Aborto
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Citazioni sull'aborto.
Citazioni
[modifica]- All'età di 19 anni, dopo il mio primo rapporto sessuale rimasi incinta. Decisi di abortire, una scelta sofferta, che non rifarei mai più nella vita. Un'esperienza traumatica, capitata pochi mesi prima dell'esame di maturità. Mio padre non lo sa ancora e il padre di quel bambino non lo saprà mai. (Simona Ventura)
- C'era un tempo in cui i nostri editorialisti sul feto avrebbero orgogliosamente fatto eco a Gloria Steinem, dicendo che la sua esistenza indubitabile e necessaria non poneva un problema perché era 'una massa di protoplasma dipendente' senza distinzione e maggiore dignità di un'appendice fiammeggiante. Sono sempre stato persuaso dal fatto che l'espressione "bambino non nato" sia una genuina descrizione della realtà materiale. Ovviamente il feto è vivo, quindi la disputazione se debba o meno essere considerata "una vita" è casuistica. Lo stesso si applica, da un punto di vista materialistico, alla questione se questa vita sia o no "umana". Cos'altro potrebbe essere? Anche per la sua 'dipendenza', questo fatto non mi ha mai convinto, così come la radicale critica di ogni agglomerato di cellule umane in qualunque stato esse siano. Anche i bambini sono 'dipendenti'. Chiunque abbia visto un sonogrammo o abbia speso un'ora su un manuale di embriologia sa che le emozioni non sono il fattore decisivo. Al fine di terminare una gravidanza, devi ridurre al silenzio un cuore che batte, spegnere un cervello che cresce e, al di là del metodo, rompere delle ossa e distruggere degli organi. (Christopher Hitchens)
- Come mai quando si tratta di noi, è un aborto, e quando si tratta di un pollo, è un'omelette? (George Carlin)
- Continueremo a fare gli aborti e li faremo gratuiti. Solo i figli che nascono da donne libere sono liberi. (Adele Faccio)
- Credo che eliminare il diritto delle donne di prendere una decisione su se stesse e su quando avere un bambino avrebbe effetti dannosi sull'economia e riporterebbe le donne indietro di decenni. […] L’accesso all'aborto ha permesso di aumentare la partecipazione alla forza lavoro e consentito a molte donne di terminare gli studi e di pianificare e trovare un equilibrio tra famiglia e carriera. (Janet Yellen)
- Dal nulla in cui rientri ombra tradita | Non uscir a turbarmi. È troppo forte | L'orror da cui la colpa mia è seguita. (Giuseppe Artale)
- Dopo che mia madre aveva tentato senza successo di abortire, venni alla luce [...]. Come morto sono nato, anzi sono stato strappato al suo grembo. (Girolamo Cardano)
- È ancora in corso una campagna assurda, che accusa la legge 194 di consentire le interruzioni di gravidanza giunte ad epoche che prevedono la sopravvivenza del feto, un'accusa stupida e ingiusta, la legge 194 è molto chiara in proposito e ammette l'interruzione solo in condizioni di emergenza, quando è a rischio la vita della madre. Mentire, per sostenere le proprie ragioni: che vergogna! (Carlo Flamigni)
- È già stato detto, ma va ribadito: se gli uomini potessero rimanere incinti, l'aborto sarebbe un sacramento. (Stephen King)
- È la stessa logica che porta all'aborto: se il bambino dà fastidio, non lo si accetta, lo si elimina; e che i cittadini paghino le spese. Ma il bambino è una persona, una parola irripetibile di Dio, ha una propria storia. [...] Ma allora quale differenza c'è tra la mafia, la camorra, la 'ndrangheta che uccidono l'avversario che dà fastidio, e coloro che sostengono che si può uccidere con un omicidio premeditato chi dà fastidio? (Oreste Benzi)
- E un errore ho commesso – dice – | un errore di saggezza | abortire il figlio del bagnino | e poi guardarlo con dolcezza. (Fabrizio De André)
- È un problema molto difficile, è il classico problema nel quale ci si trova di fronte a un conflitto di diritti e di doveri. [...] Innanzitutto il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere. È lo stesso diritto in nome del quale sono contrario alla pena di morte. Si può parlare di depenalizzazione dell'aborto, ma non si può essere moralmente indifferenti di fronte all'aborto. (Norberto Bobbio)
