone per bene, che è un fatto privato. Chi si ritiene di sinistra, chi si ritiene progressista deve tenere vivo il sogno di un mondo in pace, senza odio e violenza, e deve combattere contro la pena di morte, la tortura, ogni altra sopraffazione fisica o morale e ogni illegalità: essere progressisti significa combattere l'aggressività che ci abita dentro, quella del più forte sul più debole, dell'uomo sulla donna, di chi ha potere su chi non ne ha e prendere la parte di chi ha meno forza e meno voce. Qui finisce il mio tempo ma non certo il mio elenco, grazie. (Pierluigi Bersani)
- La sinistra è un rettilineo che non bada al paesaggio.
La reazione è un sentiero tutto curve tra le colline. (Nicolás Gómez Dávila) - La storia ci insegna che la sinistra è sempre "contro qualcuno": contro i padri, contro la borghesia, contro la nazione, contro la bandiera. (Silvio Berlusconi)
- L'essere di sinistra non significa estremismo, demagogia e esagerazioni insolenti. Non serve a calunniare gli altri. La politica di sinistra è un'analisi realistica ed una posizione pratica, la sua argomentazione oggettiva non deve essere influenzata da desideri personali, ambizioni e influenze transitorie ma deve essere governata da uno spirito scientifico, abnegazione e onestà.(Michel Aflaq)
- Mi rendo conto ancora una volta che la gente di sinistra si prende sempre sul serio, e questo è il difetto di chi è votato al fallimento. (Alfonso Signorini)
- Negli ultimi decenni tutte le società capitalistiche hanno subito grandi mutamenti strutturali; ma la sinistra ha continuato a vivere di rendita sul patrimonio intellettuale trasmesso dai grandi pensatori del passato, tradendo, in definitiva, il fondamentale messaggio critico del più grande dei pensatori di sinistra. È vitale, oramai, un approfondito riesame critico, condotto con mente aperta, della società in cui viviamo. (Paolo Sylos Labini)
- Nella retorica della sinistra buonista c'è questa politica romantica del migrante; gli uomini non sono animali, che migrano, gli uomini vanno via se c'è la guerra oppure se muoiono di fame. E oggi c'è la guerra e si muore di fame perché c'è il capitalismo. (Marco Rizzo)
- Nessun partito politico è di sinistra, dopo che ha assunto il potere. (Guido Morselli)
- Niente dimostra l'isolamento della sinistra dalla gente quanto la derisione della religione, che per la maggior parte degli uomini rimane una caratteristica vitale della loro identità. (Camille Paglia)
- Per tenersi a galla, oggi bisogna stare a Sinistra. E non solo perché merita economicamente e politicamente, perché ti assicura l'impiego e ti garantisce il potere, ma perché è di moda. Sissignori, è una moda ormai stare a Sinistra. Una moda come portare le gonne lunghe o le gonne corte, andare a Cortina oppure no. È un conformismo, una convenzione. Soprattutto per i banchieri e i magnati e i presunti intellettuali che frequentano posti come il Tepidarium. Per i giornalisti e le giornaliste e i direttori di giornali che facendo i filoislamici e gli antiamericani intascano stipendi da capogiro. Per gli stilisti che vendendo cenci da cinquantamila euro al pezzo si comprano storici palazzi e piani interi da Bloomingdale's. Per la Confindustria che fa lingua in bocca con la Cgil, insomma per quella che in America si chiama the Caviar Left. La Sinistra al Caviale. Mah! Io non ci capisco più nulla. (Oriana Fallaci)
- Poi dice che uno si butta a sinistra! (Totò e i re di Roma)
- Se la sinistra non si modernizza di continuo, è condannata a perdere. Questa era l'idea del New Labour nel '97 ed è ancora più rilevante perché da allora il progresso tecnologico ha enormemente accelerato. Se la sinistra dà l'impressione di essere una forza conservatrice, anti-business e isolazionista, non funziona. Deve emanare ottimismo e dimostrare che il futuro contiene speranze per tutti. Sinistra e destra significano ancora qualcosa, ma occorre aggiungere un'altra dimensione al confronto: quella tra "apertura" e "chiusura", tra l'apertura a commerci e immigrazione e la chiusura dei commerci e delle frontiere. (Tony Blair)
- Se per tre quarti d'ora la sinistra smettesse di coprirsi di ridicolo, io magari avrei tempo per occuparmi del ridicolo di destra. (Guia Soncini)
