Tifo (sport)
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Citazioni sul tifo sportivo.
- Bisogna chiarire fin dall'inizio i ruoli, il tifoso va rispettato perché rappresenta la storia e la forza di un club, ma deve agire nel rispetto delle regole e della legalità. Dall'altra parte la società non deve usare la tifoseria come uno strumento per fare pressioni in determinati ambienti. Bisogna sempre rispettare i ruoli e fare una distinzione netta tra le due parti. Poi se è il caso, fare applicare le leggi e il codice penale. (Claudio Lotito)
- E quando mi torna e, credimi mi torna, quella fottuta pazzia. Insomma, quando dentro sento... il boato allo stadio durante le partite, tutti i ragazzi che mi chiamano qui per far esplodere la mia rabbia, allora io ci penso a ritornare... Poi Shannon e Ben mi fanno venire in mente... che la vita offre più di questo. (Hooligans)
- Gli italiani sono un popolo di santi. Poeti. Ma soprattutto, di tifosi. (Buona giornata)
- Ho realizzato d'essere un tifoso non della maglia, ma di chi sta dentro la maglia, dell'eroe che la indossa e ne fa la corazza delle proprie imprese. Il calcio per me è il mondo dell'epos, esiste solamente in funzione dell'impresa. La retorica urtante del solo la maglia per quanto mi riguarda è una bugia colossale. (Giancarlo Dotto)
- [Gaffe] I nostri tifosi ci seguono ovunque, in treno, in macchina, in nave, perfino con dei voli charleston. (attribuita ad Angelo Massimino)
- Il calcio ha significato troppo per me e continua a significare troppe cose. Dopo un po' ti si mescola tutto nella testa e non riesci più a capire se la vita è una merda perché l'Arsenal fa schifo o viceversa. Sono andato a vedere troppe partite, ho speso troppi soldi, mi sono incazzato per l'Arsenal quando avrei dovuto incazzarmi per altre cose, ho preteso troppo dalla gente che amo... Okay, va bene tutto! Ma... non lo so, forse è qualcosa che non puoi capire se non ci sei dentro. Come fai a capire quando mancano tre minuti alla fine e stai 2-1 in una semifinale e ti guardi intorno e vedi tutte quelle facce, migliaia di facce stravolte, tirate per la paura, la speranza, la tensione, tutti completamente persi senza nient'altro nella testa... E poi il fischio dell'arbitro e tutti che impazziscono e in quei minuti che seguono tu sei al centro del mondo, e il fatto che per te è così importante, che il casino che hai fatto è stato un momento cruciale in tutto questo rende la cosa speciale, perché sei stato decisivo come e quanto i giocatori, e se tu non ci fossi stato a chi fregherebbe niente del calcio? E la cosa stupenda è che tutto questo si ripete continuamente, c'è sempre un'altra stagione. Se perdi la finale di coppa in maggio puoi sempre aspettare il terzo turno in gennaio, che male c'è in questo? Anzi, è piuttosto confortante, se ci pensi. (Febbre a 90°)
- Il tifo, per me, è un sintomo gioioso. Vale a dire: scelgo questo o quel campione per simpatia, per affinità, per un motivo qualsiasi e spero di ricavare una soddisfazione dal suo comportamento. È una scelta parziale a prescindere perché questo comporta la simpatia. Un punto di vista – quello lì, uno soltanto – che privilegia una figura, un oggetto, un colore. Ma che non impedisce ad altri di scegliere diversamente. Io, lo ammetto faccio il tifo per i campioni che manifestano una umanità simile alla mia, comprensibile e dunque vicina al mio vivere che non è quello di un campione. Mi basta e facendo il tifo per questo o quello non ho alcun bisogno di veder soffrire o perdere un altro. Perché questo fa parte del gioco. Visto che di un gioco si tratta. Sport, del resto: il reparto giocattoli della vita. (Giorgio Terruzzi)
- In una squadra di calcio c'è una Santa Trinità: i giocatori, il tecnico e i tifosi. I dirigenti non c'entrano. Loro firmano solo gli assegni. (Bill Shankly)
- Io non ragiono con l'ottica del tifoso. Il tifoso è chi conta i punti. Io mi emoziono. Io cerco l'Emozione nell'Atto [...]. Che è il contrario dell'Azione. L'Atto è Joyce, è Weah, è un servizio di Edberg. (Carmelo Bene)
