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Winston Churchill

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Winston Churchill
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la letteratura (1953)

Sir Winston Leonard Spencer Churchill (1874 – 1965), politico, storico e giornalista britannico.

Citazioni di Winston Churchill

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  • A meno che non ci muoviamo, sbarchiamo, combattiamo Hitler e battiamo le sue forze sulla terra, non vinceremo mai questa guerra.[1]
  • A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi si rialzerà e continuerà per la sua strada.
Occasionally he stumbled over the truth, but hastily picked himself up and hurried on as if nothing had happened.[2]
  • Alcuni vedono l'impresa privata come una tigre feroce, da abbattere subito. Altri la vedono come una mucca da cui mungere. Non abbastanza persone la vedono come un robusto cavallo che traina un solido carro.
Some people regard private enterprise as a predatory tiger to be shot. Others see it as a cow they can milk. Not enough people see it as a healthy horse, pulling a sturdy wagon.[3]
  • Colui che non riesce a pianificare sta progettando di fallire.[4]
  • Da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico una cortina di ferro è discesa attraverso il continente.[5]
  • Diciamolo: le parole brevi sono le migliori. E le parole vecchie, quando brevi, sono le migliori in assoluto.[6]
  • È impossibile ottenere una condanna per sodomia da una giuria inglese. Metà dei giudici non crede che possa essere fisicamente compiuta, e l'altra metà la sta facendo.[7]
  • È per questo che siamo entrati in guerra contro la Germania, perché la Polonia fosse libera e sovrana.[8]
  • È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate finora.[9]
  • Essere accondiscendenti per debolezza e per paura è... fatale. Esserlo da una posizione di forza è magnanimo.[10]
  • [Su Guglielmo II di Germania] Gli bastava muoversi impettito e mettersi in posa facendo tintinnare la sciabola nel fodero. Desiderava solo sentirsi come Napoleone senza combattere battaglie. [...] Ma sotto tutte quelle pose e orpelli vi era un uomo molto comune, vanesio ma nel complesso benevolo, che coltivava la speranza di passare per un secondo Federico il Grande.[11]
  • Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.[12][6]
  • Gli U-boot in mare devono essere cacciati, gli U-boot in cantiere o in porto devono essere bombardati.[13]
  • Hitler sta attaccando con tutte le forze al suo comando. È una scommessa disperata e la posta in gioco non è niente di meno che la dominazione sull'intera razza umana.[14]
  • I dittatori cavalcano tigri dalle quali non osano smontare. E le tigri cominciano ad aver fame.[15]
  • I panni dei servizi segreti si possono, anzi si devono lavare più spesso degli altri; ma, a differenza degli altri, non si possono mettere ad asciugare alla finestra.[16]
  • I problemi della vittoria sono più piacevoli di quelli della sconfitta, ma non meno difficili a risolversi.[17]
  • I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri.[18]
  • I risparmi sono una cosa molto buona soprattutto se i tuoi genitori li hanno fatti per te.[18]
  • [Dopo la fucilazione di Gian Galeazzo Ciano] I veri furfanti sono di un'altra stoffa.[19]
  • Il fattore centrale della politica sovietica era la paura [...] Mosca temeva la nostra amicizia più della nostra inimicizia [...] La forza crescente dell'Occidente avrebbe rovesciato questo stato di cose, inducendoli a temere la nostra inimicizia più della nostra amicizia, e quindi a cercare la nostra amicizia.[20]
  • Il vizio insito nel capitalismo è la ineguale distribuzione della ricchezza. La virtù insita nel socialismo è la uguale distribuzione della miseria.[21][6]
  • In tutta la guerra, l'unica cosa che mi abbia realmente terrorizzato è stato il pericolo degli U-boot.[22]
  • [Ultime parole famose] Io sono finito.
I'm finished.[23]
  • Io non ammetto che sia stato fatto nulla di male ai pellerossa d'America, e neppure ai neri d'Australia, quando una razza più forte, una razza di qualità migliore è arrivata e ne ha preso il posto.[24]
  • Io sono sempre pronto ad imparare, sebbene non sempre gradisca che altri mi insegnino.
Personally, I am always ready to learn, although I do not always like being taught.[25]
  • L'epoca della procrastinazione, delle mezze misure, del mitigare, degli espedienti inutili, del differire sta giungendo alla fine. Ora stiamo entrando nell'epoca dove ogni azione causa conseguenze.[26]
  • L'oratore incarna le passioni della moltitudine. Per poter ispirare qualsiasi emozione, deve esserne lui stesso attraversato. Per suscitare indignazione, il suo cuore deve essere colmo di rabbia. Per muovere alle lacrime deve far fluire le proprie. Per convincere, deve credere. Le sue opinioni possono mutare man mano che le loro impressioni sbiadiscono, ma ogni oratore intende ciò che dice nell'istante in cui lo dice. Spesso potrà essere incoerente. Ma non sarà mai consapevolmente falso.[27][28][6]
  • L'ottava armata avanza su Tripoli, valanga di ferro, di fuoco e di speranza.[29][19]
  • L'ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità.[30]
  • La democrazia è più vendicativa dei Gabinetti. Le guerre tra i popoli saranno più orribili di quelle tra i re.[31]
  • La guerra è un gioco che si gioca con un sorriso. Se non riuscite a sorridere mostrate i denti. Se non ci riuscite tenetevi in disparte finché non ce la fate.[32]
  • La massima del popolo inglese è: "Business as usual"[33].[34]
  • La responsabilità è il prezzo della grandezza.
The price of greatness is responsibility.[35]
  • La Russia è stata ibernata in un inverno indefinito di subumana dottrina e di sovrumana tirannide.[36]
  • [Al presidente americano Franklin Delano Roosevelt] La sostituzione di Badoglio con questo gruppo di vecchi e famelici politicanti è, credo, un grande disastro; dal momento in cui, sfidando il nemico, Badoglio ci ha consegnata sana e salva la flotta, egli è stato per noi un utile strumento. Era inteso, credo, che egli sarebbe dovuto rimanere al suo posto...[37]
  • La storia sarà gentile con me, poiché intendo scriverla.[38]
  • Lo statista che si lascia prendere dalla guerra non è più un abile politico ma preda di inevitabili ed incontrollabili eventi.
The statesman who yields to war fever must realise that once the signal is given, he is no longer the master of policy but the slave of unforeseeable and uncontrollable events.[39]
