Paolo Villaggio: differenze tra le versioni

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*Con [[Ugo Fantozzi|Fantozzi]] ho cercato di raccontare l'avventura di chi vive in quella sezione della vita attraverso la quale tutti (tranne i figli dei potentissimi) passano o sono passati: il momento in cui si è sotto padrone. Molti ne vengono fuori con onore, molti ci sono passati a vent'anni, altri a trenta, molti ci rimangono per sempre e sono la maggior parte. Fantozzi è uno di questi.<ref name=premessaFantozzi>dalla premessa a ''Fantozzi'', op. cit.</ref>
*Con [[Ugo Fantozzi|Fantozzi]] ho cercato di raccontare l'avventura di chi vive in quella sezione della vita attraverso la quale tutti (tranne i figli dei potentissimi) passano o sono passati: il momento in cui si è sotto padrone. Molti ne vengono fuori con onore, molti ci sono passati a vent'anni, altri a trenta, molti ci rimangono per sempre e sono la maggior parte. Fantozzi è uno di questi.<ref name=premessaFantozzi>dalla premessa a ''Fantozzi'', op. cit.</ref>
*[[Ugo Fantozzi|Fantozzi]] di allora era un miserabile felice, almeno lui aveva un posto fisso.<ref>Citato in ''DNews'', 18 giugno 2012, p. 2.</ref>
*[[Ugo Fantozzi|Fantozzi]] di allora era un miserabile felice, almeno lui aveva un posto fisso.<ref>Citato in ''DNews'', 18 giugno 2012, p. 2.</ref>
*[[Ugo Fantozzi|Fantozzi]] è il prototipo del tapino, la quintessenza della nullità.<ref>Citato in ''[http://www.ilpost.it/2017/07/03/paolo-villaggio-morto/ È morto Paolo Villaggio]'', ''il Post'', 3 luglio 2017.</ref>
*Gli [[Italia|italiani]] quando sono in due si confidano segreti, tre fanno considerazioni filosofiche, quattro giocano a scopa, cinque a poker, sei parlano di calcio, sette fondano un partito del quale aspirano tutti segretamente alla presidenza, otto formano un coro di montagna.<ref>Da ''Fantozzi'', BUR, Milano, 2003 (1971). ISBN 8817107735</ref>
*Gli [[Italia|italiani]] quando sono in due si confidano segreti, tre fanno considerazioni filosofiche, quattro giocano a scopa, cinque a poker, sei parlano di calcio, sette fondano un partito del quale aspirano tutti segretamente alla presidenza, otto formano un coro di montagna.<ref>Da ''Fantozzi'', BUR, Milano, 2003 (1971). ISBN 8817107735</ref>
*Ho detto che il papa {{NDR|[[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]]}} non crede in dio?<ref>Sotto l'ipnosi di [[Giucas Casella]] a ''Domenica In''.</ref> Lo penso davvero. Su, avanti. Il papa è una persona troppo intelligente per crederci.<ref>Dall'intervista di G. P., ''Villaggio: Neanche il Papa crede in Dio'', ''la Repubblica'', 24 ottobre 1994, p. 27.</ref>
*Ho detto che il papa {{NDR|[[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]]}} non crede in dio?<ref>Sotto l'ipnosi di [[Giucas Casella]] a ''Domenica In''.</ref> Lo penso davvero. Su, avanti. Il papa è una persona troppo intelligente per crederci.<ref>Dall'intervista di G. P., ''Villaggio: Neanche il Papa crede in Dio'', ''la Repubblica'', 24 ottobre 1994, p. 27.</ref>

Versione delle 21:05, 4 lug 2017

Paolo Villaggio, 2008

Paolo Villaggio (1932 – 2017), attore, comico, sceneggiatore e scrittore italiano.

