Benito Mussolini: differenze tra le versioni

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*Il manifesto della razza poteva evitarsi. Si è trattato di una astruseria scientifica di alcuni docenti e giornalisti. C’è molta distanza da quanto io ho detto, scritto e firmato in materia. Io ho sempre considerato il popolo italiano un mirabile prodotto di diverse fusioni etniche sulla base di una unitarietà geografica, economica e specialmente spirituale. E’ lo spirito che ha messo la nostra civiltà sulle strade del mondo. Uomini che avevano sangue diverso furono i portatori di un’unica splendida civiltà. Ecco perché io sono lontano dal mito di Rosenberg. Anche quella è una posizione da rettificare. (Dalla lettera all'amico Spampanato nel dicembre del 1942.)
*Il manifesto della razza poteva evitarsi. Si è trattato di una astruseria scientifica di alcuni docenti e giornalisti. C’è molta distanza da quanto io ho detto, scritto e firmato in materia. Io ho sempre considerato il popolo italiano un mirabile prodotto di diverse fusioni etniche sulla base di una unitarietà geografica, economica e specialmente spirituale. E’ lo spirito che ha messo la nostra civiltà sulle strade del mondo. Uomini che avevano sangue diverso furono i portatori di un’unica splendida civiltà. Ecco perché io sono lontano dal mito di Rosenberg. Anche quella è una posizione da rettificare. (Dalla lettera all'amico Spampanato nel dicembre del 1942.)
*Che in Italia si faccia del razzismo e dell' antisemitismo è cosa tanto importante nella sua apparenza politica quanto priva di peso nella sua sostanza reale. La purità della razza in questo popolo sul quale sono passate tante invasioni e che ha assorbito tante genti dai quattro punti cardinali, e il pericolo semita in una Nazione come la nostra dove perfino l' alta finanza, e perfino se manovrata dagli ebrei, non può non diventare qualcosa di cattolico, sono evidentemente fandonie da lasciar scrivere a certi zelatori. Se le circostanze mi avessero portato a un Asse Roma-Mosca anziché a un Asse Roma-Berlino, avrei forse ammannito ai lavoratori italiani, intenti alla loro fatica con tanta alacrità e però con un distacco che i razzisti potrebbero chiamare mediterraneo, l' equivalente fandonia dell' etica stakanovista. (Mio fratello Benito, Edvige Mussolini, pubblicato da La Fenice di Firenze, nel 1957)
*Che in Italia si faccia del razzismo e dell' antisemitismo è cosa tanto importante nella sua apparenza politica quanto priva di peso nella sua sostanza reale. La purità della razza in questo popolo sul quale sono passate tante invasioni e che ha assorbito tante genti dai quattro punti cardinali, e il pericolo semita in una Nazione come la nostra dove perfino l' alta finanza, e perfino se manovrata dagli ebrei, non può non diventare qualcosa di cattolico, sono evidentemente fandonie da lasciar scrivere a certi zelatori. Se le circostanze mi avessero portato a un Asse Roma-Mosca anziché a un Asse Roma-Berlino, avrei forse ammannito ai lavoratori italiani, intenti alla loro fatica con tanta alacrità e però con un distacco che i razzisti potrebbero chiamare mediterraneo, l' equivalente fandonia dell' etica stakanovista. (Mio fratello Benito, Edvige Mussolini, pubblicato da La Fenice di Firenze, nel 1957)
* Comunichi al Senatore Agnelli che nei nuovi stabilimenti Fiat devono esserci comodi e decorosi refettori degli operai. Gli dica che il lavoratore che mangia in fretta e furia vicino alla macchina non è di questo tempo Fascista. Aggiunga che l'uomo non è una macchina adibita ad un'altra macchina. (telegramma datato 16 luglio 1937, indirizzato al Prefetto di Torino, [http://gazzettadimantova.gelocal.it/agenda/2011/02/10/news/la-fiat-e-mussolini-1.150553 La Fiat e Mussolini], Gazzetta di Mantova])


===Citazioni tratte dai discorsi===
===Citazioni tratte dai discorsi===

Versione delle 11:03, 19 dic 2012

Benito Mussolini

Benito Amilcare Andrea Mussolini (1883 – 1945), uomo politico, dittatore e giornalista italiano.

