Zlatan Ibrahimović
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Zlatan Ibrahimović (1981 – vivente), ex calciatore svedese.
Citazioni di Zlatan Ibrahimović
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Sono il settimo giocatore più forte del mondo. Forse tra dodici anni sarò il sesto.[1]
- [Dopo Inter-CSKA Mosca 4-2 del novembre 2007] Mancini mi ha detto che il mio gol era quasi bello come quelli che faceva lui... Ma non è vero i miei sono più belli![2]
- [Riferendosi a José Mourinho] È l'allenatore più completo che abbia mai avuto, in campo e fuori. È attento a ogni particolare, in campo e fuori, e la differenza si vede subito: oggi c'è uno spirito nuovo, la squadra ha maggiore fiducia nei propri mezzi, fa la partita, ama controllare il gioco. È l'ideale per uno come me.[3]
- [Su Christian Brocchi] È semplice: lui corre, io gioco.[4]
- [Rivolgendosi ai giornalisti dopo Parma-Inter del 18 maggio 2008] Voi parlate, io gioco.[5]
- [Dopo Inter-Atalanta del maggio 2009] Quando sono arrivato in Italia, tutti dicevano che ero un giocatore fantastico, ma che non segnavo tanti gol. Sarei curioso di sapere cosa hanno da dire adesso.[6]
- Mi piace molto la mentalità che hanno qua. Esci ad allenarti e vedi Xavi, Messi, Iniesta e tutti che si mettono a giocare a pallone. In Italia, aspettavi che uscisse l'allenatore per parlare, seduto in panchina. Sono quasi come i bambini quando escono dalla classe.[7]
- Quegli scudetti sono miei e lo dico anche se ora gioco nell'Inter. E se non ci credete, vi porto a casa mia a vedere i due trofei. Non scherziamo, abbiamo fatto tutti dei gran sacrifici, tutti i giorni, per vincerli. Il resto non mi interessa.[8]
- [Sul suo arrivo all'Inter nel 2006] L'Inter era divisa in gruppetti, argentini di qua, brasiliani di la'. Li odiai fin da subito. Mi rivolsi a Moratti parlando chiaro: "Dobbiamo rompere questi dannati clan. Non possiamo vincere se lo spogliatoio non è unito".[9]
- [Su Calciopoli] Vidi Luciano Moggi cominciare a piangere davanti a noi durante lo scandalo di Calciopoli. Il mondo si era rovesciato. Noi stavamo portando a casa il secondo scudetto consecutivo e ci hanno tirato nel fango. Gli arbitri non ci favorivano, eravamo semplicemente i migliori e ci dovevano affondare, ecco la verità. [...] Come sempre, quando qualcuno domina, altri vogliono tirarlo nel fango e non mi stupiva affatto che le accuse venissero fuori quando stavamo per vincere di nuovo il campionato. Stavamo per portare a casa il secondo scudetto consecutivo quando scoppiò lo scandalo, e la situazione era grigia, lo capimmo subito. I media trattavano la faccenda come una guerra mondiale. Ma erano balle, almeno per la gran parte.[9]
- A me manca Cassano, non Tevez. [...] Mi manca in campo. Oggi come oggi alla nostra squadra manca un giocatore come lui. [...] Con Cassano diventa tutto più facile. Lui gioca da seconda punta e riesce a darti il pallone da posizione impossibile.[10]
- Arsène Wenger venne a farmi visita a Malmoe e mi regalò una maglia dell'Arsenal con il numero 9. Per me fu un momento fantastico: l'Arsenal a quei tempi era una grande squadra [...]. Wenger mi propose di andare a Londra per allenarmi con la squadra e fargli vedere di cosa ero capace. Non ci potevo credere. La mia reazione è stata "Assolutamente no, Zlatan non fa provini". E così scelsi di andare all'Ajax. Ripensandoci ora, feci la scelta giusta. All'Arsenal o alla Roma probabilmente non mi sarei inserito così facilmente come mi è successo invece in Olanda.[11]