- Eppure io sono contro l'aborto. Tutti lo siamo, credo: non c'è persona che non sia idealmente contraria all'interruzione di gravidanza, perché è un atto contro natura (nel senso che si oppone all'imperativo genetico della riproduzione [...]) e perché produce conseguenze traumatiche dal punto di vista psicologico. Ma condannare l'aborto con una legge, renderlo illegale, non impedisce che gli aborti avvengano. [...] L'aborto volontario è un evento grave, ma l'aborto clandestino è una tragedia: per questo offrire a una donna l'opportunità di abortire in modo legale e controllato corrisponde alla scelta del «male minore». E allora, all'interno di questo male minore, la modalità della pillola RU486 – che ho sostenuto sin dai primi accenni alla possibilità di una sua introduzione in Italia – è la scelta migliore, perché è quella meno dolorosa per la donna. (Umberto Veronesi)
- In conformità con questi principi fondamentali della visione umana e cristiana sul matrimonio, dobbiamo ancora una volta dichiarare che è assolutamente da escludere, come via lecita per la regolazione delle nascite, l'interruzione diretta del processo generativo già iniziato, e soprattutto l'aborto diretto, anche se procurato per ragioni terapeutiche. (Paolo VI)
- Io credo che la chiesa debba continuare a difendere la vita come un dono del quale non si può disporre a proprio piacimento. Ma credo che la maniera migliore di farlo non sia promuovere leggi che criminalizzano le donne che interrompono la gravidanza. Non si può salvare la vita del feto senza mettere sotto accusa i diritti della madre. Allora è necessario chiedersi se vogliamo che uno Stato forzi una donna a scegliere per il bambino. In questo caso, solo in questo caso, io propendo per la madre. Io credo che non si possano strumentalizzare le persone: non si può fare della madre uno strumento per la vita del bambino ma allo stesso tempo, e questo vale per la pratica della surrogazione, non si può neanche fare del bambino uno strumento del desiderio. (Teresa Forcades)
- Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l'aborto un omicidio non serve la fede. Basta l'osservazione. Quello è un bambino. L'aborto è un omicidio. Fatto per legittima difesa della donna. (Giorgio Pardi)
- L'aborto come necessità politica parte dalla considerazione della disuguaglianza e asimmetria tra uomo e donna: anche se il feto avesse valore dovrebbe essere sacrificato, secondo tale prospettiva, al fine di realizzare l'uguaglianza dei sessi e riequilibrare i rapporti di potere. (Laura Palazzani)
- L'aborto è il più grande distruttore della pace perché, se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io uccida te e che tu uccida me? Non c'è più nessun ostacolo. (Madre Teresa di Calcutta)
- L'aborto [per il femminismo] è inteso come un metodo per il controllo della sessualità e per l'amplificazione della libertà sessuale identificata con il controllo delle nascite, se i metodi contraccettivi non funzionano o come metodo alternativo ai metodi contraccettivi. (Laura Palazzani)
- L'aborto è un crimine incredibile che si commette con una leggerezza credibilissima. Io non posso far altro che ribadire quello che credo: nessuno ha il diritto di uccidere un innocente. Non mi permetto di giudicare una donna che abortisce, ma giudico severamente una società che invece di farsi carico della maternità trasforma, nel regno delle idee, l'uccisione dell'innocente assoluto in un diritto festoso sostenuto da cortei, balletti, striscioni e impone, nei fatti, non solo la desacralizzazione della vita ma la riduzione dell'uomo a materiale organico atto allo scarto o alla sperimentazione. (Giovanni Lindo Ferretti)
- L'aborto è un dramma orribile, una scelta tragica. La vita è sacra e va rispettata. Dio ce l'ha data e l'uomo non ha il diritto di distruggerla. (Fiorella Mannoia)
