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Francesco Costa (scrittore)

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Francesco Costa (1946 – vivente), scrittore e sceneggiatore italiano.

Enciclopedia del cinema

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  • [Su Lizabeth Scott] A partire dalla fine degli anni Quaranta e per tutto il decennio successivo fu una delle presenze femminili più intense e rappresentative del noir hollywoodiano; affascinante ma volutamente lontana dallo stereotipo della vamp bionda, la S. ‒ nella sua breve carriera costellata di successi, ma offuscata da un improvviso allontanamento da Hollywood ‒ arricchì di un sottile senso di sofferenza e di androgine durezze le conturbanti figure femminili interpretate all'apice della fama. (SCOTT, Lizabeth)
  • [Su Claire Trevor] Abitualmente impiegata in ruoli di ragazza equivoca ma di animo generoso, come la Dallas del mitico Stagecoach [...], mutò radicalmente registro a metà degli anni Quaranta, allorché in piccoli, ottimi film noir, passò a impersonare dame del bel mondo, ma con il cuore di pietra, spesso con propensione al crimine. [...] Negli anni Cinquanta recitò soprattutto in ruoli di supporto come caratterista di buon livello [...]. Fu anche assai efficace in ruoli di ricche signore di forte temperamento [...]. (TREVOR, Claire)
  • [Su Marthe Keller] Affascinante, capace di aderire a personaggi di volta in volta brillanti o drammatici, la K. ha contribuito a caratterizzare i film cui ha preso parte con una presenza scenica elegante, tanto efficace quanto discreta. (KELLER, Marthe)
  • [Su Raymond Burr] Alto e dal fisico imponente, pur manifestando una velata malinconia, rivelatasi soprattutto con il noto personaggio televisivo di Perry Mason, fu uno dei cattivi più minacciosi del cinema hollywoodiano. (BURR, Raymond)
  • [Su Hildegard Knef] Bella, bionda, ironica e sensuale, fu ritenuta in qualche misura l'erede di Marlene Dietrich. Imponendosi infatti sulle scene della Berlino postbellica, rappresentò il simbolo della rinascita artistica del teatro e del cabaret nella città ridotta in macerie dai bombardamenti, mentre risulta significativa la sua presenza nel primo film tedesco del dopoguerra [...]. Chiamata a Hollywood, fu costretta a modificare il suo personaggio, interpretando essenzialmente inquietanti ruoli di vamp, spesso in film di spionaggio o appartenenti al genere noir. [...] Notevole infine la sua apparizione in Fedora (1978) di Billy Wilder, nel ruolo di una diva che, per prolungare il suo mito, fa recitare al suo posto la figlia a lei identica. In questa figura dai tratti vampireschi, la K. riuscì a sintetizzare l'intera galleria dei suoi personaggi, il cui fascino si coniuga con un'aura di mistero. (KNEF, Hildegard)
  • [Su Ol'ga Čechova] Bella e raffinata, perfetta nella parte dell'aristocratica fascinosa, fatua ed egocentrica, recitò in circa duecento film, fino alla fine degli anni Cinquanta. Buona amministratrice della propria immagine (e dei propri affari), lanciò con il suo nome una fortunata linea di cosmetici [...]. (TSCHECHOWA, Olga)
  • [Su Assia Noris] Bionda, con una voce esile dall'accento esotico e una presenza garbata, sorridente, a volte leziosa, la N. contribuì al successo di molti film del cosiddetto cinema dei telefoni bianchi e acquistò grande popolarità in Italia negli anni Trenta. La sua fama ebbe tuttavia breve durata: amata dal pubblico nel ruolo della fanciulla ottimista e spensierata, spesso al fianco di Vittorio De Sica in tante commedie d'accattivante freschezza, la N. non trovò spazio adeguato al suo personaggio nel cinema uscito dalla tragedia della Seconda guerra mondiale. (NORIS, Assia)
  • [Su Martine Carol] Bionda e spiritosa, diventò la prima diva sexy francese del dopoguerra, imponendo, prima di Brigitte Bardot, un modello di vamp che la imprigionò in ruoli limitati, mentre non era priva di talento, come seppe dimostrare quando le vennero offerti personaggi più significativi e complessi. (CAROL, Martine)
