Baltasar Gracián

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Baltasar Gracián y Morales

Baltasar Gracián y Morales (1601 – 1658), scrittore spagnolo.

Citazioni di Baltasar Gracián[modifica]

  • A volte tra un uomo e un altro c'è tanta differenza quanta tra un uomo e una bestia.[1]
  • In ogni cosa fuggi dall'eccesso.[1]
  • La fiducia è la madre della disattenzione.[2][1]
  • Le parole giuste rendono la bocca profumata.[3]
  • Non si contenta l'ingegno, come il giudizio, della pura e semplice verità, ma aspira alla bellezza.[4]
  • Si applaudono le sciocchezze di un ricco mentre non si presta neppure orecchio alle massime di un povero.[1]

El Criticón[modifica]

  • Ciascuno mostra quello che è dagli amici che ha.[5]
  • Il primo passo verso l'ignoranza è presumere di sapere, e molti saprebbero se non pensassero di sapere.[1]
  • Minor male ti farà un uomo che ti perseguita che una donna che ti segue.[1]

L'Eroe[modifica]

  • Un fiume rimane formidabile, fino a quando non gli si scopre un guado, e venerato rimane un uomo fino a che non si conosce un limite alla sua capacità; perché una profondità presunta ma ignorata serve sempre a mantenere il prestigio con l'incertezza. (da Pregio I, Che l'eroe non lasci penetrare il fondo del suo pensiero, p. 39)
  • Che tutti ti conoscano, ma nessuno ti penetri [...] (da Pregio I, Che l'eroe non lasci penetrare il fondo del suo pensiero, p. 42)
  • Conosciute le passioni, sono conosciute le entrate e le uscite di una volontà, ed è acquistata la signoria su di essa per sempre. (da Pregio II, Dominare la volontà, p. 44)
  • Alessandro sconciò la fama delle sue prodezze con la volgarità dei suoi furori, e smentì i trionfi tante volte acquistati con l'avvilirsi dinanzi alle più basse passioni. Gli servì a poco aver conquistato un mondo, se perdette il patrimonio di un principe, che è la reputazione. (da Pregio II, Dominare la volontà, p. 44)
  • Sono tanto felici le pronte risoluzioni dell'ingegno, quanto casuali quelle della volontà. E sono siffatte ali per la grandezza che molti con esse si sollevarono dal centro della polvere a quello del sole lucente. (da Pregio III – La maggior dote di un eroe, p. 48)
  • Si gustano di più i buoni bocconi che la sorte offre, se li accompagna l'agrodolce del pericolo. (da Pregio XI, Che l'eroe sappia abbandonarsi quando guadagna con la fortuna, p. 82)
  • La fortuna è una corsara che aspetta che i vascelli siano caricati. L'unico mezzo per spezzarne le trame sia l'affrettarsi a buon porto. (da Pregio XI, Che l'eroe sappia abbandonarsi quando guadagna con la fortuna, p. 82)
  • Quell'unico Corvino, gloria dell'Ungheria, soleva dire e più ancora mettere in pratica, che la grandezza d'un eroe consisteva in due cose: nello stender la mano alle imprese ed alle penne, poiché le lettere d'oro incatenano l'eternità. (da Pregio XI, Il favore della gente, p. 86)
  • La disinvoltura, anima di ogni pregio, vita d'ogni perfezione, bellezza delle azioni, grazia delle parole e incanto d'ogni buon gusto, lusinga l'intelligenza e ne fa mirabile l'esplicazione.
    È un ornamento per gli stessi ornamenti ed è in se stessa una bellezza. Gli altri pregi servon d'ornamento alla natura; ma la disinvoltura dà rilievo ai pregi stessi. Di modo che è la perfezione della perfezione stessa, in quanto è trascendentale bellezza, e procaccia la generale stima.
    Consiste in una certa facilità, in un'indicibile gagliardia, tanto nel dire come nel fare, e persino nel ragionare.
    Per la maggior parte essa è innata, come è confermato dall'osservazione. Per la minore, fino ad ora mai s'è assoggettata ad un precetto, perché è superiore ad ogni arte.
    Perché sa insignorirsi dell'altrui simpatia, l'hanno chiamata «arpione»; perché è impercettibile, «grazia»; perché è intraprendente «brio»; perché è elegante, «disinvoltura»; perché è facile, «allegria». Ma tutti questi nomi glieli hanno ricercati il desiderio ed al tempo stesso la difficoltà di definirla. (Pregio XIII, Della disinvoltura, p. 87)
  • Ogni chiarezza discende dal padre, e proprio in linea retta. La virtù è figlia della luce ausiliante, ed ha così un'eredità di splendore. La colpa invece è un mostro abortito dalla cecità, ed eredita quindi l'oscurità.
    Ogni eroe partecipò tanto di fortuna e di grandezza, quanto di virtù, poiché esse corron parallele dalla nascita alla morte. (da Pregio ultimo e corona, Ecco il miglior gioiello della corona, ecco la fenice tra i pregi di un eroe, p. 107)

