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Israele

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Bandiera israeliana

Citazioni su Israele e gli israeliani.

Citazioni su Israele

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  • Chi ritiene di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro. (Matteo Renzi)
  • Come ha affermato l'Imam [Ruhollah Khomeyni], Israele deve essere cancellato. Il regime sionista rappresenta una minaccia incontrastata per il mondo islamico. Germania e Austria fatevi avanti e concedete due vostre province o quelle che volete al regime sionista in modo che possano creare uno stato sostenuto dall'intera Europa e il problema sarà risolto alla radice. È una minaccia per il mondo islamico. È un albero marcio, rinsecchito che sarà annientato da un'unica tempesta. (Mahmud Ahmadinejad)
  • Da molti anni Israele ha il record degli attentati. Nessun paese ha avuto tanti civili morti per atti terroristici, nemmeno la Colombia, nemmeno l'Ulster. Per dare un'idea in rapporto alla popolazione, è come se l'Italia avesse subìto una strage di piazza Fontana alla settimana. Quanti stati, in quelle condizioni, sarebbero riusciti a mantenere intatte istituzioni e garanzie democratiche, in una regione dove la democrazia è quasi una bestemmia? Israele, pur con errori, eccessi e contraddizioni, ci è riuscito. (Marco Travaglio)
  • Gli israeliani sono gli unici che nel Medio Oriente pratichino la democrazia e rispettino in condizioni di normalità le libertà civili. (Marco Pannella)
  • Il primo effetto della colonizzazione ebraica fu quello d'ingentilire il panorama. I primi villaggi sionisti non erano mai ricchi, ma avevano un loro fascino rustico, e creavano un'atmosfera di stabilità e tranquillità. I sionisti di tutto il mondo cominciarono ad avere l'ossessione degli alberi, che venivano prenotati, acquistati e infine piantati in tale profusione che negli anni Trenta il confine tra una zona araba e una ebraica si poteva distinguere dal colore: era semplicemente una linea che divideva il verde dal giallo. (Abba Eban)
  • Il governo di Israele si macchia di sangue innocente e determina l'insopportabilità della permanenza dell'azione di occupazione militare di Gaza, della negazione al popolo palestinese della propria terra e del proprio destino. È giunto il momento di costruire una mobilitazione internazionale che rappresenti, a fronte delle mille codardie e delle ipocrisie diplomatiche della comunità degli Stati, la leva per produrre cambiamento laddove imperversa invece la logica del muro, la provocazione delle colonie e la violenza di un vero e proprio apartheid etnico. (Nichi Vendola)
  • In Israele vige questa strana situazione in cui gli extracomunitari legiferano e fanno leggi razziali contro la popolazione autoctona che adesso è rappresentata dal 20% degli arabi. (Vittorio Arrigoni)
  • Io sono convinto che Israele va difeso, credo nella dolorosa necessità di un esercito efficiente. Ma sono convinto che anche al governo israeliano faccia bene confrontarsi con un nostro appoggio sempre condizionato. (Primo Levi)
  • Israele è un Paese che nasce dai sogni e dalla speranza. (Amos Oz)
  • Israele è uno degli importanti avamposti della democrazia nel mondo, è un meraviglioso esempio di come una terra arida può essere trasformata in un'oasi di fratellanza e di democrazia. Pace per Israele significa sicurezza, e la sicurezza deve essere reale. (erroneamente attribuita a Martin Luther King)
  • Israele non è uno Stato di tutti i suoi cittadini. [...] Israele è lo Stato-Nazione del popolo ebraico, e di nessun altro. (Benjamin Netanyahu)
  • Israele non ha una costituzione, non ha mai dichiarato i propri confini e non cerca la pace. (Moni Ovadia)
