Marco Pannella

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Marco Pannella nel 2008

Giacinto Pannella detto Marco (1930 – 2016), politico, attivista e giornalista italiano.

Citazioni di Marco Pannella[modifica]

  • È impensabile che l'alternativa dei progressisti alla figura di Emma Bonino sia la Gruber: una che, annunciando la candidatura, ha denunciato il 'pensiero unico' che regnerebbe in Rai. Ma come? È lei l'espressione del pensiero unico, che ancora oggi domina in Rai, nonostante gli addolcimenti e le troiaggini degli ultimi arrivati.[1]
  • Gli israeliani sono gli unici che nel Medio Oriente pratichino la democrazia e rispettino in condizioni di normalità le libertà civili.[2]
  • Il rispetto della parola è il fondamento della legge. Faremo perciò le battaglie che abbiamo sempre fatto in difesa dell'onestà, la trasparenza e la povertà che abbiamo sempre praticato contro l'arroganza dei troppo ricchi e dei padroni.[3]
  • Non mi batto per il detenuto eccellente, ma per la tutela della vita del diritto nei confronti del detenuto ignoto, alla vita del diritto per il diritto alla vita.[4]
  • [Sullo sciopero della fame annunciato da Sandro Bondi per protesta contro il ddl Gentiloni] Ingerirà solo liquidi? Se è per questo si possono frullare splendide bistecche...[5]
  • Il pacifismo è la peste del nuovo secolo. Una volta si veniva chiamati a sfilare in nome della Patria, ora in nome della Pace. Sono in buona fede, per la carità, ma lo erano anche i Figli della Lupa.[1]
  • Io non credo nelle ideologie, non credevo nelle ideologie codificate e affidate ai volumi rilegati e alle biblioteche e agli archivi. Non credo nelle ideologie chiuse, da scartare e usare come un pacco che si ritira nell'ufficio postale. L'ideologia te la fai tu, con quello che ti capita, anche a caso. Io posso essermela fatta anche sul catechismo che mi facevano imparare a scuola, e che per forza di cose poneva dei problemi, per forza di cose io ero portato a contestare. (da un'intervista a Playboy del 1° gennaio 1975[6])
  • Io non vorrò mai consegnare i palestinesi all'Olp, così come abbiano consegnato i cambogiani a Pol Pot e i vietnamiti agli eredi di Ho Chi-Minh.[2]
  • La guerra di ora [Guerra del Golfo] è cominciata il 2 agosto, non è cominciata, o comincia, in questo momento. Quello che noi cercheremo di impedire fino all'ultimo è che si passi al momento delle armi senza avere esperito tutto. Ma c'è da salvare e da interrompere la guerra che nel Kuwait, che nell'Iraq, Saddam conduce giorno dopo giorno. Il non fare nulla significa l'ipocrisia razzista del dimenticare che costui ammazza già adesso, ogni giorno il suo popolo.[7]
  • La Lucania è come la Libia. Ricca di petrolio e povertà.[8]
  • La parabola di Berlusconi è questa: è sceso in campo per difendere i propri interessi, si è poi convinto di poter davvero rivoluzionare il Paese e infine si è integrato nel sistema partitocratico che avrebbe invece dovuto abbattere.[9]
  • Ma io sono un cornuto divorzista, un assassino abortista, un infame traditore della patria con gli obiettori, un drogato, un perverso pasoliniano, un mezzo-ebreo mezzo-fascista, un liberalborghese esibizionista, un nonviolento impotente. Faccio politica sui marciapiedi.[10]
  • [Su Michele Santoro] Ma quale epurato. È gran figlio di buona donna. Il guaio, semmai, è stato un altro: hanno cacciato Biagi, hanno cacciato Santoro, ma si sono tenuti Vespa. E così siamo al "vespasiano".[1]
  • Noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e quindi una sete alternativa profonda, più dura, più "radicale" di altri... Noi non "facciamo i politici", i deputati, i leader … lottiamo, per quel che dobbiamo e per quel che crediamo. E questa è la differenza che prima o poi, speriamo non troppo tardi, si dovrà comprendere.[11][12]
  • Per questo annoto, e per questo registro. Perché la conquista della democrazia passa anche in un abbraccio, in una discussione sul liberalismo e un’altra sulle rivoluzioni, passa per ogni persona e per ogni idea capace di migliorare il mondo. Passa per ognuna delle sciocchezze che ci vengono in mente e che abbiamo la voglia e la forza di comunicare e condividere. L’importante è osare ed usarsi, l’importante è accettare ogni sfida che può guadagnare un grammo in più di libertà. Finché siamo uomini, finché siamo vivi, abbiamo il diritto e il dovere della partecipazione. Dobbiamo esserci, esserci per gli altri e per noi, dobbiamo lottare perché gli altri ci ascoltino e dobbiamo lottare con noi stessi per imparare ad ascoltare gli altri. Dobbiamo, soprattutto, essere pronti a testimoniare l’amore.[13]
  • Perché i giovani sappiano, i vecchi ricordino e si cessi di ingannarli: il pacifismo in questo secolo ha prodotto effetti catastrofici, convergenti con quelli del nazismo e del comunismo. Se il comunismo e il nazismo sono messi al bando, il pacifismo merita di accompagnarli. [Il disarmismo, l'antimilitarismo, la non-violenza] non sono omologabili al pacifismo. La linea che da Gandhi a Bertrand Russell, da Luther King a Capitini, deve organizzarsi finalmente nel mondo. Il Partito radicale questo progetta e comincia ad attuare, in Italia e nel mondo. È impresa ragionevole. Lasciarsi sconfiggere è la follia. [...] Non violenza e democrazia politica devono vivere quasi come sinonimi. Da un secolo non vi sono guerre tra democrazie, diritto e libertà sono la prima garanzia. E il pacifismo storico, nei fatti, lo ha sempre ignorato.[14]
  • [Sul comportamento del ministro della giustizia Adolfo Sarti nel sequestro del giudice Giovanni D'Urso] Sensibile alle richieste delle BR tanto quanto era stato sordo a quelle dei radicali e del Parlamento.[15]
  • [Riferendosi al proprio cancro] Se so che ho una cosa grave e so che esiste, non mi preoccupo, me ne occupo.[16]
  • Senti, caro Andreotti, la verità è che nelle accuse siamo tutti un po' autobiografici. Tu ti guardi allo specchio, e siccome da buon cattolico – di un certo tipo – hai sempre creduto che la politica fosse l'arte di questo mondo, del demonio, e la coscienza e dio stanno da un'altra parte, e hai sempre creduto nelle doppie verità... Quando trovi un laico che dà corpo, corpo, corpo alle proprie idee, ti viene un po' da ridere. Questo non corrisponde alla tua visione, perché tutto, quando è nella gloria di dio, anche i delitti, possono giustificarsi. Dobbiamo assistere a un Paese nel quale abbiamo avuto Moro assassinato, in cui capitano le cose più incredibili: ci vorrà pure un'autocritica, forse ci saranno alcune responsabilità un po' grandi. Per esempio questa P2 avrà pure avuto dei burattinai, io son sette anni che vi chiedo chi è il burattinaio, e voi niente.[17]
  • Una volta manifestavano per la patria, oggi per la pace. Certo che sono in buonafede, ma anche i figli della Lupa erano in buona fede.[18]
  • [Sulla condanna del giudice Corrado Carnevale, poi ribaltata in seguito] Un'esecuzione, una condanna ignobile, un momento di trionfo del neofascismo etico di sinistra.[19]

