Letteratura

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Scultura commemorante Johannes Gutenberg, Berlino

Citazioni sulla letteratura.

Citazioni[modifica]

  • All'inizio della mia ricerca sul rapporto tra la letteratura e la fotografia mi colpì molto un'affermazione di Nino Migliori, che fu invitato a parlare all'Università. Migliori esordì dicendo: «La fotografia è molto più vicina alla letteratura che non alla pittura». Io non ci avevo mai pensato e lui spiegò il perché dal suo punto di vista e nel corso del tempo mi resi conto che aveva ragione. Così disse anche Mario Dondero che, quando iniziò a collaborare con noi per la rivista illustrata Letteraria, fondata da Stefano Tassinari, affermò: «Io sono molto più vicino agli scrittori e alla letteratura che non ai pittori». Credo, in definitiva, che la fotografia, essendo proprio un linguaggio e raccontando, in fin dei conti, delle storie , abbia molto più in comune con la letteratura che non con altre forme d'arte. (Silvia Albertazzi)
  • Ben pochi si rendono conto di come la grande letteratura penetri ogni cosa, a ogni cosa dia colore, dia forma agli aggregati e agli individui, e per vie sottili, con potere irresistibile, costruisca, sostenga, demolisca a piacere. (Walt Whitman)
  • C'è gente convinta che un romanzo debba spiegare tutto. Che il romanzo debba essere il riparatore della vita e delle sue incoerenze. Ma la vita è mai stata coerente? E perciò pensa che lo scrittore occupi questa posizione centrale nello spazio e nel tempo per dare un inizio e un finale alle storie (ma lei conosce qualche storia che abbia un finale, una cosa che si dovrebbe chiamare finale, finale-finale?), collegare riempire vuoti e dissipare zone d'ombra; spiegare i comportamenti dei personaggi.
    C'è chi crede che il romanzo abbia una funzione divulgativa e una vocazione pedagogica. Niente di più lontano dalla verità. Il romanzo non è fatto per mettere ordine nel caos. Il romanzo non è fatto per mettere ordine in un beneamato cazzo. Il romanzo non è nato per dare soddisfazione agli amanti dell'ordine. È fatto per divertirsi con le vertigini, per creare casino, per goderne, per rimestarlo.
    Non si tratta di rispondere a domande ma di farne altre, sempre nuove, sempre più inquietanti.
    Il romanzo, come la realtà reale, come le storie che conosciamo tutti e che ci capitano sempre, è pieno di parentesi, buchi, ellissi che ballano saltellando da una parte e dall'altra senza desiderare concretizzarsi, senza voglia di spiegarsi.
    Credo di essere ben lontano dall'illusione che quando la vita diventa profondamente incoerente arrivi il romanzo a metterci una pezza.
    D'altra parte non dobbiamo lamentarci troppo. Il romanzo è certamente il guercio in questo luminoso deserto messicano in cui abbondano i ciechi. (Paco Ignacio Taibo II)
  • Chiunque può scrivere un romanzo in tre volumi: ciò richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura. (Oscar Wilde)
  • Ciò che non è in mezzo alla strada è falso, derivato, vale a dire: letteratura. (Henry Miller)
  • Da accademico si ha sempre la tendenza a dare lezioni e invece a me quello che piace della letteratura è che è una forma più democratica di comunicazione con il pubblico. Più che dare risposte ti poni interrogativi e apri un processo di ricerca insieme al lettore. È un passaggio che ti libera molto. (Lea Ypi)
  • Dicono che il regno della letteratura è caduto, perché la scienza ha trionfato su di essa. Non è vero: la terra aspetterà sempre dal sole la luce e il calore, le nazioni chiederanno sempre agli scienziati la luce che le illumini, ai poeti il fuoco che le riscaldi! (Guglielmina Ronconi)
  • Dietro una lingua ci sta una letteratura, e dietro una letteratura c'è un gusto, una civiltà. E l'Italia è grande perché vuol essere europea, non perché vuol vivere una sua gretta vita di provincia: quando si parla di romanità, si esprime con tale parola questa aspirazione all'influenza universale, non solo nel campo politico, ma anche nel campo culturale. (Luigi Russo)