- L'aborto è un vero e proprio omicidio, poiché è l'uccisione deliberata e diretta di un essere umano. (Carlo Caffarra)
- L'aborto è una morte doppia, di una mamma e di un bambino. (Costanza Miriano)
- L'aborto non è omicidio. Abortire è un diritto spesso negato in Italia. La direzione di strutture sanitarie, di dipartimenti o la presidenza di policlinici, ad esempio, sarebbero – a senso – ruoli incompatibili con l'obiezione di coscienza. Altrove in Europa, gli obiettori non possono essere ginecologi, ma dentisti, cardiologi, ortopedici: non gli è preclusa alcuna carriera. In Italia, anzi, sembra che le cose siano esattamente all'opposto: fa carriera il medico obiettore, quello cioè che non mette in discussione le radici cattoliche del Paese, in cui gli ospedali pubblici continuano ad avere padiglioni dedicati a santi cattolici. (Roberto Saviano)
- La legalizzazione dell'aborto non obbliga nessuna donna ad abortire se non lo vuole. Non obbliga nessuno a considerare l'aborto moralmente legittimo. Permette solo a tutte coloro che non possono, o non vogliono, portare avanti una gravidanza di farlo nelle migliori condizioni, senza «pagare» un prezzo eccessivo per una scelta che, lo ripeto, non è mai banale. Al contrario, coloro che vogliono criminalizzare l'aborto non solo cercano di imporre agli altri la loro concezione del mondo e della morale, ma sono anche «indifferenti» di fronte alle tragiche conseguenze che potrebbe avere, per molte donne, il fatto di tornare a praticare l'aborto clandestino. (Michela Marzano)
- Kant ci ha insegnato che l'uomo va trattato sempre come un fine e mai come un mezzo. Obbligare le donne alla generazione ogni volta che sono, rimangono incinte, significa trattare il corpo delle donne come mezzo di riproduzione, ma trattare il corpo della donna come mezzo di riproduzione confligge appunto con l'indicazione di Kant, che poi non è solo quella di Kant ma anche l'indicazione cristiana, che l'uomo va trattato come un fine e non come un mezzo, che l'uomo è persona e non strumento di generazione. Il problema si ripropone in Italia a causa della sudditanza generalizzata dei politici italiani nei confronti delle esigenze della Chiesa cattolica: io quando vedo le genoflessioni sia a destra che a sinistra nei confronti della Chiesa cattolica, mi domando: dov'è mai lo Stato italiano? Il quale per definizione come ogni Stato deve essere laico, intendendo con la parola laico, laico è una parola greca che vuol dire "bene comune". Allora il laico è colui che deve farsi carico delle istanze di tutti, non delle istanze di un principio di fede: questa è una cosa molto importante. I laici ritengono poi di non poter disporre di una morale che non discenda dal voler di Dio, ma una morale che discende dal volere di Dio è tipica delle morali primitive, dove gli uomini non sapendo dare delle leggi a se stessi hanno dovuto ancorarla ad una volontà superiore. Ma dopo abbiamo avuto l'illuminismo, abbiamo cominciato a ragionare; anche se con poco coraggio, il nostro cervello lo sappiamo anche usare. E allora a questo punto è possibile benissimo costruire una morale laica, fondata innanzitutto su quel principio di Kant che abbiamo segnalato, e poi su un altro principio, molto importante: che la morale è fatta per gli uomini, non gli uomini per la morale. Questa è un'altra frase di Kant che fa, che riproduce esattamente con un altro linguaggio quello che Gesù Cristo aveva detto: il sabato è fatto per gli uomini, non gli uomini per il sabato. Cioè: guai a piegare l'uomo alla legge e assumere la legge come giudizio nei confronti dell'uomo, perché quello che c'è da salvare non è il principio della legge, quello che c'è da salvare è l'uomo. (Umberto Galimberti)
- L'idea della legge era affidare a persone competenti questo lavoro di consigliare e di cercare le soluzioni che possano evitare l'aborto, perché questo è scritto chiaramente nelle legge. Se poi nei consultori si mandano dei propagandisti per i quali l'aborto è un omicidio a confrontarsi con donne che soffrono, violandone la privacy ed esacerbando stati d'animo angosciati delle donne, questo potrebbe essere solo un grave danno e non contribuirebbe alla pace sociale né alla decisione responsabile che devono prendere le donne. (Giovanni Berlinguer)
