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Francesco di Sales

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San Francesco di Sales

San Francesco di Sales (1567 – 1622), vescovo francese.

Citazioni di Francesco di Sales

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  • Accusiamo il prossimo per cose lievi, e scusiamo noi stessi in cose grandi.[1]
  • Dal momento che viviamo nel mondo, bisogna seguire le leggi del mondo in tutto ciò che non è peccato.[2]
  • Il cuore parla al cuore.[3]
Cor ad cor loquitur.
  • Quel che facciamo per gli altri ci sembra sempre molto, quel che per noi fanno gli altri ci pare nulla.[4]
  • Signora, questo desiderio [di santità] deve essere in voi come gli aranci della riviera genovese, che, per quasi tutta la durata dell'anno, sono carichi di frutti, di fiori e di foglie allo stesso tempo.[5]

Controversie

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  • Bisogna avere un cuore capace di pazientare; i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo.
  • Diciamo così: Dio è il pittore, la nostra fede è la pittura, i colori sono la parola di Dio, il pennello è la Chiesa.

Filotea

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Mia cara Filotea, tu vorresti giungere alla devozione perché sai bene, come cristiana, quanto questa virtù sia accetta a Dio: ma, siccome i piccoli errori commessi all'inizio di qualsiasi impresa, ingigantiscono con il tempo e risultano, alla fine, irreparabili o quasi, è necessario, prima di tutto, che tu sappia che cos'è la virtù della devozione. Di vera ce n'è una sola, ma di false e vane ce ne sono tante; e se non sai distinguere la vera, puoi cadere in errore e perdere tempo correndo dietro a qualche devozione assurda e superstiziosa.

