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Giorgio Napolitano: differenze tra le versioni

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*Con l'ingresso della [[Croazia]] nell'[[Unione Europea]] i popoli croato e italiano condividono un futuro comune nell'Europa unita. Radici profonde uniscono i nostri popoli e ci assegnano anche il dovere di ricordare le tragedie e le divisioni causate dalle ideologie totalitarie e dal più cieco [[nazionalismo]] nel secolo scorso.<ref>Citato in Giorgio Napolitano, ''[http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/06/30/news/napolitano-evento-storico-e-trieste-ritorna-crocevia-1.7341541 Napolitano: «Evento storico e Trieste ritorna crocevia»]'', ''il Piccolo'', 30 giugno 2013.</ref>
*Con l'ingresso della [[Croazia]] nell'[[Unione Europea]] i popoli croato e italiano condividono un futuro comune nell'Europa unita. Radici profonde uniscono i nostri popoli e ci assegnano anche il dovere di ricordare le tragedie e le divisioni causate dalle ideologie totalitarie e dal più cieco [[nazionalismo]] nel secolo scorso.<ref>Citato in Giorgio Napolitano, ''[http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/06/30/news/napolitano-evento-storico-e-trieste-ritorna-crocevia-1.7341541 Napolitano: «Evento storico e Trieste ritorna crocevia»]'', ''il Piccolo'', 30 giugno 2013.</ref>
*Desidero sottolineare che nulla ci è stato detto per confutare analisi come quella citata dal collega Spaventa secondo cui, di fronte ad una tendenza alla rapida svalutazione della [[lira italiana|lira]] rispetto al marco, che discende dallo scarto attualmente così forte tra tasso di inflazione italiano e tedesco, le regole dello SME ci possano portare ad intaccare le nostre riserve e a perdere di competitività, ovvero a richiedere di frequente una modifica del cambio, una svalutazione ufficiale e brusca della lira fino a trovarci nella necessità di adottare drastiche politiche restrittive.<ref name=sed0383>Dall'intervento alla ''[http://web.archive.org/web/20121017005414/http://www.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0383/sed0383.pdf Camera dei Deputati, Seduta di mercoledì 13 dicembre 1978]'', p. 51 del supporto digitale, p. 24995 del supporto cartaceo.</ref>
*Desidero sottolineare che nulla ci è stato detto per confutare analisi come quella citata dal collega Spaventa secondo cui, di fronte ad una tendenza alla rapida svalutazione della [[lira italiana|lira]] rispetto al marco, che discende dallo scarto attualmente così forte tra tasso di inflazione italiano e tedesco, le regole dello SME ci possano portare ad intaccare le nostre riserve e a perdere di competitività, ovvero a richiedere di frequente una modifica del cambio, una svalutazione ufficiale e brusca della lira fino a trovarci nella necessità di adottare drastiche politiche restrittive.<ref name=sed0383>Dall'intervento alla ''[http://web.archive.org/web/20121017005414/http://www.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0383/sed0383.pdf Camera dei Deputati, Seduta di mercoledì 13 dicembre 1978]'', p. 51 del supporto digitale, p. 24995 del supporto cartaceo.</ref>
*Di [[Francesco De Martino|De Martino]], personalità eminente della cultura e della vita pubblica italiana, desidero ricordare soprattutto la passione e l'impegno di socialista e di meridionalista.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/online/politica/demartino/cordoglio/cordoglio.html Il cordoglio dell'Italia politica
*Di [[Francesco De Martino|De Martino]], personalità eminente della cultura e della vita pubblica italiana, desidero ricordare soprattutto la passione e l'impegno di socialista e di meridionalista.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/online/politica/demartino/cordoglio/cordoglio.html Il cordoglio dell'Italia politica "De Martino, politico nobile"]'', ''la Repubblica'', 18 novembre 2002</ref>
"De Martino, politico nobile"]'', ''la Repubblica'', 18 novembre 2002</ref>