  • L'approvazione della risoluzione costituiva un successo politico di enorme risonanza, e il merito principale ne spettava a Ben-Guiron. Ma, sottesa alla nostra gioia, era un'emozione ben più profonda, che avvertivo in quanto ebreo, e che mi faceva sentire più che mai tale. Esultavo, con ogni fibra del mio corpo, per la vittoria del giudaismo che durante i duemila anni d'esilio dalla Terra di Israele aveva resistito alle persecuzioni, all'Inquisizione spagnola, a pogrom, a legislazioni antiebraiche, a restrizioni d'ogni sorta e, per quanto riguardava la nostra generazione, al genocidio perpetrato dai nazisti, e che aveva conosciuto la realizzazione delle sue secolari aspirazioni, il ritorno a una Sion libera e indipendente. (Moshe Dayan)
  • L'Europa oggi è una tana enorme di antisemiti che s'ignorano e si mascherano. Quando si trattasse di accogliere i nostri fratelli israeliani profughi le porte spontaneamente aperte sarebbero poche; le molte cristiane e atee chiuse farebbero il ripugnante gesto della quenelle di Dieudonné. I preti si affannano per accogliere islamici da tutta l’Africa, ma non so quanti parroci e vescovi per il controesodo degli Ebrei che scegliessero la via della nuova Golah si muoverebbero. Nello stesso tempo non ci sarebbe nessun ritorno a una Palestina indipendente come predicano i nostri intellettuali: non ci sarebbe che un immenso vuoto. Israele di cento anni dopo insediato dalla fine del secolo XIX e l’entità Palestina sono due siamesi: se li separi li uccidi: Intendersi o morire. Gaza di Hamas esulterebbe, forse, Teheran avrebbe raggiunto il fine insensato di Khomeini, ma Gerusalemme non pullulerebbe che di focolari spenti, di fornelli con ragnatele. (Guido Ceronetti)
  • La decisione della Nazioni Unite, che riconosceva il diritto di Israele di esistere come stato, era d'importanza storica. L'approvazione della risoluzione costituiva un successo politico di enorme risonanza, e il merito principale ne spettava a Ben-Guiron. Ma, sottesa alla nostra gioia, era un'emozione ben più profonda, che avvertivo in quanto ebreo, e che mi faceva sentire più che mai tale. Esultavo, con ogni fibra del mio corpo, per la vittoria del giudaismo che durante i duemila anni d'esilio dalla Terra di Israele aveva resistito alle persecuzioni, all'Inquisizione spagnola, a pogrom, a legislazioni antiebraiche, a restrizioni d'ogni sorta e, per quanto riguardava la nostra generazione, al genocidio perpetrato dai nazisti, e che aveva conosciuto la realizzazione delle sue secolari aspirazioni, il ritorno a una Sion libera e indipendente. (Moshe Dayan)
  • La nazione israeliana nasce con lo Stato di Israele, e preceduta da una grande operazione culturale che fu il sionismo, e ha come condizione preliminare l'olocausto. (Eugenio Scalfari)
  • La peggior minaccia per Israele non proviene dagli arabi, ma dai dissidi interni fra gli ebrei stessi... (Sebastian Faulks)
  • Lo Stato d'Israele sarà aperto per l'immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace come predetto dai profeti d'Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite. Lo Stato d'Israele sarà pronto a collaborare con le agenzie e le rappresentanze delle Nazioni Unite per l'applicazione della risoluzione dell'Assemblea Generale del 29 novembre 1947 e compirà passi per realizzare l'unità economica di tutte le parti di Eretz Israel. (Dichiarazione della Fondazione dello Stato d'Israele)