Citazioni

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  • Chi conquista il cuore dell'uomo conquista tutto l'uomo.
  • [Rivolto a Cristo] Con la tua benedizione dà vita alle mie parole, affinché coloro per i quali le ho scritte, ne traggano quelle sante ispirazioni che loro desidero.
  • Contemplate la scala di Giacobbe (perciocché è la vera immagine della vita divota), i due lati tra i quali si ascende, e nei quali sono inseriti gli scalini, rappresentano l'orazione, che impetra l'amor di Dio, e i sacramenti, che lo conferiscono: gli scalini altro non sono che i diversi gradi di carità, col mezzo de' quali si va di virtù in virtù o discendendo coll'opera al soccorso ed aiuto del prossimo, o salendo colla contemplazione all'amorosa unione con Dio. Or mirate, vi prego, quelli che son sulla scala: son uomini, che hanno cuori angelici, o angeli, che hanno corpi umani: non sono giovani, ma ne hanno sembianza, perché sono pieni di vigore e d'agilità spirituale: hanno ale per volare, e si lanciano in Dio col mezzo della santa orazione; ma hanno anche piedi per camminare cogli uomini, mediante una conversazione santa e piacevole: i loro volti sono belli e giulivi, perché ricevono tutte le cose con piacevolezza e soavità: le gambe, e le braccia e le teste sono tutte scoperte, perché i pensieri, gli affetti e le azioni loro non hanno altra mira o fine, che di piacere a Dio: il restante del corpo è coperto, ma di bella veste e leggiera, perché veramente usano di questo mondo, e delle cose mondane, ma in un modo affatto puro e sincero, e non pigliandone se non leggiermente, quanto richiedesi alla lor condizione. Tali sono le persone divote.[6]
  • Dire il Rosario è un modo molto utile di pregare, purché tu sappia dirlo: per questo devi avere qualche libretto che te lo insegni.
  • È un ottimo segno che il nemico si ostini a bussare alla porta: questo vuol dire che non ha ottenuto quello che voleva.
  • Fra i poveri, quelli che sono più miserabili e coperti di piaghe più gravi e impressionanti si considerano come i poveri migliori e più indicati per attirarsi le elemosine. Noi non siamo altro che poverelli: i più miserabili fra noi si trovano in migliori condizioni, perché la misericordia di Dio si rivolge di preferenza a loro.
  • I bambini, a forza di ascoltare le mamme e balbettare dietro loro, imparano la loro lingua; avverrà lo stesso per noi se ci terremo vicino al Salvatore con la meditazione: osservando le sue parole, le sue azioni e i suoi affetti, impareremo, con il suo aiuto, a parlare, agire e volere come Lui.
  • I ciechi, pur non vedendo il Principe al cui cospetto si trovano, non per questo non tengono un contegno rispettoso se sono avvertiti di tale presenza; però, non vedendolo, dimenticano facilmente la sua presenza; di conseguenza ancor più facilmente dimenticano il contegno rispettoso. Noi siamo così, Filotea: pur sapendo che Dio è presente, non lo vediamo; è la fede che ci ricorda la sua presenza. Non vedendolo materialmente con gli occhi ce ne dimentichiamo molto spesso e ci comportiamo come se Dio fosse molto lontano. Sappiamo bene che è presente in tute le cose, ma non ci pensiamo, ed è quindi come se non lo sapessimo.
  • I piccoli errori commessi all'inizio di qualsiasi impresa, ingigantiscono con il tempo e risultano, alla fine, irreparabili o quasi.
  • Il male è già mezzo guarito quando se n'è scoperta la causa.
  • Il primo suggerimento che danno all'anima agitata è quello di non accettare consigli, e, quando se ne ricevono, di considerarli come provenienti da persone di poca o di nessuna esperienza. Essi sollecitano sempre a far presto; vogliono che si concluda l'affare prima di avere trattato, e si contentano di una breve preghiera che non serve, se non come di pretesto anche per concludere cose più importanti.
  • In ogni momento, in ogni circostanza, facciamo appello a questa dolce Madre, invochiamo il suo amore materno e, facendo ogni sforzo per imitare le sue virtù, abbiamo per Lei un sincero cuore di figli.
  • Insegnare è la base per imparare.
  • L'amor proprio muore solo quando moriamo noi, e conosce tanti modi di rintanarsi nella nostra anima, che non si riesce mai a farlo sloggiare.
  • L'effetto della pazienza è quello di possedere bene la propria anima; e quanto più la pazienza è perfetta, tanto più il possesso dell'anima diviene completo ed eccellente.
  • La devozione è possibile in ogni vocazione e professione.
  • La direzione personale è una grande fatica, ma una fatica che consola come quella dei mietitori e dei vendemmiatori, che sono contenti soltanto se hanno molto da fare e se sono sovraccarichi di lavoro.
  • Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna «secondo la propria specie» (Gn 1, 11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione.
  • Non ho voluto mettere citazioni, cosa che alcuni desideravano, perché i dotti non ne hanno bisogno, e gli altri non se ne curano.
  • Bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona.
  • La devozione non distrugge nulla quando è sincera con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa.
  • L'ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.
  • Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l'unisce alla devozione.
  • È un errore, anzi un'eresia, voler escludere l'esercizio della devozione dell'ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati.
  • Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta.
  • Le tentazioni contro la fede vanno diritte all'intelligenza per indurla a disputare, ad almanaccare e a sognare.
  • Non bisogna fare assegnamento sul passato, ma che, tutti i giorni, dovete dire con Davide; proprio ora comincio ad amare Dio.
  • Non bisogna rispondere minimamente né dimostrare d'aver udito quello che il nemico dice.
  • Oh, piacesse a Dio che non badassimo molto alle condizioni del cammino che percorriamo, ma tenessimo gli occhi fissi su Colui che ci guida e sul felicissimo paese verso il quale ci guida!
  • Una persona non deve mai lasciare le sue pratiche o allontanarsi dalle comuni regole della virtù, se non vede la volontà di Dio dall'altra parte.

Filotea, tu dirai la stessa cosa: guarda il Cielo e non lasciarlo per la tetra; guarda l'inferno e non gettarti in esso per gli attimi che fuggono; guarda Gesù Cristo, non rinnegarlo per alcuna cosa al mondo; quando la fatica della vita devota ti sembrerà dura, canta con S. Francesco:
Tutta la pena mi è diletto
per il bene che m'aspetto.
Viva Gesù, al quale, con il Padre e lo Spirito Santo sia onore e gloria, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen!

I trattenimenti spirituali

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  • Ci sono anime che si disperdono tanto a pensare che cosa fare, da non avere più il tempo di fare niente; e in ciò che riguarda la perfezione, che consiste nell'unione della nostra anima con la divina bontà, la questione è di sapere poco e fare molto.
  • È necessario che abbiamo due risoluzioni uguali: vedere le erbe cattive che crescono nel nostro giardino ed avere il coraggio di volerle strappare; infatti il nostro amor proprio, che è ciò che produce queste impertinenze, non morirà fino a che vivremo.
  • Il contadino non sarà mai messo sotto accusa se non ottiene un buon raccolto, ma lo sarà certamente se non ha ben coltivato e ben seminato i campi.
  • Le ispirazioni si fanno sentire in noi senza di noi, ma non ci fanno acconsentire senza di noi!
  • Non è per la grandezza delle nostre azioni che noi piaceremo a Dio, ma per l'amore con cui le compiamo.
  • Preferirei portare una piccola croce di paglia che mi avessero posto sulle spalle, senza scelta da parte mia, piuttosto che andare nel bosco a tagliarne una assai grande con molta fatica e portarla poi con grande pena.
  • Quando si è nell'agitazione è necessario non fare né dire alcuna cosa, se non rimanere fermi e risoluti nella decisione di non seguire le nostre passioni, qualsiasi motivo avessimo per farlo.

