Pallavolo
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Citazioni sulla pallavolo.
Citazioni
[modifica]- A 9 anni ho scoperto la bellezza di questo sport di squadra in cui è fondamentale fare affidamento sulle compagne. Non tutto dipende da te così come non tutto dipende dagli altri: è uno scambio reciproco, tanto più prezioso quando si è in difficoltà. Mi piace questo legame che si crea: è difficile da costruire ma quando si riesce è il massimo. (Ofelia Malinov)
- Chi vuol far carriera nella pallavolo sa che deve venire a giocare in Europa, ancor meglio se in Italia. (Prikeba Phipps)
- È tutta la vita che gioco a pallavolo e lo faccio perché sento l'adrenalina scorrermi dentro. (Alessia Orro)
- È uno sport che trasmette tanti valori, tipo la fedeltà: fai parte di una squadra, che diventa una seconda famiglia. Ti insegna a relazionarti con gli altri, anche con chi non ti è simpatico, a non perdere mai la speranza, a contare sulle tue forze e, non ultimo, a divertirti. (Paola Egonu)
- Ho passato ore e ore a giocare a volley, fin da ragazzino. Con gli amici legavamo un filo da un albero a un altro e giù partite su partite. Non importava se il pallone passava sopra o sotto, si continuava finché c'era luce. Gare interminabili perché tanta era la voglia di giocare. (Daniele Santarelli)
- Ho praticato molti sport [...] ma è nella pallavolo che ho trovato quel senso di condivisione, di spogliatoio, di accettazione, fatto di trasferte, emozioni, belle, brutte, da dividere con i compagni. (Simone Giannelli)
- [«Quali sono le parti del corpo che occorre potenziare con gli allenamenti per praticare il volley?»] Il cuore! In palestra puoi lavorare tanto, ma sono cuore e testa che devono collaborare. Ci vuole passione, e devi essere predisposto a lavorare in squadra. (Miriam Sylla)
- Il sestetto in campo si deve muovere con armonia. Non c'è una sfida singola tra attaccante avversario e difensore. La mia posizione varia in relazione alle scelte del muro. In questi aspetti si capisce più che mai quanto la pallavolo sia un gioco di squadra. (Giorgia Zannoni)
- Il volley mi ha insegnato che non esiste la parola "tua". (Gian Paolo Montali)
- L'unione e il senso di collaborazione sono due aspetti fondamentali in ogni sport di squadra. Nella pallavolo la squadra è composta da 14 ragazze e diciamo che non è sempre facile andare d'accordo. In qualche modo si riesce sempre, perché abbiamo un obiettivo comune e lavoriamo per questo obiettivo. Quando stiamo in campo diamo tutte il 100% senza pensare alle dinamiche che si possono creare al di fuori del campo, però non nascondo il fatto che quando tutte e 14 vanno d'accordo anche al di fuori questo rappresenta un punto di forza per la squadra perché se c'è un senso di unione anche fuori dal campo è importante. (Sarah Fahr)
- La pallavolo è proprio un bel campo di studio perché è uno sport "di rimbalzo" e per regolamento non puoi né trattenere la palla, né toccarla due volte consecutivamente. Quindi non puoi fare tutto da solo. La tentazione di sentirsi vittima, vale a dire di non essere riuscito ad essere efficace a causa di un passaggio non corretto da parte del compagno di squadra è sempre molto forte. [...] la scelta di campo che un atleta fa tra il sentirsi in balia delle circostanze ovvero reattivo a leggere e a risolvere in qualche modo la situazione in cui ci si trova, è uno sforzo in cui il pallavolista deve spendersi ripetutamente ad ogni azione. (Angelo Lorenzetti)
- La pallavolo è uno sport semplice ma anche complessissimo da giocare. Ci sono dei meccanismi esatti, come quelli di un orologio. (Carmelo Pittera)