  • È nella letteratura, nella poesia, nel dramma, nel romanzo che i modelli filosofici e il vaglio delle possibilità metafisiche e morali ricevono la densità, il peso realizzato ed esistenziale (letteralmente, la Dichtung) della vita vissuta. (George Steiner)
  • E se la letteratura fosse una televisione in cui guardiamo per attivare i neuroni specchio e concederci a buon mercato i brividi dell'azione? E se, peggio ancora, la letteratura fosse una televisione che ci mostra tutte le occasioni perdute? (Muriel Barbery)
  • Erra chi dice che le lettere guastano e' cervelli degli uomini, perché è forse vero in chi l'ha debole; ma dove lo truovano buono, lo fanno perfetto; perché el buono naturale congiunto col buono accidentale fa nobilissima composizione. (Francesco Guicciardini)
  • Facciamo coraggiosamente il «brutto» in letteratura, e uccidiamo dovunque la solennità. (Filippo Tommaso Marinetti)
  • Ho calcolato che la letteratura può bastare a nutrire un passerotto. (Jules Renard)
  • I professori di scienze misurate scompagnano dalla sapienza le Lettere, estimandole a guisa di fronda leggiera, o come vaneggiamento d'infermo. Ma finché saranno il linguaggio della bellezza, gli uomini non potranno averle così di lieve in dispetto. Un altro consiglio, stringendo in alleanza l'utile e il bello, confuse in una, e fece divine le arti della mente e del cuore. Sciogli quel vincolo, né l'una, né l'altra domeranno sole l'indole nostra. È verità, che posa in una tradizione coeva alle famiglie primordiali del mondo, poiché narra, che il savio dei tempi lontani, prendendo a condurre i suoi fratelli di carne dalla feroce esistenza animale a vita men disonesta, si accôrse ben tosto non bastargli all'impresa l'unico risguardo dell'utile; quindi meditò più profonda idea, e il savio invocò la Bellezza, e la Dea mite alla preghiera lo sovvenne del suo sorriso, e le razze umane amabilmente lusingate accolsero meno ritrose il dettame della sapienza. L'uomo è composto di poca ragione, e di molte passioni: però, se la visione del senno vuol essere umanamente applicabile, è mestieri che si renda sensibile coll'ardore degli affetti, e coll'evidenza delle immagini. (Carlo Bini)
  • Il mondo può benissimo fare a meno della letteratura. Ma ancor di più può fare a meno dell'uomo. (Jean Paul Sartre)
  • Il romanzo poliziesco ha prodotto peggiore letteratura che ogni altro genere di narrativa, salvo il romanzo d'amore, e probabilmente migliore letteratura che qualsiasi altra forma letteraria largamente accettata e apprezzata. (Raymond Chandler)
  • In Italia la letteratura ebbe sempre grandissima importanza, e l'arte e il sentimento del bello furono gli stromenti della sua rinascenza, come della inglese la morale seria e positiva, della francese lo spirito e la ragione. (Cesare Cantù)
  • In tesi generale per acquistare la comprensione netta, profonda e così necessaria della vera e triste condizione degli uomini, è eminentemente istruttivo l'impiegare, qual commentario della condotta e dei raggiri loro sul terreno della vita pratica, la condotta ed i raggiri loro nel dominio della letteratura e viceversa. (Arthur Schopenhauer)
  • L'illusione dell'arte è far credere che la letteratura sia rappresentazione della vita ma in realtà accade l'opposto. (Françoise Sagan)
  • L'opera letteraria potrebbe essere definita come un'operazione nel linguaggio scritto che coinvolge contemporaneamente più livelli di realtà. [...] la letteratura non conosce la realtà ma solo livelli. Se esista la realtà di cui i vari livelli non sono che aspetti parziali, o se esistano solo i livelli, questo la letteratura non può deciderlo. La letteratura conosce la realtà dei livelli e questa è una realtà che conosce forse meglio di quanto non s'arrivi a conoscerla attraverso altri procedimenti conoscitivi. È già molto. (Italo Calvino)
  • La caratteristica fondamentale della letteratura italiana è un continuo intrecciarsi di destra e di sinistra. (Geno Pampaloni)
  • La letteratura autentica e le dittature sono incompatibili, lo scrittore è nemico naturale delle dittature. (Ismail Kadare)
  • La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole. (Elias Canetti)