*{{NDR|Sull'intervento militare internazionale in Libia nel 2011}} Dire che il governo {{NDR|Berlusconi IV}} fosse contrario e che cedette alle pressioni del capo dello Stato in asse con [[Nicolas Sarkozy|Sarkozy]], non corrisponde alla realtà. I miei rapporti con l'allora presidente francese erano di certo poco intensi e tutt'altro che basati su posizioni concordanti in un campo così controverso. E non soltanto io trovai fondate le considerazioni del Consigliere Archi,<ref>Bruno Archi era il consigliere diplomatico della Presidenza del Consiglio dei Ministri che era in contatto diretto con New York mentre veniva approvata la risoluzione dell'ONU che autorizzò l'inervento militare in Libia.</ref> ma concordarono con esse anche autorevoli membri presenti del governo, come il Ministro della Difesa La Russa. L'Italia era interessata a che il da farsi sul piano internazionale in difesa dei diritti umani e del movimento della primavera in Libia non rimanesse oggetto di una sortita francese fuori di ogni regola comune, ma si collocasse nel quadro delle direttive dell'Onu e nell'ambito di una gestione Nato.<ref>Dall'intervista di Claudio Tito, ''[http://www.repubblica.it/politica/2017/08/03/news/napolitano_le_bombe_contro_gheddafi_basta_distorsioni_ridicole_decise_berlusconi_non_io_-172226178/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T1 Napolitano: “Le bombe contro Gheddafi. Basta distorsioni ridicole: decise Berlusconi non io"]'', ''Repubblica.it'', 3 agosto 2017.</ref>
*{{NDR|Sull'intervento militare internazionale in Libia nel 2011}} Dire che il governo {{NDR|Berlusconi IV}} fosse contrario e che cedette alle pressioni del capo dello Stato in asse con [[Nicolas Sarkozy|Sarkozy]], non corrisponde alla realtà. I miei rapporti con l'allora presidente francese erano di certo poco intensi e tutt'altro che basati su posizioni concordanti in un campo così controverso. E non soltanto io trovai fondate le considerazioni del Consigliere Archi,<ref>Bruno Archi era il consigliere diplomatico della Presidenza del Consiglio dei Ministri che era in contatto diretto con New York mentre veniva approvata la risoluzione dell'ONU che autorizzò l'inervento militare in Libia.</ref> ma concordarono con esse anche autorevoli membri presenti del governo, come il Ministro della Difesa La Russa. L'Italia era interessata a che il da farsi sul piano internazionale in difesa dei diritti umani e del movimento della primavera in Libia non rimanesse oggetto di una sortita francese fuori di ogni regola comune, ma si collocasse nel quadro delle direttive dell'Onu e nell'ambito di una gestione Nato.<ref>Dall'intervista di Claudio Tito, ''[http://www.repubblica.it/politica/2017/08/03/news/napolitano_le_bombe_contro_gheddafi_basta_distorsioni_ridicole_decise_berlusconi_non_io_-172226178/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T1 Napolitano: “Le bombe contro Gheddafi. Basta distorsioni ridicole: decise Berlusconi non io"]'', ''Repubblica.it'', 3 agosto 2017.</ref>
*È così venuto alla luce un equivoco di fondo, di cui le enunciazioni del consiglio di Brema sembravano promettere lo scioglimento in senso positivo e di cui, invece, l'accordo di Bruxelles ha ribadito la gravità: se cioè il nuovo sistema monetario {{NDR|lo [[Sistema monetario europeo|SME]]}} debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei paesi più deboli della Comunità, delle economie europee e dell'economia mondiale, o debba servire a garantire il paese a moneta più forte, ferma restando la politica non espansiva della Germania federale e spingendosi un paese come l'Italia alla deflazione.<ref name=sed0383/>
*È così venuto alla luce un equivoco di fondo, di cui le enunciazioni del consiglio di Brema sembravano promettere lo scioglimento in senso positivo e di cui, invece, l'accordo di Bruxelles ha ribadito la gravità: se cioè il nuovo sistema monetario {{NDR|lo [[Sistema monetario europeo|SME]]}} debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei paesi più deboli della Comunità, delle economie europee e dell'economia mondiale, o debba servire a garantire il paese a moneta più forte, ferma restando la politica non espansiva della Germania federale e spingendosi un paese come l'Italia alla deflazione.<ref name=sed0383/>