Oracolo manuale e arte di prudenza[modifica]

Incipit[modifica]

Si richiedon più cose oggi per un solo savio di quante ne occorressero anticamente per sette; e ci vuole più abilità per trattare con un solo uomo in questi nostri tempi, che non per avere a che fare con un popolo intero in passato.[6]

Citazioni[modifica]

  • Il silenzio prudente e cauto è il santuario della saggezza. (da Mantenere in dubbio gli altri intorno alle proprie qualità, p. 34)
  • Un uomo privo di istruzione è un mondo al buio. (da Il sapere e il valore concorrono entrambi a dar grandezza, p. 35)
  • L'aver fede nella gratitudine vile significa derubare la speranza nobile: questa ha sempre buona memoria, mentre quella è facile all'oblìo. (da Far dipendere gli altri da sé, p. 35)
  • La fortuna si desidera e talvolta perfino si aiuta; la fama, bisogna sudarsela. (da Fortuna e fama, p. 37)
  • L'artificio offre rimedio al male e perfeziona il bene. (da Natura e arte; materia e opera, p. 38)
  • [...] degli amici bisogna farsi dei maestri, unendo l'utile dell'apprendere con il piacere del conversare. (da Trattare con chi può insegnarci qualcosa, p. 38)
  • Milizia è la vita dell'uomo, contro la malizia dell'uomo. (da Operare intenzionalmente, sia con franchezza, sia con doppiezza, p. 39)
  • La scienza non sostenuta dal senno è raddoppiata follia. (da Sapere, ma con buona intenzione, p. 41)
  • Ottiene di più una mente mediocre grazie all'applicazione che un ingegno eccellente senza di essa. La reputazione s'acquista a prezzo di fatica; e ciò che costa poco vale anche poco. (da Applicazione e genialità, p. 41)
  • La speranza è la più grande falsificatrice della verità [...]. (da Non intraprender nulla dopo aver suscitato eccessiva aspettazione, p. 42)
  • Le cose seguono le loro vicende, e persino per l'eccellenza vi è una moda. Ma la sapienza ha in sé un vantaggio, ed è che è eterna, e se anche questo non è il secolo per lei, altri molti lo saranno. (da L'uomo appartiene al suo tempo, p. 42)
  • Le verità che più ci importano ci vengon sempre dette a mezza bocca: chi è perspicace le colga a volo e le intenda [...]. (da Il buon intenditore, p. 44)
  • C'è chi stima i libri dal loro peso, quasi che si scrivesse per fare esercizio di braccia più che di ingegno. (da Badare più all'intensità che all'estensione, p. 45)
  • Una scorpacciata di generici plausi non soddisfa il saggio. Vi sono alcuni talmente avidi di popolarità, da riporre ogni diletto non già nelle soavissime brezze di Apollo, ma nell'alito del volgo. (da Non esser volgare in nulla, p. 45)
  • [...] l'uomo prudente va con i piedi di piombo e preferisce peccare per difetto che per eccesso. Le vere eccellenze sono rare; conviene quindi temperare la lode. (da Non esagerare mai, p. 51)
  • Il prudente rifugge tanto dall'esser contraddetto quanto dal contraddire: tanto è rapido e pronto nel censurare, quanto è cauto nel dar pubblicità alla censura. Il pensiero è libero e non si può né si deve violentare; si rifugia nel sacro asilo del silenzio, e se talora si rivela, lo fa all'ombra di pochi prudenti e saggi. (da Pensare come i meno e parlare come i più, pp. 52-53)
  • La maggior perfezione delle azioni è assicurata dalla padronanza di sé con cui si fanno. (da Usare degli accorgimenti, ma non abusarne, p. 53)
  • Uno dei grandi privilegi della saggezza è quello di non scomporsi mai. (da Non scomporsi mai, p. 56)
  • La diligenza mette in atto rapidamente ciò che l'intelligenza ha maturamente pensato. (da Diligente e intelligente, p. 56)
  • Al leone morto, persin le lepri tiran la criniera. (da Essere risoluti a tempo e luogo, p. 57)
  • Il prudente indugio ammannisce i successi e matura i segreti. La stampella del tempo giova più ed è più efficace della clava ferrata di Ercole. (da L'uomo che sa aspettare, p. 57)
  • Gran vantaggio è quello d'esser primi a giocare, perché a carte uguali si vince. (da L'eccellenza dell'essere primo, p. 61)