Citazioni di Benito Mussolini

  • Amate il pane, cuore della casa, profumo della mensa, gioia del focolare. Rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio. (da un articolo scritto in occasione delle Giornate del pane (14-15 aprile 1928), pubblicato su Il Popolo d'Italia, n. 73, 25 marzo 1928, p. 15; ora in Opera omnia, vol. 23)
  • A tavola noi ragazzi sedevamo in tre reparti. Io dovevo sempre sedere in fondo e mangiare coi più poveri. Potrei forse dimenticare le formiche nel pane della terza classe. Ma che noi bambini fossimo divisi in classi, mi brucia ancora nell'anima![1]
  • [Su Joachim von Ribbentrop] Basta guardargli la testa per capire che ha un piccolo cervello. (citato in Galeazzo Ciano, Diario, 1937-1938, Cappelli, 1948)
  • Chi marcia non si diminuisce [...] ma si moltiplica attraverso tutti quelli che marciano con lui.[1]
  • Chi non è pronto a morire per la sua fede non è degno di professarla. (da Scritti e discorsi, vol. VII, p. 225)
  • Chi vuol governare, deve imparare a dir: no. (citato in Margherita Sarfatti, Dux, Mondadori, 1926)
  • Con la libertà di stampa i giornali pubblicano solo ciò che vogliono veder stampato le grandi industrie o le banche, le quali pagano il giornale.[1]
  • Con le nostre macchine, come, soprattutto, col nostro popolo e con la nostra fede, andremo sicuramente verso la vittoria. (da Opera omnia, vol. 29, p. 298)
  • Era necessario farci strada con la violenza, con il sacrificio, con il sangue; era necessario stabilire un ordine e una disciplina voluti dalle masse, ma impossibili da ottenere con una propaganda all'acqua di rose, con parole, parole e ancora parole e con ingannevoli battaglie parlamentari e giornalistiche. (da La mia vita, 1983, p. 101)
  • Fate che le glorie del passato siano superate dalle glorie dell'avvenire. (da Scritti e discorsi, vol VII, p. 256)
  • Gli uomini possono pregare Dio in molti modi. Si deve lasciare assolutamente a ciascuno il proprio modo. [passo eliminato dalla censura][1]
  • Governare gli italiani non è difficile, ma inutile.[2] (citato in Giulio Andreotti, Governare con la crisi, Rizzoli, 1991)
  • Il fascismo è una grande mobilitazione di forze materiali e morali. Che cosa si propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano. Parliamo schietto. Non importa se il nostro programma concreto, com'è stato notato giorni sono da un redattore del Resto del Carlino, non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza; ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che è ipoteca arbitraria sul misterioso futuro. (da Dopo due anni, Il Popolo d'Italia, 23 marzo 1921)
  • Il fascismo femminile che porta bravamente la gloriosa camicia nera e si raccoglie intorno ai nostri gagliardetti, è destinato a scrivere una storia splendida, a lasciare tracce memorabili, a dare un contributo sempre più profondo di passioni e di opere al fascismo italiano. (da Scritti e discorsi, vol. III, p. 109)
  • Il fascismo non fece una rivoluzione: c'era una monarchia prima e una monarchia rimase. Se la Camera appariva un'emanazione del partito, il Senato sottolineava il suo lealismo monarchico per la sua nomina regia e la sua stessa composizione. Il numero dei generali, degli ammiragli, dei senatori per censo, era sempre imponente, una forza materiale e una riserva dello Stato in favore della monarchia. Tutta l'aristocrazia italiana, prima la bianca, poi dopo la Conciliazione anche la nera, costituiva un'altra forza monarchica. Definita la Questione Romana, la curia e il clero entrarono nell'orbita regia. La grossa borghesia industriale, agraria, bancaria, pur non esponendosi in prima linea, marciava anch'essa sotto le insegne regie. (citato in Paolo Pavolini, 1943, la caduta del fascismo)
  • Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. (dall'intervista di Ivanoe Fossani, Soliloquio in «libertà» all'isola Trimellone, Isola del Trimelone, 20 marzo 1945, da Opera omnia, vol. 32)
  • Il Mondo, me scomparso, avrà bisogno ancora dell'Idea che è stata e sarà la più audace, la più originale e la più mediterranea ed europea delle idee. (da Testamento politico di Mussolini: Dettato, corretto, siglato da lui il 22 aprile 1945, a cura di Gian Gaetano Cabella, Arti Grafiche Pedanesi, 1972)
  • Il "superuomo" ecco la grande creazione Nietzschiana. Qual impulso segreto, quale interna rivolta hanno suggerito al solitario professore di lingue antiche dell'università di Basilea questa superba nozione? Forse il taedium vitae... della nostra vita. Della vita quale si svolge nelle odierne società civili dove l'irrimediabile mediocrità trionfa a danno della pianta-uomo. E Nietzsche suona la diana di un prossimo ritorno all'ideale. Ma a un ideale diverso fondamentalmente da quelli in cui hanno creduto le generazioni passate. Per comprenderlo, verrà una nuova specie di "liberi spiriti" fortificati nella guerra, nella solitudine, nel grande pericolo, spiriti che conosceranno il vento, i ghiacci, le nevi delle alte montagne e sapranno misurare con occhio sereno tutta la profondità degli abissi. (da La filosofia della forza, Il pensiero romagnolo, 1908; in Scritti politici, a cura di Enzo Santarelli, Feltrinelli, 1979)
  • Il Vaticano odierno è identico al Vaticano del secolo XVI. È il covo dell'intolleranza e di una banda di rapinatori. (da L'Avvenire del Lavoratore, 22 luglio 1909; in Opera omnia, vol. 2)
  • I leoni di Traù sono stati distrutti; ma ecco che, distrutti, sono, come non mai, divenuti simbolo vivo e testimonianza certa. Solo uomini arretrati ed incolti possono illudersi che, demolendo le pietre, si cancelli la storia. (da La Dalmazia nella storia d'Italia, Ed. Hoepli)
  • Improntare il giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell'avvenire. Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche e deprimenti. (da Magazine, 4 giugno 2009)
  • I neutrali non hanno mai dominato gli avvenimenti. Li hanno sempre subiti. (da Scritti e discorsi, vol. I, p. 24)
  • In ogni anarchico sta dentro un dittatore fallito.[1]
  • I nostri generali, anche i migliori, sono rimasti all'800. Credono ancora che vincere una guerra sia una questione di mezzi. Ignorano l'elemento psicologico e gli effetti di quella super-arma che si chiama fede. I carri armati sono pezzi d'acciaio. Ma la storia non si fa con l'acciaio. Si fa con lo spirito. (1939: citato in Gian Carlo Fusco, Guerra d'Albania, Sellerio, 2001, p. 19)
  • Io mi vanto soprattutto di essere un rurale. (da Opera omnia, vol. 29)
  • La cinematografia è l'arma più forte.[3]
  • La democrazia ha tolto lo «stile» alla vita del popolo. Il fascismo riporta lo «stile» nella vita del popolo: cioè una linea di condotta; cioè il colore, la forza, il pittoresco, l'inaspettato, il mistico; insomma, tutto quello che conta nell'animo delle moltitudini. (da I discorsi della rivoluzione, Casa editrice del Partito Nazionale Fascista, Imperia, 1923)
  • La disciplina deve cominciare dall'alto, se si vuole che sia rispettata in basso. (da Scritti e discorsi, vol. I, p. 35)
  • La donna deve obbedire. [...] Essa è analitica, non sintetica. Ha forse mai fatto dell'architettura in tutti questi secoli? Le dica di costruirmi una capanna, non dico un tempio! Non lo può! Essa è estranea all'architettura, che è la sintesi di tutte le arti, e ciò è un simbolo del suo destino. La mia opinione della sua parte nello Stato è in opposizione ad ogni femminismo. Naturalmente essa non dev'essere una schiava, ma se io le concedessi il diritto elettorale, mi si deriderebbe. Nel nostro Stato essa non deve contare.[1]
  • La geniale invenzione nasce quasi sempre nel cervello dell'uomo isolato, ma solo l'opera tenace di pazienti ricercatori, con mezzi larghi ed adatti, può efficacemente svilupparla ed utilizzarla. (da Opera omnia, vol. 23)
  • La gente oggi non vuol governare; essa vuole esser governata, e avere la sua pace. Se fossero di più i grandi uomini di stato in Europa, ci sarebbero meno partiti.[1]
  • La Germania si compone di diverse razze, più o meno felicemente miscelate fra loro come ognuno può constatare girando in Germania. Vedremo se il nazismo riuscirà a trarne un «armento» di sangue puro. Nella migliore delle ipotesi, secondo i calcoli degli esperti nella materia, occorrono sei secoli, fra matrimoni razziali e non meno razziali castrature. (da Opera omnia, vol. 26, p. 310)
  • La guerra si accetta in blocco o si respinge in blocco. Se questo processo deve essere eseguito, saremo noi che lo faremo e non gli altri. (da Scritti e discorsi, vol. I, p. 372)
  • La Lucania ha un primato che la mette alla testa di tutte le regioni italiane: il primato della fecondità, la quale è la giustificazione demografica e quindi storica dell'impero. (da Opera omnia, vol. 28)
  • La massa per me non è altro che un gregge di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due, corre pericolo.[1]
  • Libertà di pensiero, di parola e di stampa? Sì, purché regolata e moderata da limiti giusti, chiaramente stabiliti. Senza di che, si avrebbe anarchia e licenza. E ricordatevi, sopra tutto la morale deve avere i suoi diritti. (da Testamento politico di Mussolini: Dettato, corretto, siglato da lui il 22 aprile 1945, a cura di Gian Gaetano Cabella, Arti Grafiche Pedanesi, 1972)
  • Libro e moschetto, fascista perfetto![4]
  • L'interesse del popolo è una cosa drammatica. In quanto io lo servo, moltiplico la mia vita.[1]
  • [Ultime parole] Ma... ma... ma, signor colonnello.[5]
  • Mentre in tante parti del mondo tuona il cannone, farsi delle illusioni è follia, non prepararsi è delitto. Noi non ci illudiamo e ci prepariamo. (da Opera omnia, vol. 29)
  • Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 luglio al confino non c'erano più di trenta persone. [...] Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. [...] Tra le cause principali del tracollo del fascismo io pongo la lotta sorda e implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nel loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. [...] Devo dire per ragioni di giustizia che il capitale italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro. L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora. (da Opera omnia, vol. 32, pp. 170-171)[6]
  • Niente c'è di definitivo nel mondo, ma le cose meno definitive di questo mondo sono le vittorie elettorali. (da Scritti e discorsi, vol. II, p. 44)
  • Oggi non ci sono più italiani di ponente o di levante, del continente o delle isole: ci sono soltanto degli italiani. (21 settembre 1938; da Opera omnia, vol. 29, p. 156)
  • O il governo accetta questa necessità, o il proletariato saprà imporgliela con tutti i mezzi: è giunta l'ora delle grandi responsabilità. Il proletariato italiano permetterà dunque che lo si conduca al macello ancora una volta ? Noi non lo pensiamo, ma occorre muoversi, agire, non perdere tempo, mobilitare le nostre forze: sorga dai circoli politici, dalle organizzazioni economiche, dai comuni, dalle province dove il nostro partito ha i suoi rappresentanti, dalle moltitudini profonde del proletariato, un solo grido e sia ripetuto per le piazze e le strade d'Italia: abbasso la guerra. E venuto il giorno per il proletariato italiano di tener fede alla vecchia parola d'ordine: non un uomo, non un soldo per la guerra a qualunque costo. (da Abbasso la guerra, Avanti!, 1914[7])
  • Quando mancasse il consenso, c'è la forza. Per tutti i provvedimenti anche i più duri che il Governo prenderà, metteremo i cittadini davanti a questo dilemma: o accettarli per alto spirito di patriottismo o subirli. (7 marzo 1923, da Scritti e discorsi, vol. III, p. 82)
  • Quella che chiamiamo «vita» non è che un quasi impercettibile «punto» fra due eternità, quella di prima e quella di dopo. — Confortante pensiero. (da Pensieri pontini e sardi n.º 4; citato ne La domenica di Repubblica, 22 luglio 2007, p. 36)
  • [Franklin D. Roosevelt] Quella sinistra figura. (citato in Piero Baroni, 8 settembre 1943: il tradimento!, pag. 44)
  • Razza: questo è un sentimento, non una realtà. Il 95% è sentimento. [...] L'orgoglio nazionale non ha affatto bisogno dei deliri di razza.[1]
  • [Sul Nazismo] Razzismo al cento per cento. Contro tutto e contro tutti: ieri contro la civiltà cristiana, oggi contro la civiltà latina; domani, chissà, contro la civiltà di tutto il mondo! (da Teutonica, Il Popolo d'Italia, 26 maggio 1934)
  • Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano. (da La dottrina del fascismo, con Luigi Contu, Hoepli, 1936)
  • Ripetiamo che la parola fascista comprende anche gli Arditi e i Volontari di guerra, poiché le tre associazioni sono distinte nella forma, ma fuse e confuse nella sostanza: si tratta di tre corpi e di un'anima sola. Ora, il blocco fascista [...] potrà anche chiamarsi il blocco delle «teste di ferro». (da Scritti e discorsi, vol. II, p. 39)
  • Sarei grandemente ingenuo se chiedessi di essere lasciato in pace dopo morto. Attorno alle tombe dei Capi di quelle grandi trasformazioni, che si chiamano rivoluzioni, non ci può essere pace; ma tutto quello che fu fatto non potrà essere cancellato. Mentre il mio spirito, ormai liberato dalla materia, vivrà, dopo la piccola vita terrena, la vita immortale e universale di Dio. Non ho che un desiderio, quello di essere sepolto accanto ai miei nel cimitero di San Cassiano. (da Vita di Arnaldo, a cura di Gian Guglielmo Rebora, Edizioni FPE, Milano, 1966)
  • Se Dio esiste, gli do due minuti per fulminarmi. (citato in Indro Montanelli, Storia d'Italia)
  • Se la libertà dev'essere l'attributo dell'uomo reale, e non di quell'astratto fantoccio a cui pensava il liberalismo individualistico, il Fascismo è per la libertà. È per la sola libertà che possa essere una cosa seria, la libertà dello Stato e dell'individuo nello Stato. (dalla voce "Fascismo" redatta per l'Enciclopedia Treccani, 1932[8]; da Scritti e discorsi, vol. VIII, p. 71)
  • Se le masse lavoratrici rimangono in uno stato di miseria e di abbrutimento, non v'è grandezza di popolo, né dentro, né oltre i confini della Patria. (da Discorso da ascoltare, Il Popolo d'Italia, 1° maggio 1919)
  • Senza sforzo, senza sacrifìcio e senza sangue nulla si conquista nella storia. (da Scritti e discorsi, vol. V, p. 444)
  • So [...] ciò che si pubblica: che sono sorvegliato da mille poliziotti e che dormo ogni notte in un luogo diverso. Lo so. Ma io dormo ogni notte nella Villa Torlonia, e vado in auto e cavalco quando e dove mi piace. Se dovessi pensare alla mia sicurezza, mi sentirei umiliato.[1]
  • Solo dall'armonia costituita dai tre principi, capitale, tecnica, lavoro, vengono le sorgenti della fortuna. (da Scritti e discorsi, vol. V, p. 350)
  • Tutte le leggi umane, non quelle divine, sono il risultato di uno sforzo di uomini. Altri uomini vengono, modificano, aboliscono, perfezionano. Non ci vuole nulla ad abolire. Distruggere è facile, ma ricostruire è difficile. (1924, da Scritti e discorsi, vol. IV, p. 297-298)
  • [Balbo] Un bell'alpino, un grande aviatore, un autentico rivoluzionario. Il solo che sarebbe stato capace di uccidermi. (citato in Enzo Biagi, Storia del fascismo, Sadea-Della Volpe, 1964)
  • Un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940)
  • [Gli inglesi] Un popolo che pensa col culo. (citato in Galeazzo Ciano, Diario, 1937-1943, Rizzoli, 1980, 14 settembre 1937)
  • Un'idea è al tramonto, quando non trova più nessuno capace di difenderla anche a prezzo della vita. (da Scritti e discorsi, vol. I, p. 257)
  • Vado verso il popolo e sono col popolo per comunione di intenti e di spirito. (da Scritti e discorsi, vol. V, p. 132)