- Si può essere a sinistra di tutto, ma non del buon senso. (Enzo Biagi)
- Sinistra è una bellissima parola, sta dentro di noi, è un insieme di valori, di passioni. [...] Sono di sinistra se, di fronte alla solitudine di un'anziana malata, mi accorgo che anche la mia vita perde qualcosa; sono di sinistra se le rinunce di una famiglia di quattro persone rendono la mia più povera; sono di sinistra se vedo un bambino che muore di fame, e in quel momento è mio figlio, mio fratello piccolo. [...] [essere di sinistra] non è appartenere ad un partito di quell'area, ma quello per cui mi batto. Ciò per cui mi batto mi descrive più di ogni altra cosa. (Walter Veltroni)
- Sono sempre stato orgogliosamente di sinistra e continuo a esserlo. Ma la sinistra, oggi, è rimasta ingabbiata nel mondo intellettuale e nei salotti borghesi: non è più radicata, come un tempo, tra le fasce popolari. È una sinistra più attenta ai diritti umani, temi comunque nobilissimi, che non al conflitto economico e sociale. Ma è un problema della sinistra di tutto l'Occidente. (Alessandro Barbero)
- Sono una donna di sinistra che nasce per difendere e sostenere la parità di genere, la giustizia sociale e per appianare le diseguaglianze tra nord e sud. Essere di sinistra per me vuol dire occuparsi degli ultimi. (Francesca Barra)
- Sono una donna di sinistra, sono cresciuta con questi valori. Vengo dalla periferia, credo che la sinistra dovrebbe essere vicina ai diritti, alla gente che ha bisogno di essere rappresentata e ascoltare la gente che ha bisogno di essere ascoltata. (Elodie)
- "Sinistra" non è un bagaglio appresso che i dirigenti si portano dietro. Sono valori, programma fondamentale, identità. La retorica dell'"oltre" – oltre i partiti, oltre le tradizioni, oltre il socialismo – non dice nulla, se non è chiaro dove si va. (Fabio Mussi)
- "Sinistra" che significa la casa dei diritti, che significa accendere le luci sugli angoli del dolore sociale, che significa parlare degli invisibili, di tanta gente smarrita e perduta! (Nichi Vendola)
- [Alla domanda se sia peggio la destra o la sinistra] Sono entrambi peggio! (Stalin)
- Un principio inaccettabile per la sinistra è la riduzione della persona a homo oeconomicus, che si accompagna all'idea di mercato naturalizzato: è il mercato che vota, decide, governa le nostre vite. Ne discende lo svuotamento di alcuni diritti fondamentali come istruzione e salute, i quali non possono essere vincolati alle risorse economiche. Allora occorre tornare alle parole della triade rivoluzionaria, eguaglianza, libertà e fraternità, che noi traduciamo in solidarietà: e questa non ha a che fare con i buoni sentimenti ma con una pratica sociale che favorisce i legami tra le persone. Non si tratta di ferri vecchi di una cultura politica defunta, ma di bussole imprescindibili. Alle quali aggiungerei un'altra parola-chiave fondamentale che è dignità. (Stefano Rodotà)
- Molti uomini di sinistra si identificano profondamente con i problemi dei gruppi che hanno un'immagine debole (donne), o di vinti (gli indiani americani), repellenti (omosessuali) e inferiori. Gli stessi uomini di sinistra percepiscono che questi gruppi sono inferiori. Non ammetterebbero questi sentimenti neanche con sé stessi, ma il vero motivo è che essi vedono questi gruppi come inferiori e li identificano con i loro problemi. (Non vogliamo dire che le donne, gli indiani, ecc. sono inferiori; noi stiamo solo puntualizzando la psicologia della sinistra.)
- Parole come "fiducia in sé", "sicurezza di sé", "iniziativa", "impresa", "ottimismo", ecc. giocano un ruolo marginale nel vocabolario liberale e della sinistra. L'uomo di sinistra è antindividualista, pro-collettivista. Egli vuole che la società risolva qualsiasi suo bisogno, prendendosene cura. Egli non possiede un innato senso di fiducia nella propria capacita di risolvere i suoi problemi e soddisfare i suoi bisogni. L'uomo di sinistra è contro il concetto di competizione perché, dentro di sé, si sente un perdente.
- Se la nostra società non avesse alcun problema sociale, la gente di sinistra li inventerebbe, così da procurarsi un motivo per protestare.