  • La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita non basta. (Fernando Pessoa)
  • La letteratura è ciò che si oppone alla guerra. La vera letteratura parla sempre del bisogno umano d'amore, non d'odio. (Michail Pavlovič Šiškin)
  • La letteratura e le arti tendono troppo a semplificare l'uomo ai nostri occhi, a mostrarlo più logico di quanto sia. Ma la vita di tutti i giorni, se la si capisce bene, ci proverebbe che siamo degli esseri profondamente illogici. (Maxence Van der Meersch)
  • La letteratura è sempre un grande nutrimento. (Giulio Questi)
  • La letteratura è un fuoco in cui bisogna gettarsi senza timore. (Tomás Eloy Martínez)
  • La letteratura di tutto il mondo non si interessa molto del matrimonio: che cosa si potrebbe desiderare d'altro se non un amore senza regole, non rovinato da affitti, vecchiaia, bambini, conti del gas? (James Barlow)
  • La letteratura dice: guardiamo questa particolare persona. Diamole un nome, un luogo. Offriamole una tazza di caffè... la forza della letteratura risiede nella capacità di creare un'intimità. Quel genere di intimità che ci tocca personalmente. (Aharon Appelfeld)
  • La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. (Filippo Tommaso Marinetti)
  • La letteratura italiana continua a girare attorno ai soliti tre o quattro nomi: Calvino, Gadda, Pavese... Poi viene soltanto una modesta scuola postmoderna nella quale non mi riconosco; un relativismo che finisce per dissolvere l'idea stessa del male. E diciamo la verità, questo vale anche per una certa letteratura americana à la page... non certo Faulkner o Bellow. (Enzo Bettiza)
  • La letteratura normale è solo mondo esteriore, la poesia è solo mondo interiore. Nel mio modo di scrivere ci sono entrambe le cose. Io sono un epico lirico. (Peter Handke)
  • La letteratura non deve raccontare i fatti. Racconta ciò che, dei fatti, un articolo di giornale non può riportare, in un'intervista non si può dire, in un saggio è inutile prendere in considerazione. (Nadia Terranova)
  • La letteratura non è nata il giorno in cui un ragazzo, gridando al lupo al lupo, uscì di corsa dalla valle di Neanderthal con un gran lupo grigio alle calcagna: è nata il giorno in cui un ragazzo arrivò gridando al lupo al lupo, e non c'erano lupi dietro di lui. Non ha molta importanza che il poverino, per aver mentito troppo spesso, sia stato alla fine divorato da un lupo. L'importante è che tra il lupo del grande prato e il lupo della grande frottola c'è un magico intermediario: questo intermediario, questo prisma, è l'arte della letteratura. (Vladimir Nabokov)
  • La letteratura non ha messaggi né valori morali da proporre, e quando ne ha, si tratta di un genere di cattiva letteratura. Il suo solo compito è di rappresentare la contraddittoria esperienza del tutto e del nulla della vita, del suo valore e della sua assurdità. (Corrado Augias)
  • La letteratura s'incrocia col diritto, perché entrambi hanno a che fare con il male, con lo scontro, con la colpa, con la vischiosa complessità della vita e con gli abusi del cuore umano, con la contraddizione insita in un'azione giuridicamente e penalmente punibile ma eticamente lodevole o addirittura necessaria. (Claudio Magris)
  • La letteratura sta alla poesia come la menzogna alla verità. (Umberto Saba)
  • La mia letteratura è emotiva, le mie storie sono emotive; l'unico spazio che ha il testo per durare è quello emozionale; se dopo due pagine il lettore non avverte il crescendo e si chiede: «Che cazzo sto a leggere?», quello che capisce niente mica è lui, cari miei, è lo scrittore. Dopo due righe, il lettore deve essere schiavizzato, incapace di liberarsi dalle pagine; deve trovarsi coinvolto fino al parossismo, deve sudare e prendere cazzotti, e ridere, e guaire, e provare estremo godimento. Questa è letteratura. (Pier Vittorio Tondelli)
  • La scrittura giornalistica [...] si esercita su un fatto esterno, già dato e di cui si desidera informare il lettore: mentre la letteratura non sa di che cosa parla: si produce, al contrario, malgrado le cose di cui parla. Per quanto il romanziere abbia potuto progettare una scena, maturare la descrizione di un personaggio, il fatto letterario si insinua, emerge, fra la penna e la carta, e lo scrittore non l'avverte che a cose fatte. (Héctor Bianciotti)