Citazioni tratte dalle lettere

  • Il manifesto della razza poteva evitarsi. Si è trattato di una astruseria scientifica di alcuni docenti e giornalisti. C’è molta distanza da quanto io ho detto, scritto e firmato in materia. Io ho sempre considerato il popolo italiano un mirabile prodotto di diverse fusioni etniche sulla base di una unitarietà geografica, economica e specialmente spirituale. E’ lo spirito che ha messo la nostra civiltà sulle strade del mondo. Uomini che avevano sangue diverso furono i portatori di un’unica splendida civiltà. Ecco perché io sono lontano dal mito di Rosenberg. Anche quella è una posizione da rettificare. (Dalla lettera all'amico Spampanato nel dicembre del 1942.)
  • Che in Italia si faccia del razzismo e dell' antisemitismo è cosa tanto importante nella sua apparenza politica quanto priva di peso nella sua sostanza reale. La purità della razza in questo popolo sul quale sono passate tante invasioni e che ha assorbito tante genti dai quattro punti cardinali, e il pericolo semita in una Nazione come la nostra dove perfino l' alta finanza, e perfino se manovrata dagli ebrei, non può non diventare qualcosa di cattolico, sono evidentemente fandonie da lasciar scrivere a certi zelatori. Se le circostanze mi avessero portato a un Asse Roma-Mosca anziché a un Asse Roma-Berlino, avrei forse ammannito ai lavoratori italiani, intenti alla loro fatica con tanta alacrità e però con un distacco che i razzisti potrebbero chiamare mediterraneo, l' equivalente fandonia dell' etica stakanovista. (Mio fratello Benito, Edvige Mussolini, pubblicato da La Fenice di Firenze, nel 1957)
  • Comunichi al Senatore Agnelli che nei nuovi stabilimenti Fiat devono esserci comodi e decorosi refettori degli operai. Gli dica che il lavoratore che mangia in fretta e furia vicino alla macchina non è di questo tempo Fascista. Aggiunga che l'uomo non è una macchina adibita ad un'altra macchina. (telegramma datato 16 luglio 1937, indirizzato al Prefetto di Torino, La Fiat e Mussolini, Gazzetta di Mantova])