  • È meno dannosa la cattiva esecuzione che l'irresolutezza. (da Uomo risoluto, p. 66)
  • La Stoltezza si caccia sempre avanti impetuosamente, giacché tutti gli sciocchi sono audaci. (da Abilità nel tentare, p. 69)
  • L'orecchio è la seconda porta[7]della verità, ma è la porta principale della menzogna. (da Attenzione ad essere informati, p. 69)
  • La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca [...]. (da Attenzione ad essere informati, p. 70)
  • [...] la consuetudine sminuisce l'ammirazione [...]. (da Adoprarsi per rinnovare il proprio splendore, p. 70)
  • Il diritto spinto all'eccesso diviene torto, e l'arancia troppo strizzata sprizza umore amaro. (Non spingere mai all'estremo né il male né il bene, p. 70)
  • All'uomo prudente giovano più i nemici che allo sciocco gli amici. (da Sapersi servire anche dei nemici, p. 71)
  • Il saggio sa farsi dell'avversione altrui uno specchio più fedele che quello dell'affetto [...]. (da Sapersi servire anche dei nemici, p. 71)
  • Grande infelicità è non servire a nulla, ma non minore infelicità è servire a tutto [...]. (da Non fare il due di briscola, p. 72)
  • Quanto più fa luce una torcia, tanto più si consuma e tanto meno dura. (da Non fare il due di briscola, p. 72)
  • È assai facile farsi cattiva fama, perché il male è sempre credibile e si fatica molto a cancellarlo. (da Prevenire le voci maligne, p. 72)
  • L'indugio del prudente gareggi con l'acume del perspicace: con chi ha occhi di lince per scrutare il pensiero, si usi l'inchiostro di seppia per nascondere il proprio intimo. (da Dominare la volontà, p. 77)
  • È una massima ben nota ai saggi: abbandonare le cose prima che esse ci abbandonino. (da Non aspettare d'essere un sole che tramonta, p. 82)
  • Il gusto universale ha il primo voto in ogni ordine di cose. E perciò è giocoforza seguirlo per il momento e proporselo a modello; bisogna adattarsi al presente, anche se ci par meglio il passato [...]. (da Vivere secondo la moda, p. 86)
  • Le mancanze non si avvertono soltanto in chi si fa notar poco. (da Non farsi libello[8] contro gli altri, p. 89)
  • Il credito si fonda più sulla cautela che sui fatti, e perciò se uno non è casto sia almeno cauto.[9]. (da Sciocco non è chi commette la sciocchezza, ma chi, dopo averla commessa, non la sa nascondere, p. 89)
  • I doveri dell'amicizia ammettono una sola eccezione: quella di non confidare all'amico i propri difetti, che, se fosse possibile, non dovrebbero esser confidati neppure a se stessi. (da Sciocco non è chi commette la sciocchezza, ma chi, dopo averla commessa, non la sa nascondere, p. 89)
  • Le cose non vengono tenute in conto per quel che sono, ma per quel che appaiono. (da Fare e far figurare quel che si fa, p. 91)
  • [...] il medico sapiente deve essere tanto esperto per prescrivere un rimedio quanto per non prescriver nulla; e a volte l'arte somma consiste proprio nel non adottare nessuna medicina. (da L'arte di lasciar correre, p. 94)
  • Non ci si vendica mai bene, ricorrendo al male. (da Non appigliarsi sempre al peggior partito, solo per caparbietà, p. 96)
  • Nessuno è tanto perfetto da non aver bisogno qualche volta di ammonimenti. Ed è uno sciocco senza rimedio colui che non li ascolta. (da Non essere inaccessibile, p. 99)
  • La luna, finché è sola nel cielo, campeggia su tutte le stelle; ma quando poi spunta il sole o scompare, o non si vede più. Non v'accostate mai a chi vi può eclissare, ma a chi vi può mettere in evidenza. (da Non star mai in compagnia di chi ci può sminuire, p. 101)
  • Per acquistare stima, bisogna accostarsi ai più eminenti; una volta acquistata, star fra i mediocri. (da Non star mai in compagnia di chi ci può sminuire, p. 102)
  • Pochi sono gli amici di un uomo in sé, e molti quelli della sua buona sorte. (da Gli amici d'elezione, p. 104)
