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Theodore Roosevelt

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Theodore Roosevelt
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la pace (1906)

Theodore Roosevelt (1858 – 1919), 26° presidente degli Stati Uniti.

Citazioni di Theodore Roosevelt

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  • Faccio pugilato, ma poco, perché sembra piuttosto assurdo per un presidente apparire con un occhio nero e con il naso schiacciato o con le labbra tagliate.[1]
  • Ho sperato e lavorato ardentemente per provocare il nostro intervento a Cuba.[2]
  • Il fattore principale nel produrre la Rivoluzione, e più tardi la guerra del 1812, fu l'incapacità della madrepatria a comprendere che gli uomini liberi, i quali avanzavano nella conquista del continente, dovevano essere incoraggiati in quest'opera [...]. L'espansione dei duri, avventurosi uomini della frontiera era per gli statisti di Londra causa di ansietà piuttosto che di orgoglio, e il famoso Quebec Act del 1774 fu in parte architettato con lo scopo di mantenere permanentemente ad est degli Allegani le colonie di lingua inglese e conservare la possente e bella vallata dell'Ohio come terreno di caccia per i selvaggi.[3]
  • Il lupo d'America non è mai stato pericoloso per l'uomo come lo è stato il suo fratello asiatico ed europeo sin dai tempi immemoriali, eppure la differenza potrebbe essere dovuta alla diversità dei loro ambienti. È difficile però dire perché il puma, grande quanto i grossi felini macchiati che si nutre di praticamente le stesse prede, non dovrebbe essere pericoloso per l'uomo quando sono dei lottatori singolarmente formidabili quando messo alle strette. Il puma più grande che uccisi fu lungo due metri e pesante oltre novanta chili. Pochissimi leopardi africani o pantere indiane superebbero queste proporzioni, e questo animale in particolare stava cacciando non solo cervi, ma anche cavalli e bovini, eppure lo uccisi senza alcun pericolo in circostanze in cui uno dei grossi felini macchiati d'africa o asia, o persino un giaguaro sudamericano, mi avrebbero caricato.[4]
  • Il lupo è un lottatore feroce. Può decimare un branco di segugi attraverso i rapidi morsi delle sue fauci, senza intanto subire ferite. Nemmeno i comuni cani grossi, apparentemente allevati per la lotta, sono in grado di abbatterlo senza addestramento speciale. So di un lupo che ha ucciso con un solo morso un bulldog che l'aveva avventato, e di un altro che, dopo essersi infiltrato nell'orto d'una fattoria in Montana, uccise rapidamente in successione i due grossi mastini che lo attaccarono. L'immensa agilità e ferocia di questa bestia selvaggia, il terribile morso delle sue fauci zannute, e la vita dura che passa, gli sono di grande vantaggio contro i cani, più grassi, dai denti più piccoli, e dalla pelle morbida, sebbene siano nominalmente delle razze selezionate per il combattimento. Considerando il modo in cui i tornei del sollevamento dei pesi sono organizzati oggi, questo è solo naturale, siccome non c'è motivo di produrre cani da combattimento degni quando i premi sono distribuiti a base di punti tecnici che sono totalmente non pertinenti all'utilità del cane. Un mastino o un bulldog che ha vinto premi potrebbe essere quasi inutile per gli scopi per cui la sua razza è stata sviluppata. Se ben addestrato o di taglia sufficientemente grossa, un mastino potrebbe avere la meglio contro un lupo del Texas giovane o nano, ma non ho mai visto un cane di questa categoria che giudicherei un degno avversario per uno dei grossi lupi del Montana occidentale. Anche se il cane fosse il più pesante dei due, i suoi denti e artigli sarebbero molto più piccoli, e la sua pelle meno dura.[5]
  • Il problema fondamentale è la salvaguardia delle risorse naturali. Se non risolviamo questo, ci servirà ben poco risolvere tutti gli altri.[6]
  • Io non arrivo al punto di pensare che gli unici indiani buoni siano gli indiani morti, ma credo che nove su dieci lo siano, e non dovrei indagare troppo a fondo sul decimo.
I don't go so far as think that the only good Indians are the dead Indians, but I believe nine out of every ten are, and I shouldn't inquire too closely into the case of the tenth.[7]
  • L'essere liberi dalla necessità di compiere uno sforzo nel presente implica semplicemente l'averne accumulato una riserva nel passato.