Lettere di amicizia spirituale

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  • Per arrivare alla perfezione, dobbiamo sopportare la nostra imperfezione: dico sopportare con pazienza, e non già amare o accarezzare. L'umiltà si nutre di questa pazienza. (p. 158)
  • Noi moriamo a poco a poco: bisogna far morire giorno per giorno anche le nostre imperfezioni. Care imperfezioni, che ci fanno conoscere la nostra miseria, ci fanno esercitare nell'umiltà e nel disprezzo di noi stessi, nella pazienza e nella diligenza, e non ci impediscono di presentare a Dio una perfetta preparazione del cuore. (p. 160)
  • È sempre molto dannosa quella distrazione del cuore che porta ad avere il cuore in un posto e il dovere in un altro. (lettera 93, p. 259)
  • Dio [...] vuole che la vostra miseria sia il trono della sua misericordia, e le vostre incapacità, la sede della sua onnipotenza. [...] Le vostre incapacità non vi impediscono di rientrare in voi stessa: vi impediscono solo di piacere a voi stessa. (p. 276)
  • Gli alberi sradicati dal vento non sono adatti per essere trapiantati altrove, perché hanno lasciato le radici nella terra. Chi vuole trapiantarli in altra terra, deve invece aver cura di liberare a poco a poco le radici una dopo l'altra. (lettera 162, p. 390)
  • È necessario sopportare gli altri, ma, in primo luogo, è necessario sopportare se stessi e rassegnarsi a essere imperfetti. (lettera 211, p. 506)

Trattato dell'amor di Dio

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  • Dio è il Dio del cuore umano.
  • Gli eretici sono eretici e ne portano il nome, perché tra gli articoli della fede scelgono, secondo il proprio gusto e a loro piacimento.
  • Il cuore umano tende a Dio per inclinazione naturale, senza sapere veramente chi sia.
  • Il mondo sta diventando così delicato, che d'ora in poi non lo si oserà toccare che con guanti di velluto e non si potranno curare le sue piaghe se non con impacchi di cipolla; ma che cosa importa purché gli uomini vengano guariti ed alla fine vengano salvati?
  • La carità, nostra regina, fa di tutto per i suoi figli.
  • La fede è la grande amica del nostro spirito e può, a buon diritto, parlare alle scienze umane.
  • La salvezza viene indicata dalla fede, preparata per la speranza, ma è data soltanto alla carità.
  • Nella santa Chiesa tutto appartiene all'amore, vive nell'amore, si fa per amore e viene dall'amore.
  • Se un uomo sa di essere amato, poco importa da chi, è spinto a riamare; ma se è un uomo insignificante che viene amato da un grande signore, senza dubbio, la spinta a riamarlo sarà molto più forte.