  • Val meglio essere ingannati sul prezzo che sulla qualità della merce. (da Non ingannarsi nel giudicar le persone, p 104)
  • La distanza giova a purificare certi difetti che di presenza risultavano intollerabili. (da Saper usare degli amici, p. 104)
  • Non c'è deserto peggiore che una vita senza amici: l'amicizia moltiplica i beni e ripartisce i mali.[10] (da Saper usare degli amici, p. 105)
  • L'invidioso non muore in una volta sola, ma tante volte quante l'invidiato vive salutato dal comune plauso [...]. (da Saper trionfare sull'emulazione[11] e sulla malevolenza, p. 106)
  • C'è sempre tempo per lanciare una parola, ma non sempre per riprenderla. Bisogna parlare come si parla quando si fa testamento: meno parole, meno contestazioni. (da Parlare con accortezza, p. 105)
  • Vincere turpemente non è vittoria, ma sconfitta. (da Far buona guerra, p. 108)
  • Le teste vuote s'appagano di vento. Le parole debbono invece esser pegno delle opere, e solo così possono avere un valore. (da Distinguere l'uomo che parla da quello che agisce, p. 108)
  • Nessuno può fissare il sole mentre risplende, ma tutti lo guardano durante l'eclisse. (da Star più attenti a non sbagliarne una, che a imbroccarne cento, p. 110)
  • Son più numerosi i giorni che le buone occasioni. (da Non vivere troppo in fretta, p. 112)
  • Gli astri mantengono tutti il loro splendore perché non ci sfiorano nemmeno. La divinità esige decoro; la troppa confidenza ingenera e facilita il disprezzo. (da Evitare la troppa confidenza dei modi, p. 113)
  • Un cuore senza segretezza è come una lettera aperta. (da La riservatezza è il coronamento della capacità, p. 114)
  • [...] non mostra d'essere veramente grande chi bada ad ogni piccolezza. (da Non essere cerimoniosi, p. 117)
  • Per vivere, lasciar vivere. I pacifici non solo vivono, ma regnano. Bisogna vedere e udire, ma saper tacere. (da Uomo pacifico, uomo di lunga vita, p. 120)
  • Non c'è nessuno al mondo che non possa diventare maestro di un altro in qualche cosa [...]. (da Saper stimare al giusto, p. 122)
  • Le parole sono i fantasmi dei fatti[12]: quelle infatti son femmine, e questi maschi.[13] [...] Le azioni sono la sostanza stessa della vita, mentre i bei discorsi ne sono soltanto l'ornamento: l'eminenza nelle opere dura, quella nei detti passa. (da Per fare un uomo consumato, occorrono parole e fatti, p. 125)
  • Il disprezzo è anche la più politica delle vendette. (da Sapersi avvalere del disprezzo, p. 126)
  • Non c'è vendetta che valga quanto l'oblio, giacché esso basta a seppellire il nemico nella polvere del suo nulla. (da Sapersi avvalere del disprezzo, p. 126)
  • [...] sebbene molti muoiano da sciocchi, son pochi gli sciocchi che muoiono. (da Non morire del male dello sciocco, p. 128)
  • [...] la menzogna è così fatta che per sostenersi ha bisogno di molte altre menzogne. (da Da una sola sciocchezza non farne nascere due, p. 131)
  • [...] non saper rimediare a un male è cosa peggiore del male stesso. (da Da una sola sciocchezza non farne nascere due, p. 131)
  • Saper cedere a tempo vuol dir molto. Chi raggiunge il suo scopo non perde mai la reputazione. (da Quando non ci si può vestire della pelle del leone, converrà vestirsi di quella della volpe[14])
  • La lingua è una belva che, se una volta si scioglie, è poi difficilissimo che si possa rimettere in catene. (da L'uomo tardo a decidere si dimostra prudente, p. 134)
  • Il saggio si risparmia travagli e collere, e mostra fino a che punto sia padrone di sé; procede con circospezione, simile ad Argo[15] nello scrutar le cose e simile a Giano[16] per la sua equità. Avrebbe fatto meglio Momo[17], se invece di desiderare che l'uomo avesse un finestrino nel petto, gli avesse augurato d'aver gli occhi nelle mani. (da L'uomo tardo a decidere si dimostra prudente, pp. 134-135)