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Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano (1925 – vivente), politico italiano, 11º Presidente della Repubblica Italiana.

Citazioni di Giorgio Napolitano

  • [Sul decesso di Margherita Hack] Apprendo con commozione la triste notizia. È stata una personalità di grande rilievo del mondo della cultura scientifica, che con i suoi studi e il suo impegno di docente ha costantemente servito e onorato l'Italia anche in campo internazionale. Ha rappresentato nello stesso tempo un forte esempio di passione civile, lasciando una nobile impronta nel dibattito pubblico e nel dialogo con i cittadini. Partecipo con sinceri sentimenti di vicinanza al cordoglio di tutte le persone che l'hanno avuta cara.[1]
  • Celebrare il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia significa diverse cose: significa verificare da dove veniamo, ma anche dove siamo arrivati e dove andiamo. E quando si visita l'Ansaldo si vede che di strada ne abbiamo fatta tanta. [2]
  • Certe campagne, che si vorrebbero moralizzatrici, in realtà si rivelano nel loro fanatismo negatrici e distruttive della politica.[3]
  • Con l'ingresso della Croazia nell'Unione Europea i popoli croato e italiano condividono un futuro comune nell'Europa unita. Radici profonde uniscono i nostri popoli e ci assegnano anche il dovere di ricordare le tragedie e le divisioni causate dalle ideologie totalitarie e dal più cieco nazionalismo nel secolo scorso.[4]
  • Desidero sottolineare che nulla ci è stato detto per confutare analisi come quella citata dal collega Spaventa secondo cui, di fronte ad una tendenza alla rapida svalutazione della lira rispetto al marco, che discende dallo scarto attualmente così forte tra tasso di inflazione italiano e tedesco, le regole dello SME ci possano portare ad intaccare le nostre riserve e a perdere di competitività, ovvero a richiedere di frequente una modifica del cambio, una svalutazione ufficiale e brusca della lira fino a trovarci nella necessità di adottare drastiche politiche restrittive.[5]
  • Di De Martino, personalità eminente della cultura e della vita pubblica italiana, desidero ricordare soprattutto la passione e l'impegno di socialista e di meridionalista.[6]
  • [Sull'intervento militare internazionale in Libia nel 2011] Dire che il governo [Berlusconi IV] fosse contrario e che cedette alle pressioni del capo dello Stato in asse con Sarkozy, non corrisponde alla realtà. I miei rapporti con l'allora presidente francese erano di certo poco intensi e tutt'altro che basati su posizioni concordanti in un campo così controverso. E non soltanto io trovai fondate le considerazioni del Consigliere Archi,[7] ma concordarono con esse anche autorevoli membri presenti del governo, come il Ministro della Difesa La Russa. L'Italia era interessata a che il da farsi sul piano internazionale in difesa dei diritti umani e del movimento della primavera in Libia non rimanesse oggetto di una sortita francese fuori di ogni regola comune, ma si collocasse nel quadro delle direttive dell'Onu e nell'ambito di una gestione Nato.[8]
  • È così venuto alla luce un equivoco di fondo, di cui le enunciazioni del consiglio di Brema sembravano promettere lo scioglimento in senso positivo e di cui, invece, l'accordo di Bruxelles ha ribadito la gravità: se cioè il nuovo sistema monetario [lo SME] debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei paesi più deboli della Comunità, delle economie europee e dell'economia mondiale, o debba servire a garantire il paese a moneta più forte, ferma restando la politica non espansiva della Germania federale e spingendosi un paese come l'Italia alla deflazione.[5]
  • [Durante la visita di Napolitano in Siria] Esprimo apprezzamento per l'esempio di laicità e apertura che la Siria offre in Medioriente e per la tutela della libertà assicurate alle antiche comunità cristiane qui residenti.[9]
  • [Sui finanziamenti pubblici ai partiti politici italiani] Ferma restando l'autonomia dei procedimenti giudiziari in corso, e nel rispetto dei diritti sia degli indagati sia di tutti i soggetti interessati, è doveroso rilevare che sono venuti emergendo casi diversi di notevole gravità relativi alla gestione dei fondi attribuiti dalla legge ai partiti. Ne scaturisce l'esigenza – cui non possono non essere sensibili nella loro responsabilità le forze politiche – di adeguate iniziative in sede parlamentare volte a sancire per legge regole di democraticità e trasparenza nella vita dei partiti, ai sensi dell'art. 49 della Costituzione, e meccanismi corretti e misurati di finanziamento dell'attività dei partiti stessi, sempre essenziale in quanto finalizzata a «concorrere a determinare la politica nazionale».[10]
  • [Su Beniamino Placido] Giornalista di profonda cultura e di fine e originale stile letterario, egli seppe indagare e far conoscere con spirito critico e visione lungimirante il fenomeno della televisione di massa e la sua influenza sull'evoluzione del costume sociale.[11]
  • Gli italiani sono consapevoli dell'impegno e della straordinaria dedizione che De Gasperi offrì, in anni difficili, alla nascita delle istituzioni della Repubblica, al consolidamento della democrazia dopo il ventennio fascista, al recupero del prestigio e della dignità della Nazione nella comunità internazionale.[12]