- [Riferendosi al mercato del Milan] Non ci sono soldi per comperare cinque campioni o tutti quelli che ci vorrebbero.[12]
- Voglio il meglio per il Milan, stavo molto bene lì, mi sono sentito come a casa. Il Milan è uno dei club in cui vorrei tornare, se potessi scegliere oggi. Di solito non si torna in una vecchia squadra ma vorrei tornare al Milan. È un club fantastico. Mi auguro che la squadra faccia bene e torni al successo, posso solo sperare che tutto funzioni per il meglio. Se il Milan ha bisogno di aiuto, allora sanno dove trovarmi.[13]
- [Prima dell'edizione del 2014] Un Mondiale senza di me è poca cosa, non c'è davvero nulla da guardare e non vale nemmeno la pena aspettarlo con ansia.[14]
- Tutti sanno quanto talentuoso sia Verratti, ha un potenziale straordinario.[15]
- Quello che Carew riesce a fare con una palla da calcio, io posso farlo con un'arancia.[16]
- [Sulla Champions League] Non è un'ossessione. Se lo fosse significherebbe che non avrei raggiunto i miei obiettivi. Invece ho fatto esattamente quel che volevo, al 100%. Ho vinto 23 titoli, ho sempre dato il massimo per vincere quanto possibile. Certo, sarebbe bello vincere la Champions, ma se finissi la carriera senza sarei comunque felice e fiero di quanto fatto.[17]
- Zidane è di un altro pianeta. Quando lui entrava in campo gli altri dieci giocatori miglioravano improvvisamente. Semplicemente così.
- Ele é de outro planeta. Quando Zidane pisava em campo, era como os outros dez jogadores melhorassem. Simples assim.[18]
- Ovunque vada, la gente mi riconosce, mi chiama per nome, fanno il tifo per me. Ma ci sono dei nomi che nessuno si prende cura di ricordare, dei nomi per cui nessuno fa il tifo: sono quelli degli 805 milioni di persone che, oggi, soffrono la fame nel mondo. Ho tifosi che mi sostengono in tutto il mondo. D'ora in avanti, vorrei che questo sostegno andasse alle persone che soffrono la fame, perché sono loro i veri campioni. Così, ogni volta che sentirete pronunciare il mio nome, sarà a loro che dovrete pensare.[19][20]
- Con Mourinho ho vissuto un'esperienza super. Abbiamo lavorato insieme per un anno all'Inter e il feeling fra noi due era molto positivo. L'unico rimpianto è quello di aver lavorato insieme a lui solo una stagione, anche se abbiamo vissuto comunque dei bei momenti.[21]
- Questo Paese di merda non merita il PSG![22]
- [Riferito al PSG] Qui mi vogliono bene? Certo, ma non credo che possano rimpiazzare la Tour Eiffel con una mia statua... Nemmeno i dirigenti ce la possono fare. Ma se ce la facessero rimarrei qui, promesso.[23]
- Senza ombra di dubbio è il Milan il club più grande in cui abbia mai giocato. Nel mondo tutti lo conoscono, ha una storia incredibilmente vincente [...]. Si respirava un'aria di grandezza assoluta e la percepivi da tutti quei campioni di fama internazionale che affollavano il campo d'allenamento, qualcosa di veramente geniale.[24]
- Io non accetto di perdere, non lo accetto proprio. L'ho imparato dalla vita. Per me contano la grinta e l'aggressività, la determinazione e la concentrazione sui propri obiettivi. Io ho la missione di vincere.[25]