  • Alcuni son fatti come il vasellame nuovo, che s'impregna del primo odore, buono o cattivo che sia. (da Non lasciarsi dominare dalla prima impressione, p. 136)
  • La prima sosta di una bella vita si spenda nel parlare con i morti; noi nasciamo per apprendere e per conoscerci, e i libri, servendoci fedelmente, fan di noi persone. (da Saper ripartire saggiamente la nostra vita, p. 138)
  • Infelice è il cavallo, il cui padrone non ha occhi, perché non ingrasserà mai. (da Aprir gli occhi per tempo, p. 138)
  • Chi ha comunicato i suoi segreti ad un altro, ne è divenuto lo schiavo [...]. (da Non spartire mai un segreto con chi è più potente, p. 142)
  • [...] i segreti non s'hanno né da dire né da ascoltare. (da Non spartire mai un segreto con chi è più potente, p. 142)
  • [...] vi son casi in cui la miglior sapienza consiste nel mostrare di non sapere. Non si deve ignorare, ma mostrare di ignorare. (da Sapersi servire della stoltezza, p. 143)
  • Non è sciocco chi ostenta di esser tale, ma colui che davvero lo è [...] (da Sapersi servire della stoltezza, p. 143)
  • Quando le nostre parole e le nostre azioni piacciono a tutti, bisognerà preoccuparsi, perché sarà indice che non son buone: la perfezione, infatti, può piacere soltanto a pochi. (da Ragionare qualche volta in modo originale e fuor del comune, p. 145)
  • Ci sono uomini che ascoltano sempre l'ultimo che parla; e questo è il colmo dell'insipienza. (da Non accettare l'ultimo parere, p. 147)
  • Le cose, per essere stimate, debbono costare; chi non sarà inteso troppo facilmente, sarà da tutti celebrato. (da Non avvilirsi troppo nel concetto, p. 149)
  • Non c'è nulla che non abbia il suo diritto e il suo rovescio. La più favorevole delle cose, se la si prende per il taglio, farà male; e all'opposto, a prender per l'impugnatura anche la più ripugnante, la si potrà usar per difesa. (da Saper prender bene le cose, p. 135)
  • L'idolo non si vorrebbe mai vedere dinanzi lo scultore che lo ha fatto, né chi ha un debito di riconoscenza vuol avere il benefattore sempre dinanzi agli occhi. (da Saper fare il bene, p. 150)
  • Una buona pasta per i denti profuma la bocca; gran sottigliezza della vita è saper vendere l'aria. (da Parole di seta e dolcezza di carattere, p. 155)
  • Se tutti affermano una cosa, o è vera o vuol diventar tale. (da Non esser l'unico a condannare quel che a tutti piace, p. 157)
  • Chi poco sa, vada sempre per la strada maestra [...]. (da Chi poco sa, s'attenga sempre a ciò che è più sicuro in ogni affermazione, p. 157)
  • Si dice che di sette in sette anni l'indole muta[18]; se così è, bisogna avvalersene per migliorare il gusto e dargli rilievo. [...] Si potrà essere pavone a vent'anni, leone a trenta, cammello a quaranta, astuto serpe a cinquanta, cane ringhioso ai settanta, e nulla, infine, agli ottanta.[19] (da Saper rinnovare il proprio carattere ricorrendo alla natura e all'arte, pp. 159-160)
  • Le qualità perdono lucentezza se si toccan troppo, perché se ne vede prima la scorza esterna che l'intima sostanziosa essenza dell'animo. (da Sapersi servire della lontananza, pp. 162-163)
  • La fantasia giunge più lontano della vista, e l'inganno che di solito entra attraverso le orecchie, esce poi dagli occhi. (da Sapersi servire della lontananza, p. 163)
  • [...] il saggio sa bene che il nord della bussola della prudenza consiste nello scioglier le vele al vento dell'occasione. (da Saper cogliere l'occasione propizia, p. 165)
  • L'amore è più temerario che l'odio; affetto e venerazione raramente stanno assieme. (da È una gran fortuna ottenere insieme l'affetto e la stima, p. 166)
  • [...] i metalli si riconoscono dal suono, e le persone dalle parole. Se è vero che nelle parole si può leggere la rettitudine, assai meglio ce la riveleranno le azioni. (da Saper tastare il terreno, p. 166)
  • Il peso materiale rende prezioso l'oro, e quello morale la persona. (da Della maturità, p. 167)