Citazioni su Marco Pannella[modifica]

  • A Pannella dobbiamo veramente due cose, malgrado le sue mattane. Effettivamente riuscì a impedire a una certa aliquota di giovani di finire in braccio al terrorismo, cioè gli dette un'altra bandiera. E alcune battaglie sue furono sacrosante, come quella del divorzio che appoggiammo. Poi verso Pannella io ho una certa simpatia, dovuta al mio vecchio fondo anarchico, libertario, che ritrovo in lui. È una simpatia genetica. Ritrovo in lui quello che io sono stato a vent'anni. (Indro Montanelli)
  • Anche Marco Pannella, in realtà, è un prete, infatti usa spesso parole come "scandalo", "testimonianza", "vita", "verità", "dar corpo a"... Ma non è un prete latino, accomodante, tollerante. Lui è un intransigente prete del Nord, un protestante, un calvinista. E il suo spaventoso rigore morale, assoluto, quasi maniacale, lo deve aver preso dalla madre. (Massimo Fini)
  • Chi è Pannella: un crociato o un rompiscatole, un martire o un dritto? Si parla di lui, e lui fa tanto parlare di sé. La sua battaglia per i diritti civili ha diviso l'Italia, scatenando un Niagara di polemiche. L'attaccano da tutte le parti – i comunisti addirittura lo schiaffeggiano – e lui attacca tutti porgendo, ma fino a un certo punto, l'altra guancia. Dicono che i suoi scioperi della fame non siano scioperi, ma agitazioni; diete, non digiuni. Lui si difende chiamando a testimoni medici e bilance: Chi ha ragione: Pannella o i suoi "detrattori"? (Roberto Gervaso)
  • Dieta radicale
    C'è un fatto che non sa quasi nessuno: digiunando per due giorni di seguito, non si sente più la fame per nulla.
    Alla luce di questa premessa, i digiuni dei radicali sembrano più sopportabili. Evidentemente il Padreterno, inventando la fame, aveva pensato anche a Pannella. (Gianni Monduzzi)
  • Dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Andrej Sakharov e Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi. (Eugenio Montale)
  • Ha un difetto, è demagogico. Demagogico ma capace di fondare l'unico movimento d'opposizione che abbia un minimo di potere in Europa. (Julian Beck)
  • Il rispetto per la persona – per la sua configurazione profonda alla quale un sentimento della libertà la cui formalità sia intesa come sostanziale, permette di articolarsi ed esprimersi a un livello per così dire «sacralizzato» da una ragione laica, rispetto anche alle più degradate idee politiche concrete – è per Pannella il primum di ogni teoria e di ogni prassi politica. In questo consiste il suo essere scandaloso. Uno scandalo inintegrabile, proprio perché il suo principio, sia pure in termini schematici e popolari, è sancito dalla costituzione. (Pier Paolo Pasolini)
  • Marco Pannella era già un mito quando lo conobbi. Erano gli anni '70 e il suo impegno sui diritti civili mi faceva riflettere mentre studiavo medicina all'Università Cattolica e proprio da studente lo incontrai la prima volta. Mi emozionai quando nel 2006, ritornato in Italia, raccontò quel nostro primo incontro a mia figlia che lo guardava come si guarda un saggio da ascoltare con rispetto. La stima per Marco si è accompagnata in questi ultimi anni alla gratitudine per avermi permesso di condividere alcuni progetti e momenti di grande intensità. Come potrei dimenticare quando mi venne a prendere per accompagnarmi a casa di Pier Giorgio Welby, dove incontrai Pier Giorgio e Mina, o quando mi chiuse nel salotto di casa mia per ore per cercare di convincermi a entrare nel Partito Radicale prima delle elezioni per il Parlamento Europeo nel 2009. O la marcia per la giustizia nel dicembre 2013, quando Marco si presentò con l'immancabile sigaro e un cappello da babbo natale con scritto sopra "Amnistia". Non eravamo sempre d'accordo ma io gli ho voluto un grandissimo bene e so che ero ricambiato. A volte mi sgridava perché non condivideva alcune mie decisioni. Io non ebbi mai il coraggio di sgridarlo sulle scelte politiche ma, ogni tanto, mi prendevo la libertà di farlo in occasione degli scioperi della sete quando alcuni valori nel sangue, come la creatinina e l'azoto ureico, salivano pericolosamente mettendo a rischio la sua vita. Marco se la rideva e continuava a fumare. Testardo, risoluto, irremovibile, visionario. Ecco Marco siamo in tanti ad aver appreso qualcosa da te. Per quello che mi riguarda non dimenticherò mai che oltre le doti che tutti ti riconoscono avevi anche dolcezza e signorilità e quelle carezze che ogni tanto mi hai dato sul volto sono entrate nel mio cuore e le ricorderò per sempre. (Ignazio Marino)