- L'aborto doveva essere facilissimo. Come mai le violente commozioni della giornata di Villalilla e di quella notte, gli sforzi, gli spasmi, le contratture, non l'avevano provocato? Tutto m'era avverso, tutti i casi congiuravano contro di me. E la mia ostilità diveniva più acre. Impedire che il figlio nascesse divenne il mio segreto proposito. Tutto l'orrore della nostra condizione veniva dall'antiveggenza di quella natività, dalla minaccia dell'intruso. Come mai Giuliana, al primo sospetto, non aveva tentato ogni mezzo per distruggere il concepimento infame? Era stata ella trattenuta dal pregiudizio, dalla paura, dalla ripugnanza istintiva di madre? Aveva ella un senso materno anche per il feto adulterino? (Gabriele d'Annunzio)
- L'aborto non è un atto liberante della donna: anzi, la costituisce per sempre, in un certo senso, in una schiavitù interiore: nessun «intervento umano» può liberarla. (Giorgio La Pira)
- La legge 194 ha rappresentato e rappresenta una conquista di civiltà per le donne che sono state sottratte alla tragedia degli aborti clandestini e che, come sai, è stata ribadita dalla volontà popolare con un referendum che ha visto la stragrande maggioranza degli italiani e delle italiane (27 milioni, oltre l'88% dei votanti) pronunciarsi contro la proposta di abrogazione della legge. (Stefania Prestigiacomo)
- La legge si propone: di azzerare gli aborti terapeutici; di ridurre gli aborti spontanei; di assistere quelli clandestini. Si propone inoltre di favorire la procreazione cosciente, di aiutare la maternità, di tutelare la vita umana dal suo inizio. (Giovanni Berlinguer)
- Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l'aborto è un crimine. (Mahatma Gandhi)
- Nel nostro secolo un altro cimitero deve essere aggiunto alla lista della crudeltà umana: quello dei mai nati. (Papa Giovanni Paolo II)
- Noi americani in effetti abitiamo in una specie di Matrix: andiamo al lavoro, paghiamo le tasse, ci facciamo un'overdose di Netflix, passiamo da un bar all'altro – e quando una vita appena concepita e le sue esigenze destabilizzanti si intromettono nella nostra autonomia, possiamo recarci in anonimi edifici dove «se ne prendono cura» [...]. Il nostro stile di vita, ossessionato dall'autonomia, oscura – ed è reso possibile da – l'industria dell'aborto. La cultura di morte è l'orribile essenza della nostra modernità laica e progressista, che tratta gli esseri umani al pari di tessuti, mentre stende un velo alla Matrix davanti ai nostri occhi – un velo che la maggior parte di noi, anche molta gente contraria all'aborto, contribuisce a tessere, rifiutandosi di fissare lo sguardo proprio su quell'essenza orribile, su quel che accade all'interno di quegli edifici anonimi. (Sohrab Ahmari)
- Noi partivamo dal principio fondamentale di libertà femminile: una donna non può essere obbligata a diventare madre, la maternità inizia con un sì. Ma tendevamo a sottolineare che l’aborto non è un diritto. Un diritto ha sempre un contenuto positivo. L’aborto è un rifiuto, un ripiego, una necessità. La donna che non vuole diventare madre subisce un intervento violento sul suo corpo per estirpare questo inizio di vita. Pensavamo, e pensiamo tuttora, che se si fa dell’aborto un diritto, si autorizza l’irresponsabilità degli uomini. (Luisa Muraro)
- Non la penso come coloro i quali affermano che un feto e a maggior ragione un embrione non è ancora un essere umano. Secondo me, noi siamo ciò che saremo fin dall'istante in cui si accende quella goccia di vita. E l'idea di abortire non mi ha mai sfiorato il cervello. Anzi, mi ha sempre inorridito [...] L'idea che in America si conservino trecentomila embrioni umani congelati e che almeno centomila se ne conservino in Europa, almeno trentamila in Italia, Dio sa quanti in Cina e negli altri paesi senza controllo, mi inorridisce quanto l'idea di aborto. (Oriana Fallaci)