  • [Su Zsa Zsa Gábor] Bionda, eccentrica, ironicamente voluttuosa, fu estremamente popolare nella Hollywood degli anni Cinquanta sia per la partecipazione a vari film di successo, diretta da registi importanti quali John Huston e Orson Welles, sia per la movimentata vita privata che in quel periodo riempiva le cronache scandalistiche. [...] Destinata in genere a parti secondarie, la G. ha interpretato ruoli di donne avide di denaro o di aggressive seduttrici, nei quali ha mostrato di riconoscersi con allegro cinismo. (GABOR, Zsa Zsa)
  • [Su Maria Schell] Bionda, esile, romantica, abile nel coniugare il pianto e il riso, e spesso costretta a impersonare donne fragili e incomprese, è stata interprete di estrema sensibilità, ma talvolta monocorde. (SCHELL, Maria)
  • [Su Carroll Baker] Bionda, formosa, lo sguardo ingenuo e insieme perverso, dapprima si fece notare nel film Giant (1956; Il gigante) di George Stevens e quindi si affermò come sex symbol con Baby Doll (1956; Baby Doll ‒ La bambola viva) di Elia Kazan. [...] La censura attaccò il film per alcune scene che all'epoca fecero scandalo e che comunque entrarono a far parte dell'immaginario erotico, ma per l'attrice si trattò di un successo non facile da gestire. [...] Sempre più ignorata da Hollywood, e ormai prigioniera di un personaggio che esaltava solo la sua prorompente bellezza, nel 1967 si trasferì in Italia. [...] Rientrata negli Stati Uniti, ha lavorato per la televisione e in alcuni film, ricomparendo invecchiata, ma più brava, in Star 80 [...]. (BAKER, Carroll)
  • [Su Jayne Mansfield] Bionda, prorompente, vistosa, disegnata sul modello divistico di Marilyn Monroe, con il quale seppe però confrontarsi sempre con notevole ironia, fu un'attrice quasi parodistica, vera e propria incarnazione dei sogni più perversi del maschio americano medio, comunque non priva di grazia e capace di finto ma accattivante candore. Riscosse, pur nell'arco di una breve carriera, un clamoroso successo, senza però riuscire a esprimere, se non raramente, il talento di cui era dotata. (MANSFIELD, Jayne)
  • [Su Vera Miles] Bionda, sottile, nervosa, pur avendo lavorato con registi di notevole livello, non è mai riuscita a imporsi tra le interpreti di maggiore successo. Si è tuttavia distinta per la sua capacità di affrontare personaggi diametralmente opposti: da una parte brave ragazze, leali e piene di energia, innamorate a vita dello stesso uomo, dall'altra bad girls, donne squilibrate e distruttive, o addirittura perverse [...]. (MILES, Vera)
  • [Su Merle Oberon] Bruna, dai lineamenti orientaleggianti, caratterizzata da uno sguardo enigmatico e all'occorrenza malizioso, si fece notare in personaggi di giovani donne intraprendenti e tormentate dalla sensualità insinuante e spesso dal passato oscuro. Memorabile fu in particolare la sua interpretazione offerta, in coppia con Laurence Olivier, in Wuthering heights [...]. (OBERON, Merle)
  • [Su Donna Reed] Bruna, delicata, dai lineamenti minuti, venne impiegata soprattutto in ruoli di ragazza onesta, affidabile ed equilibrata, vale a dire di fidanzata ideale, sotto la direzione di ottimi registi come Fred Zinnemann, John Ford e Frank Capra. Rivelò però un forte temperamento, non esente da una certa durezza, nel ruolo per lei insolito di una prostituta in From here to eternity [...]. (REED, Donna)
  • [Su Hedy Lamarr] Bruna, dotata di notevole bellezza e fascino, ha legato il proprio nome alla prima scena di nudo della storia del cinema [...]. Chiamata a Hollywood [...] si vide costretta a rendere meno intensa la propria istintiva carica sensuale per dissipare l'alone di scandalo sollevato dalla sua apparizione in Extáse, e ricoprì molti ruoli di donna altera e distante, gelida e sofisticata, da cui poté di rado affrancarsi, riuscendo a rivelare solo occasionalmente doti d'interprete arguta e brillante, con un fondo di pensosità, che lasciano intravedere un talento mai pienamente sfruttato. (LAMARR, Hedy)