- Io ho giocato per grandi squadre come Barcellona, Juventus e Milan, ma credo che lo United sia uno step in più [...]. Non credo che ci sia nessuno che direbbe mai no allo United. Persino il nome suona bene, richiama qualcosa di massiccio. Rifiutare una sfida non è da me.[26]
- Per me è stato un esempio di quello che è il calcio. Tutto quello che faceva era davvero straordinario: come dribblava, come correva, come segnava. Era un vero e proprio "Fenomeno". Quello che ha fatto lui, penso che nessun altro sarà mai in grado di farlo, perché lui era naturale, non era "costruito". Ronaldo non si è fatto, è nato per questo e si tratta di qualcosa per il quale non ti può allenare. Come Ronaldo non ci si diventa, ci si nasce. È davvero unico.[27]
- [«In quale [squadra] ha dato il meglio?»] A Torino fu tutto "wow", ero un giovane che arrivava in una Juventus da PlayStation nella quale sognava di consacrarsi. All'Inter ci fu uno step in avanti, mi dicevano: "Questo è il contratto: vai e facci vincere". Andò alla grande, ma non mi sono mai sentito forte come al Milan: lì c'era un gruppo di campioni all'ultimissima fase della propria storia, io feci il massimo per trascinarli. Forse per questo furono anni speciali, che mi restituirono la felicità dopo i problemi a Barcellona.[28]
- Quando pensi al numero 10 a chi pensi? A Maradona. Lui è il simbolo del numero 10. La gente oggi vuole vestire la maglia numero 10 per Maradona.[29]
- Quando sei a questo livello, o mangi o ti mangiano. E io ho scelto di mangiare.[30]
- Raga, quando abbiamo iniziato, dal primo giorno, quando sono arrivato io, poi dopo sono arrivati altri, non tanti hanno creduto in noi. Però, quando abbiamo capito di dover fare sacrifici, soffrire, credere e lavorare... Quando tutto questo si è verificato, siamo diventati un gruppo. E solo con il gruppo è possibile fare tutto quello che abbiamo fatto. Oggi siamo Campioni d'Italia. Prima di tutto voglio ringraziare tutti i giocatori. Adesso parlo per tutta la squadra, voglio ringraziare Paolo, Ricky [Ricky Massara] e Ivan [Ivan Gazidis]. Raga, non è stato facile, però in questo campionato abbiamo fatto come un gruppo. Come detto, nessuno all'inizio del campionato ha creduto in noi, invece con queste parole siamo diventati più forti. Sono molto orgoglioso di tutti voi. Adesso fatemi un favore: festeggiate come campioni, perché Milano non è Milan: Italia è Milan! [Nello spogliatoio dopo la vittoria della Serie A 2021-2022][31]
Da un'intervista a France Football; citato in Alessandro Grandesso, Gazzetta.it, 17 settembre 2012
- Anche uno come Ronaldo, 'O Fenomeno, non l'ha vinta [riferendosi alla UEFA Champions League] e non penso si possa dire che sia un fallito. Se dovessi vincerla, sarà perché la mia squadra è stata la migliore, non perché Zlatan lo è stato.
- [Sui suoi maestri] Capello appartiene alla scuola tradizionale, mi diceva che non segnavo abbastanza e che per lui l'essenziale era fare gol, non giocare bene. Mourinho invece appartiene alla nuova generazione e ti chiede anche di giocare bene. Questa è l'unica differenza tra i due.
- Non credo di avere l'istinto del killer come attaccante. Anche se si può imparare. Filippo Inzaghi non è proprio un calciatore, però possiede un enorme istinto omicida davanti a una porta. È la sua qualità.