- Nel nostro sport [...] abbiamo la fortuna di poter essere a contatto con i nostri sostenitori. A me piace condividere con loro alcuni momenti, ascoltare le loro storie, perché ognuno ha una sfumatura diversa, e dal bambino al sostenitore più anziano è bello creare questa connessione tra squadra e pubblico. Penso sia il vero valore aggiunto del nostro sport. (Jennifer Boldini)
- [Nel 2017] Nel volley moderno sappiamo che la battuta fa sempre una grande differenza, ma io credo che [...] sia altrettanto fondamentale la difesa. Perché ti crea delle occasioni di palla alta che, se sfruttate nel modo migliore, ti permettono di allungare. Inoltre è sfiancante per una squadra attaccare tanto e non riuscire a mettere giù il pallone... (Massimo Colaci)
- Nella pallavolo, anche se potrebbe sembrare ripetitivo allenarsi tutti i giorni, trovo sempre nuovi stimoli che mi spingono ad una continua ricerca di miglioramento. A parte le soddisfazioni puramente sportive, questo sport mi ha insegnato a non considerare mai raggiunto un traguardo, a non cullarmi nei ricordi per quanto soddisfacenti essi possano risultare, a pensare sempre a quello che verrà dopo. (Francesco Dall'Olio)
- [Nel 2013, «ma la pallavolo di oggi piace a Montali?»] Onestamente? Non voglio dare giudizi, ma mi sembra che si sia parecchio inaridita, rispetto a qualche anno fa. Mancano le idee, mi pare che si giochi sempre in difesa di quello che si era. E i pochi soldi mi sembrano solo un alibi: dipende dalle persone, dagli uomini. Quelli fanno la differenza. Fra le poche cose davvero stimolanti degli ultimi anni ci sono alcuni giovani [...]. Ma se alcuni di questi fino a poche settimane fa giocavano in A-2, qualcosa non va nel sistema... (Gian Paolo Montali)
- Per anni andavo in giro con le spalle incurvate per sembrare più bassa. Ci soffrivo. Adesso finalmente mi godo la mia statura, guardo gli altri dall'alto in basso... La pallavolo ha fatto tanto anche per la mia autostima. (Anna Danesi)
- Rompersi una gamba a pallavolo è come avere un infarto a Disneyland. (Beppe Viola)
- Sport spettacolare e telegenico per eccellenza. (Filippo Grassia)
- [«La pallavolo in tre parole?»] Squadra. Solidarietà. Carattere. (Paola Egonu)
- [«Il volley è potenza, astuzia o allegria?»] Tutte e tre le cose. Se non hai potenza, non vai lontano. Ma ci vuole anche la testa e se non usi l'astuzia, sei prevedibile. L'allegria, infine, ti dà una marcia in più. (Wilfredo León)
- Tutto quello che oltrepassa la rete si può prendere. (Karch Kiraly)
- [«Il volley cosa ti ha insegnato?»] Un sacco di lezioni. Su tutte, riporre fiducia nel prossimo. Non potrebbe essere altrimenti: il mio è lo sport del passaggio. Esclusa la battuta, un giocatore ha bisogno del gruppo per portare a termine l'azione. Ciascuno accantona l'ambizione di essere protagonista del match, si mette a disposizione degli altri cinque. (Cristina Chirichella)
- Vedo la pallavolo come uno sport di squadra. Magari ci può essere una giocatrice che segna un maggior numero di punti, ma non va dimenticato che prima c'è qualcuno riceve, difende o alza. Per vincere le partite non basta solo avere un'attaccante che fa tanti punti. (Ekaterina Antropova)
- [«Dalla pallavolo delle invincibili della Teodora al volley di oggi ci sono molte differenze. Di gioco e di regole»] Alcune non hanno senso. Ne dico tre: il pallone colorato che non aiuta chi gioca, il net in battuta che non si può allenare e i time out tecnici che spezzettano troppo la partita.
- [«Cosa migliorerebbe della pallavolo?»] [ride...] Gli arbitri, non conoscono le regole.
- L'obiettivo primario è il divertimento, se il singolo raggiunge questa dimensione, ne beneficia tutta la squadra. Perché il volley è uno sport di squadra, un aspetto immutato rispetto a quando giocavo io. Ora si fanno altri discorsi tattici e atletici, ma lo spirito, il sentire comune verso l'obiettivo sono sempre gli stessi.