  • Leggiamo per imparare, per istruirci, per capire. Leggiamo anche per sognare. Un altro mondo, che duplica il primo, nasce dalla letteratura, e soprattutto dal romanzo che, dall'ottocento a oggi, ha assunto proporzioni prodigiose, se non altro per la quantità. Nella nostra mitologia collettiva e privata, Ulisse, Gargantua, Don Chisciotte, Gavroche, Julien Sorel, Rastignac, Swann e Odette hanno acquisito, nel miracolo che chiamiamo "stile", la stessa realtà che hanno Cesare, Cleopatra, Alessandro o Carlo Magno. Dio, il grande romanziere dell'universo, ha passato il testimone ai romanzieri che fanno concorrenza alla creazione e che si credono dèi. Viviamo nei libri tanto quanto nel mondo reale. (Jean d'Ormesson)
  • Letteratura è sorprendere le cose nel momento in cui sono meno loro, quando sono sul punto di trasformarsi, per amore, in un'altra cosa. (Francisco Umbral)
  • Letteratura vasta, soda e ben definita, e parimente larghe scuole e ben tratteggiate e scolpite mancano alla patria nostra da quasi tre secoli e piuttosto ne abbiamo avuto cenni e frammenti, e ogni cosa a pezzi, a sbalzi e a modo d'assaggio. (Terenzio Mamiani)
  • Miei degni signori, il cibo che v'apparecchio è scarso, scondito e di povera mensa, ma è letteratura e non metafisica. (Terenzio Mamiani)
  • Nelle regioni che chiamiamo Natura, che si levano oltre il misurabile in vastità infinite, infinite profondità e altezze – in quelle regioni, che includono l'Uomo a livello sociale e storico, con tutte le sue determinanti emotivo-morali – che parte minima ha avuto la Letteratura, pensavo oggi, quanto poco ha ritratto – anche a volerla considerare tutta – ogni epoca. (Walt Whitman)
  • Non comprenderò mai come Victor Hugo abbia potuto per quarant'anni fare il suo mestiere. Tutta la letteratura è: bla bla bla bla bla bla. L'arte, l'arte, chi se infischia dell'arte! Merda, perdio! - divento terribilmente volgare in questi momenti -, e tuttavia avverto di non oltreppassare alcun limite, dato che soffoco ancora. Malgrado tutto aspiro al successo, perché sento che saprei stranamente servirmene, e troverei divertente essere celebre; ma come farei a prendermi sul serio? Affermare che, finché sarò in vita, non ne riderò senza posa. Ma, nuovo imbarazzo, desidero anche la vita meravigliosa del fallito. (Arthur Cravan)
  • Non credo che in veruna straniera letteratura possa come nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli e non li soverchiasse la troppa chiarezza di Dante, dell'Ariosto e del Tasso. Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la Croce racquistata del Bracciolini o il Conquisto di Granata di Girolamo Graziane sostengono bene assai il paragone o con l'Araucana dell'Ercilla o coi medesimi Lusiadi [di Luís Vaz de Camões] ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le virtù del poeta; e per simile, io giudico che l'Amadigi del Tasso il vecchio o l'Orlando innamorato del Berni, non temono di gareggiare con la Regina Fata di Spenser e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni. Ma non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi agevolmente l'uno o l'altro dei tipi che nel Furioso e nella Gerusalemme ricevettero perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde mutazioni si fecero dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a niuno è riuscito di ben cantare i difetti del Tasso, molti in quel cambio li esagerarono. (Terenzio Mamiani)
  • Non sono uno storico, ma mi piacerebbe che la letteratura assumesse, consapevolmente e in tutta serietà, il ruolo di una cronaca storica. Non voglio che segua l'esempio degli storici contemporanei, perlopiù pesci freddi che hanno passato la loro vita in archivi polverosi c scrivono una lingua burocratica brutta e inumana, una lingua di legno prosciugata di tutta la poesia, piatta come un pidocchio e grigia come il giornale quotidiano. Vorrei che tornasse a esempi più antichi, chissà, addirittura greci, all'ideale del poeta storico, una persona che ha visto e sperimentato direttamente quel che descrive, oppure ha attinto alla vivente tradizione orale della sua famiglia o della sua tribù, che non teme né il conflitto né i sentimenti, ma ha tuttavia a cuore la ricostruzione scrupolosa della vicenda che narra. (Adam Zagajewski)