- Per non aver saputo celebrare l'aborto e legalizzare il cannibalismo, le società moderne dovranno risolvere le loro difficoltà adottando procedimenti ben più sbrigativi. (Emil Cioran)
- Quando cardinali e vescovi avranno sperimentato la loro prima gravidanza, le loro prime doglie, e avranno cresciuto un paio di bambini col salario minimo, allora sarò lieto di ascoltare cosa avranno da dire sull'aborto. (George Carlin)
- Quando gli assedianti di una clinica dove si pratica l'aborto dichiarano di essere «per la vita», possiamo essere certi che ad angustiarli non è quella della spaurita adolescente incinta; e in gioco non è tanto la sopravvivenza del feto, bensì la misura del controllo maschile sul corpo delle donne che questa società è disposta a concedere. (Robert Hughes)
- [In occasione dell'anniversario delle legge statunitense sull'aborto] Quarantadue anni fa la Corte Suprema degli Stati Uniti emise la sua sentenza nel caso "Roe contro Wade"[1], una decisione che protegge la libertà di una donna di fare le proprie scelte sul suo corpo e sulla sua salute, e che riafferma un valore americano fondamentale, e cioè che il governo non dovrebbe intromettersi nella nostre più private e personali faccende familiari. (Barack Obama)
- Questo è un appello alle buone coscienze che gioiscono per la moratoria sulla pena di morte nel mondo, votata ieri all'ONU da 104 paesi. Rallegriamoci, e facciamo una moratoria per gli aborti. [...] condanniamo in linea di principio la soppressione legale di un essere umano senza guardare ai suoi motivi, che in qualche caso, in molti casi, sono l'aver inflitto la morte ad altri. Bene, anzi male. Il miliardo e più di aborti praticati da quando le legislazioni permettono la famosa interruzione volontaria della gravidanza riguarda persone legalmente innocenti, create e distrutte dal mero potere del desiderio, desiderio di non averli e di odiarsi fino al punto di amputarsi dell'amore. È lo scandalo supremo del nostro tempo, è una ferita catastrofica che lacera nel profondo le fibre e il possibile incanto della società moderna. È oltre tutto, in molte parti del mondo in cui l'aborto è selettivo per sesso, e diventa selettivo per profilo genetico, un capolavoro ideologico di razzismo in marcia con la forza dell'eugenetica. Rallegriamoci, dunque, in alto i cuori, e dopo aver promosso la Piccola Moratoria promuoviamo la Grande Moratoria della strage degli innocenti. Si accettano irrisioni, perché le buone coscienze sanno usare l'arma del sarcasmo meglio delle cattive, ma anche adesioni a un appello che parla da solo, illuministicamente, con l'evidenza assoluta e veritativa dei fatti di esperienza e di ragione. (Giuliano Ferrara)
- Se avessimo a cuore le donne, se le amassimo veramente, le aiuteremmo a capire che l'aborto crea una ferita che non si rimargina più; le aiuteremmo a non arrivare ad un atto di così grande crudezza. (Ernesto Olivero)
- Se gli uomini potessero concepire, a quest'ora l'aborto sarebbe un sacramento. (Florynce Kennedy)
- Se gli uomini potessero restare incinti l'aborto diventerebbe un sacramento. (Lore Lorentz)
- Se gli uomini restassero incinti, potresti avere un aborto anche dal barbiere. (Daniele Luttazzi)
- Se l'uomo non è più sicuro neppure nel seno di sua madre e nei confronti di sua madre, dove e nei confronti di chi potrà sentirsi sicuro? (Carlo Caffarra)
- Sono traumatizzato dalla legalizzazione dell'aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell'omicidio. Nei sogni, e nel comportamento quotidiano – cosa comune a tutti gli uomini – io vivo la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne: so che là io ero esistente. (Pier Paolo Pasolini)
- – Tu eri una tossicomane, un pezzo di merda e i tuoi figli se fossero nati sarebbero stati dei tossicomani e pezzi di merda. Perciò interrompendo quelle gravidanze tu hai risparmiato alla società il flagello della tua prole. Insomma, se ci pensi, è una benedizione.
