Roberto Benigni

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Roberto Benigni nel 2006
La vita è bella
  • Miglior attore (1999)

Roberto Benigni (1952 – vivente), attore, comico e regista italiano.

Citazioni di Roberto Benigni[modifica]

  • Adriano Celentano. Religioso e sensuale. Una via di mezzo tra Papa Giovanni e Brigitte Bardot.[1]
  • Alessandra Mussolini, un nome d'arte.[2]
  • Almeno una volta al giorno bisognerebbe dire: grazie Maria. Non si sa perché, però qualcosa ce l'ha data.[3]
  • Berlinguer l'ho preso in braccio, Veltroni l'ho baciato. Rutelli è il più bello di tutti: che stia attento, appena lo vedo lo violento.[4]
  • Berlusconi. L'Unto del Signore, un istinto preciso, non si sa per che cosa.[2]
  • C'è sempre una speranza con Gesù, ragazzi. Io credo che c'è speranza anche all'Inferno, se c'è Gesù.[5]
  • Canto anch'io. [...] Solo che io mi rifaccio a Toshirō Mifune. Ve lo ricordate che soddisfazioni c'ha dato Mifune all'Ambra Jovinelli quando cantava "Sono una cima di Hiroshima, mangio i cachi di Nagasaki"?[6]
  • Cecchi Gori: forse Curzi aveva bisogno di riposo e siccome è uno che non se ne va da solo, ci voleva uno che lo cacciasse. Non è che non faccio satira su Cecchi Gori per solidarietà toscana o perché come produttore è bravo. Il fatto è che con lui è troppo facile, lui anticipa la satira da solo, quando parla è generoso, offre tutti pezzi da antologia.[2]
  • Chiedo scusa per l'ingessatura, ma purtroppo mi è venuta addosso una persona in Italia che ha deciso di fare un passo indietro [Riferendosi a Silvio Berlusconi, appena dimessosi dalla presidenza del Consiglio] [...]. Non è vero, sono caduto; è un periodo di cadute in Italia: cadono molte persone [...]. Non vedo il presidente del Consiglio, pensavo in una cosa così, in fondo... Non è che è successo qualcosa? Che non è potuto venire? No, siccome, io son partito dall'Italia, l'ultima frase che ho sentito dire è "La maggioranza è solida".[7]
  • D'Alema, un grande stratega, le intuizioni storiche nascono sempre da grandi errori, come quando Colombo confuse l'America con le Indie.[2]
  • De Mita ce l'ha piccolissimo, identico a come ce l'aveva da neonato. Del resto si sa, come natura crea, Ciriaco conserva. Andreotti? Oh, Andreotti il pisello non ce l'ha proprio: è diventato gobbo a forza di cercarselo.[8]
  • Dopo la Divina Commedia c'è di più Dio. C'è proprio, lo si sente, lo si vede. Tutto ciò che è bello è vicino a Dio. È proprio la bellezza che ci porta vicino a Dio. Ci ha portato quasi a guardarlo, a vederlo.[3]
  • [Su Paolo Villaggio] È stato il più grande clown della sua generazione, rarissimo come i grandi poeti. Un bambino spietato, rivoluzionario e liberatorio. Fantozzi ci rappresenta tutti, ci umilia e ci corregge, con lui tutte le persone anonime hanno trovato il loro Signore. Paolo ha creato la prima vera maschera nazionale, qualcosa che durerà in eterno.[9]
  • [Andrea Pazienza] Era il capostipite di una grande scuola che non ha avuto poi nessun allievo prediletto perché era inimitabile, un talento irripetibile.[10]
  • Fini, abbiamo fatto insieme il '68, ma adesso mi sono convinto che non è tanto di sinistra.[2]
  • Gesù, il Signore, s'è fatto uomo perché gli uomini diventassero Dio. Lui che non ha mai peccato s'è preso tutti i peccati, ha fatto tutto quello… è una cosa spettacolare quello che ha fatto.[5]
  • [Sui Fichi d'India] Gli unici veri clown di questo millennio.[11]
  • Il PD [...] s'è alleato con Berlusconi, col PDL: lì per lì ho detto: "No, ma come hanno fatto a capire che noi si voleva proprio questo?". Cioè io quando sono andato a votare ho detto: "Voto PD, Dio, ma non arriveranno mai a capire che mi garberebbe che s'alleassero co' Cicchitto, Schifani: mi garban tanto! [...]"[12]
  • L'Amore è nato quando è arrivato Gesù Cristo, che è l'inventore dell'amore. Gesù, ne ha fatte veramente di cose straordinarie, da volergli bene, da inchinarsi sul serio. Cristo, prima di tutto è diventato uomo perché l'uomo diventasse Dio, così in Lui siamo diventati la seconda persona della Trinità. Era uno che non poteva peccare e ha trasportato tutti i peccati del mondo, non poteva morire e si è fatto ammazzare. E poi ha inventato la carità, l'amore disinteressato che prima di Gesù Cristo semplicemente non c'era. Nessuno può superare l'Amore di Gesù, che ci ha fatto proprio maturare, andare avanti milioni di anni.[13]
  • La bellezza, la poesia non sta in chi scrive, ma il sublime sta nell'orecchio di chi ascolta, dentro di voi sta Dio. Non solo dentro a Dante che l'ha scritta. Lui l'ha scritta, ma se voi non lo sentite, non ha scritto niente. Quindi siete voi il poeta, siete voi Dio.[3]
  • La furberia è una qualità italiana potente, però ci ha rovinato. Sarà meglio magari diventare scaltri: è una cosina un pochino più nobile.[14]
  • Le mogli dei politici fanno tutte beneficenza. Per forza! Hanno il senso di colpa per quello che rubano i mariti.[15]
  • Le persone grasse hanno un problema di metabolismo. Ferrara non è grasso perché mangia. È che ri-mangia![3]
  • Mia mamma era analfabeta, ma come la "Madonna del cardellino" di Raffaello aveva sempre in mano il Vangelo, si metteva accanto a una cosa calda e apriva questo libro senza saper leggere. E io le dicevo: "Ma mamma, non sai leggere...", e lei mi guardava in un modo e sorrideva e non rispondeva, ma sembrava che mi dicesse: "So leggere più di te".[5]
  • Mina non si è fatta più vedere ed è diventata un mito, manda solo video [a Sanremo] come Bin Laden. Silvio, non ti devi far più vedere. Ogni tanto manda una canzone con Apicella. La canto io. Silvio, ti prego, diventa un mito. Come Dio, che non si vede mai.[16]
  • Morire non mi piace per niente. È l'ultima cosa che farò.[17][18]
  • Nelle Sacre Scritture si dice che chi sparge letizia sarà salvato. L'Avvocato di Asti e l'imputato di via Gluck, con Azzurro, si sono guadagnati una cavalcata su quel cavallo bianco che non suda mai.[1]
  • [Su Andrea Pazienza] Non c'era mai poeticume nelle sue opere; era sempre duro, ma duro come lo può essere un bambino. Vedeva tutte le cose come le si vedono per la prima volta. Il suo tratto nel disegno era stravagante, un caos rigorosissimo. I suoi testi provenivano dal parlato; era un grande poeta, un linguista vero perché i suoi testi erano frutto di un genio letterario innato.[10]
  • Non è che era un prete Dante, era uno come noi, proprio. Gli facevan male i denti proprio, uguale a noi! A volte basta un mal di denti per negare l'esistenza di Dio! A volte basta perdere l'autobus: "Ho perso l'autobus, e poi dicono c'è Dio!".[3]
  • Per il fanatico ci sono sempre due opinioni: la sua e quella sbagliata! Questa è la concezione del fanatico.[3]
  • [Dopo la vittoria della sinistra alle elezioni del 2006, per spiegare la propria idea di par condicio] Prima prendevo sempre in giro la maggioranza, adesso prenderò un po' in giro l'opposizione. (da TuttoDante)
  • Scegliere se stessi al posto del bene o del male è un cammino senza ritorno: bisogna sempre scegliere. Quando si sa che il giusto sta da una parte non è bello mantenersi neutrali.[19]
  • [Parlando di Antonio Maccanico] Se non si fa prendere dal panico e si dimostra vulcanico, o almeno un po' satanico, riuscirà a prendere l'Italia per il manico. In realtà c'è stato un refuso sul nome, perché per un governo tecnico qualcuno ha detto ci vorrebbe un elettrauto, un altro ha detto un meccanico, Scalfaro ha capito Maccanico e ha detto, "Va beh, pigliamo 'sto maccanico". Anche perché l'idraulico di domenica non si trova.[2]
  • Se uno non corre qualche rischio per un'idea, o non vale niente l'idea o non vale niente lui.[3][20]
  • Si può parlare di Dio solo essendo Dio, se no non se ne può parlare. Allora quando si parla di Dio si diventa Dio in persona. Se dentro di voi succede qualcosa, si apre una cosa che la testa non può contenere, una cosa spettacolare.[3]
  • Solo gli occhi di Maria possono guardare così Dio. Si è voltata, ha fatto così. Io questo movimento me lo sogno la notte, di quando Maria per un momento guarda Dio. Roba da andare al manicomio.[3]
  • Sono il più grande comico degli ultimi 150 anni, sfido chiunque a negarlo.[21] Sono il più grande e vedrete di che pasta sono fatto. Gesù Cristo è la seconda persona più perseguitata di tutti i tempi che non era neanche stato eletto dal popolo.[22]
  • Tutti noi desideriamo amare ed essere amati. Questo è il Santo Spirito, il desiderio di amore fra un essere e un altro. Che è irresistibile e fa sì che tutto stia insieme, è il respiro dell'amore. Una cosa bellissima il Santo Spirito.[3]
  • Walt Whitman era il mio poeta americano preferito: l'ho scoperto a 18 anni, l'età delle letture più importanti. Non faceva che parlare del Potomac. Ho sempre avuto la curiosità di vederlo questo grande fiume. L'immenso Potomac.[23]