  • Oggi, nel fare teologia, assistiamo sempre più, e con grande vantaggio, all'utilizzo della letteratura, ormai considerata uno strumento importante di analisi degli itinerari religiosi. La letteratura è in effetti uno strumento sapienziale. Probabilmente adesso stiamo comprendendo meglio che gli scrittori e i poeti sono maestri spirituali pertinenti e le opere letterarie possono essere di enorme utilità nel nostro cammino di maturazione interiore. [...] La vita spirituale non è prefabbricata: è coinvolta nella radicale singolarità di ogni soggetto. Per darle carne, devono esserci un volto e un nome. Per questo è naturale che lungo il nostro cammino andiamo cercando il contributo della letteratura. (José Tolentino de Mendonça)
  • Per la letteratura realistica antica, la società non esiste come problema storico, ma tutt'al più come problema moralistico, e inoltre il moralismo si rivolge più all'individuo che alla società. (Erich Auerbach)
  • Più m'incaponisco a capirle, più vita e letteratura mi paiono le due facce d'un medesimo abrakadabra. (Gesualdo Bufalino)
  • Prediligo la letteratura della frontiera, della soglia, dell' attesa. La letteratura che richiede anche una lettura dei silenzi, degli scarti. L'Airone di Giorgio Bassani, in questa prospettiva, è un capolavoro tutto da riscoprire. (Antonio Spadaro)
  • Quando la città che celebro sarà distrutta, quando gli uomini che canto saranno scomparsi nell'oblio, le mie parole perdureranno. (Pindaro)
  • Scrivere un romanzo è fondamentalmente mancanza di pudore. Anche pettinarsi è mancanza di pudore, soprattutto se si fa con l'intento di mascherare la cicatrice che corre all'attaccatura dei capelli. Ma pettinarsi è una mancanza meno grave, mentre scrivere è grave. Significa mascherare la realtà, nascondere la paure, reinventare le cose che si sono dette e, soprattutto, le persone che le hanno dette. (Paco Ignacio Taibo II)
  • Se gli scrittori non leggessero e i lettori non scrivessero, gli affari della letteratura andrebbero straordinariamente meglio. (Giovanni Papini)
  • So che la letteratura non dà da mangiare all'uomo che vi si dedica. Per fortuna io non ho mai molto appetito. (Jules Renard)
  • Spero che un giorno la letteratura non sarà più divisa tra nera e bianca. Perché sono abbastanza stufa di essere considerata una sociologa invece di una letterata. (Toni Morrison)
  • Sua Signoria aveva una spiccata avversione per quella che chiamava "letteratura e nient'altro". Era un'idea che per lui si associava con ebrei, giornali, librai avidi di reclame, e spirito borghese liberale che produce per denaro e che chiacchiera a vuoto, e la frase "letteratura e nient'altro" era diventata una sua espressione abituale. (Robert Musil)
  • Tutta la narrativa, a partire dai romanzi ammuffiti nelle biblioteche, è censurata dagli interessi della classe dominante. E soprattutto la letteratura giovanile, quella roba melodrammatica che quasi ogni ragazzo prima o poi divora, trasuda le peggiori illusioni del 1910. (da Le bugie settimanali per ragazzi) (George Orwell)
  • Una narrazione che non passa attraverso l'io dell'autore non è letteratura ma solo un semplice prodotto. (Peter Handke)
  • Una vera letteratura ci può essere soltanto là dove la fanno non dei funzionari diligenti e benpensanti, ma dei folli, degli eremiti, degli asceti, dei ribelli, degli scettici. E se lo scrittore deve essere assennato, se deve essere cattolicamente ortodosso, se deve essere oggi utile, se non può fustigare tutti come Swift, se non può sorridere di tutto come Anatole France, allora non c'è una letteratura bronzea, ma c'è soltanto una letteratura cartacea, giornalistica, che oggi si legge e domani servirà ad avvolgere il sapone da bucato. (Evgenij Ivanovič Zamjatin)