Attribuite
[modifica]- [Riferito al trasferimento al PSG] Ma il Milan davvero non ha più soldi? Siete messi proprio male... Vi serve un assegno?[32]
Io, IBRA
[modifica]- [Nel 2010] Eravamo stati eliminati dalla Champions League, Guardiola mi guardava come se fosse tutta colpa mia, e io pensavo: "Siamo al capolinea. È finita". Dopo quella partita ebbi come la sensazione di non essere più il benvenuto nel club e stavo male quando mi mettevo al volante della loro Audi. Stavo da schifo quando ero seduto negli spogliatoi, e Guardiola mi guardava in cagnesco come se fossi un elemento di disturbo, un estraneo. Era come un muro, un muro di pietra: da lui non ricevevo nessun segno di vita, e ogni minuto che trascorrevo con la squadra desideravo essere altrove. Non ne facevo più parte. (cap. 1)
- Moggi era un tipo col pelo sullo stomaco che conosceva i giochi di potere e che era venuto su dal nulla, diventando uno degli uomini più potenti del calcio italiano. Era il re del mercato dei trasferimenti, ed era riuscito a trasformare la Juventus: sotto la sua direzione il club aveva vinto più volte il campionato. Ma non era esattamente la trasparenza fatta a persona. Veniva soprannominato Lucky Luciano. Intorno a lui c'erano stati parecchi scandali con bustarelle e doping e processi e porcherie varie e voci secondo cui aveva legami con la camorra. Erano stronzate, ovviamente. Ma l'aria del mafioso ce l'aveva davvero. Gli piacevano i sigari e i completi eleganti e come negoziatore non si tirava indietro di fronte a nulla, così si diceva. Era un maestro della trattativa, un osso durissimo. (cap. 2)
- Quando Capello si arrabbia sono pochi quelli che osano guardarlo negli occhi, e se ti offre una possibilità e tu non la sfrutti puoi anche andare a vendere salsicce fuori dallo stadio. Nessuno va da lui a parlargli dei suoi problemi. Capello non è tuo amico. Non chiacchiera con i giocatori, non a quel modo. Lui è il sergente di ferro, e quando ti chiama in genere non è un buon segno. D'altro canto non puoi mai sapere. Lui distrugge e costruisce. (cap. 12)
- Van Basten è una leggenda, uno dei migliori attaccanti di sempre, non al livello di Ronaldo forse, ma in ogni caso ha segnato trecento gol in carriera e fatto la storia nel Milan. Era un modello per il suo stile di gioco, per i suoi spettacolari tiri al volo e per la sua grinta davanti alla porta. (p. 159)
- [Durante il derby di Milano disputatosi il 14 novembre 2010] Dietro c'era tutta la mia squadra: facevano affidamento su di me, non potevo sbagliare! Davanti invece avevo il portiere e alle sue spalle la curva degli ultras dell'Inter. Erano come impazziti: urlavano, fischiavano, facevano di tutto per condizionarmi, alcuni di loro cercavano di accecarmi con i laser e mi arrivavano luci verdi su tutta la faccia. Zambrotta s'infuriò e andò dall'arbitro: «Come fa a tirare così?» Ma che cosa si poteva fare? Andare a frugare in giro per gli spalti? Certo che no, e poi io ero perfettamente concentrato, avrei potuto avere addosso anche dei fari abbaglianti o dei riflettori. Volevo solo prendere la rincorsa e tirare, sapevo esattamente dove: la palla sarebbe entrata alla destra del portiere. Rimasi immobile un paio di secondi e certo, sentivo di non poter fallire, ero obbligato a mettere in rete. Avevo cominciato la stagione sbagliando un rigore, non poteva succedere di nuovo. Ma non dovevo nemmeno pensarci. Non bisogna mai pensare troppo, in campo. Finalmente arrivò il fischio dell'arbitro, presi la rincorsa e tirai. Successe esattamente come avevo previsto, la palla andò in rete e io alzai le braccia e guardai gli ultras dritto negli occhi, tipo: «I vostri trucchi del cazzo non funzionano, io sono più forte!»