Citazioni tratte dai discorsi

  • Bisogna porsi delle mète per avere il coraggio di raggiungerle. (Milano, 28 ottobre 1925; da Scritti e discorsi, vol. V, p. 163)
  • Bisogna volere, fortemente volere![9] Solo con questa potenza di volontà potremo superare ogni ostacolo. Dobbiamo essere pronti a tutti i sacrifici. (Milano, 2 aprile 1923; da Scritti e discorsi, vol. III, p. 99)
  • Camicie Nere della Rivoluzione, uomini e donne di tutta Italia! Una tappa del nostro cammino è raggiunta. Continuiamo a marciare nella pace per i còmpiti che ci aspettano domani e che fronteggeremo col nostro coraggio, con la nostra fede, con la nostra volontà. Viva l'Italia! (dal discorso tenuto il 5 maggio 1936)
  • Chi non è con noi è contro di noi. (Teatro Costanzi, Roma, 24 marzo 1924; da Scritti e discorsi, vol. IV, p. 81)
  • Il concetto di libertà non è assoluto perché nulla nella vita vi è di assoluto. La libertà non è un diritto: è un dovere. Non è una elargizione: è una conquista; non è un'uguaglianza; è un privilegio. Il concetto di libertà muta col passare del tempo. C'è una libertà in tempo di pace che non è più la libertà in tempo di guerra. C'è una libertà in tempo di ricchezza che non può essere concessa in tempo di miseria. (Teatro Costanzi, Roma, 24 marzo 1924; da La nuova politica dell'Italia: Volume 3, Alpes, 1925, p. 31)
  • Desidero rivolgere un elogio alla gente di Puglia perché è feconda e crede coi fatti nell'unico primato che veramente conta nella vicenda e nella lotta dei popoli: il primato dei figli, il primato della vita. (Lecce, 7 settembre 1934; da Opera omnia, vol. 26)
  • Dopo la Roma dei Cesari, dopo quella dei Papi, c'è oggi una Roma, quella fascista, la quale con la simultaneità dell'antico e del moderno, si impone all'ammirazione del mondo. (18 aprile 1934; da Opera omnia, vol. 26)
  • Durante i trenta secoli della sua storia, l'Italia ha vissuto molte ore memorabili, ma questa è certamente una delle più solenni.
    Annuncio al popolo italiano che la guerra è finita. Annuncio al popolo italiano e al mondo che la pace è ristabilita. (dal discorso tenuto il 5 maggio 1936)
  • È l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori. (dal discorso per l'inaugurazione della Provincia di Littoria, 18 dicembre 1934; da Scritti e discorsi, vol. IX, p. 154)
  • È questa un altra giornata di decisioni solenni nella storia d'Italia e di memorabili eventi, destinati ad imprimere un nuovo corso nella storia dei continenti. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra agli Stati Uniti, Palazzo Venezia, Roma, 11 dicembre 1941; da Opera omnia, vol. 30)
  • Fermarsi è male; fermarsi significa retrocedere. (Piazza De Ferrari, Genova, 24 maggio 1926; da Scritti e discorsi, vol. V, p. 342)
  • Il contadino deve rimanere fedele alla terra, dev'essere orgoglioso di essere contadino, fiero di lavorare il suo campo, né cercare altrove una vita più facile perché una vita più facile non esiste. (Sala Regia, Palazzo Venezia, Roma, 27 ottobre 1937, da Scritti e discorsi di Benito Mussolini dal novembre 1936 al maggio 1938, Ulrico Hoepli Editore, Milano 1938)
  • Il fascismo stabilisce l'uguaglianza verace e profonda di tutti gli individui di fronte al lavoro e di fronte alla nazione. (Milano, 6 ottobre 1934; da Opera omnia, vol. 26)
  • Il fascismo è tutto il popolo italiano. (Palazzo Municipale di Vercelli, 28 settembre 1925; da Scritti e discorsi, vol. V, p. 136)
  • Il libro ha qualche volta il valore di una ambasciata. (dal discorso alla Società Italiana degli Autori, Roma, 1° agosto 1926; da Scritti e discorsi, vol. V, p. 375)
  • Il pittoresco ci ha fregati per tre secoli. (dal discorso al consiglio nazionale del PNF, 25 ottobre 1938; da Opera omnia, vol. 29)
  • Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi. (dal discorso di proclamazione dell'impero, 9 maggio 1936)
  • Il socialismo è qualche cosa che si radica nel sangue. (Teatro del popolo, Milano, 24 novembre 1914; da II Popolo d'Italia, n. 11, 25 novembre 1914 – anche in Scritti e discorsi)
  • Il solo pensiero di una famiglia senza il necessario per vivere, mi da un'acuta sofferenza fisica. Io so, per averlo provato, che cosa vuol dire la casa deserta ed il desco nudo. (Torino, 23 ottobre 1932, da Scritti e discorsi)
  • Io amo piuttosto di pensare a quello che faremo nel decennio prossimo. Del resto basta guardarsi attorno, per convincersi che il nostro consuntivo è semplicemente immenso. (dal rapporto tenuto alle gerarchie del Regime, il 17 ottobre 1932, davanti a 25.000 adunati)
  • L'Europa sarà dominata dalla Germania. Gli stati vinti saranno vere e proprie colonie. Gli stati associati saranno province confederate. Tra queste la più importante è l'Italia. Bisogna accettare questo stato di cose perché ogni tentativo di reazione ci farebbe declassare dalla condizione di provincia confederata a quella ben peggiore di colonia. (da Storia – idee, fatti, protagonisti, Vol. 3a, SEI)
  • L'Italia fascista può, se sarà necessario, portare oltre il suo tricolore. Abbassarlo mai! (Parlamento, 5 febbraio 1926; da Scritti e discorsi, vol. V, p. 269)
  • L'Italia ha finalmente il suo impero. Impero fascista, perché porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del Littorio romano, perché questa è la meta verso la quale durante quattordici anni furono sollecitate le energie prorompenti e disciplinate delle giovani, gagliarde generazioni italiane. Impero di pace, perché l'Italia vuole la pace per sé e per tutti e si decide alla guerra soltanto quando vi è forzata da imperiose, incoercibili necessità di vita. Impero di civiltà e di umanità per tutte le popolazioni dell'Etiopia. Questo è nella tradizione di Roma, che, dopo aver vinto, associava i popoli al suo destino. (dal discorso di proclamazione dell'impero, 9 maggio 1936)
  • La lotta è l'origine di tutte le cose perché la vita è tutta piena di contrasti. (Teatro Rossetti, Trieste, 20 settembre 1920; da Scritti e discorsi, vol. II, 99)
  • Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940)
  • La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940)
  • Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus. Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia. (Discorso del 18 novembre 1940 dal balcone di Palazzo Venezia)
  • Bisogna che non appena questa gente tenterà di sbarcare, sia congelata su questa linea che i marinai chiamano del bagnasciuga. (Discorso del 24 giugno 1943 al Direttorio del Partito nazionale fascista)
  • La Sicilia è fascista fino al midollo. (Palermo, 20 agosto 1937; da Opera omnia, vol. 28)
  • La stampa più libera del mondo intero è la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime; è libero perché, nell'ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione. (Palazzo Chigi, 10 ottobre 1928; da Scritti e discorsi, vol. VI, 250-251)
  • La storia ci dice che la guerra è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell'umanità. Forse è il destino tragico che pesa su l'uomo. La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna. (dal discorso al Parlamento, 26 maggio 1934; da Scritti e discorsi, vol. IX, p. 98)
  • Là dove si è voluto esasperare ancora di più il capitalismo, facendone un capitalismo di Stato, la miseria è semplicemente spaventosa. (dal rapporto tenuto alle gerarchie del Regime, il 17 ottobre 1932, davanti a 25.000 adunati)
  • Lo schieramento è ormai completo. Da una parte Roma, Berlino, Tokio; dall'altra Londra, Washington, Mosca. Nemmeno il più lontano dubbio ci sfiora circa l'esito di questa immane battaglia: noi vinceremo. Vinceremo perché la storia dice che i popoli i quali rappresentano le idee del passato devono perdere dinnanzi ai popoli che rappresentano le idee dell'avvenire. (da Storia – idee, fatti, protagonisti, Vol. 3a, SEI)
  • Nella nuova organizzazione io voglio sparire, perché voi dovete guarire del mio male e camminare da voi. (Teatro Augusteo, Roma, 7 novembre 1921; da Scritti e discorsi, vol. II, p. 206)
  • Nessuno ha potuto fermarci.[10] Nessuno ci fermerà. (Udine, 20 settembre 1938; da Opera omnia, vol. 29)
  • Nessuno pensi di piegarci senza avere prima duramente combattuto. Un popolo geloso del suo onore non può usare linguaggio, né avere atteggiamento diverso! (dal discorso tenuto in occasione dell'adunata generale delle forze del Regime il 2 ottobre 1935)
  • Neve e freddo vanno benissimo, così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento del'Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l'Italia. (da Storia – idee, fatti, protagonisti, Vol. 3a, SEI)
  • Noi marceremo con la Germania per dare all'Europa quella pace con giustizia che è nel desiderio profondo di tutti i popoli. (da Storia – idee, fatti, protagonisti, Vol. 3a, SEI)
  • Noi, oggi, con l'inaugurazione ufficiale del nuovo comune di Littoria, consideriamo compiuta la prima tappa del nostro cammino. Abbiamo, cioè, vinto la nostra prima battaglia.
    Sarà forse opportuno ricordare che una volta, per trovare lavoro, occorreva valicare le Alpi o traversare l'Oceano. Oggi la terra è qui, a mezz'ora soltanto da Roma. È qui che noi abbiamo conquistato una nuova provincia. È qui che abbiamo condotto e condurremo delle vere e proprie operazioni di guerra. È questa la guerra che noi preferiamo. Ma occorrerà che tutti ci lascino intenti al nostro lavoro. (dal discorso tenuto a Littoria, dalla terrazza del Municipio, il 19 dicembre 1932)
  • Noi tireremo diritto. (Palazzo Venezia, Roma, 8 settembre 1935; da Scritti e discorsi, vol. IX, 215)
  • Non è più permesso a nessuno di vivere su quello che fu fatto da altri prima di noi. Bisogna che noi creiamo. (Reggio Emilia, 30 ottobre 1926; da Scritti e discorsi, vol. V, p. 454)
  • Non possiamo dare la libertà a coloro che ne approfitterebbero per assassinarci. (Circolo rionale Sciesa, Milano, 4 ottobre 1922; da Scritti e discorsi, vol. II, 333)
  • [Sulla seconda guerra mondiale] Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione. È la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra. È la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto. È la lotta tra due secoli e due idee. (dall'annuncio della dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940)
  • Ricordate che oggi non ci sarebbe la marcia su Mosca, marcia che sarà infallibilmente vittoriosa, se vent'anni prima non ci fosse stata la marcia su Roma, se primi tra i primi non avessimo alzata la bandiera dell'antibolscevismo. (da Storia – idee, fatti, protagonisti, Vol. 3a, SEI)
  • Rinunziare alla lotta significa rinunciare alla vita. (Palazzo Chigi, 20 dicembre 1923; da Scritti e discorsi, vol. III, p. 290)
  • Se è per fare onore alla vostra firma che il vostro governo ha dichiarato guerra alla Germania, voi [Winston Churchill] comprenderete che lo stesso senso d'onore e di rispetto agli impegni assunti col trattato italo-tedesco guidi oggi e domani la politica italiana di fronte a qualsiasi evento.[11]
  • Se veramente, cosa che io escludo sin da oggi, si meditasse, veramente, di soffocare la vita del Popolo Italiano in quel mare che fu il mare di Roma, ebbene si sappia che il Popolo Italiano balzerebbe come un solo uomo in piedi pronto al combattimento con una decisione che avrebbe rari precedenti nella storia. (Milano, 1° novembre 1936; da Scritti e discorsi, vol. X)
  • Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente e la vittoria africana resta nella storia della patria, integra e pura, come i legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano. (dal discorso di proclamazione dell'impero, 9 maggio 1936)
  • Venti milioni di italiani sono in questo momento raccolti nelle piazze di tutta Italia. È la più gigantesca dimostrazione che la storia del genere umano ricordi. (dall'annuncio radiofonico della dichiarazione di guerra all'Etiopia, 2 ottobre 1935)
  • Camminare, costruire e, se necessario, combattere e vincere! (Roma, Piazza Venezia, 28 ottobre 1932; dal discorso in occasione del decennale della Marcia su Roma)

