Lanterna di Genova

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La Lanterna di Genova

Citazioni sulla Lanterna di Genova.

Citazioni[modifica]

  • Al lato estremo d'occidente, secco e diritto come una fucilata, il fascio di luce bianca di un faro trinciava il cielo nero spingendosi fin sopra le loro teste.
    "Quella è la luce che guida i naviganti, la luce della famosa Lanterna, figlioli," spiegava rassicurante Alberico, e i suoi figli tacevano rispettosi di quella conoscenza. (Maurizio Maggiani)
  • Arrivammo a Genova attraverso il sobborgo di Sampierdarena. [...] Passammo a fianco del faro, altissimo, costruito per ordine del re Luigi XII perché la notte serva da guida all'entrata nel porto, che è difficile. Qui ci apparvero alla vista il porto e la città, costruita tutto intorno ad anfiteatro e in semicerchio. È la più bella veduta di città che si possa incontrare. (Charles de Brosses)
  • Da Voltri a Genova si vedono sempre case, tutto annuncia una grande città. Presto il porto appare e si vede la bella città seduta ai piedi delle montagne. Il faro della Lanterna, come un minareto, dà all'insieme qualche cosa di orientale e si pensa a Costantinopoli. (Gustave Flaubert)
  • Dall'altra parte sulla sommità di una roccia si eleva verso il cielo | una torre che con una lampada richiama qui di notte i marinai | erranti; posta in alto protegge il porto e la città | una fortezza di recente costruzione, come una grande isola staccata | dalla dura pietra presso la montagna, che nessuna forza umana | e nessun ingegno può abbattere, nessuna crudele carestia | domare, nessuno assediare con l'aiuto di una flotta. (Giovanni Maria Cattaneo)
  • Guarda, o Liguria | con la tua fiammeggiante lanterna, | la culla di Napoleone | e la tomba di Garibaldi più eterna! (Paolo Buzzi)
  • Il primo dettaglio che colpisce l'occhio da lontano è un faro o lanterna molto elegante, costruito sulla sporgenza di una scogliera sul lato occidentale del porto, così alto che in una giornata senza foschia lo si può vedere da una distanza di trenta miglia. (Tobias Smollett)
  • La Lanterna impassibile guarda da secoli gli scogli e l'onda. (Francesco Guccini)
  • La Vecchia Lanterna del porto è lì nei pressi. Lucciola femmina sperduta, che non salva più, circondata da terreni, scogliere, costruzioni che sembrano in preda a convulsioni ininterrotte, a torsioni di titanio iniettato di stricnina. È conservata, mi dicono, per desiderio degli aspiranti suicidi, che amano spenzolare di là, in faccia al mare. (Guido Ceronetti)
  • Ma se ci penso, allora io vedo il mare, | vedo i miei monti e la Piazza della Nunziata | rivedo il Righi e mi si stringe il cuore, | vedo la Lanterna, la Cava e laggiù il Molo. (Mario Cappello)
  • Mi soffermai come ipnotizzato davanti allo spettacolo della Lanterna. Così insolito, da quella prospettiva. Era accesa, ma l'aria era ancora troppo chiara per poterla mordere. Di lì a poco il suo fascio di luce avrebbe tagliato il buio della notte, lambendo con rasoiate giallastre ogni casa, ogni monte della città. (Bruno Morchio)
  • Oh quante volte mi diportai lungo i pittoreschi lidi di Sestri, quante volte ne salii gli alpestri gioghi, d'onde io contemplava e quella costa ingemmata di pompose ville, e dinanzi a me l'azzurro mare, e sul suo romantico promontorio la gentile architettura del faro di Genova in lontananza. (Washington Irving)
  • Preferisco Genova a tutte le città in cui ho abitato. È che mi ci sento sperduto e a casa mia – fanciullo e straniero. Essa ha una distesa di cupole, monti calvi, mare, fumi, neri fogliami, tetti rosa, e quella Lanterna, così alta ed elegante. (Paul Valéry)
  • Preso l'omnibus (2 soldi) fino all'estremità del porto. Il faro (alto 300 piedi). Ci son salito. Vista superba. La costa verso il sud. Un promontorio. Tutta Genova e le sue fortezze dinanzi a voi. (Herman Melville)
  • Questa costruzione è di tal fatta che è difficile giudicare se sia di maggior costo o meraviglia: infatti, per Dio immortale, i nostri scrittori riferiscono quanto danaro impiegarono i nostri avi per quest'opera; e si è diffusa l'opinione che ad un così alto costo si sarebbe potuta costruire una città non piccola. Ma d'altra parte è così meravigliosa che ha uguagliato per fama il famoso Pireo di Atene, celebrato da molti scrittori, e ha superato il porto di Rodi o di Napoli: infatti sia che tu vada tra gli Arabi, i Britanni, gli Sciti, gli Indi, vedrai che ovunque è giunta la fama di questa mirabile costruzione. (anonimo)
  • Si scambierebbe il faro per una stella, se non si vedesse la torre sulla quale si eleva. Quando la luna tramonta, la luce del faro e la sua luce si confondono completamente. (Madame de Staël)
  • Sopra al suo immenso porto, Genova si stende sui primi mammelloni delle Alpi, che si innalzano dietro, curvi e allungati in una gigantesca muraglia. Sul molo, la torre alta e quadrata del faro, detto 'la Lanterna', sembra una candela smisurata. (Guy de Maupassant)