Da Stavolta vi faccio morire dal ridere

Intervista di Antonio Padellaro, L'Espresso, 13 novembre 1997.

  • Con quella poca esperienza che mi sono fatto, ho capito che nelle interviste più impreparati siamo meglio è.
  • [Sul titolo di La vita è bella] Questa frase la si trova alla fine dei diari di Trockij, pensa un po', che narrava delle atrocità, degli orrendumi spaventosi che aveva subito nella sua vita, come tutti sappiamo. [...] Io e Vincenzo Cerami siamo rimasti colpiti dalla semplicità di questa frase, perché fra l'altro nel suo diario Trotcij fa una specie di sunto di tutte le sue idee, che erano piuttosto complicate.
  • [Su La vita è bella] Si riassume in poche parole. Narrasi di una storia d'amore, di un ragazzo, un ragazzo di mezza età, Guido, oramai un ometto come me, che pieno di vita arriva in una città per aprire una libreria insieme a un amico. Questo ometto decide nel mezzo del cammin della sua vita, [...], decide dunque di cambiare la sua vita.
  • I campi di concentramento sono, come i western, un genere cinematografico. Là ci sono i pistoleri e i cavalli. Qui siamo abituati a vedere le baracche, il filo spinato, a sentire le urla delle SS.
  • [Sulla possibilità di ridere su una tragedia riferendosi a La vita è bella] È una domanda strepitosa a cui sarei tentato di rispondere che si potrebbe quasi solo ridere di una tragedia. Ma non in un senso iconoclasta o blasfemo, bensì nel significato più alto del termine perché tutti i più grandi film comici hanno in sè i germi di una tragedia. Tutto dipende da come è raccontata.