Senza fonte

  • Beffo la morte e ghigno.
  • I Francesi, un popolo minato dall'alcohol, dalla sifilide e dai giornalisti.
  • Il valore di un popolo non viene determinato solo dalle vittorie in guerra, ma esse sono il fondamento del suo valore.
  • Lavoratore, ricorda che anche tu sei soldato, chè il tuo lavoro è la tua trincea.
  • Non basta essere bravi, bisogna essere i migliori.
  • [Pietro Badoglio] Più grosse fesserie fa, più le cose gli vanno bene.
  • Quella che chiamano la mia "dittatura" è basata su molto entusiasmo popolare.
  • Quell'idiota di Berlino. [Parlando di Adolf Hitler]
  • Sposi della vita, amanti della morte.
  • Volubile è l'animo degli uomini. Volubilissimo quello degli italiani.

Attribuite

  • D'Annunzio è come un dente guasto: o lo si estirpa o lo si ricopre d'oro.[12]
  • Dio e Patria. Ogni altro affetto, ogni altro dovere vien dopo.
È in realtà il primo precetto di un decalogo di Giovanni Giuriati, pubblicato su Gioventù fascista il 20 settembre 1931.
  • Maestà, vi porto l'Italia di Vittorio Veneto. (30 ottobre 1922)
Secondo quanto riporta Antonio Spinosa in Mussolini: il fascino di un dittatore, Mondadori, 1989, l'ossequio di Mussolini al re Vittorio Emanuele III non è mai stato pronunciato; Mussolini confidò al figlio che la frase era "un'invenzione storica a posteriori". Romano Bracalini, in Il re vittorioso: la vita, il regno e l'esilio di Vittorio Emanuele III, Feltrinelli, 1980, riporta la testimonianza di Rachele Guidi, moglie di Mussolini: secondo la consorte, lui stesso ammetteva che la frase non era mai stata pronunciata, "è venuta fuori e gliel'hanno attribuita; gli era piaciuta e la lasciava correre".
  • Ringrazia ogni giorno devotamente Dio, perché ti ha fatto Italiano e Fascista.
Decimo precetto del decalogo di Giovanni Giuriati (v. sopra).
  • Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se muoio vendicatemi.
Questa frase è comunemente attribuita a Mussolini; fu pronunciata in un discorso il 7 aprile 1926 (Scritti e discorsi, vol. V). In realtà, si tratta una frase di Henri de la Rochejaquelein del 25 aprile 1793.
  • Dio stramaledica gli inglesi.
Diverse fonti (per citarne alcune, Umberto Eco, Sulla letteratura, Bompiani, 2003; Arrigo Petacco, Come eravamo negli anni di guerra: cronaca e costume, 1940/1945, Istituto geografico De Agostini, 1984; Marco Innocenti, L'Italia del 1945: come eravamo nell'anno in cui scoppiò la pace, Mursia, 1994) indicano come coniatore della frase il giornalista Mario Appelius. Appelius, durante la Seconda guerra mondiale, fu radiocronista: alla radio italiana ripeteva di continuo tale motto.
  • Siamo quelli che siamo.
Motto del battaglione "Barbarigo", reparto di fanteria di marina della Xª Flottiglia MAS della Repubblica Sociale Italiana (1943-1945); è riportato sul gagliardetto[13] e citato nell'inno del battaglione.
  • Una calamità, nefasto per la religione: peggio di questo papa in questo periodo non poteva capitare... Tu non sai il male che fa alla Chiesa. Fa cose indegne. Come quella di dire che noi siamo simili ai semiti. Come, li abbiamo combattuti per secoli, li odiamo, e ora siamo come loro. Abbiamo lo stesso sangue! Ah! Credi, è nefasto.
Sono le parole riportate a proposito di Pio XI in una lettera dell'8 ottobre 1938 all'amante Claretta Petacci. Fonte: Mauro Suttora, Pio XI fu assassinato dal padre di Claretta? edito nel «Sette – Corriere della Sera» n. 20 del 18 maggio 2012.

Preludio al Machiavelli

  • Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione. Vi immaginate voi una guerra proclamata per referendum? Il referendum va benissimo quando si tratta di scegliere il luogo più acconcio per collocare la fontana del villaggio, ma quando gli interessi supremi di un popolo sono in gioco, anche i Governi ultrademocratici si guardano bene dal rimetterli al giudizio del popolo stesso.
  • Il popolo non fu mai definito. È una entità meramente astratta, come entità politica. Non si sa dove cominci esattamente, né dove finisca. L'aggettivo di sovrano applicato al popolo è una tragica burla. Il popolo tutto al più, delega, ma non può certo esercitare sovranità alcuna. I sistemi rappresentativi appartengono più alla meccanica che alla morale.
  • L'individuo tende ad evadere continuamente. Tende a disubbidire alle leggi, a non pagare i tributi, a non fare la guerra. Pochi sono coloro – eroi o santi – che sacrificano il proprio io sull'altare dello Stato. Tutti gli altri sono in stato di rivolta potenziale contro lo Stato.
  • Regimi esclusivamente consensuali non sono mai esistiti, non esistono, non esisteranno mai.

[Benito Mussolini, Preludio al Machiavelli, in Gerarchia, aprile 1924 - anche in Scritti e discorsi, vol. IV.]

Memorie del commesso di Mussolini

  • Sono andato da lui per la prima volta in borghese. Continuerà a vedermi così! Rispondendo alla domanda: "Perché non va mai dal re in divisa?"
  • Fino a ieri ero espulso. Ora invece sono ospite! Quando seppe che il governo svizzero voleva ospitarlo in occasione di una conferenza
  • E' bene che i primi a ridere delle storielle antifasciste siamo noi.
  • D'Annunzio gioca come un ragazzo. E' un vecchio bambino che costa caro.
  • L'ammirazione e la paura sono sempre un pò parenti.
  • La pioggia può scolorirmi le parole, ma non le idee! A chi gli disse che la pioggia poteva rovinargli le pagine del discorso pronunciato a Berlino nel 1937, in occasione della visita a Hitler
  • De Bono: "Con la morte di Lenin abbiamo un avversario in meno". Mussolini: "No, abbiamo un immortale in più!"
  • Le donne, prima di sposarle, bisogna provarle.
  • Temo più uno iettatore che un antifascista!
  • Se fossi sicuro di essere lo Stellone d'Italia, non esiterei a dichiarare guerra alla Germania oggi stesso: credo nei segni del destino!
  • Ci vorrebbe una bella guerra per metterli a posto! Vedendo un gruppo di studenti tirarsi i coriandoli durante le vacanze di Carnevale
  • Per governare gli italiani ci vogliono soprattutto due cose: i poliziotti e le musiche in piazza.
  • Gli inglesi sono dei tedeschi che hanno viaggiato!
  • Ricordatevi che bisogna odiare il nemico!
  • Se gli italiani provassero un mese di governo di Stalin, farebbero un vitalizio con Mussolini.
  • Se la Russia non viene da noi, noi andremo verso la Russia.
  • In Italia possiamo benissimo fare a meno di Rabagliati e di Toscanini!
  • Questa faccia di feto di Badoglio! Quante anticamere ha mai fatto! Se c'è un uomo che io ho aiutato, che ho coperto di onori e di denaro è stato lui, il responsabile di Caporetto... Si salvò perché era massone, e massone rimase tutta la vita!
  • Io, io solo farò davvero il socialismo in Italia!
  • Il gioco dell'Inghilterra è molto rischioso. La Russia non si lascerà facilmente ingabbiare. La responsabilità di questa guerra, del resto, contrariamente a quanto si crede, non ricade su di me. Un giorno, ad esempio, si saprà che la guerra in Spagna io l'ho fatta con l'appoggio inglese!
  • Fà il tuo dovere Rispondendo al giudice Vecchini che gli chiedeva se era il caso di condannare a morte Ciano, nonostante fosse suo genero