  • [Su Zarah Leander] Bruna e imponente, dotata di una voce splendida, fu una delle attrici più famose del Terzo Reich, diede il meglio di sé in due fastosi melodrammi diretti da Detlef Sierck [...]. (LEANDER, Zarah)
  • [Su Lilli Palmer] Bruna ed elegante, ironica e pungente, talvolta sottilmente aggressiva, dotata di sicuro talento [...]. (PALMER, Lilli)
  • [Su Anna Maria Pierangeli] Bruna, fragile, con grandi occhi scuri, debuttò a diciassette anni nel film Domani è troppo tardi [...] ottenendo un successo improvviso e folgorante che la impose a Hollywood, acclamata addirittura come "una nuova Garbo". Schiacciata dalle logiche produttive delle grandi majors, ben presto vide il suo astro declinare e rientrò rapidamente nell'ombra, confinata in produzioni di scarso valore. (PIERANGELI, Anna Maria)
  • [Su Simone Simon] Bruna, minuta, caratterizzata dallo sguardo intenso e dalle labbra carnose, conobbe un immediato successo impersonando fanciulle dalla grazia schietta e un poco acerba, ma è ricordata soprattutto per i ruoli che ne esaltarono l'insinuante e misteriosa sensualità: si pensi, per es., alle sue interpretazioni in La bête humaine [...] o in Cat people [...], divenuto addirittura oggetto di venerazione per gli appassionati del cinema horror. (SIMON, Simone)
  • [Su Horst Buchholz] Bruno, attraente, dall'indole scontrosa e ribelle, divenne presto un idolo delle platee giovanili riuscendo abilmente a rappresentare l'amarezza e i disagi di una nazione devastata dalla guerra. (BUCHHOLZ, Horst)
  • [Su Marina Berti] Caratterizzata da un'aria sognante e malinconica, alternò durante la sua carriera ruoli in cui espresse la sua sensibilità di interprete moderna e problematica, soprattutto nei due film diretti dal marito Claudio Gora (con il quale stabilì anche un sodalizio artistico), ad altri più legati alla sua bellezza altera. (BERTI, Marina)
  • [Su Annabella] Caratterizzata da una figura fragile e da lineamenti delicati, grazie alla sua bellezza acerba, innocente eppure ricca di charme, A. venne scoperta a soli 16 anni da Abel Gance diventando in seguito una delle attrici più famose del cinema francese, diretta da grandi maestri come René Clair, Julien Duvivier e Marcel Carné. (ANNABELLA)
  • [Su Debra Paget] Caratterizzata dai bei tratti curiosamente esotici, almeno per i canoni estetici americani, e per la singolarità del suo aspetto, nel corso della carriera ha partecipato di frequente a film imperniati sul tema dell'intolleranza razziale, interpretando quasi esclusivamente ragazze asiatiche, italiane, pellerossa, rese accattivanti per il raro equilibrio tra innocenza virginale e soffuso erotismo. (PAGET, Debra)
  • [Su Sylvia Sidney] Con il suo sguardo triste e l'aspetto vulnerabile, fu l'interprete ideale di eroine indifese, perseguitate da un fato avverso, e spesso destinate a tragica fine. Su questa linea, fu esemplare la prova offerta in You only live once [...]. (SIDNEY, Sylvia)
  • [Su Marina Vlady] Con la sua luminosa bellezza e la dolcezza quasi disarmante dei lineamenti, unita alle attrattive di una conturbante femminilità, è stata una delle interpreti più apprezzate del cinema francese e italiano degli anni Cinquanta e Sessanta. Adatta a ruoli di ingenue e soavi adolescenti come di donne sensuali ed enigmatiche [...]. (VLADY, Marina)
  • [Su Jean Simmons] Dai lineamenti minuti e delicati, la S. appare intensa, enigmatica e perfino dura nei ruoli drammatici, ma anche spiritosa ed effervescente come interprete di commedie. (SIMMONS, Jean)