Citazioni su Zlatan Ibrahimović
[modifica]- Anche se può sembrare antipatico in realtà è super simpatico e scherza sempre. Poi è ultra competitivo. Mi ricordo quando finivamo le partitelle: se vinceva entrava in spogliatoio e diceva "avete vinto grazie a me, ditemi grazie" se invece perdeva diceva "ho giocato coi morti, ma come si fa a giocare così" e poi andava da chi secondo lui si era allenato male e gli diceva "segnati questa data sul calendario, è l'ultimo giorno che ti alleni con me, fai schifo". (Mattia De Sciglio)
- Ciò che posso dire è che è molto forte. Mi ha accolto bene, ma qualche volta è arrogante. Si lamenta molto e chiede spesso il pallone. Ibra è complicato! Insulta molto. Difficilmente sbaglia. Una cosa è certa: quando grida si capisce sempre, indipendentemente dalla lingua. (Lucas)
- Con Ibra però c'era qualcosa in più. Lui ha un'agilità incredibile. Ci capivamo alla perfezione. Eravamo amici anche fuori dal campo e questo ci aiutava a migliorare la sintonia di gioco. C'è stato un anno in cui lui ha fatto 22 gol e io 19, per dare un'idea di quanto funzionasse l'intesa. (Julio Ricardo Cruz)
- Dicevano che non segnava! Me lo sconsigliarono tutti. E io, invece, l'ho preso, Ibra: un grandissimo, ha fatto la fortuna delle squadre in cui ha giocato. Lo bloccai a maggio 2004 a Montecarlo, grazie a Raiola. (Luciano Moggi)
- Ibra ben rappresenta la suddivisione in due macro-categorie che, semplificando, contiene i calciatori: i talenti puri (sempre meno) capitanati da Lionel Messi e coloro che si sono "costruiti" con un lavoro quotidiano e straordinario su fisico e mentalità, categoria Cristiano Ronaldo, per intenderci. Naturalmente Ibrahimovic si offenderebbe molto se lo mettessi in questo secondo gruppo facendolo rappresentare da qualcun altro e rivendicherebbe l'esistenza di una terza categoria, dove collocare solo se stesso. (Mauro Berruto)
- Ibra ha un carattere difficile ma è un fuoriclasse straordinario e un lottatore esemplare. Avere Zlatan dalla propria parte vuol dire avere una marcia in più. Anche se litigavi con lui – e lo abbiamo fatto – sapevi che nel campo c'era ed era determinante. (Iván Córdoba)
- Ibrahimović? È un grandissimo giocatore, ma nessun calciatore è più grande di un club. Ibra all'Inter è diventato un giocatore importante, ma certi club sono più grandi di giocatori e allenatori. (José Mourinho)
- Ibrahimović è cosi concentrato su se stesso che capita che guardi storto anche il suo ingombrante naso, colpevole di uno slancio all'infuori che rischia di distogliere l'attenzione dal vero spettacolo: lui, Zlatan, il miglior giocatore del mondo (secondo Zlatan Ibrahimović, ovvio). (Michele Dalai)
- Ibrahimović è un campione innanzitutto. Poi, quello che ammiro di lui è la storia. È nato dal niente, è nato da un ghetto come dice lui quindi mi sono appassionato al percorso lungo e difficile che ha intrapreso e al giocatore e all'uomo che è diventato. (Federico Bernardeschi)
- Il giocatore più forte con cui abbia mai giocato è Ibrahimović. Il più forte di tutti. Una volta [...] mi disse: "Ibra ti fa vincere i campionati, non Gesù". Aveva sempre la battuta pronta. (Nicola Legrottaglie)
- Il mio miglior nemico è sicuramente Ibrahimović. Stimo molto Zlatan, ci rispettiamo ed eravamo compagni di squadra nella Juve. Non ho mai avuto paura di affrontarlo, mai fatto un passo indietro davanti a lui. Quando passò all'Inter divenne il nemico assoluto, poi semplice avversario al Milan o in Nazionale. (Giorgio Chiellini)