– Non l'avevo mai vista in questo modo.
– Be', forse dovresti, no? Magari dovresti smettere di punirti. Che cosa fa una buona madre? Una madre fa ciò che è meglio per i suoi figli e magari la cosa migliore per i tuoi figli era eliminarli prima di costringerli a fare una vita miserabile. (Orange Is the New Black) - Un'infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto. (Roberto Vannacci)
- Vi sono delle grandi carenze, dei grandi «vuoti», nelle strutture sociali e giuridiche non adeguate (come dovrebbero essere) alla tutela dei nascituri? Siano eliminate -con grande urgenza e determinazione- con provvedimenti legislativi adeguati: ma mai col togliere l'essere, la vita, al nascituro. (Giorgio La Pira)
- Vorrei che sul tema dell'aborto gli uomini si astenessero. Per una donna la decisione di abortire è dolorosa, troppo dolorosa, e troppo delicata. Da donna, sono stanca di sentire eresie (queste sì), che giudicano l'interruzione di gravidanza come forma di contraccezione. Chi dice queste cose, è troppo lontano dalla realtà della vita per permettersi un giudizio. Solo una donna può capire che cosa vuol dire rinunciare a una gravidanza. È qualcosa che, anche con le migliori intenzioni, gli uomini non possono capire. (Fiorella Mannoia)
- Amo uccider feti, tutto ciò mi fa arrapare, | ho un alieno dentro, è un intruso da scacciare, | prendi il feto, uccidi il feto, prendi il feto, uccidi il feto, | brrap brrap pew pew, brrap brrap pew pew | sono un bel delfino, se avessi quel bambino sarebbe un grande intralcio, no, preferisco dargli un calcio | prendi il feto, uccidi il feto, prendi il feto, uccidi il feto, | brrap brrap pew pew, brrap brrap pew pew | però a volte ho dubbi e non riesco a dormir | se penso al battito del suo cuore mi sento morir | e prego Dio questo mio feto già abbia un'anima | perché voglio soffrir quando dal buco mi uscirà.
- – Gli aborti sono necessari? Secondo una teoria, quando una donna ha una gravidanza indesiderata il corpo riesce a disintegrare il feto trasformandolo in particelle gassose che vengono espulse scorreggiando.
– Dove ha sentito questa suggestiva teoria delle scorregge?
– Non mi sovviene. Forse nella Bibbia?
– Grazie per il chiarimento! - – Sto per abortire!
– Oh, questo mi ricorda che ho avuto la mia bella fetta di aborti negli anni novanta. Be', non li ho avuti io, li ho pagati. Spero che quelle donne abbiano abortito davvero e non si siano tenute... i miei soldi.
- L'aborto è un'esperienza di morte. È il tramonto del potenziale umano, del rapporto umano, della responsabilità, del senso materno, della relazione con l'altro e dell'innocenza. Una perdita di questo tipo raramente viene vissuta senza conflitto e contrasto interiore.
- Memorie e sentimenti irrisolti inerenti l'aborto diventano fonte di pressione che può esplodere a distanza di anni in modi inaspettati. Presto o tardi i sentimenti irrisolti dovranno essere affrontati, spesso con l'emergere di disturbi emotivi o comportamentali.
- Troppo spesso l'aborto è la scelta di qualcun altro e troppo spesso sentiamo donne che dicono di non aver avuto altra scelta se non quella dell'aborto.