  • [Su Ann Sheridan] Di forte temperamento, attraente pur senza essere bellissima, brava tanto nei ruoli brillanti quanto in quelli drammatici, recitò in molti gangster film interpretando ragazze di umili origini e dai modi bruschi, ma di solida tempra morale. Negli anni travagliati che seguirono la fine del secondo conflitto mondiale, impersonò sofferte figure di donna in ottimi melodrammi e si rivelò attrice di sorprendente finezza nel memorabile I was a male war bride [...] in cui forma con Cary Grant una coppia d'irresistibile comicità. (SHERIDAN, Ann)
  • [Su Stéphane Audran] Di presenza elegante, dal fascino distante e dallo sguardo intenso, nella sua recitazione ha espresso con intelligenza sia un'accattivante ironia sia latenti perversioni. (AUDRAN, Stéphane)
  • [Su Cliff Robertson] Di solida formazione teatrale, ha saputo costruire a Hollywood una carriera basata su interpretazioni che, invece di limitarsi a esaltare la sua avvenenza e le sue doti fisiche di atleta, svelano una solida preparazione di attore e gli hanno consentito di creare personaggi complessi, caratterizzate da psicologie fragili o contorte, quando non addirittura perverse. Impersonando con dolente riserbo un minorato mentale, ha vinto nel 1969 il premio Oscar per il film Charly [...]. (ROBERTSON, Cliff)
  • [Su Belinda Lee] Dopo essersi fatta notare in Inghilterra, dove le furono affidati ruoli da antagonista o parti che essenzialmente ne evidenziavano l'avvenenza fisica, si vide offrire dal cinema italiano degli anni Sessanta la possibilità di interpretare personaggi di primo piano, soprattutto di donne aggressive e sensuali, lontani dall'immagine che proponevano le attrici italiane del momento. [...] Nel 1960 aveva inoltre riscosso un discreto successo popolare in Messalina, Venere imperatrice di Vittorio Cottafavi, risultando anche convincente nel ruolo di Anna, infelice moglie di un invalido, in La lunga notte del '43 di Florestano Vancini. Dopo essere stata l'aspra e ambiziosa Eileen in Fantasmi a Roma (1961) di Antonio Pietrangeli, al fianco di Marcello Mastroianni (riuscendo a contrapporsi con sensibile intelligenza alla svagata e ironica interpretazione offerta da Sandra Milo), apparve in altri due film di ambientazione storica, Costantino il Grande [...] e Giuseppe venduto dai fratelli [...]. (LEE, Belinda)
  • [Su Jean Arthur] Dotata di grazia e di una bellezza non appariscente, ma non priva di vivacità, seppe modulare la sua recitazione riuscendo a essere grintosa e romantica, e si affermò delineando un modello femminile consono al tono e allo stile delle commedie degli anni Trenta dirette da Frank Capra che la videro protagonista. Fu in primo luogo quest'ultimo a consentirle di raggiungere il successo dando spessore al suo personaggio più riuscito (poi ripreso in altri film di grandi registi del periodo), quello della ragazza emancipata, determinata, spesso impulsiva, ma in grado di offrire, con discrezione e dolcezza, a volte in modo deciso, e con sostanziale equilibrio, un sostegno fondamentale all'eroe maschile. [...] Mentre Billy Wilder, nella Berlino devastata e sconfitta di A foreign affair (1948; Scandalo internazionale), la volle contrapporre, imponendole una comica rigidezza di funzionario USA e di scialba zitella, a Marlene Dietrich, conturbante quintessenza del fascino, giocando con ironia sull'enormità del contrasto che gli consentì di porre al centro della sua satira proprio i vincitori. (ARTHUR, Jean)
  • [Su Betsy Blair] Dotata di un'innata attitudine a manifestare con misurata intensità stati di fragilità emotiva, si è rivelata perfetta interprete di personaggi timidi e bisognosi d'affetto, ma anche nevrotici o fortemente disturbati. (BLAIR, Betsy)
  • [Su Susan Hayward] Ebbe a lungo parti di secondo piano e solo nella seconda metà degli anni Quaranta riuscì a imporsi come attrice non soltanto di seducente bellezza, con folti capelli rossi che le incorniciavano il volto dai tratti delicati, ma anche di notevole temperamento, particolarmente adatto a ruoli di donne volitive e indipendenti, spesso destinate a un'esistenza infelice. (HAYWARD, Susan)