- Il mio rapporto con Ibrahimović al Psg è stato del tutto insignificante, perché lui non è quel tipo di giocatore che cerca di stabilire un contatto coi giovani e che dà loro dei consigli, ma si preoccupa solo di se stesso. (Kingsley Coman)
- Indubbiamente è un calciatore di peso, ma con quelli che per me sono quattro difetti: individualismo, protagonismo, egocentrismo, avidità. (Arrigo Sacchi)
- Lo volevo alla Roma, ma non riuscimmo a portarlo. Lo volli alla Juve perché ero convinto fosse un fuoriclasse vero. Quando arrivò a Torino calciava solo forte e male. Consigliai a Zlatan di perfezionare la tecnica di tiro ed ogni giorno si fermava dopo l'allenamento con Galbiati a fare tiri in porta. Credo che i risultati si vedano. Fa giocate che solo i fuoriclasse sanno fare e che sono impensabili per gli altri. (Fabio Capello)
- Nessuno ha la potenza di Zlatan Ibrahimović. Lui e Marco van Basten sono identici nell'eleganza. (Fabio Capello)
- Parliamo di un giocatore immenso, un giocatore di grande carisma. È un giocatore da Nba. È alto 1,96cm. ma ha l'agilità, la velocità e l'esplosività di un giocatore alto 1,70cm. È un calciatore unico. Se parliamo dei migliori al Mondo ci sono Messi e Ronaldo, ma non sono prime punte. Il miglior centravanti del Mondo è Zlatan. (Leonardo)
- Pesava parecchio, anche se poi la formazione la faceva Allegri. Però quello che diceva Ibra non cadeva nel vuoto. Faccio un esempio: quando volevo lasciare il Bayern e presi i primi contatti con il Milan, so che Galliani chiese a Zlatan cosa ne pensasse del mio possibile arrivo, visto che eravamo quasi venuti alle mani al termine di un Olanda-Svezia. Zlatan disse: uno come Van Bommel è meglio averlo in squadra che contro. (Mark van Bommel)
- Questo ragazzo è un fottuto idiota. Non mi piace, è un mucchio di merda. È come mio fratello, parla molto, ma non tiene fede alle parole. Tatuaggi fighi e lingua lunga. (Noel Gallagher)
- Sai chi mi ricorda Ibrahimović quando fa questo tipo di dribbling? Van Basten. (Massimo Mauro)
- [Sul suo trasferimento all'Inter nell'agosto del 2006] Se noi alla Juve provammo a trattenerlo? Noi provammo, evidentemente sì; poi fu l'anno della B, conoscendo il carattere di Ibra, conoscendo che l'anno dopo sarebbe scaduto il contratto, conoscendo anche quello che lui aveva in mente per rinegoziarlo, eravamo consapevoli di non essere in grado in quel preciso momento storico di assecondarlo. Quindi abbiamo deciso di venderlo all'unica società che ufficialmente ha presentato un'offerta, al di là poi di tutta la letteratura che vogliamo fare a riguardo, l'unica società che si è presentata concretamente con un'offerta è stata l'Inter. (Alessio Secco)
- Sono cresciuto nel mito di Van Basten, e questo Ibrahimovic lo ricorda moltissimo. Parlo di valore assoluto: l'olandese era forse più cinico in zona gol, ma per genialità Ibra non ha eguali, è più spettacolare di Van Basten. Lo vedi altissimo e pensi: "È il classico bestione dai piedi di marmo". E invece fa cose da fenomeno. Fa numeri talmente pazzeschi che ho l'impressione di trovarmi di fronte a un uomo geneticamente modificato. (Cristiano Lucarelli)
- Stavamo per vincere il titolo del 2013, dovevamo affrontare il Lione. Ancelotti era un po' teso e Zlatan gli si avvicinò chiedendogli se credesse in Dio. Il mister disse di sì e Ibra rispose: "Bene, se credi in me allora puoi anche rilassarti". Lui è così, ha tanta fiducia in sé stesso e questo lo aiuta ad essere un grande giocatore. Stiamo iniziando ad abituarci ai suoi meravigliosi gol. In allenamento lavora duro e ha un coordinamento e una creatività che ben pochi hanno. (Marco Verratti)