  • Guardo in questo momento con rinnovata fiducia a Napoli e ai napoletani, alla loro capacità di cogliere i frutti del riconoscimento rappresentato dalla competizione che oggi si inaugura [l'America's cup], e di esprimere, in generale, lo slancio necessario per la valorizzazione delle preziose risorse e potenzialità di cui è ricca la nostra grande, storica città.[13]
  • Il ruolo così fortemente ed efficacemente svolto da Ajello si è collocato al confine tra giornalismo, cultura e politica. Le sue analisi critiche sulle politiche culturali, anche e in particolare del Pci, hanno lasciato il segno per la loro accuratezza e acutezza.[14]
  • I temi e gli obbiettivi sia di modifiche della seconda parte della Costituzione – che si congiungano con quelle già operanti del Titolo V – sia di nuovi meccanismi per l'elezione del Parlamento, sia di revisioni da affrontare nella stessa ottica in campo legislativo e regolamentare, sono stati identificati e delimitati; non spetta a me suggerire soluzioni, ma solo insistere sulle gravi conseguenze che avrebbe un nuovo nulla di fatto e sull'urgenza di giungere a scelte largamente condivise.[15]
  • Il compagno Giolitti ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, ma io ho quello di aspramente combattere le sue posizioni. L'intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione ma alla pace nel mondo.[16]
  • Il Tricolore, che ha accompagnato le complesse e travagliate vicende della storia del nostro Paese, ci ricorda come il popolo italiano ha saputo superare prove drammatiche e ricorrenti tensioni. Rappresenta un patrimonio comune e un punto di riferimento essenziale per far fronte con robuste radici e spirito innovatore alle sfide attuali.[17]
  • L'impegno della Chiesa è fondamentale per la società. [...] Tante volte la religione è un fatto pubblico e l'impegno della Chiesa nella vita sociale è essenziale anche da un punto di vista della società civile.[18]
  • L'Italia ha sempre garantito – e continuerà a farlo – un deciso sostegno al percorso di avvicinamento dell'Albania all'Europa. L'adesione di Tirana alla NATO, cinque anni fa, e la liberalizzazione dei visti Schengen nel 2010 costituiscono successi di cui potete – e possiamo – essere fieri, in attesa di raggiungere il decisivo traguardo del riconoscimento all'Albania dello status di Paese candidato all'ingresso nell'Unione Europea. È chiaro a tutti che il posto dell'Albania è in Europa, per storia, cultura, valori.[19]
  • La crisi finanziaria vede l'Eurozona al suo epicentro e non ha risparmiato l'Italia, con il suo fardello di indebitamento pubblico. Lo spread, parola anch'essa di uso oramai comune, fluttua penalizzando i titoli italiani per ragioni che ben poco hanno a che vedere con i fondamentali della nostra economia, ma finisce con l'elevare oltre misura il costo della gestione e della riduzione stessa del nostro debito, e anche quindi con il limitare severamente l'accesso al credito da parte delle imprese. Le conseguenze socio-economiche dello tsunami finanziario innescatosi oltre oceano colpiscono in special modo i giovani, all'angosciosa ricerca, troppi di loro, di un posto di lavoro senza il quale è difficile fare progetti e nutrire speranze nel futuro.[20]
  • La figura di Nilde Iotti è già nella storia del Parlamento italiano come prima donna eletta Presidente della Camera dei deputati, e come Presidente rimasto per più lungo tempo alla guida dell'Assemblea. [...] Sarebbe però riduttivo e fuorviante ridurre la figura di Nilde lotti in Parlamento all'esercizio della sua funzione presidenziale. Ella fu protagonista della vita parlamentare anche prima e dopo le tre legislature vissute in qualità di Presidente della Camera.[21]
  • La legalità e il diritto sono le pietre fondanti della pace internazionale e della stabilità.[22]
  • La mia riflessione autocritica sulle posizioni prese dal Pci, e da me condivise, nel 1956, e il suo pubblico riconoscimento da parte mia ad Antonio Giolitti "di aver avuto ragione" valgono anche come pieno e doloroso riconoscimento della validità dei giudizi e delle scelte di Pietro Nenni e di gran parte del Psi, in quel cruciale momento.[23]
  • La realtà del lavoro operaio, con i suoi problemi, e anche – diciamo – nella sua configurazione umana, ha rappresentato una parte importante della mia vita. E non lo dimentico.[24]
  • [Durante la guerra civile siriana] La Siria rappresenta oggi la pagina più dolorosa. Le atrocità di Assad hanno portato il paese alla guerra civile con conseguenze umanitarie devastanti. La comunità internazionale è stata finora incapace di arrestarla. Lo scenario è aggravato dai rischi di instabilità regionale e di contagio dei paesi vicini – penso in particolare al Libano, dove anche l'Italia è attivamente partecipe in una missione internazionale di stabilizzazione e di pace.[20]
  • La strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura, che è chiamata a indagare e giudicare in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge.[25]
  • Le vicissitudini della crisi finanziaria – al di là di incertezze e ritardi nelle reazioni delle istituzioni europee – hanno rivelato impietosamente quello che mancava sia sotto il profilo istituzionale che decisionale. Da una parte la crisi denunciava un bisogno di Europa, dall'altra un'insufficienza di Europa. Concludere, come molti di noi hanno fatto, che ci vuole "più Europa" significa semplicemente trarne in modo serio le conseguenze. E, se questa sarà la lezione finalmente appresa, tensioni e sacrifici non saranno stati invano.[20]