  • [Su Ralph Richardson] Eccellente attore di teatro, nel cinema ‒ ove interpretò personaggi indifesi e fragili ma anche intransigenti e autoritari ‒ venne impiegato solo come antagonista o caratterista, con l'unica eccezione per The fallen idol (1948; Idolo infranto) di Carol Reed. (RICHARDSON, Sir Ralph)
  • [Su Bernhard Wicki] Figura di rilievo nell'ambito della cinematografia tedesca, seppe ricoprire con efficacia ruoli di partigiani o uomini strenuamente votati alla loro missione, valendosi della propria marcata fisicità (che lo destinò spesso a ruoli di italiani o slavi), del naturale temperamento drammatico e di una solida formazione teatrale. Investì la sua energia artistica e intellettuale anche nella regia, rivelando sicurezza professionale e sensibilità visiva fin dal primo film [...]. (WICKI, Bernhard)
  • [Su Oskar Werner] Formatosi nel teatro, cui continuò sempre a dedicarsi, fondando anche una propria compagnia, svolse nel cinema un'attività non molto intensa ma ricca di prove significative, lavorando con ottimi registi e disegnando un proprio personaggio di giovane romantico, ambiguo e introverso. (WERNER, Oskar)
  • [Su Otto Eduard Hasse] Giovandosi di una solida formazione teatrale, lavorò assiduamente nel cinema dove gli furono affidati soprattutto ruoli di personaggi rigidamente chiusi nella loro etichetta, come ufficiali, nobili, regnanti, ai quali sembrava destinarlo il volto severo dai caratteri tipicamente nordici. Molto apprezzato in patria, dagli anni Cinquanta collaborò anche con registi come Alfred Hitchcock, Anatole Litvak, Jean Renoir, interpretando con asciutta e rigorosa intensità ruoli di antagonista. (HASSE, Otto Eduard)
  • [Su Anton Walbrook] Fu interprete raffinato e di ambigua eleganza, oscillante tra aristocratiche fatuità e segrete malinconie. (WALBROOK, Anton)
  • [Su Maximilian Schell] Grande attore di teatro, pur considerando il cinema un mestiere secondario vi ha portato la sua singolare intensità di interprete e il suo stile di recitazione nevrotico ed energico; ha lavorato soprattutto in film tedeschi o statunitensi, nei quali è stato più volte costretto, fino alla fine degli anni Settanta, in ruoli di ufficiali del tero Reich, nazisti o fanatici o tormentati a seconda dei casi. (SCHELL, Maximilian)
  • [Su Teresa Wright] Graziosa, poco appariscente, adatta a ruoli di fanciulle limpide e disarmate, ha conferito alle sue eroine una vibrante energia interiore evitando la caduta nello stereotipo e conquistando l'immediato favore della critica. [...] Con lo stesso garbo e analoghe sfumature nella recitazione che l'avevano imposta immediatamente all'attenzione dei critici, impersonò in Mrs. Miniver l'amabile Carol Beldon, vittima predestinata della violenza bellica [...]. In ruoli a lei sempre congeniali, rappresentò la dedizione e la resistenza femminili nei suoi aspetti più diversi [...]. (WRIGHT, Teresa)
  • [Su Mae Marsh] Griffith, che vide in lei, nella sua espressione sognante, l'incarnazione della femminilità dolce e positiva, in grado di tener testa alle avversità della vita, le affidò il ruolo di Naomi in Judith of Bethulia [...] ma il personaggio per il quale viene ricordata è quello dell'eterea Flora Cameron che, in The birth of a nation, preferisce togliersi la vita pur di non farsi violentare [...]. Nel successivo Intolerance è memorabile nell'episodio moderno, nel commovente ruolo della madre. (MARSH, Mae)
  • [Su Karl Malden] I lineamenti marcati, lo sguardo acceso, il sorriso leale o all'occorrenza crudele, il naso estremamente particolare, vero e proprio tratto caratterizzante la sua fisionomia, è considerato tra i migliori caratteristi di Hollywood. (MALDEN, Karl)
  • [Su Clifton Webb] Il successo ottenuto [con Vertigine] lo associò per il resto della sua carriera al cliché del gentiluomo sferzante e saccente, di cui seppe però intuire astutamente l'aspetto comico, tanto da trasferirlo nell'esilarante macchietta dell'azzimato e pungente Mr Belvedere [...]. (WEBB, Clifton)