Explicit[modifica]

La capacità e la grandezza si debbono misurare alla stregua della virtù e non della fortuna: la virtù basta a se stessa: finché l'uomo è vivo, lo rende amabile, e quando è morto lo rende memorabile.

Incipit de L'acutezza e l'arte dell'ingegno[modifica]

Facile è portare avanti quanto già avviato, arduo l'inventare e, oltre un certo limite, pressoché impossibile, sebbene non sempre avanzare significhi progredire.

[Baltasar Gracián, L'acutezza e l'arte dell'ingegno, traduzione di Giulia Poggi, Aesthetica, 2020. ISBN 9788877261397]

Note[modifica]

  1. a b c d e f Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  2. Da El político Fernando.
  3. Citato in Dino Basili, L'amore è tutto, Tascabili economici Newton, Roma, 1996, p. 49.
  4. Da L'acutezza e l'arte dell'ingegno, traduzione di Giulia Poggi, Aesthetica Edizioni, Sesto San Giovanni, 2020.
  5. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644
  6. Da Tutto ormai è giunto a piena maturità, e occorre abilità somma per poter essere veramente uomini, p. 34.
  7. La prima è la vista. Bisogna credere prima a quello che si vede con i propri occhi, poi a ciò che si ode o si sente dire. Cfr. Oracolo manuale e arte di prudenza, nota a p. 69.
  8. Libro verde nel testo. Così era definito il registro in cui erano contenuti i nomi e l'ascendenza degli ebrei e dei musulmani convertiti al cristianesimo. Cfr. più dettagliatamente Oracolo manuale e arte di prudenza, nota a p. 89.
  9. Nisi caste, saltem caute: Se non castamente, almeno con cautela, detto latino. Cfr. Oracolo manuale e arte di prudenza, nota a p. 89.
  10. Citato nell'episodio 18 della nona stagione di Criminal Minds: «L'amicizia moltiplica le cose belle della vita e diminuisce quelle brutte.»
  11. La morale gesuitica considera l'emulazione estremamente affine all'invidia e, in quanto tale, un vizio.
  12. La formulazione è di Democrito; Cfr. Oracolo manuale e arte di prudenza, nota 168 a p. 125.
  13. Espressione generalmente attribuita a Talete; Cfr. Oracolo manuale e arte di prudenza, nota 169 a p. 125.
  14. Titolo che riproduce un detto sul generale ateniese Lisandro. Cfr. più dettagliatamente la nota a p. 134.
  15. Eroe dai cento occhi, quindi incessantemente vigile. Cfr. Oracolo manuale e arte di prudenza, nota a p. 135.
  16. Equanime perché bifronte. Cfr. Oracolo manuale e arte di prudenza, nota a p. 135.
  17. Personaggio mitologico, rimproverò Vulcano per aver costruito un uomo trascurando di fargli uno sportellino nel petto per potergli leggere nel cuore. Cfr. Oracolo manuale e arte di prudenza, nota a p. 135.
  18. Secondo Solone la vita si rinnova in cicli di sette anni. Cfr. più dettagliatamente Oracolo manuale e arte di prudenza, nota a p. 159.
  19. La formulazione originale differisce leggermente: A los veinte años será pavón; a los treinta, león; a los cuarenta, camello; a los cincuenta, serpiente; a los sesenta, perro; a los setenta, mona [scimmia]; y a los ochenta, nada.

Bibliografia[modifica]

  • Baltasar Gracián y Morales, L'Eroe, traduzione e introduzione di Antonio Gasparetti, Edizioni Paoline, Francavilla (Chieti), stampa 19664.
  • Baltasar Gracián y Morales, Oracolo manuale e arte di prudenza, a cura di Antonio Gasparetti, TEA (su licenza della Ugo Guanda Editore), Milano, 1997. ISBN 88-7818-213-3

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