Vito Elio Petrucci[modifica]

  • È lì, eretta come una matrona: albero maestro tra gli alberi maestri, torre tra le torri, campanile tra i campanili; pronta ad essere tutto per ognuno di noi.
  • [La Lanterna] ha due volti. Uno per noi che la vediamo ogni giorno: un volto serio grave buio, e quindi il simbolo, il monumento, la lunga anima di una città e di un popolo. Il momento in cui il tempo si ferma per incontrarli tutti, per riviverli assieme o almeno fieramente ricordarli. Uno per quelli che vivono ed hanno vissuto sul mare. E allora è la casa, la patria, una mano tesa, un fazzoletto agitato, il primo segno della tua famiglia che aspetta. Una luce nella notte, che nasce dal mare e ti grida: vieni, corri; qui c'è la tua casa, qui c'è la tua famiglia, qui c'è il tuo focolare con un caldo ceppo che brucia incensando la gioia dei secoli.
  • La sua forza è questa, non voler restare solo un simbolo, anche se la parola simbolo per lei si arricchisce di poesia, né essere un logo, un'icona, non è più neanche un monumento, è la lunga anima di un popolo nel quale i genovesi si riconoscono. Una somma di immagine e di sentimento.
  • Non glieli dà nessuno cinquecento anni a questa incantevole sirena, a questa top model che strizza l'occhio maliarda, sicura del suo fascino misterioso. Il fascino della luce che nel buio è improvvisa bellezza e ha il tepore di una dolce compagna. È lì eretta come una matrona: albero maestro tra gli alberi maestri, torre fra le torri, campanile fra i campanili; pronta ad essere, per ognuno di noi, quello che vogliamo che sia. Un continuo colloquio con la sua città e la sua gente, anche se le vele e i coffini non segnalano più il netto a Levante e il brutto a Ponente. Un saluto, se ti affacci al balcone, il buongiorno.
  • Una vecchia canzone genovese canta: A Lanterna de Zena a l'è faeta a trei canti... (la Lanterna di Genova è fatta a tre angoli) fotografando appieno l'emozione di chi la guarda. Il quarto angolo è il buio che lei vuole sconfiggere, che il suo raggio insegue tutta la notte come fosse una lancia, acceso come i fulmini che giocano alle battaglie, in un girotondo che finisce con l'alba.

Voci correlate[modifica]

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