Il monaco di Monza

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Il monaco di Monza

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Titolo originale

Il monaco di Monza

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1963
Genere commedia
Regia Sergio Corbucci
Sceneggiatura Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
Musiche: Armando Trovajoli

Il monaco di Monza, film italiano del 1963, regia di Sergio Corbucci.

Frasi[modifica]

  • Chi dice bugie va all'inferno con le palle di fuoco in bocca. (Frà Pasquale da Casoria)
  • A me mi porta male il tredici, ma anche il quattordici, il quindici ed il diciassette. Peggio di così non si può andare. (Frà Pasquale da Casoria)
  • A me le scene dell'orrore me so sempre piaciute, a bara che se scoperchia ca mano che esce de fori! A me i monaci, le monache a me che me fanno! (Smilzo)
  • Lei è spagnolo proprio della Spagna, non della periferia! I pirenei, le cose...! (Fra Pasquale Da Casoria)
  • A piedi nudi camminiam tendendovi le nostre man... (Celentano falso frate)
  • Pure o'palo ce vulev! (Il Marchese) [sbagliando il colpo di spada e centrando un paletto]

Dialoghi[modifica]

  • [Un nobiluomo si reca dal ciabattino Pasquale Cicciacalda (Totò) per ritirare un paio di scarpe nuove]
    Il nobile: hai fatto due scarpe destre!
    Pasquale: e perché lei voleva due scarpe sinistre?!?
    Il nobile: no signore, io volevo una scarpa sinistra e una scarpa destra!
    Pasquale: ah sì ? e da quando in qua noi facciamo due pesi e due misure ?!? hei! cosa si è messo in testa lei ?!? cosa crede di impaurirmi perché c'ha la barba?!? io la barba non ce l'ho, io mi depilo! e si depili! abbia pazienza.
  • [Il Marchese fa visitare la cripta a Frà Pasquale e Frà Mamozio per intimorirli e convincerli a sposarlo]
    Il Marchese: L'avo degli avi miei, Federico Barbanera, fece costruire questa cripta per torturare i prigionieri, seppellire i morti, e murare i vivi... [Pasquale e Mamozio tentano di scappare] Dove andate?! Non è finita ancora la visita!
    Frà Pasquale Perché? C'è la seconda parte?
    Il Marchese: Venite ve lo avevo detto che ci sarebbe stata qualcosa per voi [si avvicina ad uno scheletro] questo è Fra Marmidone... questo frate c'ha duecento anni!
    Fra Pasquale: Quanti?
    Il Marchese: Duecento!
    Fra Pasquale: Se li porta bene però
    Fra Mamozio: È un po' magro, c'ha le occhiaie.
    Il Marchese: Ma non mi dire?!
    Fra Mamozio: Assomiglia ad uno... che ora non mi viene.
    Il Marchese: Davvero?
    Fra Pasquale: Anche a me ricorda qualcuno, aspetti... Marchese si metta così, ah sì, a lei somiglia!
    Il Marchese: Si! celiate, celiate pure! celierà bene chi celierà per ultimo!
    Fra Mamozio: Cosa aveva fatto questo Fra Marmidone.
    Il Marchese: Questo frate era il padre spirituale di mio nonno, poverino... fu anche il giorno della sua morte.
    Fra Pasquale: Forse per il dolore.
    Il Marchese: No! lo fece uccidere mio nonno perché non volle dargli l'assoluzione... [con voce da guida turistica] da questa parte come potete ben vedere...
    Fra Pasquale [completando la frase con lo stesso tono]: ...abbiamo la foca ammaestrata.
    Il Marchese: Non scherzate!
    Fra Pasquale: Marchese io lo facevo per rallegrare l'ambiente perché è tetro.
    Il Marchese: Non scherzate, vi dicevo, questo è Fra Terenzio.
    Fra Mamozio: è tutto nudo!
    Fra Pasquale: Ma no che c'ha il paltoncino.