- Un atleta straordinario a cui non ha mai fatto difetto un ego platealmente, potremmo dire scenograficamente, smisurato. (Mauro Berruto)
- Zlatan è il migliore. Quando eravamo compagni di squadra alla Juve spesso dormivamo nella stessa camera dopo le partite. Una volta, nel cuore della notte, si è svegliato e, agitato, si è messo a urlare: "Adi, sveglia! Ho avuto un incubo. Ho sognato che Ronaldo era più forte di me!" Ho cercato di tranquillizzarlo ed è riuscito a riaddormentarsi solo quando gli ho detto: "No, Zlatan, no! Tu sei il migliore al mondo. Calmati..." (Adrian Mutu)
- Zlatan somiglia a Brad Pitt quando interpreta Benjamin Button, l'uomo che ringiovanisce giorno dopo giorno [...]. Ha un'energia incredibile, migliora col tempo. E quando può, va a fare pure caccia estrema. È disumano, nel senso che fa cose che gli umani neanche s'immaginano. (Mino Raiola)
- Ibra è un ragazzo eccezionale, di quelli che ti trascina anche fuori dal campo. È piacevole, ci si sta bene insieme e in più ha quel valore aggiunto all'interno dello spogliatoio che ti porta a dare sempre il massimo e cercare il meglio per te stesso. Non è facile, non tutti i campioni riescono a trasmettere questa cosa. Ibra invece sì.
- Nella sua prima settimana con noi, ricordo che stavamo provando i calci d'angolo con la marcatura a zona sul primo palo. Lui invece di spazzare di testa, alzò la gamba e fece arrivare il pallone nell'altra metà campo. Lì ci siamo fermati e abbiamo detto: "Qui si va a vincere". Ci eravamo resi conto che l'asticella si fosse alzata.
- Zlatan è più di un calciatore. È un trascinatore, uno che pretende il massimo da tutti perché lui dà il massimo. Ed è uno che ha un'influenza positiva sul gruppo, che riesce a far arrivare a tutti la sua mentalità vincente. Con lui ti viene la voglia di andare in campo ad allenarti tutti giorni e dare sempre il 110%.
Note
[modifica]- ↑ Da un'intervista a Studio Sport, Italia 1, 27 novembre 2006.
- ↑ Da un'intervista a Sky del 7 novembre 2007.
- ↑ Citato in Ibra: "Sono pronto Mourinho è un grande", Gazzetta.it, 28 agosto 2008.
- ↑ Da un'intervista a Studio Sport, Italia 1, 6 dicembre 2008.
- ↑ Citato in Il sassolino di Ibra: "Voi parlate io gioco", Gazzetta.it, 18 maggio 2008.
- ↑ Citato inIbrahimovic ha scelto Barcellona "Gioca un calcio meraviglioso", Corriere.it, 3 giugno 2009.
- ↑ Citato in Tancredi Palmeri, Blob 2010, le previsioni di Ibra" Al Barça si vince, non all'Inter", Gazzetta.it, 31 dicembre 2010.
- ↑ Citato in Tuttosport, 8 aprile 2009, p. 5.
- ↑ a b Dall'autobiografia Io, Ibra; citato in Ibra: "Juve stava dominando. Ci hanno voluto affondare", Tuttosport.com, 8 novembre 2011.
- ↑ Dall'intervista di Alberto Costa, Ibra «Tevez? Mi manca tanto Cassano», Corriere.it, 2 gennaio 2012.
- ↑ Da un'intervista rilasciata al quotidiano The Sun; citato in Ibrahimovic: "A vent'anni rifiutai l'Arsenal", Sportmediaset.it, 5 marzo 2012.
- ↑ Citato in Alberto Costa, L'ironia di Ibra: «Vi serve un assegno?», Corriere.it, 14 luglio 2012.
- ↑ Citato in Ibra shock: "Milan se hai bisogno, io torno, Tuttomercatoweb.com, 10 ottobre 2012.
- ↑ Citato in Ibrahimovic: "I Mondiali senza di me non ha senso vederli", Sportmediaset.it, 20 novembre 2013.