Freedom from effort in the present merely means that there has been stored up effort in the past.[8]
  • Le grandi società esistono solo perché sono create e salvaguardate dalle nostre istituzioni.[9]
  • Nel lungo periodo, una guerra giusta è molto meglio per l'anima dell'uomo che la pace più prospera.[10]
  • Nessun uomo è giustificato a fare il male per motivi di convenienza.
No man is justified in doing evil on the ground of expediency.[11]
  • Nessun trionfo di pace è più esaltante di un trionfo di guerra.[12]
  • Non credo che a tutti quei conigli selvatici di Bogotà debba essere concesso di proibire in eterno una delle future principali vie di comunicazione della civiltà [Il Canale di Panama].[2]
  • Non è colui che critica a contare, né colui che indica quando gli altri inciampano o che commenta come una certa azione si sarebbe dovuta compiere meglio. L'onore spetta all'uomo nell'arena. L'uomo in cui il viso è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue. L'uomo che lotta con coraggio, che sbaglia ripetutamente, sapendo che non c'è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e mancanze. L'uomo che dedica tutto sé stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo e che si spende per una causa giusta. L'uomo che, quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato. Quest'uomo non avrà mai un posto accanto a quelle anime mediocri che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta.[13]
  • Parla piano e porta con te un grosso randello: andrai lontano.
Speak softly and carry a big stick— you will go far.[14]
  • Presi l'istmo, diedi inizio ai lavori per il canale, dopodiché lasciai che il Congresso avviasse un dibattito: non sul canale, ma su di me.[2]
  • Se devo scegliere tra la giustizia e la pace io scelgo la giustizia.
If I must choose between righteousness and peace I choose righteousness.[15]
  • Se mai si potesse affermare che un governo abbia ricevuto un mandato dalla civiltà per produrre qualcosa la cui realizzazione era voluta nell'interesse dell'umanità, gli Stati Uniti detengono questo ruolo per quanto riguarda il canale interoceanico.[2]
  • [Parlando di come stroncare scioperi e conflitti sociali] Si possono sopprimere i sentimenti che animano ora una gran parete del nostro popolo, prendendo dieci dei suoi capi, mettendoli [...] contro un muro e fucilandoli.[16]
  • [Sulle iene macchiate] Sono creature bizzarre. Normalmente sono spazzini che si nutrono di carogne, sebbene uccidono ogni tanto i muli, i bovini, gli asini, e i giovani rinoceronti. Le loro mandibole sono così potenti, la loro forza così grande, e sono così robuste che solo un numero elevato di cani grossi e feroci possono avere la meglio su di una. Eppure sono molto vigliacche quando vengono cacciate [...] Non c'è alcun pericolo per l'uomo nell'inseguirle. Al massimo, cercheranno di mordere un palo se ferite o messe alle strette. Non dispongono d'un millesimo della furia e forza scatenata del leopardo, eppure sono più propense di quest'ultimo a nutrirsi di esseri umani, persino gli adulti. In certi distretti, dove sono numerose e impavide, è pericoloso per qualsiasi uomo dormire all'aperto [...] La iena infatti si tratta du un miscuglio singolare di codardia miserabile e ferocia spaventosa.
They are queer creatures. Ordinarily they are scavengers, feeding on carrion. Yet they occasionally kill mules, cattle, donkeys, and young rhinoceros. Their jaws are so powerful, their strength so great, and they are so tough, that only a number of big, fierce dogs can kill one. When hungry they pounce on and carry off dogs. Yet when hunted they are very cowardly [...] To a man there is absolutely no danger in hunting them; the utmost they will do is snap at a stick when wounded and at bay. They have not a thousandth part of the fury and reckless prowess of the leopard. Yet they are far more apt than the leopard to prey on human beings, even full-grown men; and in certain districts where they are bold and numerous it is dangerous for any man to sleep alone in the open [...] In fact, the hyena is a singular mixture of abject cowardice and utmost ferocity.[17]
  • Fai quello che puoi, con quello che hai, dove sei.
[Citazione erroneamente attribuita] La citazione viene spesso attribuita a Roosevelt, ma lui stesso la attribuisce, nelle sue memorie, a Bill Widener.[18]