Da L'ultimo del Paradiso

Lettura e commento del XXXIII canto del Paradiso, Rai Uno, 23 dicembre 2002. Trascritto da Giulia Balzerani per L'Aeropago e disponibile in Gliscritti.it.

  • Quando si parla della Divina Commedia o di Dante, bisogna non tanto capire, perché è semplice anche se non è sempre facile. Come è semplice l'universo, la musica di Bach: semplice ma non facilissima. È tutto vero; siamo lì, è come una rosa.
  • Ora io proverò a parlarvi di questa cosa. Se non succede niente, non succede niente, lasciamo perdere. Però vi posso assicurare una cosa: che se succede una cosina dentro di voi, si smuove una scintilla, un sussulto, siete Dante, siete voi i poeti, siete Dio. Perché Dante è Dio mentre scrive. Si può parlare di Dio solo essendo Dio, sennò non se ne può parlare. Allora quando si parla di Dio si diventa Dio in persona. Se dentro di voi succede qualcosa, si apre una cosa che la testa non può contenere, una cosa spettacolare. La bellezza, la poesia non sta in chi scrive, ma il sublime sta nell'orecchio di chi ascolta, dentro di voi sta Dio. Non solo dentro a Dante che l'ha scritta. Lui l'ha scritta, ma se voi non lo sentite, non ha scritto niente. Quindi siete voi il poeta, siete voi Dio. Siamo noi. Insomma, è una cosa straordinaria, è una musica, un linguaggio.
  • Dell'amore ci si innamora. Allora lui dice: quello che io vedevo era sempre uguale, non è per questo che non mi ricordo bene, ero io che cambiavo continuando a guardare. Quando una donna si innamora di un uomo, o un uomo di una donna, si guarda negli occhi di quella donna. E all'inizio è una donna come tutte, e si guarda. Poi ci si innamora di quello sguardo e gli occhi nostri vanno dentro a quello sguardo, innamorati. Lei è sempre la stessa donna di prima, ma noi non siamo più gli stessi. Quante volte con gli amici, quando ci si innamora, si guarda una donna in una maniera diversa. Ti chiedono: che ti è successo? Niente, guardavo. Lei è sempre la stessa donna, ma noi, quando ci si innamora si diventa tutta un'altra cosa. Siamo noi che siamo diversi.
  • È vivo Dio, è più vivo di tutti noi, come noi, e respira. E cos'è questo respiro? È l'amore del Padre per il Figlio, della madre per il Figlio, è l'amore. Il Santo Spirito è la respirazione di Dio ed è l'amore. E l'amore che cos'è? È il desiderio dell'amore. Amore è il desiderio di amare: amor ch'a nullo amato amar perdona. Il desiderio di amare fa sì che chiunque si ami, quell'amore non andrà mai perso. Non esiste amore sprecato. Questo è scritto. Quell'amore che noi diamo lo riceveremo di nuovo. È il desiderio di amore. Tutti noi desideriamo amare ed essere amati. Questo è il Santo Spirito, il desiderio di amore fra un essere e un altro. Che è irresistibile e fa sì che tutto stia insieme, è il respiro dell'amore. Una cosa bellissima il Santo Spirito.

Da Indovina chi è Pinocchio

Intervista di Enzo Biagi, L'Espresso, 17 ottobre 2002.

  • Io ero già Pinocchio, ma non me ne ero reso conto, così come Carlo Collodi non si era reso conto di scrivere Pinocchio.
  • Io avevo unito Pinocchio e Dante Alighieri, tanto è vero che nel Convivio ho trovato una frase in cui Dante Alighieri si descrive come Pinocchio identico. Dice della sua vita, l'ultima frase in cui parla di sé, poveraccio, di tutto quello che ha patito: "Io altro non fui che legno sanza governo portato dalla divina povertade". Più Pinocchio di così.
  • Il bugiardo è un essere maraviglioso, proprio con la "a". Per esempio, Federico Fellini era un gran bugiardo, nel senso che lui le bugie le amava.
  • Tutto il mio amore è per Charlie Chaplin: il divino vagabondo, il divino fanciullo, il comico, il clown.
  • Se lei mi dice che Benigni è un buffone, un burattino, un comico, un clown, mi fa un complimento.

Da Il primo dell'Inferno

Lettura e commento del I canto dell'Inferno, TuttoDante, Firenze, Piazza Santa Croce, 25 luglio 2006. Video disponibile su Youtube.com.

  • Nessuna opera è immortale se non ci sono gli occhi di una donna dietro all'opera.
  • Conosceva tutte le passioni umane, proprio tutte. Attratto dalle cose bellissime e dalle cose bassissime. Stava attento ma era attratto anche dal fascino del male. [...] Ma a parte tutte le innovazioni si ama Dante, proprio perché parla di noi, di ognuno di noi. Nessuno conosce meglio le passioni umane, il profondo dell'animo umano come lo conosce Dante.
  • La Divina Commedia è il libro più giustificabile, più limpido, più grande, più straordinario di tutte le letterature; ma non di dopo Dante, anche di prima.
  • La poesia ha il grande dono di renderci partecipi di sentimenti nuovi, di emozioni e sensazioni che son dentro di noi e noi non li conoscevamo. E il poeta ce li tira fuori, va lui dentro, ma profondamente, e tanti non tornano neanche indietro, rimangono proprio lì.
  • [I poeti] Inventano dei sentimenti. Così come Gesù ha inventato la carità e l'amore, tanti poeti come Dante inventano il risentimento, la rabbia... Uno dice c'erano... Non c'erano prima! Li ha catalogate lui. [...] Certamente c'erano sempre stati ma ci vuole uno che li classifichi, che li tiri fuori.
  • Il mondo si divide in due: quelli che dividono il mondo in due e quelli che non li dividono. Io sono tra quelli che lo dividono.
  • Su Pietro [Gesù] ha fondato la Chiesa perché era un uomo, perché sbagliava, perché l'ha fatto diventare umile, con tutte le sue debolezze. Quasi su questo anello debole c'ha fondato la pietra della Chiesa. Sapete perché Gesù non è che ha fondato la chiesa su San Paolo che era il genio – grandissimo, meraviglioso – o su San Giovanni, che era il mistico. No! Su Pietro. Perché era un uomo normale e per questo [la Chiesa] è durata sempre, con tutte le sue debolezze e le sue verità.
  • Il Purgatorio era stato inventato proprio all'epoca di Dante, da poco. [...] tra quelli che non son cristiani, quelli che fanno peccato, quelli che fanno l'eresie, quelli che non si sono battezzati, ma qui in Paradiso non ci va nessuno! La gente si ribellava. Allora cominciarono i preti a inventare il limbo e qualcuno il purgatorio. [...] Fu un'invenzione strepitosa. Fu un successo il purgatorio di quelli eccezionali. [...] Ma chi lo fece diventare popolare fu Dante Alighieri. Perché nessuno lo aveva descritto, Dante Alighieri invece lo descrive minuziosamente e non solo, era molto più buono perché mentre la Chiesa diceva che c'erano i patimenti, Dante invece li descrive con una beatitudine, una grazia [...].