[Quinto Navarra, Memorie del commesso di Mussolini, in Gerarchia, Milano, Longanesi, II ed. 1983 - anche nella stessa opera, I. ed., 1946]

Citazioni su Benito Mussolini

  • A sei anni gli scrissi una lettera. "Caro duce io mi chiamo come te. Quando tu morirai – gli dissi – io prenderò il tuo posto". Mi rispose: "Stai tranquillo, io vivrò a lungo". (Benito Jacovitti)
  • C'è qualcosa che non va [...] in un uomo che porta le ghette bianche con una camicia nera. (Ernest Hemingway)
  • Avete perduto l'unica carta seria; l'unico uomo che avrebbe potuto fare la rivoluzione sul serio. (Trotsky)
  • Con la morte di Mussolini scompare uno dei più grandi uomini politici cui si deve rimproverare solamente di non aver messo al muro i suoi avversari politici. (Stalin)
  • Credo che l'istituzione mussoliniana di una terza via in alternativa al comunismo sia ancora attualissima. (Gianfranco Fini)
  • [Berlusconi] è un personaggio da ridere e Mussolini era come lui! (Fidel Castro)
  • Fra Facta e Mussolini, il paese aveva già fatto la sua scelta: il primo è un onest'uomo, con due baffi bianchi, ignoto a tutti, incapace di uscire dalla tutela giolittiana; il secondo ha due occhi autoritari, il passo spedito, la voce risoluta. Il primo spera, il secondo vuole, e tutti gli italiani vogliono. (Leo Longanesi)
  • Fra gli allievi di quegli anni Benito Mussolini gode di una reputazione molto discutibile nonostante sia entrato alla Scuola Normale già con la fama del "genio giovinetto" destinato a un grande futuro proprio in quel campo che i romagnoli di allora prediligevano sopra ogni altra cosa: la politica. (Chino Alessi)
  • Giorni fa è venuto a Napoli Mussolini e ha pronunciato un lungo discorso al "popolo", si dice che in quel discorso abbia dichiarato che entro il 1935 egli intende riformare radicalmente tutta la vita dell'Italia. "La grande Roma deve essere quella d'un tempo: il centro della cultura mondiale, e il Vaticano sarà il ghetto del cattolicesimo". Un giornale ha pubblicato questa frase, ma è stato subito sequestrato e trovarlo è impossibile. (Maksim Gor'kij)
  • Il mussolinismo è [...] un risultato assai più grave del fascismo stesso perché ha confermato nel popolo l'abito cortigiano, lo scarso senso della propria responsabilità, il vezzo di attendere dal duce, dal domatore, dal deus ex machina la propria salvezza. (Piero Gobetti)
  • Il più grande statista del secolo. Se vivesse oggi garantirebbe la libertà degli italiani. (Gianfranco Fini)
  • Io non mi opposi [alla campagna italiana in Abissinia]. Desideravo anzi distruggere la ridicola illusione che è nobile parteggiare per i deboli... Ho anche affermato che era immorale mandare armi a quei crudeli e brutali Abissini e, al tempo stesso, negarle ad altri che compiono azioni onorevoli. (Lord Mottistone)
  • Labbra diritte, mandibole prominenti, mento quadrato: è il suo volto fisso, volontario, diciamo classico. (Ugo Ojetti)
  • Max Weber distingueva tre tipi di capo carismatico. Il profeta religioso, il grande demagogo e il capo militare. Mussolini è stato soprattutto un gran demagogo. (Norberto Bobbio)
  • Mussolini deve passare alla storia come il costruttore di una migliore forma di convivenza fra i popoli. (Franklin Delano Roosevelt)
  • Mussolini è stato un gigante; considero la sua carriera politica un capolavoro. Se non si fosse avventurato nella guerra al fianco di Hitler, sarebbe morto osannato nel suo letto. Il popolo italiano era soddisfatto di essere governato da lui: un consenso sincero. (Enzo Biagi)
  • Mussolini è un enigma per me. Molte delle riforme che ha fatto mi attirano. Sembra aver fatto molto per i contadini. In verità, il guanto di ferro c'è. Ma poiché la forza (la violenza) è la base della società occidentale, le riforme di Mussolini sono degne di uno studio imparziale. La sua attenzione per i poveri, la sua opposizione alla superurbanizzazione, il suo sforzo per attuare una coordinazione tra il capitale e il lavoro, mi sembrano richiedere un'attenzione speciale. [...] Il mio dubbio fondamentale riguarda il fatto che queste riforme sono attuate mediante la costrizione. Ma accade anche nelle istituzioni democratiche. Ciò che mi colpisce è che, dietro l'implacabilità di Mussolini, c'è il disegno di servire il proprio popolo. Anche dietro i suoi discorsi enfatici c'è un nocciolo di sincerità e di amore appassionato per il suo popolo. Mi sembra anche che la massa degli italiani ami il governo di ferro di Mussolini. (Mahatma Gandhi)
  • Mussolini è un uomo formidabile. Non credo che qualcuno abbia per Mussolini una venerazione maggiore della mia. Per me Egli è l'unico Uomo che conti nel mondo intero. (Igor Stravinskij)
  • Mussolini era davvero un grande ipnotizzatore, come il mio Mandrake. Peccato non leggesse i fumetti: forse avrebbe preso la vita con più humour. (Lee Falk)
  • Mussolini ha sempre ragione! (Leo Longanesi)
  • Mussolini non ha mai ucciso nessuno: gli oppositori li mandava in vacanza al confino. (Silvio Berlusconi)
  • Nel suo paese [Mussolini] funse da antidoto a un mortale veleno. Per l'Europa è stato un tonico, che ha fatto molto bene a tutti. Posso pretendere con sincera soddisfazione di essere la prima autorevole persona che ha presentato nella giusta luce gli splendidi risultati conseguiti da Mussolini: egli è la più grande possibilità del nostro tempo. (Lord Rothermere)
  • Oggi vi è un Governo: il capo mostra volontà ferma ; si sente uno che comanda: dopo circa due anni che non si sentiva la parola voglio, c'è un uomo che vuole. L'Italia ha bisogno di chi comandi e di chi voglia, e dimentichi i torti. (Luigi Sturzo)
  • Oso citarvi una frase di colui che era considerato come un grande dittatore, e cioè Benito Mussolini. Nei suoi diari ho letto recentemente questa frase: dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere, forse ce l'hanno i gerarchi ma non lo so. Io so che posso solo ordinare al mio cavallo di andare a destra o di andare a sinistra e di questo posso essere contento. (Silvio Berlusconi)
  • Per la paternità universale, che che è propria del nostro ufficio, formiamo nell'intimo del cuore il voto ardente che siano risparmiati all'Europa, grazie alle tue iniziative, alla fermezza, al tuo animo di italiano, più vaste rovine e più numerosi lutti; e in particolar modo sia risparmiata al nostro popolo e al tuo diletto paese una così grande calamità. (Papa Pio XII)
  • Per quanto riguarda l'episodio abissino, meno se parla e meglio è. Quando vecchi amici si riconciliano dopo una disputa, è sempre pericoloso andare alla ricerca delle cause prime. (Duff Cooper)
  • Persone ignoranti e piene di pregiudizi parlano degli affari italiani come se quella nazione fosse sottomessa a una tirannia, da cui vorrebbe liberarsi. Con quella quasi morbosa simpatie per le minoranza fanatiche, che è di regola presso certe sezioni dell'opinione pubblica britannica male informata, troppo a lungo questo paese ha chiuso gli occhi davanti agli splendidi risultati conseguiti dal regime fascista. Parecchie volte Mussolini in persona mi ha manifestato la sua gratitudine per il Daily Mail, il primo quotidiano inglese che abbia onestamente esposto al mondo gli scopi che egli si prefigge. (Ward Price)
  • Possedeva l'idealismo di Mazzini, unito alla pratica scienza di governo del Conte di Cavour e all'eroica tempra di Garibaldi. (John Arthur Ransome Marriott)
  • Quando Clinton chiese a Berlusconi cosa ne pensasse di Mussolini, lui rispose: "Ha fatto delle cose buone"! Ma dico, se neanche di Mussolini si può parlar male, ma che deve fare uno perché si possa parlarne male? Deve stuprare le capre in via Frattina? Che deve fare? Dice "Ha fatto delle cose buone", certamente: anche Adolf Hitler o Stalin, un ponte, una strada l'avranno fatta! Anche il Mostro di Firenze l'avrà detto "Buongiorno" a qualcuno qualche volta. (Roberto Benigni)
  • Quanto a Mussolini, lasciando da parte la politica, naturalmente, le confesso che come uomo mi era simpatico. Ricordo che una volta, ad una esposizione milanese che lui venne a visitare in forma ufficiale, due o tre carrozzieri lo aspettavano al varco, ai loro stands, per chiedergli non so più quali favori. Arrivò il mio turno e Mussolini mi chiese: «E voi, cosa avete da chiedermi?» «Niente» dissi. «Come niente!» E io ripetei: «Niente». Allora lui mi rivolse qualche parola di elogio e poi, rivolto a uno del seguito, ordinò di prendere il mio nome e di ricordargli l'episodio a Roma. Effettivamente qualche tempo dopo ricevetti non so quale agevolazione. (Battista Farina)
  • Quando c'era lui i treni partivano in orario, | quando c'era lui ci deportavano in orario, | quando c'era lui non c'eravamo noi | che se c'eravamo noi saremo stati impallinati. (Caparezza)
  • Rivendico l'onore di essere stato in radiotelegrafia il primo fascista, il primo a riconoscere l'utilità di riunire in fascio i raggi elettrici, come Mussolini ha riconosciuto per primo in campo politico la necessità di riunire in fascio le energie sane del Paese per la maggiore grandezza d'Italia. (Guglielmo Marconi)
  • Nella misura in cui il fascismo dipende da una fonte filosofica, non è a Nietzsche, ma a Hegel che si ricollega[14]. Ci si rifaccia all'articolo che Mussolini stesso ha consacrato nell' Enciclopedia Italiana al movimento da lui fondato[15]: il lessico e, più ancora del lessico, lo spirito sono hegeliani, non nietzscheani; anche se Mussolini vi impiega due volte l'espressione «Volontà di potenza», non è a caso che questa volontà sia solo un attributo dell'idea che unifica la moltitudine...[16]
    L'agitatore rosso ha subito l'influenza di Nietzsche: il dittatore assoluto se n'è tenuto a distanza. Il regime stesso si è espresso sul problema. In un articolo su «Fascismo» del luglio 1933, Cimmino nega ogni filiazione ideologica fra Nietzsche e Mussolini. Solo la volontà di potenza costituirebbe un legame fra le loro dottrine. Ma la volontà di potenza di Mussolini «non è egoismo», essa è predicata a tutti gli italiani dei quali il duce «vuole fare dei superuomini» [sic.]. Perché, afferma l'autore, «qualora fossimo tutti superuomini saremmo soltanto tutti uomini. Che poi Nietzsche piaccia a Mussolini è naturale: vi è nel Nietzsche qualcosa che è stata sempre di tutti gli uomini di azione e volontà». La differenza profonda tra Nietzsche e Mussolini è «nel fatto che la potenza come volontà, la forza, l'azione sono fatti dell'istinto, direi quasi della natura fisica, e la possono avere le persone fra loro più opposte, servendosene per i più diversi scopi; mentre l'ideologia è fattore spirituale, ed è sempre una per tutti quelli che l'accettano». È inutile insistere sull'idealismo scoperto di questo testo ce ha il merito dell'onesta, se lo si paragona con i testi tedeschi. È più importante notare come il duce venga assolto da una possibile accusa di egoismo nietzscheano. Le sfere dirigenti del fascismo sembrano essere rimaste all'interpretazione stirneriana di Nietzsche formulata intorno al 1908 dallo stesso Mussolini[17]. (p. 19-20)
  • Senza farne una radiografia, tutto fa supporre che Mussolini abbia una tiroide eccezionale. (Enrico Ferri)
  • Soltanto Napoleone può paragonarsi a lui. (Roald Engelbreth Amundsen)
  • Un giorno fui convocato a Palazzo Venezia, era il 1932 e avevo 23 anni, perché il duce voleva vedermi. Ero emozionatissimo, entrai e mi misi sull' attenti, e il duce che faceva finta di scrivere mi lasciò lì per un quarto d'ora e alla fine mi disse: "Ho letto il vostro articolo sul razzismo (avevo scritto un articolo contro il razzismo). Bravo, vi elogio. Il razzismo è roba da biondi (non si era accorto che ero biondo), continuate così. Sei anni dopo fece le leggi razziali. Perché questo era Mussolini, diceva una cosa e ne faceva un'altra, secondo il vento del momento. Non creava il vento, vi si accodava da buon italiano. (Indro Montanelli)
  • Un Uomo che desta ammirazione anche tra i suoi nemici, e che ogni giorno detta leggi circa il modo di governare i popoli in momenti difficilissimi. (David Lloyd George)
  • L'enorme tragedia del sogno sulle spalle curve del | contadino | Manes! Manes fu conciato e impagliato, | Così Ben e la Clara a Milano | per i calcagni a Milano | Che i vermi mangiassero il torello morto | DIGENES, διγενές, ma il due volte crocifisso | dove lo trovate nella storia? | eppure dite questo al Possum: uno schianto, non una lagna, | con uno schianto, non con una lagna, | Per costruire la città di Dioce che ha terrazze color delle stelle.(Ezra Pound, Canti Pisani, Canto LXXIV, Garzanti, traduzione di Alfredo Rizzardi)
  • Secondo me è un onore per gli italiani che Mussolini abbia fatto la fine che ha fatto.[18](Alexandros Panagulis)