Citazioni su Francesco di Sales

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  • Affidati a san Francesco di Sales, il santo della dolcezza e della fermezza. (Don Bosco)
  • Dottore dell'amore, san Francesco di Sales ha valorizzato incessantemente la fonte viva dell'alleanza di Dio con gli uomini: Dio ci ama, Dio ci accompagna in ogni momento della nostra vita, con un amore paziente e fedele; Dio infonde in noi il suo desiderio di ciò che è buono, un'attrazione verso ciò che è bello e vero. (Papa Giovanni Paolo II)
  • Francesco di Sales è indubbiamente uno dei Santi più ragguardevoli dell'età moderna, sia per il multiforme impegno apostolico da lui vissuto in consonanza coi tempi, sia per la profonda e stimolante dottrina espressa nelle sue opere. (Papa Paolo VI)
  • Francesco di Sales non era un moralista. Nella storia della Chiesa forse nessun altro santo è stato libero come lui nell'esprimere la propria impetuosa affettività. (Antonio Maria Sicari)
  • Grande fu la speranza di S. Francesco di Sales. Stava egli certo che sempre Dio veglia a nostro bene, e perciò si vedea sempre sereno ed intrepido in mezzo 'a maggiori pericoli. (Alfonso Maria de' Liguori)
  • Francesco di Sales nulla concede allo stile pagano che peraltro nelle antiche scuola ha già da tempo dismesso l'abito tragico. (Salvatore Natoli)
  • Il modello che abbiamo davanti agli occhi, quello di Francesco di Sales, dunque è quello di un giornalismo che comunica passione e ha un intento di coinvolgimento, partecipazione, formazione. La stessa attenzione alla «verità» non è una semplice e fredda attenzione alla «oggettività» o alla «neutralità», ma alla comprensione del valore delle cose. (Antonio Spadaro)
  • La figura di San Francesco di Sales non è di quelle che si possono contenere entro limitati orizzonti: essa ci si leva innanzi alla mente, alta e serena : più alta dei monti della sua Savoia, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre del piccolo lago di Annecy ... In verità San Francesco di Sales fu il più amabile tra i santi, e Iddio lo mandava al mondo in un'ora di tristezza ... Ed egli apparve ed è rimasto come l'incarnazione della pietà sorridente e forte. in cui si fondono la poesia ingenua di San Francesco d'Assisi e l'amore chiaroveggente di Sant'Agostino. (Papa Giovanni XXIII)
  • La sfida contro il paganesimo sarà realmente vinta quando si vedrà, alla fine del secolo, un San Francesco di Sales, ottenere con la dolcezza una Chiesa meno gloriosa e trionfante di quanot non lo fosse nel Rinascimento, ma in cui si riconosce finalmente quello che è stato a giusto titolo chiamato "l'umanesimo devoto". (Guy Bedouelle)
  • [In Paradiso] Lassù c'è san Tommaso, santo così flemmatico che, se un bue fosse entrato nella sua stanza, avrebbe continuato a studiare; e c'è anche san Giovanni Eudes, che si sentiva bollire d'ira al solo vedere un eretico. C'è Francesco di Sales, il santo delle belle maniere, artista nel parlare e nello scrivere; e c'è il Curato D'Ars, campione dei colpi di disciplina sulla propria schiena e delle patate mangiate colla muffa dopo una settimana dalla cottura. (Papa Giovanni Paolo I)
  • Segue la vita ordinaria, ma in un modo così celeste e divino che nulla nella sua vita è più ammirabile di questo. (Jeanne-Françoise Frémiot de Chantal)
  • Si possono ravvisare nell'esperienza di San Francesco di Sales, gli elementi pregnanti del dialogo fra cristiani, in vista della ricomposizione dell'unità: la fedeltà alla Parola di Dio, che come abbiamo visto invita alla carità e all'amore vicendevole, il tendere ad una misura alta della vita cristiana che purifica e converte, e – soprattutto – non cessare mai di pregare per ottenere da Dio l'unità tanto agognata. (Tarcisio Bertone)
  • Vissuto a cavallo tra due secoli, il Cinquecento e il Seicento, raccolse in sé il meglio degli insegnamenti e delle conquiste culturali del secolo che finiva, riconciliando l'eredità dell'umanesimo con la spinta verso l'assoluto propria delle correnti mistiche. (Papa Benedetto XVI)

Note

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  1. Citato in Albino Luciani, Illustrissimi, p. 15
  2. Dalla lettera a Madame de Charmoisy, Introduzione alla vita devota; citato in Albino Luciani, Illustrissimi, p. 27
  3. Citato in La beatificazione di Newman per far risorgere l'Europa cristiana di Paolo Gulisano, Zenit, 22 luglio 2009
  4. Citato in Albino Luciani, Illustrissimi, p. 16
  5. Da Il desiderio della santità, lettera alla baronessa di Chantal del 3 maggio 1604, in Rivestitevi di dolcezza, traduzione di Luigi Rolfo, Edizioni Paoline, 1987, p. 9
  6. Da La filotea ossia introduzione alla vita divota, a spese di Gabriele Sarracino, Napoli, 1858, parte I, pp. 6-7.

Bibliografia

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  • Albino Luciani, Illustrissimi, Edizioni APE Mursia, 1979.
  • Francesco di Sales, Controversie, Morcelliana, Brescia, 1993.
  • Francesco di Sales, Filotea, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo, 1991.
  • Francesco di Sales, Trattato dell'amor di Dio, Paoline, 1996.
  • Francesco di Sales, Lettere di amicizia spirituale, a cura di André Ravier, traduzione di Luigi Rolfo, Paoline, 2001.
  • Francesco di Sales, I trattenimenti spirituali, Paoline, Milano, 2000.

Altri progetti

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