Dalla conferenza stampa di presentazione di TuttoDante

Sala Giulio Cesare, Campidoglio; citato in Emilia Costantini, Benigni «Voglio in scena Andreotti contemporaneo del Poeta», Corriere della sera, 12 aprile 2007, p. 15.

  • Certo che, dopo settecento anni, Dante non se lo sarebbe mai aspettato.... tanta gente che viene a sentirlo.
  • [Giulio Andreotti] Ha la stessa età di Dante ed è il presidente della Società dantesca romana: lui Dante l'ha conosciuto davvero... certamente era guelfo e ha visto da vicino pure lo schiaffo di Anagni a Bonifacio VIII.
  • La poesia è parola, il contrario della politica, che dovrebbe essere "fatti, non parole". Dante ci invita a guardare in alto, ma ci spinge anche a vedere quanto siamo schifosi. Per questo che nel primo girone ci mette i lussuriosi: io mi ci vedrei bene.
  • Un bravo comico deve sempre difendere il suo paese da chi lo governa.

Dall'intervista di Maurizio Caverzan, "Io, Dante e Gesù Cristo"

il Giornale.it, 10 febbraio 2008.

  • Quando ho paura di una situazione, mi vien voglia di buttarmi, di andarci dentro. [...] Andare a cercare il rischio, i posti sconosciuti, le zone pericolose è la missione dei comici.
  • Ci sono tanti modi di leggere Dante. C'è quello adolescenziale, dell'immedesimazione. C'è quello giovanile, della ricerca dei messaggi, quando ognuno di noi vuol trovare la via per diventare adulto. A me la Commedia è entrata dentro fin da ragazzo. Prima la leggevo come se stessi andando in farmacia, mi curava da tutti i mali. Poi ho imparato ad ascoltarla con innocenza, che per me è il modo giusto, quando la ascoltavo dai contadini, dai vecchi di casa mia. E ho scoperto che Dante ti fa sentire che ci sei solo tu, ti spiega tutti i dettagli, come in una confidenza personale. Quando mi chiedono se è ancora moderno è come se mi chiedessero se è moderno il sole, l'acqua. Io voglio solo trasmettere il fatto che mi piace, che mi dà gioia.
  • Dante ci fa entrare in quello che solo l'intelligenza è in grado di cercare ma, da sola, non è capace di trovare. La sua forza è essere profondamente laico. Non ha atteggiamenti pappalardeschi, come direbbe lui, da falsi devoti. È religioso senza essere mai pretesco, bigotto. Non si rivolge a Dio, alla Madonna, ai santi. Si rivolge alle Muse, ad Apollo. Il suo universo è la poesia. Si può leggere la Divina commedia senza credere in Dio, ma non senza conoscere il cristianesimo. A parte che tutta la nostra civiltà è cristiana senza saperlo – e il senza saperlo è forse la cosa più bella – lo si vede da ogni cosa che facciamo... La poesia ci aiuta a compiere un'esperienza irripetibile di libertà, è finzione e ritmo, ma ci aiuta a intraprendere un grande viaggio alla ricerca di uno sguardo. Quello sguardo che solo le donne posseggono e che ci introduce nel punto più segreto del mondo.
  • Resto sconquassato dal Vangelo, basta un rigo delle parabole. Ha una forza spettacolare, viene da alzarsi in piedi sulla sedia... C'è dentro una violenza che ti mette le ali. Una forza che ti scarabocchia tutta la vita. Perché ti dice che puoi sempre ricominciare da capo. Ti mette nella condizione di fare ognuno la rivoluzione dentro te stesso. Prima che arrivasse Gesù il rapporto con Dio era fatto di dolore e lui se l'è preso tutto su di sé. Per me è una cosa sconcertante... anche se non sono sempre della mia opinione... Lo dico per sdrammatizzare, per relativizzare, per prenderla leggera.
  • Le cose comiche, le sciocchezze, sono sublimi.
  • La felicità non sta nell'assenza dei contrasti, ma nell'armonia dei contrasti. È questa armonia a essere costruttiva. Se uno vedesse quello che ero vent'anni fa non mi riconoscerebbe.
  • Certi uomini sono come le montagne: più si innalzano e più diventano freddi. Io dico grazie a Dio perché ci sono i comici che ci ricordano sempre che siamo piccoli.

Dal programma televisivo Vieni via con me

Rai Tre, 8 novembre 2010.