Citazioni su Theodore Roosevelt

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  • Il Roosevelt è persuaso che il popolo americano è immensamente superiore ad ogni altro popolo, e quindi non si accorge quanto ridicolo sia il citare il Washington per farci sapere che "il modo più sicuro di avere la pace è di preparare la guerra". Veramente noi miseri europei credevamo che, un poco prima del Washington, certi abitanti di un paesucolo chiamato Lazio avessero, nel loro idioma, detto: si vis pacem, con quello che segue: ma si vede che eravamo in errore, e che i latini devono avere copiato il Washington e ripetuto cosa da lui prima detta. (Vilfredo Pareto)
  • Theodore Roosevelt può tranquillamente essere accostato a Hitler. Al di là delle singole personalità conviene non perdere di vista il quadro generale: «Gli sforzi per preservare la "purezza della razza" nel Sud degli Stati Uniti anticipavano alcuni aspetti della persecuzione scatenata dal regime nazista contro gli ebrei negli anni trenta del Novecento». (Domenico Losurdo)

Note

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  1. Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 83. ISBN 88-8598-826-2
  2. a b c d Citato in Graham Allison, Destinati alla guerra, terza parte, L’addensarsi della tempesta, cap. 6, Immaginiamo se la Cina fosse davvero come noi, traduzione di Michele Zurlo, Fazi, Roma, 2018. ISBN 978-88-9325-490-8
  3. 1901, pp. 246-47; citato in Losurdo 2005, p. 299.
  4. (EN) The wolf of America has never been dangerous to man, as his no larger no more formidable brother of Asia and Europe has been from time immemorial ; yet the difference may be accounted for by the difference of environment. But it is hard to say why the cougar, which is just about the size of the great spotted cats, and which preys on practically the same animals, should not be dangerous to man, while they are singularly formidable fighters when at bay. The largest cougar I ever killed was eight feet long and weighed over two hundred pounds. Very few African leopards or Indian panthers would surpass these measurements, and this particular animal had been preying not only on deer, but on horses and cattle ; yet I killed him with no danger to myself, under circumstances which would probably have insured a charge from one of the big spotted cats of Africa or Asia, or, for the matter of that, from a South American jaguar. Citato in Frederick Selous, African nature notes and reminiscences, London, Macmillan and co., limited, 1908, pp. xviii-xix
  5. (EN) A wolf is a terrible fighter. He will decimate a pack of hounds by rapid snaps with his giant jaws while suffering little damage himself; nor are the ordinary big dogs, supposed to be fighting dogs, able to tackle him without special training. I have known one wolf to kill a bulldog which had rushed at it with a single snap, while another which had entered the yard of a Montana ranch house slew in quick succession both of the large mastiffs by which it was assailed. The immense agility and ferocity of the wild beast, the terrible snap of his long-toothed jaws, and the admirable training in which he always is, give him a great advantage over fat, small-toothed, smooth-skinned dogs, even though they are nominally supposed to belong to the fighting classes. In the way that bench competitions are arranged nowadays this is but natural, as there is no temptation to produce a worthy class of fighting dog when the rewards are given upon technical points wholly unconnected with the dog's usefulness. A prize-winning mastiff or bulldog may be almost useless for the only purposes for which his kind is ever useful at all. A mastiff, if properly trained and of sufficient size, might possibly be able to meet a young or undersized Texas wolf; but I have never seen a dog of this variety which I would esteem a match single-handed for one of the huge timber wolves of western Montana. Even if the dog was the heavier of the two, his teeth and claws would be very much smaller and weaker and his hide less tough. Da Hunting the grisly and other sketches; an account of the big game of the United States and its chase with horse, hound, and rifle, G. P. Putnam's sons, New York, London, 1909, pp. 192-193
  6. Citato in AA.VV., Il libro dell'ecologia, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2019, p. 264. ISBN 9788858024362
  7. Citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, The Experts Speak, New York, Villard, 1998, p. 304. ISBN 0-679-77806-3
  8. Da The Strenuous Life, discorso all'Hamilton Club, Chicago, 10 aprile 1899.
  9. Citato in AA.VV., Il libro della legge, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2021, p. 185. ISBN 9788858029596
  10. Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 68. ISBN 9788858019429
  11. Da Latitude and Longitude among Reformers, pubblicato in the "Century", giugno 1900.
  12. Citato in Focus, n. 85, p. 180.
  13. Dal discorso pronunciato alla Sorbona il 23 aprile 1910 e letto da Vialli alla nazionale di calcio dell'Italia prima della finale di Euro 2020; citato in Gianluca di Marzio, 6 gennaio 2023. Versione originale: "Citizenship in a Republic".
  14. Dal discorso tenuto all'apertura del Minnesota State Fair; citato nel quotidiano Minneapolis Tribune, 3 settembre 1901.
  15. Da America and the World War, p. 51.
  16. Citato in Hofstadter 1960, p. 216; citato in Losurdo 2005, p. 323.
  17. (EN) Da Life-histories of African game animals, volume I, New York, C. Scribner's Sons, 1914, pp. 258-259.
  18. In Autobiography, capitolo IX; precisazione riportata dal Theodore Roosevelt Center

Bibliografia

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  • Richard Hofstadter, La tradizione politica americana (1951), traduzione di Giuseppe Vetra­no, Il Mulino, Bologna, 1960.
  • Domenico Losurdo, Controstoria del liberalismo, Laterza, 2005.
  • (EN) Theodore Roosevelt, America and the World War, Charles Scribner's Sons, New York, 1915.
  • (EN) Theodore Roosevelt, The Strenuous Life: Essays and Addresses, Century, New York, 1901.

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