  • [Alla celebrazione delle vittime della Shoah] I diritti dei popoli sono inalienabili e tra questi ci sono quelli del popolo ebraico e dello Stato di Israele a vivere in sicurezza: un impegno riconosciuto da tutti.[26]
  • Nel corso della sua storia recente, ed in particolare dopo il 1992, l'Albania ha affrontato un percorso di crescita che ha portato alla ricostruzione delle fondamenta stesse dello Stato ed alla creazione di istituzioni responsabili e impegnate nella difesa dei valori democratici posti a base della civiltà europea. Abbiamo assistito, e attivamente contribuito con spirito di sincera fratellanza, al graduale miglioramento delle condizioni di vita della popolazione albanese, alla nascita di una imprenditorialità moderna e dinamica – simboleggiata dall'operosità di migliaia di piccole e medie imprese – al progressivo rafforzamento dei diversi corpi sociali, che costituiscono oggi l'ossatura di una società ed un Paese che prospera, pur nel confronto con le sfide del mercato globale e con le difficoltà imposte dalla crisi economica internazionale.[19]
  • [Rivolgendosi a Beatrice dei Paesi Bassi] Nella notte del 31 gennaio 1953, la "Grande Alluvione" (Watersnoodramp) colpì questa terra. Mi ricordo bene la coraggiosa reazione della Nazione olandese – e Lei fu tra i primi, Maestà, allora una giovane e intrepida Principessa Beatrice, a visitare le aree allagate. Il disastro unì nazioni e popoli che solo pochi anni prima erano in lotta tra loro. Un nuovo spirito di solidarietà comune era nato in Europa e sull'altra sponda dell'Atlantico.[22]
  • [Intervenendo all'Università di Napoli su Secessione] Non esiste un popolo padano, parlare di Stato lombardo-veneto è grottesco, non si può cambiare il corso della storia.[27]
  • [Su Giacinto Facchetti] Resta di esempio per le nuove generazioni l'attaccamento ai valori di lealtà e di agonismo che hanno fatto di lui un grande campione e manager. Simbolo dello sport italiano, ha saputo dimostrare nel corso della sua lunga carriera non soltanto le doti tecniche di calciatore ma anche la correttezza, la compostezza e la professionalità come dirigente.[28]
  • Scompare con Oriana Fallaci una giornalista di fama mondiale, autrice di grandi successi editoriali, appassionata protagonista di vivaci battaglie culturali, ammirevole nella strenua lotta contro il male che l'aveva colpita.[29]
  • Se il giornalista è cieco vede solo le ombre. Se il giornalista non è cieco vedrà anche le luci.[30]
  • Vogliamo accogliere nuovi cittadini consapevoli, che siano riconosciuti e si affermino come tali. Ma il punto di partenza non può non essere una presa di coscienza collettiva del carattere non temporaneo che ha assunto il fenomeno dell'immigrazione in Italia, e dunque della necessità di trarne le naturali conseguenze sul piano dello sviluppo delle politiche d'integrazione e anche sul piano delle norme e delle prassi per il conferimento della cittadinanza. È essenziale che a tale presa di coscienza giungano non solo le istituzioni, ma l'intera collettività nazionale, l'insieme degli uomini e delle donne storicamente italiani, cittadini italiani da innumerevoli generazioni, cittadini italiani per discendenza, per antiche radici. Debbono cadere vecchi pregiudizi: occorre un clima di apertura e apprezzamento verso gli stranieri che si fanno italiani – lavoratori, studenti e ricercatori, imprenditori, sportivi, manager. È in un clima siffatto che possono avere successo le politiche volte a stabilire regole e a rendere possibile non solo la più feconda e pacifica convivenza con gli stranieri ma anche l'accoglimento di un numero crescente di nuovi cittadini.[31]
  • [...] l'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo.[32]
  • [A Racalmuto] Mi ha portato qui il ricordo personale di Leonardo, che ho grandemente amato come scrittore europeo non meno che italiano. L'ho sempre ascoltato con attenzione e grande rispetto, come grande coscienza e voce civile dell'Italia. [33]
  • I magistrati siano inappuntabili per evitare attacchi inammissibili.[34]
  • [Su Giustino Fortunato] Non vi fu assertore più alto delle ragioni dell'unità d'Italia e insieme delle ragioni del Mezzogiorno, di Giustino Fortunato. Il suo pensiero e la sua battaglia politica, quali si espressero in decenni di partecipazione appassionata all'attività parlamentare e alla vita pubblica, restano ancor oggi un punto di riferimento illuminante per cogliere aspetti e nessi essenziali del discorso che siamo chiamati ad affrontare nel centocinquantesimo anniversario della fondazione del nostro Stato nazionale.[35]
  • [Su Vittorio Grevi] Ne ricordiamo l'appassionato impegno a promuovere – anche con la sua intensa attività pubblicistica – il confronto più rigoroso e aperto sui temi relativi alla riforma del sistema giudiziario.[36]