  • Bisogna diffidare degli infelici, eh? Le persone felici sono virtuose, generose e umili.
  • Morire è un'arte, siamo degli artisti, lo faremo splendidamente. Tanto noi crediamo anche nell'aldilà, è stata una sorpresa la vita, sarà una sorpresa anche la morte.[24]
  • Non è possibile che una persona buona non si adiri contro il male, è proprio naturale, ti viene proprio spontaneo, anche perché se non si denuncia il male si invita a farlo.[25]
  • Quando [...] per un ideale si uccide una persona non è che, diciamo, si raggiunge l'ideale: s'uccide una persona e basta, non si raggiunge niente[26]. E quando s'ammazza una persona, diciamo, non è che s'ammazza una persona, se ne ammazzano due: quella e se stessi.
  • Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con la biro, l'uomo con la pistola è un uomo morto[27]; perché la biro dà l'eternità.
  • Va riconosciuta a ogni essere umano la piena appartenenza all'umanità.
  • Le favole sono la cosa più importante della nostra vita. E anche da grandi si scrive favole.
  • Nulla è più scientifico della fantasia.
  • E se ci chiudono la porta dei sogni, siamo già morti.
  • Non è che le fiabe dicono ai bambini che esistono i draghi, no! I bambini che esistono i draghi lo sanno già da soli. Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti![28]
  • Il mistero svelato è svilito.
  • Quando ci si innamora di una donna, non è che quando si fa all'amore con quella donna si fa all'amore con quella, si fa all'amore con tutte le donne del mondo.

Dal programma televisivo Festival di Sanremo

Rai Uno, 17 febbraio 2011.

  • L'Italia è l'unico Paese al mondo dove è nata prima la cultura e poi la nazione, non esiste nessun altro luogo al mondo.
  • L'amore è come la morte: o sei innamorato o non sei innamorato, o sei morto o non sei morto... non sei mai troppo morto.
  • L'unica maniera per realizzare i propri sogni è svegliarsi.[29]
  • Ogni impero che c'è nel mondo è una pallida imitazione dell'impero Romano, pallidissima.
  • L'unità d'Italia è talmente bella, che permette pure che qualcuno dica: "Non la festeggio", è libero, pensate che libertà che dà.
  • Ogni volta che direte Legnano potrete sventolare il tricolore perché fa parte dell'inno di Mameli, è una cosa nazionale, è una cosa bellissima.
  • Siate felici, e se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non vi scordate della felicità. Per essere felici deve bastare poco, non deve essere cara la felicità. Se è cara non è di buona qualità.
  • Un Paese che non difende i suoi valori con forza è pronto per l'oppressione e la servitù.

Dal programma televisivo La più bella del mondo

Rai Uno, 17 dicembre 2012; monologo riportato parzialmente su Dagospia.com.

  • Mentre la legge vieta, proibisce, la Costituzione ti protegge e ti spinge, è la nostra mamma. Una cosa di una bellezza... Tutto a favore, un sì. Avete visto i dieci comandamenti: è tutto un "no", "non desiderare quello, non fare questo". Invece la Costituzione è la legge del desiderio.
  • [Nell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana] C'era Giulio Andreotti anche, piccolino, vabbè lui sta dappertutto, stava allo Statuto albertino, ma lo hanno visto anche dietro Mosè scrivere i dieci comandamenti.
  • Alcuni di loro [i padri costituenti] erano stati in galera per difendere la libertà e poi sedevano in Parlamento. L'opposto di quello che succede oggi, prima siedono in Parlamento, poi finiscono in galera.
  • [...] qualsiasi governo deve promuovere il lavoro, perché il lavoro è sacro e ogni legge che ostacola il lavoro è un sacrilegio.
  • Amare il proprio lavoro è la vera e concreta forma di felicità sulla terra. Quello che spetta alle future generazioni, ai futuri governi è far sì che ciascuno ami il proprio lavoro. Un sogno da Woodstock. Perché con la disoccupazione le persone non perdono solo il lavoro, perdono se stesse.
  • [...] c'è la Costituzione, il regalo che i padri e le madri costituenti ci hanno lasciato in eredità. Le cose regalate dobbiamo conquistarle, farle diventare nostre. Qui dentro ci sono le regole per vivere tutti insieme, in pace, lavorando.
  • Domani mattina quando vi svegliate dite ai vostri figli che sta per cominciare un giorno che prima di loro non ha mai vissuto nessuno. In secondo luogo ditegli di andare a testa alta, di essere orgogliosi di appartenere a un popolo che ha scritto queste cose tra i primi nel mondo. Dei politici lo hanno scritto. Ditegli di essere orgogliosi che abbiano fiducia e speranza. Ci vuole fiducia e speranza per far entrare un figlio nella vita.

Dal programma televisivo I Dieci Comandamenti

Rai Uno, 15 e 16 dicembre 2014; citato in I Dieci Comandamenti di Roberto Benigni, le frasi più belle., Rai.tv.it, 17 dicembre 2014.

  • Quelle che noi giudichiamo debolezze, agli occhi di Dio sono grandezze.
  • "Onora il padre e la madre". Un comandamento solenne, dolce... Oggi però dovrebbe essere esteso anche alla nonna e al nonno.
  • Cos'è che arde e non consuma? L'amore. Quando siamo innamorati si brucia, si arde, ma non si consuma.
  • Chi uccide, uccide sé stesso. E il peggiore è chi permette che si uccide.
  • "Non desiderare la donna d'altri" non vuol dire che si fa peccato a guardare una donna o a pensare qualcosa di fronte a una bella donna, perbacco. Non è una condanna alla bellezza e al fascino, ma vieta di desiderare la moglie del prossimo, di rubarla, di conquistarla e farla propria con un piano premeditato.
  • Bisogna regalare ai genitori i nostri giorni, il nostro tempo, quello che si dice di non avere mai... Ma allora quale tempo in più ci regala Dio? Quello che noi regaliamo e che doniamo agli altri, che ci torna indietro decuplicato. "Cerca dentro di te i giorni che non credevi di avere, cercali... Io te li ho dati".
  • "Ricorda di santificare" le feste è il comandamento preferito da Dio. Tremila anni fa non c'era l'articolo 18, la tutela sul lavoro, il diritto al lavoro.
  • Perché alcuni Stati conservano la pena di morte? Per dirci che siamo crudeli... Che siamo assassini anche noi.