- Io non sono uno che ci tiene a essere amico dei tifosi. Credo che il tifoso debba sostenere la squadra, e non il giocatore. (Radja Nainggolan)
- Lasciami solo tipo Rita Pavone | se vai a vedere la partita di pallone | perché non vengo con te, | quella non é brava gente, | s'impone violentemente, | a spinte, smantellate immediatamente. | Slogan teppisti che sanno di inni fascisti,| su 'sti spalti stanno tifosi misti a terroristi, | hai voglia a stare triste se ci scappa l'omicidio, | sta caciara mi da un senso intenso di fastidio. [...] | Sputi, monetine, carta igienica. | Domenica ci si porta anche la tromba per la carica, | mi sa che nemmeno alla banca del seme | ho visto tanti cazzi messi insieme | a saltare, a volte vorrei risanare. (Caparezza)
- Non abbiamo bisogno di dare bandiere da sventolare ai nostri tifosi – i nostri tifosi sono sempre lì con i loro cuori e questo è tutto quello di cui abbiamo bisogno. (Rafael Benítez)
- Non diamo tutta la colpa ai ragazzi di oggi, siamo noi ad aver perso poco alla volta la capacità di educare. Anche nello sport. Io per esempio ho un cruccio, che a volte diventa rimorso; non essere riuscito a civilizzare il pubblico, non aver fatto abbastanza per combattere il tifo. [...] Allo stadio si dovrebbe andare per veder giocare il meglio possibile, se poi è la mia squadra tanto di guadagnato, se è l'altra pazienza. E non mi vengano a dire che questi discorsi agli ultras fanno il solletico, io non parlo di ultras che sono un problema di polizia, parlo di tribune, e di tribune d'onore. Dove non senti che insulti, non respiri che tensione ed eccessi, gente in vetrina che con il calcio ha poco o nulla a che fare e sembra quasi compiaciuta della propria incultura sportiva. (Enzo Bearzot)
- Non è facile diventare un tifoso di calcio, ci vogliono anni. Ma se ti applichi ore e ore entri a far parte di una nuova famiglia. Solo che in questa famiglia tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano le stesse cose. Cosa c'è di infantile in questo? (Febbre a 90°)
- Non ha importanza dove si è nati, quando come e dove si sono avuti i primi approcci con il calcio, per diventare un appassionato, un tifoso. Il tifo è una malattia giovanile che dura tutta la vita. Io abitavo a Bologna. Soffrivo allora per questa squadra del cuore, soffro atrocemente anche adesso, sempre. (Pier Paolo Pasolini)
- Non sarebbe male, per esempio, se comprendessimo tutti che il tifo non può essere, come accade da noi, soprattutto un tifo contro. Il tifo deve essere espressione gioiosa di appoggio ai propri colori ma al tempo stesso di rispetto e tolleranza verso gli altri. (Bruno Pizzul)
- Non si può impedire di andare allo stadio. Siamo in un paese democratico e non si può impedire a nessuno di andare allo stadio. Io penso che i tifosi debbano andare anche in trasferta, ma è chiaro che questo è valido quando i tifosi fanno i tifosi. Se fanno qualcos'altro sono qualcos'altro e allora devono essere presi dei provvedimenti. (Massimo Moratti)
- Non vado nemmeno più a vedere le partite, le seguo in tv. Non mi piace l'atmosfera che si respira in certi stadi, detesto gli insulti, gli improperi, le contumelie razziste. (Ottavio Bianchi)
- Sabato 18, alle ore 20:25, in telecronaca diretta da Wembley, Inghilterra-Italia, valevole per la qualificazione della Coppa del Mondo. Fantozzi aveva un programma formidabile: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato, rutto libero! (Il secondo tragico Fantozzi)
- Sulla teoria che si possa amare solo la squadra della propria città: mio nonno che era... di Predappio (dunque non di Roma, né di Brescia, né di Catania), per chi avrebbe dovuto fare il tifo [...]? Io trovo molto bello e molto giusto, invece, che – ferma restando una passione primogenita per chi eventualmente possa rappresentare la propria terra – la Toscana sia piena di Inter Club, la Romagna di Juventus Club e così via. Visto che l'abbiamo fatta, questa Italia, proviamo a viverla con un po' più di maturità! (Marino Bartoletti)
- Una società ha il diritto di prendere chi gli pare: se a un tifoso non sta bene, quella stagione non andrà allo stadio. Ecco, in Italia i tifosi, e il tifo organizzato in particolare, hanno troppo potere. (Fabio Capello)