  • Mai credere in una guerra corta e felice o che chiunque si imbarchi in uno strano viaggio possa prevedere le insidie e gli uragani che incontrerà.
Never, never, never believe any war will be smooth and easy, or that anyone who embarks on the strange voyage can measure the tides and hurricanes he will encounter.[39]
  • Meglio fare le notizie che riceverle; meglio essere un attore che un critico.[40]
  • Nessuna ora della vita è sprecata, se viene passata in sella.[6]
  • Noi dobbiamo costruire una specie di Stati Uniti d'Europa.[41][42]
  • Non c'è, per nessuna comunità, investimento migliore del mettere latte dentro ai bambini.[43]
  • Non è la fine. Non è neanche il principio della fine. Ma è, forse, la fine del principio.[44]
  • Non ho altro da offrire che sangue, fatica, lacrime e sudore.[45]
  • Non riesco a capire tutte queste remore sull'uso del gas. Io sono estremamente a favore dell'uso del gas velenoso contro le tribù incivili. Ciò avrebbe un bell'effetto morale e diffonderebbe un terrore durevole.[24]
  • Non siamo un popolo giovane con un passato innocente e una piccola eredità. Ci siamo accaparrati [...] una quota assolutamente sproporzionata dei beni e dei traffici mondiali. Abbiamo tutti i territori che vogliamo, e la nostra pretesa di essere lasciati in pace a godere di possedimenti vasti e splendidi, acquisiti principalmente con la violenza, mantenuti in gran parte con la forza, in molti casi sembra agli altri più irragionevole che a noi.[46]
  • [Parlando della possibilità di deportare milioni di tedeschi alla fine della Seconda guerra mondiale] Non sono allarmato dalla prospettiva della separazione tra le popolazioni così come non sono allarmato dai trasferimenti su larga scala, che nelle moderne condizioni sono molto più agevoli di quanto siano mai stati nel passato.[47]
  • Penso che dovremo prendere in mano i cinesi e regolamentarli. Credo che via via che le nazioni civili diventeranno più potenti diventeranno più spietate e verrà il tempo in cui il mondo sopporterà con impazienza l'esistenza di grandi nazioni barbare che possono in qualsiasi momento armarsi e minacciare le nazioni civili. Credo nella definitiva divisione della Cina - intendo dire definitiva. Spero che non dovremo farlo ai nostri giorni. La razza ariana è destinata a trionfare.
I think we shall have to take the Chinese in hand and regulate them. I believe that as civilized nations become more powerful they will get more ruthless, and the time will come when the world will impatiently bear the existence of great barbaric nations who may at any time arm themselves and menace civilized nations. I believe in the ultimate partition of China — I mean ultimate. I hope we shall not have to do it in our day. The Aryan stock is bound to triumph.[48]
  • Per quanto visto circa i nostri amici sovietici sono convinto che non vi sia nulla che essi ammirino e rispettino tanto come la forza e non vi è nulla verso cui abbiano minor rispetto che la debolezza militare.[49]
  • [Riferendosi agli accordi di Monaco di Baviera del 29-30 settembre 1938] Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.[50]
  • Prima siamo noi a dare forma agli edifici, poi sono questi a dare forma a noi.
We shape our buildings, and afterwards our buildings shape us.[51]
  • Questa è la risposta che darò al presidente Roosevelt: fidatevi di noi. Dateci la vostra benedizione, e con l'aiuto della Provvidenza alla fine andrà bene. Non intendiamo fallire o tentennare; non intendiamo indebolirci o stancarci. Né l'improvviso urto della battaglia, né le lunghe prove della vigilanza e del comando ci fiaccheranno. Dateci gli strumenti, e noi finiremo il lavoro.[52][28]
  • Saluto il maresciallo Stalin, il grande campione, e sono fermamente convinto che il nostro trattato di 20 anni con la Russia si dimostrerà uno dei fattori più duraturi e stabili nel preservare la pace, il buon ordine e il progresso dell'Europa.
I salute Marshal Stalin, the great champion, and I firmly believe that our 20 years' treaty with Russia will prove to be one of the most lasting and durable factors in preserving the peace and the good order and the progress of Europe.[53]
  • Senza tradizione, l’arte è un gregge di pecore senza pastore. Senza innovazione, è un cadavere.[6]
  • Sfuggiremo all'assurdità di far crescere un pollo intero, solo per mangiarne il petto o l'ala, facendo crescere queste parti separatamente in un ambiente adatto.[54]
  • Si pone la questione: che cosa succederà quando anche loro [L'Unione Sovietica] avranno la bomba atomica e ne avranno accumulate un bel po'? Potete giudicarlo da voi considerando ciò che sta avvenendo oggi. Se sono capaci di tanto in periodi di magra, che cosa faranno in momenti di abbondanza? Se, mese dopo mese, sono capaci di continuare nella loro opera di disturbo e di vessazione nei confronti del mondo, fiduciosi che noi, inibiti dalle nostre convinzioni cristiane ed altruistiche, non useremo questo strano nuovo potere contro di loro, ditemi voi, che cosa faranno nel momento in cui saranno anch'essi in possesso di una grande quantità di bombe atomiche?[55]
  • Si ritiene che il coraggio sia la prima delle virtù umane. È giusto, perché è la qualità che garantisce tutte le altre.[6]
  • Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma.[56]
  • Solo Lenin poteva condurre la Russia nella palude stregata; solo lui poteva trovare la via del ritorno.[57]
  • Sono fortemente a favore dell'uso di gas velenosi contro tribù non civilizzate.
I am strongly in favour of using poisoned gas against uncivilised tribes.[58]
  • Stiamo aspettando l'invasione da tanto tempo promessa. Aspettano anche i pesci.[59][42]
  • Un'indifferenza alla logica, laddove possa condurre facilmente a gravi affanni, è una delle più spiccate peculiarità inglesi.[60]
  • Una pecora in abito da pecora. [Riferendosi a Ramsay MacDonald][61]
  • Uomini e re devono essere giudicati nei momenti della vita in cui sono messi alla prova. Il coraggio è giustamente considerato la più importante delle qualità umane perché […] è la qualità che garantisce le altre.[62][32]
  • Vedete i dittatori sui loro piedistalli, circondati dalle baionette dei loro soldati e dai manganelli dei loro poliziotti. Sono protetti su ogni lato da masse di uomini armati, cannoni, aerei, fortificazioni e simili: si vantano e si gloriano dinanzi al mondo, ma nel cuore hanno un timore inespresso. Temono le parole e i pensieri; le parole dette all'estero, i pensieri che si agitano in patria – tanto più potenti perché vietati – li atterriscono.[63]