Giorgio Bocca

  • Mussolini ha commesso tanti errori, tipo l'entrata in guerra quando gli sembrava di dover semplicemente salire sul carro dei vincitori. Andò a invadere l'Albania e la Grecia in modo insensato e persino Hitler, che era folle ma non fesso, s'infuriò.
  • Salvo che la statura di Mussolini era ben altra [rispetto a Berlusconi]. Mussolini era un uomo colto che sapeva di politica, che era andato a scuola dai socialisti.

Winston Churchill

  • Così finirono i ventuno anni della dittatura di Mussolini in Italia durante i quali egli aveva salvato il popolo Italiano dal Bolscevismo per portarlo in una posizione in Europa quale l'Italia non aveva mai avuto prima... Le grandi strade che egli tracciò rimarranno un monumento al suo prestigio personale e al suo lungo governo.
  • Gettare un esercito di un quarto di milione di uomini, comprendente il fior fiore della popolazione maschile italiana, su uno sterile lido distante duemila miglia dalla patria, contro l'opinione del mondo intero e senza controllo dei mari e quindi, in questa situazione, imbarcarsi in quella che può essere una serie di campagne contro un popolo ed in regioni che nessun conquistatore in quattromila anni ha ritenuto che valesse la pena di sottomettere, è un rendersi ostaggio del destino che non ha un parallelo in tutta la storia.
  • Il signor Mussolini è il più grande legislatore fra i viventi.
  • L'Italia […] è retta da un governo che, sotto la sicura guida del signor Mussolini, non arretra di fronte alle logiche conseguenze della realtà economica e ha il coraggio di imporsi i correttivi finanziari indispensabili per stabilizzare la ripresa del paese.
  • Che sia un grand'uomo io non lo nego... ma è anche un criminale. [19]
  • Se io fossi italiano sarei stato con voi [Mussolini] fin dal principio [...] il vostro movimento ha reso un servigio al mondo intero.
  • Se fossi stato un italiano, sono sicuro che avrei dato la mia entusiastica adesione alla Vostra vittoriosa lotta contro gli appetiti e le passione bestiali del leninismo... L'Italia ci ha offerto l'antidoto necessario al veleno russo. D'ora in poi nessuna grande nazione sarà priva dei mezzi decisivi per proteggersi contro la crescita del cancro bolscevico.