Citazioni di Paolo Villaggio

  • Alfredo Liguori ha lo stesso accento di Govi e non riesce a non piangere quando perde la Sampdoria.[1]
  • Con Fabrizio De André ho passato l'infanzia e la gioventù, poi vent'anni con Gassman, altri venti con Tognazzi, poi Ferreri, Volonté, Fellini… Insomma… parlo solo "di" qualcuno, non "con" qualcuno… mah![2]
  • Con Fantozzi ho cercato di raccontare l'avventura di chi vive in quella sezione della vita attraverso la quale tutti (tranne i figli dei potentissimi) passano o sono passati: il momento in cui si è sotto padrone. Molti ne vengono fuori con onore, molti ci sono passati a vent'anni, altri a trenta, molti ci rimangono per sempre e sono la maggior parte. Fantozzi è uno di questi.[3]
  • Fantozzi di allora era un miserabile felice, almeno lui aveva un posto fisso.[4]
  • Fantozzi è il prototipo del tapino, la quintessenza della nullità.[5]
  • Gli italiani quando sono in due si confidano segreti, tre fanno considerazioni filosofiche, quattro giocano a scopa, cinque a poker, sei parlano di calcio, sette fondano un partito del quale aspirano tutti segretamente alla presidenza, otto formano un coro di montagna.[6]
  • Ho detto che il papa [Giovanni Paolo II] non crede in dio?[7] Lo penso davvero. Su, avanti. Il papa è una persona troppo intelligente per crederci.[8]
  • Il comportamento comico è un comportamento infantile, cioè tutti i comici sono bambini, immaturi. Stan Laurel è un bambino, piange tutte le volte [...], Jerry Lewis era un bambino scemo, Totò non ha mai toccato una donna veramente, Sordi lo stesso. [...] Il comportamento infantile va, direi, a dissotterrare a livello proprio improvviso, inaspettato, il periodo più felice della vita: l'infanzia, il che provoca una grande emozione di felicità e quindi la risata. Tutti i grandi comici, da sempre, si muovono e si comportano in maniera immatura, come bambini.[9]
  • [Sui giochi paralimpici] La mia non è crudeltà ma è crudele esaltare una finta pietà. Questo è ipocrita. Sembrano Olimpiadi organizzate da De Amicis con dei "personaggini".[10]
  • Le Paralimpiadi di Londra fanno molta tristezza, non sono entusiasmanti, sono la rappresentazione di alcune disgrazie e non si dovrebbero fare perché sembra una specie di riconoscenza o di esaltazione della disgrazia.[10]
  • Ma non è un libro assolutamente [Fantozzi], e solo la raccolta delle storie di Fantozzi che ho scritto per L'Europeo, con qualche punto e virgola in più, buttato giù a caso. Scrivere non sarà mai il mio mestiere, è una cosa fatta per gioco.[3]
  • [Silvio Berlusconi] Mi ha detto che sono un grande comico. Gli sono molto grato: per questo e per aver perso le ultime elezioni.[11]
  • [Domanda: Ma davvero La corazzata Potëmkin è un film tanto brutto?] Non è il film in sé, quanto il fatto che non si potesse dire niente contro il diktat culturale del partito. Quando dissi quella frase, attaccai proprio quel mondo. Per la prima volta da sinistra si levava una voce contro la santificazione di certi miti. […] Quando andai a presentare Fantozzi in Unione Sovietica […] Io mi alzai e ripetei la frase del film. E appena dissi che la "Corazzata" era una boiata, si scatenò un inferno. Esplose l'entusiasmo. La gente scattò in piedi, mi applaudì per decine di minuti. Fu uno dei momenti più belli della mia carriera.[12]
  • [Cécile Kyenge] Non è molto affascinante. Assolutamente. Anche perché parla un italiano... e poi non ha neanche il passaporto italiano. [...] [La nomina al Ministero dell'Integrazione è] Superflua. È stata una cosa molto teatrale. [...] [Mettere un Ministro nero] È superfluo, tutto sommato non è che risolva il problema [dell'integrazione][13].
  • [Sulle paralimpiadi] Non fa ridere una partita di pallacanestro di gente seduta in sedia a rotelle, io non le guardo, fa tristezza vedere gente che si trascina sulla sedia con arti artificiali. Mi sembra un po' fastidioso, non è divertente.[10]
  • Num me piace Eduardo, io sto con Peppino. E anche se adesso, Eduardo resta uno dei rari autori italiani, con Pirandello, Goldoni e Fo, a venir rappresentato all'estero, in futuro, chissà. Forse i posteri apprezzeranno più le straordinarie tirate di Pappagone di quelle, seriose, noiosine e piene di "caccole" di Eduardo. Virtù per il nostro Paese, cattolico e fintamente impegnato.[14]
  • Peppino non era nato solo per far ridere. Quelli di categoria extra come lui possono fare tutto. Non a caso interpretò Moliere, Machiavelli, Pinter. Eduardo invece interpretò solo se stesso.[14]
  • Sono inviperito per questa tendenza che esiste soprattutto in Italia, forse per le sue radici cattoliche, di riconoscere i meriti degli artisti solo dopo la morte. Come se la morte nobilitasse.[15]
  • [Su Vittorio Gassman] Totò e Sordi sono stati i più comici, Mastroianni il più affascinante, ma Vittorio era il più completo: grande uomo di teatro, di cinema, di lettere. Era un principe, lontano dalle cialtronerie del nostro ambiente. Si godeva in sua presenza per la cultura, il divertimento, l'onestà con cui affrontava ogni argomento.[16]
  • Un giorno eravamo al Ritz di Madrid, in una suite. Moana va in bagno e torna solo con gli slip indosso. Mi guarda e fa: 'Io con te l'amore non lo farò mai. Ti voglio molto bene. Sono sieropositiva'. È stata una frase che mi ha molto colpito. L'ho abbracciata e lei si è commossa. [...] La cosa più curiosa di Moana Pozzi era che odiava il sesso. [...] Era completamente frigida. È una cosa abbastanza triste: faceva un mestiere che in realtà odiava. La sua frigidità l'ha portata a fare con una certa rabbia questo mestiere, l'ha fatto con poca gioia. Sinceramente lei non ha capito qual era la strada giusta per raggiungere la felicità. Per lei, nata in un quartiere povero, era fare soldi in qualunque modo, anche rischiando l'infelicità.[17]
  • Voi giovani avete il vizio in questo momento di dire che siete infelici, che avete paura del futuro, che la colpa è di questo o di quello… ed incolpate soprattutto la nostra generazione, i ladri, i politici… no, non è vero, voi siete anche in colpa, credetemi. LA MIA GENERAZIONE!! Quando è finita la guerra, il paese era completamente distrutto, non c'erano né strade, né autostrade, né ponti, né ospedali, non c'era un cazzo, c'erano solo delle chiese. Dopo finita una tragedia orrenda come la guerra non c'era più un cacchio, niente, niente!! In quindici anni noi, in Italia, siamo diventati il quarto paese industrializzato della Terra. In soli quindici anni! Oooh! Allora io vi prego, ragazzi, la colpa è vostra. Questo continuo lamentio!! Io comincio a pensare che siamo più felici noi da vecchi, che voi da giovani. Pensate, è una cosa incredibile!! (durante Wikitaly, programma di Enrico Bertolino, in onda su Rai 2, 11 ottobre 2012)