Su Mussolini ed il fascismo

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  • L'Italia [...] è retta da un governo che, sotto la sicura guida del signor Mussolini, non arretra di fronte alle logiche conseguenze della realtà economica e ha il coraggio di imporsi i correttivi finanziari indispensabili per stabilizzare la ripresa del paese.[64]
  • [A Mussolini] Se fossi stato un italiano, sono sicuro che avrei dato la mia entusiastica adesione alla Vostra vittoriosa lotta contro gli appetiti e le passione bestiali del leninismo... L'Italia ci ha offerto l'antidoto necessario al veleno russo. D'ora in poi nessuna grande nazione sarà priva dei mezzi decisivi per proteggersi contro la crescita del cancro bolscevico. (1927: citato in George Orwell, Chi sono i criminali di guerra?, in Tra sdegno e passione, p. 369)
  • Se io fossi italiano sarei stato con voi [Mussolini] fin dal principio [...] il vostro movimento ha reso un servigio al mondo intero. (nel 1927, ai giornalisti nel corso di una sua visita a Roma[65])
  • Il signor Mussolini è il più grande legislatore fra i viventi. (1933[66])
  • Gettare un esercito di un quarto di milione di uomini, comprendente il fior fiore della popolazione maschile italiana, su uno sterile lido distante duemila miglia dalla patria, contro l'opinione del mondo intero e senza controllo dei mari e quindi, in questa situazione, imbarcarsi in quella che può essere una serie di campagne contro un popolo ed in regioni che nessun conquistatore in quattromila anni ha ritenuto che valesse la pena di sottomettere, è un rendersi ostaggio del destino, che non ha un parallelo in tutta la storia. (da un discorso tenuto al City Carlton Club di Londra nel settembre del 1935 a proposito dei preparativi di Benito Mussolini per invadere l'Abissinia[67])
  • Che [Benito Mussolini] sia un grand'uomo io non lo nego... ma è anche un criminale.[68]
  • Ma non si poteva tornare più indietro. I "cento giorni" controvoglia di Mussolini erano cominciati. Verso la fine di settembre egli stabilì il suo quartier generale sulle sponde del lago di Garda. Questa pietosa ombra di governo era nota come "Repubblica di Salò". Quivi ebbe luogo la squallida tragedia. Colui che era stato il dittatore e il legislatore dell'Italia per più di vent'anni dimorò qui con la sua amante, nelle mani dei suoi padroni tedeschi, in balia della loro volontà e tagliato fuori dal mondo a opera di guardiani e medici tedeschi accuratamente scelti.[69]