  • Ma proprio, direi, guardi, che è il momento di fare le Brigate Internazionali come in Spagna, eh! E certo, perché lì c'è un regime fascista che sta distruggendo un popolo intero. In Spagna non era niente in confronto a questo: questo è un genocidio in atto, nazista, razzista, colonialista, imperialista, e qui ci vuole una resistenza [...]. Contro gli Israeliani, che bombardano ospedali, cliniche private, bambini eccetera eccetera sparerei, certo; purtroppo non sono capace, ché non ho fatto il servizio militare, essendo figlio unico di madre vedova, però imparerei volentieri [...]. Vado lì e combatto contro questi bastardi di Israeliani sionisti, che non hanno niente a che fare con gli Ebrei [...]. Io sono a favore della libertà dei Palestinesi, che sono stati cacciati dalla loro terra e vengono distrutti, distrutti, genocizzati da questi qui con la scusa dell'Olocausto [...]. Stanno facendo l'Olocausto al rovescio e stanno sterminando i Palestinesi, in tutti i modi [...]. [Israele] È uno stato razzista dove c'è una minoranza perseguitata, maltrattata, tenuta senz'acqua, espropriata, murata via via, altro che democrazia, belli miei! (Gianni Vattimo)
  • Non chiedetemi d'intrattenere relazioni diplomatiche con ... [Israele]. Mai. Mai (Anwar al-Sadat)
  • Orbene, appare evidente che solo all'epoca di Davide e Salomone Israele era una «grande nazione», né prima né dopo, e ciò chiaramente nel senso politico dell'espressione, anche se, nuovamente, nulla esclude una rilettura posteriore di questi concetti in chiave per es. escatologico-messianica, quando il popolo viveva della speranza che il regno davidico sarebbe stato ristabilito se non come grandezza terrena, almeno come regno celeste, escatologico. (Alberto Soggin)
  • Per noi Israele non ha diritto di esistere, il diritto è dei proprietari della terra palestinesi. Quindi, invece di parlare di una soluzione per i palestinesi, noi chiediamo una soluzione per gli ebrei. Domandate perché non riconosciamo Israele, noi ci chiediamo come mai Israele e l'Occidente non riconoscano i diritti degli arabi. (Naim Qassem)
  • Per quanto riguarda la situazione palestinese, la soluzione dei due Stati è impossibile, non è pratica. Attualmente, questi due Stati si sovrappongono completamente. La partizione è destinata al fallimento. Questi due Stati non sono vicini, sono co-esistenti, sia in termini di popolazione che di geografia. Una zona di protezione non può essere creata tra i due Stati, perché ci sono mezzo milione di coloni israeliani in Cisgiordania e un milione di arabi palestinesi nel territorio conosciuto come Israele. La soluzione è quindi uno Stato democratico senza fanatismo religioso o etnico. La generazione di Sharon e Arafat è finita. Abbiamo bisogno di una nuova generazione, in cui tutti possano vivere in pace. Guardate i giovani palestinesi e israeliani, entrambi vogliono la pace e la democrazia, e vogliono vivere sotto un unico Stato. Questo conflitto avvelena il mondo. (Mu'ammar Gheddafi)
  • Se gli israeliani vogliono la pace, gli arabi sono pronti a farla, a riconoscere l'esistenza di Israele e delle sue frontiere stabilite dall'ONU. Questo da ad Israele il cinquantaquattro percento del territorio della Palestina, che era sotto mandato britannico. (Habib Bourghiba)
  • Se gli israeliani vogliono rimanere colonialisti e annessionisti, allora ci sarà la guerra. (Habib Bourghiba)
  • Te l'immagini avere Israele al posto della Svizzera? (Marcello Marchesi)
  • Un sistema di apartheid con due popoli sulla stessa terra ma completamente separati uno dall'altro, con gli israeliani completamente dominanti che reprimono la violenza privando i palestinesi dei loro elementari diritti umani. Questa è la politica perseguita attualmente. (Jimmy Carter)
  • Voglio che sia chiaro che sono fiero di far parte di uno Stato in cui un premier può essere investigato come un semplice cittadino. (Ehud Olmert)
  • Voglio chiarire che non sono certo antisemita: uno scienziato non può credere alle razze. Però altra cosa è l'antisionismo, come dice Noam Chomsky, il mio maestro. Il progetto dello Stato ebraico si basa sul principio che la Palestina sia stata destinata da Dio a Israele.
