Segreterie telefoniche dai libri

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Raccolta di segreterie telefoniche tratte dai libri.

Citazioni[modifica]

  • Camilla. Musica.
    I think I'm gonna be sad, I think it's today.
    I Beatles. Ticket to ride.
    – Non ci sono e si capisce, se no risponderei. Parlate da soli e qualcosa sarà. (Bruno Morchio)

Niccolò Ammaniti[modifica]

  • In segreteria ci sono due messaggi.
    Il primo è di Maria:
    -Marco, dove sei finito? Ho notizie esaltanti: stasera Paolo fa il famoso festone all'Olgiata, nella villa del padre. Ci andiamo? Richiamami dopo le otto.
    Il secondo è di mia madre:
    -Sono tua madre. Che fai? non sei andato all'appuntamento con il medico? Ti aspettava alle cinque. Mi ha detto che non sei andato neanche la settimana scorsa. Vuoi crepare come un cane?
    Non so quale dei due messaggi mi fa venire più ansia.
  • Questa è la segreteria di Erica Trettel. Lascia un segreto.
  • Sul tavolino, accanto al letto, la segreteria telefonica lampeggiava. Spinse il tasto del riascolto e tornò in bagno. S'infilò le autoreggenti sentendo il primo messaggio.
    Era mammina che chiamava da Ovindoli.
    «Auguri! Auguri! Auguri! Stellina mia! Auguri ancora! Spero che avrai un anno fantastico. Migliore di quello passato. Soldi, felicità, amore. Sì, soprattutto amore per la mia figlia unica e adorata! Ti voglio bene, piccina mia!» Non la poteva sentire quando parlava così.
    Una vecchia con la voce da bambina.
    Certo un anno migliore...[...]
    Il secondo messaggio era di Clemo.
    «Giulia sono Clemo. Volevo dirti che Fiorenza non viene... Ha malditesta. Si scusa moltissimo. Spero che non sia un problema...»
    Bugia! Hanno litigato ancora.[...]
    Il terzo messaggio era di Deborah.
    «Ciao Giulia, sono Debby. Non so proprio che fare. Tu come ti vest...» «Pronto!? pronto Debby! Sono Enzo.» «Enzo!?» Enzo aveva risposto a Deborah senza staccare la segreteria telefonica e quella aveva registrato la conversazione.
    «Sì. Sono io. Giulia non c'è. Che stai facendo?»
    «Niente... Che palle! Non ho nessuna voglia di venire alla cena di Giulia. Uffa! Non ce la faccio proprio stasera. Il capodanno va fatto nei paesi musulmani. Lì alle dieci tutti a letto...» Carina! Veramente carina! pensò Giulia versando la schiuma da bagno nella vasca, ma guarda un po' 'sta stronza... E poi che è tutta 'sta confidenza con Enzo?
    «Ci devo venire per forza?» «E certo. Neanche a me va, lo sai... Ma ci tocca.» Giulia rientrò in camera da letto e si sedette sul letto.
    «D'accordo, vengo. Basta che mi stai vicino. Lo faccio solo per te, Pimpi. Ora vieni un po' qua però, ho bisogno di un sacco di coccole per affrontare la serata... Mi manchi!» Ommerda!
    «Pure tu. Da morire.» Ommerda!
    Giulia sentì lo stomaco annodarsi. Spalancò la bocca e provò a fare un bel respiro ma la trachea era diventata un vicolo cieco per l'aria.
    «Va bene... Però non posso stare tanto. Giulia tornerà tra poco. Le ho promesso una mano.»
    «Va bene. Ti aspetto.» Fine della telefonata.