Programmi televisivi

  • Mi rifaccia la domanda... (dal programma televisivo Quelli della domenica, nei panni di Giandomenico Fracchia)
  • Faccio schifo! (da Fracchia e il capufficio, nel programma televisivo Signore e signora, nei panni di Giandomenico Fracchia)
  • [Quando viene punito] È giusto! (da Fracchia e il capufficio, nel programma televisivo Signore e signora, nei panni di Giandomenico Fracchia)
  • [Quando lo cacciano in malo modo] M-manda via, adesso? (dal programma televisivo È domenica ma senza impegno)

Fantozzi

Incipit

In fondo, a Fantozzi, la signorina Silvani, che lavorava su in contabilità, piaceva abbastanza. Non era certo una bellezza, anzi a voler essere un po' severi era un 'mostrino' di gamba corta all'italiana, denti da coniglietto e capelli tinti, ma certo più viva di sua moglie signora Pina, della quale lui odiava la rassegnazione nel subire il loro tragico ménage matrimoniale senza speranze, ma soprattutto più giovane.

Citazioni

Citazioni in ordine temporale.

  • Entrò alla clinica "Le Magnolie" alle 7 del pomeriggio di un sabato. Versò subito un anticipo terrificante e lo misero in una cella. La clinica in realtà era una vecchia galera asburgica e i pazienti venivano chiusi nei loro loculi e per quanto battessero sui muri o urlassero non gli veniva portato per i 10 giorni della cura né da mangiare né da bere.
  • Ora Mariangela era un po' piccolina per la sua età, aveva gli occhi molto sporgenti, i dentini da roditore e un gran naso. Era decisamente una gran brutta bambina dal colorito giallastro, ma per Fantozzi e la Pina era l'unica figlia, tutta la loro vita e la più bella creatura del mondo.
  • C'è sempre in ogni agglomerato umano l'"organizzatore di sfide calcistiche". Mentre godono fama di organizzatori, questi elementi sono in realtà solo dei criminali pericolosi e la loro monomania porta periodicamente dei padri di famiglia sull'orlo della tomba.