  • Marco Pannella politicamente non è mai stato un grande stratega. Aveva, semmai, la "temperatura" di un leader religioso. Io e lui, prima ancora di Grillo, potevamo essere i "grillini" della scena politica, ma Pannella non era politicamente molto avveduto. Aveva un afflato religioso. E la sua era la più alta espressione della "religione della libertà" indicata da Benedetto Croce. Non a caso le sue più importanti conquiste sono quelle in tema di diritti civili. Sono l'unico che ha avuto con lui un rapporto alla pari, e cioè quando, insieme nel 1996, presentammo la lista «Pannella-Sgarbi», naufragata poi per la sua inefficacia politica politica [...]. È inutile che adesso certi esponenti istituzionali lo rimpiangano, non avendo fatto nulla perché fosse riconosciuto a Pannella il rango di senatore a vita, preferendogli pizzicagnoli davvero inutili. (Vittorio Sgarbi)
  • Nel contesto politico nazionale, piuttosto opaco per la pochezza delle idee e per lo spicco non eccezionale degli uomini – solo l'adulazione dei giornalisti cortigiani descriveva l'onesto e scrupoloso Berlinguer come un genio – l'unica pennellata originale era costituita da Marco Pannella, con i suoi radicali. Un po' apostolo e un po' giullare, intriso di convinzioni liberali ma propenso ad ogni mattana, leader d'un movimento che riusciva a mettere insieme intellettuali come Leonardo Sciascia e Fernanda Pivano, ex parlamentari comunisti e socialisti, ex dirigenti di Lotta continua come Mimmo Pinto e Marco Boato, Pannella parlava incessantemente ma riusciva anche a far parlare incessantemente di sé. Nella confusione dei suoi propositi e dei suoi proseliti s'avvertiva già allora la premonizione d'un moto di fondo dell'opinione pubblica destinato a svilupparsi impetuosamente all'inizio degli anni Novanta: l'insofferenza per la partitocrazia e per le sue arroganze, il desiderio di qualcosa che fosse diverso dalla politique politicienne prediletta da Andreotti & C. (Indro Montanelli e Mario Cervi)
  • Noi siamo con chiunque scelga l'arma della non violenza: si chiami in terra lontana, Andrej Sakharov, o più vicino a noi, Marco Pannella. (Eugenio Montale)
  • Mi è rimasta solo una can-zon del mio core asson | le vacanze le farò in Giamaica dalla mia Maria bella | aspetto e intanto voto Pannella e canto. (Articolo 31)
  • Perdo quello che mia moglie chiama un "grande padre". Un uomo che è riuscito a voler bene a tutti. È riuscito ad aiutare Sofri, Negri, noi, Paolo Signorelli, il socialista Del Turco piuttosto che il mafioso Provenzano. È stato un uomo che ha voluto bene a tutti in base al principio che anche i figli che sbagliano sono comunque figli che devono essere aiutati. La sua è stata una posizione laica, non pietista, non buonista, non parziale perché lui è riuscito ad aiutare in maniera equanime tutti. (Valerio Fioravanti)
  • Se solo un decimo dei consensi che ha avuto da malato li avesse avuti prima, l'Italia sarebbe un paese migliore. Grazie soprattutto a lui alcune battaglie sono state vinte: divorzio e aborto su tutte. Un'altra, quella sulle unioni civili, se avesse potuto combatterla in prima linea ci avrebbe dato una legge più coraggiosa. Se ne va prima di aver visto nascere una nazione veramente moderna, dove il testamento biologico è norma, l'eutanasia un diritto, la legalizzazione delle droghe leggere un'ovvia e severa risposta alla criminalità organizzata. Marco è stato un grande, insopportabile combattente sempre dalla parte del torto. Un torto tutto apparente, come quando, nel 2003, chiese di risparmiare la vita di Saddam Hussein, la cui morte ha alimentato i futuri estremisti. Oppure quando, per tutta la vita, ha lottato contro l'indecente e sistematica violazione del principio costituzionale secondo il quale il carcere deve rieducare e non solo affliggere i detenuti. Carissimo Marco, volevi un paese laico e libertario. Lo hai lasciato troppo presto, ma quello che hai seminato un giorno fiorirà. (Corrado Formigli)
  • [Sui giovani politici del Partito Radicale] Spesso i giovani si scocciavano di Pannella. (Adele Faccio)
  • Un Partito Radicale internazionale, che non avesse nulla in comune con i partiti radicali attuali in Francia? E che avesse, ad esempio, una sezione italiana, una sezione francese, ecc.? Conosco Marco Pannella, ho visto i radicali italiani e le loro idee, le loro azioni; mi sono piaciuti. Penso che ancora oggi occorrano dei partiti, solo più tardi la politica sarà senza partiti. Certamente dunque sarei amico di un simile organismo internazionale. (Jean-Paul Sartre)
  • Verrebbe voglia di osservare che il peggiore nemico di Pannella è Pannella medesimo. (Massimo Teodori)