  • [Su Barbara Stanwyck] Interprete dalla forte personalità, sottolineata da uno sguardo penetrante e da un atteggiamento altero e spesso imperioso, diede vita a caratteri brillanti, ma eccelse anche in ruoli drammatici e fu assolutamente inimitabile come dark lady, dal fascino inquietante, nei film noir americani degli anni Quaranta. (STANWYCK, Barbara)
  • [Su Virginia Mayo] Interprete ideale di film d'azione, western o noir, in cui ha ricoperto abitualmente il ruolo della bionda, fidata ed energica compagna dell'eroe, ma anche apprezzata nel genere brillante, ebbe un periodo di grande notorietà negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale. La sua radiosa avvenenza non le ha impedito di dar vita, soprattutto sotto la regia di Raoul Walsh, a caratteri cupi e tormentati o anche sgradevoli, realizzando alcune tra le sue interpretazioni più convincenti. (MAYO, Virginia)
  • [Su Lída Baarová] Interpretò ruoli sia drammatici sia comici, comunque venati di romanticismo. [...] ottenne il successo per il suo aspetto esotico, lontano dai canoni della bellezza teutonica, che le procurò, nel cinema del Terzo Reich, ruoli di bella italiana [...], di piccante francesina [...] o di giovane russa [...]. Dopo altre burrascose vicende personali [...] negli anni Cinquanta tornò al cinema, in Italia, interpretando personaggi lacrimevoli [...]. Era stato Federico Fellini comunque ad affidarle il ruolo più interessante, a cui la sua immagine è ormai legata, quello di Giulia, una donna sposata ma insidiata da Franco Fabrizi, in I vitelloni (1953). (BAAROVÁ, Lída)
  • [Su Fred MacMurray] L'aspetto fisico piacevole, la caratteristica fossetta sul mento, l'ampio sorriso cordiale costituiscono i fondamentali elementi grazie ai quali seppe rappresentare l'uomo maldestro e paziente, riuscendo a ben equilibrare forza e mitezza, risultando spesso dominato, e talvolta maltrattato, ma, nella maggior parte dei casi, di fatto amato e rispettato, da personaggi femminili aggressivi [...]. Formidabile nella commedia, fu eccellente anche nel dramma, e seppe venare di torbide sfumature la soggezione che in molti dei suoi ruoli doveva mostrare verso figure di donne forti [...]. (MacMURRAY, Fred)
  • [Su Betsy Blair] L'aspetto poco appariscente e il temperamento ipersensibile della B. le offrirono poche occasioni di emergere, ma al contempo la resero adatta a rendere convincenti personaggi affini a queste sue caratteristiche [...]. L'ottima interpretazione dell'attrice [in Marty], nel ruolo dell'introversa Clara, le valse il successo e la rese nota a un pubblico internazionale. Stabilitasi in seguito in Europa, si fece notare per il garbo e l'incisività della sua recitazione. (BLAIR, Betsy)
  • [Su Susan Hayward] La leggenda vuole che, allarmate dal suo talento, le primedonne della Paramount (Claudette Colbert, Paulette Goddard e Veronica Lake) complottassero per soffiarle i ruoli da protagonista, lasciandole quelli di antagonista. [...] Esasperata, la H. lasciò la Paramount per essere scritturata dal produttore Walter Wanger che in lei vide il tipo di attrice in grado di rappresentare la donna del dopoguerra, autonoma, intraprendente e combattiva. (HAYWARD, Susan)
  • [Su Louis Jourdan] Nel cinema d'oltreoceano dell'immediato dopoguerra rappresentò una raffinata variante del latin lover, raccogliendo in certa misura l'eredità di Charles Boyer. Di notevole avvenenza, elegante, spiritoso, a volte manierato, costituì l'ideale, e spesso elusivo, oggetto del desiderio di appassionate eroine, impersonate dalle maggiori dive degli anni Cinquanta. Con il trascorrere degli anni, affiorò nella sua recitazione una vena di malinconia, particolarmente evidente in ruoli di aristocratici decaduti o di uomini di mondo ormai giunti alla crisi della mezza età. (JOURDAN, Louis)