- Il calcio di punizione di Gazza contro l'Arsenal nella semifinale di Coppa d'Inghilterra a Wembley fu semplicemente strabiliante, uno dei gol più eccezionali che abbia mai visto... ma vorrei con tutto il cuore non averlo visto, che non l'avesse mai tirato. Anzi, per tutto il mese precedente, avevo pregato che Gascoigne non giocasse, il che sottolinea la diversità del calcio: chi comprerebbe un biglietto da un sacco di soldi per il teatro sperando che la prima attrice sia indisposta? Gli spettatori neutrali impazzirono per quel pezzo di bravura di Gascoigne, chiaramente, ma gli spettatori neutrali nello stadio erano pochi. C'erano tifosi dell'Arsenal disgustati quanto me, e tifosi del Tottenham altrettanto entusiasti del secondo gol, un tiro casuale da due metri di Gary Lineker dopo una mischia; in realtà andarono ancora più fuori di testa dopo questo gol, perché sul 2-0, dopo dieci minuti, l'Arsenal era morto e sepolto. Quindi dov'è il rapporto tra tifoso e intrattenimento, quando il tifoso ha un rapporto così problematico con alcuni tra i momenti più significativi del gioco?
- Tuttavia non furono le dimensini della folla che mi colpirono maggiormente, o il modo in cui gli adulti potevano gridare la parola «COGLIONE»! forte quanto volevano, senza attirare l'attenzione di nessuno. Ciò che più mi colpì fu proprio quanto la maggior parte degli uomini intorno a me odiasse, veramente odiasse, essere là. Per quel che riuscivo a giudicare, nessuno sembrò trarne piacere, nel senso in cui io intendevo la parola, da niente di ciò che accadde in tutto il pomeriggio. A pochi minuti dal calcio di inizio ci fu vera rabbia («Sei una VERGOGNA, Gould. Una VERGOGNA!», «Cento sterline a settimana? CENTO STERLINE A SETTIMANA! Dovrebbero darle a me per guardarti»); man mano che il gioco continuò, la rabbia si traformò in indignazione, e poi sembrò coagularsi in un torvo, silenzioso disagio. Sì, sì, conosco tutte le battute... Che cos'altro avrei potuto aspettarmi a Highbury? Ma sono stato negli stadi del Chelsea, del Tottenham e dei Rangers, e ho visto la stessa cosa: che la condizione naturale del tifoso di calcio è l'amara delusione, indipendentemente dal risultato.
- Una cosa è certa sul tifo: non è un piacere parassita, anche se tutto farebbe pensare il contrario, e chi dice che preferirebbe fare piuttosto che guardare non capisce il concetto fondamentale. Il calcio è un contesto in cui guardare diventa fare – non in senso aerobico, perché guardare una partita con il fumo che esce dalle orecchie, e poi bere e mangiare patatine per tutta la strada del ritorno è assai improbabile che ti faccia del gran bene, nel senso in cui te ne fa la ginnastica di Jane Fonda o lo sbuffare su e giù per il campo. Ma nel momento del trionfo il piacere non si irradia dai giocatori verso l'esterno fino ad arrivare ormai smorzato e fiacco a quelli come noi in cima alle gradinate; il nostro divertimento non è una versione annacquata del divertimento della squadra, anche se sono loro che segnano i gol e che salgono i gradini per incontrare la principessa Diana. La gioia che proviamo in queste occasioni non nasce dalla celebrazione delle fortune altrui, ma dalla celebrazione delle nostre; e quando veniamo disastrosamente sconfitti il dolore che ci inabissa, in realtà, è autocommiserazione, e chiunque desideri capire come si consuma il calcio deve rendersi conto prima di tutto di questo. I giocatori sono semplicemente i nostri rappresentanti, e certe volte, se guardi bene, riesci a vedere anche le barre metalliche su cui sono fissati, e le manopole alle estremità delle barre che ti permettono di muoverli. Io sono parte del club, come il club è parte di me; e dico questo perfettamente consapevole del fatto che il club mi sfrutta, non tiene in considerazione le mie opinioni, e talvolta mi tratta male, quindi la mia sensazione di unione organica non si basa su un fraintendimento confuso e romantico di come funziona il calcio professionistico.
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