    Il Marchese: Dicevo, questo Fra Terenzio non volle essere comprensivo con mio zio che aveva per la testa una pulzella.
    Fra Mamozio: Che cosa aveva?
    Fra Pasquale: Una pulzella, una di quelle piccole pulze che stanno in testa.
    Fra Mamozio: Poteva prendere un pettine e si pettinava.
    Il Marchese: No! no! cosa avete capito! una donna! che voleva sposare, ma lui non volle essere comprensivo. Allora mio zio, bello bello, calmo calmo, zac, gli tagliò la testa... come potete vedere... voi invece la vostra testa la volete tenere sulle spalle, vero Fra Pasquale?
    Fra Pasquale: Io veramente la testa ce l'ho in testa.
    Fra Mamozio: Io ce l'ho sul collo.
    Il Marchese: E va bene, vuoi continuare a tenere la tua testa?
    Fra Pasquale: Ma certo.
    Il Marchese: Giusto, ma basta essere ragionevoli e comprensivi.
    Fra Pasquale: Ma Marchese... guardi che pure se io celebrassi il suo matrimonio... non avrebbe valore.
    Il Marchese: Fra Pasquà! Fra Pasquà sbottonatevi.
    Fra Pasquale: Veramente io non ho bottoni.
    Il Marchese: Fra Paasquà voi mica siete un monaco di quelli?!
    Fra Pasquale: Marchese... io sono un monaco di questi.
    Il Marchese: Quindi non siete un monaco come Fra Guglielmo.
    Fra Mamozio: E chi era questo Fra Guglielmo?
    Il Marchese: Venite, venite, ve lo faccio vedere, l'ha pagata cara la sua pena [si avvicina ad una porta dove si vede uno scheletro] questo è Fra Guglielmo... questo frate si presentò un giorno al castello dicendo di essere un monaco cercatore... mio padre magnanimo, molto magnanimo.
    Fra Mamozio: Che magnava?
    Fra Pasquale: Magnava le anime.
    Fra Mamozio: Cannibale.
    Il Marchese: Cosa avete capito! magnanimo! generoso! lo ricoprì di ogni ben di Dio... quando però scoprì che questo non era un monaco vero, lo fece murare vivo! voi fra Pasquà, siete un monaco come fra Guglielmo o siete un monaco in piena regola.
    Fra Pasquale: Ma marchese, io sono un monaco in piena regola, sono iscritto ai sindacati.
    Il Marchese: Oh, bravo, bravo, però ti ricordo che in questa cripta c'è ancora una nicchia libera... se lei si rifiuta ancora di celebrare il mio matrimonio, io ci metterò dentro la vostra carcassa rosicchiata dai vermi.
    Fra Pasquale: Oh mamma mia, ha detto che io tengo la gran cassa rosicchiata dai vermi.
    Il Marchese: Cosa avete capito! ho detto gran cassa... carcassa! scheletro! carogna!
    Fra Pasquale: Carogna! [a Mamozio]
    Il Marchese: La vostra carogna rosicchiata dai vermi.
    Fra Pasquale: Mamma! mamma!
    Il Marchese: Allora? si rifiuta ancora?
    Fra Pasquale: Ma io le celebro tutto, il matrimonio, le contro nozze, le super nozze, il battesimo, la cresima, la comunione, la coniugo, le dò l'estrema unzione, si vuole sposare, e si sposi, si vuole sposare a Mamozio e se lo sposi.
    Il Marchese: Non mi voglio sposare a Mamozio! mi voglio sposare Fiorenza!
  • Il Marchese: Ma allora voi non siete un vero monaco!
    Fra Pasquale: Come non sono un vero monaco? Come si permette di dire questo? Lei guardi sulla "Guida Monaci" e vedrà che mi trova!
  • Fra Pasquale da Casoria: E tu donna Fiorenza del Giglio vuoi sposare il nipote della lavandaia qui presente?
    Don Egidio De Lattanziis: Ma che nipote della lavandaia io sono il marchese De Lattanziis!
    Fra Pasquale da Casoria: Eh! Avesse detto Federico Barbarossa!

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