    [L'intervistatore: «Theodor Herzl, il fondatore del sionismo era un laico»] Non importa, il risultato è che oggi Israele è uno Stato fascista. (Piergiorgio Odifreddi)
  • Se Israele accogliesse tre o quattromila palestinesi, Gerusalemme, il supremo esito del 1967, sarebbe subito, com’è già in parte, casa loro. (Guido Ceronetti)
  • Un aforisma ebraico paragona Israele «alle stelle del cielo e alla polvere della terra». È una nazione di netti contrasti, di volta in volta innalzata e abbassata dagli elementi della sua propria natura. Il passaggio degli uomini da una nobile elevatezza alla decadenza occupa gran parte della storia, della letteratura e, soprattutto, del dramma. Non vi è molto da temere che Israele diventi l'ultima delle nazioni, per vitalità e forza creativa. Ma riuscirà ad andare oltre e a realizzare le più nobili speranze dei suoi fondatori? Il punto interrogativo riguarda tre problemi: i suoi rapporti con i paesi vicini, la natura della sua società democratica e il grado di fedeltà ai valori ebraici. (Abba Eban)
  • Voglio urlare ad Israele: vai e colpisci ovunque essi siano, vai e fai quello che un occidente mentitore e senza spina dorsale non ha il coraggio di fare. [...] Io voglio gridare, io voglio esaltare la guerra di Israele. [...] Oh Israele se solo potessi marciare nella tua guerra, se potessi vegliare nei tuoi campi in attesa, se potessi fare l'autostop per raggiungere la mia unità, se potessi lasciare il mio kibbutz o villaggio o città biblica con i capelli sotto il berretto, il fucile in spalla, l'abito da guerra di Israele e la sua bandiera. Oh Israele se soltanto potessi non essere solidale ma esserci, non scrivere ma combattere, come vorrei Israele essere alla guida di un carro con due materassi legati fuori, insieme a giovani con la chitarra come quelli che incontrai in Libano un quarto di secolo fa e parlare con loro di cinema e sparare e di poesia e sparare e di musica e correre e far tuonare il corto cannone che non sbaglia mentre il cielo viene tagliato a lama di coltello dai nostri jet. Oh Israele. (Paolo Guzzanti)
  • [Sugli israeliani] Bisogna ammettere che alcune delle loro tattiche di guerra sono rispettabili, intelligenti. Ma come persone, no: perché si comportano sempre da barbari, in essi non c'è mai un goccio di umanità.
  • Ciò che lei chiama Israele è casa mia.
  • Continueremo a far guerra a Israele da soli, finché non riavremo la Palestina. La fine di Israele è lo scopo della nostra lotta, ed essa non ammette né compromessi né mediazioni.
  • [Sugli israeliani] Corpo a corpo, faccia a faccia, non sono neanche soldati. Hanno troppa paura di morire, non dimostrano alcun coraggio.
  • I civili sono i primi complici della banda che governa Israele. Perché se i civili non approvano i sistemi della banda al potere, non hanno che dimostrarlo.
  • È sempre la solita storia con gli israeliani: attaccano bene con gli aerei perché sanno che non abbiamo aerei, coi carri armati perché sanno che non abbiamo carri armati, ma quando trovano una resistenza faccia a faccia non rischiano più. Scappano. E cosa vale un soldato che non rischia, che scappa?
  • La pace per noi significa distruzione di Israele e nient'altro.
  • [Sugli israeliani] Non si muovono mai se non sono certi che andrà tutto benissimo e, se li cogli di sorpresa, non s'impegnano mai fino in fondo. Tutte le volte che hanno attaccato in forze i fedayn, gli israeliani sono stati sconfitti. Con noi i loro commandos non passano.
  • Dalla mia esperienza superficiale, il paese deve affrontare il problema dei fondamentalisti. Gli ultra-ortodossi saranno all'origine di un problema demografico perché questi fanatici hanno più bambini dei laici e dagli altri ortodossi.
