Palazzo Reale (Genova)

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Palazzo Reale

Citazioni sul Palazzo Reale di Genova, ufficialmente Palazzo Stefano Balbi (un tempo noto anche come Palazzo Durazzo).

  • Abbiamo visto il palazzo di Marcellino Durazzo, in via Balbi. Si presenta con una facciata magnifica di venticinque finestre. Si entra in un Atrium aperto, sorretto da venticinque colonne che comunica con la scalinata e col giardino. Mi piace questo sistema, abbellisce la città volgendo sulla strada la facciata principale, e procura il beneficio di trovarsi sempre al coperto quando si scende di carrozza. Dà anche un'aria di gaiezza e di levità alla costruzione rompendo la massa di un grande edificio col lasciare intravvedere attraverso la casa, la prospettiva di un bel giardino. (Edward Gibbon)
  • dal barocco infila paziente quadri | nel giardino prensile degli specchi in galleria | già sede in fede dei savoia (Nadia Cavalera)
  • Il Palazzo Durazzo si distingue più per il numero che per l'ampiezza delle stanze, piccole in genere, ma la ricchezza e il gusto moderno dell'arredamento dimostrano che casa Durazzo vive ora su un gran tono. V'è però una galleria graziosissima, illuminata da sette finestre su ogni lato, ma essendo queste vicinissime tra loro, la galleria ne appare rimpiccolita e gli ornamenti vi sembrano un poco ammassati gli uni sugli altri. Vi sono molte dorature, ma gli spazi tra le finestre sono decorati di statue e di specchi, racchiusi tra pilastri con capitello corinzio. (Edward Gibbon)
  • Il più bello tra tutti i palazzi di Genova è, a mio giudizio, quello di Geronimo Durazzo, in via dei Balbi. Riuscirò a ricordare tutto quello che ho veduto lì dentro? Sarebbe lungo. [...] Gli appartamenti sono lussuosamente ammobiliati; i pavimenti di stucco; tutti soffitti dorati, con buon gusto; i riquadri e i rivestimenti delle finestre e delle porte, di marmi rari. Gli arazzi marezzati dipinti con succhi d'erba, da Romanelli, su originali di Raffaello; grandi stanze piene di mille piccole opere d'arte, tra le quali un bassorilievo d'avorio lungo due pollici, che rappresenta una battaglia dove pare vi siano quattro o cinquemila figure, tutte distinte e caratterizzate. Le terrazze hanno la vista sul mare, e sono ornate di balaustre cariche d'alberi coltivati in grandi urne di marmo. Il loggiato è pieno di belle statue antiche e moderne, tra le quali riconobbi una Donna antica e un Narciso moderno. [...] Provavo in quel luogo un piacere infinito. (Charles de Brosses)
  • Il più notevole è Palazzo Durazzo. Esso contiene quadri di valore, tra cui il Cristo di Paolo Veronese con la Maddalena che gli asciuga i piedi, così bella da far temere che si lascerà sedurre ancora una volta. Io mi fermai a lungo davanti al quadro, ma ahimè, ella non alzò gli occhi! Il Cristo se ne sta lì come un Amleto della religione che dica: «Go to a nunnery!». Qui vidi anche alcuni dipinti di Olandesi e degli eccellenti Rubens; questi ultimi permeati della colossale giovalità del fiammingo Titano, le cui ali spirituali erano così forti che lo portarono in volo fino al sole sebbene alle sue gambe pendessero una cinquantina di quintali di formaggio olandese. (Heinrich Heine)
  • Siamo stati questa mattina a visitare il Palazzo Durazzo e Balbi. D. Antonio, qual profusione di ricchezze! quale magnificenza di fabbriche, di preziosi mobili, d'oro, di porcellane, ma ciò che importa ben altro, quai statue, quai quadri! Il dargliene una descrizione non è possibile. Le dirò solo che quanto v'ha di più grande nel regno pittorico e d'Italia e di Fiandra tutto v'ha dipinto. [...] Ma che le dirò della Galleria Balbi? La guardo come la prima del paese, la più abbondante, la più preziosa. Non disdirebbe ad un re, per un privato è troppo. (Giovanni Battista Biffi)

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