Attribuite

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  • C'è qualcosa nell'esteriorità di un cavallo che si attaglia all'interiorità di un uomo.
There is nothing better for the inside of a man than the outside of a horse.
[Citazione errata]Secondo The quote verifier: who said what, where, and when, Keyes, Macmillan, 2006, p. 91 ISBN 0312340044, ha citato questa frase riferita a Churchill, ma risale al diciannovesimo secolo, ed è stata di volta in volta attribuita tra gli altri ad Henry Ward Beecher, Oliver Wendell Holmes, Theodore Roosevelt, Thomas Jefferson, Will Rogers e Lord Palmerston. Risulta un uso documentato in George William Erskine Russell, Social Silhouettes, 1906, p. 218, in cui la frase è attribuita a Lord Palmerston.
  • Il cane ti guarda dal basso in alto, il gatto dall'alto in basso, ma il maiale da pari a pari.[70]
Masson lo definisce «un vecchio adagio inglese [...] che è stato attribuito a vari personaggi, compreso Winston Churchill, ma che nessuno sa per certo da chi sia stato coniato».[70]
  • Il golf è il modo migliore per rovinarsi una bella passeggiata.[71]
Golf is a good walk spoiled.
[Citazione errata] Questa citazione viene attribuita in genere a Mark Twain, ma nessuna fonte diretta sembra confermare questa attribuzione. L'aforisma è apparso per la prima volta nel 1913 su un giornale statunitense, ma in forma anonima. La citazione è stata attribuita anche a George Bernard Shaw, W. C. Fields e a Winston Churchill. Non è ancora chiaro chi sia il vero autore della citazione.[72]
  • Il successo è l'abilità di passare da un fallimento all'altro senza perdere il tuo entusiasmo.
Success consists of going from failure to failure without loss of enthusiasm.
[Citazione errata] In Richard M. Langworth (a cura di), Churchill by Himself: The Definitive Collection of Quotations si sostiene che la citazione non appartenga a Churchill. Sembrerebbe che l'aforisma sia comparso per la prima volta in David Guy Powers, How to Say a Few Words (1953).[73]
  • Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti.
Success is not final, failure is not fatal: it is the courage to continue that counts.
[Citazione errata] Attribuita a Winston Churchill da Ken Abraham and Daniel Hart in The Prodigal Project. Book I: Genesis, 2003, p. 224, e altrove sebbene non sia indicata alcuna fonte. In realtà la frase nasce da una campagna pubblicitaria per la Budweiser alla fine degli anni '30.[74]
  • La democrazia funziona quando a decidere siamo in due, e l'altro è malato.[75]
  • Mostratemi un giovane conservatore e io vi mostrerò qualcuno senza cuore. Mostratemi un vecchio liberale[76] e vi mostrerò qualcuno senza cervello.
[Citazione errata] La frase, al contrario di quanti molti riferiscono, non appartiene a Churchill.[77]
  • Non c'è bisogno di inasprire le pene per bigamia, un bigamo ha due suocere e come punizione mi pare che basti.[78]
[Citazione errata] La citazione viene spesso attribuita a Churchill ma fu in realtà Charles Russell a rispondere per primo «Due suocere» alla domanda «Qual è la massima pena per la bigamia?».
  • Per quanto possa esser bella la strategia, occasionalmente si dovrebbe poter guardare ai risultati.
However beautiful the strategy, you should occasionally look at the results.
[Citazione errata] Secondo Richard M. Langworth, Churchill non ha mai pronunciato questa frase.
  • Un taxi vuoto si è fermato davanti al n. 10 di Downing Street, e ne è sceso Attlee.
[Citazione errata] Questa battuta sui giri di Clement Attlee dopo la Seconda Guerra Mondiale venne erroneamente attribuita a Churchill, che smentì riferendo a John Colville che «Attlee è un gentiluomo onorevole e prode, e un fedele collega che ha servito bene il suo Paese nel momento del massimo bisogno. Le sarei obbligato se chiarisse, alla prima occasione, che non avrei mai fatto una simile osservazione su di lui, e disapprovo fortemente chiunque lo faccia».[79]

La seconda guerra mondiale

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Dopo la fine della Guerra Mondiale del 1914 ci furono una profonda convinzione ed una quasi universale speranza che la pace avrebbe regnato nel mondo. Questo desiderio del cuore di tutti i popoli avrebbe potuto essere realizzato con risolutezza nel giusto convincimento e con ragionevole buon senso e prudenza. La frase la guerra per finire le guerre era sulla bocca di tutti, ed erano state prese misure per farla diventare realtà. Il presidente Wilson, esercitando, come si pensava, l'autorità degli Stati Uniti, aveva reso dominante in tutte le menti il concetto di una Lega delle Nazioni. La Delegazione Britannica a Versailles plasmò e formò la sua idea in uno strumento che avrebbe costituito una pietra miliare nella dura marcia dell'umanità. Gli alleati vittoriosi erano a quel tempo onnipotenti, per quel che riguardava i loro nemici esterni. Essi dovevano affrontare gravi difficoltà interne e molte domande alle quali non erano in grado di dare una risposta, ma le Potenze Teutoniche nella gran massa dell'Europa Centrale che avevano creato lo scompiglio erano prostrate di fronte ad essi, e la Russia, già danneggiata dal flagello tedesco, era sconvolta dalla guerra civile e stava cadendo sotto il dominio bolscevico o del Partito Comunista.

[Winston Churchill, The second world war, Cassel & Company Ltd, 1964 – traduzione propria]