  • Ho visitato Israele alcuni anni fa, innanzitutto per capire come gestisce così bene tanti immigranti di tante origini diverse. La mia impressione principale è stata che Israele è una democrazia liberale. Nei luoghi che ho visitato, tra i quali Gerusalemme, Tel Aviv e le sue spiagge, ho notato l'uguaglianza tra uomini e donne. Non si può sapere cosa succede in privato, ma questo è quanto capisce un turista. Le tante donne in armi sono ugualmente molto visibili.
    Capisco che un elemento cruciale di successo è un fattore unificante tra gli immigranti in Israele. C'è chi arriva dall'Etiopia o dalla Russia o ha il nonno che è giunto dall'Europa, ciò che li unisce è l'essere ebrei. Questo legame manca in Olanda. La storia dei nostri immigrati è diversa anche da quella dell'Olanda, incluso la religione.
  • Israele è ritenuto di un livello morale eccezionalmente elevato. Gli israeliani, tuttavia, faranno sempre bene perché loro stessi applicano standard morali molto elevati nel loro agire.
    Il livello morale che ci si attende dai palestinesi è, invece, molto basso.
  • Dal momento che "Israele" possiede la bomba atomica, tutti i popoli pacifici dovrebbero aiutare gli arabi ad acquisire una tale arma per amore della pace, indipendentemente alle intenzioni e dalle risorse di costoro. Questo aiuto compenserà lo squilibrio che esiste ora tra il possesso di "Israele" della bomba atomica e la mancanza di qualunque arma simile per gli arabi. Ciò farà sì che "Israele" esiti ad utilizzarla contro di loro.
  • È diventato praticamente chiaro per tutti gli arabi, inclusi gli iracheni, che Israele non è una compagine di ebrei, siano essi palestinesi o d'altre origini, che cerca rifugio in seguito alle persecuzioni subite sotto i nazisti. Si tratta invece di un'entità che non esita ad intraprendere atti d'aggressione contro la nazione araba ogni volta che disponga dell'abilità tecnica.
  • Sapete che 'Israele' attaccò Baghdad, anche se Iraq non ne è collegato militarmente o geograficamente. Ovviamente, questo significa che 'Israele' è infatti psicologicamente preparato a lanciare l'aggressione contro di noi in qualsiasi momento.
Golda Meir
  • Io pensavo che in uno Stato ebreo non vi sarebbero stati i mali che affliggono le altre società. I furti, gli assassini!, la prostituzione... Lo pensavo perché ci eravamo avviati bene: quindici anni fa in Israele non c'erano quasi furti, e non c'erano assassini!, non c'era prostituzione. Ora invece abbiamo tutto, tutto... Ed è una cosa che fa male al cuore: ferisce più che scoprire di non avere ancora fatto una società più giusta, più uguale.
  • Noi, in Israele, abbiamo assorbito circa un milione e quattrocentomila ebrei arabi: dall'Iraq, dallo Yemen, dall'Egitto, dalla Siria, dai paesi nordafricani come il Marocco. Gente che arrivando qui era piena di malattie e non sapeva far nulla. Tra i settantamila ebrei giunti dallo Yemen, per esempio, non c'era un solo medico ne una sola infermiera: ed eran quasi tutti ammalati di tubercolosi. Eppure li prendemmo, e costruimmo ospedali per loro, e li curammo, li educammo, li mettemmo in case pulite e li trasformammo in agricoltori, medici, ingegneri, insegnanti... Tra i centocinquantamila ebrei che vennero dall'Iraq v'era un piccolissimo gruppo di intellettuali; eppure i loro figli, oggi, frequentano le università. Certo abbiamo problemi con loro, non è tutto oro quello che luccica, ma resta il fatto che li abbiamo accettati e aiutati. Gli arabi invece non fanno mai nulla per la propria gente. Se ne servono e basta.
  • Questo paese esiste come il compimento della promessa fatta da Dio stesso. Sarebbe ridicolo chiedere conto della sua legittimità.