Explicit

Con la signora Pina si diresse allegro verso la sua utilitaria posteggiata sotto un magnifico palazzo illuminato nel quale c'era una gran festa di ricchi. "Buon anno!" urlò Fantozzi allegro verso le finestre illuminate. Dal terzo piano, secondo una vecchia usanza, piombò sulla macchina una vecchia cucina economica da 2 tonnellate: gliela appiattì come la frittata con cipolle che a lui piaceva tanto. Fantozzi rimase un minuto impietrito, poi cominciò ad inveire in direzione delle finestre. Gridò che era d'accordo con gli studenti che contestavano il lusso borghese. "Fanno bene!" ululava "e farebbero anche meglio a..." Uscì dalla porta del palazzo un suo direttore superiore che andava a un veglione che gli domandò: "Farebbero bene a far che?...". "A... studiare" concluse Fantozzi con un tragico sorriso.

Citazioni su Paolo Villaggio

  • Benigni e Villaggio sono due ricchezze ignorate e trascurate. Due attori che una cinematografia sana e vitale... Ignorarne il potenziale mi sembra una delle tante colpe che si possono imputare ai nostri produttori. (Federico Fellini)
  • L'ho incontrato per la prima volta a Pocol, sopra Cortina; io ero un ragazzino incazzato che parlava sporco; gli piacevo perché ero tormentato, inquieto ed egli lo era altrettanto, solo che era più controllato, forse perché era più grande di me e allora subito si investì della parte del fratello maggiore e mi diceva: "Guarda, tu le parolacce non le devi dire, tu dici le parolacce per essere al centro dell'attenzione, sei uno stronzo". (Fabrizio De André)
  • L'unico vero scrittore new epic che abbiamo in Italia è Paolo Villaggio. Perché è l'unico che abbia saputo descrivere oggi l'Uno contro il Mondo. Fantozzi come Enea, come il Cid, come Sigfrido, come Ulisse. (Tommaso Labranca)
  • Pasolini lodò, ai tempi, polemicamente ammirato, la neolingua inventata da Paolo Villaggio nei libri della serie Fantozzi. Paolo Villaggio deve assolutamente essere riabilitato dal punto di vista letterario, perché la sua scrittura, come bene vedeva Pasolini, avrebbe mutato la lingua comune italiana, a una profondità impensata, a partire dall'abuso dell'aggettivo «pazzesco.» (Giuseppe Genna, in "Italia del profundis" p. 276)
  • Un uomo evidentemente deciso a rovinarsi con le sue mani (e siccome è bravo, vedrete che ci riuscirà a furia di partecipare a tutte le scemenze televisive possibili). (Beniamino Placido)

Collaborazioni

Note

  1. Citato in Pino Flamigni, Il derby delle parole, Erga Edizioni, Genova, 1995, p. 20.
  2. Dall'intervista di Andrea Monda, De André nel ricordo di Paolo Villaggio, RaiLibro, 3 luglio 2012.
  3. a b dalla premessa a Fantozzi, op. cit.
  4. Citato in DNews, 18 giugno 2012, p. 2.
  5. Citato in È morto Paolo Villaggio, il Post, 3 luglio 2017.
  6. Da Fantozzi, BUR, Milano, 2003 (1971). ISBN 8817107735
  7. Sotto l'ipnosi di Giucas Casella a Domenica In.
  8. Dall'intervista di G. P., Villaggio: Neanche il Papa crede in Dio, la Repubblica, 24 ottobre 1994, p. 27.
  9. Dal programma televisivo La storia siamo noi, Rai 2, 18 dicembre 2012.
  10. a b c Citato in Nico di Giuseppe, Paolo Villaggio sulle paraolimpiadi di Londra: "Una esaltazione delle disgrazie", Il Giornale.it, 31 agosto 2012.
  11. Dall'intervista di Maria Pia Fusco, La comicità? È nel DNA, la Repubblica, 15 maggio 1995, p. 27.
  12. Dall'intervista a Quotidiano nazionale, 4 novembre 2003, p. 39.
  13. Dall'intervista a La Zanzara, Radio 24, 27 maggio 2013.
  14. a b Citato in Duemila, i fratelli De Filippo ancora faccia a faccia, Corriere della Sera, 25 gennaio 2000.
  15. Citato in Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo, a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, Roma, 2005. ISBN 8839712895
  16. Citato in Un fuoriserie Villaggio: «Mito del Novecento», La Stampa, 30 giugno 2000.
  17. Citato in "Moana odiava il sesso ed era sieropositiva", il Giornale.it, 1 aprile 2009.

Film

Bibliografia

  • Paolo Villaggio, Fantozzi, Rizzoli, Milano, 1971.

Altri progetti

Opere