Citazioni

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  • Anche se ampi territori d'Europa e molti antichi e famosi stati sono caduti o stanno per cadere nelle grinfie della Gestapo e sotto le odiose norme dell'apparato nazista, noi non demorderemo né verremo meno. Noi procederemo fino alla fine. Noi combatteremo in Francia, noi combatteremo sui mari e sugli oceani, noi combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell'aria. Noi difenderemo la nostra Isola, a qualunque costo. Noi combatteremo sulle spiagge, noi combatteremo nei luoghi di sbarco, noi combatteremo sui campi e sulle strade, noi combatteremo sulle colline; noi non ci arrenderemo mai; e anche se, cosa che io al momento non credo [si avveri], quest'Isola o una gran parte di essa venisse sottomessa ed affamata, allora il nostro Impero d'oltremare, armato e difeso dalla Flotta Britannica, continuerà la battaglia finché, quando Dio vorrà, il Nuovo Mondo, con tutta la sua potenza e la sua forza, verrà a soccorrere ed a liberare il Vecchio.[80][81]
  • Dobbiamo stare attenti a non attribuire a questo trasferimento gli attributi di una vittoria. Le guerre non si vincono con le evacuazioni.[82][81]
  • Era ben noto che nessun popolo fosse più meticoloso dei tedeschi nel predisporre e nel pianificare. Ma allo stesso modo nessun popolo poteva risultare maggiormente sconvolto quando i suoi piani abortivano. Essi non sapevano improvvisare.[83]
  • I governi ed i popoli non sempre prendono decisioni razionali. Talvolta essi prendono decisioni pazzesche, oppure alcuni popoli impongono a tutti gli altri di seguirli nella loro follia.[84]
  • Il governo del mondo deve essere affidato a nazioni soddisfatte, che per se stesse non vogliano più di quanto già hanno. Se il governo del mondo si trovasse nelle mani di nazioni affamate, saremmo sempre in pericolo. Ma nessuno di noi ha alcun motivo per cercare qualcosa di più. La pace sarà mantenuta da popoli che vivranno a modo loro senza alcuna ambizione. La nostra potenza ci ha posti al di sopra degli altri. Siamo come ricchi che vivono in pace nelle loro case.[85]
  • Il vizio inerente al capitalismo è la divisione ineguale dei beni; la virtù inerente al socialismo è l'eguale condivisione della miseria.
The inherent vice of capitalism is the unequal sharing of blessings. The inherent virtue of Socialism is the equal sharing of miseries.[86]
  • In guerra risoluzione, nella sconfitta sfida, nella vittoria magnanimità, in pace buona volontà.[87]
  • In tempi di guerra la verità è così preziosa che deve sempre essere protetta da una cortina di bugie.[6]
In war time truth is so precious that she should always be attended by a bodyguard of lies.[88]
  • La Repubblica di Weimar, con i suoi simboli ed incoraggiamenti progressisti, era vista come un'imposizione del nemico. Essa non poteva ottenere la lealtà e catturare l'immaginazione del popolo tedesco. Per un momento [il popolo tedesco, N.di R.] cercò di aggrapparsi come per disperazione al vecchio Maresciallo Hindenburg. Dopo di che potenti forze andarono alla deriva, si aprì un vuoto e dopo breve tempo in questo vuoto avanzò a grandi passi un maniaco dalla genialità feroce, il deposito e l'espressione del più virulento odio che abbia mai corroso il petto umano — il caporale Hitler[89]
  • Mai nell'ambito dei conflitti umani, così tanto fu dovuto da tanti a tanto pochi. [a proposito della battaglia d'Inghilterra dell'estate 1940] (da un discorso alla Camera dei Comuni)[90]
  • Nessuno può garantire il successo in guerra, può solo meritarlo.
  • Non esisterà mai una guerra né piacevole, né veloce.[91]
  • Quando penso ancora a tutte queste preoccupazioni, ricordo la storia di un uomo che, sul suo letto di morte, disse che tutta la sua vita era stata piena di preoccupazioni, la maggior parte delle quali per cose che mai accaddero.
When I look back on all these worries I remember the story of the old man who said on his deathbed that he had had a lot of trouble in his life, most of which had never happened.[92]
  • Quando si deve uccidere un uomo essere gentili non costa nulla.
When you have to kill a man it costs nothing to be polite.[93]
  • Questo genio diabolico [Hitler] emerso dagli abissi della miseria, infiammato dalla sconfitta, divorato da odio e spirito di vendetta ed ossessionato dal suo disegno di fare di quella tedesca la razza dominante dell'Europa e forse del mondo intero.[94]
  • Se Hitler invadesse l'inferno io farei quanto meno un rapporto favorevole al diavolo alla Camera dei Comuni.[95]
  • Si può quasi dire: prima di Alamein non avevamo mai vinto, dopo Alamein non perdemmo più.[96]

Incipit de Gli anni della mia giovinezza

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A quando risalgono i nostri primi ricordi? Quando comincia una mente infantile a essere rischiarata dagli incerti lumi della coscienza? I miei primi ricordi sono irlandesi.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Citazioni su Winston Churchill