  • Se dobbiamo parlare di profughi io le rammento che per secoli gli ebrei furono i profughi per eccellenza! Sparpagliati in paesi dove non si parlava la loro lingua, non si osservava la loro religione, non si conoscevano i loro costumi... Russia, Cecoslovacchia, Polonia, Germania, Francia, Italia, Inghilterra, Arabia, Africa... Chiusi nei ghetti, perseguitati, sterminati. Eppure sopravvissero, e non smisero mai d'essere un popolo, e si ritrovarono per fondare una nazione...
  • Senta, anche noi durante la guerra di Indipendenza avevamo i nostri gruppi terroristici: lo Stem, la Irgun. E io li avversavo, li avversai sempre. Però nessuno di loro si macchiò mai delle infamie di cui gli arabi si macchiano con noi. Nessuno di loro mise mai bombe nei supermarket, o dinamite negli autobus dei bambini. Nessuno di loro provocò mai tragedie come quella di Monaco o di Lidda.
  • Abbiamo detto a Israele: potete fare un'altra guerra, ma dove vi ritroverete infine? Ci sono cento milioni di arabi, e col passar del tempo, impareranno a combattere.
  • Ovviamente Israele esiste come Stato, e non si può sterminare un popolo; il desiderio manifestato da certe persone di sterminare la razza ebraica non può avverarsi.
  • Saremo certo lieti di vedere Israele mettere gli arabi nel loro posto, ma abbiamo ripetutamente condannato la loro occupazione del territorio arabo.
  • Abbiamo tante cose da fare, oltre che combattere. Ad esempio sviluppare la nostra educazione, la nostra cultura, la nostra agricoltura, la nostra industria, la nostra scienza. Ad esempio assorbire gli ebrei che arrivano continuamente da più di settanta paesi, fare una nazione con loro. E non partecipiamo a nessuna corsa alle armi: stiamo solo tentando di migliorare le nostre capacità di difesa per essere pronti a reagire quando ce n'è bisogno.
  • Israele potrà anche avere il diritto di processare altri, ma certamente nessuno ha il diritto di portare il popolo ebraico e lo Stato di Israele davanti a un tribunale internazionale.
  • Non ci servono i protettori. Così non dico che si possa ignorare l'opinione dei nostri alleati, però dichiaro che non prendiamo ordini da nessuno.
  • Non dimentichi che abbiamo uno degli eserciti migliori del mondo, che da trentacinque anni non facciamo che combattere, che siamo stati in guerra con tutti i paesi arabi, che abbiamo moltissima esperienza.
  • Quando si tratta della nostra sicurezza siamo uniti, non c'è dubbio. Non ci sono né falchi né colombe ma ebrei. Né Partito laburista né Partito Likud ma ebrei.
  • Sebbene la simpatia del mondo ci interessi, quando si tratta della nostra sicurezza e della nostra esistenza possiamo farne benissimo a meno.
  • Certo, farebbe bene a evacuare i territori occupati con la guerra del 1967, fatta eccezione per Gerusalemme, che è un caso a parte. Ma non si può pretenderlo, se in questi territori s'installa un'organizzazione che pratica il terrorismo contro Israele e la cui finalità è la distruzione di quello Stato. Il suicidio non può essere chiesto a nessuno.
  • Sono il primo a criticare la politica israeliana in Cisgiordania, gli insediamenti, le limitazioni alle libertà democratiche, tutto ciò che c'è di reazionario, di repressivo. Critico la permanenza stessa di Israele in quei territori. Ma non pretendo il suo suicidio.
  • Israele non è l'Austria che teneva sotto il tallone il Lombardo-Veneto. È come l'Austria ormai costituzionale del 1867 che aveva aperto il proprio Parlamento anche alle minoranze, agli italiani di Trento, di Trieste, di Pola. Nessuno nega ai palestinesi che vivono nei territori occupati il diritto all'irredentismo. Lo riconosco in pieno. Ma sotto quell'Austria, gli irredentisti italiani avrebbero fatto bene a ricorrere al terrorismo? Anche a Trieste, molti presero le distanze dal progetto di regicidio di Oberdan. Il suo tentativo avrebbe avuto conseguenze drammatiche, se fosse stato portato a termine.

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