  • Per quello che riguarda la prospettiva europea della Serbia, ho ascoltato con grande piacere dal Presidente Nikolić la serietà del suo impegno a portare avanti il processo iniziato negli scorsi anni col precedente governo e con il precedente Presidente, sfociato nel riconoscimento alla Serbia, da parte del Consiglio europeo, dello status di Paese candidato. L'Italia ha molto contribuito anche nell'ultima fase, quando si profilava il rischio di un rinvio di quella decisione, perché la decisione fosse assunta senza ulteriori remore; adesso si apre una nuova fase: quella dei negoziati, come sempre complessi, per trasformare il Paese da candidato in Stato membro dell'Unione.[37]
  • Proprio nei momenti di difficoltà economica come quelli che stiamo attraversando si impone una particolare attenzione alla condizione e ai diritti delle persone con disabilità, così da evitare che il disagio sociale si traduca in emergenza, come purtroppo in troppi casi sta avvenendo.[38]
  • Quella di Macron non è stata la vittoria di un uomo solo. È stata la vittoria in Francia dello spirito repubblicano e di un comune fondamento europeo. Sono stati premiati valori essenziali scarsamente difesi, contro il populismo anti-élite, anche dalla sinistra: la formazione culturale e tecnica, la competenza, l’apertura a energie giovani e a visioni riformiste non ancorate a vecchi schemi.[39]
  • Trasformare l'anniversario dei 150 anni dell'Unità in un nuovo innamoramento del nostro essere italiani... incitare noi stessi ad avere un po' più di orgoglio nazionale.[40]
  • Quelli che, come i grillini, mi accusano di volere un'amnistia pro-Berlusconi sono persone che fanno pensare a una sola cosa, hanno un pensiero fisso e se ne fregano dei problemi della gente e del Paese. E non sanno quale tragedia sia quelle carceri. Non ho altro da aggiungere.[41]
Citato in Nicola Cecere, «È la vittoria dell'Italia leale», La Gazzetta dello Sport, 10 luglio 2006
  • Il fatto che proprio a Cannavaro sia toccato l'onore di alzare al cielo questa coppa del mondo aumenta la mia felicità.
  • La prendo come un buon auspicio affiché l'Italia vinca campionati molto difficili per la competitività e il sistema Paese.
  • Quando vanno in campo i nostri colori, c'è sempre un sentimento patriottico.
Dichiarazione del Presidente Napolitano, 13 agosto 2013[42]
  • La preoccupazione fondamentale, comune alla stragrande maggioranza degli italiani, è lo sviluppo di un'azione di governo che, con l'attivo e qualificato sostegno del Parlamento, guidi il paese sulla via di un deciso rilancio dell'economia e dell'occupazione.
  • Non mi nascondo, naturalmente, i rischi che possono nascere dalle tensioni politiche insorte a seguito della sentenza definitiva di condanna pronunciata dalla Corte di Cassazione nei confronti di Silvio Berlusconi. Mi riferisco, in particolare, alla tendenza ad agitare, in contrapposizione a quella sentenza, ipotesi arbitrarie e impraticabili di scioglimento delle Camere. Di qualsiasi sentenza definitiva, e del conseguente obbligo di applicarla, non può che prendersi atto. Ciò vale dunque nel caso oggi al centro dell'attenzione pubblica come in ogni altro. In questo momento è legittimo che si manifestino riserve e dissensi rispetto alle conclusioni cui è giunta la Corte di Cassazione nella scia delle valutazioni già prevalse nei due precedenti gradi di giudizio; ed è comprensibile che emergano – soprattutto nell'area del PdL – turbamento e preoccupazione per la condanna a una pena detentiva di personalità che ha guidato il governo (fatto peraltro già accaduto in un non lontano passato[43]) e che è per di più rimasto leader incontrastato di una formazione politica di innegabile importanza. Ma nell'esercizio della libertà di opinione e del diritto di critica, non deve mai violarsi il limite del riconoscimento del principio della divisione dei poteri e della funzione essenziale di controllo della legalità che spetta alla magistratura nella sua indipendenza. Né è accettabile che vengano ventilate forme di ritorsione ai danni del funzionamento delle istituzioni democratiche.
  • In quanto ad attese alimentate nei miei confronti, va chiarito che nessuna domanda mi è stata indirizzata cui dovessi dare risposta. L'articolo 681 del Codice di Procedura Penale, volto a regolare i provvedimenti di clemenza che ai sensi della Costituzione il Presidente della Repubblica può concedere, indica le modalità di presentazione della relativa domanda. La grazia o la commutazione della pena può essere concessa dal Presidente della Repubblica anche in assenza di domanda. Ma nell'esercizio di quel potere, di cui la Corte costituzionale con sentenza del 2006 gli ha confermato l'esclusiva titolarità, il Capo dello Stato non può prescindere da specifiche norme di legge, né dalla giurisprudenza e dalle consuetudini costituzionali nonché dalla prassi seguita in precedenza. E negli ultimi anni, nel considerare, accogliere o lasciar cadere sollecitazioni per provvedimenti di grazia, si è sempre ritenuta essenziale la presentazione di una domanda quale prevista dal già citato articolo del C.p.p.. Ad ogni domanda in tal senso, tocca al Presidente della Repubblica far corrispondere un esame obbiettivo e rigoroso – sulla base dell'istruttoria condotta dal Ministro della Giustizia – per verificare se emergano valutazioni e sussistano condizioni che senza toccare la sostanza e la legittimità della sentenza passata in giudicato, possono motivare un eventuale atto di clemenza individuale che incida sull'esecuzione della pena principale.