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  • Avendo al suo attivo mezzo secolo di crimini al servizio dell'Impero britannico, Churchill è senza dubbio il solo politico di questo secolo paragonabile ad Hitler. (Ludo Martens)
  • Churchill preferiva fare la storia piuttosto che scriverla. (Maurice Ashley, Churchill as historian[97])
  • Durante la II Guerra Mondiale, qualcuno annunciò a Winston Churchill che il gerarca nazista Rudolf Hess si era gettato col paracadute in Scozia ed era stato catturato. «Le spiace se ne parliamo più tardi?» chiese Churchill. «Adesso stiamo assistendo a un film dei fratelli Marx». (Earl Wilson)
  • È stata fatta una politica di incubazione del fascismo. Il signor Churchill, il signor Daladier, hanno fatto con Hitler esattamente quello che ha fatto in Italia Giolitti con Mussolini. (Emilio Lussu)
  • Il fascino di Churchill consiste nella sua tolleranza e nel suo rispetto per le opinioni altrui. Si direbbe che non nutra né rancore né collera per coloro che non la pensano come lui. (Charlie Chaplin)
  • Il nostro Führer è superiore al vostro Churchill che è soltanto un lacchè del giudaismo internazionale. (Bruce Marshall)
  • L'episodio «nuovo» che preferisco riguarda Winston Churchill, uomo preparatissimo anche in fatto di storia. Nel 1944 convocò il comandante supremo, generale Dwight Eisenhower, e i suoi ufficiali, per decidere la data dello storico sbarco. Dopo il pranzo nella residenza di campagna del primo ministro, ai Chequers nel Buckinghamshire, Churchill stava sorseggiando un brandy. Chinandosi in avanti, chiese: «Signori, quando si comincia?». (Cornelius Ryan)
  • La camera da letto di Churchill era in parte una biblioteca con un numero enorme di libri accatastati contro il muro, dappertutto. [...] C'erano anche molti volumi su Napoleone. «Sì» ammise «sono un suo grande ammiratore.» (Charlie Chaplin)
  • Quando Churchill morì lo scorso gennaio, la spontanea dimostrazione di affetto e ammirazione che giunse da ogni parte del mondo fu un tributo a un uomo grande e nobile. Ma fu anche qualcosa di più: fu un fulgido omaggio alle doti di comando. Il mondo ha sempre attribuito grande valore all'arte del comando e nella persona di Sir Winston Churchill tutti riscontravano un superbo complesso di quelle caratteristiche che elevano e ispirano l'animo umano. (Dwight David Eisenhower)
  • Se fosse stato un uomo di umore costante ed equilibrato non avrebbe mai potuto ispirare la nazione. Nel 1940, quando tutti i pronostici erano contro l'Inghilterra, un leader di giudizio ponderato avrebbe molto probabilmente concluso che eravamo finiti. (Anthony Storr)