Francesco De Gregori[modifica]

  • Il signor Hood era un galantuomo | sempre ispirato dal sole, | con due pistole caricate a salve | ed un canestro di parole.
  • E che [il signor Hood] fosse un bandito | negare non si può, | però non era il solo.
  • E adesso anche quando piove | lo [il signor Hood] vedi sempre con le spalle al sole, | con un canestro di parole nuove | calpestare nuove aiuole.

Note[modifica]

  1. a b c Dall'intervista Trent'anni dopo Pannella ancora provoca: "Il pacifismo è la peste del nuovo secolo", Radicalparty.org, 13 maggio 2004.
  2. a b Dall'intervista di Paolo Guzzanti, La Stampa, 6 febbraio 1991; citato in Achille, te lo sei voluto, ma ora io ti salverò, RadioRadicale.it.
  3. Dall'intervista di Giancarlo Perna, Bonino, la radicale libera che usa il Pd come un autobus, il Giornale.it, 9 gennaio 2010.
  4. Citato in Associazione Il Detenuto Ignoto, detenutoignoto.org.
  5. Citato in Luca Gelmini, Parole & Politica, Corriere.it, 16 ottobre 2006.
  6. Citato in Federica Colonna, Marco, padre visionario della terza repubblica, Il Futurista, 28 luglio 2011; riportato su [marco-padre-visionario-0 RadioRadicale.it].
  7. Dall'intervista Prima Guerra del Golfo, TG3, 1:32, 15 gennaio 1991.
  8. Citato nell'articolo di Rosamaria Aquino su Il quotidiano della Basilicata, anno 10, n. 234, 26 agosto 2011.
  9. Dall'intervista di Andrea Cangini, Pannella: solito imbroglio dei poli, Quotidiano nazionale, 10 gennaio 2003; riportata su RadioRadicale.it.
  10. Dall'intervista a Panorama, dicembre 1975; citato in Mauro Suttora, Pannella. I segreti di un istrione, Eclettico.org, 16 marzo 2013.
  11. Apparsa come ultima di copertina dell'opuscolo "Millemarchi" per la campagna di autofinanziamento "venti referendum contro il regime" del 1995.
  12. Da Scritti e Discorsi 1959-1980, Gammalibri, Milano, 1982.
  13. Da Una libertà felice; citato da Roberto Giachetti nella Seduta della Camera del 23 marzo 2018.
  14. Dall'intervista di Paolo Franchi, Pannella: il pacifismo va messo al bando, Corriere della sera, 20 febbraio 1991; citato in RadioRadicale.it.
  15. Citato in I radicali: ha ceduto alle BR Il ministro: sono tutti pretesti, La Stampa, 20 gennaio 1981.
  16. Dall'intervista di Massimo Bordin, Radio Radicale, 26 luglio 2014; riportata in Radio, Pannella: "Ho nodulo ai polmoni. Me ne occupo, ma non mi preoccupo", il Fatto Quotidiano.it.
  17. Durante un dibattito politico con altri politici nel 1983 in onda su Italia 1; presente nell'archivio di Radio Radicale Video disponibile su Youtube.com.
  18. Citato in Salvatore Merlo, Pacifismo micidiale, Il Foglio Quotidiano, 30 aprile 2022, p.1.
  19. Citato in Felice Cavallaro e Giovanni Bianconi, Mafia, condannato il giudice Carnevale, Corriere della Sera, 30 giugno 2001, p. 5.

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