  • [Su Dorothy Malone] Nella prima fase della sua carriera si segnalò come la tipica ragazza della porta accanto, in ruoli di romantica brunetta, ma dalla metà degli anni Cinquanta si trasformò nell'esatto opposto, diventando un'aggressiva vamp dai capelli biondi. Questa svolta nella sua carriera le consentì di svelare una notevole carica erotica e un forte temperamento drammatico. Eccellente nei ruoli di donne volitive, ma segnate da un latente squilibrio mentale o da segrete infelicità, trovò in Douglas Sirk il regista in grado di assecondarla e valorizzarla in due melodrammi "al femminile" [...]. (MALONE, Dorothy)
  • [Su June Allyson] Ottimista e spigliata, raggiunse una grande popolarità negli anni Quaranta e Cinquanta riuscendo a rappresentare la tipica ragazza americana, apparentemente ribelle e sbarazzina, ma in realtà fidata e leale. Non particolarmente avvenente, è stata spesso volutamente contrapposta nei suoi film a colleghe molto belle e ricche di fascino (Elizabeth Taylor, Lana Turner, Hedy Lamarr) destinate a raffigurare i lati oscuri della seduzione (narcisismo, perfidia, doppiezza), laddove lei esprime buonumore e vitalità. (ALLYSON, June)
  • [Su Rhonda Fleming] Particolarmente incline a interpretare ruoli di donne dalla forte personalità, autonome, a volte ambigue e negative, negli anni Quaranta e Cinquanta si rivelò l'eroina ideale del cinema noir, ma anche di film d'avventura e di numerosi western. (FLEMING, Rhonda)
  • [Su Rosanna Schiaffino] Perfettamente rispondente ai canoni di bellezza italiana degli anni Cinquanta e Sessanta, è stata per lo più impiegata in ruoli di ragazza di umili origini e di temperamento ombroso ma volitivo, mostrandosi egualmente a proprio agio sia nel genere brillante sia in quello drammatico [...]. (SCHIAFFINO, Rosanna)
  • [Su Dorothy McGuire] Presenza discreta, gentile e misurata, è passata alla storia del cinema per l'inimitabile interpretazione di Helen Capell, la giovane muta presa di mira da un feroce assassino in The spiral staircase (1946; La scala a chiocciola). Ottima attrice teatrale, dagli anni Cinquanta si vide affidare per lo più ruoli di caratterista o comunque di secondo piano, spesso di moglie e madre, compreso quello interpretato nel grande successo di Delmer Daves A summer place (1959; Scandalo al sole). (McGUIRE, Dorothy)
  • [Su Viviane Romance] Prosperosa, sensuale, aggressiva, riprese dalla tradizione del cinema muto italiano il personaggio della "donna vampiro", divenendo la più celebre vamp del cinema francese nel periodo tra le due guerre. Impersonò così in modo convincente la femmina fatale che conduce alla rovina i suoi amanti, rendendo il suo personaggio inimitabile e arricchendolo con una personale carica d'immediatezza e di spontaneità. (ROMANCE, Viviane)
  • [Su Don Ameche] Pur se nei suoi primi film venne spesso contrapposto a Tyrone Power, riuscì ugualmente a imporre il suo personaggio, quello di un simpatico latin lover, ironico e seduttivo, la cui garbata spavalderia risulta sottolineata dai caratteristici baffetti. (AMECHE, Don)
  • [Su Loretta Young] Rappresentò la bellezza femminile nell'accezione più romantica, grazie ai grandi occhi azzurri e ai capelli ramati che contornavano i lineamenti delicati, celando tuttavia dietro l'aspetto soave una volontà di ferro che l'aiutò a difendere ostinatamente la propria autonomia lavorativa, consentendole di costruire una sfolgorante carriera, entrata nella storia dei primi cinquant'anni del cinema americano. (YOUNG, Loretta)
  • [Su Robert Young] Rivelando notevoli doti di attore brillante, impersonò in un centinaio di film figure di mariti teneri o giovanotti galanti, contraddistinti da discrezione e virile affabilità, doti che rifulsero nel contrasto con il temperamento volitivo di alcune dive di Hollywood [...]. (YOUNG, Robert)