- Tra il pubblico o i praticanti della pallavolo non si arriverà mai ad avere qualcuno che minaccia l'arbitro. [...] Chi pratica volley sa che anche arrivando ai massimi livelli non potrà vivere di quello per tutta la vita e quindi spesso dietro a chi gioca c'è un titolo di studio. La pallavolo ha un ambiente con una cultura un po' più alta.
- [«Cosa le ha tolto la pallavolo?»] Io mi ritengo molto fortunata. Però uscendo di casa così giovane ho lasciato la mia famiglia e i miei genitori molto presto. Per anni ho avuto con loro un rapporto telefonico. E quando torno a casa noto come il tempo è passato. Certe esperienze di vita della mia famiglia le ho perse. Non le ho godute, tra viaggi, gare e tutto il resto.
- La pallavolo mi ha insegnato a sapermi rialzare.
- [«Secondo te, qual è la cosa più importante che un ragazzo o una ragazza possono imparare dalla pallavolo?»] Sicuramente il mettersi in gioco. E poi anche la capacità di fare gioco di squadra. La pallavolo ti spinge ad adattarti, a cambiare te stessa per favorire gli obiettivi del gruppo, quindi accetti di fare panchina, ti impegni per essere un esempio per le nuove arrivate, supporti il gruppo quando ne ha bisogno... Tutte queste dinamiche io le ho imparate con la pallavolo: erano quotidiane lezioni di team management all'ennesima potenza perché ogni giorno c'era una novità, un avversario nuovo, un obiettivo nuovo, una strategia nuova da imparare. Secondo me questo è davvero uno sport straordinario.
- [Sulla pallavolo degli anni Duemila] Come nel basket, l'aspetto fisico sta diventando sempre più importante. È una realtà che non piace ai puristi, fa perdere i gesti di classe. Ma c'è ancora spazio per chi ha capacità tecniche. Ma se non è giornata per la battuta, è meglio giocare con la tecnica che ancora abbiamo, perché a volte si regalano più punti di quelli che siamo in grado di fare.
- Nella pallavolo l'evoluzione è continua. Ogni stagione arrivano idee nuove, proposte di gioco, soluzioni alternative. A portare i cambiamenti sono solitamente i giocatori, noi allenatori dobbiamo saperli accompagnare.
- Nella pallavolo si è vinto in talmente tanti modi diversi che è difficile ipotizzare l'esistenza di un solo un verbo.
- A me la pallavolo ha dato la possibilità di svilupparmi nell'uomo che sono, di fare con costanza una cosa che mi piace fino a trasformarla in un lavoro. E divertirsi lavorando con quello che più ti piace è il massimo.
- Al di là che la pallavolo non è uno sport individuale, certi collegamenti umani sono fondamentali. Dietro le performance in un grande evento ci sono ore e ore nei palazzetti, negli spogliatoi, nelle camere d'albergo. È lì che nascono le amicizie, e senza quelle non sarebbero arrivati [...] i [...] risultati.
- La pallavolo è un gioco di squadra. Io ho vinto tanto, ma certo non da solo.
- La pallavolo mi ha insegnato tantissime cose. È stata una passione sin da subito... ho cominciato all'età di otto anni e non ho mai smesso. Sono trent'anni di amore incondizionato per questo bellissimo sport e ho appreso tante cose come ad esempio il sacrificio, la tenacia, il giusto modo nel rapportarmi con gli altri, a plasmare il mio carattere, a non mollare mai e anche a rialzarmi...
- Penso di essere cresciuta come persona attraverso la pallavolo. Mi sono anche un po' aperta, perché da piccola ero molto timida... [pausa, e sorriso, ndr]. Non che adesso sia estroversa, ma mi sento differente. Questi anni mi hanno dato tanto: moltissime gioie [...] e anche sofferenze. L'altra faccia dello sport è fatica, sacrificio, stress. Insomma tanto di tutto, grazie alla pallavolo.