Note

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  1. Citato in AA.VV., Il libro della Seconda guerra mondiale, traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 258. ISBN 9788858041406
  2. Su Stanley Baldwin, citato in Churchill by Himself, 2008, Ed. Langworth, PublicAffairs, p. 322. ISBN 1586486381. Citato anche da Kay Halle in Irrepressible Churchill: A Treasury of Winston Churchill's Wit, 1966.
  3. (EN) Citato in United States of America Congressional Record: Proceedings and Debates of the 105th Congress Second Session, Government Printing Office, Vol. 144, Parte 4, p. 5738.
  4. Citato in AA.VV., Il libro del business, traduzione di Martina Dominici e Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 210. ISBN 9788858016589
  5. Da un discorso tenuto all'università di Fulton, Missouri, il 5 marzo 1946, riferendosi all'instaurarsi del blocco sovietico e all'inizio della guerra fredda.
  6. a b c d e f g h Citato in Churchill, prontuario di citazioni per far bella figura, Linkiesta, 30 novembre 2014.
  7. Citato in Julian L'Estrangel, The Big Book of Sex Quotes, Cassel, Londra.
  8. Citato in AA.VV., Il libro della Seconda guerra mondiale, traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 302. ISBN 9788858041406
  9. Dal Discorso alla Camera dei Comuni del novembre 1947; citato in Enciclopedia delle citazioni, p. 237.
  10. Da una lettera indirizzata a Dwight D. Eisenhower nel dicembre 1950. Citato in John Lukacs, Churchill – Visionario Statista Storico, p. 80.
  11. Citato in Henry Kissinger, L'arte della diplomazia.
  12. Citato in Mario Sechi, Ma quanto ci piace la guerra finta, IlFoglio.it, 11 agosto 2016.
  13. 1941. Citato in AA.VV., Il libro della Seconda guerra mondiale, traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 216. ISBN 9788858041406
  14. 1940. Citato in AA.VV., Il libro della Seconda guerra mondiale, traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 13. ISBN 9788858041406
  15. Da While England Slept; citato in Enciclopedia delle citazioni, p. 275.
  16. Riportata da Indro Montanelli su Il Giornale del 28 novembre 1975.
  17. Dal discorso alla Camera dei Comuni dell'11 novembre 1942; citato in Enciclopedia delle citazioni, p. 1058.
  18. a b Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano, Arnoldo Mondadori Editore, 1997.
  19. a b Citato in Paolo Pavolini, 1943, la caduta del fascismo – 1, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1973.
  20. 1950; citato in John Lukacs, Democrazia e populismo, traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, 2006, p. 186.
  21. Citato in Focus, n. 104 p. 188.
  22. Dalle sue memorie, 1949. Citato in AA.VV., Il libro della Seconda guerra mondiale, traduzione di Sandro Matteoni, Gribaudo, 2022, p. 112. ISBN 9788858041406
  23. Frase pronunciata nel 1915 a Lord Ridell, editore di News of the world, dopo essere stato rimosso dalla carica di Primo Lord dell'Ammiragliato, a seguito del fallimento della spedizione nei Dardanelli, durante la prima guerra mondiale. (EN) Citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, The Experts Speak, New York, Villard, 1998, p. 310. ISBN 0-679-77806-3
  24. a b Citato in Eduardo Galeano, I figli dei giorni, 2012, Sperling & kupfer, ISBN 8873396607.
  25. Dibattito alla House of Commons, 4 novembre 1952.
  26. Dal discorso alla House of commons del 12 novembre 1936; citato anche in Al Gore, Una scomoda verità.
  27. Dal saggio Le strutture della retorica.
  28. a b Citato in Aldo Grasso, The sinews of peace, Corriere.it, 11 giugno 2012.
  29. Da Radio Londra.
  30. Citato in Mario Grasso, Punti di vista: raccolta di pensieri profondi, gemme di saggezza, paradossi fulminanti e affermazioni apodittiche che possono aiutarci a riflettere sulla vita, FrancoAngeli, Milano, 2001, p. 15.
  31. Da un discorso del 1901 al Parlamento inglese). Citato in John Lukacs, Churchill – Visionario Statista Storico, p. 13.
  32. a b Citato in Andrew Roberts, Churchill. La biografia.
  33. Affari come sempre, ordinaria amministrazione.
  34. Dal Discorso alla Guildhall del 9 novembre 1914; citato in Enciclopedia delle citazioni, p. 10.
  35. Da un discorso all'università di Harvard, 6 settembre 1943.
  36. Da Dopoguerra, a proposito dell'affermarsi della rivoluzione bolscevica. Citato in John Lukacs, Churchill – Visionario Statista Storico, p. 120.
  37. Citato in Corriere della sera, 9 febbraio 2010.
  38. La traduzione è in parte errata, in quanto nell'originale è: (EN) For my part, I consider that it will be found much better by all Parties to leave the past to history, especially as I propose to write that history myself, dal discorso alla House of Commons del 23 gennaio 1948, citata in Fred R. Shapiro, The Yale Book of Quotations, Yale University Press, 2006 p. 154. ISBN 0300107986
  39. a b Da My Early Life: A Roving Commission, 1930, cap. 18 "With Buller To The Cape", p. 246. Citato in Leonard Fein, This Time It's Our War, "The Forward", 25 luglio 2003.
  40. Da The Story of the Malakand Field Force, 1898; citato in Enciclopedia delle citazioni, p. 635.
  41. Discorso a Zurigo, 19 settembre 1946.
  42. a b Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  43. Dal discorso alla radio del 21 marzo 1943; citato in Enciclopedia delle citazioni, p. 102.
  44. Dal discorso alla Mansion House del 10 novembre 1942, a proposito della vittoria alleata in Egitto; citato in Enciclopedia delle citazioni, p. 765.
  45. Dal discorso alla Camera dei Comuni del 13 maggio 1940, replicato alla BBC circa un mese dopo. Winston Churchill, op. cit., Volume 3° The Fall of France, 1° capitolo The National Coalition, p. 22.
  46. Da un discorso al parlamento, prima della prima guerra mondiale; citato in Chomsky 2004, p. 33.
  47. Citato in Winston Churchill, His complete speeches 1897-1963, New York-Londra, 1974, p. 7069.
  48. Dall'intervista di Gustavus A. Ohlinger, WSC: A Midnight Interview, 1902, winstonchurchill.org.
  49. Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Editori Laterza, Roma, 2008, p. 651. ISBN 978-88-420-8734-2
  50. Citato in G. Sabbatucci e V. Vidotto, Il mondo contemporaneo, Laterza, 2006, p. 373.
  51. Discorso alla House of Commons, 28 ottobre 1943, sui piani per ricostruire la Camera distrutta da una bomba, in Never Give In!: The best of Winston Churchill’s Speeches, Hyperion, 2003, p. 358. ISBN 1401300561
  52. In un intervento alla BBC nel 1941 per richiedere aiuto dagli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale.
  53. Citato in Winston S. Churchill, The Dawn of Liberation, 1945, Rosetta Books, 2013, ISBN 9780795329494