Anthony Eden

  • Il signor Mussolini non è un gentleman.
  • Le leggi di Mussolini sono una pietra miliare nell'evoluzione mondiale.
  • Mussolini è il grande legislatore dei nostri tempi. Le leggi del Duce e dei suoi fedeli sono una pietra miliare nell'evoluzione mondiale.
  • Se Mussolini pensa che gli basti strizzare l'occhio per indurci ad aprire le braccia, si sbaglia di grosso

Curzio Malaparte

  • Fra le molte piacevoli storie che si raccontano a bassa voce in Italia su Mussolini, ve n'è una che dipinge assai bene quelle che saranno le condizioni morali del popolo tedesco fra qualche tempo. Una sera Mussolini, stanco di stare solo in casa, infilò un pastrano, si calò un cappello sugli occhi, e, col viso nascosto dal bavero del cappotto, uscì a piedi a spasso per Roma. Giunto davanti ad un cinematografo, gli venne il desiderio di divertirsi come tutti quanti, prese un biglietto ed entrò. Lo spettacolo incominciò con delle News Picture e, naturalmente, l'eroe delle News Picture era lo stesso Mussolini, sempre lui, sempre il solito Mussolini, a cavallo, in automobile, a piedi, in uniforme, in borghese, in camicia nera, in frack, in aeroplano, in motoscafo. Mussolini passava in rivista truppe fasciste, inaugurava un monumento, presiedeva un congresso di filosofi, stringeva la mano a un Cardinale, visitava una caserma, saliva sul Campidoglio, pronunciava un discorso, due discorsi, tre discorsi, un'infinità di discorsi. Appena il Duce era apparso sullo schermo, tutto il pubblico s'era alzato in piedi battendo le mani: soltanto Mussolini, che non era abituato ad alzarsi in piedi in proprio onore, era rimasto tranquillamente a sedere. Un modesto piccolo borghese, si era alzato anche lui, e vedendo quel signore accanto rimaner seduto con tanta inutile imprudenza, gli toccò la spalla, si chinò al suo orecchio, e gli disse: – Scusi, signore, anch'io la penso come lei, ma è meglio alzarsi. Fra qualche tempo tutto il popolo tedesco la penserà come quel piccolo borghese italiano nel cinema di Roma, e, come lui, si alzerà subito in piedi battendo le mani appena Hitler apparirà sullo schermo.
  • Il Cardinale Gasparri, che era obbligato, dalla natura delle sue funzioni di Segretario di Stato del Vaticano, ad avere una certa conoscenza della miseria e della grandezza umane, diceva che «Mussolini certamente è un grand'uomo, se per grandi uomini s'intende degli uomini del genere di Mussolini.»
  • Non si può fare il ritratto di Mussolini senza fare il ritratto del popolo italiano. Le sua qualità e i suoi difetti non gli sono propri: sono le qualità e i difetti di tutti gli italiani. Il dir male di Mussolini è legittimo: ma è un dir male del popolo italiano.
  • Quanti guai si sarebbero risparmiati, se Mussolini, invece di parlare dal balcone di Palazzo Venezia, avesse parlato dal terrazzino di Palazzo Vecchio.

Paolo Pavolini

  • Mai Mussolini fu tanto seguito e ammirato come quando scatenò un'altra volta in Etiopia un esercito di 300.000 uomini contro le scalze armate del Negus: per la conquista inutile di uno "scatolone di sassi" che al pari dell'altra conquista, parimenti inutile, dello "scatolone di sabbia" libico segnò l'inizio di un conflitto mondale.
  • Mussolini aveva perso la guerra delle armi, aveva perso la guerra della propaganda. Gli restava un'estrema carta: anticipare tutti i possibili aspiranti alla sua successione, inforcando per primo (ci perdoni il bisticcio) il cavallo vincente della sconfitta sicura.
  • Mussolini contribuì egregiamente ad accelerare la sconfitta delle sue truppe, tanto che qualche antifascista particolarmente sottile proclamò che Mussolini, a quel punto, lavorava contro Mussolini.

Carlo Emilio Gadda

  • La Italia la era padronescamente polluta dallo spiritato: lo spiritato l'era imperialescamente grattato e tirato a pruriggine dal plauso d'un poppolo di quarantaquattro milioni di miliardi di animalini a cavattappo.
  • Lui, il primo Racimolatore e Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze e delle enfatiche cazziate, quali ne sgrondarono giù dal balcone ventitré anni durante: sulle povere e macre spalle di una gente sudata, convocata birrescamente a' sagrati maledetti, a' rostri delle future isconfitte, incitata alle acclamazioni obbligative. [...]
  • Vorrei, e sarebbe il mio debito, essere al caso d'aver dottrina di psichiatra e di frenologo di studio consumato in Sorbona: da poter indagare e conoscere con più partita perizia la follia tetra del Marco Aurelio ipocalcico dalle gambe a ìcchese: autoerotomane affetto da violenza ereditaria. [...] Frenologo non essendo, e tanto meno sifolologo, farò icché potrò.

Note

  1. a b c d e f g h i j k Citato in Emil Ludwig, Colloqui con Mussolini, traduzione di Tomaso Gnoli, Mondadori, 2000.
  2. Altre fonti riportano la citazione nella forma: "Governare gli italiani non è difficile, è inutile".
  3. Tale motto, a firma di Mussolini, fu posto su di una parete nel cantiere degli studi di Cinecittà a Roma, in occasione della posa della prima pietra, il 26 gennaio 1936. In Amedeo Benedetti, Gli archivi delle immagini, Erga, è descritto come «una scritta cubitale in caratteri moderni, seguiti dalla firma in facsimile»; si veda l'immagine della parete e l'immagine della posa della pietra, nella quale, sullo sfondo, si può intravedere parte della scritta e della firma.
  4. Motto ideato nel 1927 in occasione dell'inaugurazione della Libreria del Littorio a Roma (Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto? Hoepli); attribuita anche a Leo Longanesi.
  5. Citato in Franco Bandini, Vita e morte segreta di Mussolini, A. Mondadori, 1978, p. 314.
  6. Erroneamente, si indica spesso come fonte di questa citazione un falso testamento di Mussolini, a volte definito "politico", diffuso in rete e composto da brani riportati in un ordine totalmente arbitrario e con omissioni non segnalate; si noti, a titolo di esempio, come l'incipit di tale falso testamento si ritrovi a pagina 182 del 32esimo volume dell'Opera omnia, mentre la sua conclusione sia a pagina 181.
  7. All'inizio della prima guerra mondiale; citato in Luciano Canfora, 1914, Sellerio editore, 2006, p. 139.
  8. Tale voce fu presumibilmente scritta con la collaborazione di Giovanni Gentile
  9. Questa prima frase non è originale, vedi Prospero Padoa, Intorno ai governi rappresentativi, 1859: "Bisogna durare ne' virili propositi, bisogna volere e fortemente volere, ed essere parati sempre e spiare e cogliere tutte le opportunità". Confronta anche Vittorio Alfieri: "Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli".
  10. Come nota Massimo Cardillo in Il duce in moviola: politica e divismo nei cinegiornali e documentari, Edizioni Dedalo, questa prima frase non è rintracciabile nelle registrazioni audio del discorso, mentre appare nelle trascrizioni successive.
  11. Dalla lettera di risposta a quella del 16 maggio 1940 di Winston Churchill, con la quale lo statista inglese, appena divenuto capo del governo in sostituzione di Neville Chamberlain, invitava Mussolini a non schierarsi in guerra a fianco della Germania. Citato in Richard Lamb, Mussolini e gli inglesi, Ed. Corbaccio, pag. 409.
  12. Citato in Giordano Bruno Guerri, D'Annunzio, Oscar Mondadori, Milano, 2008, pag. 280.
  13. Luca Villoresi, Barbarigo teschi e memorie, la Repubblica, 3 giugno 1994.
  14. [Nota presente nel medesimo testo da cui è tratta la citazione] È noto che l'hegelismo, rappresentato da Gentile, è praticamente la filosofia ufficiale dell'Italia fascista.
  15. [Ibid. nota precedente] Sub verbo «Fascismo». L'articolo è stato tradottoo in apertura di B. Mussolini, Le Fascisme, Denoël et Steele.
  16. [Ibid. nota precedente] A proposito del popolo, Mussolini scrive: «Non razza, né regione geograficamente individuata, ma schiatta storicamente perpetuantesi, moltitudine unificata da un'idea, che è volontà di esistenza e di potenza [...]» [La dottrina del fascismo, Hoepli, Milano 1936, p. 23]
  17. [Ibid. nota precedente] In un articolo pubblicato allora da un giornale romagnolo, e riprodotto da Margherita G. Sarfatti, Mussolini, trad. fr. Albin Michel, 1927, pp. 117-21 (ed. orig. M.G. Sarfatti), Dux, Mondadori, Milano 1926, p. 101.]
  18. Oriana Fallaci, Intervista con la storia
  19. Guido Gerosa, Churchill – I Dossier Mondadori, pag. 98, 1972.

Bibliografia

  • Benito Mussolini, La mia vita, traduzione di Monica Mazzanti, Rizzoli, Milano 1983.
  • Benito Mussolini, Scritti e discorsi di Benito Mussolini, Hoepli, Milano 1934.
  • Benito Mussolini, Opera omnia, a cura di Edoardo e Duilio Susmel, La Fenice, Firenze 1951.
  • Richard Lamb, Mussolini e gli inglesi, Ed. Corbaccio, Milano, 1998, ISBN 88-7972-286-7
  • Emil Ludwig, Colloqui con Mussolini, traduzione di Tomaso Gnoli, Mondadori, 2000.

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