Citazioni tratte dalle canzoni[modifica]

Quanto t'ho amato[modifica]

Etichetta: Virgin Music, 2002, prodotto da Piero Colasanti.

  • Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai | e non lo sai perché non te l'ho detto mai | anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te. (da Quanto t'ho amato, n. 2)
  • Nell'amor le parole non contano conta la musica. (da Quanto t'ho amato, n. 2)
  • È questo l'inno del corpo sciolto | lo può cantare solo chi caca di molto | se vi stupite la reazione è strana | perché cacare soprattutto è cosa umana. (da L'inno del corpo sciolto, n. 4)

E l'alluce fu[modifica]

  • A me mi hanno rovinato le donne: troppo poche!
  • Ci sono marinai e ci sono uomini di terra: io appartengo alla seconda categoria. Sono un contadino io, mi piace la campagna. Mai la sabbia mi ha visto ignudo. L'acqua non mi garba. Sono proprio refrattario. E difatti non mi lavo mai.
  • Fare il comico oggi penso che sia un lavoro di grande goduria. I comici sono dei grandi masturbatori.
  • Freud lesse quel libro di Sofocle.[30] Chiamò il suo segretario: «Giorgio, senti, che ne dici di questo Edipo?» Chissà, se avesse letto Pinocchio avrebbe inventato il complesso di Geppetto.
  • I preti, le suore, i frati, quando voglion dedicare la vita a Dio fanno digiuno, cioè non mangiano e non fanno l'amore, contravvenendo agli unici due ordini che ha dato Dio. Ora, quando li rincontrerà nel Giudizio universale, si incazzerà un po'. – Frati, preti, suore, venite qua un secondo. Scusate, io avevo detto: «Crescete e moltiplicatevi». E voi digiuno e castità! Ma forse non avete capito! Ma dovevo dire proprio: «Mangiate e trombate»? Io non volevo scriver parolacce nella Bibbia ma... levati codesta tonaca e dàgli sotto, imbecille! -
  • La mamma La parte più femminile dei genitori.
  • Non ce la fo più, come disse quello che fece la popò in mezzo all'ortiche. [wellerismo]
  • Perché non ho scritto La Divina Commedia? Perché non c'ho pensato.
  • Quelli che ci governavano prima erano cattivi, quelli di adesso sono scemi. Io preferisco i cattivi perché almeno ogni tanto si riposano.
  • Recitare è dolore, estasi del movimento, affettazione del divenire, occultazione del presentare. Recitare è entrare nel personaggio e uscire, entrare e uscire, avanti e indietro, e non vorrei andare oltre in questa similitudine...
  • Sono condannato alla lucidità. Astemio totale: devo smettere di non bere.

Tuttobenigni 95/96[modifica]

  • Berlusconi, però, è uno che reagisce bene, anche quando ci ha i processi. È uno di carattere, bisogna ammetterlo. Anche questo processo sui fondi neri alle Fiamme Gialle che ci ha ora con Gherardo Colombo farebbe paura a tutti. Ma lui ha dichiarato ai giornali: "No, no: sono tranquillo, sono sereno, la notte dormo come un bambino". Cioè, si sveglia ogni tre ore e piange.
  • Buoni, comincia il Giudizio Universale! Sarete sottoposto al giudizio mio e di Pietro! A queste parole, Silvio Berlusconi: "Cazzo, c'è Di Pietro anche di qua! E che cazzo, non me ne libero più, un incubo! [...]"
  • "E il grosso è fatto", disse la mamma di Ferrara quando partorì. [wellerismo]
  • "Io prendo il largo", come disse la moglie di Giuliano Ferrara quando lo sposò. [wellerismo]
  • Gli Italiani a sinistra, gli Africani a destra... Craxi, dove va? [...] Gli imbecilli a sinistra, i grandi statisti a destra... Craxi, dove cazzo va? [...] I ladri a sinistra, le persone oneste a destra... Craxi, dove cazzo va? Lei fa una brutta fine, Craxi, eh!
  • «Non ho più il fisico», come disse la mamma di Galileo Galilei quando il figlio se ne andò di casa. [wellerismo]
  • Per carità: io a Emilio Fede gli voglio bene come se fosse normale.
  • Quando Clinton chiese a Berlusconi cosa ne pensasse di Mussolini, lui rispose: "Ha fatto delle cose buone"! Ma dico, se neanche di Mussolini si può parlar male, ma che deve fare uno perché si possa parlarne male? Deve stuprare le capre in via Frattina? Che deve fare? Dice "Ha fatto delle cose buone", certamente: anche Adolf Hitler o Stalin, un ponte, una strada l'avranno fatta! Anche il Mostro di Firenze l'avrà detto "Buongiorno" a qualcuno qualche volta [...]. Sarebbe come se io invitassi un elettricista a casa, no?. Dico: "Scusi, mi rifà l'impianto?". "Prego". Quello mi rifà l'impianto, fatto bene, nel frattempo mi tromba la moglie, mi sventra la figlia, mi violenta la cognata, mi stupra il nonno. Dico: "Oh, ma questo è matto!". "No, però ha fatto delle cose buone: guarda che impianto."
  • [Umberto Bossi] Quando fa un comizio, sembra uno spettacolo mio!
  • [Su Vittorio Sgarbi] Quando lo vedo in televisione mi sembra il figlio impazzito di Wanna Marchi.
  • Secondo me [Silvio Berlusconi] si presenta proprio strafottente anche davanti a Dio, ma proprio là co... "Buongiorno, collega". "Come collega? Chi è, Buddha?". "No.". "Allah? Manitù? Tex Willer? [...] Ma chi è lei?". "Io sono Silvio Berlusconi, e lei chi è?". "Come chi sono io? Io sono Dio, io sono Colui che è! E lei?". "E io sono colui che... che ha."
  • Signor Fede, io la ringrazio, ma io mi chiamo Dio, non Silvio [Riferendosi a Silvio Berlusconi]. E come, dice "appunto"? Scusa Pietro, ma che fa di mestiere questo? Direttore di un telegiorn... Non ci credo, dai!
  • 'Sto "scendo in campo" poi l'avevo già sentito: non m'è suonato nuovo quando l'ho sentito da Berlusconi questo "scendo in campo". Aveva tutto un altro significato, perché io son di origini contadine, no?, e quando ero ragazzo il mio babbo tutte le sere, alle 9 di sera, finito di cenare, siccome non avevamo il bagno in casa, lui si alzava, prendeva un foglio di carta gialla, quello che davano i negozi per incartare la roba, se lo metteva sotto il braccio e diceva: "Io scendo in campo." [...] Quando io e il mio abbo abbiamo sentito per la prima volta Berlusconi a reti unificate dire "Italiani, io stasera scendo in campo", il mi' babbo ha fatto du' occhi così: "Ma con tutti i soldi che c'ha non s'è nemmeno fatto il bagno in casa quello sporcaccione lurido puzzolente? Che poi quella sera, non so se vi ricordate, c'aveva una pila di fogli alta così davanti, eh!
  • «Tutto grasso che cola», come dice Ferrara quando suda. [wellerismo]
  • Una volta ho visto in televisione, c'era Previti, Ferrara e Ignazio La Russa; oh, credevo fosse una puntata di Star Trek. [...] C'è quest'Ignazio La Russa, Madonna, c'ha un naso... Per baciarlo su entrambe le guance si fa prima a passare di dietro.
  • Uno solo preoccupato, Silviuccio Belusconuccio, nella su' villa di Arcore: "Ma li mortacci de Pippo, mi hanno messo in galera tutti gli amici mia, mortacci sua! E mo' come faccio? E mo', con tutti i debiti che c'ho? M'hanno messo in galera Bettino, che è il migliore amico mio, e tutti gli amici mia in galera! E mo' 'ndo vado? Veronica, famo un partito!". [...] E fece il partito [Forza Italia], quello... Quando mandò la videocassetta a reti unificate, dove era proprio disperato, la bugia era proprio spudorata, dove promise mari e monti perché era disperato, doveva vincere per forza: "Italiani, io vi do... Vi abbasso le tasse, ve le levo proprio, vi do un milione di posti di lavoro, vi trombo la nonna, vi pulisco il bagno, vi... porto il cane a fare i su' bisogni."