Intervista sul PCI

Penso di rispondere non pretendendo di enunciare sempre le posizioni del partito; cercherò, naturalmente, di tener conto di tutto quello che abbiamo collettivamente elaborato, ma tenderò a rispondere alle tue domande soprattutto sulla base di un'esperienza: quella che ha vissuto, nel Partito, la mia generazione.

Citazioni

  • Un impulso e un aiuto formidabili a lavorare su questo terreno – della storia d'Italia, della storia del Mezzogiorno, della tradizione culturale italiana – ci vennero dalla pubblicazione delle Lettere e poi, via via, dai Quaderni del carcere di Gramsci. (p. 7)
  • Non c'era nessuno che mettesse in dubbio, tra i giovani che come me in quegli anni aderirono al Partito comunista, che l'obiettivo finale dovesse essere quello del socialismo, di una trasformazione in senso socialista della società. (p. 9)
  • Ancora oggi la Costituzione rappresenta una base importante per lo sviluppo ulteriore della battaglia di rinnovamento della società; nella Carta costituzionale sono sanciti princìpi democratici estremamente avanzati, anche per quel che riguarda l'organizzazione democratica dello Stato, princìpi tali che ad essi ci si può validamente riferire per le battaglie di riforma tuttora da vincere. (p. 23)

Citazioni su Giorgio Napolitano

  • O sarebbe come credere, mi consenta presidente, chiudo il ragionamento, come credere che il presidente della camera, onorevole Giorgio Napolitano, che è stato per molti anni ministro degli esteri del partito comunista, e che aveva rapporti con tutte le nomenclature comuniste dell'est a partire da quella sovietica, non si fosse mai accorto del grande traffico che avveniva sotto di lui, tra i vari rappresentanti, amministratori del partito comunista e i paesi dell'est, non se n'è mai accorto! cosa non credibile. (Bettino Craxi)
  • Il boia Napolitano sta avallando una serie di azioni per cucire la bocca all'opposizione e tagliarci la testa. Ha messo una tagliola sulle opposizioni. (Girgis Giorgio Sorial)
  • [...] l'affiliazione latomistica di Giorgio Napolitano si concretizzò solo alcuni lustri più tardi, su suolo statunitense, e precisamente a Washington, dopo una sorta di preiniziazione esperita nelle vicinanze della Yale University, a New Haven, Connecticut. Tale affiliazione avvenne nello stesso anno, il 1978, nel quale divenne apprendista muratore Silvio Berlusconi. E mentre Berlusconi venne iniziato a Roma in seno alla «P2» guidata da Licio Gelli nel gennaio, Napolitano fu cooptato dalla prestigiosa Ur-Lodge sovranazionale denominata «Three Architects» o «Three Eyes» appunto nell'aprile del 1978, nel corso del suo primo viaggio negli Stati Uniti. (Gioele Magaldi)
  • Quando lo abbiamo incontrato al Quirinale, Napolitano ci ha detto che ha iniziato la sua carriera nel lontano 1953. Io tra me e me ho pensato che sono 60 anni che grava sulle spalle dei contribuenti italiani. (Nicola Morra)
  • Spaccai la commedia [L'isola purpurea di Bulgakov] in cinque punti con degli interventi e alla fine feci cadere dall'alto dei volantini in cui si diceva che la macchina di Lenin non funzionava più. Del Pci mi difese solo Napolitano. (Giuliano Scabia)
  • Trovo che sia il peggiore presidente della Repubblica di sempre. Non ha mantenuto la parola sulla pacificazione nazionale. Ha abolito la democrazia, ha tramato prima con Fini per far cadere il governo Berlusconi, poi ha tramato per mettere Monti a Palazzo Chigi e poi ha tramato con Alfano per sostenere il governo Letta provocando così la scissione nel nostro partito. Ha avuto tre fallimenti. E come capo del Csm ha permesso che facessero cane da porco di Silvio Berlusconi. Prima se ne va e meglio è. (Daniela Santanchè)
  • Napolitano ci ha provato. Lui voleva, vuole, lo status quo, la stabilità politica. Ha creduto che un governo delle larghe intese potesse impedire il crollo del Paese. Invece ha ottenuto l'effetto contrario. È stato un doppio azzardo voler rimanere per un altro settennato e accettare un governo condizionato da Berlusconi imputato in più processi che, fosse solo per la statistica, poteva diventare un pregiudicato in breve tempo. Napolitano deve prendere atto che in entrambi i casi queste sue decisioni si sono rivelate un rischio maldestramente calcolato. Non voglio, né mi interessa, mettere in discussione la buona fede del presidente della Repubblica, ma le sue decisioni hanno consegnato il Paese all'immobilità per mesi mentre l'economia franava.
  • Napolitano è un signore che fa politica dal dopoguerra, in Parlamento dal 1953, conosce deputati, senatori, ministri come un anziano maestro di scuola conoscerebbe ad uno ad uno i suoi ex allievi. È l'ultimo dei politici della Prima Repubblica ancora sulla scena, dopo la scomparsa di Andreotti, Cossiga e di tanti altri. È, che lo voglia o meno, il vero punto di riferimento di un Governo di nani [il Governo Letta]. Un'alternanza al Quirinale avrebbe prodotto un cambiamento, un'uscita da una situazione cristallizzata, così non è stato.
  • Napolitano lo pensavo un saggio, invece è cattivo, è un uomo che ha violentato la Costituzione.