Aldo Busi[modifica]

  • Essere corpo con tutto il corpo se aspiri al bodoniano, altrimenti, se l'omologazione dello spirito prevale a tal punto da optare per la via di comodo della scissione dalla carne, accontentarsi di essere un copro-corpo, un letterato che fa morale senza aver raccontato la favola.
  • I cameraman se la danno a gambe levate quando parlo di politica e letteratura. Non interessa qui nulla a nessuno dell'Alfieri e del Beccaria. Io non le posso dire queste cose, nessuno è interessato, il filtro è tale che so che mi sono prestato a una pantomima di me e dell'intellettuale.
  • La vita messa alle strette è speculare alla Letteratura in tutta libertà.

Nicolás Gómez Dávila[modifica]

  • Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte.
  • Chiamiamo storia della letteratura il computo delle opere che sono evase dalla storia.
  • Per il lettore che sa leggere tutta la letteratura è contemporanea.

Stanisław Jerzy Lec[modifica]

  • Dalle reticenze è nata la letteratura.
  • La letteratura è più progressista della vita; applica l'eutanasia nei confronti dei suoi eroi non riusciti.
  • Solo l'eterna insaziabilità dei poeti può saziare la letteratura.

Claudio Magris[modifica]

  • La letteratura difende l'eccezionale e lo scarto contro la norma e le regole; essa ricorda che la totalità del mondo è infranta e che nessuna restaurazione può fingere di ricostruire un'immagine armoniosa e unitaria della realtà che sarebbe falsa.
  • La letteratura è attratta dalle bassure e dai rifiuti, che non appaiono quale miseria da redimere, bensì quale angolo nel quale s'è rifugiato un incanto svanito. I viaggi in giù, da quelli di Jules Verne a quelli più modesti di Sussi e Biribissi nei tombini, sono più favolosi degli altri, perché si addentrano nel grumo più riposto e inaccessibile, il mitico centro di fuoco, che ricorda gli evi in cui la terra era una palla incandescente, o gli scarti dell'esistenza, che non vedremo mai più.
  • La letteratura è un continuo viaggio fra la scrittura diurna, in cui un autore si batte per i propri valori e i propri dèi, e quella notturna, in cui uno scrittore ascolta e ripete ciò che dicono i suoi demoni, i sosia che abitano nel fondo del suo cuore, anche quando dicono cose che smentiscono i suoi valori.
  • La letteratura insegna a varcare i limiti, ma consiste nel tracciare i limiti, senza i quali non può esistere nemmeno la tensione a superarli.
  • La vera letteratura non è quella che lusinga il lettore, confermandolo nei suoi pregiudizi e nelle sue insicurezze, bensì quella che lo incalza e lo pone in difficoltà, che lo costringe a rifare i conti col suo mondo e con le sue certezze.
  • Nella sua necessaria fantasia la letteratura ha una grande funzione, anche rispetto alla società; non certo perché ha il compito di proporre programmi politici o ideologici, ma piuttosto di far sentire, toccare con mano, questa necessità avventurosa di creare ogni volta un nuovo mondo.

Giorgio Manganelli[modifica]

  • Alla letteratura è essenziale evitare questo rapporto diretto: essa non parla al lettore, meno che mai al suo cuore; al contrario, gli si presenta, ma non gli si offre, gli impone la fatica di cercare un contatto; lo frusta, lo elude; non risponde alle sue domande.
  • La letteratura, ben lungi dall'esprimere la "totalità dell'uomo", non è espressione, ma provocazione; non è quella splendida figura umana che vorrebbero i moralisti della cultura, ma è ambigua, innaturale, un poco mostruosa. Letteratura è un gesto non solo arbitrario, ma anche vizioso: è sempre un gesto di disubbidienza, peggio, un lazzo, una beffa; e insieme un gesto sacro, dunque antistorico, provocatorio.
  • La letteratura non è espressione, ma provocazione.
  • Pertanto le dico: si iscriva a Geologia. Vedrà quante metafore le verranno regalate. Non ricordo più cosa sono gli oligocisti: ma quella, mio caro, è letteratura.
  • Producete, producete cultura: è il vostro mestiere, e soprattutto è il contrario della letteratura.

Voci correlate[modifica]

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