Citazioni su Roberto Benigni[modifica]

  • Benigni è un po' come un clown del circo, ridi perché ha un'aria buffa, ma non è un vero comedian. (Paul Morrissey)
  • Benigni piace ai Fantozzi proprio perché è semplice da capirsi, molto consolatorio, un po' chapliniano. (Paolo Villaggio)
  • Con Benigni siamo amici da anni. Lui è grande nel "buffo", ma lasciamo stare il "comico". I buffi sono concilianti, rallegrano la corte e le masse. Il comico che interessa a me è un'altra cosa. Cattiveria pura. Il ghigno del cadavere. Il comico è spesso involontario. Specialmente quando si sposa con il sublime. (Carmelo Bene)
  • Condannato dal tribunale di Reggio Emilia per bestemmie e turpiloquio contro la Chiesa, Roberto Benigni avrebbe qualche ragione di considerarsi vittima di un'ingiustizia. Proprio il giorno prima la Chiesa riabilitava Martin Lutero, scomunicato ai suoi tempi pressappoco per gli stessi motivi. Come cambia, coi tempi, la sorte degli uomini! È inquietante pensare che Benigni, se fosse vissuto cinquecent'anni fa, sarebbe forse diventato Lutero. Ma addirittura sconvolgente è che Lutero, se fosse nato cinquecent'anni dopo, sarebbe forse diventato Benigni! (Indro Montanelli)
  • Dovremmo ricordarci che senza Stalin ora saremmo tutti nazisti. Invece Benigni, in una delle sue genuflessioni alla Chiesa e all'America, ha fatto liberare Auschwitz da un carro armato americano. Roberto! Auschwitz è stata liberata dall'Armata Rossa. (Mario Monicelli)
  • È bello e giusto che Roberto Benigni racconti sullo schermo Pinocchio, perché anche lui sembra inventato da Collodi: certamente è stato compagno di Lucignolo. (Enzo Biagi)
  • I comici italiani fanno un po' l'effetto degli antibiotici, ti distruggono tutto; Roberto invece è un bicchiere di qualcosa che fa sempre bene. Zuccheri, calorie, vampe. (Sergio Saviane)
  • Io amo molto Benigni, che io considero un comico a livello internazionale. Più che un comico, lo considero un Pierrot. Credo che sia una persona fuori dalla norma in genere, sia come genialità che come cultura. (Athina Cenci)
  • L'ho incontrato. È stato un grande giorno per me. Lui è uno molto carismatico. Io sono entrato in una stanza e l'ho visto, l'ho fissato e mi dicevo "Mio Dio, quello è Roberto Benigni". E lui si è accorto che lo osservavo, mi ha guardato e mi ha accennato un sorriso. Finalmente ho raccolto tutto il mio coraggio e sono andato da lui. Gli ho detto: "Non sapevo perché avessi lasciato la mia casa oggi. Ora lo so: sono venuto fino a qui per incontrare te". E lui: "Mi sembra di conoscerti da tanto tempo!" E mi ha abbracciato. (Anthony Kiedis)
  • L'irriverente folletto fa una acrobatica capriola e si associa alla campagna per il Sì [Referendum costituzionale del 2016 in Italia] alla rottamazione di un bel pezzo della Carta, con qualche difficoltà a risultare credibile proprio per averci convinto ad amarla e a difenderla. (Norma Rangeri)
  • L'operazione fatta in questi anni da Benigni è stata proprio questa: trasformare Dante in un autore "politically correct". [...] Infatti Benigni, per renderlo digeribile al delicato stomaco della sinistra salottiera, ha "appannato" il vero Dante, quello "politicamente scorretto", scomodo e urticante. (Antonio Socci)
  • Lui è sempre fuori le righe, un clown euforico. Solo quando parla di soldi con la moglie diventa serissimo. Cambia voce, faccia. Esce il contadino che è in lui. Un grandissimo, Benigni, anche se non lascia nulla di scritto. (Paolo Villaggio)
  • Mi hanno detto che era divertente, ma io ho visto un po' dei suoi film e non mi hanno fatto ridere per niente. Non avete veri comici, soprattutto in Italia. (Paul Morrissey)
  • Mi viene spesso in mente Roberto Benigni che divulga Dante e suo padre analfabeta che lo insegnava a lui. Ovvero una cultura di pochi, strettamente legata all'identità nazionale, che diventa cultura di tutti. (Giuliano Amato)
  • Per me, lo scrivo senza imbarazzo, è un genio. Dopo Federico Fellini un altro personaggio da esportazione. (Enzo Biagi)
  • [Nel 1997] Qui c'è la novità del maestro che, quanto a previsioni di incassi, se la deve vedere con l'allievo, ammesso che il giullare di Vergaio abbia qualcosa in comune, a parte la toscanità, con il bambinone Pieraccioni. (Antonio Padellaro)
  • Un ospite che mi ha messo in difficoltà? Uno solo, Roberto Benigni, al quale però voglio troppo bene. La prima volta che venne in trasmissione, mentre ci riprendevano a mezzo busto, mi diede con la mano un colpo secco sui genitali che mi lasciò senza fiato. (Pippo Baudo)