  • [Su Spencer Tracy] Robusto, energico, sincero, dotato di una voce inconfondibile e calda, definì fin dal suo esordio, con mimica sobria e misurata, il prototipo dell'uomo onesto e fiducioso che un mondo spietato tende a sopraffare o ad annientare. Negli anni Trenta, benché affiancato dalle più seducenti attrici del momento [...] preferì formare in tre film una coppia maschile con Clark Gable, rappresentando il tipo riflessivo in opposizione a quello spavaldo interpretato dal partner. Rivelò straordinarie doti drammatiche nel ritrarre personaggi forti e generosi, ma seppe impersonare anche uomini tormentati da pulsioni autodistruttive [...]. Nel registro brillante rappresentò con effetti esilaranti l'americano medio che, alle soglie della maturità, impara a coniugare il candore naturale con un'astuzia sorniona, e si fa tiranneggiare, ma solo fino a un certo punto, dal gentil sesso. In tale veste, diede vita a un formidabile sodalizio artistico e sentimentale con Katharine Hepburn in nove film che sostanzialmente narrano le diverse fasi di un'unica storia d'amore, scandita da furiose baruffe e tenere rappacificazioni, intrise di sottili implicazioni autobiografiche. (TRACY, Spencer)
  • [Su Piper Laurie] Scelta spesso negli anni Cinquanta per i ruoli dell'ingenua, anche a causa del suo aspetto fisico ‒ capelli rossi, lineamenti minuti e spiritosi ‒, ha saputo imporre successivamente con tenacia il suo talento drammatico [...]. (LAURIE, Piper)
  • [Su Robert Stack] Se in un primo tempo sembrava condannato a impersonare il tipico ragazzo americano, ottimista e sorridente, spesso in divisa militare, molto amato dalle donne, in seguito riuscì a dimostrare il suo talento raggiungendo la popolarità soprattutto con personaggi dalla psicologia contorta e sofferente, spesso afflitti da turbe mentali o sessuali. A guidarlo nelle due prove più complesse offerte in questa rinnovata direzione fu il regista Douglas Sirk [...]. (STACK, Robert)
  • [Su Emmanuelle Riva] Sensibile, introversa, vibrante, divenne molto nota fin dalla sua prima prova come protagonista, in Hiroshima, mon amour (1959) di Alain Resnais; tutta la sua carriera si è poi svolta nell'ambito di un cinema di qualità facendole prediligere film difficili e registi problematici, particolarmente rigorosi e tendenzialmente elitari, una scelta coraggiosa che, a lungo andare, si è rivelata per lei penalizzante. (RIVA, Emmanuelle)
  • [Su Capucine] Sofisticata e altera, con alcuni tratti di ambiguità androgina, si affermò nel cinema statunitense come rappresentante dell'eleganza e del fascino della donna francese. Per la sua apparente freddezza, non priva di ironia e di uno spirito talvolta pungente, nei film fu spesso accostata per contrasto ad attrici più irruente e comunicative [...]. (CAPUCINE)
  • [Su Jane Wyman] Spigliata, tenace e ricettiva, a proprio agio nel genere brillante, nel corso della sua lunga carriera ha dimostrato la sua più autentica cifra espressiva nel melodramma, cogliendo il successo come interprete di personaggi femminili dolenti e votati al sacrificio. (WYMAN, Jane)
  • [Su Anna Maria Pierangeli] [...] Teresa [...] la impose all'attenzione del pubblico d'oltreoceano grazie all'intensità con cui seppe rendere il suo personaggio, quello di una sposa di guerra italiana che soffre per le difficoltà di ambientarsi negli Stati Uniti, giocato sugli stessi toni misurati e dolcemente malinconici che avevano caratterizzato i suoi esordi. I ruoli che le vennero successivamente proposti si rivelarono, però, sempre più lontani dalla sua sensibilità, bloccandola in un'immagine stereotipata e monocorde e imponendole a volte di esibire una sensualità a lei completamente estranea. (PIERANGELI, Anna Maria)

Bibliografia

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  • Enciclopedia del cinema, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma, 2003-2004.

Filmografia

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Altri progetti

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