  54. Da Fifty Years Hence, The Strand Magazine, dicembre 1931.
  55. Da un discorso dell'ottobre 1948 citato da Henry Kissinger in Gli anni della Casa Bianca, p. 63.
  56. Da un discorso radiotrasmesso il 1 ottobre 1939, a proposito delle intenzioni dell'Unione Sovietica, dopo la spartizione militare della Polonia insieme alla Germania hitleriana; il 17 settembre 1939, mentre le armate tedesche completavano la conquista della parte maggiore della Polonia, l'esercito sovietico entrava a sua volta da Nord ed occupava la parte nord-orientale della Polonia, congiungendosi a Brest-Litovsk con le armate tedesche, in ottemperanza agli accordi Molotov-Ribbentrop, che prevedevano la spartizione del paese fra Germania ed Unione Sovietica. Citato in Winston Churchill, op. cit., Volume I The Twilight War, 3° capitolo The Ruin of Poland, p. 42.
  57. Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 233. ISBN 9788858019429
  58. Discorso come Presidente dell'Air Council, War Office Departmental Minute, 12 maggio 1919; Churchill Papers 16/16, Churchill Archives Centre, Cambridge.
  59. Da una trasmissione radiofonica al popolo francese, 21 ottobre 1940.
  60. Da Marlborough, vol. I. Citato in John Lukacs, Churchill – Visionario Statista Storico, p. 113.
  61. Citato in Nigel Rees, Sayings of the Century, p. 106, citando William Safire, Safire's Political Dictionary, 1980. Citazione spesso erroneamente ritenuta riferita a Clement Attlee.
  62. Da Great Contemporaries.
  63. Da un discorso del 16 ottobre 1938; citato in Paul Kennedy, Parole di speranza, Internazionale, n. 957, 13 luglio 2012, p. 34.
  64. Dal comunicato emesso dopo l'accordo conclusivo di Londra del 28 gennaio 1926, con il quale la Gran Bretagna riduceva in modo massiccio i debiti che l'Italia aveva contratto con lei nel corso della prima guerra mondiale. Allora Churchill era Cancelliere dello Scacchiere, carica equivalente al nostro Ministro delle finanze. Citato in Richard Lamb, Mussolini e gli inglesi, p. 125.
  65. Citato in Richard Lamb, Mussolini e gli inglesi, p. 108
  66. Citato in Richard Lamb, Mussolini e gli inglesi, p. 108, con ampio dettaglio di riferimenti documentali.
  67. Da The second world war, Volume I The gathering storm, 10° capitolo Sanctions aginst Italy, 1935, Cassel & Company LTD, Londra, 1964.
  68. Citato in Guido Gerosa, Churchill, Mondadori, 1972, p. 98.
  69. Wiston Churchill, La seconda guerra mondiale, volume nono La campagna d'Italia, cap.XI, pag.202-203, Arnoldo Mondadori Editore, I edizione Gli Oscar, ottobre 1970
  70. a b Citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Il maiale che cantava alla luna: la vita emotiva degli animali da fattoria, traduzione di Giuditta Ghio, il Saggiatore, Milano, 2009, p. 27. ISBN 978-885650133-9
  71. Citato in Lock & Stock - Pazzi scatenati (1998).
  72. (EN) Citato in Ralph Keyes, The Quote Verifier: Who Said What, Where, and When, Macmillan, 2007, p. 82. ISBN 1429906170
  73. (EN) Quote Investigator
  74. http://quoteinvestigator.com/2013/09/03/success-final/
  75. Citato in Enzo Biagi, Quante storie, Rizzoli, Milano, 1989, p. 37. ISBN 88-17-85322-4.
  76. In inglese liberal, che in realtà significa "progressista".
  77. Cfr. Le dieci regine delle citazioni bufala, Corriere.it, 19 marzo 2009.
  78. Citato in La banda dei Babbi Natale (2010).
  79. Citato in Nigel Rees, Sayings of the Century, p. 106.
  80. Dal Discorso tenuto il 4 giugno 1940 al Parlamento britannico, dopo il rimpatrio della BEF dal porto e dalle spiagge di Dunkerque.
  81. a b Citato in The second World War, 3° volume: The Fall of France, cap. 5°, The Deliverance of Dunkirk, Ed. Cassel, London
  82. Dal Discorso tenuto il 4 giugno 1940 al Parlamento britannico dopo il rimpatrio della BEF dal porto e dalle spiagge di Dunkerque.
  83. Ed. Cassel & Co, Volume 2° The Twilight War, 11° capitolo Before the storm, p. 158
  84. Detto a proposito dell'attacco giapponese alla base americana di Pearl Harbor il 7 dicembre 1941. Vedi op. cit, Ed. Cassel & Co, Volume 6°, War Comes to America, p. 206.
  85. Ed. Houghton Mifflin, London, 1951, vol. V, p. 382; citato in Noam Chomsky, Pirati e imperatori. Reagan, Bush I, Bush II: la guerra infinita al terrorismo (2002), traduzione di Pino Modola, Marco Tropea Editore, 2004, p. 33. ISBN 9788843804276
  86. Discorso alla House of Commons, 22 ottobre 1945, "Demobilisation".
  87. Citato in The second World War, 1° volume: The Gathering Storm, (1948), Moral of the Work, Ed. Cassel – London.
  88. (EN) Da The second world war, Volume X Assault from the Air, capitolo IV, Cassel & Company LTD, Londra, 1964, p. 51.
  89. Ed. Cassel & Co, Volume I The gathering storm, 1° capitolo The Folies of the Victors, 1919 – 1929.
  90. Winston Churchill, The Second World War, Volume 4 The Commonwelth alone, 1° capitolo The battle of Britain, ed. Cassel & Co.
  91. The Second World War, Houghton Mifflin, London, 1951.
  92. (EN) Da The Second World War, A&C Black, 2013, capitolo Desert Victory, December 1940-January 1941,p. 380. ISBN 1472520890
  93. Volume III: The Grand Alliance, 1950, cap. 32, "Pearl Harbor".
  94. Ed. Cassel & Co, Vol I The gathering Storm, Cap. 14° Mr. Eden at Foreign Office. His resignation.
  95. Frase detta al proprio segretario privato, John Colville, poco prima del discorso alla BBC delle ore 21 del 21 giugno 1941. Ed. Cassel & Company LTD, Volume V, Germany Drives East, 20° capitolo The Soviet Nemesis, p. 337.
  96. Ed. Cassel & Co, Volume 8 Victory in Africa, 10° capitolo The battle of Alamein.
  97. Citato da John Lukacs, Churchill – Visionario Statista Storico, p. 116

Bibliografia

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  • Winston Churchill, The Second World War, Houghton Mifflin, London, 1951.
  • Winston Churchill, The second world war (12 Volumi), Cassel & Company LTD, Londra, 1964.
  • Andrew Roberts, Churchill. La biografia, traduzione di Luisa Agnese Dalla Fontana, UTET, Torino, 2020.
  • Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  • Richard Lamb, Mussolini e gli inglesi, Casa Editrice Corbaccio, Milano, 1997, ISBN 88-7972-286-7
  • Noam Chomsky, Pirati e imperatori. Reagan, Bush I, Bush II: la guerra infinita al terrorismo (2002), traduzione di Pino Modola, Marco Tropea Editore, 2004. ISBN 9788843804276
  • Henry Kissinger, Gli anni della Casa Bianca, Edizioni Euroclub Italia, Bergamo, 1980.
  • John Lukacs, Churchill – Visionario Statista Storico, (trad. Massimo Bocchiola), Ed. Corbaccio, Milano, 2004. ISBN 88-7972-597-1

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