Bibliografia[modifica]

  • Roberto Benigni, E l'alluce fu, Einaudi, 1996².

Note[modifica]

  1. a b Dalla prefazione alla collana Adriano, edita da Corriere della Sera e Tv Sorrisi e Canzoni; citato su Facebook.
  2. a b c d e f Citato in Benigni a raffica per un milione di fan, la Repubblica, 7 febbraio 1996.
  3. a b c d e f g h i j L'ultimo del Paradiso. Lettura e commento del XXXIII canto del Paradiso, RAI uno, 23 dicembre 2002.
  4. Citato in Buzzanca: spero vinca il sindaco, La Repubblica, 4 novembre 1997.
  5. a b c Citato in Andrea Faglioli, Benigni: con Dante ritorno a Dio, Avvenire, 11 maggio 2011.
  6. Dall'intervista di Simonetta Robiony, Benigni in arte Dio, La Stampa, 25 luglio 1995, p. 23.
  7. Dal discorso al Parlamento europeo del 10 novembre 2011; visibile su Youtube.
  8. Roberto D'Agostino, Chi è, chi non è, chi si crede di essere, Arnoldo Mondadori, 1988.
  9. Citato in Addio a Paolo Villaggio, Benigni: "Raro come i grandi poeti", Tg24.sky.it, 30 luglio 2017.
  10. a b Da un intervento durante la mostra antologica su Pazienza tenutasi a Roma, Complesso del Vittoriano, 16 settembre 2005; citato nella tesi di laurea di Antonio Vigliaroli, Andrea Pazienza. Protagonista del fumetto negli anni Settanta-Ottanta Università degli Studi di Parma, Anno Accademico 2004-2005.
  11. Citato in Raffaella Bragazzi, Un sapore nel cuore, De Agostini, 2013, capitolo Bruno Arena. ISBN 9788841895757
  12. Dalla prima serata di Tuttodante, 21 luglio 2013; visibile su tg24.sky.it.
  13. Citato in A. Bibiani, M.P. Cocchi, Per il mondo che vogliamo, Editore Sei, 2007. 9788805060306
  14. Citato in Il "carattere degli italiani". Cialtroni, gli onesti, gli eroi e i ladri, anpi.it, 14 dicembre 2014, p. 6.
  15. Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1858.
  16. Dichiarazione del 17 febbraio 2009; citato nella striscia rossa de l'Unità, 19 febbraio.
  17. Citato in "La tigre e la neve" di Benigni: feroce e candida storia di amore e guerra, Rai.it.
  18. Frase attribuita anche a Woody Allen.
  19. Dal programma televisivo Che tempo che fa, Raitre, 15 aprile 2012. Video disponibile su Rai.tv.
  20. Cfr. Ezra Pound: «Se un uomo non è disponibile a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla».
  21. Benigni ironizzava sulle dichiarazioni fatte da Silvio Berlusconi, senza mai citarlo, durante la conferenza stampa di chiusura del vertice italo-spagnolo del 10 settembre 2009.
  22. Dall'intervento al convegno del 10 ottobre 2009 al museo diocesano di Terni sul tema della "giusta mercede"; citato in Benigni:"Io il più grande comico degli ultimi 150 anni", Rainews24, 10 ottobre 2009.
  23. Citato in Benigni, un poeta a Washington, il Centro, 26 ottobre 2003, p. 28.
  24. Cfr. Vladimir Vladimirovič Nabokov: «La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande».
  25. Cfr. Leonardo da Vinci: «Chi non punisce il male, comanda che si facci».
  26. Cfr. il film Notre Musique: «Chi uccide un uomo per difendere delle idee, non difende delle idee, ma uccide un uomo».
  27. Citando il film Per un pugno di dollari.
  28. Citazione di Gilbert Keith Chesterton.
  29. Citazione di Paul Valéry.
  30. L'Edipo re.

Voci correlate[modifica]

Filmografia[modifica]

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Opere[modifica]