Note

  1. Citato in Margherita Hack morta a 91 anni: l’astrofisica tra ricerca e diritti civili, Il Fatto Quotidiano, 29 giugno 2013.
  2. Citato in Il secolo XIX, 4 maggio 2010.
  3. Dall'intervento al Senato l'8 aprile 2013 in commemorazione di Gerardo Chiaromonte.
  4. Citato in Giorgio Napolitano, Napolitano: «Evento storico e Trieste ritorna crocevia», il Piccolo, 30 giugno 2013.
  5. a b Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Seduta di mercoledì 13 dicembre 1978, p. 51 del supporto digitale, p. 24995 del supporto cartaceo.
  6. Citato in Il cordoglio dell'Italia politica "De Martino, politico nobile", la Repubblica, 18 novembre 2002
  7. Bruno Archi era il consigliere diplomatico della Presidenza del Consiglio dei Ministri che era in contatto diretto con New York mentre veniva approvata la risoluzione dell'ONU che autorizzò l'inervento militare in Libia.
  8. Dall'intervista di Claudio Tito, Napolitano: “Le bombe contro Gheddafi. Basta distorsioni ridicole: decise Berlusconi non io", Repubblica.it, 3 agosto 2017.
  9. Citato in Siria, quando Napolitano elogiava Assad, il Fatto Quotidiano.it, 11 settembre 2013.
  10. Citato in Presidenza della Repubblica Italiana - Dichiarazione del Presidente Napolitano, Quirinale.it, 4 aprile 2012.
  11. Citato in Presidenza della Repubblica, Quirinale.it, 6 gennaio 2010.
  12. Dalla presentazione a Alcide De Gasperi. Un europeo venuto dal futuro, a cura di Maria Romana De Gasperi e Pier Luigi Ballini, Rubbettino.
  13. Citato in Il videomessaggio di Napolitano: «Rinnovata fiducia in Napoli», Il Mattino.it, 9 aprile 2012.
  14. Citato in Morto a Roma Nello Ajello, firma storica del giornalismo italiano, Il Fatto Quotidiano, 11 agosto 2013.
  15. Citato in Discorso in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri con le Alte Magistrature della Repubblica, Quirinale.it, 20 dicembre 2007.
  16. 1956: citato in Gian Antonio Stella, «Principe rosso», violò il tabù del Viminale, Corriere della Sera, 8 maggio 2006.
  17. Citato in Comunicati Dichiarazione del Presidente Napolitano, Quirinale.it, 9 gennaio 2014.
  18. Citato in Corriere della sera, 8 dicembre 2009.
  19. a b Citato in Intervento del Presidente Napolitano all'Assemblea Parlamentare della Repubblica di Albania, Quirinale.it, 5 marzo 2014.
  20. a b c Dall'intervento del Presidente Napolitano in occasione della cerimonia di conferimento del Premio "Nueva Economia Forum 2012". Madrid, 2 ottobre 2012.
  21. Dalla prefazione a Nilde Iotti. Discorsi parlamentari (1946-1983), Camera dei deputati, Roma, 2003, pp. XIX-XX
  22. a b Brindisi del Presidente Napolitano in occasione del Pranzo di Stato offerto da Sua Maestà la Regina Beatrix, L'Aja, 23 ottobre 2012.
  23. Citato in Napolitano: "Sui fatti d'Ungheria aveva ragione Pietro Nenni", la Repubblica, 29 agosto 2006 ; Fabrizio Roncone, L' autocritica di Napolitano: Ungheria, Nenni aveva ragione, Corriere della Sera, 30 agosto 2006.
  24. Citato in Intervento nel corso della visita alla Ducati Moto, Quirinale.it, 16 marzo 2007.
  25. Citato in Dichiarazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Quirinale.it, 2 agosto 2013.
  26. Da la Repubblica, 27 gennaio 2010.
  27. In risposta all'intervento a Venezia di Umberto Bossi: "Ma come si fa a stare in un Paese che sta addirittura perdendo democrazia? Il fascismo è ritornato con altri nomi e facce: "Secessione 30 settembre 2011.
  28. Citato in Mazzola: "Compagno meraviglioso sempre pronto a lottare", la Repubblica, 4 settembre 2006.
  29. Citato in Le reazioni alla scomparsa della grande scrittrice, Corriere della sera, 15 settembre 2006.
  30. Da la Repubblica, 14 dicembre 2007.
  31. Dall'intervento in occasione dell'incontro con i "nuovi cittadini", 13 novembre 2008.
  32. Citato in l'Unità, novembre 1956.
  33. Citato in Il Mattino, 25 maggio 2009.
  34. Citato in Il Fatto Quotidiano, 22 luglio 2011.
  35. Citato in Presidenza della Repubblica, 3 ottobre 2009.
  36. Citato in Presidenza della Repubblica, comunicato del 04 dicembre 2010.
  37. Dichiarazioni e risposte alla stampa del Presidente Napolitano al termine dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Serbia Tomislav Nicolić. Roma, Palazzo del Quirinale, 9 ottobre 2012.
  38. Citato in Messaggio del Presidente Napolitano in occasione della IV Conferenza sulle politiche della disabilità, quirinale.it, Roma, 12 luglio 2013.
  39. Dall'intervista di Marzio Breda, Napolitano: «Ora si scopre Macron dopo aver inseguito Lega e M5S», Corriere.it, 5 maggio 2017.
  40. Citato in Corriere della sera, 5 maggio 2010.
  41. Citato in Carceri, monito di Napolitano. Letta: «Il governo è pronto», Corriere.it, 8 ottobre 2013.
  42. Citato in Comunicati Dichiarazione del Presidente Napolitano, quirinale.it, 13 agosto 2013.
  43. Il riferimento è alla condanna a due anni e quattro mesi ricevuta nel 1998 da Arnaldo Forlani nel processo per le tangenti Enimont.

Bibliografia

  • Giorgio Napolitano, Intervista sul PCI, a cura di Eric J. Hobsbawm, Laterza, Bari 1976.

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