- ↑ Dall'intervista rilasciata alla rivista ufficiale del Paris Saint-Germain; citato in Psg, Ibra incorona Verratti: «Talento incredibile», Corrieredellosport.it, 11 dicembre 2013.
- ↑ Citato in Insopportabile, irascibile, grandissimo Ibra: 25 frasi da spaccone, Repubblica.it, 16 giugno 2016.
- ↑ Citato in La Gazzetta dello sport, 15 agosto 2014.
- ↑ (PT) Citato in "Eu daria cinco jogadores para tê-lo em campo" - o que eles disseram sobre Zinedine Zidane, Goal.com, 10 novembre 2014.
- ↑ Aderendo ad una campagna del WFP ed essersi tatuato il corpo con i nomi di persone assistite dall'Agenzia delle Nazioni Unite.
- ↑ Citato in Svelato il mistero dei tatuaggi di Ibrahimovic: 15 nomi contro la fame nel mondo, Il Messaggero.it, 15 febbraio 2015.
- ↑ Dal programma svedese Telefoot; citato in Rosa Doro, Ibrahimovic: "Con Mou all'Inter esperienza super, è durata troppo poco", Tuttomercatoweb.com, 8 marzo 2015.
- ↑ Dopo la partita PSG-Bordeaux del 15 marzo 2015, rivolgendosi all'arbitro; citato in Ibra frasi choc: «Francia paese di m... non merita una squadra come il Psg», poi si scusa, ma infuria la polemica e parte l'inchiesta, il Messaggero.it, 17 marzo 2015.
- ↑ Durante un'intervista al termine della partita Troyes-Paris-Saint Germain del 13 marzo 2016; citato in Alessandro Grandesso, Ibra, messaggio al Psg: "Per ora non sarò qui la prossima stagione", Gazzetta.it, 13 marzo 2016.
- ↑ Da un'intervista a Le Monde; citato in Ibrahimovic esalta il suo passato: "Milan club più grande in cui ho giocato", Goal.com, 7 giugno 2016.
- ↑ Dall'intervista di Walter Veltroni, Ibrahimovic: «Io non accetto di perdere», Vanity Fair, 14 giugno 2016.
- ↑ Da un'intervista a Sky Sport; citato in Ibrahimovic esalta il Manchester United: "È uno step in più rispetto a Juve e Milan", Goal.com, 13 agosto 2016.
- ↑ Da un'intervista a ESPN Brasil; citato in Ibrahimovic sceglie il suo Ronaldo: «Il Fenomeno. Cristiano innaturale», Tuttosport.com, 30 dicembre 2016.
- ↑ Dall'intervista di Francesco Fontana, «Valgo sempre 20 gol. Darei tutto per Miha, a Napoli sarei... Diego. E Conte oggi è il top», La Gazzetta dello Sport, 19 ottobre 2019, pp. 2-3.
- ↑ Dall'intervista Ibrahimovic: "Maradona faceva tutto col cuore. È il simbolo di tutti noi calciatori", Skysport.com, 28 novembre 2020.
- ↑ Dall'intervista a Massimo Ambrosini, Sky Sport. Citato in Ibrahimovic: "Nel calcio o mangi o ti mangiano. Io ho scelto di mangiare", Corrieredellosport.it, 4 dicembre 2020.
- ↑ Milan, il discorso da brividi di Ibra con colpo di scena finale: video, su corrieredellosport.it, 23 maggio 2022.
- ↑ Ricostruzione di una telefonata con la sala macchine rossonera al civico 3 di via Turati in Milano; citato in Alberto Costa, L'ironia di Ibra: «Vi serve un assegno?», Corriere.it, 14 luglio 2012.
Bibliografia
[modifica]- Zlatan Ibrahimović, Io, IBRA, tradotto da Carmen Giorgietti Cima, Rizzoli, Milano, 2011. ISBN 9788817052733
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