Papa Celestino V
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Celestino V, nato Pietro Angeleri e detto Pietro da Morrone (tra il 1209 e il 1215 – 1296), papa della Chiesa cattolica.
Citazioni di Papa Celestino V
[modifica]- [A Papa Bonifacio VIII] Entrasti (nel papato) da volpe, regnerai da leone, morirai da cane. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, U. Hoepli, Milano, 1921, pp. 410-411)
Citazioni su Papa Celestino V
[modifica]- Che farai Pier di Morone?... | Se non sai ben schermire | canterai mala canzone. (Iacopone da Todi)
- Colui | che fece per viltade il gran rifiuto. (Dante, Divina Commedia)[1]
- Questo Pontefice chiamato Celestino V dimostrò quanta differenza sia dalla vita attiva alla contemplativa, perche essendo stato di tanta gran fama, ch'espose i Cardinali a crearlo Papa, si scoverse nell'altra tanto inetto, che i medesimi Cardinali si pentiro di averlo creato, ed egli stesso di avere accettato il Pontificato, e già non mostrava minor volontà di ritornare al suo eremo, che i Cardinali desideravano ch'egli il facesse, del che Re Carlo sentìa dispiacere grandissimo, perché quando fu creato se '1 tenne a grandissima ventura, essendo suo vassallo e di cosi santa vita, dal quale sperava ottenere quanto volea, e poiché vide che i Cardinali lo scoversero per uomo di poco valore, gli persuase che venìsse in Napoli per mantenerlo col fiato e col favor suo, ma non valse a ritenere la santa intenzione di Celestino, poiché tra pochi dì per ispirazione Divina, per la fiducia del Regno celeste, che gli fece vile il Regno terreno, o fosse, come dice Dante, per viltade, a mezzo Dicembre rinunziò il Papato in man de' Cardinali, e se ne ritornò al suo eremo. (Angelo di Costanzo)
- Ex eremo celsus. (Malachia di Armagh)
- Elevato dall'eremo[2].
- Venuto l'anno di Cristo MCCXCIV. all'ultimo presero risoluzione di far Papa un povero Eremita, chiamato fra Pietro di Morone, che stava in un picciolo eremitaggio, due miglia lontano da Sulmone, nella laida del monte di Majella, e già era opinione, che per la santità della vita non accetterebbe il Papato: Re Carlo udita l'elezione, andò subito a persuadere che l'accettasse e ad adorarlo, e l'indusse a mandare a chiamar il Collegio de' Cardinali all'Aquila, e fu agevol cosa a persuaderlo, non già per avidità ch'egli avesse di regnare, ma solo per la semplicità ed umiltà sua grandissima. (Angelo di Costanzo)
Note
[modifica]- ↑ Secondo altre interpretazioni il riferimento è Ponzio Pilato. Cfr. su questa ed altre possibili interpretazioni Giovanni Lovito, Colui che fece il gran rifiuto, ilquotidianodisalerno.it, 4 agosto 2011.
- ↑ Per approfondimenti vedi la voce Profezia di Malachia su Wikipedia.
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