- [«Cos'è cambiato nella pallavolo da quando ha cominciato lei?»] Si sta spesso in squadre con ventenni che non capisco: vedo meno dedizione, caparbietà, capacità di sofferenza. Forse è un problema generazionale: a 18 anni io ero una bambina, a 15 adesso sono belle sveglie. Non so, non vorrei parlare di valori come un'anziana, ma a volte mi sembra che manchino.
- Sono innamorata di questo sport, mi piace quello che faccio e quando sono obbligata a non giocare mi sembra di impazzire. Ogni tanto penso: questa era la mia passione da piccola, quando giocavo vicino casa, è ancora la mia passione oggi. Non mi stupisco che mi piaccia ancora così tanto. Forse capirò bene cos'è per me quando smetterò. O forse non lo capirò mai, perché sarò costretta a fermarmi per ragioni fisiche.
- Da pallavolista, sento di avere un certo orgoglio nel dire che sì, nel volley è così, esiste una correttezza che si forma a partire dal rispetto che c'è tra i giocatori, tra giocatori e società e di conseguenza tra giocatori e tifosi. Inoltre nella pallavolo c'è un clima più familiare che non permette di creare seri antagonismi contro giocatori di una squadra avversaria. Per questi motivi credo che, dal punto di vista educativo, la pallavolo abbia uno spiraglio in più rispetto al calcio e che possa fungere da paradigma per quanto riguarda appunto la correttezza.
- La pallavolo è uno sport particolare da giocare ed è difficile dire cosa accada nel singolo giocatore quando, ad esempio, nella prima parte della partita non riesce a mettere a segno una palla per poi all’improvviso riprendersi, quasi inspiegabilmente. Non credo ci sia una formula, si tratta piuttosto di allenare costantemente la concentrazione così da arrivare alla partita con la tranquillità mentale di chi confida nelle proprie capacità e una fiducia verso i compagni tale da non permettere che il singolo errore o una brutta partenza incidano sull’intero match.
- Non ho mai avuto particolare passione per la pallavolo, né per lo sport in generale. Ho imparato ad apprezzarne i valori, le situazioni, le atmosfere. Tutt'oggi costruisco il modo di vedere questo mio lavoro, che considero una meravigliosa occasione, e ne apprendo con entusiasmo luci ed ombre.
- La pallavolo è lo sport di squadra che in assoluto ha il maggiore equilibrio tra maschi e femmine. In un momento storico in cui la sensibilità del gender gap è così importante, a me quella pare essere una chiave fondamentale. Il movimento della pallavolo dovrebbe essere bravo a raccontare questa specificità, questo equilibrio. Potrebbe essere una grande opportunità. [...] Negli altri sport, come il calcio per fare un esempio, è il movimento maschile che traina quello femminile, qui questo non è richiesto perché, come detto, la grande virtù della pallavolo è questo grande equilibrio.
- Molti sono convinti che il livello tecnico del gioco espresso non sia così rilevante per rendere spettacolare una partita, ma che sia più importante l'equilibrio. Io su questo sono abbastanza d'accordo. Questo non vuol dire che la pallavolo giocata male sia bella, ma vuol dire che talvolta un fine conoscitore di questo sport sia portato a pensare che giocare bene a pallavolo, su gesti molto specifici e molto tecnici, sia la cosa più importante, mentre questo aspetto non è così rilevante per il pubblico. [...] sono i tanti, troppi, errori al servizio che sono spesso incomprensibili e interrompono il ritmo. Per lo spettacolo forse sarebbe più utile e divertente battere un po' meno forte ma sbagliare di meno. Non stiamo dicendo che bisogna diventare degli entertainers, ma di sicuro aiuterebbe avere un approccio un po' più ampio e non strettamente tecnico.
- Nella pallavolo o in generale nello sport c'è un obiettivo chiaro e delle tecniche per raggiungere il risultato, quindi la concentrazione diventa la capacità assoluta di pensare solo a quegli aspetti che possono aiutarti a fare bene e a vincere. È come se avessi ristretto il mio campo visivo solo alla palla, da guardare per capire come colpirla.
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