- Ancora una volta si vuole limitare o eliminare il valore supremo della vita e ignorare i diritti dei bimbi a nascere. L'aborto non è mai una soluzione. Quando si parla di una madre incinta, parliamo di due vite: entrambe devono essere preservate e rispettate perché la vita è un valore assoluto.
- Il problema morale dell'aborto è di natura pre-religiosa perché è nel momento del concepimento che risiede il codice genetico della persona. Lì è già presente l'essere umano. Ecco perché separo il tema dell'aborto da qualsiasi concezione religiosa. Perché è piuttosto un problema scientifico. Impedire lo sviluppo di un essere che ha già in sé l'intero codice genetico di un individuo non è etico. Il diritto alla vita è il primo dei diritti umani. Abortire equivale a uccidere chi non ha modo di difendersi.
- L'aborto non è un "male minore". È un crimine. È fare fuori uno per salvare un altro. È quello che fa la mafia. È un crimine, è un male assoluto. [...] Non bisogna confondere il male di evitare la gravidanza, da solo, con l'aborto. L'aborto non è un problema teologico: è un problema umano, è un problema medico. Si uccide una persona per salvarne un'altra – nel migliore dei casi – o per passarsela bene. È contro il Giuramento di Ippocrate che i medici devono fare. È un male in se stesso, ma non è un male religioso, all'inizio, no, è un male umano. Ed evidentemente, siccome è un male umano – come ogni uccisione – è condannato. Invece, evitare la gravidanza non è un male assoluto.
- Chiunque tenti un aborto sta commettendo un atto contro l'intera società ed il futuro, ogni giudice o dottore che raccomandi un aborto dovrebbe immediatamente essere privato della sua posizione o del suo titolo, non importa quali siano le sue «ragioni».
- Gran parte dei bambini riconosciuti deboli di mente sono, in effetti, dei casi di tentato aborto; questi engram li mettono in uno stato di paura paralizzante o paralisi regressiva che comanda loro di non crescere, ma di rimanere dove sono, per sempre.
- Il tipico caso di tentato aborto quasi sempre trascorre un'infanzia ed una adolescenza piena di episodi in cui la mamma gli assicura che non gli sarà possibile ricordare nulla del periodo in cui era bambino. Non vuole che egli ricordi l'abilità di lei, anche se senza successo, nel maneggiare strumenti vari.
- L'uomo che entra e dice di avere un brutto dolore allo stomaco «come se un filo di rame da 3/10 mi stesse perforando», è abbastanza probabile che, nel corso di un tentativo di aborto, sia stato perforato da un filo di rame da 3/10 o si sia parlato di una cosa del genere mentre egli era in preda al dolore.
- Non è difficile trovare, in un aberrato, venti o trenta tentativi di aborto, ognuno dei quali poteva comportare delle trafitture del corpo o del cervello.
- Una società che sopprime il sesso come un qualcosa di malvagio e che è aberrata a un punto tale che molti suoi membri sono implicati in tentativi di aborto, è una società che sta condannando se stessa ad una follia sempre in aumento, poiché è stato stabilito scientificamente che i tentativi di aborto sono le cause principali dell'aberrazione. Il bambino che ha subito un tentativo di aborto è condannato a vivere con degli assassini che lui, reattivamente, riconosce come tali, per tutta la durata di un'infanzia debole e disperata.
- In che modo qualcuno avrebbe potuto convincermi a non abortire? La frase giusta sarebbe stata questa: «Secondo te cosa deluderebbe di più i tuoi genitori? Scoprire che sei incinta, o sapere che tu hai tolto la vita al loro nipote?».
- Io penso che le vittime di un aborto siano tre: il bambino, la mamma e la società. Perché la società perde così tanto con l'aborto.
- L'aborto uccide i bambini non nati e ferisce irreparabilmente la donna. Le donne dovrebbero sapere cosa sta succedendo dentro il loro corpo e al loro bambino. Questo è l'autentico consenso informato.
Note
[modifica]- ↑ Vedi w:Roe contro Wade.
Voci correlate
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[modifica]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «interruzione di gravidanza»
- Commons contiene immagini o altri file sull'interruzione di gravidanza